mercoledì 31 agosto 2011

Video: neocatecumenali, dov'è l'Adorazione? Ma non c'è neanche l' "allegria"...

Nel primo dei video sotto inseriti osserviamo una "liturgia" neocatecumenale svoltasi a Pamplona durante la GMG. Facce depresse, fiacchi battimani. L'architettura classica della chiesa e le riprese col grandangolo contribuiscono a rendere ogni scena surreale. Verso i 2 minuti e 40 secondi si vedono chierici e laici (!?) 'spezzare' i pani. Orribili quelle insalatiere sull'altare che dovrebbero ospitare il Sangue di Cristo.
Il popolo intorno sta comodamente seduto: naturalmente nessuno si inginocchia, vorrete mica inginocchiarvi di fronte al Signore presente nel Sacramento? Gli inginocchiatoi sono lì ma guai a chi osasse utilizzarli... Verso i 3 minuti e 38 c'è la distribuzione delle ostie (o meglio delle pagnotte spezzate e sbriciolate): comodamente seduti ci si alza in piedi a ricevere il proprio pezzo di Pane e immediatamente ci si siede di nuovo, come se non si trattasse del Sacramento ma di un commestibile qualsiasi. E poi, vorrete mica che consumino subito come si fa in tutta la Chiesa cattolica? Macché! Si siedono lì a guardarlo, per poi assumerlo tutti insieme, mentre la guarnigione di schitarranti continua ad annoiare con qualche nenia a velocità di moviola.

Nel minuto successivo c'è tutta una rassegna di facce che tutto indicano tranne devozione e desiderio. Verso i 5'15" comincia il secondo giro, quello delle insalatiere. Si vede uno dei camerieri liturgici che non si prende nemmeno la briga di pulire eventuali tracce di saliva (verso i 6'30" c'è uno che lo fa). Continua poi per parecchi minuti lo schitarramento della canzonetta funebre kikiana che mette tanta tristezza (e si vede!) Dopo 9'45" i sacerdoti escono dalla scena e arriva la vera animazione: si formano chiassosamente trenini e girotondi attorno all'altare (che dico: la 'mensa'), i fedeli sembrano essere usciti dal letargo. Ma (come specialmente si vede attorno ai 10'18") salvo rari sorrisi di circostanza, non hanno facce che sprizzano la tanto decantata "allegrìa". Più che un balletto di allegria (come vorrebbe Kiko), sembra piuttosto l'esecuzione di un cerimoniale che non ha nemmeno nulla di gioioso. Qualcuno trova finalmente fiato e prende a cantare la canzonetta kikiana, il cui suono è sempre attorno ad un "uoòòò" calante e triste, per ancora parecchi minuti fino a quando fanno un applauso finale e termina la messinscena. Niente a che vedere con il grande dono che ci ha consegnato nostro Signore...




Non posso non condividere con voi un commento per Monde & Vie di Eric Letty, sulla Veglia che abbiamo qui riprodotto, inserendo anche l'immagine da lui evocata...
«Se dovessi scegliere un solo evento di questo mese d'agosto 2011, non vorrei scegliere il crollo del merato azionario né [...]. Piuttosto che il frastuono del mondo, sceglierei il silenzio, il silenzio impressionante di 1.500.000 giovani adoranti, in comunione con un vecchio non meno giovane di loro, il Re dei re nel Santissimo Sacramento. Un momento di grazia così potente che il vento e la pioggia si sono interrotti per rispettare e lasciar sovranamente soffiare lo Spirito. La telecamera che riprendeva le immagini della veglia di queste Giornate Mondiali della Gioventù si è soffermata con indiscrezione sul viso grazioso di una giovane donna in lacrime - lacrime dell'anima bagnata dall'amore del suo Creatore...».

lunedì 29 agosto 2011

Pregiudizi neocatecumenali

Abbiamo ricevuto due commenti che fanno capire bene "che aria tira" nelle comunità del Cammino Neocatecumenale. Li riportiamo qui sotto, seguiti dalle nostre risposte:

1° commento (commento non firmato)

mah...
una cosa mi lascia molti dubbi...
l'allora vescovo Ratzinger era favorevole al cammino e ciò è documentato dalla lettera...
voi poi dite che ora non è piu cosi e se avesse saputo prima non sarebbe stato favorevole...
ma abbiamo la controprova? avete qualche documento a favore?! perche io seguo molto tutto ciò che questo Papa dice e non ho mai nè letto nè sentito nulla contro il cammino...
capite perche questo blog non funziona? Kiko mi porta un documento, una lettera reale dove l'attuale Papa parla bene del cammino... voi mi dite che secondo voi se il Papa avesse conosciuto meglio il cammino non avrebbe scritto la lettera...
devo fidarmi di quello che egli realmente scrisse o di quello che voi ipotizzate coi vostri "se" e i vostri "ma", ma che non è scritto da nessuna parte?

***
Rispondiamo ai cari fratelli che dicono "Kiko mi porta un documento". Benissimo, e gli altri documenti perché non ve li porta?

Volevi una controprova? Eccotela: è nella fatidica lettera del Card. Arinze contenente le «decisioni del Santo Padre», proprio il documento che Kiko non vuole portarti.

Tale documento, che è parte integrante dello Statuto definitivo del Cammino (art. 13, comma 3, nota 49, in cui si cita anche il discorso del Papa ai neocatecumenali: «mi aspetto che queste norme vengano da voi attentamente osservate»), è la controprova che tu cerchi e che addirittura pretendi che ti sia continuamente riconfermata.

Kiko cita Ratzinger solo quando gli fa comodo. Cita il Ratzinger del 1974, ma non cita il Ratzinger divenuto Papa; cita il Ratzinger che incoraggia i neocatecumenali, ma non cita il Papa Ratzinger che ha deciso che le liturgie del Cammino, a meno dello spostamento temporaneo del segno della pace, «devono seguire il Messale Romano senza aggiunte né omissioni».

Papa Benedetto XVI non ha mai abolito quelle «decisioni» di papa Benedetto XVI: nessun altro può legittimamente derogarle o farle decadere. Quale assurda pressione potrebbe mai far rimangiare a papa Benedetto XVI le decisioni di Benedetto XVI? Forse che siamo tornati ai tempi in cui si potevano ricattare i pontefici? (soppressione gesuiti, invadenza di, Napoleone, soppressione templari, eccetera).

