giovedì 30 novembre 2017

Saremo giudicati tutti sulle "opere di misericordia" (Angelus del Papa Francesco nella festa di Cristo Re)

Proviamo a riflettere sul significato della regalità di Cristo, partendo dalla catechesi di Papa Francesco all’Angelus del 26 novembre 2017, ultima domenica dell’anno liturgico e solennità di N.S.Gesù Cristo, Re dell’Universo.

Angelus del Papa (26 novembre 2017)
“Una regalità di guida, di servizio che alla fine dei tempi si affermerà come giudizio” spiega Francesco che, nel presentare l’odierna pagina evangelica (Mt 25,31) in cui Gesù “dopo aver vissuto l’esistenza terrena in umiltà e povertà”, “si presenta ora nella gloria divina che gli appartiene”.
Nel convocare davanti a Lui l’intera umanità, dice ancora il Pontefice, “Egli esercita la sua autorità separando gli uni dagli altri” rivelando “il criterio decisivo del suo giudizio, cioè l’amore concreto per il prossimo in difficoltà”: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
A commento della citazione del Vangelo, prosegue ancora: “Questa parola non finisce mai di colpirci, perché ci rivela fino a che punto arriva l’amore di Dio: fino al punto di immedesimarsi con noi, ma non quando stiamo bene”, “ma quando siamo nel bisogno. “In questo modo nascosto Lui si lascia incontrare, ci tende la mano come mendicante”, “si rivela il potere dell’amore, la regalità di Dio: solidale con chi soffre per suscitare dappertutto atteggiamenti e opere di misericordia”. [vedi nota 2]
Ma la parabola del giudizio prosegue presentando il Re che allontana coloro che nella vita non hanno aiutato i fratelli nel bisogno e Francesco sottolinea: “Anche in questo caso costoro rimangono sorpresi e chiedono: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?. Sottinteso: “Se ti avessimo visto, sicuramente ti avremmo aiutato!”. Ma il re risponderà:Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me. L’amore è dunque il criterio su cui verremo giudicati e cioè “sul nostro concreto impegno di amare e servire Gesù nei nostri fratelli più piccoli e bisognosi”.
“Gesù verrà alla fine dei tempi per giudicare tutte le nazioni, ma - ricorda e avverte il Papa - viene a noi ogni giorno, in tanti modi, e ci chiede di accoglierlo”. Invocando l’aiuto della Vergine Maria, Francesco conclude invitando a incontrare e ricevere Cristo “nella Sua Parola e nell’Eucaristia, e nello stesso tempo nei fratelli e nelle sorelle che soffrono la fame, la malattia, l’oppressione, l’ingiustizia.


Ascoltando il Papa all'Angelus di domenica 26 novembre 2017, festa di Cristo Re, viene spontanea la domanda:
"Ma che cavolo dice Kiko nella sua catechesi su questa stessa Parola?

Trionfo di Cristo Re
Com'è possibile che questo "profeta dei nostri giorni" ripeta senza pudore - in presenza di Vescovi e Cardinali che non lo smentiscono - di essere ispirato costantemente dallo Spirito Santo e poi interpreti il Giudizio di Cristo Re in un modo diverso e opposto a quello tanto chiaro e illuminante del Papa?

E, ancora una volta: si può sapere chi è il "GRANDE TEOLOGO" - non meglio specificato - a cui Kiko fa riferimento quando vuole propinare per "unica" o quanto meno "preferibile" la SUA INTERPRETAZIONE ad ogni altra? [vedi nota 1]
Una cosa sola comprendiamo subito:
Kiko, come sua abitudine, UTILIZZA la Parola di Gesù per il proprio personale tornaconto.
Troppo comodo, allo sporco scopo di imporsi, addirittura identificarsi con Nostro Signore...

Kiko, non contento di accalappiare le menti e i cuori INCONDIZIONATAMENTE perché lui è il "Signore" stesso (blasfemia pura!), prosegue (ED È UN BENE SOTTOLINEARLO ANCORA, al solo fine di conseguire ciò che più gli sta a cuore, ossia "Mettere le mani nelle tasche degli adepti e SVUOTARLE TUTTE"):

Se Gesù si identifica con chi Lo annuncia (che siamo noi),
Se costoro sono i veri "piccoli" del Vangelo, i più piccoli (ossia sempre noi),
Quando Gesù dice "avevo fame e mi avete dato da mangiare" ecc. ecc.
significa che è noi che voi, fedeli camminanti, DOVETE sfamare...
[vedi nota 2]

Perché è chiaro... TUTTO QUELLO CHE DATE A NOI PICCOLI (autoproclamati unici "piccoli" del Vangelo) LO DATE A GESÙ STESSO.

NON SOLO, MA SU QUESTO SARETE GIUDICATI. PERCHÉ,
SE NON DATE AI PICCOLI (sempre A NOI, cioè Kiko, Carmen e scagnozzi vari), CRISTO VI ALLONTANERÀ DA SÉ, L'ULTIMO GIORNO, PER LA CONDANNA ETERNA.
«Ascoltame!»

Sintesi finale ed estrema di tutto il ragionamento di Kiko: date tutto a me: è questa la Volontà di Dio.

Catechesi esplicita o subliminale?
L'una e l'altra cosa insieme, forse... fate voi!
Da che parte la si veda veda, la faccenda è vergognosa.
Abbiamo o no il diritto di conoscere il suo nome?
Un vero tormentone!

Ultima annotazione a tal proposito:
Come si spiega che il Papa, in una catechesi tanto importante, ignora, come non esistesse affatto, un tal grande Teologo?

Cose da pazzi!


[nota 1] - Siamo stanchi delle ripetute citazioni di Kiko, generiche e altisonanti. del tipo appunto "Come ha detto un grande Teologo..." oppure "Come dice un padre del deserto...".
Tante volte abbiamo fatto accurate ricerche, senza mai trovare riscontri!
Conclusione a cui siamo arrivati:

Kiko non cita MAI puntualmente una fonte e, quando lo fa, come nel caso divenuto famoso di San Giovanni Crisostomo del "Quante volte devo ripetervi che nessuno può essere battezzato, se non compie la virtù senza sforzo!", viene, dopo un'analisi un poco attenta, clamorosamente smentito.
Comportamento scorretto oltre ogni dire, se ci mettiamo nei panni di chi lo ascolta, perché, al solo sentire "Come ha detto un grande Teologo...", egli cessa di pensare e ascolta, senza più opporre alcuna resistenza, con quel residuo di intelletto che magari ancora gli è rimasto, dopo tutti i "lavaggi di cervello" a cui, già infinite volte, è stato sottoposto in precedenza.


[nota 2] - Più volte ci siamo dedicati alla questione dell'avversione kikiano/carmeniana - su questa cosa i due erano complici di ferro - per le "opere di misericordia" considerate da entrambi degne del peggior religioso naturale della razza incurabile dei "moralisti" i quali, invece di approfondire la loro inguaribile attitudine al peccato UNICA VERITÀ, che si apprende alla scuola del "fango" neocatecumenale, si dilettano in opere di bene solo per sentirsi "buoni", per diventare migliori, magari "santi"; che orrore!
Ma, alla luce di quanto esposto, questo è ancora poco e ben più subdolo è l'intento finale:
assicurarsi che siano indirizzate unicamente a loro tutte le "opere di bene" dei fratelli camminanti, un vero e proprio monopolio.

martedì 28 novembre 2017

Ci sono Santi e Sante... e poi c'è Carmen, la santa al quadrato.

Carmen nella sua
solita espressione gioiosa
Nell'interminabile serqua di assurdità sesquipedali che ci siamo dovuti sorbire in queste settimane c'è al primo posto, senza ombra di dubbio il patetico teatrino messo in scena il 15 novembre 2017 a Roma, in un auditorium della CEI, presenti la probabile incaricata di postulare la causa di beatificazione della SanCarmen SanHernandez "santa di categoria superiore", la nota giornalista Costanza Miriano, in qualità di speaker del nulla - ha ammesso lei stessa di non aver mai conosciuto Carmen, quindi ha pubblicamente ammesso di non sapere assolutamente niente della persona che è stata chiamata a rappresentare - più il solito, quantomai rubizzo, Kiko Argüello, più il cardinal Schönborn a fare da palo agli altri due.

