giovedì 25 aprile 2024

COME INIZIA(VA) LA NEOCATECUMENALIZZAZIONE DELLE PARROCCHIE. VITA VISSUTA

Neocatecumenalizzazione
di una chiesa tradizionale
Dedichiamoci un po’ a descrivere come una parrocchia “della domenica” inizia a trasformarsi in parrocchia “neocatecumenalizzata”, secondo procedure standard che posso narrare perché, a mia vergogna, sono stata per troppi anni una di quelle che l’ha vissuta e, ahimé, realizzata.

Sarebbe meglio però usare il tempo passato, “iniziava”, perché sono anni, se non decenni, che almeno qui in Italia pochissime nuove parrocchie “aprono” al neocatecumenalesimo. I pochi casi ormai sono solo quelli di presbiteri neocatecumenali ai quali viene assegnata una nuova parrocchia, nessun sacerdote che non sia neocatecumenale lo introduce più da tempo.

Il Movimento Neocatecumenale arriva in una parrocchia per due motivi: o l’apre un parroco neocatecumenale (e questo sarebbe il tentativo attraverso la formazione di “presbiteri” d’appartenenza sparpagliati nel mondo), o perché un parroco più o meno simpatizzante accetta di ospitarlo. Per diversi motivi: perché rimane abbindolato da una visita di catechisti programmata per i parroci delle parrocchie, perché ingenuamente pensa di attirare nuove persone in parrocchia, perché ha conosciuto alcuni neocatecumenali perbene…

Oggigiorno, ma da un bel pezzo ormai, i parroci non neocatecumenali che accettano il Movimento Neocatecumenale in parrocchia sono più rari delle mosche bianche, ma un tempo erano molti di più. Tanti non sapevano, si fidavano, venivano attratti dalla novità…

Poco cambia però se il parroco è neocatecumenale o meno: quando arrivano in parrocchia comandano i neocatecumenali, tranne rare situazioni in cui il parroco non neocat è forte ed allora può anche succedere anche che li allontani dalla parrocchia, se la fanno troppo da padroni.

Dal momento che si decide di “aprire” al Movimento Neocatecumenale, viene inviata un’equipe da parte di un’ ALTRA PARROCCHIA DIVERSA GIÀ NEOCATECUMENALIZZATA, normalmente scelta secondo vari criteri, ma comunque attingendo sempre nelle prime comunità. 

I catechisti che “porteranno avanti” il Movimento Neocatecumenale, quindi, per definizione NON APPARTENGONO ALLA PARROCCHIA da neocatecumenalizzare. Ci vanno solo ad insegnare, perché loro “hanno la fede adulta” e quindi possono catechizzare i parrocchiani che “invece non ce l’hanno”. Poi tornano nel loro territorio e frequentano in tutto e per tutto la loro parrocchia di appartenenza. Fanno solo delle isolate incursioni. Della parrocchia oggetto d’incursione conoscono solo il parroco e quelli della prima e seconda comunità. STOP. Dalla terza comunità in poi, normalmente, non conoscono più nessuno (tranne i figli dei loro catecumeni), né neocatecumenali, né parrocchiani semplici. Aleggiano sulla parrocchia ma non ci stanno. Sono quasi invisibili.

In realtà, questi CATECHISTI IMPORTATI dalla fede adulta, quindi in grado di evangelizzare parrocchie intere, ripetono solo i mamotreti kikiani, parola per parola, imitando il modus di Kiko negli atteggiamenti, nel tono della voce, addirittura con la mimica del corpo.
Quello con la “fede adulta”, quindi, dovrebbe essere l’autore dei brogliacci, non chi li ripete solo a pappagallo: se venissero in possesso degli scritti, ripetere a pappagallo lo saprebbero fare anche i “parrocchiani dalla fede infantile”.
Peccato però che la fede adulta non l’abbia nemmeno l’autore degli scritti, come più volte ha dimostrato, e qui si pone un bel problema.

Catechisti che si muovono dalla loro parrocchia
per andare ad "evangelizzare" in un'altra

Ma rimaniamo nel discorso.

L’equipe ESTRANEA ALLA PARROCCHIA che deve neocatecumenalizzare, concorda col parroco i giorni degli “annunci”. Le catechesi solitamente si fanno o a ottobre, per finire prima di Natale, o a gennaio-febbraio, per finire prima di Pasqua. In questi ultimi anni si facevano anche a seguito delle missioni dopo Pasqua, ma si raccattava sempre pochissimo o addirittura nulla.

Nell’ultimo periodo era invalso anche il nuovo uso di fare una cosiddetta “missione” prima dei cosiddetti "annunci", in modo da propagandare un po’ quel “grande evento” che stava per accadere in parrocchia e per vedere se si racimolavano dei candidati. Successi? pari a zero.
A pensarci oggi, l’introduzione di questa modalità deve essere stata escgitata da quando il Movimento Neocatecumenale ha iniziato a perdere colpi. Prima le missioni di propaganda non si facevano perché non ce n'era bisogno.
Mi ricordo una volta che dovetti presentare io la mia "esperienza" durante la "missione". Prima di me avevano parlato persone con situazioni ed esperienze “bomba”, scelte apposta per impressionare. Io diedi la mia esperienza di una vita normale, che non aveva nulla di eclatante o eroico e, morale della favola, alla fine fui l’unica della giornata ad essere fermata da una signora che volle esprimere il suo apprezzamento, anche se poi alle catechesi non ci venne.