Ora, non ti sembra disonesto il comportamento di Kiko? Tanta cagnara su quelle due lettere del '74, e poi delle «decisioni del Santo Padre» (cioè lo stesso autore delle lettere) ve ne infischiate e addirittura favoleggiate tra di voi una loro presunta "abolizione"? (e se anche davvero ci fosse, resta il fatto che per i cinque anni in cui è stata in vigore avete comunque sempre disubbidito).

Aveva dunque ragione padre Pio, quando -ancor prima che Kiko e Carmen si insediassero a Roma- definì gli iniziatori del Cammino «i nuovi falsi profeti». Un cristiano normale, e ancor più un vero profeta, prende sul serio il Papa, e non solo qualche remota lettera di trentasette anni fa.

Ma per i neocatecumenali il mondo è fatto così: «Kiko mi porta un documento», e quindi i documenti che Kiko non porta ai neocat... per i neocat non esistono.



2° commento (commento firmato "M.")

Io ho 20 anni e sono nel precatecumenato da quasi 6 anni ormai. Forse la mia testimonianza non conta perchè lo vedo dall'interno,e soprattutto da poco tempo, e forse non dovrei nemmeno dirla. Su questo articolo si parla del cammino neocatecumenale come una prigione in cui, se non fai quello che ti viene detto sei un peccatore. Ma quando mai? Io ho 20 anni, non so nulla della vita e delle sofferenze. E, se non fosse stato per il cammino adesso sarei con la stessa mentalità che avevo a 14 anni. Dipende sempre da una cosa: ci credi o no? e, anche se più avanti col tempo, ti rendi conto che la vita in cammino non fa per te, non c'è niente di male. E' dura affrontare il cammino perchè crea alcune situazioni scomode come appunto capire la propria croce per affrontarla. E non è certo una passeggiata! Ma io, in 6 anni dentro al cammino e in 14 anni in cui lo vedevo da fuori non ho MAI visto nessuno costretto a fare nulla, o dichiarato peccatore a caso, e proprio per questo sono CERTA di essere LIBERISSIMA di fare le mie scelte e di vivere la mia vita come meglio credo e NESSUNO mi correrà mai dietro con un forcone gridandomi "PECCATRICE". E se proprio dobbiamo parlare di eresia, non sarebbe permesso parlare pubblicamente dei vari passaggi, non perchè sia una cosa segreta (puoi parlarne con chi vuoi in privato), ma per rispetto ai fratelli che ancora non hanno vissuto quella determinata tappa, ma già che ci siamo preciserei che al primo scrutinio si denuncia solamente la croce e non il peccato. Poi c'è da dire che di personaggi strani in giro ce ne sono tanti. E' come se uno straniero dicesse che TUTTI gli italiani sono mafiosi. Non per questo bisogna fare di tutta l'erba un fascio, no? Liberissimi di fare di questo commento quello che volete, ma vorrei prima precisare una cosa: io sono una ragazza che si lamenta SEMPRE di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, e nella mia vita di ingiustizie ne ho subite tante e mi sono sempre ribellata. Per questo posso garantire che se non pensassi davvero queste cose non le scriverei affatto! Spero che con questo commento alcune persone ci pensino due volte prima di pubblicare offese gratuite. :)

E aggiungerei che, da parte del papa, una posizione è stata presa, infatti, il tanto amato da tutti Giovanni Paolo II, ha dichiarato: "Riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni".

M.

***
Rispondo alla giovane neocatecumenale che si firma "M.":

Non lamentarti della tua giovane età. Si può essere santi anche da bambini: pensa che è in corso il processo di beatificazione di una bambina di sei anni, Antonietta Meo, che a quella tenera età già sapeva cosa fossero la fede e la sofferenza senza aver bisogno di alcun "cammino" pluridecennale.

In vita tua hai incontrato solo il Cammino e quindi è ovvio vederti indispettita di fronte alla dimostrazione che il Cammino è problematico e dannoso, è disobbediente ed ambiguo, è una prigione ed una schiavitù. Del resto la banalizzazione e la minimizzazione dei fenomeni da noi denunciati da te esibita in maniera così "standard" e reiterata non ne è che la dimostrazione.

Ti invitiamo a verificare di persona queste cose, confrontando onestamente ciò che diciamo con ciò che vedi, cercando di conservare un briciolo di spirito critico con annessa obbiettività, sfrondato da ogni "attaccamento" al contesto, più sentimentale che razionale, che produce condizionamento.

Ti invitiamo a non ridurre la realtà a ciò che ti dicono i tuoi cosiddetti "catechisti".

Del resto, tu ti senti "liberissima" proprio perché fino ad oggi non hai mai osato contraddirli.

Un commentatore sopra si fossilizzava sulle lettere di Ratzinger del 1974 («Kiko mi porta un documento! Kiko mi porta un documento!») e non vedeva le decisioni di Papa Ratzinger del 2005 (Kiko fece di tutto per non portare quel documento).

Tu non hai trovato di meglio che citare Giovanni Paolo II del 1990 (una frase, del resto, estorta con un misero trucchetto)... e non vedi che quello stesso Papa, negli ultimi anni della sua vita, divenne molto freddo nei confronti del Cammino.

venerdì 26 agosto 2011

Il Cammino dà filo da torcere al Papa


È di oggi una riflessione di Sandro Magister (anche in English) intitolata "il professor Ratzinger? troppo buono".


Citiamo qui sotto, evidenziando alcuni punti, la parte riguardante il Cammino Neocatecumenale: Kiko e i suoi seguaci non si stancano mai di sfruttare a proprio vantaggio la bontà del Papa.




Il professor Ratzinger? Troppo buono

A un primo esame tende a promuovere tutti, anche quei gruppi e movimenti che poi gli daranno grosse delusioni. Tre casi di scuola: i neocatecumenali, i monaci di Vallechiara, gli Araldi del Vangelo

di Sandro Magister



ROMA, 26 agosto 2011 – Come è loro tradizione, i neocatecumenali hanno preso parte in gran numero alla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. E vi hanno aggiunto il loro "day after", anche questo secondo tradizione.

Nel pomeriggio di lunedì 22 agosto si sono riuniti nella centralissima Plaza de Cibeles per il rito della "chiamata" al sacerdozio o alla vita religiosa, col loro fondatore Francisco José Gómez Argüello detto Kiko a far da calamita, attorniato dall'arcivescovo di Madrid Antonio María Rouco Varela e da decine di altri vescovi di tutto il mondo.