A riguardo di quest'ultimo c'è da dire che è davvero avvilente assistere allo spettacolo di un cardinale della Santa Romana Chiesa, vestito della porpora (simbolo della disponibilità a servire il Signore e difendere la vera fede usque ad effusionem sanguinis), annuire con l'espressione inebetita di uno cui è stato appena somministrato un ipnotico pre-operatorio. Un uomo talmente avvinto dal fascino diabolico di Kiko da non riuscire a proferire verbo neppure dinanzi alla pubblica ammissione dell'eretico spagnolo di aver compiuto illecitamente (e invalidamente) un esorcismo in Cina, addirittura su tutta la Cina, con la storiella delle legioni di demoni che se ne fuggono in Mongolia e la colomba ta-ta, ta-ta, ta-tà...

Per amor di pietà taciamo della squallida claque neocatecumenale (chi mai, oltre a loro, potrebbe avere interesse ad ascoltare la presentazione dei diari segreti di una sconosciuta fondatrice di un movimento laico pseudo-cattolico?).

La Serva di Dio Chiara Luce Badano,
di cui è in corso la causa di beatificazione.
I santi sanno essere lieti anche nella prova.
In questa penosa sceneggiata, orchestrata dalla solita macchina di propaganda della setta neocatecumenale si è arrivati a descrivere Carmen con epiteti tanto falsi quanto ridicoli, tipo "molto virile", "donna con gli attributi", "amica e sorella molto maggiore" mentre contemporaneamente appariva, dagli stessi scritti e dalle parole di Kiko, per quello che realmente era, cioè una donna profondamente dolorante e depressa, avvilita, infelice, sofferente nella psiche. Realtà interiore che a dire il vero ella non nascose mai a nessuno(1) mostrandosi arcigna, violenta, bisbetica, ingestibile, prepotente, vendicativa e insopportabile oltre che incomprensibile con il suo parlare misto italo-catalano e i miseri quattro concetti da lei assorbiti ripetuti all'infinito ad ogni occasione (uno di questi primitivi pensieri pseudo-cattolici, la donna come "fabbrica della vita", è stato ricordato nella conferenza come fosse un profondissimo pensiero da dottore della Chiesa).

Questo inquietante personaggio dovrebbe essere un'esempio di eroicità delle virtù e di santità, mentre chi l'ha conosciuta - e noi l'abbiamo conosciuta molto da vicino, nella sua quotidianità, nel suo essere se stessa: la novella aficionada Miriano non può dire lo stesso - sa benissimo che tipo era e lo sanno benissimo anche tutte le persone (la maggioranza delle quali ancora fedelmente al seguito dell'eretico santone spagnolo) da lei maltrattate, insultate, umiliate pubblicamente: sintomi, questi, di evidente malattia spirituale(2).

Santa Teresa di Calcutta veniva spesso ritratta
con in braccio neonati, che amava moltissimo.
Mentre di Carmen Hernandez non esiste traccia
di una sua anche minima affezione per i bambini.
Facciamo pure finta di voler ignorare questa ignominiosa operazione neocatecumenale di revisionismo storico, condotta come nelle peggiori dittature comuniste dalla macchina tritacarne kikiana in marcia a tamburo battente, che è cominciata con il penoso photoshopping della fotografia di Carmen da giovane, abbellita in un modo innaturale e con le mani giunte appiccicate in modo posticcio, come se sgranasse una inesistente corona di rosario, operazione poi proseguita con la conferenza di Kiko a Trieste (occasione colta al volo da questo mini-anticristo per canonizzarsi da solo) e con la richiesta di inviare segnalazioni di miracoli e grazie, e continuata con questa scena da teatro dell'assurdo alla Samuel Beckett. Facciamo finta che non sia successo nulla. Ciò che però è del tutto insopportabile, da turarsi le orecchie, è che questa donna sia stata accostata, nell'ordine:
- a Santa Chiara d'Assisi, vergine
- a Santa Teresa d'Avila, dottore della Chiesa
- a Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa e patrona d'Europa
e implicitamente a Santa Teresa di Calcutta, più i riferimenti alla "notte oscura".

Bene, allora, ignoriamo pure le scarse qualità del personaggio(3) e andiamo al sodo, andiamo ai suoi scritti, quelli veri, non i diari farlocchi ritoccati, bensì i demoniaci mamotreti, nei quali la Carmen esternava il suo vero pensiero sulle materie della Fede Cattolica. Cominciamo dall'Eucarestia, dal cuore, dal "cardine, fonte e culmine" di tutta la vita cristiana. 
Leggiamo cosa dicevano le Sante (le vere Sante) su menzionate a riguardo dell'Eucarestia:
1. Santa Chiara di Assisi:

[A proposito dell'Adorazione Eucaristica]: (...) ecco mi rallegro con te e con te gioisco nel gaudio dello Spirito, o sposa di Cristo, poiché, come quell'altra santissima vergine Agnese, tu, slacciandoti da tutte le ricchezze e vanità del mondo, ti sei meravigliosamente unita in sposa all'Agnello immacolato, che toglie i peccati del mondo. Te veramente felice! Ti è concesso di godere di questo sacro convito, per poter aderire con tutte le fibre del tuo cuore a Colui, la cui bellezza è l'ammirazione instancabile delle beate schiere del cielo. L'amore di lui rende felici, la contemplazione ristora, la benignità ricolma. La soavità di lui pervade tutta l'anima, il ricordo brilla dolce nella memoria. Al suo profumo i morti risorgono e la gloriosa visione di lui formerà la felicità dei cittadini della Gerusalemme celeste. E poiché questa visione di lui è splendore dell'eterna gloria, chiarore della luce perenne e specchio senza macchia, ogni giorno porta l'anima tua, o regina, sposa di Gesù Cristo, in questo specchio e scruta in esso continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all'interno e all'esterno, vestita e circondata di varietà, e sii parimenti adorna con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene a te, figlia e sposa carissima del sommo Re. In questo specchio poi rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità; e questo tu potrai contemplare, con la grazia di Dio, diffuso su tutta la superficie dello specchio. (...) E, in basso, contempla l'ineffabile carità per la quale volle patire sul legno della croce e su di essa morire della morte più infamante. Perciò è lo stesso specchio che, dall'alto del legno della croce, rivolge ai passanti la sua voce perché si fermino a meditare: O voi tutti, che sulla strada passate, fermatevi a vedere se esiste un dolore simile al mio; e rispondiamo, dico a Lui che chiama e geme, ad una voce e con un solo cuore: Non mi abbandonerà mai il ricordo di te e si struggerà in me l'anima mia. Làsciati, dunque, o regina sposa del celeste Re, bruciare sempre più fortemente da questo ardore di carità! 

2. Santa Teresa d'Avila:

«…Se il temperamento o qualche infermità non permettono di pensare alla passione del Signore per essere troppo penosa, nessuno vieta di far compagnia a Gesù risorto, giacché l’abbiamo così vicino nel SS. Sacramento, in cui si trova glorificato (...) qui [nel Tabernacolo, ndr] si può contemplarlo non già afflitto e dilacerato (...) ma rifulgente di gloria e privo di dolori, stimolante gli uni, animante gli altri, e nostro compagno nel SS. Sacramento, per il quale ci permette di pensare che, in procinto di salire al cielo, non si sia sentito di allontanarsi da noi neppure un poco.
Eppure, o mio Dio, io mi sono allontanata da Voi nella speranza di meglio servirvi!... Quando vi abbandonavo con il peccato, almeno non vi conoscevo, ma conoscervi, Signore, e credere di meglio avanzare abbandonandovi!... Oh che falsa strada avevo preso, Signore! Anzi, ero del tutto fuori strada! Ma Voi avete raddrizzato i miei passi, e dacché vi vedo a me vicino, vedo pure ogni bene. (...) Tutto si può sopportare con un simile amico (...) ho sempre riconosciuto e tuttora riconosco che non possiamo piacere a Dio, né Dio accorda le sue grazie se non per il tramite dell’Umanità sacratissima di Cristo, nel quale ha detto di compiacersi.
(...) Accostandoci al santissimo Sacramento con grande spirito di fede e di amore, una sola comunione credo che basti per lasciarci ricche. E che dire di tante? (...)
Mentre l'anima è ben lontana dall'aspettarsi di vedere qualcosa, e non le passa neppure per la mente, d'un tratto le si presenta tutta intera la visione che sconvolge le potenze e i sensi, riempiendola di timore e di turbamento, per poi darle una pace deliziosa e l'anima si ritrova con la cognizione di tali sublimi verità da non aver più bisogno di alcun maestro.»

