sabato 29 maggio 2010
Lettera per Aldo; ma riguarda tutti, non solo chi è uscito dal cammino NC...
giovedì 27 maggio 2010
Studi sulla manipolazione mentale. Impressionante corrispondenza con ciò che avviene nel cammino neocatecumenale
- Controllo ambientale.Si riferisce al controllo dell'informazione all'interno del gruppo. Con gradazioni varie si può passare dal bollare tutte le critiche esterne come provenienti da persone non "illuminate" e quindi possedute dal nemico (o da "satana") unitamente all'invito diretto o indiretto a non vagliare le suddette critiche per non contaminare il proprio percorso di "conoscenza superiore" che si sta compiendo nel gruppo-setta fino ad arrivare a condizioni, nei gruppi più distruttivi, in cui è praticato un vero e proprio isolamento con filtro sulla comunicazione con l'esterno.Il controllo della comunicazione umana è l'aspetto basilare dell'ambiente della riforma del pensiero. Consiste nel controllo di quello che l'individuo vede, sente, legge, scrive, sperimenta ed esprime. Va anche oltre a questo, e controlla la comunicazione dell'individuo con se stesso - i suoi stessi pensieri. Qualsiasi cosa diversa dalle sue stesse credenze viene esclusa. L'organizzazione a cui appartiene appare onnisciente, sembra che conosca e sappia tutto quello che sta succedendo [ha una spiegazione ‘logica’ per tutto].
La realtà è di suo esclusivo possesso. In questo ambiente l'individuo è privato della combinazione tra informazione esterna e riflessione necessarie per testare la realtà e mantenere separate, in una qualche misura, l'identità individuale dall'ambiente circostante. L'individuo può sentirsi vittimizzato dai suoi controllori, e sente un senso di soffocamento.
- Manipolazione mistica.
C'è una manipolazione delle esperienze che appaiono spontanee ma infatti sono pianificate e orchestrate dal gruppo e dai suoi leader al fine di dimostrare una ispirazione divina o un avanzamento spirituale e uno speciale carisma che permetterà al leader di reinterpretare eventi, scritture e esperienze a suo piacimento.
Si cerca di provocare modelli comportamentali ed emotivi in modo che appaiano come scaturiti spontaneamente dall'interno dell'ambiente. Per la persona manipolata ciò assume il valore di qualità quasi mistica. C'è un senso di "scopo superiore" e i leader vengono proiettati sui membri come "depositari della verità". Diventando gli strumenti della loro stessa mistica, creano un'aura di misticismo intorno alla istituzione manipolatrice - il Partito, il Governo, l'Organizzazione ecc. Nel nostro caso si tratta di un "metodo di iniziazione", definita "cristiana", ma che presenta molte contaminazioni giudaiche e giudaizzanti.
Il perseguimento di questo imperativo mistico sostituisce tutte le considerazioni di convenienza dell'immediato benessere umano. Il fine giustifica i mezzi. Puoi mentire, ingannare ecc. quelli al di fuori dell'organizzazione. L'associazione con l'"esterno" è solo per dare in qualche modo beneficio alla propria causa. I membri sono talmente assorbiti dalla loro ideologia da razionalizzare ogni suggestione ingannevole.
I membri vengono sottoposti a frenetiche attività collegate al culto. Rimangono poco tempo ed energia per pensare al proprio stile di vita. - Obbligo della purezza.Il mondo è visto come o bianco o nero e i membri sono costantemente esortati a conformarsi all'ideologia del gruppo e a sforzarsi per raggiungere la perfezione.
L'induzione di senso di colpa e/o vergogna è uno strumento di controllo potente in questi casi. Tutto è in bianco e nero.
L'ideologia dell'organizzazione definisce che cosa è ‘puro’ e che cosa è ‘impuro’. Solamente le idee, sentimenti ed azioni coerenti alle direttive e all'ideologia sono buone. La coscienza individuale non è affidabile. La presunzione filosofica è che si può ottenere l'assoluta purezza, e qualsiasi cosa venga fatta in nome di questa purezza è morale. Definendo e manipolando il criterio di purezza e ingaggiando una guerra a tutto campo contro l''impurità (il dissenso in modo particolare) l'organizzazione crea un mondo ristretto di senso di colpa e vergogna. In queste condizioni l'individuo, a causa della sua incapacità a vivere secondo questi criteri, si aspetta umiliazioni, ostracismo e punizioni e vive in uno stato di costante senso di colpa e vergogna.
Dal momento che l'organizzazione è il giudice supremo del bene e del male, usa la colpa e la vergogna per controllare e manipolare i suoi membri. Agli occhi dei membri l'organizzazione diventa un'autorità illimitata, e il potere esercitato è evidenziato dalla loro capacità a "perdonare".
Tutte le ‘impurità’ sono viste come originate dall'"esterno" (il mondo). Quindi, uno dei modi migliori per sollevarsi dal peso della colpa è di denunciarle con grande ostilità. Più colpevole uno si sente, e più grande è l'odio, e più ostile è la sua denuncia (del mondo esterno). - Culto della Confessione.I peccati, come definiti nel gruppo, devono essere confessati sia a un "controllore" spirituale personale che pubblicamente al gruppo. Non c'è confidenzialità; i peccati, attitudini e mancanze dei membri sono discussi e sfruttati dai leader.