La piazza era gremita di neocatecumenali di numerose nazioni, 180 mila in tutto, tra i quali 50 mila italiani e 40 mila spagnoli.

Ben 750 arrivavano da due sole parrocchie di Roma, la città in cui il Cammino neocatecumenale è più presente.

La "chiamata" ha avuto una risposta massiccia. Circa 9 mila giovani di ambo i sessi sono corsi dalla piazza verso il palco, per far benedire dai vescovi la loro scelta vocazionale.

Nell'infiammare la folla Kiko non ha mancato – come fa spesso – di farsi vanto del sostegno dato dall'allora professore di teologia Joseph Ratzinger all'impianto del Cammino neocatecumenale in Germania, nel 1974.

Quell'anno, Stefano Gennarini e altri discepoli italiani di Ratzinger a Ratisbona gli riferirono di essere entrati a far parte del Cammino neocatecumenale, a Roma, e di esserne rimasti entusiasti.

Il loro entusiasmo contagiò il professor Ratzinger, che volle incontrare a casa sua, a cena, Kiko e l'altra fondatrice del Cammino, l'ex suora Carmen Hernández.

Il giorno dopo l'incontro si allargò, per volontà di Ratzinger, all'allora vescovo ausiliare di Monaco.

E poco più tardi Ratzinger scrisse a due suoi amici sacerdoti della diocesi di Monaco raccomandando loro calorosamente di far crescere il Cammino nelle rispettive parrocchie. Il che avvenne.

Come sempre quando racconta questo episodio, anche a Madrid Kiko ha riletto con enfasi alcune frasi di quelle due lettere di Ratzinger.

Il che non toglie che il Cammino abbia poi dato parecchio filo da torcere allo stesso Ratzinger divenuto prefetto della congregazione per la dottrina della fede e infine papa.

I testi di catechismo scritti da Kiko e Carmen per la formazione dei membri del Cammino – tuttora mantenuti segreti – hanno richiesto infatti ben tredici anni di revisioni e correzioni, da parte della congregazione per la dottrina della fede, prima della loro approvazione nel 2010.

E anche le modalità con cui i neocatecumenali celebrano la messa e gli altri sacramenti sono state oggetto di richiami e di correzioni insistenti, non sempre andate a buon fine, da parte delle autorità vaticane.

Se nel 1974 l'allora giovane professor Ratzinger avesse avuto subito conoscenza delle falle del Cammino nei campi della dottrina e della liturgia, il suo entusiasmo avrebbe ceduto il passo a una maggiore cautela...

[...]

(I neocatecumenali) Hanno tra i cardinali e i vescovi dei ferventi ammiratori. Ma anche molti oppositori e critici. I vescovi del Giappone in blocco, ad esempio, di recente hanno rotto con loro. E lo stesso è avvenuto pochi giorni fa in Nepal.

Gli encomi iniziali a tutto tondo di Ratzinger non sempre trovano conferma nei fatti.

lunedì 22 agosto 2011

Diecimila 'alzate'!

«In cauda venenum»: la GMG è finita ma c'è la "coda" kikiana-carmeniana. Oggi a Madrid, in piazza Cibeles alle 17:30, ci sono le "alzate". Cioè la chiamata vocazionale che Kiko fa con tutta la delicatezza di cui è capace: «aspetti forse che tua madre muoia di cancro?»

Subito dopo Kiko grida il numero di giovani che si sono "alzati" alla sua chiamata ("alzarsi" corrisponde al dichiarare di voler entrare nei seminari kikiani o nei conventi kikizzati), arrotondandolo a favor suo.

Si tratta sempre di cifre tonde, enormi, gonfiate, e naturalmente i giovani neocatecumenali si prestano sempre molto a tale messinscena: si "alzano" infatti perfino bambini e gente che ha voglia di scherzare. Lo sappiamo da una fonte insospettabile: l'ineffabile neocatecumenale Caredda. Nel settembre 2007 commentava quelle che Kiko chiamava "3.200 alzate" e che in realtà erano meno di mille, incluse le numerose alzate per scherzo e quelle da parte di bambini. L'articolo venne pubblicato il 5 settembre 2007 sul sito web Korazym, ma poco tempo dopo venne opportunamente fatto sparire, in quanto anche se scritto in buona fede... rivelava una pericolosa verità sul Cammino, fatto più di grossi numeri gridati alla stampa che di persone concrete.

Riportiamo qui sotto il suo articolo, marcando in neretto alcune parole che richiederanno un minutino di riflessione: invitiamo infatti a sostituire Loreto*** e Montorso*** con GMG Madrid e "alzate" piazza Cibeles e vedere che effetto vi fa.

Originariamente pubblicato sul sito web Korazym.


Loreto***, lunedì a Montorso*** per 100mila neocat. Kiko: ''Gli Statuti saranno approvati''

di Stefano Caredda/ 05/09/2007

Nella spianata dell’incontro con il papa, lunedì pomeriggio l’incontro vocazionale delle comunità neocatecumenali: centinaia di giovani rispondono all’appello. Arguello: “Sull’ok agli Statuti ho avuto la conferma del segretario di Stato”.

Dal nostro inviato.

MONTORSO*** (Loreto***) - Il giorno dopo, sono ancora lì. Dopo i gemellaggi nelle diocesi, le missioni nelle piazze, le due giornate con il papa e con tutti gli altri giovani dell’Agorà, loro ritornano sul posto, a Montorso***, e cantano, suonano, ascoltano, pregano, fanno silenzio. E qualcuno comprende e manifesta, davanti a tutti, la “chiamata della vita”: diventare sacerdoti o religiose, missionarie o consacrati. Alcuni fra loro lo diventeranno certamente.

Il giorno dopo il papa, Montorso*** è solo per il popolo del Cammino Neocatecumenale. Sono 100mila, viene detto, e se le proporzioni hanno un senso il numero è attendibile: il colpo d’occhio è notevole, i primi due settori di fronte al palco, parterre compreso, sono affollati di giovani e di chitarre.
Un quarto, forse un terzo dell’intera Agorà, è ancora qui. E’ l’incontro nazionale con gli iniziatori del Cammino (Kiko Arguello e Carmen Hernandez, e con padre Mario Pezzi), e con loro per questo appuntamento vocazionale, tutto orientato alla scoperta della “chiamata di Dio per te”, c’è anche il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Stanislaw Rylko. Presenza di un certo peso, in tempi come questi nei quali si attende da due mesi la decisione del suo dicastero sulla sorte degli Statuti del Cammino, approvati per cinque anni con la formula ad experimentum il 29 giugno 2002. Presenza di peso soprattutto se poi, parlando ai giovani, li ringrazia per la loro “straordinaria testimonianza di fede”, per lo “spettacolo di fede profondo”, per il loro “entusiasmo e amore per Cristo”, per star lì a dimostrare che “essere cristiani è bello”.

