giovedì 11 aprile 2024

Alcune cose che non udirete mai dai fratelli delle comunità del Cammino Neocatecumenale

Affresco in una chiesa campana:
nell'inferno, Kiko e Carmen insieme
alle anime che hanno fatto dannare

Vi sfido a trovare un kikos che abbia proferito almeno una volta una delle seguenti frasi:
  • "La Chiesa fa così ma il Cammino fa in modo diverso, dunque bisogna correggere il Cammino (e subito)"
  • "Gli iniziatori Kiko e Carmen hanno sbagliato su diversi punti: non possiamo negarlo perché non vogliamo mentire"
  • "Quando un capo del Cammino dice una cosa sbagliata, in nome di Dio va corretto subito e pubblicamente, affinché il Cammino non diffonda errori"
  • "Gli errori, le eresie, le ambiguità, gli strafalcioni liturgici, possono essere ispirati solo dal demonio (così come il voler perseverare nell'errore)"
  • "Non è vero che i cosiddetti catechisti sarebbero «apostoli», «angeli discesi dal cielo», «poveri uomini ma guidati dallo Spirito», e quindi è completamente sbagliato dire che «l'ubbidienza al catechista è tutto»"
  • "Nessuno deve permettersi di scarnificare le coscienze (coi cosiddetti giri di esperienze, cosiddetti scrutini, ecc.) e ai fratelli delle comunità occorre sempre ricordare che dei peccati e delle questioni di coscienza si parla solo col proprio sacerdote confessore"
  • "Le cosiddette Decime sono facoltative, perciò ognuno è libero di versarle a qualunque opera di carità completamente slegata dal Cammino"
  • "Dato che le Decime sono facoltative, chi non le versa non è attaccato a mammona, e nemmeno in braccio al demonio"
  • "Ogni volta che il Cammino ci invita a donare soldi o altri beni, deve assolutamente rendicontare l'uso che ne fa, altrimenti non merita fiducia né dono" 
  • "Non è vero che si può vivere il Vangelo senza impegnarsi a conoscere la dottrina cristiana secondo le proprie capacità"
  • "Diverse opere di Kiko (canti, dipinti...) sono brutte e anche dannose per la nostra spiritualità (e se vogliamo essere sinceri... proprio tutte)"
  • "Se siamo così sicuri che il Cammino viene da Dio, non possiamo difenderne ingiustizie, errori, malvagità, eresie (e non dobbiamo proteggere - né pagarne la bella vita - perfino pedofili e abusatori sessuali)" 
  • "Considerando ciò che fanno i giovani neocatecumenali (e anche i non giovani, e anche i fratelli di lungo corso), non possiamo dire che il Cammino salva da divorzi risse aborti droghe discoteche fornicazioni e tutto il resto" 
  • "È sbagliato voler ignorare o addirittura criticare padre Zoffoli (o qualsiasi altro buon autore critico del Cammino) senza averlo prima letto con onestà e attenzione"
  • "Purtroppo Carmen Hernández non risulta essersi mai pentita degli errori che ha insegnato e delle ingiustizie che ha cagionato"
  • "Purtroppo Kiko Argüello non risulta essersi ancora pentito degli errori che ha insegnato e delle ingiustizie che ha cagionato; bisogna invitarlo a pentirsene, altrimenti non si salverà"
  • "In realtà i cosiddetti «catechisti» del Cammino non hanno alcuna autorità, né davanti a Dio, né davanti alla Chiesa"
  • "Kiko è un po' troppo al centro dell'attenzione (le alzate, gli annunci, i canti, le «icone», ecc.)"
  • "Nella piccola comunità neocatecumenale, il condividere aspetti delicati della propria vita (non solo peccati) è un errore madornale"
  • "Chi commette un peccato XYZ va condannato anche se è un membro importante del Cammino; l'appartenenza al Cammino non è una giustificazione o un lasciapassare"
  • "I cosiddetti «catechisti» neocatecumenali, se vogliono salvarsi l'anima, devono trasmettere solo la dottrina cattolica, promuovere solo la liturgia cattolica, promuovere il bene delle singole anime anche a costo di sacrificare il prestigio e i soldi del Cammino"
  • "Se ti dicono che il Cammino non fa per te, significa solo che si sono accorti che hai capito che il marciume del Cammino non si può correggere"
  • "Ho detto ai miei cosiddetti «catechisti» che finché le liturgie neocatecumenali non si adegueranno a ciò che decise Benedetto XVI il 1° dicembre 2005 e riportato dallo Statuto all'articolo 13 nella nota 49, andrò a quelle della Chiesa Cattolica"
  • "I capi del Cammino sono abilissimi a trovare scuse - persino citando in modo furbetto versetti delle Scritture - pur di non ammettere che nel Cammino ci sono errori che non vogliono correggere"
  • "Per far bene il Cammino occorre purtroppo una certa dose di ipocrisia".

35 commenti:

  1. O.T. Ma non tanto:
    "Se vogliamo conoscere la personalità di qualcuno occorre dargli un po’ di potere e lasciare che lo eserciti. Ci accorgeremo in breve se quella persona è colpita dalla Sindrome del Piccolo Potere. E’ il disturbo comportamentale individuale di quelle persone cha hanno un’autostima compromessa e hanno la necessità di umiliare gli altri nel tentativo di superare il senso di inutilità e di inferiorità che vivono. Umiliano gli altri per sentirsi più in alto. Spesso si sentono fuori posto e diventano aggressivi con chiunque minacci la loro “autorità”. Con queste persone è difficile instaurare un dialogo o una convivenza. Se annusano la minaccia saranno capaci di tutto per affermare la loro illusoria autorità: aggressione verbale, insulti, parole umilianti."
    Fonte:(Basilicata24it.).
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    Quanto sopra, si addice perfettamente a tutti gli adepti del Cammino Neocatecumenale; dal vertice alla base.
    Ruben.
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  2. "Ho detto ai miei cosiddetti «catechisti» che finché le liturgie neocatecumenali non si adegueranno a ciò che decise Benedetto XVI il 1° dicembre 2005 e riportato dallo Statuto all'articolo 13 nella nota 39, andrò a quelle della Chiesa Cattolica"

    Mi chiedo cosa ci stiano a fare il Messale Romano e i Praenotanda, se poi le autorità ecclesiastiche lasciano che il Cammino celebri la Messa fuori da ogni schema cattolico ormai da 60 anni.
    Allora chiunque può fare come gli pare?