Questo per dire che la gente non ha bisogno di autoproclamati eroi, di super cristiani che dicono di accettare cose incredibili, che non mostrano umanità ma sono già arrivati. La gente ha bisogno di sentirsi uguale, perché molte vite sono normali e non hanno nulla di artificiosamente eclatante. La sfida infatti è proprio vivere la normalità e la quotidianità.

Comunque sia, l’équipe destinata alla neocatecumenalizzazione si presenta ad ogni Messa parrocchiale del sabato e della domenica per fare l’”annuncio”.
Spesso i parrocchiani non lo sanno e quindi si ritrovano ad ascoltare delle persone che non conoscono, ESTRANEE ALLA PARROCCHIA, che parlano dopo una breve introduzione del parroco dopo l’omelia o, in dei casi, al posto di quella (praticamente "omelie laicali" nella liturgia...).

Le consegne per fare l’annuncio sono di portare la propria testimonianza, evidenziando il “prima” e il “dopo” dell’esperienza neocatecumenale e solo alla fine invitare gli ascoltatori a partecipare agli incontri di cui vengono comunicati ora e giorni, due alla settimana.
Se ci sono difficoltà con figli o anziani, nessun problema, provvedono loro baby sitter o persone per compagnia, come anche il trasporto di quelli che hanno difficoltà a spostarsi o si pensa che non si muovano se non li si va a prendere.

Adesso no, la gente per lo più sa di che pasta è fatto il Movimento Neocatecumenale, ma prima i parrocchiani non sapevano chi fossero quelle persone, nemmeno immaginavano che se avessero aderito se li sarebbero ritrovati come “catechisti a vita”.
ESTRANEI arrivati da una parrocchia diversa dove svolgono totalmente la loro vita spirituale, senza alcun coinvolgimento con la parrocchia dove vanno a “evangelizzare”. 

Rappresentazione di come i catechisti di una parrocchia chiedono
obbedienza ai neocatecumenali parrocchiani di parrocchia diversa dalla loro.
La chiedono però solo alla comunità al centro, la prima (o anche la seconda).
Tutti gli altri "atomi" con loro non c'entrano nulla, specialmente i parrocchiani
"della domenica"

Danno arginato, se si rivolgessero solo ai loro adepti, ma purtroppo le loro azioni ricadono pesantemente su tutta la parrocchia, dividendo le persone, trasformando gli arredi, gli spazi, sottraendo fedeli alle celebrazioni importanti e non, ritrovandosi in modo esclusivo, distribuendo palme alte per pochi e ulivi benedetti per tutti ma, soprattutto, iniziando a far credere ai "neocatecumeni" di essere in grado di “evangelizzare” proprio quella signora che solo pochi anni prima sedeva accanto a te nella panca.
Sì perché al "secondo passaggio", con l’elezione dell’équipe dei catechisti, quelli della prima comunità normalmente iniziano ad "evangelizzare" loro nella propria parrocchia, rimanendo comunque sottoposti a catechisti ESTERNI di parrocchia diversa.

Nell’équipe ci si mette d’accordo o si sorteggia la Messa nella quale il singolo "catechista" necoatecumenale deve fare "l’annuncio" e per falsa umiltà mi ricordo che tutti temevano toccasse la Messa più frequentata, con l’uditorio più numeroso. In realtà spesso all’interno dell’equipe nascono da subito competizioni e invidie per le "catechesi" più importanti e sostanziose o per la capacità dialettica, spirituale e mnemonica dell’altro, anche se per anni non lo si dà a vedere. Poi magari, dopo anni ed anni, scoppia tutto improvvisamente e sembra che sia una cosa solo del momento, risanabile “stando nella verità”. Falso. Se non cambia il cuore non si risana proprio nulla, è solo ipocrisia e falsità. Infatti esistono équipes in cui la rivalità è palese e le discordie continue.
Come se il Signore togliesse loro “la mano dalla testain continuazione, ne “combinano di ogni…
Ma i parrocchiani questo non lo sanno ed alcuni, anche solo per provare, aderiscono.

Iniziano gli incontri e si cerca di precettare più persone possibile, ogni neocatecumenale della comunità dei catechizzatori è invitato a portare persone alle catechesi, precettandole tra amici, colleghi, parenti e chi più ne ha più ne metta. Se si prevede scarso afflusso si invitano anche delle comparse (quelli che “per curiosità” vanno a vedere come va), che fanno numero e che i parrocchiani non possono identificare come già neocatecumenalizzati. Naturalmente chi porta gente la deve anche accompagnare, così che c’è pure la presenza degli accompagnatori.
Anche queste sono raccomandazioni che sono sorte nel tempo, i primi tempi non ce n’era bisogno, perché le persone ignare partecipavano senza induzioni, spontaneamente. Era un evento di parrocchia come un altro, non c’erano motivi per disertare.

Ma col calo drastico degli uditori si è cercato di aggiustare il tiro, riempiendo la saletta o la Chiesa di comparse, così i nuovi arrivati hanno l’impressione di non essere due gatti.
Si torna allo stesso punto di sempre: nemmeno alle "catechesi" i numeri sono attendibili, perché metà delle presenze non sono persone “nuove”.

Dimenticavo: normalmente si invitano anche le coppie dei matrimoni e dei battesimi, nonché i bambinelli di 13 anni figli di neocatecumenali, che devono andarci per forza.
Tutti sanno che le coppie dei matrimoni e dei battesimi non rimarranno dopo, tranne casi rarissimi. I figli invece, molti ob torto collo, per un certo tempo rimangono. Alcuni per sempre. Alcuni vanno e vengono.