3. Santa Caterina da Siena

E come il sole non può dividersi, così nella bianchezza dell'Ostia Io sono tutto unito: Dio e uomo! Se l'Ostia si spezzasse e fosse possibile farne migliaia di frammenti, in ciascuno è tutto Dio e tutto uomo, come ho detto! Come lo specchio può andare in frantumi, e tuttavia non si divide l'immagine che si vede in ogni suo pezzo, così anche dividendo questa Ostia non vengo diviso.
 … O figlia carissima, apri bene l'occhio dell'intelletto per contemplare l'abisso della mia Carità: non v'è creatura dotata di ragione che non si senta sciogliere il cuore per slancio d'amore vedendo, tra gli altri benefici ricevuti da me, quello che ricevete in questo Sacramento!
(...) E' il sentimento dell'anima, dunque, quello che gusta, vede e tocca questo Sacramento! Con che occhio lo vede? Con l'occhio dell'intelletto, se in esso vi è la pupilla della santissima Fede! Quest'occhio vede in quella bianchezza "tutto Dio e tutto Uomo", la natura divina unita con la natura umana: il Corpo e l'anima e il Sangue di Cristo, Figlio mio Unigenito, l'anima unita al corpo e il corpo con l'anima uniti con la mia natura divina, senza distaccarsi da me.....
(...) recandoti in chiesa una mattina all'alba per assistere alla messa, essendo stata poco prima tormentata dal demonio, ti mettesti diritta davanti all'Altare del Crocifisso; intanto il sacerdote era venuto all'altare di Maria. (...) allorché il sacerdote giunse all'atto della consacrazione, tu alzasti gli occhi su di lui.
E mentre egli pronunciava le parole sante della consacrazione, Io mi manifestai a te; e tu vedesti uscire dal mio petto un lume, come il raggio esce dal disco del sole senza tuttavia staccarsene. Entro quel raggio di luce, strettamente ad esso unita, scendeva una colomba, e veniva a colpire l'Ostia in virtù delle parole della Consacrazione pronunciate dal mio ministro. Di fronte a ciò il tuo occhio corporeo non bastò a sopportare la luce, ma ti rimase solo l'occhio dell'intelletto, con il quale vedesti e gustasti l'abisso della Trinità, tutto Me, Dio e Uomo, nascosto sotto il velo della bianchezza. (...)
Con l'occhio dell'intelletto dovete contemplare questo santissimo Sacramento!
E chi lo può toccare? La mano dell'Amore....l'Ostia si tocca per fede con la mano dell'Amore, perchè è con l'Amore che Io sono li presente tutto Dio e tutto Uomo, gratuitamente!
 (...) O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell'anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità.
Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d'amore ti sei dato agli uomini.
Tu vestimento che ricopre ogni mia nudità. Tu cibo che pasci gli affamati con la tua dolcezza. Tu sei dolce senza alcuna amarezza. O Trinità eterna.
 Ed ecco la "santa" al quadrato, la santa di categoria superiore e il suo vomito diabolico:

4. SanCarmen SanHernandez


riferendosi alla liturgia tradizionale:
«Voglio dire che in fondo c'è una Parola che attraversa tutta la scrittura: la PASQUA. Vediamo quello che fa Gesù Cristo in quella cena. Potere arrivare qui è molto difficile, perché noi abbiamo fatto dell'Eucaristia una cosa totalmente statica, che possiamo manipolare: un bambin Gesù che ci mettiamo nel petto quando vogliamo... . Invece l'Eucaristia è tutto il contrario perché in essa Dio passa e trascina con Sé tutta l'umanità (...) Quello che voglio spiegare ora a volo d'uccello è come la Chiesa primitiva vive l'eucarestia e come nel corso dei secoli è stata spezzettata e ricoperta, rivestita fino al punto che noi non vedevamo nella nostra messa da nessuna parte la resurrezione di Gesù Cristo. (...)» 
 ...sragionando sulla sacralità della Messa come sacrificio in sé, culto a Dio gradito:
Troviamo poi una assemblea che si riunisce. Non si concepisce, in alcun modo un rito individuale.(4) Gli ebrei non possono far Pasqua se non sono almeno in undici come gruppo familiare. Perché il sacramento non è solo il pane e il vino ma anche l'assemblea; la Chiesa intera che proclama l'eucarestia. Non ci può essere una Eucarestia senza l'assemblea che la proclama. Tanto è vero che nel nostro tempo quando oramai si era perduto questo senso comunitario, volendosi mantenere questa idea, per dire la messa c'era bisogno di un rappresentante del popolo, il chierichetto. Non c'è eucarestia senza assemblea. E' un'assemblea intera quella che celebra la festa e l'eucarestia; perché l'eucarestia è l'esaltazione dell'assemblea umana in comunione; perché il luogo preciso in cui si manifesta che Dio ha agito è in questa Chiesa creata, in questa comunione. E' da questa assemblea che sgorga l'eucarestia. (...)»
...e poi delirando sulla Chiesa dopo Costantino:
«Ma soprattutto questa massa di gente pagana, vede, in fondo,la liturgia cristiana con i suoi occhi religiosi: l'idea del sacrificio. C'è un completo retrocedere all'antico testamento che era stato superato dallo stesso Israele. (...)»
...ovviamente anche l'epoca medioevale, quella da cui provengono giganti come Santa Caterina e Santa Chiara, è da demolire e dimenticare:
«Per di più queste preghiere sono tutte di tono penitenziale e al singolare. E siccome il sacerdote dice la 'sua' messa, il poveretto che si sente molto indegno di avvicinarsi a Dio, deve cominciare a scusarsi della sua indegnità: con spirito di umiltà ed animo contrito. Vedete come siamo lontani oramai dalla esplosione di gioia e di festa dell'Eucarestia. Siamo ad una messa completamente penitenziale, nella quale il centro è rappresentato dall'uomo che deve avvicinarsi a Dio. Siamo oramai lontanissimi dalla Pasqua in cui Dio interviene per trascinare l'uomo fino a sé. Adesso è il contrario: le nostre messe sono favori che facciamo a Dio. (...) Con il Concilio di Trento, nel XVI secolo, si fissa tutto rigidamente, imponendo in modo radicale il rito romano. Con questa imposizione oramai non si può più togliere o aggiungere nulla dalla messa. Così la messa è arrivata fino a noi. Questo fissismo è durato così a lungo che quando per la prima volta ci hanno cambiato la liturgia, ci siamo scandalizzati perché ci sembrava immutabile. Ciò è un errore: la liturgia è in continuo rinnovamento.»
e, dulcis in fundo....
«La Chiesa cattolica diventa ossessionata riguardo alla presenza reale, tanto che per essa è tutto presenza reale". Cominciano le grandi esposizioni del Santissimo, (prima mai esistite)(5), perché la presenza era in funzione della celebrazione eucaristica e non il contrario. Il pane e il vino non sono fatti per essere esposti, perché vanno a male. Il pane e il vino sono fatti per essere mangiati e bevuti. Io sempre dico ai Sacramentini, che hanno costruito un tabernacolo immenso: se Gesù Cristo avesse voluto l'Eucarestia per stare lì, si sarebbe fatto presente in una pietra che non va a male. Il pane è per il banchetto, per condurci alla Pasqua. La presenza reale è sempre un mezzo per condurci ad un fine, che é la Pasqua. Non è un assoluto, Gesù Cristo è presente in funzione del Mistero pasquale. Invece da Trento in poi si celebrerà la Messa per consacrare ed avere presente Gesù Cristo e metterlo nel tabernacolo.»
C'è qualcosa da aggiungere? Non sembra una bestemmia accostare anche solo di nome queste eroine della fede, che composero scismi, riformarono interi ordini (Santa Chiara è considerata l'antesignana di tutte le monache del mondo), riscrissero la teologia ... queste sono donne "forti più degli uomini", che sì salvarono la Santa Chiesa dalle tempeste, altro che Carmen, depressa, infelice e violenta. Se gli occhi sono lo specchio dell'anima, chiunque l'abbia incrociata può benissimo immaginare da solo che tipo era e cosa realmente si agitava nella sua anima! Altro che lamorediddio!