    Un conto è quando devia un singolo prete, un conto è quando a farlo è un'intera organizzazione sparsa per il mondo.

    È dal 2005 che avrebbero dovuto adeguarsi, ma nessuna autorità vaticana li ha obbligati o sanzionati, quindi continuano come se nulla fosse.
    Le decisioni di Benedetto XVI come acqua fresca.

    Ogni tanto credo che sarebbe bene rinnovare ciò che DECISE Benedetto XVI in ogni parte della lettera e non solo in quella più diretta in cui si dice:
    "Sul MODO DI RICEVERE LA SANTA COMUNIONE, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (NON PIÙ DI 2 ANNI) PER PASSARE dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) AL MODO NORMALE PER TUTTA LA CHIESA DI RICEVERE LA SANTA COMUNIONE. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il MODO PREVISTO NEI LIBRI LITURGICI per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo."
    Questo è sin troppo chiaro, non abbisogna di interpretazioni.
    I neocatecumenali, come tutti gli altri cattolici (se davvero sono cattolici), non devono stare seduti in nessun momento della Santa Comunione e non devono celebrare sulla posticcia "mensa addobbata" al posto dell'altare dedicato (e benedetto).
    Per ricevere la Santa Comunione devono attenersi al "modo normale per tutta la Chiesa", cioè in processione e quindi in piedi, adeguandosi in tutto ai libri liturgici, ivi compresa la consumazione immediata della specie.

    Ma la lettera con le DECISIONI di Benedetto XVI (mai abrogata e quindi ancora valida), non parla solo di questo.
    In maniera meno diretta DECIDE molte altre cose, che però si possono sapere solo se si consultano i testi indicati con precisione nei vari paragrafi.

    Risulterò sicuramente grafomane, ma desidero riportare qui (non saprei in quale altro sito) le evidenze di alcune disamine che operai tempo fa, comprensive anche di un'interessante intervista datata a mons. Delgado Galindo e della comparazione con ciò che è stato inserito nella nota 49 all'art.13 § 3 dello Statuto della Fondazione Cammino Neocatecumenale.

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  3. "Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né AGGIUNGERE NULLA".

    Questo incipit viene poi spiegato punto per punto nel corpo della lettera ma già si evidenzia che, per esempio, gli Eletti biancovestiti che vengono dalla gran tribolazione (?????) non possono bere latte e miele, perché i libri liturgici non prevedono tale possibilità.
    È un'aggiunta e, come specificato, non si può aggiungere NULLA.

    Perché allora ancora lo fanno e la Chiesa tace?

    Ma c'è molto altro.

    1) "Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale."
    Qui è a discrezione di chi comanda localmente nel Cammino, c'è chi lo fa e chi non lo fa.
    Da noi andavamo alla Messa in parrocchia solo quelli delle comunità più vecchie, quelle più giovani no. Mai.
    I catechisti avevano paura che la Messa parrocchiale "contaminasse" i giovani, che li depistasse, li distogliesse dalle bellezze neocatecumenali.

    2) Le monizioni devono essere "EVENTUALI" e brevi.
    Tuttavia, il riferimento al n. 105 dell' OGRM, rende evidente che queste spettano al "COMMENTATORE" e non "ai commentatori". È un MINISTERO/RUOLO SPECIFICO e spetta ad una persona specifica detta anche “animatore liturgico”, non a tutti quelli che hanno "preparato" la sera prima.
    Inoltre il commentatore non deve salire all'ambone perché non proclama la Parola di Dio, ma la sua. Ciò è riportato anche nei Praenotanda (n. 33):
    "Poiché l'ambone è il luogo dal quale viene proclamata dai ministri la parola di Dio... È meno opportuno che salgano all'ambone altre persone, per esempio il commentatore, il cantore o l'animatore del canto"
    Quindi nemmeno i cantori.
    Poi il commentatore deve essere esperto e preparato bene, sobrio e discreto, evitando ogni forma di protagonismo, tanto che il n. 128 OGRM parla del sacerdote riguardo all'introduzione alla Parola (ambientale neocatecumenale).
    Anche il n. 38 dei Praenotanda specifica che il celebrante “riserva di norma a se stesso sia alcune monizioni, per ravvivare l'attenzione dei fedeli, sia specialmente l’omelia…”
    Così come anche il n. 42: “Spetta a colui che presiede introdurre talvolta i fedeli alla liturgia della Parola con opportune monizioni prima che vengano proclamate le letture… Il compito delle monizioni può essere però affidato anche ad altri, per esempio al diacono o al COMMENTATORE”

    Tuttavia nel Cammino si continua a mandare all’ambone persone qualsiasi, prive di un ruolo specifico. Spesso sono pure affetti da protagonismo cronico e fanno monizioni lunghissime o volte solo a credersi tutti insegnanti e non semplici illustratori.
    E la Chiesa tace.

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  4. 3) “Quanto ad interventi occasionali di testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli SPAZI e i MODI indicati nell’Istruzione Interdicasteriale “Ecclesiae de Mysterio”, approvata “in forma specifica” dal Papa Giovanni Paolo II:
    “È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, ECCEZIONALMENTE, qualche EVENTUALE TESTIMONIANZA sempre adeguata alle norme liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in PARTICOLARI GIORNATE (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta oggettivamente conveniente…” (art. 3, §§ 2 e 3)

    Queste, in gergo neocatecumenale, sarebbero le “risonanze” o “eco della Parola”.
    Non si possono fare sempre ad ogni Eucarestia. Ci sono spazi e modi indicati con l’approvazione di Giovanni Paolo II.
    Devono essere “ECCEZIONALI” ed “EVENTUALI” e, soprattutto, in Eucarestie relative a PARTICOLARI GIORNATE (giornata del seminario, del malato…).