Così ultimamente, una volta formato il gruppetto iniziale, partono gli incontri che normalmente vedono l’avvicendarsi di persone diverse ad ogni appuntamento: coloro che frequentano con costanza tutti e due i mesi di catechesi sono sempre una minoranza. Naturalmente però, quando si deve comunicare il numero dei partecipanti, si parla sempre in eccesso e si conteggiano anche quelli che si son visti solo poche volte, tanto la speranza è che all’appuntamento finale, la convivenza dal venerdì alla domenica, si possano sempre recuperare. Di solito non avviene, ma ci si tenta.
E’ quasi patetico ascoltare i catechisti che annoverano nel conteggio anche quelli che non si sono presentati all’accoglienza ma “aderiscono”, è solo che non potevano venire, che avevano un impegno…
In realtà, anche se si dovessero presentare una volta, quelle persone non aderiranno mai. Tutti lo sanno, ma non lo dicono.

Durante i due mesi di catechizzazione, gli ESTRANEI ALLA PARROCCHIA ripetono riga per riga i mamotreti kikiani, alzando debitamente la voce nei momenti salienti come il "kerygma", imitando pedissequamente Kiko.
Il nostro primo parroco, neocatecumenale della primissima ora, direttamente "catechizzato" da Kiko, esigeva che al "kerygma" alzassimo il tono della voce ed impugnassimo la croce. Un po’ di scena, penso oggi. La scena che fa Kiko.

Voglio tentare di rappresentare quello che accade in un’équipe mentre sta "catechizzando", ma non so se ci riuscirò pienamente.
Il tempo di catechesi è vissuto come un tempo “forte”, ma solo i catechisti ne rimangono affascinati. Il resto della comunità normalmente se ne frega allegramente, salvo chiedere più per dovere che per interesse, come “stanno andando le catechesi”. A volte. A volte nemmeno.

I catechisti davvero si sentono “inviati”, davvero credono di avere voce in capitolo sulle persone che ascoltano e poi aderiscono, davvero credono che lo Spirito Santo agisca in loro. In una parola: DAVVERO SI SENTONO SPECIALI. Titolati. Prescelti. Privilegiati. Col carisma del catechista riconosciuto dalla comunità (e basta).

Per coronare il tutto, prima dell’avvio delle catechesi, si fa un’Eucarestia alla quale sono invitate tutte le comunità della parrocchia d’appartenenza (quindi quella diversa da quella che si va a catechizzare), durante la quale l’équipe catechizzante riceve l’”invio”.
Ad un certo punto dell’Eucarestia, infatti, l’équipe si alza e va davanti al parroco che legge una formula di invio e benedice gli “inviati”. Anche questo è molto formale e “speciale”.

Anch’io, che ero una catechista “anomala”, ho provato queste sensazioni e creduto a quelle immani balle.
Solo quando ho iniziato a recuperare la ragione ho totalmente ricusato tutti quegli assunti ed ho provato vergogna solo per aver pensato di avere un titolo (ma dato da chi?) per poter parlare sulle vite altrui. Come non avevo io lo “Spirito Santo” garantito, non lo avevano neanche gli altri. Lo Spirito Santo non è mai garantito, specialmente se persistono situazioni divisorie e di autogratificazione mascherate da carisma.
A Dio ho già chiesto ripetutamente perdono della mia stoltezza.
Ma posso dire per comprovata esperienza, conoscendo bene la vita di molti, che i CATECHISTI NON HANNO LO SPIRITO SANTO ASSICURATO, QUINDI NEMMENO POSSONO PARLARE PER SUA BOCCA.

Però, quando vivi pienamente in quel contesto, pare normale che sia così e credi davvero di avere qualcosa da trasmettere, anche se lo credi in buona fede.
Date queste premesse, quindi, si capisce come mai ci si dà tanto da fare per far nascere una comunità. E’ quasi la conferma che lo Spirito ti ha accompagnato, che le persone hanno ascoltato, che la missione si compie.
Per questo fine è considerato ammissibile giocare sui numeri, barare, invitare comparse, mandare a prendere le persone a casa, accompagnarle, offrire babysitteraggi…

Arrivata la convivenza finale c’è la fatidica domanda se “pensi di continuare”.
Ma quelli che dicono NO, e ce ne sono alcuni, non li si lascia in pace per la loro strada, si lascia sempre aperta una possibilità, magari invitandoli all’Eucarestia dell’accoglienza, o chiedendo di poterli ricontattare successivamente.

E così si comincia. Si elegge un responsabile, nella cui votazione i catechisti votano in blocco colui che, dopo consultazione, nell’équipe è parso più “adatto”, nella speranza che possa venire confermato.
Adatti sono coloro che mostrano coinvolgimento ed entusiasmo, nonché una certa attitudine alla guida.

E’ lui, da allora in poi, il contatto tra comunità e catechisti, è lui quello al quale i catechisti ESTRANEI ALLA PARROCCHIA comanderanno di comprare tutti gli orpelli kikiani, nel tempo di approntare spazi appositi per la/le comunità, di costruire o sistemare la/le sala/e degli Eletti, di introdurre la "Madonna di Kiko" sul treppiede in chiesa, accanto o al posto della Madonna che già c’era…
E’ la longa manus di GENTE ESTERNA, che dopo aver fatto la sua apparizione non più in parrocchia, come per gli annunci, ma soltanto nel gruppetto della comunità, poi sparisce e spesso nessun parrocchiano non ne sospetta neppure l’esistenza.
Sono quelli che “portano avanti il Cammino nella tal parrocchia” e, nel farlo, condizionano la vivibilità di tutti gli altri parrocchiani che con loro non hanno nulla a che fare, che non li hanno voluti, che non hanno aderito.