Al di là delle sue espressioni religiose, legittime e terapeutiche, è bene precisare che nel culto distruttivo la confessione diventa un culto di per sé. La confessione, in questo caso, diviene un mezzo per capitalizzare le vulnerabilità personali a favore dell’istituzione confessionale; sussidiaria e marginale la “consolazione” nella pratica effettiva.
Le sedute destinate alla confessione di solito avvengono all’interno di piccoli gruppi e sono accompagnate da verbalizzazioni di critica e autocritica. La forte pressione che si viene a ingenerare nell’individuo, diviene un elemento attivo per il processo del cambiamento personale.
I culti ideologici si appropriano dei sentimenti di colpa e di vergogna dell’individuo, con il risultato di esercitare una forte influenza sui cambiamenti che il discepolo deve fare per essere ritenuto tale a tutti gli effetti.
Rapporti alla leadership.
Questo è strettamente legato all'obbligo di purezza. Le confessioni sono portate al di là delle espressioni della religiosità ordinaria, legale, o terapeutica, al punto da divenire esse stesse un culto. In mani totalitarie, la confessione diventa un mezzo di sfruttamento piuttosto che l'offerta di sollievo ai peccati.
La confessione totalitaria è un atto di auto-resa, l'espressione della fusione tra individuo e ambiente. È una dissoluzione del sé, del talento e dei soldi. È conformità. Il culto della confessione ha effetti contrari ai suoi ideali di totale esposizione; piuttosto che eliminare i segreti personali li aumenta e li intensifica. - Scienze sacre.La dottrina o ideologia del gruppo è presentata come Verità Ultima (perché frutto di ispirazione superiore o per altri motivi) e perciò non discutibile. La verità non può essere trovata al di fuori del gruppo. I leader, poiché direttamente ispirati dall'alto, hanno sempre ragione e non possono essere criticati.
"Verità" assoluta.La loro "verità" è l'assoluta verità. È sacra, va oltre le domande. Viene richiesta reverenza alla leadership. Loro hanno TUTTE le risposte. Solo loro sono in possesso della "verità" rivelata. La visione morale definitiva diventa la scienza definitiva, e la persona che osa criticarla, o anche solo pensare criticamente, è immorale, irriverente e "non scientifica". La presunzione, qui, non è tanto che l'uomo può essere Dio, piuttosto che le IDEE dell'uomo possono essere Dio. Questo al membro da un senso di sicurezza. Sono fiduciosi e sicuri che possono avere la risposta alle domande o ai problemi più difficili. - Linguaggio caricato.
Il gruppo interpreta o usa parole e frasi in modi nuovi che spesso non sono comprensibili al "mondo esterno". Si tende a formare un "gergo" interno al gruppo al fine di costruire dei clichè o modelli semplificanti per interpretare la realtà che tendono ad alterare i processi di pensiero dei membri per conformarsi al modo di pensare del gruppo.
Blocco del pensiero con l'uso di clichè.Tutto viene compresso in frasi brevi, fortemente riduttive e dal suono definitivo, facilmente memorizzabili e facilmente esprimibili. Ci sono termini "buoni" che rappresentano l'ideologia del gruppo, e termini "cattivi" per rappresentare qualsiasi cosa esterna che deve essere rifiutata.
Il linguaggio totalitario è un gergo di forte divisione, molto chiuso, spietatamente valutativo. Agli esterni al gruppo questo linguaggio è noioso - linguaggio del non-pensiero. Ciò di fatto isola i membri dal mondo esterno. La sola gente che vi capisce sono gli altri membri. Gli altri membri possono scoprire se siete veramente dei loro da come parlate. Questo restringimento del linguaggio è costrittivo. L'individuo viene deprivato linguisticamente perché il linguaggio è un punto centrale dell'esperienza umana, quindi la capacità del membro di pensare e provare e sentire viene immensamente ridotta.
Se all'inizio questo linguaggio caricato può dare un senso di sicurezza al nuovo arrivato, col tempo si sviluppa il disagio. Questo disagio ha come risultato di farlo ritirare all'interno del sistema e di predicare ancora di più per nascondere i suoi problemi e dimostrare la sua lealtà. Può anche produrre una separazione interiore, e la persona si mostrerà all'esterno in un modo diverso da quello che è interiormente. In entrambi i casi, la sua immaginazione sarà sempre più dissociata dalla vita reale, e potrà addirittura arrivare ad atrofizzarsi per il non uso. - Dottrina superiore alla persona.Le esperienze personali del membro sono subordinate alla "scienza sacra" a ogni esperienza contraria deve essere negata o reinterpretata per adeguarsi all'ideologia del gruppo. Il mito ideologico si fonde a tal punto con la loro "verità" che la deduzione risultante può essere così potente e coercitiva da rimpiazzare semplicemente la realtà [Accordo = Realtà].
Di conseguenza gli avvenimenti del passato possono essere travisati, riscritti o addirittura ignorati per renderli coerenti con la realtà attuale. Questa alterazione è particolarmente letale quando vengono imposte distorsioni alla memoria individuale. Obbligano il carattere e l'identità della persona a rimodellarsi per adattarsi al clone della loro mentalità. L'individuo deve adattarsi ai rigidi contorni dello stampo dottrinale piuttosto che sviluppare il suoi stessi potenziali e personalità.
La supposizione che sta alla base di questo è che la dottrina (o la Parola) - inclusi i suoi elementi mitologici - è alla fine più valida, vera e reale di ogni altro aspetto del carattere umano o dell'esperienza umana.