    Eppure i neocatecumenali fanno risonanza ogni volta e guai se il piatto langue. Verranno incentivati a “risonare”.
    Quanto all’ “adeguamento alle norme liturgiche”, nemmeno a parlarne. Si sentono intepretazioni personalizzate talvolta anche molto distanti dall’esegesi tradizionale.
    Normalmente si inizia con “A me questa Parola ha detto…” e via all’intepretazione libera e personale. L’ha detto “a me”… Così, a sentimento…
    Queste personalizzazioni inventate a voce alta non solo fuorviano chi le dice, ma anche coloro che ascoltano cose sbagliate.

    4) “La possibilità del ‘dialogo’ nell’omelia (cfr. Directorium de MISSIS CUM PUERIS, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente USATA DAL MINISTRO CELEBRANTE come mezzo espositivo, con il quale NON SI DELEGA AD ALTRI IL DOVERE DELLA PREDICAZIONE”.”

    Qui si riconduce la possibilità del dialogo solo alla Messa con i fanciulli, dialogo che il n. 48 specifica essere riservato al celebrante:
    “In tutte le Messe per i fanciulli, si deve dare grande importanza all'omelia con cui viene spiegata la
    parola di Dio. L'omelia destinata ai fanciulli può svolgersi talvolta in forma di dialogo con loro, a meno che non si preferisca che ascoltino in silenzio.”

    Questo va contro l’uso neocatecumenale di dialogare con i bambini ad opera dei cosiddetti “maestri dei bambini”. Anche se ciò non avviene durante l’omelia, naturalmente, è un momento in più che i neocatecumenali si prendono per “parlare” al posto dei sacerdoti.
    Il trucchetto è farlo fuori dall’omelia.

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  5. Quanto alle testimonianze (risonanze neocatecumenali), il richiamo alla Redemptionis Sacramentum (n. 74), in più, specifica che:
    “Se vi fosse l’esigenza di fornire informazioni o TESTIMONIANZE di vita cristiana ai fedeli radunati in Chiesa, è generalmente PREFERIBILE che ciò avvenga AL DI FUORI DELLA MESSA. Tuttavia, per una grave causa, si possono offrire tali informazioni o testimonianze quando il Sacerdote abbia pronunciato la preghiera dopo la Comunione. QUESTO USO, tuttavia, NON DIVENTI CONSUETO.”

    Invece, tutti gli usi esaminati, dalle monizioni alle risonanze, al dialogo dei maestri dei bambini, alla mensa addobbata centrale, alla comunione sul posto, al via vai all’ambone di persone non autorizzate… sono del tutto “consueti” e inamovibili nel Cammino Neocatecumenale ancora oggi.

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  6. Per meglio comprendere, tutte le DECISIONI di Benedetto XVI vengono ribadite dal card. Arinze, allora Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in un’intervista occorsa poco più di due mesi dopo l’emanazione della Lettera, il 15 febbraio 2006.

    Intanto si scopre che la Lettera è il frutto di di “tanti colloqui” avuti dalla Triade con la Congregazione per più di 2 anni.
    Evidentemente, per essere arrivati ad emanare la Lettera, Kiketto non deve aver convinto della bontà delle sue procedure.

    Poi si apprende che la decisione di inoltrare una lettera è derivata da “da ciò che emergeva dall’esame di questa Congregazione di come il Cammino Neocatecumenale celebra la Santa Messa da molti anni, perché dopo l’approvazione dei loro statuti per un periodo di cinque anni da parte del Pontificio Consiglio per i laici, rimanevano per gli altri Dicasteri le approvazioni di loro competenza: per la nostra Congregazione, il campo della liturgia.”

    Quindi, nel campo della liturgia, la Congregazione si è espressa tramite questa Lettera.
    E queste sono le DECISIONI di Benedetto XVI, mai abrogate ed ancora valide, se solo il Cammino obbedisse.

    Per esaminare le Eucarestie neocatecumenali ha lavorato una Commissione mista tra persone nominate dal Cammino Neocatecumenale e persone nominate dalla Congregazione, dalla quale è emerso che “TANTE PRATICHE CHE LORO FANNO DURANTE LA MESSA, le quali sono state esaminate e MOLTE molte di loro EMERGEVA CHE NON ERANO SECONDO I LIBRI APPROVATI… E c’è stata anche una discussione tra sette cardinali della Curia romana per volere del Santo Padre, i quali hanno esaminato il tutto. Dunque, questa lettera è la CONCLUSIONE DI TUTTO.”.

    Certe pratiche neocatecumenali non sono piaciute né a Benedetto XVI né alla Congregazione per il Culto Divino.
    E infatti hanno DECISO cosa doveva cambiare nell’arco di 2 anni.

    In effetti, a pensarci bene, visto che è stato rammentato lo Statuto ax experimentum del 2002, i due anni concessi per l’adeguamento avrebbero dovuto coincidere con l’emanazione dello Statuto definitivo, che avrebbe dovuto avvenire nel 2007.
    Invece è avvenuta nel 2008, senza spiegazione alcuna per il ritardo.

    A pensarci ancora meglio, dalle dichiarazioni del card. Arinze risulta che l’esame da parte della Congregazione per il Culto Divino è iniziato pochi mesi dopo dopo l’approvazione dello Statuto ad experimentum, sicuramente con l’intenzione che il Cammino si adeguasse alle DECISIONI ricevute almeno nello Statuto definitivo.

    Mai obbedito in nulla.