Quello che quindi accade, in soldoni, è che non sono i neocatecumenali della parrocchia di fresco neocatecumenalizzata che prendono iniziative, ma sono proprio gli ESTRANEI ALLA PARROCCHIA che comandano, introducono, suggeriscono... E a loro SI DEVE OBBEDIENZA, quindi si fa come dicono loro.
La regia sulle parrocchie è sempre in mano a PERSONE NON DI PARROCCHIA, perché i responsabili è a queste che obbediscono, riversando a cascata ogni innovazione su qualsivoglia aspetto anche su chi aveva già deciso in precedenza di non accettare di aderire al Movimento.

Se il prete è neocatecumenale, poco male, ci si intende: le trasformazioni avverranno in buon accordo.
Se il prete non è neocatecumenale, sta al responsabile o all’équipe dei corresponsabili convincere il parroco, sempre SU INDICAZIONE DEGLI ESTRANEI ALLA PARROCCHIA, oppure ci pensano loro direttamente.
Certamente il responsabile o gli ostiari potranno prendere iniziative, ma saranno sempre di minimo conto, come mettere tre tappeti invece di due e qualche quadretto kikiano qua e là.

Si inizia già facendo comprare la Bibbia di Gerusalemme. Nel giro, che dire, di meno di un annetto, tutti la devono avere, perché contiene i riferimenti buoni per la scrutatio.
Ora ne hanno redatta anche una apposita. Verrà comandato-suggerito di comprare anche quella. Stessa cosa per i 4 libri del salterio: ognuno deve avere i propri, anche marito e moglie.
In una famiglia che si rispetti, ognuno deve avere la sua Bibbia, così che se hai 4, 5, 7 figli neocatecumenali in casa, avrai una quantità di Bibbie di Gerusalemme che nemmeno in libreria hanno.
Poi c’è la croce astile, da mettere vicino all’ambone, il piatto ed il calice per l’Eucarestia…

Tutti questi acquisti iniziali, se non fossero comandati dai catechisti esterni, i nuovi catecumeni della nuova parrocchia non li conoscerebbero nemmeno e probabilmente seguiterebbero con le oggettistiche parrocchiali.

Tutto accade pian piano, gradualmente, senza che ci se ne renda conto.
Ma, in soldoni, la realtà è che la kikianizzazione delle parrocchie non è decisa dai parrocchiani, nemmeno da quelli neocatecumenali, ma è DECISA DA PERSONE CHE FREQUENTANO UN’ALTRA PARROCCHIA E CHE COMANDANO IN UNA CHE NON È LA PROPRIA.

Da lì poi, col passare del tempo, quando si saranno convinti di essere cristiani approfonditi, anche i neocat della parrocchia comanderanno sulla parrocchia, faranno a loro volta catechesi, tenteranno di ingrossare le fila, ma alla fine, da chi continuano a dipendere?
Da gente che con la parrocchia non ha nulla a che fare né spartire, che compare solo per disporre, insegnare e comandare su tutti per poi scomparire.

Se tale modalità, invece che a dei laici la estendessimo ai parroci, sarebbe come se un parroco di una parrocchia diversa andasse a disporre e comandare su una parrocchia che non è la sua ed insegnasse al parroco residente come fare le cose. Abominevole.

E’ questo legame sempiterno coi catechisti ESTERNI ALLA PARROCCHIA che alla fine stravolge il passo naturale delle cose. Diversamente sarebbe stato se, una volta compiuta l’”evangelizzazione”, gli esterni si fossero ritirati in buona grazia ed avessero lasciato che i parrocchiani veri conducessero il percorso. Ma così il Movimento Neocatecumenale non avrebbe avuto l’UNIFORMITÀ necessaria all’indottrinamento e si sarebbero potute introdurre “deprecabili” variabili. Quelle variabili si chiamano LIBERTÀ.

Se un parrocchiano “della domenica” non gradisce una kikianata, al massimo si potrà rivolgere al responsabile della prima comunità, oltre che al parroco. Non sa che quel responsabile sta solo obbedendo a persone che il povero parrocchiano magari NON HA MAI VISTO NÉ CONOSCIUTO, che non stanno nella sua parrocchia, che non partecipano a nessun evento parrocchiale perché, dopo aver indottrinato il responsabile e la loro comunità, se ne vanno nel buio della sera verso paesi diversi, parrocchie diverse, territori spesso anche non proprio vicini.

E’ un po’ come la succursale di una ditta: le decisioni le prendono quelli di Milano, per esempio, ma l’attuazione delle decisioni sta in capo al responsabile della succursale che, magari, si trova a Busto Arsizio.

Lo sapessero, i “cristiani della domenica”, che ciò che sopportano deriva dalle DISPOSIZIONI DI GENTE CHE CON LA LORO PARROCCHIA NON HA NULLA A CHE FARE, forse si imporrebbero un po’ di più e non permetterebbero cambiamenti di alcun tipo che non fossero decisi all’interno della parrocchia, ricusando l’incursione serale dei comandanti in trasferta.

giovedì 18 aprile 2024

In risposta ad un fratello del Cammino che dice che non conosciamo il Cammino perché non ne abbiamo fatto esperienza...