Note a margine:
(1) Ciò rende ancora più ridicolo il finto, ed esageratissimo, stupore di Kiko davanti alle cosiddette "rivelazioni" dei Diari, tutta roba in realtà arcinota che non provoca nessuno stupore: la depressione di Carmen, il suo vuoto esistenziale (altro che "notte oscura dell'anima"), la sua tristezza erano evidenti a tutti.

(2) Chiaramente la santità non è collegata direttamente alla salute mentale, o meglio, un santo può apparire anche "depresso" secondo canoni umani, e avere l'anima pura e lieta di intima unione con Dio, tuttavia non è credibile che una persona realmente santa (basta riferirsi a Santa Rita, Santa Gemma Galgani, Santa Agnese, Sant'Agata, Santa Teresina...) effonda intorno a sé solo tristezza e che si ritrovi a sfogare le proprie frustrazioni nei vizi. Ciò è poi da considerarsi impossibile se si crede a quanto affermava la Carmen, ovvero di avere locuzioni interiori provenienti dalla Madonna e di avere avuto un'esperienza di transverberazione con la visione mistica di Gesù.

(3) Come già detto, le qualità prettamente umane non sono necessarie alla santità, ma possono esserne una conseguenza. Tanti santi sono stati gioiosi: San Filippo Neri, San Giovanni di Dio, lo stesso San Francesco, e non da ultima vale la pena citare l'esempio di Chiara Badano, soprannominata "Luce" per la gioia che riusciva a diffondere intorno a sé, nonostante i dolori della malattia, per la grazia che Dio aveva effuso su di lei.

(4) Per capire la blasfemia pronunciata dalla Carmen affermando che la messa individuale è inutile, è sufficiente citare l'esempio del Venerabile Card. Van Thuan, che per 9 anni, vissuti in completo isolamento in prigione a Saigon, celebrò la Messa quotidiana completamente solo, come da egli stesso testimoniato «Negli anni che seguirono, potei celebrare la Messa ogni giorno, rinnovare il sacrificio di Gesù: tenevo tre gocce di vino nel palmo della mano sinistra, un frammento di pane nella destra. Ogni giorno, recitando le parole della consacrazione, rinnovavo il mio patto di eterna alleanza con Gesù, firmato dal suo sangue mescolato al mio. Erano le più belle Messe della mia vita».

(5) Naturalmente ciò è falso e in quanto falsità dimostra non l'ignoranza di Carmen (pure piuttosto evidente) ma la sua scandalosa malafede demoniaca: le "esposizioni del Santissimo" esistono ufficialmente in forma di festa liturgica di solennità dal 1264 (istituzione della festa del Corpus Domini) ma erano pratica già diffusa in precedenza: Santa Chiara respinse gli invasori ottomani che stavano per distruggere il suo convento esponendo il Santissimo Sacramento con un reliquiario (1240) e, più avanti nel tempo, gli scritti di Santa Caterina dimostrano che il Corpo di Cristo veniva già di prassi esposto all'Adorazione, e l'Adorazione eucaristica era una pratica di preghiera in uso al tempo.

domenica 26 novembre 2017

Dopo Kiko, il diluvio

Nei giorni scorsi al blog Osservatorio è giunta la notizia che, a causa di un problema di salute di Kiko Argüello, fondatore e leader indiscusso del Cammino Neocatecumenale, una convivenza a Porto San Giorgio con i catechisti itineranti di tutte le nazioni è stata annullata. La notizia non poteva lasciarci indifferenti, per vari motivi.
Vi sottoponiamo le interessanti riflessioni, al riguardo, del commentatore Bruno, volte a chiarire il fatto che è più facile che l'esplosione del Cammino Neocatecumenale avvenga dal di dentro del movimento che non con le "picconate" che vengono da fuori.


Quello che in realtà mi ha colpito in questi giorni è stata la notizia dell'interruzione della convivenza degli itineranti.

Mi ha colpito perchè è stata la dimostrazione delle bugie che vengono dette in cammino.
  • La convivenza è più importante di un tuo figlio che sta male o di un genitore che sta per morire, quindi in ogni caso devi andare alla convivenza.
Frase di accompagno in questi casi: "lasciate che i morti seppelliscano i morti".
Quindi se muore mio padre devo rimanere alla convivenza (nella mia parrocchia è successo), se sta male Kiko tutti a casa? Manco fosse morto!!!!
  • Alla convivenza incontri Gesù Cristo, passa lo Spirito Santo e prendi l'olio "delle vergini". Ovviamente Gesù lo incontri solo se Kiko c'è e sta in buona salute, altrimenti sia Gesù Cristo che lo Spirito Santo non verranno (No Kiko no party).
Nella convivenza degli itineranti (che dura più di una settimana) le persone vengono da tutto il mondo, non è una convivenza di settore, in cui riprendi la macchina e in un'ora torni a casa. 
Possibile che nessun altro possa prendere la parola? Sono in 12 (i designati), possibile che se prima non parla Kiko loro sanno ripetere solo a "pappardella" frasi dette da altri, ma nella loro testa non si muove nè un neurone, nè un minimo di "Sapienza Cristiana"?

Se tutto si ferma, tutto si azzera, tutto rimane spento in una occasione così importante, e nessuno dei 12 designati viene "investito dalla Spirito" e parla alla folla; l'unica spiegazione che viene in mente è che se questo "nulla" avviene solo per un malore, alla morte scenderà l'oblio su tutto.

Tutte le convivenze vengono fatte per "incontrare Kiko", mentre di un certo Gesù Cristo, e dello Spirito Santo (se mai ci credono), non gliene importa nulla a nessuno.
Kenosi a capitombolo
Quindi quando Kiko non ci sarà, nessuno vorrà venire a sentire o a seguire dei perfetti "nulla", che non sanno fare nulla e che come minimo avrebbero potuto (pregando) chiedere l'aiuto a Dio per portare avanti la convivenza. Ma poi sarebbe sembrato troppo da Religiosi Naturali.

Poi arriviamo a quella che secondo me è la crepa più grossa che si è creata e che è quella che credo non sia facilmente sanabile.

Il cammino si basa su "obbedienza assoluta ai catechisti", anche contro le più normali regole civili e di fede.
Le Convivenze, specialmente quelle dei passaggi e di inizio corso sono per i catechisti qualcosa di irrinunciabile.
Malattie, morte, compleanni... nulla DEVE essere messo tra te e la convivenza.
Quindi, tuo figlio sta male? è il demonio che lo ha fatto ammalare per non farti andare alla convivenza. Tuo padre è in fin di vita (o tua cognata... così accontento Lino)? Non importa: la convivenza è più importante.
Con il risultato di figli abbandonati nella malattie, genitori nella vecchiaia, o molto spesso anche lo stesso camminante non stava bene ed è andato per poi aggravare la sua malattia.

Nulla deve fermare la convivenza?
Nulla deve fermare la convivenza.
Questo era il leitmotiv che veniva ripetuto e a cui i camminanti hanno sempre obbedito.