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  7. Una delle tattiche del Cammino è infatti quella di lasciar trascorrere il tempo sperando che le DECISIONI cadano nel dimenticatoio.
    Se le autorità vaticane non intervengono per obbligarli, la considerano scampata e continuano a fare come hanno sempre fatto.

    Qualcuno dovrebbe dire alla sig.na Ascensione che non proprio tutte le Congregazioni (nessuna direi) hanno dato “vere laudatio”.
    In questa Lettera, che è “la conclusione di tutto” il lavoro della Congregazione per il Culto Divino, non vedo alcuna “laudatio”, ma soltanto DECISIONI restrittive circa la liberalità con cui il Cammino tratta la Santa Messa.

    Detto questo, è comprensibile che Kiketto si augurasse la morte di Benedetto XVI.

    Ma la domanda principe rimane sempre la stessa: “Come mai nessuno interviene per ricondurre il Cammino ad obbedire alle decisioni della Congregazione e del Papa stesso?” “Quale braccio di forza può far vincere un movimentucolo eretico invece che le autorità vaticane e lo stesso Papa?”

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  8. Per corroborare quanto detto, segnalo anche un’intervista a mons. Delgado Galindo, Capo Ufficio al Pontificio Consiglio per i Laici durante tutto il periodo relativo alle approvazioni e ai riconoscimenti accordati al Cammino Neocatecumenale.

    Poco prima della scadenza per l’approvazione dello Statuto definitivo, che avrebbe dovuto essere approvato nel giugno-luglio 2007, mons. Delgado rilasciò queste dichiarazioni:

    DOMANDA: “C’è però anche un’altra scadenza, quella fissata dal cardinale Arinze nella lettera sugli aspetti liturgici: due anni per modificare il modo di distribuire l’Eucaristia. Dunque, c'è tempo fino al dicembre 2007. Le chiedo: pensa che da un punto di vista liturgico con quella lettera la Congregazione per il Culto Divino abbia terminato il lavoro di sua competenza riguardo al Cammino? Possiamo dire cioè che in attesa delle decisioni della Congregazione per la dottrina della fede e per il clero, quella per il Culto divino ha terminato il suo lavoro?”

    RISPOSTA: “Su questo punto non saprei dirle esattamente: la competenza è naturalmente della Congregazione, non del Pontificio Consiglio. A me pare che in quella lettera vi sia la sintesi degli aspetti più importanti, quelli basilari, ma che in vista dell’approvazione del Direttorio nulla vieta che ci si possa pronunciare anche su altri aspetti della liturgia. E’ una possibilità. Peraltro, su quanto finora deciso non c’è neppure bisogno di aspettare due anni prima di uniformarsi nel modo di ricevere la comunione: le indicazioni contenute nella lettera del cardinale Arinze sono chiarissime. La si conosce, e dunque la si può anche applicare subito.

    https://forum.termometropolitico.it/505866-cammino-neocatecumenale-pontificio-laici.html

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  9. In sintesi, i punti salienti sono questi:

    1) La scadenza DECISA da Benedetto XVI per l’adeguamento da parte del Cammino Neocatecumenale alle DECISIONI sulla Santa Messa era perentoria: al massimo fino a dicembre 2007, proprio quando avrebbe dovuto essere già stato emanato lo Statuto definitivo.

    2) La competenza sulla liturgia NON È DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI, ma della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che si è espressa con le DECISIONI di Benedetto XVI.

    3) Esisteva la possibilità che la Congregazione potesse pronunciarsi anche su altri aspetti della liturgia “in vista dell’approvazione del Direttorio” (avvenuta ad opera del non competente Pontificio Consiglio per i Laici ben 5 anni dopo). Una vista molto lunga…

    4) Non c’era bisogno nemmeno di aspettare 2 anni prima di UNIFORMARSI al MODO DI RICEVERE LA COMUNIONE: le indicazioni contenute nella lettera del cardinale Arinze sono chiarissime. La si conosce, e dunque la si può anche applicare subito.

    Nonostante avesse avuto direttamente a che fare col Cammino Neocatecumenale in qualità di Capo Ufficio al Pontificio Consiglio per i Laici, è evidente che mons. Delgado non conosceva il lato nascosto che la Triade non aveva evidentemente mostrato: quello della disobbedienza.
    Come avrebbe dovuto essere, mons. Delgado si aspettava un adeguamento addirittura prima dello scadere dei 2 anni previsti e perentori.

    Pur essendo rimasto nel Pontificio Consiglio per i Laici, divenendone anche Sotto-Segretario, non pare che mons. Delgado abbia mai più rilasciato interviste sulle approvazioni del Cammino Neocatecumenale, anche se ne avrebbe avuto titolo più di molti altri.
    O se ne è tirato fuori, viste le male parate, o lo hanno tirato fuori, dato che “spifferava” verità non gradite al Cammino.

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  10. Troppa oscurità su questo Cammino Neocatecumenale, su come e perché non sia stato obbligato a rispettare le decisioni del Papa, su come abbia potuto ricevere riconoscimenti ed approvazioni per nulla chiari e limpidi.

    Ora, invito chi legge a confrontare se ciò che è scritto nell’art. 13 § 3 dello Statuto definitivo del Cammino corrisponde alle DECISIONI del Santo Padre (riferimento in nota 49 alla Lettera del 2005):

    “Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.”

    Si glissa su tutto e si mentisce sulla fedeltà ai libri liturgici, come abbiamo visto.
    Sul “modo di ricevere e distribuire la Santa Comunione” non c’è adeguamento al “MODO NORMALE PER TUTTA LA CHIESA DI RICEVERE LA SANTA COMUNIONE”, come deciso da Benedetto XVI, ma si dice solo che viene “ricevuta in piedi” (e consumata insieme al sacerdote tutti da seduti), restando al proprio posto e non processionando come previsto dal Messale Romano (almeno è più facile sedersi per mangiare tutti insieme il Corpo di Cristo, dopo averlo trattenuto a lungo sulle mani).