Io ho frequentato il Cammino Neocatecumenale per 35 anni, praticamente per tutta la mia vita, in qualità di responsabile della comunità, catechista e responsabile dell'équipe dei catechisti.
Ho completato tutto il percorso, anche il "Matrimonio Spirituale".
E tu?
Non so se come credenziali ti possono bastare.

Conosco il Cammino come le mie tasche, compresi i mamotreti studiati a memoria. Conosco tutti i suoi metodi (interni, naturalmente) e molti "fatti da galera".

Le mie sono certo accuse, ma non diffamazioni.
Potrei portare nomi, date e luoghi di ogni affermazione che faccio, quindi è storia vera e non diffamazione, come invece ho subìto io nel Cammino.
Anche su questo potrei riportare da parte di chi, nome e cognome, quando e perché.

Di argomenti ne ho a bizzeffe, anche perché una volta uscito ho conosciuto la Chiesa Cattolica, che nel Cammino non si conosce MAI.
Ho avuto sete di apprendere il suo deposito e il suo magistero, il Catechismo, il Rica e ogni documento utile.
Di certo però non risponderò a te, perché so che i neocatecumenali stravolgono sempre tutto e non c'è verso di avere un dialogo sincero e disteso con loro. MAI.

Tutto quello che tu elenchi io lo dico perché l'ho vissuto sulla mia pelle ed ho assistito anche ad altre distruzioni di persone a me ben note.

È una setta? Sì, perché se esci non approvando più le loro cose ti escludono e isolano totalmente. Mai rispetto. Non così per chi esce per motivi più personali che non coinvolgono il sistema.

Manipola le coscienze? Sì. Anche io fui manipolato a credere errori e invenzioni, per poi sentirmi dire che alla fine, siccome ero stato obbediente in tutto, ero diventato "superbo e giudicatore".

Divide le famiglie? Sì, io ho ancora due figli lì dentro (gli altri se ne sono andati) e, pur mantenendo un legame non troppo stretto, siamo sempre in disaccordo su tutto e ci sono molti argomenti tabù.
Disubbidienza liturgica,
fin dagli inizi del Cammino

Inventa dottrine eretiche? Sì. L'ho compreso quando ho incontrato la Chiesa Cattolica. Su tantissime cose c'è disobbedienza e odore di eresia. Non importa che dai "mamotreti" corretti siano state tolte le peggiori cose. Nel Cammino si continua a fare e a credere come prima (come catechista ho anche alcuni mamotreti “corretti” e ho visto cos’è stato tolto. Nonostante tutto, le credenze sono sempre rimaste uguali).

Fa proselitismo aggressivo? Sì, anche con la "Traditio", che feci per 3 anni. Con le 100 piazzate, che ho organizzato personalmente per anni. Col fatto che vieni invitato SOLO al Cammino e MAI alla Chiesa o alla parrocchia. Proselitismo SOLO per sé. Ingordi ed esperti di love bombing.

Ha il culto della personalità dei fondatori (non iniziatori)? Sì. Anche se molto meno nelle ultime generazioni, che tengono più a ciò che dice Kiko che non a Kiko come persona. Davanti a Kiko si prostrano quelli che si alzano per la missione, ed anche alcuni preti stupidi.

È una minaccia per la comunione ecclesiale? Sì, sì e sì. Ovunque, e conosco moltissimi luoghi, il Cammino ha portato divisione. Un tempo pensavo che fosse una sana persecuzione che subivano i neogatti a causa della loro fede. Oggi so perfettamente, per averlo visto e vissuto, che è perché i neogatti non comandano solo sulle comunità, ma anche sulle parrocchie che "guidano".
Io fui aggredito dai catechisti bellamente perché lavoravo "anche" per la parrocchia.

QUINDI, queste affermazioni non sono né false, né calunniose, ma fanno parte di un bagaglio di esperienze che era molto meglio non avere fatto.
È storia, vita vissuta direttamente e indirettamente, conoscenza di ciò che nel Cammino non conoscete perché lo tengono nascosto. Solo se esci e ti snebbi dalla manipolazione, ti si apre la possibilità di capire tante cose e di tenerle pure nella giusta considerazione, visto che voi minimizzate ogni alterazione che fate, come più sopra il "fratello" a proposito del latte e miele. Io l'ho bevuto per anni, e tu?

Purtroppo per te ho letto TUTTI i documenti delle approvazioni, ed avendo una formazione specifica, vi ho anche visto tutte le magagne e le trappole. Non ne parlerò qui.

Io invito per primi i miei catechisti, poi i catechisti regionali e poi tutti gli ex "fratellini" di comunità a fare un serio esame di coscienza (sanno cos'è davvero?) e a chiedere perdono a Dio per le loro ingiustizie su di me e su molti, coma anche per il sistema ingiusto che vige da sempre nel Cammino.
So che non lo faranno mai. Se avessero voluto farlo, l'avrebbero già fatto.

Declino il tuo invito a partecipare a una convivenza o a una celebrazione eucaristica. Già dato anche troppo e per troppo tempo, anche come responsabile delle convivenze, sia come catechista che come responsabile della comunità.
Ogni volta mi veniva il mal di testa, chissà perché...

Non assicurare NULLA quindi, niente sorprese, solo la piena coscienza che fate tutto come pare a voi. Vi basta sentirvi parte di qualcosa che apparentemente non nuoce, ma non sapete nulla.
Vacci tu, a "sorprenderti" e ad "ammirare". Vai a vivere la tua fede irreale fatta di sensazioni ed emozionalità, ma senza base.