L'individuo sottoposto ad una pressione del genere è spinto in un intenso conflitto con il suo stesso senso di integrità, una lotta che si instaura in relazione ai sentimenti polarizzati di sincerità e non-sincerità. Il gruppo richiede assoluta sincerità, ma nello stesso tempo questa sincerità deve essere messa da parte dal cambiamento in atto nell'individuo, quando questi deve negare che il credo originale sia mai esistito. I sentimenti personali vengono soppressi, e i membri devono apparire per tutto il tempo contenti ed entusiasti. - Dispensazione dell'esistenza.Il gruppo ha la prerogativa di decidere chi ha il diritto di esistere e chi no. Questo di solito va inteso non in modo letterale nel senso che quelli "esterni" al gruppo non sono salvati, sono "non consapevoli" e devono pertanto essere convertiti all'ideologia del gruppo. Se non si uniscono al gruppo o sono critici nei confronti del gruppo devono essere "rigettati".
Pertanto, il mondo esterno perde ogni credibilità. In aggiunta, se qualcuno del gruppo dovesse lasciare il gruppo, anch'esso deve essere in qualche modo "rigettato". Se il membro dovesse allontanarsi dalla "verità", il suo diritto ad esistere cesserebbe e sarebbe dichiarato "morto".
- Mantenere la persona all'oscuro di ciò che succede e su come viene cambiata un passo alla voltaI nuovi membri potenziali sono condotti, passo dopo passo, attraverso un programma di cambiamento del comportamento senza essere messi a conoscenza di tutto il programma del gruppo. Il fine, a seconda del tipo di gruppo, è di far si che i potenziali membri comprano più corsi o si leghino in maniera più stretta al gruppo, affidandosi al leader.
- controllare l'ambiente sociale e fisico della persona. Specie il suo tempo.I nuovi membri sono tenuti impegnati con continui corsi o iniziative
- sistematicamente creare un senso di impotenza della persona al di fuori del gruppo.Il membro viene indotto a passare sempre più tempo in attività del gruppo. Pian piano gli vengono richieste alcune rinunce da piccole a grosse fin quando il coinvolgimento e' tale che senza l'assistenza del gruppo il membro non riesce più a percepire una possibile esistenza indipendente.
Le rinunce sono richieste apparentemente in modo tale che la persona viene sottratta alla sua solita rete di supporto sociale e indotta pertanto a legarsi indissolubilmente al gruppo.
Questo fine è raggiunto in vari modi: sottraendo le persone al loro normale ambiente sociale per un certo periodo di tempo immergendolo nelle attività di indottrinamento del gruppo. - Creare sapientemente un sistema di gratificazioni, punizioni in modo da inibire il comportamento che riflette la precedente identità sociale del membro.La manipolazione delle esperienze può essere perpetrata attraverso through vari metodi di induzione di stati di trance, fra cui particolari tecniche di predicazione ritmata in modo da indurre stati di trance, canti particolari (nel cammino NC particolarmente coinvolgenti ed esaltanti), immaginazione guidata, lunghe sessioni di preghiere, letture o meditazione.
I vecchi valori e schemi di comportamento sono discreditati o bollati come "male". La leadership vuole che questi vecchi schemi siano eliminati, così il membro deve sopprimerli. - Creare sapientemente un sistema di gratificazioni, punizioni per promuovere un avanzamento del membro nel sistema del gruppo o nel praticare comportamenti approvati dal gruppo.
Dimostrare di capire e accettare l'ideologia del gruppo viene premiato mentre l'espressione di dubbi e critiche incontra disapprovazione.
Se uno pone domande o dubbi viene posto in condizione di credere che esse derivino da qualcosa di sbagliato in lui/lei. - Realizzare un sistema chiuso logicamente indiscutibile che può essere modificato solo dal leader.
Il gruppo ha una struttura piramidale. I leader sono posti in condizione tale da non poter essere messi in discussione.
lunedì 24 maggio 2010
Cosa si sta muovendo intorno alla Cina e ad una "nuova evangelizzazione" in quelle terre?
"Il dialogo scientifico, culturale, religioso, iniziato da Matteo Ricci 400 anni fa è ancora molto attuale nella Cina di oggi segnata da un gigantesco sviluppo economico, che crea però anche abissali povertà, conflitti e un vuoto spirituale che può essere colmato solo da una proposta che sappia mettere insieme la scienza e lo spirito, l’economia e la libertà religiosa. A rischio fallimento è lo stesso programma della leadership cinese di costruire “una società armoniosa, un mondo armonioso”. Queste le parole di Mons. Sarah, Segretario della Congregazione vaticana per l’evangelizzazione dei popoli: "Nella Cina di oggi, ha concluso, c’è necessità di “armonizzare le conquiste materiali con quelle spirituali; il profitto economico e il rispetto dell’uomo; l’impegno nazionale e internazionale ha bisogno di risorse aperte alla ragione e allo spirito, vissute in amicizia fra l’oriente e l’occidente”. E ha lanciato un appello per un maggior dialogo fra la Cina e la Chiesa cattolica: ”È a questo lavoro e alla costruzione di rapporti ‘di simpatia, di amicizia e di solidarietà tra i popoli’ che la Chiesa desidera contribuire, nel rispetto reciproco e nella libertà, per continuare l’opera di Matteo Ricci e dei suoi successori, per amore di Cristo e della Cina”."