    Furbescamente hanno inserito le DECISIONI del Papa sull’Eucarestia, insieme e nel mezzo ad altre citazioni, specificando in modo diretto solo le due UNICHE concessioni (pace anticipata e utilizzo delle due specie) ottenute nel 1988.

    Mons. Delgado, comunque, all’epoca si espresse anche sullo status giuridico del Cammino relativo all’approvazione ad experimentum del 2002.
    Molto interessante ciò che rivelò a quel tempo, ma eventualmente vedremo un’altra volta.

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  11. Faccio presente anche che il 22 febbraio 2007, in un Incontro coi parroci ed il clero della diocesi di Roma, Papa Benedetto XVI espresse le sue riserve sull’eventuale prossima conferma degli Statuti del Cammino Neocatecumenale.
    In molti casi la ricerca delle opportune strutture aveva già dato i suoi frutti.
    Non per il Cammino Neocatecumenale, nemmeno nell’imminenza di un nuovo Statuto definitivo.
    Disse il Papa: “si sta ancora studiando. Ad esempio, ci si domanda se dopo cinque anni di esperimento, si debbano confermare in modo definitivo gli Statuti per il Cammino Neocatecumenale o se ancora ci voglia un tempo di esperimento o se si debbano forse un po' ritoccare alcuni elementi di questa struttura.”
    Alle porte dell’approvazione del nuovo Statuto definitivo, ancora erano a domandarsi se era il caso di confermare la struttura-Cammino oppure dare altro tempo di esperimento (magari affiché prima si esprimessero le Congregazioni), oppure se alcuni elementi andavano ritoccati.

    Poi, il 26 maggio 2007, la Triade ebbe un’udienza privata con Benedetto XVI, appena un mese prima di quando avrebbe dovuto essere approvato lo Statuto definitivo, che però non fu approvato se non l’anno successivo.
    Difficile pensare che questa udienza non abbia toccato anche l’argomento del nuovo Statuto da approvare.
    Eppure, sul sito neocatecumenale, è l’unica volta che non viene data la solita partigiana versione dell’incontro.
    Non hanno evidentemente riportato quanto Kiketto dichiarò al quotidiano spagnolo La Razón, che “l’approvazione degli Statuti era vicina” e, come sempre, che ““Benedetto XVI si è complimentato per l'attività missionaria che il Cammino compie in tutti i continenti e in particolare in Asia.”

    https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/148521.html

    Lo Statuto ad experimentum scadeva di lì ad un mese e l’adeguamento alle DECISIONI del Santo Padre scadeva a dicembre.
    Nulla avvenne nei tempi dichiarati pubblicamente da Kiketto, le cui dichiarazioni sono ora molto difficili da reperire sul web.
    Marco

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  12. ¿Es verdad que el Camino compró un terreno en Jerusalén por cinco millones de euros?

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    Risposte
    1. 5 milioni e 100 mila euro cash

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    2. Non solo.
      Nel 2019 hanno acquistato anche altri due lotti limitrofi.

      Al lotto iniziale di 5.140 mq hanno aggiunto altri 2.636 mq.

      https://www.domusjerusalem.com/the-goal/

      Da notare che la forma giuridica per la Domus Jerusalem è di "inc" (incorporated), cioè società a tutti gli effetti.
      Si tratta di una cosa completamente differente dalle Fondazioni.
      Qui i soci/azionisti si possono dividere i profitti e i vantaggi economici senza responsabilità personale sui propri beni.
      Di fatto sono proprietari dei beni mobili e immobili della società e quindi, nel caso in cui la società venisse dissolta volontariamente, le proprietà di ogni tipo vengono suddivise tra i membri o i loro eredi.
      Non male...

      E chi sono i membri della Domus Jerusalem Inc.?

      Tre vescovi filo-neocatecumenali o proprio neocatecumenali:

      Presidente: card. SEAN P. O' MALLEY (vescovo di Boston)
      Membro: vescovo NICHOLAS DIMARZIO (vescovo emerito di Brooklyn)
      Membro: vescovo PETER BALDACCHINO (vescovo di Las Cruces)

      Poi ci sono i laici e un prete:

      Tesoriere: Edward F. Condon
      Impiegato: Margaret G. Condon
      Assistente speciale: Antonio Enrique
      Direttore: CLAUDIA GENNARINI
      Direttore: GIUSEPPE GENNARINI
      Direttore: rev. ANGELO POCHETTI

      Edward e Margaret Condon sono sposati, hanno sei figli (neocatecumenali) e lui è un accreditatissimo broker e consulente finanziario di alto livello.
      Vivono in una casa a Mahwah, New Jersey, del valore attuale di $ 1,794,100, acquistata nel 2022 per
      $ 1,350,000.
      Non male...

      Tale Edward Condon è anche CEO di Cenacle Partners, società di consulenza finanziaria registrata presso il proprio domicilio.
      Direttore associato è Claudia Rodriguez (anche conosciuta come Claudia G. Condon), sposata con Israel Rodriguez, sei figli. I due sono "attivi negli sforzi missionari della diocesi di Brooklyn e Queens"
      https://www.cenaclepartners.com/about
      È quindi figlia di Edward e Margaret Condon e sono tutti ricchissimi neocatecumenali.
      Non male...

      Il motto della famiglia Condon è:
      "Un buon amministratore assicura la sicurezza e la crescita dell'eredità del suo Maestro proteggendolo dalle perdite e moltiplicando i talenti che gli sono stati assegnati, confidando nel piano di Dio."

      Antonio Enrique, invece, è l'ex itinerante neocatecumenale spagnolo che ha fatto carriera ed ora è presidente del Pilot Media Group che, tra gli altri, gestisce il quotidiano "The Pilot" il giornale ufficiale dell'Arcidiocesi di Boston, di cui è il redattore.
      Non male...