Il Cammino NON È UNA FAMIGLIA, perché una famiglia non fa del male ai suoi componenti, anche se dovessero avere opinioni divergenti.
Quella della famiglia l'ho creduta anch'io per decenni, salvo poi scoprire che la famiglia Cammino Neocatecumenale è in grado di espellerti, calunniarti, umiliarti, farti molto male per poi non pensarci più.
Non so se augurarti di continuare a crederci, nella tua fantasiosa illusione, o sperimentare il calvario che ho sperimentato io, liberandomi però da ogni costrizione mentale e incontrando la vera fede della Chiesa Cattolica.
Ti assicuro: tutta un'altra cosa.

Il Cammino non è un'opera umana, no.
È opera di uno spirito non santo che subliminalmente opera nella Chiesa e che ha trovato posto nei fondatori della Fondazione Autonoma Cammino Neocatecumenale.
Uno spirito capace di farti vedere il bello dove c'è il brutto, il santo dove c'è la corruzione, l'amore dove c'è il cinismo, la Chiesa dove c'è il nemico della Chiesa.
Lo dite anche voi che il demonio (parola a voi così cara) fa passare per buone e belle le cose cattive, no? È una delle sue migliori capacità.

Io so già qual'è la mia volontà, ora chiarissimamente, una volta che il Signore mi ha aperto il cuore alla Chiesa Cattolica, passando dal calvario e riconoscendo il nemico.
Una di queste volontà è che faccia conoscere a tutti cos'è il Cammino Neocatecumenale per davvero, dietro la patina e la parvenza di "guardate com'è bello stare con i fratelli".
Io ho guardato fin troppo ed alla fine del buco ho visto solo perdizione.

Questo è già un blog di testimonianza, ma di quelle che non piacciono a te.
Quella che tu chiami denigrazione (che poi è quella che il Cammino fa sistematicamente verso le parrocchie) è semplicemente verità vissuta. Molti avrebbero preferito non viverla, ma una volta che è successo è bene che si sappia.

No, non mi benedire.
Le benedizioni neocatecumenali non sono sicure.
Non si sa chi sia il padre, né il figlio, né lo spirito.
Io un'idea ce l'avrei, ma so che è totalmente diversa dalla tua, fratello neocatecumenale.


Marco

giovedì 11 aprile 2024

Alcune cose che non udirete mai dai fratelli delle comunità del Cammino Neocatecumenale

Affresco in una chiesa campana:
nell'inferno, Kiko e Carmen insieme
alle anime che hanno fatto dannare

Vi sfido a trovare un kikos che abbia proferito almeno una volta una delle seguenti frasi:
  • "La Chiesa fa così ma il Cammino fa in modo diverso, dunque bisogna correggere il Cammino (e subito)"
  • "Gli iniziatori Kiko e Carmen hanno sbagliato su diversi punti: non possiamo negarlo perché non vogliamo mentire"
  • "Quando un capo del Cammino dice una cosa sbagliata, in nome di Dio va corretto subito e pubblicamente, affinché il Cammino non diffonda errori"
  • "Gli errori, le eresie, le ambiguità, gli strafalcioni liturgici, possono essere ispirati solo dal demonio (così come il voler perseverare nell'errore)"
  • "Non è vero che i cosiddetti catechisti sarebbero «apostoli», «angeli discesi dal cielo», «poveri uomini ma guidati dallo Spirito», e quindi è completamente sbagliato dire che «l'ubbidienza al catechista è tutto»"
  • "Nessuno deve permettersi di scarnificare le coscienze (coi cosiddetti giri di esperienze, cosiddetti scrutini, ecc.) e ai fratelli delle comunità occorre sempre ricordare che dei peccati e delle questioni di coscienza si parla solo col proprio sacerdote confessore"
  • "Le cosiddette Decime sono facoltative, perciò ognuno è libero di versarle a qualunque opera di carità completamente slegata dal Cammino"
  • "Dato che le Decime sono facoltative, chi non le versa non è attaccato a mammona, e nemmeno in braccio al demonio"
  • "Ogni volta che il Cammino ci invita a donare soldi o altri beni, deve assolutamente rendicontare l'uso che ne fa, altrimenti non merita fiducia né dono" 
  • "Non è vero che si può vivere il Vangelo senza impegnarsi a conoscere la dottrina cristiana secondo le proprie capacità"
  • "Diverse opere di Kiko (canti, dipinti...) sono brutte e anche dannose per la nostra spiritualità (e se vogliamo essere sinceri... proprio tutte)"
  • "Se siamo così sicuri che il Cammino viene da Dio, non possiamo difenderne ingiustizie, errori, malvagità, eresie (e non dobbiamo proteggere - né pagarne la bella vita - perfino pedofili e abusatori sessuali)" 
  • "Considerando ciò che fanno i giovani neocatecumenali (e anche i non giovani, e anche i fratelli di lungo corso), non possiamo dire che il Cammino salva da divorzi risse aborti droghe discoteche fornicazioni e tutto il resto" 
  • "È sbagliato voler ignorare o addirittura criticare padre Zoffoli (o qualsiasi altro buon autore critico del Cammino) senza averlo prima letto con onestà e attenzione"
  • "Purtroppo Carmen Hernández non risulta essersi mai pentita degli errori che ha insegnato e delle ingiustizie che ha cagionato"
  • "Purtroppo Kiko Argüello non risulta essersi ancora pentito degli errori che ha insegnato e delle ingiustizie che ha cagionato; bisogna invitarlo a pentirsene, altrimenti non si salverà"
  • "In realtà i cosiddetti «catechisti» del Cammino non hanno alcuna autorità, né davanti a Dio, né davanti alla Chiesa"
  • "Kiko è un po' troppo al centro dell'attenzione (le alzate, gli annunci, i canti, le «icone», ecc.)"
  • "Nella piccola comunità neocatecumenale, il condividere aspetti delicati della propria vita (non solo peccati) è un errore madornale"
  • "Chi commette un peccato XYZ va condannato anche se è un membro importante del Cammino; l'appartenenza al Cammino non è una giustificazione o un lasciapassare"
  • "I cosiddetti «catechisti» neocatecumenali, se vogliono salvarsi l'anima, devono trasmettere solo la dottrina cattolica, promuovere solo la liturgia cattolica, promuovere il bene delle singole anime anche a costo di sacrificare il prestigio e i soldi del Cammino"
  • "Se ti dicono che il Cammino non fa per te, significa solo che si sono accorti che hai capito che il marciume del Cammino non si può correggere"
  • "Ho detto ai miei cosiddetti «catechisti» che finché le liturgie neocatecumenali non si adegueranno a ciò che decise Benedetto XVI il 1° dicembre 2005 e riportato dallo Statuto all'articolo 13 nella nota 49, andrò a quelle della Chiesa Cattolica"
  • "I capi del Cammino sono abilissimi a trovare scuse - persino citando in modo furbetto versetti delle Scritture - pur di non ammettere che nel Cammino ci sono errori che non vogliono correggere"
  • "Per far bene il Cammino occorre purtroppo una certa dose di ipocrisia".