Nulla?
Ma adesso,?
Qualcuno comincerà a farsi domande:
Ma come, ho abbandonato mio figlio malato e oggi scopro che le convivenze si possono fermare? 
Ho litigato con i miei fratelli (quelli veri) perchè li ho lasciati ad accudire nostro padre anziano per andarmene in albergo con i miei fratelli (quelli del cammino), e oggi scopro che potevo fare benissimo un'opera di misericordia stando con mio padre e aiutare i miei fratelli, meglio che andando in convivenza e nessuno me lo aveva mai detto?
Non solo non era mai stato detto che accudire i malati è meglio della convivenza, ma anzi era stato fatto credere che chi non andava faceva peccato accudendo un malato.

Ora chiunque, alla prossima convivenza sarà libero di andare o accudire la sua famiglia, festeggiare il compleanno del figlio che cade proprio in quel week-end, o passare del tempo con sua cognata malata con cui non parla molto, essendo lei "una Cristiana della domenica".
Il catechista non avrà più nessuna arma per costringerlo all'obbedienza a lui: 
Ormai si è creato un precedente importantissimo e la crepa non è sanabile.

Questo fatto (dicono sempre che bisogna parlare di fatti), ha evidenziato, l'inganno delle convivenze (causa principale di liti nelle famiglie) e l'avvicinarsi del baratro del dopo Kiko.

(da: Bruno)

venerdì 24 novembre 2017

Carmen: "Kiko, sei un insopportabile cursillista!". SECONDA PARTE

(Dedicato alla piccola inascoltata Rebel)

(La prima parte è a questo link)

Kiko Argüello e Carmen Hernandez fanno proprio il motto machiavellico "il fine giustifica i mezzi!".

Che ostacolo possono rappresentare mai, ci chiediamo, per l'espansione incontrollata del "POTENTE CAMMINO" - guardando le cose da questa prospettiva e considerandole dal loro punto di vista - le seguenti cose?

1. l'obbedienza ad una gerarchia della Chiesa "retrograda e arretrata"?

2. qualche fratello che, invece di "fare la volontà di Dio" (cioè ubbidire a Kiko e Carmen), "perde tempo" con i genitori anziani o con i suoi insulsi problemi, dovuti magari al fatto che "non riesce a perdonare" le ingiustizie o le violenze subìte nel cammino e rischia di trascinarlo in uno scandalo?

3. chi tentasse di intralciarli ponendo quesiti, sollevando dubbi, perché ancora pensa con la sua testa, fa uno più uno e i conti non gli tornano?

4. chi proprio non riesce a capire PERCHÉ, mentre ti mandano a predicare una cosa, ne devi fare poi un' altra, in una dissociazione totale?

Centro Neocatecumenale Internazionale di
Porto San Giorgio; va in scena una "convivenza"
Almeno a questo punto ci spieghiamo, finalmente, una raccomandazione che veniva fatta quando era il tuo momento di portare l'esperienza in assemblea di itineranti: "Attenti! Kiko ha detto che non vuole problemi".

...Tutto va avanti, negli anni, a ritmi sempre più incalzanti.
Non si dà il tempo ai fratelli di pensare, né alla Chiesa di fermarsi a riflettere.

Intanto ci si allontana sempre più, fino ad annullarle del tutto, dalle false promesse fatte.
È chiaro a questo punto che esse erano solo uno specchietto per le allodole.

Con il crescere del numero dei camminanti e delle comunità, con l'espandersi in tutte le nazioni, seminari dappertutto, missioni delle famiglie e missio ad gentes, invii a due a due, costruzioni faraoniche, adunanze di massa con chiamate vocazionali a telecomando, truppe cammellate sempre pronte ad essere sguinzagliate dietro qualche Cardinale che ha bisogno di fare numero... cresce proporzionalmente l'arroganza, la presunzione (tenuta nascosta all'inizio) diventa sfrontatezza, rasenta la sfida e la minaccia alla Chiesa: "Ce ne andiamo a celebrare nelle case!".....

I sorrisi si trasformano in ghigni quando non ti poni in sottomissione a loro, sia tu camminante, responsabile, catechista, diacono, itinerante, presbitero, sacerdote, parroco, vescovo, cardinale o anche papa...

Sono lupi vestiti da agnelli!
Ora è tutto chiaro.

Il vero arcano del cammino, come finalmente appare evidente, è uno solo:
dove veramente conduce - nel disegno kikiano/carmeniano fin dal suo concepimento - questo percorso iniziatico, gli iniziatori lo sapevano molto bene dal primo giorno, dal primo fatidico annuncio del "Dio ti ama così come sei!", usato come un'esca.

Questo volevamo dimostrare.
Ossia nulla è "cambiato" negli anni, piuttosto è finalmente "venuta fuori" una verità che era, da sempre, tenuta sapientemente nascosta; fino a quando non si è potuto parlare apertamente, come oggi fa Kiko, senza alcun pudore, di "potente cammino".
Sì di Cammino e di Potere.

Questo sistema occulto e che si occulta - desiderando concretizzare e a scanso di equivoci - si svela se guardiamo le Parrocchie in cui, negli anni, il cammino ha attecchito, si è insediato stabilmente sottomettendo il Parroco e facendo piazza pulita di tutto il resto.
La Parrocchia, alla fine di tutto questo processo ben mirato, esce totalmente neocatecumenalizzata; non ce n'è più per nessuno!

"Sale" che si scioglie sono tutti gli altri ormai.
Bene, questo è paradigma di cosa vuole fare il cammino in tutta la Chiesa.

L'arroganza assurda di Kiko, nei confronti del Santo Padre, ne è prova evidente.

Kiko indiavolato:
pretende di avviare le catechesi neocatecumenali
in TUTTE le Parrocchie!

Se analizziamo, partendo da questa prospettiva, tutto è chiaro:


All'inizio ti tengono all'oscuro (potremmo parafrasare: "perché non eravate in grado di portarne il peso") poi, man mano che procedi nei vari gradini del percorso iniziatico, l'Arcano ti viene svelato.

Normalmente ti hanno ben lavorato, nel frattempo, e tu ti sei omologato al sistema, non eccepisci MAI nulla, qualunque cosa ti dicano tu la accetti, sei parte integrante del sistema, ti hanno inglobato totalmente.

Senza loro tu non sei più, semplicemente.

Ricordo con quanta enfasi Kiko usava questo laccio con quelli che anche solo un pochino tentavano di alzare la testa, appena un poco.
Impressionava come, non appena capiva dove volevano andare a parare, dava l'impressione di non ascoltarli neanche più e non ricordo una sola volta che rispondesse nel merito.
Spero di riuscire a rendere la cosa.
Kiko andava oltre.
Li chiamava ad un "atto di fede a prescindere"... Li inchiodava, infatti, dicendo loro: "Che saresti tu senza il Cammino?" Questo l'interrogativo risolutivo di tutto!

Traduco il senso vero che era sotto le sue parole: "Che sei tu senza di me?" ancora: "Se ti tolgo da qua, tu che fai? (Sei meno di niente, fìdati!)"

Non è vero per nulla quando ti dicono che "il Signore ha suscitato altre cose" andando avanti, mentre la verità è che tutto era così, nella loro testa, fin dal primo giorno e te lo stanno dicendo solo ora, che non possono farne più a meno.
Questo vogliamo evidenziare.

La lunga abitudine alla più sfrontata presunzione, che non accetta alcun confronto, ha prodotto negli anni un temperamento capriccioso e intollerante, dispotico.

Si dicono cose assolutamente contraddittorie tra loro senza farsene alcun problema: così è, punto.
Meglio: "Si era detto così? E oggi è in un altro modo, perchè... le cose cambiano!"
Perché così abbiamo deciso, noi e lo spirito santo (quello che ostentano essere il "loro" spirito).
Non c'è n'è per nessuno, questo è chiaro.

Autorità della Chiesa, solo tu puoi fermarli!
Ma so che non lo farai, ora lo so per certo.