Parole eloquenti, ma non quanto quelle che, a proposito degli Statuti, Kiko pronuncia davanti ai 100mila di Montorso***: “Il papa è contento, avremo l’approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale: quindici giorni fa me lo ha confermato anche il segretario di Stato”. Il tutto a ribadire che il Cammino si attende a breve – e ha certezza che così sarà – l’ok definitivo al documento che, fra l’altro, regola i rapporti con la Santa Sede e i vescovi diocesani. Rapporti con i vescovi diocesani che, in verità, tanto idilliaci con tutti proprio non sono: Kiko non ne parla con i cronisti, ma con il suo popolo sì, e apertamente, quando ricorda le difficoltà percorse in questi quarant’anni di vita e quelle ancora esistenti (“…le diocesi che ci detestano e quelle che non ne vogliono sapere niente di noi…”), per concludere che “niente si può fare nella Chiesa senza incomprensioni e difficoltà” e “delle difficoltà occorre essere contenti perché il giorno che non ne avremo saremo finiti”.

In questo giorno, comunque, in questo lunedì di sole, Kiko problemi non sembra proprio averne. Anzi, va tutto alla perfezione: ad ascoltarlo, a sentirlo parlare e catechizzare, a vederlo muoversi sul palco in quello che somiglia molto ad un “one man show”, uno spettacolo che ruota intorno alla sua verve, alla sua chitarra, alla sua voglia di comunicare un messaggio di speranza e fiducia, ci sono i vescovi di quasi tutte le Marche: c’è il vescovo di Loreto, l’unico che prenderà la parola per salutar tutti e ricordare che “ormai a Loreto siete di casa, tutte le settimane ritmate le nostre strade con la vostra preghiera e i vostri canti per incontrare la ‘madre del si’", e con lui ci sono Menichelli e Giuliodori, i titolari delle diocesi di Ancona e Macerata, e poi con Fano anche qualche innesto calabrese, con i vescovi di Reggio Calabria e Lamezia Terme, e qui e là anche qualche vescovo polacco. Va tutto alla perfezione non solo perché ci sono i vescovi che ascoltano e benedicono, ma anche perché sul palco, sul far della sera, praticamente non ci entrano neppure, da quanti sono, i giovani che si sono sentiti “chiamati”: 2mila ragazzi e 1200 ragazze, dice Kiko, e per quanto lui abbondi un po’ (erano molte centinaia, e probabilmente nell’ordine di un migliaio complessivamente), ciò toglie poco all’importanza di avere di fronte ragazzi e ragazze pronti a cambiare vita, a “donarla interamente al Signore”, a diventare preti e suore.

Certo, fra i tanti che all’appello di Kiko (“Se qualcuno si sente chiamato dal Signore venga qui”) si sono “alzati” si notano anche bambini di poco più di sette anni, e facce che danno l’impressione più di scherzare che di fare sul serio; ma con questi ci sono anche tanti, tantissimi giovani sui volti dei quali si legge la gioia e la paura per una decisione nuova, una decisione per la vita. Inginocchiate di fronte al ritratto di Cristo, prima che i vescovi impongano a tutti loro le mani sul capo in segno di incoraggiamento ad andare avanti e di preghiera ad essere perseveranti, colpiscono i volti di due giovani ragazze: una è bionda, capelli a caschetto e occhi azzurri, dai quali scendono lacrime e lacrime. Piange, e ha il volto felice. L’altra è nera, nera africana, la pelle scura e un sorriso di fronte al quale puoi solo fermarti. Guardarlo e gustarlo. Là attorno è un fiorire di macchine fotografiche e cellulari, e ci sono anche gli abbracci degli amici e delle amiche, e di tutti i “fratelli di comunità”. Per chi si è alzato, il futuro è fatto di un incontro con i propri catechisti, di un ritiro (convivenza) al Centro internazionale di Porto San Giorgio e poi di una nuova destinazione, in ogni parte del mondo. Per i ragazzi, ci sono certamente settanta seminari Redemptoris Mater, aperti proprio dal Cammino.

Del resto, non che manchi l’internazionalità, al Cammino neocatecumenale. Il benvenuto di Kiko era stato una sorta di grande appello geografico: a Montorso*** sventolano le bandiere e pregano con lui comunità di tutta Europa, da Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia fino all’Olanda, dalla Germania all’Austria, dalla Polonia (sono in seimila) all’Ucraina, dalla Bielorussia all’Albania, chiassosi e visibili, questi ultimi, proprio di fronte al palco. Ci sono gli spagnoli (10mila, dice Kiko), e ci sono – numerosi – gli appartenenti delle comunità di Israele e Palestina. E poi ancora maltesi, bosniaci, macedoni, serbi, croati, turchi. “Mamma li turchi!”, esclama divertito l’iniziatore del Cammino. Arrivano anche dalla Corea e dall’Australia, e viene nominato anche il Madagascar. Dodici mila in tutto, da oltre confine, e poi gli italiani, regione per regione, che urlano e saltano quando vengono nominati dal palco. Il loro esser felici d’esserci.