giovedì 4 aprile 2024

Scuole e ruderi, col fiume di milioni del Cammino

Ma che aspettano le autorità civili spagnole ad indagare sulle finanze della Fundación Familia de Nazaret, costituita nel 1992 per attendere alle questioni economiche del Movimento Neocatecumenale che, per statuto, dovrebbe essere un “insieme di beni spirituali”?

Lo sarà forse il Movimento Neocatecumenale, ma di certo non lo è la sua Fondazione, che maneggia da 30 anni soldi a palate senza alcuna rendicontazione.

Già nel 2010 si dichiarava che tramite questa Fondazione si realizzava, tra le altre, anche l’acquisto di scuole un po’ ovunque e la sensazione è che sia proprio stato così, soprattutto in Spagna e in America Latina. Anche se seguire il filo delle scuole “neocatecumenali” è difficilissimo perché normalmente non ne viene immediatamente attestata la proprietà e quindi si dovrebbe compiere una ricerca infinita e complessa su ogni singola scuola che susciti il dubbio.

Zitti zitti quindi, dietro al paravento della non identificabilità, chissà quante scuole di ogni grado hanno acquisito negli anni per formare i ragazzini e i giovani al loro insegnamento.

Noi ci siamo sempre focalizzati sulle altre importanti proprietà neocatecumenali, ma questa delle scuole ci era un po’ sfuggita.

Non è tanto per censire le scuole di proprietà neocatecumenale, acquistate attraverso le loro locali fondazioni, ma è proprio per ampliare la visione dell’impero economico neocatecumenale e l’albero dei soldi di Pinocchio.
Sì, pare che mammona per loro faccia crescere i soldi sugli alberi ad ogni stagione.
Ne hanno spesi e ne hanno in disponibilità molti più di quelli che potremmo ipotizzare.

Intanto, nel 2010, si parlava dell’acquisto di sei scuole nella diocesi di Burgos, Spagna:

“L'Arcivescovado di Burgos sta studiando un'offerta MILIONARIA fatta da una Fondazione legata ai nuovi movimenti cattolici per la vendita delle sei scuole diocesane sparse nella capitale.”

Non sappiamo se ci siano riusciti, ma di certo la DISPONIBILITÀ MILIONARIA l’avevano, altrimenti non avrebbero potuto fare l’offerta.

L’articolo che diffonde questa notizia (poi opportunamente scomparso dal giornale da cui lo avevamo ripreso, El Correo de Burgos), sosteneva che il Movimento Neocatecumenale stava cercando di acquisire scuole in tutto il mondo, essendo le sue nuove linee guida la formazione dei giovani ai loro ideali, non solo cattolici ma ultra-cattolici e settari.

Si legge: 

“Questa fondazione è stata presumibilmente creata dal Cammino Neocatecumenale per non dover rendere conto delle entrate ricevute per l'evangelizzazione. I dati così come i loro resoconti sono un GRANDE MISTERO”.

Citano un articolo pubblicato su Alandar Magazine, Anno XXI, n. 203, nel dicembre 2003:

“Sebbene ufficialmente povera, la Fondazione Famiglia di Nazareth per l'Evangelizzazione itinerante, approvata a Madrid dal cardinale Suquía nel 1992, muove più di 120 milioni di euro all'anno, proveniente principalmente dalle «decime» delle famiglie. I suoi leader utilizzano questi fondi senza dover rendere conto a nessuno. La rivista francese Golias, di area cattolica, ha recentemente dedicato loro un numero monografico e osa dire che il Cammino rientra in otto dei dieci criteri che il Consiglio d'Europa stabilisce per identificare le sette dannose".

Questo veniva detto nel 2003.
Di certo i 120 milioni di euro all’anno sono lievitati a molti di più nel tempo e, sicuramente, non è affatto vero che provengono solo dalle decime, che ufficialmente si esauriscono all’interno della comunità e nemmeno sono sufficienti per tutte le spese.
Da dove arrivano non si sa.

