Uno dei due iniziatori del Cammino, Kiko Argüello Wirtz |
ogni agosto, da quel maledetto agosto (GMG Colonia 2005) non riesco più a dormire, sono uscito dal Cammino Neocatecumenale alcuni anni fa e mi porto dentro un rimorso senza confini, un dolore che non si può spiegare...
All'epoca ero responsabile di comunità, feci di tutto per convincere, due miei fratelli di comunità a partecipare alla GMG «perchè lì c'era il Signore ad attenderci»... pur sapendo che il loro figlio non stava bene, da molti giorni aveva un infezione virale... sempre febbre...
Andai a casa loro, usai le "minacce" tipiche del catechista NC: quelle subdole, nascoste... "stai mettendo gli idoli al primo posto"... "non state rispondendo ad una chiamata"... "chi non odia suo padre e sua madre..." Ha ragione Lino: avevamo una "comunicazione" verbale, non verbale, e para-verbale... ma era "solo finalizzata" ad un solo scopo... portare "sudditi a Kiko"... contavano i numeri...scusate se sono confuso nel raccontare... ma il mio cuore si porta e si porterà sempre questa "ferita"...
Per tornare a quella coppia di fratelli, soprattutto con Lei, la mamma, oserei dire che fui "violento"... violento con le parole: usai il fatto che come "catechisti" del Cammino non davano un buon esempio... Ormai ai pellegrinaggi bisognava "raccattare" gente, le comunità erano sempre più vuote e i ragazzi sempre meno, quindi si andava noi più adulti (per fare numero: infatti nel Cammino il far numero è fondamentale).
Questa coppia visse una GMG pessima, con il cuore rivolto verso il proprio figlio che sapevano non stare bene e che non migliorava, sempre al telefono ed in preghiera, molto isolati: e non vi nego che li deridevamo per questa loro "esagerata idolatria" dei figli.
Quando tornammo, il figlio era peggiorato, fu ricoverato in ospedale, il giorno dopo morì.
Da quel giorno maledico il Cammino Neocatecumenale, i suoi "catechisti", il mese di agosto... So che quel ragazzo che avevo visto crescere ora è in cielo e prega per i suoi genitori... Chiedo a Lino: mi aiuti, la prego, quale era "la simbologia"? perchè i neocatecumenali hanno deturpato così tanto la parola di Dio da convincermi a farmi commettere un'atto così indegno??
Io sono colpevole... non avete idea di quante e quali parole usai... mentre il loro posto era vicino al loro figlio... io non so se Dio avrebbe chiamato a sé quel ragazzo comunque... ma il posto di un genitore è al fianco del figlio malato: non c'era nessuna Parola per loro a Colonia... la Parola di Dio vivente era il figlio sofferente...
O.k., sarebbe morto comunque, ma la Carità, la Giustizia, La Verità gridavano una sola cosa... la Mamma e il Padre avevano il Diritto/Dovere di restare al fianco del loro figlio... per questo io mi vergogno...
Chiedo scusa, ma dovevo liberarmi.
Giuseppe
Giuseppe, ti leggo solo ora:
era la GMG di Toronto, io e mia moglie, responsabile e catechista. Mio suocero stava male ma il "dio cammino pretende i suoi sacrifici"... non potevamo dire di no, non si poteva! Restare a Foggia significa "idolatrare il Padre di mia moglie"... "lasciate che i morti seppelliscano i loro morti" - questo mi dissero, il Signore ci stava aspettando... e tutte le pressioni psicologiche che potevano usare... il Papà di mia moglie morì quando eravamo in Canada, non si poteva tornare indietro, mia moglie non era presente, non lo vide neanche seppellire, certo Lui non se ne accorse, non era più lucido, ma se ne accorse il fratello maggiore... "che razza di Dio è il tuo Dio??" Le urlò in faccia e non Le rivolse più la parola...per anni non gli ha più parlato, solo da poco grazie alla perseveranza di mia moglie, ogni tanto si sentono per telefono...
La cosa che più mi impressionò, fu che non un capo-catechesta venne nella stanza a consolare mia moglie, non una parola di conforto, duri come la pietra, come se quello che era accaduto fosse un bene, ed in effetti era un "bene per il Cammino"... poiché lo avrebbero utilizzato per dare gloria al "dio Cammino"... "vedete Patrizia? ha rinunciato a passare gli ultimi istanti con Suo Padre... così si fa!"... ecco una vera "camminante"... credo che mia moglie ancora oggi non se lo sia mai perdonato... che il Signore Gesù Cristo la possa aiutare... e possa rimarginare la Sua ferita...