Tutto l’incontro pomeridiano prepara al momento conclusivo, quello della chiamata. Si prega perché “il Signore della messe mandi operai per la sua messe”, si leggono le letture del giorno, si proclama il Vangelo, si ripete il cuore dell’annuncio cristiano: “Dio ti ama, adesso, così”. Fa quasi tutto Kiko, che insiste, muovendosi avanti e indietro per il palco, tenendo il palcoscenico da oratore esperto per quanto sui generis, ricordando che “è ora il momento favorevole: quando meglio di adesso devi far entrare Cristo nella tua vita? Devi forse aspettare che tua madre muoia di cancro? Ora! Ora è il momento favorevole!”. L’esempio che serve a rendere concreto (pure troppo) il messaggio, nel contesto globale scivola liscio, quasi non ci si fa caso. Dopo il Vangelo, quando Kiko cede il campo, tocca a mons. Rylko: “La chiamata di Dio non è una storia lontana. E’ presente. E’ ora. Ora Cristo passa in mezzo a voi, e dice ‘Ho bisogno della tua bocca per proclamare la buona notizia, per annunciare la luce della verità’. Come ha detto il papa, non siete l’evento di un caso o di una coincidenza. Sei stato voluto da Dio, Dio ti ha pensato personalmente, ha nei tuoi confronti un disegno di vita e di amore. Cerca di scoprirlo e cerca di dire si a ciò che il Signore chiede a te. Se il Signore passa e ti dice ‘Seguimi!’ quale sarà la tua risposta stasera? Maria ha dato il suo ‘si’, Maria insegna a non avere paura di dire si a Dio, un si totale e incondizionato, senza se e senza ma. Chi sceglie Cristo non perde nulla, Cristo non toglie niente a dona tutto”.

Non ci sono solo le parole di Rylko per i ragazzi di Montorso***: c’è l’ebbrezza di un canto nuovo composto da Kiko “appositamente per l’occasione”, con tanto di applausi mentre l’autore annuncia che l’avvio è a ritmo di flamenco, e partono sorrisi e divertiti commenti (“Mah, sembra più una rumba”, mormora qualcuno). C’è spazio anche per Carmen e padre Mario Pezzi. Entrambi invitano a lasciarsi guidare da Dio, ed entrano decisi nelle dinamiche e nelle contraddizioni del mondo: “sesso”, “pornografia”, “masturbazione”, “la famiglia combattuta dalle leggi dello Stato”, “l’aborto” nelle parole di Carmen, la disperazione dei giovani in quelle di padre Mario. Riferendosi alle provocazioni forti lanciate sabato davanti a Benedetto XVI durante la veglia dell'Agorà, dice: “Avete sentito sabato nella veglia del papa le testimonianze dei giovani delle parrocchie: quanto sconcerto! Quanto disorientamento! E questi sono i giovani delle parrocchie… Immaginatevi gli altri! Quanta disperazione! Voi avete un dono immenso, di poter vivere in comunità in cui il Signore vi dà delle certezze e non dei dubbi. Perseverate!”. Persevereranno, certo, i giovani neocatecumenali. Come in verità perseverano, fidandosi di Dio, anche “i giovani delle parrocchie”, e la speranza è che lo sappiano e ne siano ben consapevoli, i ragazzi che affollano Montorso*** anche il lunedì. Vista la realtà di molte parrocchie, vista la troppa distanza fra i ragazzi "delle parrocchie" e quelli "delle comunità", andrebbero forse enfatizzati i motivi che uniscono, più che le differenze, vere o presunte.

Il sole sta per tramontare, la Protezione Civile ha chiesto, per un deflusso sereno, che l’incontro si concluda con la luce del giorno; la Polizia non è tranquilla, all’arrivo la gestione dei pullman e dei parcheggi non è stata ottimale, e qualcuno ha anche attraversato i binari della ferrovia. “Non fatelo fratelli!”, ripeteranno più volte dal palco. Il sole sta per tramontare, e allora arriva il momento della chiamata. Pianti e sorrisi, e poi tutti in viaggio. L’incontro è finito. I vescovi se ne vanno. Kiko lascia la scena. Gli Statuti aspettano. Centomila tornano a casa. Per alcuni fra loro, è stato il giorno che cambia la vita.

domenica 14 agosto 2011

Ti pare forse che puoi organizzare un raduno di centinaia di migliaia di giovani senza che nessuno tenti di strumentalizzarlo?

Riprendiamo alcune riflessioni sulla GMG da parte di By Tripudio riportate molto opportunamente in margine all'ultimo thread. Ci sembrano molto significative e pregne di contenuti seri circa il rischio di strumentalizzazione di avvenimenti ecclesiali così particolari.

" Ti pare forse che puoi organizzare un raduno di centinaia di migliaia di giovani senza che nessuno tenti di strumentalizzarlo?

In prima fila c'è Kiko e quindi, piaccia o non piaccia, anche questa GMG sarà di fatto inquinata di neocatecumenalismo, che se lo dovranno sorbire direttamente e indirettamente tutti i partecipanti. La sola presenza dei kikos è garanzia di rumore di fondo imposto di forza agli altri partecipanti.

Ricordo un pellegrinaggio, tempo fa, in cui spuntarono le solite canzonette neocatecumenali stile flamenco schitarrato urlando: per me la parte più difficile del pellegrinaggio fu resistere alla tentazione di urlare "basta con questa musica da cani, basta con queste canzonette cupe e tristi!!"

Il motivo per cui sono critico verso le GMG è lo stesso per cui sono scettico verso tante altre iniziative ecclesiali che partono dalla stessa mentalità: "radunare" (cioè fare un'operazione utile anzitutto al livello mediatico, televisivo) e poi dover faticare per non farsi inquinare e sfruttare.

Voglio dire che non accuso solo la GMG, e voglio anche ripetere che non critico affatto coloro che in buona fede vi partecipano con l'intenzione di cavarne frutti spirituali; ma mi dispiace moltissimo che la buona fede venga sfruttata e tradita fin dal principio, perché l'idea di base è di "radunare", cioè di compiere qualcosa di televisivamente applaudibile, cioè un piatto molto appetitoso per chi ha tantissima superbia."(By Tripudio).

Ci limitiamo, di rimando, a domandarci ancora una volta: se il rischio della strumentalizzazione esiste - ed esiste di sicuro -, se questi eventi ecclesiali tanto pubblicizzati e osannati da dare quasi l'impressione di essere fini a se stessi, provocano esclusivismi e settorialità, perchè non ripensarli radicalmente anche nell'ottica di una nuova , vera evangelizzazione, che raggiunga TUTTI i lontani e faccia a meno di certe forme di autoreferenzialità "giovanile" incontrollate e incontrollabili?