      In ultimo, per costuire questa Domus Jerusalem, servono altri 35 milioni di dollari.
      Da chi arriveranno?

      Inventeranno un'altra Fondazione come quella di Panama (Fundacion Domus Jerusalem), il cui presidente era il sacerdote Manuel Anselmo Díaz Ortiz, parroco della parrocchia neocatecumenale panamense Nuestra Senora de Guadalupe?
      Nella sua parrocchia ci sono ben 26 comunità neocatecumenali e l'incistamento iniziò nel 1975.

      Ma come... in quella Fondazione panamense era coinvolto anche don Rino Rossi della Domus Galilaeae???
      Eh sì.
      Fondatore insieme all'uomo di paglia don Manuel Anselmo Díaz Ortiz.
      Un altro solo membro: il tesoriere Felipe Jose Mantica Cuadra, lo storico multimilionario nicaraguense benefattore del Cammino Neocatecumenale.
      Sì, proprio quello che ha fondato anche la Fundacion Obra Artística Kiko Argüello e che fu membro della commissione per la costruzione dell' RM a Managua nel 1997.
      Non male...

      Detto tutto questo, che vuoi che siano 5 milioni di euro...
      Marco

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  13. Una volta ho detto a una sorella di comunità che le opere di Kiko sono davvero brutte. La sua risposta:"Ma sono ispirate!"

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  14. O.T.
    Stamane, nella mia Parrocchia, Santa Maria Goretti in Roma, funerale NC.
    Una piccola bara bianca, un bambino/a; uno dei numerosissimi figli, concepiti per forza, per volere di Kiko.
    Un'accolita di adepti, che, tra l'altro cantava ballava e applaudiva occupando poi, l'intera scalinata della Chiesa, come a voler riaffermare il "possesso" della Parrocchia.
    Una gran pena per quella creatura, per il quale al momento ho interiormente recitato il Requiem Aeternam, ed
    anche un po' per quella moltitudine plagiata, in parte forse in buona fede.
    Riposa in Pace(quella vera), bambino mio!...
    Ruben.
    ---
    anche un po'

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    1. E.C. mio 13 aprile 2024 alle ore 13:59
      Qell' "anche un po'" dopo la firma,
      è un refuso, scaturito involontariamente dal post stesso.
      R.
      ---

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  15. O.T.
    Una saletta del Cammino Neocatecumenale poco fà, Parrocchia di Santa Maria Goretti in Roma:
    Celebrante il Parroco indiano; "che fa l'indiano".
    Come al solito, il Celebrante, come ormai nelle loro messe blasfeme è in uso, si veste non in una Sagrestia, bensì in modo sciatto e disordinato quasi con disprezzo per i Sacri Paramenti, all'interno della saletta stessa.
    Lettura del Vangelo che non è un Vangelo, infatti mi rendo perfettamente conto, durante l'omelia(tre quarti
    d'ora, lunghissimi silenzi inclusi),che trattasi di un raccoglitore contenente cartelline in plastica trasparente;
    è ovvio, ormai siamo tutti pratici dell'andazzo, erano mamotreti.
    Ad un certo punto, trattenendo a stento un motto di riso, vedo il "Don", che in piena celebrazione, si attacca per dissetarsi, ad una bottiglia di acqua in plastica!..
    Al di là di tutto questo, omissioni ed aggiunte nei confronti del Messale in vigore, come se non ci fosse un domani,
    tali da far impallidire il recente richiamo "Gestis Verbisque".
    Ostentatamente e contestualmente alla prima parola della Consacrazione, lasciavo la saletta, non volendo essere testimone di un consumato sacrilegio.
    Domani, Domenica, il Parroco indiano "che fà l'indiano", farà finta di celebrare alcune messe parrocchiali, in quando la sua obbedienza è a Kiko.
    Quanto ho visto stasera, è la prova tangibile, che la Parrocchia è in mano al Cammino.
    Ruben.
    ---

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  16. O.T. Sè tieni il money casch nel cammino ti diverti è sempri il padreterno in terra, sè sei un poveraccio ti scartano appena possono farlo, a volte anche in malo modo.!Il succo alla fine della fiera è questo !

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    1. Ho notato, che nella mia ormai arcinota Parrocchia N.C., nelle Messe dei Cristiani della Domenica, la questua
      viene effettuata tramite un sacchetto di stoffaccia nera, attaccato ad un manicaccio di scopa.
      Non appena terminato il giro, il tutto prende immediatamente la strada della Sagrestia(se esiste ancora).
      Nelle Parrocchie "decontaminate", il tutto, avviene giustamente nell'ambito dell'offertorio, attraverso appositi
      e graziosi cestini di vimini che, finita la questua, vengono deposti ai piedi dell'Altare.
      La questua infatti, è un'offerta, non una rapina.
      Ruben.
      ---

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  17. Domenica mattina nei pressi del porto di Castellammare di Stabia c'erano i neo's a cantare Glow Riyad con i loro soliti applausi ritmati che li fanno riconoscere da lontano.
    Stavano nel piazzale al lato del sagrato, c'erano (fatto curioso!) molte macchine parcheggiate ai lati.
    Ormai non suscitano più curiosità, sono "carta conosciuta" come si dice dalle mie parti.

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    1. So carta sgamata!!!

      Alcuni anni fa, quando ero ancora nel cammino, tornai in Italia e dalle mie parti la chiesa kika piu vicina e' proprio quella di castellammare, ci andai e onestamente non vidi molti giovani.
      Solo persone di eta adulta e anziani, parlando con loro, la maggior parte dei figli non hanno seguito e orme dei papa, ma erano lontani dalla chiesa.

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    2. Purtroppo i neo's hanno conquistato parecchie parrocchie di Castellammare (e pure incarichi in curia e parroci), anche la concattedrale, anche la più grande (rione san Marco davanti allo stadio). Fortunatamente da molti anni si stanno riducendo, sembra che siano rimaste praticamente solo le comunità storiche fondate più di 20-25 anni fa.