"Papa Benedetto XVI in Cina? Fantascienza, almeno per il momento: ma secondo alcuni rumors raccolti da Italia Oggi Oltretevere, sembra che il Vaticano e Pechino stiano cercando di allacciare un dialogo dagli sviluppi interessanti. Indiscrezioni segnalano che, auspice la “diplomazia parallela” della Comunità di Sant'Egidio, da sempre attenta al rapporto con l'ex Celeste Impero (che nel 1951 per ordine di Mao ha espulso la gerarchia cattolica fedele a Roma e istituito l'Associazione Patriottica, “chiesa” fortemente legata al regime di Pechino), la Cina starebbe cercando un interlocutore Oltretevere al di là dei tradizionali canali diplomatici vaticani. In particolare, secondo alcuni rumors la richiesta cinese sarebbe stata chiara: vogliamo un cardinale che si dedichi esclusivamente a questa missione. Qualcuno si spinge oltre affermando che i cinesi avrebbero chiesto addirittura un polacco. E si fanno un paio di nomi: Zenon Grocholewsky, classe 1939, membro della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; e il suo confratello (e connazionale) Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, indicato come l'uomo giusto. Che ha pronunciato a Parigi il 16 febbraio scorso un interessante intervento all'Unesco su Matteo Ricci, il geniale gesuita che nel '500 allacciò i rapporti tra Roma e Pechino. Parlando di Ricci il cardinale ha detto: «Getta le basi di uno sviluppo della conoscenza reciproca e del dialogo tra Oriente e Occidente, tra Roma, centro della cristianità, e Pechino, dove da più di due secoli regnava la grande dinastia Ming», parole per alcuni intese come un messaggio verso Pechino. Sempre per Rylko, Ricci è una guida importante per la preparazione – 31 agosto / 5 settembre 2010 - del Congresso dei Laici cattolici dell'Asia. Ma perché questa presunta “apertura” di Pechino verso la Santa Sede e la conseguente fine della persecuzione dei cattolici cinesi? I rumors “spiegano”: contenere l'avanzata dell'Islam nell'ex Celeste Impero aprendo le porte (e i cuori) di milioni di anime all'evangelizzazione cattolica."
sabato 22 maggio 2010
Shavuot ebraica (e neocatecumenale) e Pentecoste cristiana
- quando l' iniziatore di una realtà che vuole dirsi "ecclesiale" insinua da quarant'anni che il peccato è un'offesa solo alla comunità e non a Dio, e che il rapporto che va ricucito è solo quello sociale PERCHE’ COSI' DICE ISRAELE
- e quindi scoraggia e deride il Sacramento della Confessione individuale per favorire in tutti i modi la confessione comunitaria, PERCHE’ COSI' DICE ISRAELE;
- quando un iniziatore snatura la lavanda dei piedi fatta da Gesù e la trasforma nella pratica dello Yom Kippur permettendosi di definirlo un "sacramento" PERCHE’ LO DICE ISRAELE;
- quando si ordina ai catecumeni di disconoscere i propri parenti che non apprezzano il Cammino PERCHE’ COSI' FACEVA ISRAELE;
- quando di squalifica il Sacerdozio ordinato per conferire a tutti quella stessa dignità di consacrazione e "separazione per Dio" perché si equiparano sacerdozio ministeriale e battesimale, PERCHE' COSI' ERA IN ISRAELE;
- quando un iniziatore si permette di prendere la Santa Liturgia eucaristica cattolica e trasformarla in una ridicola caricatura del Seder pasquale ebraico, permettendosi di dire (Carmen-catechesi sull'Eucarestia) che la Presenza di Cristo sull'Altare è uguale a come si faceva presente Jahve nella notte della pasqua ebraica e che quindi la pasqua ebraica è "un Sacramento" PERCHE' QUESTO CREDE ISRAELE;
- quando un iniziatore si spinge a dire che la Presenza di Cristo nelle Specie Eucaristiche è solo in spirito e temporanea, cioè finisce col finire della Messa perché riduce l'Eucarestia al "carro di fuoco" cioè alla "Mercavà" ebraica che è la maggiore manifestazione della mistica esoterica ebraica, presente appunto nell'esoterico libro della Qabbalà, PERCHE' QUESTO LO CREDE ISRAELE;
- quando un iniziatore invece di tenere sull'altare la Croce di Cristo e credere nel suo divino Sacrificio, pone sull'altare (trasformato in ipertrofica 'mensa') la menoràh o la hannukkià ebraica simbolo dell'antica alleanza di Dio con Israele e celebra non la Messa ma la pasqua ebraica PERCHE’ QUESTO CREDE ISRAELE;
- quando un iniziatore si permette di infarcire i suoi insegnamenti con continui riferimenti alle credenze ebraiche e alle riflessioni rabbiniche, fino a giungere ad impartire a quelli che finiscono il Cammino catechesi sul Talmud (che è pieno di bestemmie contro Cristo e la Vergine Maria, chiamata “stada” che vuol dire prostituta, con i peggio insulti per i cristiani), catechesi sullo Zohàr, (detto “il libro dello splendore” che è l’insieme delle esperienze pseudo mistiche dei rabbini, con le loro concezioni cabalistiche di Dio e del mondo), PERCHE’ QUESTO CREDE ISRAELE;
- quando farnetica insegnando ai super catechisti itineranti che quando Cristo (ma quale Cristo?) ritornerà, lo farà UNA NOTTE DI PASQUA (magari perché era ebreo e allora rispetta il “sacramento della notte”…); oppure che tornerà (vedi articolo di Giuseppe Gennarini) sul Monte delle Beatitudini in Galilea (per questo ha fatto costruire quella spelonca lì sopra, ma non si sa chi gli abbia dato questa notizia…) perché “L’UNIONE DEI CATTOLICI CON GLI EBREI SALVERA’ IL MONDO” (vedi recente citazione di Benamozegh). Ma il mondo non l’ha già salvato Cristo???