Aggiungo un intervento da incorniciare preso dal blog di Tornielli, che inserisco qui anziché all'interno per il risalto che merita:
Per andare dietro la croce non serve l’entusiasmo, che invece è servito per mandare i giovani a combattere tutte le guerre (ed i mercati) dei potenti.
L’entusiasmo serve ai concerti rock ed agli stadi.
Certamente è entusiasmante seguire Gesù: ma nella consapevolezza della croce. Nella ricerca della Verità. Allora non serve schiamazzare e rinunciare al cervello: al contrario. Serve anche una giusta dose di silenzio. Che i beoti prezzolati della grande stampa potranno anche interpretare come mancanza di entusiasmo e persino tristezza. Perchè avranno in mente i loro sciocchi schemi.
Mentre Gesù ci dice di essere entusiasti di seguirlo, anche in croce.
Raggelante, finchè non ci si affida totalmente a Lui, facendo la Volontà del Padre.
Tutto il resto sono chiacchiere da bar sport.
Invece se i giovani avranno la grazia di lodare, adorare e servire il Signore, se avranno la prospettiva di salvare la propria anima, invece di salvare il fondoschiena degli oligarchi che per i loro affari farebbero volentieri a meno di due o tre miliardi di loro simili, ritenuti “inutili”, beh, allora sì, si tornerebbe a casa entusiasti. Proprio quando i giornalisti più ignoranti o in malafede (non parlo certo Andrea Tornielli) non avrebbero più niente da scrivere. Il vero entusiasmo è nel cuore: la grazia traspare come una gioia sui volti, non con gli schiamazzi.

giovedì 11 agosto 2011

Continuano le testimonianze

Questa testimonianza è arrivata già da alcuni giorni. Credo sia giusto offrire a chi legge la percezione di quanto sia generalizzata e concordante, anche se poco considerata, l'esperienza di chi si decide ad esprimere il proprio impatto col Cnc. Mi ha colpita l'esposizione affastellata di pensieri e sensazioni scritte a flash, così come si sono affacciate alla memoria.


Gentilissimi,

cercando informazioni sulla massoneria nella chiesa mi sono venuti in mente i nc di cui ho fatto parte per ben 15 anni arrivando all'iniziazione alla preghiera... Ero una lontana quando ho ricevuto l'annuncio in una parrocchia di Milano... Mi hanno incantata, ho percepito in quell'annuncio un amore più grande quello di Gesu'... cosi' ho iniziato con tanto entusiasmo... Poi ho cominciato a percepire qualcosa che non andava ma se parlavo, se osavo criticare Kiko o altre cose mi rispondevano "è IL TUO PECCATO, SEI TU CHE NON ACCETTI" un sacerdote mi ha puntato il dito contro dicendomi "chi parla male del cn parla male di GESU' CRISTO" ed io per non pensare male di Gesù e per non essere in peccato modificavo la mia psiche "devo fare come dicono loro perchè è il mio peccato, è il demonio che mi fa pensare così... Ma alla fine la coscienza non ha più potuto accettare certe cose sia a livello liturgico (hanno colpito anche una a digiuno come me di liturgia) sia a livello di metodo... LA VIOLENZA PSICOLOGICA.

Ho scritto anche al Papa perchè per me era impossibile tacere. Avevo 22 anni quando ho fatto il 1 scrutinio. Al termine dovevamo dire a turno quale fosse la nostra croce e dire il nostro peccato (perchè la croce denuncia un peccato) ecco come ciò avviene... A turno in ginocchio davanti ai catechisti e alla Croce di Cristo dovevamo confessare... arriva il mio turno, mi inginocchio, vedevo la croce e il catechista rabbioso urlava su di me qual'è la tua croce, qual'è il tuo peccato in continuazione non si fermava... in quel momento, in tutta la sua violenza e carica emotiva, ho rivissuto un trauma della mia adolescenza ed in più dovevo confessarne il peccato ma non sapevo che male avessi fatto per meritare questo trauma ho cercato allora di rivedere la mia vita, di trovare quel benedetto peccato che il catechista voleva che confessassi ma non ne trovavo io ero in lacrime ed il catechista continuava ad urlare come un disco incantato... alla fine pur di alzarmi da lì mi sono inventata un peccato ed ho confessato... stavo impazzendo nel nome di Cristo. In quel momento Dio era stato quello che mi ha causato il trauma a causa di un mio peccato...

Avrei tante cose da dire su questa gente ma le testimonianze che ho letto parlano per me. E' tutto vero purtroppo... Arroganti, prepotenti solo loro sono nel giusto... la loro liturgia, il loro disprezzo per la parrocchia e di tutto quello che nella chiesa non fa parte di loro... ne avrei da dire... i preti che debbono obbedire ai catechisti di roma, non al loro arcivescovo... ora vivo la parrocchia in modo semplice mi sono consacrata al cuore immacolato di Maria e di Gesù che mi hanno preso per mano guarendomi con la loro tenerezza ben diversa da quella dei nc che trattano tutti con arroganza mai una parola di dolcezza solo tu fai schifo non sei migliore di un terrorista..ecc..ecc. a distanza di anni (me ne sono andata da più di 10 anni) provo ancora rabbia e carica emotiva a parlare di loro... se pubblicate mantenete per cortesia l'anonimato.