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  18. Aggiungerei un' altra cosa, che magari dai Neocatecumenali, non si viene a sapere;
    che fine anno fatto le 100 Piazze?
    Nascono nel marzo 2013, immediatamente dopo l' elezione dell'attuale Pontefice, che di fatto li salvò,
    sospendendo "sine die", la sentenza della
    Feria lV, della Congregazione della Dottrina della Fede di metà gennaio 2013.
    Il Papa, allora, a seguito della sua elezione, parlò di "Chiesa in uscita".
    Il Cammino, nella sua congenita malattia di opportunismo e di completa assenza di
    "background" culturale uscì, organizzando
    quesi tiepidi sit in, auto-referenziali ed auto-celebrarivi, completamente scevri dal coinvolgere altri, ai fini di proselitismo.
    Non paghi di questo, nonostante il Papa,
    in più occasioni, abbia affermato ch e "il proselitismo è una grande sciocchezza",
    hanno continuato imperterriti; il tutto a pochi metri al di fuori delle loro Parrocchie.
    Chiesa in uscita? Si, aresponsabilità limitata!
    Ruben.
    ---

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    1. E.C :Scusatemi ancora per l'ennesimo quasi imperdonabile refuso, spesso non è agevole scrivere, come spesso mi accade da uno smartphone; ho scritto hanno senz' acca!..
      Ruben.
      ---

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    2. Potete spiegarmi meglio la questione Feria IV?

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    3. @Anonimo 17 aprile 2024 alle ore 07:13
      ---
      Cercherò di accontentarti nel modo
      più comprensibile e sintetico possibile: negli anni immediatamente precedenti le Sue dimissioni, Papa Benedetto XVl, probabilmente non convinto della conformità del Cammino alla Dottrina della Chiesa, incaricò
      la Congregazione della Dottrina della Fede, di indagare in merito.
      La Congregazione stessa, si serviva di un organo consultitivo/deliberativo che si riuniva il mercoledì, di qui la denominazione "Feria lV".
      Nei confronti del Cammino Neocatecumenale la Feria lV, si riunì rispettivamente a dicembre 2012 e gennaio 2013.
      Immediatamente dopo la sessione
      di dicembre, Cammino si affrettò a dire, che tutto si era svolto nel "migliore dei modi in un cllima di reciproca comprensione"(? ndr).
      Nulla si seppe esplicitamente, della Feria lV del gennaio 2013 dove fu emessa una sentenza tale da spaventare Kiko, che nei giorni immediatamente dopo le dimissioni di Papa Benedetto, si affrettò a telefonare ai suoi referenti Vaticani, che risposero che a ciò ci avrebbe pensato il futuro Papa.
      Di conseguenza, allo stato attuale
      la Sentenza della Feria lV, nei confronti del Cammino Neocatecumenale del gennaio 2013 è soltanto sospesa "sine die", ovvero a tempo indeterminato, ma
      non abrogata.
      Ruben.
      ---

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    4. Nel gergo del breviario, "feria IV" (quarto giorno della settimana) è il mercoledì.
      Per ordine di Benedetto XVI, una commissione incaricata di spazzare via la liturkikia e dare una stangata al Cammino si riuniva di mercoledì (e dunque informalmente le chiamavano "feria IV").

      Quando la commissione dopo alcuni mesi aveva concluso i suoi lavori e si preparava a sganciare la pesantissima bordata sul Cammino, Benedetto XVI abdicò. Un mesetto dopo fu eletto Francesco I, e spazzò via tutte le commissioni di lavoro nominate da Benedetto XVI, inclusa quella della "feria IV", pur essendo questa ormai al termine dei propri lavori.

      Sicché il Cammino ancor oggi continua a disubbidire (ogni sabato sera e ogni celebrazione della "liturkikia"), anche grazie alla fretta di Bergoglio di togliersi dai piedi tutti i "conservatori" nominati da Ratzinger, e soprattutto grazie alla rinuncia al pontificato di Ratzinger. Il Cammino, come sempre, si avvantaggia delle debolezze e dei problemi della Chiesa.

      Da notare che il Cammino è gradito solo al demonio. Infatti:

      - negli anni '60 ha sempre disubbidito alle norme liturgiche, come se non volesse appartenere all'unica vera Chiesa, come se ritenesse di capirne più di venti secoli di liturgia della Chiesa;

      - il 1° dicembre 1969 entra in vigore la liturgia Novus Ordo: ebbene, il Cammino disubbidisce anche a questa, sebbene la Novus Ordo sia stata sempre spacciata come più "vicina" alla gente, come più "partecipata", più "comprensibile", più adatta ai tempi moderni, eccetera;

      - negli anni '70 e '80 in varie nazioni le conferenze episcopali promulgano l'indulto (cioè il permesso temporaneo; un "indulto" non è una modifica alla liturgia, ma un permesso temporaneo ritirabile in qualsiasi momento) per la cosiddetta "comunione sulle mani", con mille distinguo e precisazioni; inutile aggiungere che il Cammino, avendo sempre disubbidito, disubbidirà ulteriormente, continuando a fare di testa sua (cioè secondo i dettami degli eretici Kiko e Carmen);

      - il 1° dicembre 2005 arrivano ufficialmente le «decisioni del Santo Padre» contro gli strafalcioni liturgici neocatecumenali; il tripode Kiko-Carmen-Pezzi scriverà al Papa una lettera (17 gennaio 2006) in cui accettano alcune modifiche (ripristinare il Gloria, l'Orate Fratres, e poco altro), ma dichiarando che continueranno a disubbidire quanto alla "comunione seduti" e al resto delle carnevalate; cioè anche stavolta si aggiunge disubbidienza a disubbidienza;

      - a giugno 2008 lo Statuto "definitivo" include le «decisioni del Santo Padre» che, tanto per cambiare, vengono disubbidite senza alcuno scrupolo, e quindi da questa data si aggiunge anche la disubbidienza del Cammino al proprio stesso Statuto (disubbidienti al Papa, alle norme liturgiche, allo stesso Statuto che le ha fatte sue).