- e fa tutto questo perché dice che NON SI PUO’ RISCOPRIRE IL BATTESIMO CRISTIANO SENZA “RITORNARE” ALLE FONTI EBRAICHE;
- quando conclude il "suo" cammino con il pellegrinaggio alla Domus Galileae ed il Battesimo nel Giordano...
martedì 18 maggio 2010
E' normale che gli iniziatori del Cammino convochino centinaia di Vescovi in Terra Santa. E' normale che aderiscano anche centinaia di sacerdoti?
Durante questi giorni dell'Ottava di Pasqua, il Cammino neocatecumenale, ad opera dei suoi iniziatori Kiko Argüello, Carmen Hernández e Padre Mario Pezzi, ha organizzato una convivenza di Vescovi di Francia e Latino America al fine di riflettere sulla nuova evangelizzazione.L'incontro avviene presso il centro internazionale "Domus Galileae" situato sul Monte delle Beatitudini (in Israele) in prossimità del luogo in cui Cristo inviò i suoi discepoli ad annunciare il vangelo dopo la proclamazione del Sermone della Montagna.Fin dal 1993, e col favore della Santa Sede e i Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, gli iniziatori del Cammino hanno già realizzato numerose convivenze con Vescovi di tutto il mondo (America, Africa, Europa, Asia, Chiesa Orientale...) per far conoscere cos'è esattamente il neocatecumenato e la iniziazione cristiana degli adulti, e discernere ciò che sta succedendo in Europa e nel mondo occidentale con la secolarizzazione e la conseguente scristianizzazione.A questo incontro assistono più di 150 Vescovi di Francia e Latinoamerica, e un centinaio di presbiteri, molti dei quali francesi, inviati dai propri vescovi ad apprezzare la nuova evangelizzazione che il cammino neocatecumenale propone alle parrocchie alla luce del Concilio Vaticano II e che tanti frutti sta portando alla Chiesa.Ripetutamente criticato per la novità del suo carìsma, il cammino neocatecumenale con i suoi oltre 40 anni di vita, ha svolto la sua pastorale missionaria con l'approvazione e la benedizione dei Sommi Pontefici, da Paolo VI, fino all'approvazione definitiva degli Statuti da parte di Benedetto XVI, che hanno visto in questo itinerario di formazione cattolica la pratica realizzazione del Concilio nelle Parrocchie.Dai frutti li riconoscerete (Fonte: CAMINEO.INFO - Galilea/TIERRA SANTA, Traduzione nostra)
Il resto appartiene a Colui che tutto sa, che tutto vede.
Totale silenzio della comunità musulmana sull'accaduto e sui colpevoli. Scarsa eco mediatica: indifferenza e mancanza di consapevolezza
Usualmente non amo diffondere notizie che possano portare alla xenofobia ed al razzismo.
Neppure questa volta.
Tuttavia reputo doveroso far notare, quale piccola chiosa personale all'articolo in allegato, che nessuna comunità islamica italiana ha commentato dissociandosi dal gesto e dall'opera dei due farabutti presentati nell'articolo.
Non parto dal fatto che la vittima sarebbe stata una persona rilevante, ma dal fatto che come già è successo le vittime sono state, sono e, purtroppo, potranno essere molte.
Se l'islam può essere rispettato è nella misura in cui esso si pone in una ottica di dialogo corretto, rispettoso e non violento. La vera Carità dei cristiani non è il buonismo patinato, ma è affermare con forza che solo una corretta reciprocità, una netta integrazione, un abbandono e rifiuto di posizioni terroristiche e l'accettazione piena dell'identità cristiana dell'occidente può essere l'unica base su cui costruire un dialogo costruttivo.
Al di furi di tutto ciò sussiste solo la loro barbarie a cui noi dovremmo rispondere con pugno duro a colpi di legalismo, rigore, vigilanza e chiarezza, invece sempre più rispondiamo a colpi di passivismo, lassismo, relativismo lasciando le porte aperte non solo ai ladri ma anche a chi ci deriderà dopo che siamo stati derubati.
Non è solo più una questione di accoglienza o di solidarietà: è in gioco la nostra identità, la nostra libertà, la nostra democrazia e la nostra esistenza.
Mi rendo conto, che purtroppo gli interessi economici con il Medio Oriente siano davvero forti, ma credo che non si possa abdicare alla propria dignità pur di avere due soldi in più in tasca, o un po' di petrolio.
Probabilmente molti non condivideranno questo mio pensiero, ma faccio davvero fatica a tacerlo, pur rispettando le altrui opinioni.