Immaginetta devota!
Si sono superati con la storia della canonizzazione, in apparente "formato cattolico", della Carmen, cose da non credere!

Ora vanno bene atteggiamenti estatici, misticismi, notti oscure, fino alle novene e alla richiesta di miracoli fisici, che cambino la volontà di Dio, che, fino a ieri, secondo loro, ti mandava le disgrazie e le croci per convertirti; dunque nella croce DOVEVI entrare, uscire dalla tua storia NON è cristiano!

Tutto quello che era "religiosità naturale" bigotta, è diventata "fede" nella santa di categoria superiore, patrona di tutti i neocatecumeni del mondo e dispensatrice di grazie.

Dice bene Mav, purchè lo dicano loro...
"è vero tutto e contemporaneamente il contrario di tutto, senza nessuna spiegazione della giravolta, ma semplicemente è così punto."
Guareschi stigmatizzava l'atteggiamento dei comunisti: "contrordine, compagni!..."
Nel Cammino possiamo adattare: "ordine e contrordine, fratelli!...", obbedite, non state lì a pensare, non c'è proprio niente da capire...se vi diciamo una cosa e subito l'esatto contrario... basta obbedire!
"Neanche si può chiamare contrordine, in realtà, è semplicemente un "altro" ordine, che non tiene conto per niente di quanto dichiarato fino a quel momento. Per capirci, MAI è stato detto abbiamo sbagliato facendo così e adesso facciamo cosà" (Mav)

Esempi di questo, a migliaia nel Cammino!
Un sistema strutturato così fa riflettere per la sua pericolosità!

Ma il cuore dell'inganno è sempre lo stesso, ancora una volta vogliamo metterlo in evidenza:

  • "Il Cammino ha un inizio e una fine"... CAMBIATO IN... "Il Cammino non finisce mai."
  • "Finito il Cammino, non c'è più catechista, tutti siamo fedeli"... CAMBIATO IN... "Hai finito il Cammino e ancora non hai imparato ad obbedire a me (tuo kikatechista da una vita e per sempre!)"

Le comunità sono un sale nella parrocchia, un fermento, che donano la vita morendo. Invece alla fine le parrocchie colonizzate muoiono al cammino, perdendo la vita e restano solo le comunità.

Nel cristianesimo è cancellata per sempre la parola DEVO (indicata per una religiosità farisaica che Gesù condanna come ipocrita) e ti ritrovi, a fine cammino con una lista di adempimenti puntuali DA COMPIERE che non finisce più, e non solo durante il percorso ma, una volta finito, PER SEMPRE, eccone una carrellata:

  • obbligo di partecipazione alle celebrazioni bisettimanali e convivenza mensile
  • obbligo al versamento mensile della decima, come primizia
  • obbligo di pregare le lodi, ogni mattina, secondo le consegne dei catechisti, senza omettere nulla,
  • obbligo di celebrarle in parrocchia in Avvento e Quaresima e la Domenica mattina con i figli.
  • obbligo di celebrare la Veglia Pasquale delle comunità
  • obbligo di essere presente ogni volta che i catechisti convocano
  • obbligo di partecipare alle missioni popolari nelle piazze, alle convivenze annuali, agli annunci dei "tempi forti"
    ...E rispondere prontamente "eccomi" ogni volta che Kiko chiama proprio te.
  • partecipare tutti alle cento piazze, all'invio a due a due, se ti tocca.

Non può giustificarsi con "il Signore ora ci dice una cosa diversa" o "Le cose cambiano", perchè qui si tratta di un cambio di natura della creatura Neocatecumenato come descritta nelle prime catechesi o, per meglio dire, ci troviamo di fronte a una rivelazione postuma della sua vera natura, tenuta nascosta fino alla fine, come dicevamo.

Attiri le persone disegnando un progetto che non si realizza, le porti da un'altra parte e dici pure che sei stato fedele... che la loro gratitudine non deve finire mai.

mercoledì 22 novembre 2017

Carmen: "Kiko, sei un insopportabile cursillista!". PRIMA PARTE.

(Dedicato alla piccola inascoltata Rebel)

La forza del Cammino è che fa le cose di nascosto.
Bene dice Donna Carson: la confusione regna sovrana!
E nella confusione sguazzano.

Il Cammino ha l'abilità di sgusciarti tra le mani, come un'anguilla.
Abilità affinata negli anni, maestri nell'arte della menzogna, non li acchiappi più, vivono in mezzo alle loro stesse contraddizioni con estrema naturalezza.
Da bravo Kiko, lascia fare a lei!
Per prendere le fila e cercando di sbrogliare l'intricata matassa, riporto qui sotto un aneddoto delle origini, che ci rivela come fin da subito Kiko e Carmen hanno concepito un progetto di riforma che coinvolgesse tutta la Chiesa.

Voglio dire che entrambi hanno sempre pensato, nella loro grande umiltà, di non essere semplicemente un frutto del Concilio ma il frutto.
Questa è la verità... il Concilio stesso che si va ad attuare in loro. E che la Chiesa li segua, docilmente!

Kiko racconta - poco dopo morta Carmen e tornando alle origini - con interessanti dettagli, la sua esperienza nei Cursillos de Cristianidad.

Come mai Kiko, dopo la sua conversione, si trovò tra loro?

Egli narra di aver avuto quello che san Giovanni della Croce chiama "tocco di sostanza", lo Spirito di Dio che tocca lo spirito dell'uomo: travagliato dalle sue crisi esistenziali, immerso nella più buia assenza di Dio, un giorno era disperato, nella sua stanza, e urlava nell'anima con tutto se stesso, quando... sentì - di pronto - che DIO C'È, esiste e si fa presente in lui.
Se Dio esiste, anche io Kiko esisto...
Kiko narra che le lacrime gli scorrevano a fiumi.

Ora sapeva che voleva diventare cristiano: andò a cercare un prete che lo aiutasse. Trovatolo, gli dice: "Voglio essere cristiano".
Il prete gli chiede se vuole essere battezzato.
No - risponde Kiko - sono già battezzato.
Vuole la prima Comunione?
No, l'ho già fatta! (Kiko dice per sè, ciò che è arcinoto nelle prime catechesi: egli aveva tolto l'abitino troppo piccolo della prima comunione negli anni dell'Università, in cui l'ateismo se lo era mangiato)
Il prete chiese allora se desiderasse accostarsi alla Confessione.

Kiko risponde NO e insiste: VOGLIO ESSERE CRISTIANO.

Il prete non capiva niente! (così conclude Kiko!)

«NON C'ERA NESSUNA STRUTTURA NELLA CHIESA CHE A UN ADULTO LO FACESSERO CRISTIANO. NON SAPEVANO CHE FARE.
COME È? VOGLIO FARMI CRISTIANO, COSA È, NON SAPETE INFORMARMI COSA È IL CRISTIANESIMO?!!» (questo è lo sfogo letterale di Kiko)

Vediamo questo povero prete che resta così spiazzato, di fronte ad un "uomo" che chiede alla Chiesa, in forma esistenziale, adulta, vera, profonda, la via da seguire per essere cristiano.
(Appare chiarissimo il senso che Kiko vuole trasmettere a chi lo ascolta e insiste molte volte che NON SAPEVANO CHE FARE CON LUI).

Kiko aderisce ai Cursillos,
attratto dal fatto che lì
"predicavano i laici"

Il prete, a questo punto, si ricorda di una cosa nuova, il movimento dei Cursillos de Cristianidad, unica realtà che, forse, poteva fare al caso suo.
Così Kiko si è imbattuto in questa esperienza a cui riconosce il merito di averlo ripulito della dottrina marxista.

Ma il sottinteso di questa narrazione di Kiko, essenzialmente, è che nella Chiesa mancherebbe totalmente un percorso serio di iniziazione per gente adulta, un linguaggio per parlare all'uomo.

Domanda: cosa vuole intendere Kiko? Tutto quello che già c'era nella Chiesa, a cosa serviva?
Chi lo ascolta è indotto a trarre la ovvia conclusione: Kiko ha dovuto inventarlo lui un percorso per quelli che vogliono diventare "cristiani nel vero senso della parola"!