      Da notare che quando parliamo di "disubbidienza del Cammino" si tratta letteralmente di tutto il Cammino, da Kiko fino all'ultimo dei più titubanti fratelli di comunità, poiché nessuno di loro si è mai sognato di partecipare volontariamente ad una liturgia che non fosse la carnevalesca pagliacciata neocatecumenale. In certi altri ambienti ecclesiali, anche in presenza di disubbidienze pluridecennali e di capi idolatrati, c'è sempre una qualche corrente di "opposizione" che cerca di adeguarsi alla Chiesa (dimostrando così che il problema non è "strutturale"). Invece nel Cammino disubbidiscono tutti e con ferma convinzione, e sono perfino capaci di tirare fuori scuse riconoscibilmente ipocrite, pur di continuare a disubbidire. Ciò che fa gran piacere al demonio: per il demonio è meglio un cristiano eretico che un ateo. L'ateo, infatti, può convertirsi; l'eretico che vuol restare tale, invece, resterà tale convincendosi pure di essere più cristiano degli altri, con "fede adulta", con "iniziazione di itinerario di primicristiani delle origini".

      Dunque non è per enfasi retorica o modo di dire, che affermiamo che il Cammino viene dal demonio.

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    5. Grazie della spiegazione. Ci sono stato fino ad un mese fa nel cammino. Ho lasciato dopo 14 anni. La realtà è che è tutto un obbligo, un peso. Non esiste la gioia. Un giorno magari scriverò la mia esperienza.

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    6. Ultimamente vi leggo praticamente ogni giorno. Sapere che ci sono persone che hanno passato quello che ho passato anch'io, mi ha aiutato tantissimo. Continuate!

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    7. Tra l'atro, quanto ho detto nel mio post delle 12,31, sulla questione, che by Tripudio ha ulteriormente e magistralmente chiarito, ho un video che ho salvato, dove Kiko, il 17 marzo 2013, a tre giorni dell'elezione di Francesco, in ùna conferenza, si rallegra pubblicamente dello "scampato pericolo".
      Ruben.
      ---

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  19. Ancora con la lettera di Arinze?Rassegnatevi e' estinta.

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    1. Falso.
      Non esiste alcun documento ufficiale - tanto meno pronunciamenti pontifici - che la "estingua" o almeno "modifichi".
      Al contrario, lo Statuto del Cammino l'ha pienamente recepita (articolo 13, nota 49).
      Dunque non solo i neocatecumenali perseverano diabolicamente nella disubbidienza, ma addirittura per difendere il Cammino hanno bisogno di mentire.
      Proprio come se il vero padre del Cammino fosse il demonio.

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    2. E' talmente estinta che è citata nel vostro Statuto. Ma forse hai ragione, è estinta perchè vi state estinguendo voi,

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    3. Dato che il Cammino educa alla menzogna - educa anche a mentire a sé stessi - vorrebbero far intendere che siccome lo Statuto la cita come documento ufficiale riguardante la liturgia, allora... non sarebbe più valida. Letteralmente deliranti. Come a dire che se una legge italiana cita un articolo della Costituzione, allora bisogna subito intendere che quell'articolo è stato abolito, anzi, l'intera Costituzione è abolita.

      In realtà, proprio perché la lettera del 1° dicembre 2005 è sempre valida lo Statuto la cita. Lo Statuto la recepisce pienamente, cioè la fa sua: quella lettera è parte integrante dello Statuto. Per spiegare la questione liturgica, l'articolo 13 dello Statuto la cita esplicitamente.

      Nel 2008 non si poteva concedere uno Statuto senza chiarire la questione liturgica e così, pur costretti loro malgrado a citarla (lo Statuto è stato scritto da kikolatri e aggiustato da amici dei kikolatri e approvato da Ryłko, grande amicone dei kikolatri), devono mentire a sé stessi dicendo che non varrebbe più nulla. Il Cammino è fondato sulla menzogna e perciò i "camminanti" devono mentire anche a sé stessi pur di continuare a gloriare il triplice vitello d'oro di categoria superiore Kiko-Carmen-Cammino.

      Nota 1: anche se in gergo neocatecumenalizio la chiamano "lettera di Arinze" (e spesso per brevità anche noi l'abbiamo indicata così), quella lettera del 1° dicembre 2005 con la firma del cardinal Arinze è un atto ufficiale della Congregazione per il Culto Divino, di cui il card. Arinze, all'epoca, ne era il prefetto. La lettera contiene le «decisioni del Santo Padre», dunque non è un'iniziativa del cardinal Arinze, ma un atto ufficiale di un dicastero vaticano incaricato di trasmettere le decisioni del Santo Padre contro le carnevalate liturgiche neocatecumenali. Qualsiasi tentativo di sminuirla equivale a sminuire le decisioni del Santo Padre. Cioè equivale a voler intenzionalmente sminuire l'autorità del Papa e disubbidire al Papa e alla Chiesa - oltre che alla liturgia valida per tutta la Chiesa.

      Nota 2: per annullare un atto giuridico occorre un atto di importanza uguale o superiore, da parte di un ente pari o superiore. Dunque quella lettera può essere annullata solo per esplicita decisione del Santo Padre, messa per iscritto da lui stesso o a suo nome dal dicastero per la liturgia. Naturalmente, dal 2005 ad oggi, nessun Papa ha mai minimamente "deciso" di contraddire (e neppure ammorbidire o variare) il contenuto di quella lettera. Dunque quando i kikolatri vi dicono che quella lettera varrebbe poco, non varrebbe più, o sarebbe stata addirittura "superata" o "annullata", stanno mentendo, sapendo di mentire. Si comportano invariabilmente come se volessero essere graditi solo al demonio.

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