L’articolo del 2010 giustamente si chiede dove il Movimento Neocatecumenale abbia i soldi per comprare anche le scuole.
Non molto lontano dal vero, nell’articolo si dichiara:

“Pensiamo che la sua idea (di Kiko) sia quella di indottrinare i bambini secondo le loro convinzioni fin dall'infanzia. Kiko Argüello ha già dato molta importanza all'indottrinamento dei bambini nelle famiglie e poiché ATTUALMENTE IL NUMERO DEI MEMBRI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE STA DIMINUENDO, grazie al fatto che le persone che sono andate hanno detto la verità su ciò che accade dentro, ora hanno deciso indottrinare le loro convinzioni ai figli degli altri, per avere un domani per le future vittime neocate. E il modo migliore per farlo è acquistare scuole in cui imporranno segretamente le loro idee.”

La data è del 2010 e già in Spagna si vede che
ATTUALMENTE IL NUMERO DEI MEMBRI
DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE
STA DIMINUENDO
”.

Lo diciamo anche noi da anni, evidentemente non siamo i soli a registrare questo calo che va avanti da decenni.

Ma, nonostante o proprio per questo, pare che all’epoca si sapesse che stavano cercando di acquistare altre scuole in altre diocesi, e che con alcune ci fossero già riusciti.

Mammona elargisce copiosamente i suoi doni a chi lo venera (salvo poi rendergliene conto), per cui apprendiamo che proprio nel 2020, hanno fatto un’altra indecente proposta: quella di ACQUISTARE LA CHIESA DISMESSA DI FUENTES, A CARBONERO EL MAYOR, dove i primi baraccati si recavano (anche per un mese) a fare le loro convivenze nel paese fantasma, lontano dalla gente.

A febbraio 2020, infatti, la Fundación Familia de Nazaret aveva presentato al municipio di Carbonero el Mayor un progetto per la riabilitazione della chiesa di La Asunción, situata nella disabitata Fuentes, nel comune di Carbonero el Mayor. Quella chiesa, all'epoca, era quasi totalmente distrutta.

Il Movimento Neocatecumenale ha ottenuto la cessione dei ruderi della chiesa dal vescovato di Segovia affinché la Fundación Familia de Nazaret provveda al RESTAURO INTEGRALE, in quanto lì si sarebbero svolte alcune celebrazioni all’inizio del Movimento. 

Secondo le informazioni della testata, la Fundación Familia de Nazaret è "il canale utilizzato da questa organizzazione" per incanalare le sue azioni patrimoniali nelle scuole e nei centri dipendenti dal Cammino.

Il progetto, che mira a recuperare l'edificio per la celebrazione di incontri religiosi, nel 2020 superò il processo di accettazione per poi dover essere approvato dalla Commissione per i Beni Territoriali prima della sua approvazione definitiva.

Di questo luogo sappiamo che fu dove si svolse la prima Veglia Pasquale nel 1968.
Come mai, ci chiediamo, se il vescovo Morcillo era così tanto favorevole, non celebrarono in una vera Chiesa?
Perché andarono in un paese fantasma ed in una chiesa chiusa, lontano da tutti?
Perché a Kiko piacevano così tanto i paesi fantasma?
Per i tramonti che avrebbe potuto benissimo ammirare altrove?

Già a dicembre del 2019 si leggeva che:

“I responsabili del Cammino Neocatecumenale hanno tenuto diversi incontri con le autorità municipali di Carbonero el Mayor per illustrare il progetto di recupero della chiesa di Fuentes e dei suoi dintorni. Un portavoce comunale ha sottolineato che il progetto sta già compiendo gli ultimi passaggi burocratici prima della concessione della licenza edilizia obbligatoria e precisa che i lavori potrebbero iniziare già all'inizio del 2020”.

Addirittura vogliono recuperare non solo la chiesa, ma anche i "DINTORNI"!

Eccesso di megalomania?

Di certo l’inizio del 2020 non ha assecondato i piani di Kiko e forse, chissà, mai li asseconderà visto il drammatico calo delle entrate.

Certamente, se il progetto avrà seguito, insieme magari a quello della nuova Domus Jerusalem, non solo noi, ma anche le autorità civili ed il Vaticano stesso sarebbero chiamati ad indagare su come sia stato possibile.

Di certo nel territorio di Carbonero e della diocesi di Segovia si parla neocatecumenalese stretto. Il parroco di Carbonero el Mayor ha infatti dichiarato:

“La creazione di questo CENTRO DI SPIRITUALITÀ legato a questo itinerario neocatecumenale è una buona notizia per la comunità, che servirà ad attirare persone da tutto il mondo verso la città." 

Ha inoltre precisato che il vescovado di Segovia, in quanto proprietario della proprietà, la cederà al Cammino Neocatecumenale attraverso un accordo della DURATA DI 99 ANNI al fine di rendere possibile il lavoro di recupero. 

Secondo l'opinione del suddetto parroco:

"Il Cammino Neocatecumenale ripristina le chiese in un modo molto bello poiché Kiko ha una formazione artistica ampia e contrastata, e per questo sono certo che il risultato sarà magnifico e servirà non solo come attrazione spirituale, ma anche per attrarre e mantenere la popolazione nell'ambiente”.

Chiesa di La Asunción a Fuentes











Vedendo le foto, quanto potrà costare recuperare un rudere totale?

Se poi ci si vuol fare un'idea più precisa dello stato di fatiscenza dell'immobile da RECUPERARE INTEGRALMENTE insieme ai DINTORNI, il video è QUI