Davide
sabato 15 maggio 2010
Mistificazione Neocatecumenale: "incontro vocazionale" di Fatima
E i vescovi e la Curia stanno a guardare... E nessuno sembra accorgersi di questa, che non è altro che pubblicità ingannevole! Questo scrivevamo i giorni scorsi. Ma oggi, dopo aver assistito ieri pomeriggio in diretta alla kermesse vocazionale: ore di canti esaltanti, intervallate da brevi istrionici flash dell'iniziatore e, poi, nel fatidico momento delle 'alzate', non tanto inviti, quanto vere e proprie ingiunzioni, tipo "Animo! Adelante, vamos...vamos... Animo! vamos muchachos! Ola, vamos chica!"... possiamo dire di più. Nessuna meditazione, nessuna Adorazione, nessun ringraziamento a supportare decisioni così 'forti' come quella di scegliere la vita religiosa... solo i flash trascinanti e i richiami perentori dell'iniziatore e il martellare dei canti... che inducono ad una apertura emozionale e ad un ridotto stato di attenzione razionale, su cui viene innestato quello che è un incalzante, ripetuto, vero e proprio "comando ipnotico": "Vamos, adelante!"... tant'è che rispondono anche fanciulli intorno ai 10 anni... dov'è la maturità di coscienza che, unica, può guidare decisioni e scelte del genere, maturate piuttosto nell'intimo per effetto di un'esperienza di fede forte ed autentica, non indotta da un imbonitore dallo stile più circense che spirituale. Ma come si fa ad avallare un tale comportamento nella nostra Chiesa? Abbiamo ora la dimostrazione che i vescovi stanno sì a guardare ma nel senso che assistono e sono conniventi: registriamo la partecipazione del Vescovo di Oporto, il quale si è fermato più a lungo, mentre il Primate del Portogallo si è ritirato prima del termine. Essi peraltro non hanno partecipato alle prime ore del raduno e a tutto il martellamento che ottunde l'uso della ragione e della volontà, di cui sono stato fatti oggetto quei poveri giovani, che non sanno cosa li aspetta!
"...Moltissimi gli italiani, circa 40 mila, arrivati con mille pullman e tanti altri stranieri: sono le “armate del Papa” che lo accompagnano in ogni pellegrinaggio in tutte le parti del mondo. Appartengono al cammino neocatecumenale. A mobilitarli ci pensa il sostituto alla segreteria di Stato, monsignor Ferdinando Filoni, che segue tutti i viaggi del Papa e fa parte anche lui del cammino neocatecumenale. Non è difficile riconoscere i neocatecumenali che seguono Ratzinger: tamburelli, chitarre e bandiere con l’icona della Madonna dipinta dal fondatore, Kiko Arguello. Nonostante siano stati richiamati proprio da Ratzinger per l’eccessiva “creatività” con la quale interpretano le liturgie della Chiesa (ma non hanno ricevuto alcuna sanzione), puntuali si ritrovano a tutte le cerimonie del Papa. E domenica prossima, 16 maggio, saranno in piazza san Pietro per testimoniare la solidarietà dopo gli attacchi al pontefice sulla pedofilia. Un autentico tour de force per le armate del Papa...."
http://blog.panorama.it/italia/2010/05/13/il-tour-de-force-dei-neocatecumenali-le-armate-del-papa/
Ovviamente l'apostasia ha molte facce, la più tremenda delle quali è la profanazione del vero culto a Dio, cioè lo scempio della Liturgia, che nel cammino NC purtroppo è ormai prassi ultraquarantennale, registrato persino dall'organo di stampa sopra citato. C'è legittimamente da chiedersi: armate del Papa o armate di Kiko Arguello?
venerdì 14 maggio 2010
I MOVIMENTI, PRIMAVERA DELLA CHIESA SENZA SOTTOMISSIONE AI PASTORI?
E' di ieri l'ultima, lapidaria affermazione di papa Benedetto XVI sui movimenti ecclesiali, pronunciata in occasione del suo incontro con i vescovi del Portogallo e ripresa da molte agenzie di stampa:
"13 Maggio 2010 20:07
FATIMA - I movimenti nella Chiesa sono sintomo di una ''nuova primavera'', ma ''devono sottomettersi alla guida dei pastori''. Lo ha detto il Papa ai 50 vescovi del Portogallo, parlando dei movimenti laicali cattolici, a Fatima. Secondo il Pontefice, pertanto, sono i vescovi ''che devono garantire l'ecclesialita' dei movimenti''. (RCD)
Conseguentemente a queste parole di Pietro sentiamo spontanei, nel nostro piccolo, almeno
TRE PERCHE':
I - perchè il Papa proprio ieri ha avvertito l'urgenza di lanciare una simile affermazione?
II- tale affermazione, proprio perchè inattesa e inequivocabile, fa intendere che l'auspicata "sottomissione" dei movimenti ai pastori non esiste o, se esiste, è ancora solo molto parziale. Perchè i pastori , cui è demandata ogni responsabilità pastorale e dottrinaria "sul campo",tollerano dunque questa situazione anarcoide? E cosa accadrebbe qualora fossero i pastori a sottomettersi (consapevolmente o meno) ai movimenti?