martedì 9 agosto 2011

Anche in Nepal il Cammino si fa sospendere

Avviso: se c'è qualche esperto di informatica, ci sarebbe realizzare una mappa mondiale cliccabile in modo che quando si clicca su un paese a caso vengano visualizzati i danni che il Cammino Neocatecumenale ha fatto lì. Oggi aggiungiamo alla lista dei paesi anche il Nepal: come al solito sono disobbedienze, questioni economiche, kikismo-carmenismo, e la solita faccia di bronzo del presentarsi come vittime di un vescovo dipinto come cattivo-cattivone.
Il vescovo vieta le attività dei neocatecumenali (da UCANews dell'8 agosto 2011) Mons. Anthony Sharma ha sospeso le attività del Cammino Neocatecumenale a Kathmandu, sette anni dopo che tale organizzazione, dedicata alla formazione cristiana degli adulti, si era installata in Nepal.
Secondo le autorità ecclesiali tale gruppo cattolico, originato a Madrid nel 1964, non era mai stato invitato in Nepal ma vi «era venuto autonomamente». Un breve avviso sulla bacheca della Parrocchia dell'Assunzione a Kathmandu indicava che la sospensione è entrata in vigore dal 1° agosto 2011. Parecchi membri neocatecumenali, che sono anche parrocchiani della chiesa dell'Assunzione, hanno detto che fino a ieri [7 agosto] neppure sapevano che le loro attività erano state sospese. «Obbediremo alla decisione del vescovo ma continueremo a pregare che ci ripensi», ha detto Terence Lee. «Abbiamo circa due dozzine di membri che regolarmente erano impegnati in due sole attività settimanali - la celebrazione della Parola e dell'Eucarestia. Molti erano impegnati in altre attività parrocchiali come ad esempio il coro, e continueranno ad esserlo», ha risposto. «I movimenti ecclesiali aggiungono colore ed entusiasmo ad una parrocchia, e io penso che abbiamo incoraggiato i cattolici a tornare in chiesa per la Messa», ha aggiunto. Il leader del coro inglese della parrocchia dell'Assunzione, Patrick Wilson, si è lamentato che le autorità della Chiesa non hanno discusso delle loro preoccupazioni col movimento [neocatecumenale]. «Alcuni membri dicono di essersi sentiti più vicini al Signore attraverso questo movimento e si sentono colpiti proprio adesso», ha detto.
Testo originale dell'articolo: Bishop Anthony Sharma has suspended the activities of the Neo-catechumenate Way church group in Kathmandu, seven years after the organization, which is dedicated to the Christian formation of adults, first came to Nepal. According to Church authorities the Catholic group, which started in Madrid in 1964, was never formally invited to Nepal, but “came by themselves.” A short announcement on the notice board of Kathmandu’s Assumption Church said the suspension came into effect on August 1. Several Neo-catechumenate members, who are also parishioners of Assumption Church, said yesterday they still do not know why their activities were suspended. “We will obey our bishop’s decision, but continue to pray that he reconsiders,” said Terence Lee. “We have about two dozen regular members who were involved in only two regular weekly activities — the celebration of the Word and the Eucharist. Many were active in other parish activities such as the choir and we will continue to be,” he said. “Church movements add color and enthusiasm to a parish, and I feel we have encouraged Catholics to return to church for Mass,” he added. Assumption Church English choir leader Patrick Wilson regretted Church authorities had not discussed their concerns with the movement. “Some members say they have become closer to the Lord through this movement and are feeling hurt right now,” he said.
In un altro articolo su Catholic Culture si aggiunge una notizia che fa pensare che nella questione ci siano anche seri problemi di natura economica: Le tensioni tra il movimento e i sacerdoti locali sono aumentate dopo che i giovani associati al movimento [neocat] hanno espresso il desiderio di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, nonostante la decisione dei prelati di non inviare i giovani all’evento. Il Cammino Neocatecumenale ha talvolta incontrato opposizione dai vescovi diocesani, che lamentano che il movimento neocatecumenale mina l'unità della comunità cattolica. Lo scorso dicembre, la Segreteria di Stato è intervenuta dopo che i vescovi giapponesi avevano vietato il Cammino nel loro paese per un periodo di 5 anni. Al contrario dal Vaticano sono stati attivati nuovi incontri tra i vescovi e i rappresentanti del movimento, con un delegato vaticano come mediatore. Alcuni vescovi giapponesi hanno comunque mantenuto in vigore il divieto del Cammino nelle proprie diocesi, in attesa di una soluzione ai loro conflitti.
Parte del testo originale dell'articolo: Tensions between the movement and local priests have increased recently after young people associated with the movement made plans to attend World Youth Day despite the prelate’s decision not to send youths to the event. The Neocatechumenal Way has sometimes encountered opposition from diocesan bishops, who have complained that the movement undermines the unity of the Catholic community. Last December, the Vatican Secretariat of State intervened after the Japanese bishops ordered the Neocatechumenal Way out of their country for a period of 5 years. Instead the Vatican set up new talks between the bishops and representatives of the movement, with a Vatican delegate as mediator. A few Japanese bishops still banned the movement from their own dioceses, pending a resolution of their conflicts.

Proviamo a riassumere:
  • il Nepal è al confine nord dell'India; vi sono 23 milioni di abitanti, di cui appena settemila cattolici, perseguitati sia dai ribelli maoisti, sia da esponenti delle religioni di maggioranza (fino al 2006 il censimento civile riguardava i soli indù); l'unico edificio di culto cattolico autorizzato in tutto il paese è la chiesa dell'Assunzione sopra citata (a pochi chilometri dal centro della capitale Kathmandu): venne colpita da un attentato dinamitardo poco più di due anni fa; tra assassinii di sacerdoti, attentati dinamitardi e leggi anti-conversione, lì la vita per i cattolici è tutto fuorché facile;
  • il vicario apostolico di Kathmandu, mons. Anthony Sharma, prima di acconsentire a mandare dei giovani a far baccano dall'altra parte del mondo (e a costi mostruosi), vuole assicurare loro una formazione spirituale. Del resto ottenere i visti è difficile perché c'è il timore che tali giovani sfruttino la costosa occasione per scappare dal paese dilaniato dalle violenze, dalla piaga dell'aborto, dalla schiavitù (in particolare prostituzione);
  • i neocatecumenali, impiantati in Nepal senza mai esservi stati invitati, infischiandosene del vescovo volevano far partecipare i propri giovani alla GMG (come da ordini del loro Soviet Supremo), cioè all'incontro con Kiko;
  • con tante occasioni di crescita spirituale, i neocatecumenali si concentrano solo sulla GMG di Kiko, a qualsiasi costo (a costo di chiedere soldi all'estero via Youtube, come ad esempio quel tal Iapicca di cui parlavamo qualche giorno fa: dopotutto sono gli ordini del Kikosoviet Supremo a cui obbedire anche quando sono totalmente contrari al buonsenso);
  • come al solito i neocatecumenali "pescano" i loro «convertiti» soltanto in parrocchia, infischiandosene delle circostanze locali: notiamo in quanto poco tempo i novelli neocat diventano vendicativi (per esempio quelle eleganti minacce sottilmente velate: "obbediremo al vescovo... continueremo nel coro parrocchiale...");
  • osserviamo infine, dalla foto sopra (risalente ai primissimi tempi del kikismo-carmenismo in Nepal) l'inculturazione kikiana: anziché seguire le tradizioni locali, portano solo Kiko: notare il candelabro kikiano sul tavolaccio quadrato kikiano che fungerebbe da altare, notare le orride icone kikiane sull'ambone dove un gentile signore sta schitarrando i canti kikiani, notare l'ambiente (che non è la chiesa dell'Assunzione ma una saletta qualsiasi)... i neocatecumenali vanno in missione per portare Kiko, non per portare Cristo!

Ritroviamo il significato e le ragioni della 'cattolicità'.