E a quel punto... Kiko incontrò Carmen!

Vediamo come, in modo concreto, grazie a lei - dopo che aveva già capito da solo che tutto ciò che c'è nella Chiesa non serve - demolisce in malo modo anche l'esperienza dei Cursillos che pure lo avevano accolto.

Il racconto di Kiko continua dicendo che egli era un cursillista a tutti gli effetti, dedito alla predicazione, attratto dal fatto che predicavano i laici (ma guarda un pò!) dando la loro esperienza, in equipe con un prete.

Finito il Cursillo (così chiamato perché breve percorso) sorgeva un problema:
Come continuare? Unito ad un altro problema: i cursillos erano... "moralisti"!
Alla fine del cursillo (non sapendo che pesci pigliare, Kiko la racconta così) ti obbligavano a fare una promessa a Cristo, seguita dalla domanda: Cosa pensi di fare per mantenerti cristiano?

Ognuno metteva per iscritto: Rosario tutti i giorni, Messa tutti i giorni, Confessione frequente, Adorazione, ecc.
Il prete prendeva questi scritti e li metteva nel sacrario. Kiko commenta testualmente: "Così, poveracci!"

Poi tutti andavano vicino al Tabernacolo e il prete pregava per tutti: "Signore, aiuta QUESTI POVERI!" Così... (Kiko racconta questo dettaglio con un tono di compatimento).

Carmen non sopportava nel modo più assoluto tutto questo.

Un giorno - Kiko continua il suo racconto - Carmen mi porta in una chiesa con lei, dentro la Cripta che era lì, dove c'erano tutti angioletti dipinti così... orribili!
Carmen mi dice: "Ti piacciono queste pitture?" Dico io: "Un orrore!"
E lei: "Questo è il Cursillos: un orrore!"
"Come sopporti queste cose che si dicono qua? Sono cose antiche!"

Kiko conclude: "È che Carmen era completamente superiore a queste cose, il Cursillos era superato dal Concilio".

Bene Kiko racconta che Carmen lo dissuase in un modo molto vigoroso da tutto questo che trovava, lo ripetiamo, «orribile»!
È noto che da sempre Carmen definiva Kiko "un insopportabile cursillista", "un bigotto cursillista", tutte le pratiche in cui si affaticava assurdità che nulla hanno a che fare con l'essere cristiano. Solo un mostruoso moralismo.

Affianchiamo all'aneddoto l'esperienza che Carmen, con orgoglio, ha raccontato alla consegna degli Statuti, rimarcando la sua personale impronta forte che finirà per delineare i veri connotati teologico/liturgici del mostro cammino neocatecumenale molto più del kikianismo, contro il quale ha lottato tutta la vita
(dobbiamo trascriverlo perché ci serve un puntuale confronto tra i due).

Inizia così:
"Ero devotissima dell'Eucarestia... (prima ha raccontato come fosse stata assidua alla comunione quotidiana e preghiera di preparazione alla messa, per anni, meschina!... Carmen ha fatto, insomma, come i gamberi!)
Dio mi aprì l'orecchio per comprendere cosa significa il Concilio Vaticano II.
Non c'è solamente questa presenza di Gesù Cristo che ti viene a fare visita nel cuore e ad aiutarti, ma ciò che lì si fa presente è la Resurrezione del Signore dalla morte, ed Egli ti invita ad entrare con Lui nella morte per risuscitare con Lui. C'è una dinamica e un canto alla Resurrezione. C'è bisogno di una comunità perché ciò si esprima. Il Concilio ha fatto tutto questo come rinnovazione. Questo era il SOLE DELLA RESURREZIONE che in quel momento era ancora come annuvolato per una serie di interpretazioni medievali.
Il Concilio, ritornando alle origini, svelava la forza della Pasqua, della notte di veglia che passa alla luce della Resurrezione e quanto era importante che Gesù Cristo fosse andato in Egitto e uscito dall'Egitto, fosse passato dalla schiavitù alla libertà.
Questa è stata per me una scoperta pasquale immensa, fatta per mezzo di Mons. Farnes, era veramente il rinnovamento del Concilio Vaticano II che aveva nella liturgia una fioritura, uno splendore pasquale impressionante. Era il 1961.
(Qui è tutta Carmen)

Madonna di Kiko e Carmen, nuova estetica kikiana.

Una delle grazie più forti che ho avuto è stato a Ein Karem: io pensavo di fondare con alcune amiche un'associazione nuova, un movimento, ma ho sentito dalla Madonna "No...è la Chiesa: Benedetta tu fra le donne..." FINE

È chiaro:
Carmen viene fermata dalla Provvidenza perché riceve una missione più grande... altro che associazione o movimento tra gli altri nella Chiesa, che riguardasse solamente alcune suore!
La futura "santa", mai più suora, dunque libera da ogni obbedienza, riceve "LA" Missione di rifondare nientemeno che la Chiesa stessa... quella che andava concependo nella sua mente, che ha sempre viaggiato in piena libertà, attingendo dai vari Farnes, e non so da chi altri a sua scelta, solo quello che la convinceva in piena autonomia.
Mai sposata, dunque nessun marito a cui dar conto, affiancando Kiko sul quale spadroneggiava con i suoi umori alterni e a cui mai si è sottomessa.

Insomma, una donna sola al comando, a cui Dio, per mezzo della Sua stessa Madre, avrebbe affidato la più grande delle missioni mai viste nella storia della Chiesa e che riesce - da sola e lei sola - a tenere a bada niente meno che Kiko Argüello!

Carmen non voleva mai sentire parlare della sua creatura come di un movimento, neanche dal Papa, che correggeva ogni volta.
Siamo l'UNICA Iniziazione Cristiana nella Chiesa, indispensabile per vivere il Battesimo, ma il Battesimo è la porta della Chiesa, l'unica porta... noi Cammino Neocatecumenale siamo la porta che introduce nella Chiesa, noi siamo la Chiesa.
(questa la sostanza dei discorsi di Carmen)

Carmen prende dunque un "giovane bigotto cursillista", come lei lo chiamava con "amore", e gli serve "il Concilio" su un piatto d'argento.

Perché questo aneddoto unito all'esperienza di Carmen?

Perché illustra bene lo strano connubio che unisce gli autonominati iniziatori, due pericolosi avventurieri: Kiko dalla personalità disturbata di suo (basta ascoltarlo in tutti i suoi racconti delle origini, dalla morte di Carmen in poi), che cade nelle mani della Carmen.

Ecco la fusione tra i due...

Kiko chiamato a fondare "Piccole comunità"... Carmen a realizzare "Benedetta tu fra le donne... (facendo intendere che proprio lei, in una identificazione con la Madonna, doveva rifondare la Chiesa).

Tutto il resto, il prima e il dopo nella Chiesa (che non siano loro) sarebbe un orrore, come i Cursillos, tutto uguale!
Kiko e Carmen, gli unici... con allegria.
Questa la vera "visione" kikiano/carmeniana che è a fondamento del loro percorso iniziatico.
Ed ecco spiegata l'arroganza di Carmen, l'atteggiamento di supponenza con cui guardava (o meglio non vedeva per nulla) le altre realtà intorno e, allo stesso modo, non vedeva nessuno.
Dall'alto in basso il resto dei cattolici: infantili, bigotti, preconciliari, ottusi, religiosi naturali da strapazzo.
Chi può capire qualcosa? Nessuno!
Quindi ogni mezzo è macchiavellicamente giustificato, importante è tenere fisso l'obiettivo e perseguirlo, ad ogni costo.