III- Perchè il Pontificio Consiglio per i Laici, nel momento stesso in cui approva un movimento ecclesiale , non si assume la responsabilità di seguirne e controllarne l'operatività e soprattutto l'ecclesialità ( o la mancanza di essa lamentata ieri dal Papa)?
giovedì 13 maggio 2010
Fatima. Per i Neocatecumenali: incontro col Papa o incontro con Kiko?
martedì 11 maggio 2010
Un momento forte. Il Papa in Portogallo: domani a Fatima
Leggiamo sul blog di Sandro Magister
«Giovanni Paolo II è passato alla storia come il papa che ha chiesto perdono per una serie nutrita di peccati commessi dai cristiani nella storia. Ma si trattava di colpe del passato. E la pedofilia non figurò mai tra esse, nemmeno nelle liste compilate da chi, dal di fuori, pretendeva dalla Chiesa sempre nuove richieste di perdono.Invece Benedetto XVI proprio su questo si concentra: sulla ferita che infliggono alla Chiesa non di ieri ma di oggi i peccati di pedofilia commessi da suoi sacerdoti e vescovi. È questa la “grande persecuzione”. È questa la visione “realmente terrificante”. È per questi peccati che la Chiesa deve “reimparare” a fare penitenza, a convertirsi, a purificarsi, ad associare giustizia e perdono.»
- l'attenzione si sposta dall'interpretazione focalizzata su Giovanni Paolo II alla Chiesa di oggi e di domani; ed è già un cambiamento rispetto all'interpretazione ufficiale del Segreto di Fatima data nel 2000.
- tuttavia sembra porsi l'accento sul degrado morale, non si coglie il dramma dell'apostasia, vera origine del degrado nella Chiesa e nel mondo...
lunedì 10 maggio 2010
Sacerdozio. Accenno ai Redemptoris Mater
domenica 9 maggio 2010
L'urgenza della preghiera alla Madonna di Fatima
La situazione della Chiesa somiglia sempre più ad un mare agitato in ogni senso. Vi si possono vedere delle onde, che sempre più sembrano voler rovesciare la barca di Pietro, per trascinarla in abissi senza fine. Dal Vaticano II in poi, un’onda sembra voler portare tutto verso il fondo, lasciando solo un ammasso di rovine, un deserto spirituale che i Papi stessi hanno chiamato un’apostasia. Noi non vogliamo descrivere di nuovo questa dura realtà, l’abbiamo già fatto spesso e voi tutti potete constatarla. Ci sembra tuttavia utile commentare un po’ gli avvenimenti di questi ultimi mesi: voglio parlare di questi attacchi, sorprendenti per la loro violenza e particolarmente ben orchestrati, che sono portati contro la Chiesa e il Sommo Pontefice. Perché tale violenza?
Per riprendere la nostra immagine, si direbbe che da qualche tempo, più o meno dopo l’ascesa al Pontificato di Benedetto XVI, sia apparsa una nuova onda, più modesta della prima, ma sufficientemente costante perché si possa comunque notarla. Contro ogni attesa, essa sembra dirigersi nel senso opposto della prima. Gli indizi sono sufficientemente vari e numerosi per affermare che questo nuovo movimento di riforma o restaurazione è reale. Lo si constata specialmente nelle giovani generazioni, manifestamente frustrate dalla poca efficacia spirituale delle riforme del Vaticano II. Se si considerano gli amari e duri rimproveri che i progressisti rivolgono a Benedetto XVI, è chiaro che questi percepiscono nella persona dell’attuale Papa una delle cause più vigorose di questo inizio di rinnovamento. E di fatto, anche se noi troviamo le iniziative del Papa piuttosto timide, queste contrariano profondamente il mondo rivoluzionario e sinistrorso, sia all’interno sia all’esterno della Chiesa, e a vari livelli.
Questo fastidio del mondo e dei progressisti si fa anzitutto sentire nelle questioni che toccano la morale. In particolare, la sinistra e i liberali sono stati infastiditi dalle dichiarazioni (peraltro molto ponderate) del Papa in Africa sull’uso dei preservativi nella questione dell’AIDS in Africa. Riguardo alla vita della Chiesa, la riabilitazione della Messa di sempre nei suoi diritti nel 2007, e l’annullamento due anni dopo della pena infamante che voleva squalificarci, hanno provocato il furore dei liberali e dei progressisti di ogni specie. In più, la felice iniziativa di un anno sacerdotale che rimette in onore il prete, ricordando la sua importanza capitale e così necessaria per la salvezza delle anime, e proponendo come modello il Santo Curato d’Ars, non è solamente un invito fatto al popolo cristiano a pregare per i sacerdoti, ma anche un appello a ricorrere al sacramento della Penitenza, completamente caduto nell’oblio in larghe fasce della Chiesa, come anche a prendersi cura del culto eucaristico, considerando soprattutto l’importanza dell’adorazione di Nostro Signore nell’Ostia Santa, chiara indicazione della presenza reale e sostanziale di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ugualmente, la nomina di Vescovi decisamente più conservatori, tra i quali un certo numero che già celebrava la Messa tridentina in precedenza. Si potrebbe anche citare come esempio di questa piccola onda contraria la Lettera ai cattolici d’Irlanda che invita alla penitenza, alla confessione, agli esercizi spirituali, chiedendo anche l’adorazione di Gesù Eucaristia. Anche se con ragione si valuterà, nei nostri ambienti, che questi sforzi sono ancora insufficienti per arrestare la decadenza e la crisi della Chiesa, soprattutto vedendo un certo numero di atti che si collocano nella triste linea del suo Predecessore, come le visite alla sinagoga e al tempio protestante, tuttavia negli ambienti modernisti l’ora della chiamata alle armi è suonata! L’onda grande se la prende con la piccola con sorprendente violenza. Non c’è da stupirsi se lo scontro di queste due onde, molto disuguali, causa molti sommovimenti e tumulti, e provoca una situazione assai confusa per cui è molto difficile distinguere e predire quale delle due avrà il sopravvento. Ad ogni modo questo è nuovo e merita di essere riconosciuto. Non si tratta di cadere in un entusiasmo sconsiderato che voglia farci credere che la crisi è terminata. Anzi, le forze che invecchiano e che vedono rimessi in questione di punti che credevano definitivamente acquisiti, stanno certamente per dare battaglia in modo vigoroso per cercare di salvare questo sogno di modernità che comincia a sprofondare. Resta molto importante conservare uno sguardo del tutto realista su ciò che avviene. Se ci rallegriamo di tutto ciò che si fa di buono nella Chiesa e nel mondo, restiamo tuttavia senza illusioni sulla gravità della situazione attuale.