Nel Capitolo intitolato "Le proprietà della Chiesa" del suo ultimo libro: La Cattolica. Lineamenti d'ecclesiologia agostiniana, Mons Gherardini sviluppa l'excursus sulla Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica. Trascrivo uno stralcio del capitolo sulla terza proprietà, che dà titolo al libro e ragioni al nostro rivendicare che il Christus totus, sia storico che metafisico, è solo ed esclusivamente nella Chiesa Cattolica, nel quale risultano evidenti i punti di contrasto con la "Chiesa parallela", de facto se non de iure, generata dal Cammino neocatecumenale e quindi dai suoi iniziatori anziché da Cristo Signore.

[...] Ecco dunque il significato di cattolica: essere dovunque, con tutti, per tutti, per sempre e sempre rimanendo quel particolare soggetto ch'esso è e come è. Esattamente il contrario di fatti e persone che non posson perciò fregiarsi dell'appellativo cattolico. «Gli eretici son su tutta la faccia della terra, ma non tutti dappertutto. Gli uni qui, gli altri là. Tuttavia non mancan mai [...] La superbia è la loro unica madre, così come la madre di tutt'i fedeli cristiani, sparsi in tutt'il mondo, è la nostra Chiesa cattolica. Nessuna meraviglia: la superbia ingenera lacerazioni, la carità produce l'unità». Essi, infatti, si separaron dalla Chiesa madre, donde la Cattolica prese l'avvio per distendersi nel mondo intero; se fossero cattolici, si manterrebbero in rapporto con la Chiesa dalla quale l'Evangelo prese le mosse; non posson, però, comunicare con essa perché stravolgono l'Evangelo.

La Cattolica è tale per vari motivi: perché è «nota a tutti» [non ha nessun Arcano, né prassi o insegnamenti 'segreti']; perché è Cristo nella sua interezza: «Non lui uno e noi molti», ma «Cristo capo e corpo», una sola realtà vivente, un'unica e medesima Chiesa; perché s'avvera in lei ciò che fu profetato dal salmista: dominerà dall'uno all'altro mare, dal fiume (Giordano) all'ultimo confine del mondo (Sal 71,8); perché imporporata dal sangue dei martiri, che ingenera nuovi cristiani, come avvenne ieri, avviene oggi, avverrà domani. La Chiesa è, dunque, cattolica perché identità permanente; soltanto chi divide e chi sostituisce a quella dell'Evangelo la sapienza del secolo [o la sua rivelazione altra da quella Apostolica] non potrà mai esser cattolico: una tale sapienza è la negazione di tutte le ragioni della cattolicità. La Cattolica, invece, proprio in codeste ragioni trova la sua verità: il suo esser non una Chiesa, bensì la Chiesa è legato alla continuità del suo costitutivo formale che ne fa il corpo di Cristo Capo, ieri oggi domani, tanto all'interno di pacifici fraterni rapporti, quanto alle prese con la persecuzione e sotto gli artigli laceranti delle belve feroci. Anche la cattolicità, allora, senza venir meno al suo esser un costitutivo formale della Chiesa ed anzi in forza del suo immedesimarsi in esso, assume pure la funzione apologetica in comune con le altre proprietà della Chiesa. Perfino qualora Donato [oppure, oggi, Kiko Arguello] fosse in grado d'indicar una o più comunità ecclesiali in comunione con le sue posizioni, l'Ipponense gli opporrebbe la realtà del «toto orbe terrarum», di cui testimonia l'Antico e il Nuovo Testamento: «Quasi ogni pagina, in effetti, non trasmette che Cristo e la Chiesa diffusa in tutt'il mondo». In tutt'il mondo, quindi «omnes gentes habent Ecclesiam», non c'è popolo che le sia estraneo ed al quale in qualche modo non appartenga; all'interno d'ogni popolo, la Chiesa presenta un unico volto, quello nel quale è riconoscibile il proprio e può contemplarsi quello di Cristo. Così dovunque è per questo la Cattolica. E questa è la sua funzione apologetica: identificar in Cristo la sua più vera verità.

venerdì 5 agosto 2011

QUANDO LA GMG SI SVOLGE IN SPAGNA E C'E' UN NEOCATECUMENALE A CAPO DEI VESCOVI DI SPAGNA...

Scriveva Sandro Magister l'8 marzo del 2005: " Un neocatecumenale a capo dei vescovi di Spagna
In Italia il presidente della conferenza episcopale lo nomina il papa. Fuori d’Italia no, lo eleggono i vescovi. E in Spagna, la mattina dell’8 marzo 2005, l’ultima elezione è stata al cardiopalmo. Il presidente uscente, il cardinale di Madrid Antonio Maria Rouco Varela, puntava ad essere rieletto per il terzo triennio consecutivo. Ma non ce l’ha fatta. E nella votazione seguita al suo ritiro l’ha spuntata l’arcivescovo di Bilbao, Ricardo Blazquez Perez, per un’incollatura su quello di Toledo, il quasi cardinale Antonio Canizares Llovera, 40 voti contro 37.Blazquez non è basco, ma assieme ai vescovi baschi e a quelli catalani ha sempre sostenuto le ragioni del federalismo, politico ed ecclesiale, contro il centralismo impersonato dallo sconfitto Rouco Varela. Particolare non trascurabile: Blazquez è molto vicino al Cammino Neocatecumenale, il controverso movimento cattolico nato nella seconda metà del Novecento per iniziativa dello spagnolo Francisco”Kiko” Arguello, in forte espansione in tutto il mondo. L’Opus Dei ci ha messo sessant’anni prima d’avere il suo primo vescovo in Spagna, sua patria d’origine. Il Cammino ha bruciato le tappe e s’è trovato subito in cima." Il vecchio articolo del "vecchio" Magister fa chiaramente intendere quale e quanto potere i neocatecumenali abbiano acquisito già da tempo sulla conferenza episcopale spagnola. Noi possiamo solo domandarci se questo potere, non certo fittizio, potrà influenzare o meno lo svolgersi dell'ormai imminente GMG a Madrid e se, in particolare, potrà imprimere ad essa un'ulteriore fisionomia targata "Cammino Neocatecumenale", rendendola ulteriormente selettiva o settoriale, fino al punto di rischiare di apparire come un'iniziativa esclusivamente neocatecumenale piuttosto che globalmente cattolica. Riteniamo proprio che questo rischio di parcellizzare il mondo cattolico sia tanto lontano....?