FINE PRIMA PARTE

lunedì 20 novembre 2017

"Estetica" dei condannati a morte

Nel Cammino la "nuova estetica" investe praticamente tutti i campi, quello delle icone e delle immagini che ornano le chiese e i luoghi di riunione usati dalle comunità, quello delle suppellettili usate per funzioni religiose, quello dell'architettura delle chiese, delle cappelle, degli edifici parrocchiali e persino dei cimiteri neocatecumenali.
"La cosa importante per me – spiega Kiko Argüello – non è fare arte, ma realizzare qualcosa che serva, che annunzi, che commuova. Sono convinto, infatti, che solo una nuova estetica salverà la Chiesa."
Anche i canti sono assoggettati a questo criterio: infatti in comunità non è ammissibile utilizzare alcun canto che non emerga dalla penna di Kiko o, piuttosto, e questo vale per gli unici canti belli del Cammino, che sia stato da lui riconosciuto ed adottato, al punto di dimenticare troppo facilmente di citare il nome del vero autore.

I fratelli del cammino sono fieri dei propri canti perché tratti dalla Parola di Dio o dalla Liturgia: su questo blog ce ne siamo interessati più volte proprio per dimostrare le molte "strane" inesattezze dei testi di canti e preghiere, anche liturgiche, in uso presso i neocatecumenali, come la Preghiera Eucaristica, la Benedizione Nuziale, la preghiera da fare mentre si prepara il pane azzimo per l'Eucaristia e canti come Rivestitevi dell'armatura di Dio, in cui i testi sono stati disinvoltamente tagliati e cuciti in modo particolare... per essere più "belli", dicono i nostri amici del cammino, più cantabili, o per problemi di traduzione dallo spagnolo o altro.

Ci viene in mente l'episodio scritto da Guareschi nella raccolta "Mondo Piccolo" in cui don Camillo, spinto da compassione nei confronti del quasi analfabeta Peppone, acconsente a correggerli gli svarioni del discorso elettorale:
Don Camillo inforcò gli occhiali, impugnò il lapis e rimise in piedi i periodi traballanti del discorso che Peppone doveva leggere il giorno dopo.
Peppone rilesse gravemente.
"Bene", approvò. "L'unica cosa che non capisco è questa. Dove io dicevo: 'È nostro intendimento fare ampliare l'edificio scolastico e ricostruire il ponte sul Fossalto', voi avete corretto: 'È nostro intendimento fare ampliare l'edificio scolastico, far riparare la torre della chiesa e far ricostruire il ponte sul Fossalto': perché?".
"È una questione di sintassi", spiegò gravemente don Camillo. "Beato voi che avete studiato il latino e capite tutta le sfumature della lingua", sospirò Peppone.
Eh sì, forse anche Kiko ha studiato latino e conosce tutte le sfumature della lingua!
Sicuramente, è inseguendo l'affermazione della "nueva estetica che salverà la Chiesa", che spesso aggiunge, modifica e ancor più spesso toglie dalla Parola di Dio che sostiene di diffondere.

Portiamo ad esempio un canto del cammino, "Come condannati a morte". Il testo, tratto da 1 Corinzi 9, 4-13, viene riportato omettendo le numerose ripetizioni. In maiuscolo i ritornelli.
Fino al presente soffriamo fame soffriamo sete e nudità.
Siamo perseguitati e andiamo erranti.
Insultati, benediciamo e schiaffeggiati, lo sopportiamo.
Se siamo diffamati rispondiamo con amore.
SIAMO DIVENTATI LA SPAZZATURA DEL MONDO
E IL RIFIUTO DI TUTTI.
Perché penso che a noi, gli apostoli, Iddio ha assegnato l'ultimo posto
COME CONDANNATI A MORTE,
Posti come spettacolo per il mondo per gli angeli per gli uomini
COME CONDANNATI A MORTE...
SIAMO DIVENTATI...
Ora riportiamo il testo di San Paolo, 1 Corinzi 9, 4-13:
Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all'ultimo posto,
come condannati a morte,
poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.
Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti,
voi onorati, noi disprezzati.
Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo,
ci affatichiamo lavorando con le nostre mani.
Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi.

In grassetto una frase stranamente espunta dal canto di Kiko Argüello: "ci affatichiamo lavorando con le nostre mani."
Certo, non "suonava" bene... tutta una questione di sintassi... o di estetica!
Zoticoni noi che non capiamo quanto offenda il senso del bello solo l'ipotesi che i catechisti di alto rango, gli apostoli, si affatichino lavorando con le proprie mani!

Poi anche il versetto "Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti, voi onorati, noi disprezzati" ha dovuto essere tolto.
Era poco estetico, stonava forse? O faceva comprendere che gli Apostoli si sacrificano e affrontano l'ignominia per i fratelli di comunità, perché essi siano onorati?
Tutto il contrario di ciò che avviene in comunità, in cui sono i fratelli ad essere "tartassati", ad essere trattati come spazzatura, mentre ai catechisti invece vanno tutti gli onori.

Almeno don Camillo, con le sue libertà lessicali, introduceva "bellezza" nei programmi politici della sezione del PCI capeggiata da Peppone, per costruire la chiesa; Kiko invece trova sia "bello" modificare la Parola di Dio e, quella stessa Chiesa, distruggerla a forza di mistificazioni.



domenica 19 novembre 2017

Con le foglie di palma sul balcone, il neocatecumenale scaccia il faraone

Volete riconosce una abitazione neocatecumenale? Semplice, bastano due rami di palma incrociati sul balcone e sarete certi che in quella casa ci sarà una famiglia di “adulti nella fede” così composta: famiglia possibilmente numerosa, in cui gli esponenti maschi o mariti succubi, in uno scatto di originalità, imitano il loro idolo Kiko nel look da sagrestano sfigato vestito di nero, con relativa barbetta o pizzetto “brevettato by Kiko”. Se poi il catecumeno maschio è un fanatico, fumerà sigari e cercherà di farsi stempiare i capelli, ad imitazione di Kiko, in odor di obesità.

La calvizie incipiente è molto apprezzata nel cammino, è simbolo virile e sintomo di passione religiosa tra giovani e meno giovani, che si sentono idealmente vicini al loro guru spagnolo, tanto da perdere anche i capelli per lui. Se il cristiano di 2000 anni fa non dovesse riuscire in queste trasformazioni antropomorfe, ci sarà la fidanzata e moglie obbligatoria ad instradarlo sulla retta via della trasformazione, a ricordargli i suoi doveri di uomo prono al Cammino, pronto a stempiare per sentire la sua anima volare, lodando Kiko.

Non sottovalutiamo le donne del cammino, perfette imitatrici nei pensieri e nelle parole di Santa SanCarmen SanHernàndez, possibilmente pure nella acconciature e nel caratterino agghiacciante da millantatrice seriale. Se gli “uomini” del Cammino fumano il sigaro ad imitazione virile di Kiko, le donne e ragazze preferiscono imitare il tabagismo di Carmen. Senza il Cammino, i tabaccai avrebbero vita dura.

Tornando alla verdura esposta all’esterno delle abitazioni neocatecumenali, possiamo affermare che i rami di palma sul balcone o sul pianerottolo indicano una coppia che ha concluso una delle ultime tappe del Monopoli del Cammino: la “Redditio”, sigla altisonante per coppie invecchiate all’interno del cammino, come le stesse foglie secche da loro esposte, per cui, cari testimoni di geova, siete stati avvisati, state lontani!

I suddetti rami di palma li ammiriamo in ogni città dove è presente il Cammino, come un avviso naviganti e magari per scacciare o tenere lontani quei faraoni che – nel gergo ebraico/catto/kikiano – non condividono i loro rituali, usi, costumi & balletti girotondi, comprese le tuniche bianche, le sedie di plexiglass e merchandising “made in Cammino”, indispensabile per essere un vero cristiano.

Anche le palme secche e avvizzite, rientrano nel merchandising a ad alto tasso di proselitismo vegetale, che il vero catecumenale dovrebbe sfoggiare, assieme al sigaro, alle barbe da profeta, alle calvizie incipienti e alla immancabile obesità causata da una vita di àgape (cene neuro-catecumenali).

Avviso ai cristiani di 2000 anni fa: perlomeno, cambiate le palme sul balcone, gli esemplari secchi vanno direttamente nei bidoni della raccolta differenziata, nella sezione “Umido”.
(da: Uomo Libero)