Cosa dobbiamo prevedere per gli anni a venire? La pace della Chiesa, o la guerra? Il trionfo del bene e il suo tanto sperato ritorno, o una nuova tormenta? La piccola onda riuscirà a crescere abbastanza per riuscire un giorno ad imporsi? La certezza del compiersi della promessa della Madonna a Fatima – “alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà” – non risolve necessariamente e direttamente la nostra questione, perché non è affatto escluso che sia necessario prima passare attraverso una tribolazione anche più grande, per arrivare al trionfo tanto atteso…
Questa formidabile posta in gioco si ritrova anche nella nostra Crociata del Rosario: non vorremmo per nulla togliere qualcosa alla gioia dell’annuncio del risultato straordinario della nostra Crociata. Vi chiedevamo con audacia, un anno fa, dodici milioni di corone per circondare di un magnifico serto di lodi come di altrettante stelle la nostra buona Madre del Cielo, la Madre di Dio, questa Madre che si presenta davanti ai nemici di Dio “terribile come un esercito schierato in battaglia” (Cant. 6, 3). Avete risposto con tale generosità che possiamo ora presentare a Roma un bouquet di più di 19 milioni di corone del Rosario, senza contare tutti quelli che si sono uniti a noi senza essere direttamente nostri fedeli.
Non è certo un caso se Pio XII, proclamando il dogma dell’Assunzione, ha voluto cambiare l’Introito della festa del 15 agosto con il passaggio dell’Apocalisse che saluta il grande segno apparso nel cielo. Questo versetto dell’Apocalisse apre la descrizione di una delle guerre più terribili che siano raccontate nel Libro Santo: il grande drago, che con la sua coda trascina un terzo delle stelle, viene a dar battaglia alla grande Signora (cf. Apoc. 12). Tutto questo passaggio è destinato ai nostri tempi? Si può facilmente crederlo, pur evitando di fare applicazioni troppo letterali o univoche di queste misteriose e profetiche descrizioni. Non abbiamo nessun dubbio che tutte le nostre preghiere abbiano la loro importanza, anzi una grandissima importanza, nel momento storico in cui ci troviamo. Tuttavia noi pensiamo anche di dovervi avvertire e incoraggiare in queste circostanze della storia della Chiesa.
La vostra generosità dimostra, senza il minimo dubbio possibile, il vostro attaccamento e il vostro amore concreto alla nostra Madre la Chiesa cattolica romana, al Successore di San Pietro, alla gerarchia, anche se abbiamo molto a soffrire da questa. Dio è più forte del male e il bene vincerà, ma forse non con tutta la pompa che vorremmo.
Occorre ora convincere le autorità a compiere la famosa consacrazione della Russia che dicono di avere già fatta; occorre ricordare l’attualità di quanto la Madonna diceva a Fatima, mentre nell’anno 2000 hanno voluto girare una pagina per non tornarci più. Le difficoltà e gli ostacoli sembrano moltiplicarsi perché ciò che chiediamo assolutamente non si realizzi. Poco importa, non confidiamo molto più in Dio che negli uomini, così come noi ci aspettiamo da atti tanto semplici quanto la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria dei risultati sorprendenti per la Chiesa e per il mondo, dei risultati che sorpassano tutto quanto possiamo immaginare. Follia agli occhi degli uomini, ma riflesso di quanto san Paolo già predicava ai suoi tempi: ciò che è saggio agli occhi degli uomini è follia per Dio, mentre la sapienza di Dio è considerata dai saggi di questo mondo come una follia insensata (1Co. 1, 20).
Mentre noi porteremo a conoscenza del Santo Padre i vostri notevoli sforzi insieme alla ragione di queste preghiere nella speranza di contribuire così, a nostro modo, al bene della Chiesa, vi chiediamo di continuare questi medesimi sforzi. Seguendo l’invito di Nostro Signore nella sua toccante esortazione alla preghiera “Chiedete e riceverete”, insistendo e anche molto (Mt. 7, 7-11). La grandezza di ciò che chiediamo, senza dubitare di essere esauditi, reclama un’insistenza e una perseveranza proporzionate.
Ricordiamo che l’essenziale del messaggio di Fatima non si trova solamente nella consacrazione della Russia, ma piuttosto nella devozione al Cuore Immacolato di Maria. Che tutte queste preghiere e sacrifici facciano crescere e approfondire in noi tutti questa devozione al Cuore della Madre di Dio. Da lì Dio vuole essere toccato.
Che in questo inizio del mese di maggio, il mese di Maria, possiamo ritrovarci tutti ancor più sotto la sua materna protezione, è il nostro augurio più caro. Ringraziandovi della vostra grandissima generosità, chiediamo alla Madonna di benedirvi con il Bambino Gesù.
1° maggio 2010, festa di san Giuseppe Artigiano