Vedi, caro Giuseppe, non sei l'unico, potrei raccontarti centinaia di storie come queste, so con non servirebbe a molto, ma non sei colpevole... non potevamo sapere.
Aldo
L'esperienza di Giuseppe mi ha fatto piangere... io per andare ad una veglia di Pasqua neocatecumenale non sono andata in ospedale da mia nonna, che adoravo, e che è morta poco dopo...
Ho visto un amico di famiglia assistere al funerale della sua figlioletta di due anni e subito dopo andare alla celebrazione della Parola neocatecumenale, lasciando a casa da soli moglie e due figli piccoli... diventò un mito tra i "fratelli". Per me rimane un uomo disperato che non sapeva dove sbattere la testa e non si rendeva conto di niente... ora sia lui che sua moglie sono diventati "catechisti" neocatecumenali... non so davvero cosa dire e cosa pensare..so solo che il lavaggio del cervello è lento, subdolo e forte, fortissimo.
Giada
Parto dall'esperienza di Giuseppe alla Gmg di Colonia per dire alcune cose che penso e se ci legge, nel mio piccolo cercare di sollevare il suo animo.
Mi piacerebbe soffermarmi sull'uso dello stereotipo all'interno del cammino e su come le parole vengano unsate ad uso e consumo:
- non credo assolutamente che debba sentirsi responsabile di quello che è accaduto. ho vissuto esperienze molto simili alla sua ed anche io provo una profonda vergogna per alcune cose dette, per aver messo delle persone, molte a me care, in una situazione "pesante di cuore", facendogli credere che in quello che dicevo io ci fosse il bene e che loro erano il male. Quanta presunzione!
- nel cammino, SEMPRE si abusa delle parole e di una data terminologia che anche quanto ne sei fuori, fai fatica a ripulire il tuo lessico. Io, ancora oggi, mi rendo conto che mi viene spontaneo usare parole come fratello, iniziare le mie preghiere con la formula "Signore padre santo" tipica del cammino. A chi non è mai stato in comunità ovviamente queste parole non dicono niente ma tu che ci sei stato capisci perfettamente quanto ancora la tua forma mentale sia sotto quell'influenza.
- l'uso dello stereotipo mi ha sempre innervosito. Se c'è una convivenza da fare o un pellegrinaggio o una qualunque altra cosa, ecco che l'amato marito o il fidanzato si trasformano nel demonio che ti vuole rubare la convivenza, la mamma da curare e l'esame da fare all'università sono cose delle quali si occuperà il Signore, tutto diventa un tuo "preferire mammona" ed invece molto più semplicemente sono solo piccoli inconvenienti che capitano a tutti e nei quali tutti provano a gestirsi, ma questa è una cosa che vedi e capisci soo quando ne sei fuori.
- se il cantore di turno dopo che ha messo soldi da parte un anno è finalmente riuscito a comprare la chitarra dei suoi sogni, quella che costava tantissimo, allora il cantore è un idolatra e il suo non è un servizio, ma ha l'idolo della chitarra... se poi invece la stessa chitarra ce l'ha il cosiddetto "catechista" NC, allora in quel caso è il Signore che ha provveduto e poi in fondo "solo cose belle per il Signore".
- il fardello delle convivenze. Se non riesci perchè hai delle responsabilità sul tuo posto di lavoro, "tu non vuoi convertirti"... salvo poi scoprire che il c.d. "catechista" fa la spola tra la convivenza e il lavoro perche non può assentarsi.
- se fai un incontro con i "catechisti", quegli incontri fatti "per vedere come sta la comunità" e dicendo "fatti concreti" parli di come qualcuno ti abbia oggettivamente fatto del male, sei sempre tu che hai un giudizio nei confronti di questo o quello, mai che i "catechisti" guardino all'oggettività delle cose.
- lo dico a chi vive ancora questo cammino. Una cartina tornasole fondamentale per capire la veridicità del cammino che state facendo e la "buonafede" dei catechisti che avete davanti, è GUARDARE LE LORO FAMIGLIE!
Guardate la famiglia dei vostri "catechisti" e forse anche voi, come me, negli anni vi renderete conto che lo stesso "catechista" che condanna i rapporti prematrimoniali ha la figlia che convive, quello che ti dice che hai come idolo il denaro ha il macchinone e se provi a farglielo notare... quello non è macchinone ma "provvidenza".
La maggior parte dei catechisti che ho conosciuto non hanno nemmeno i figli in comunità e mi sono sempre chiesto come fosse possibile... poi crescendo capisci che la puzza delle bugie chi ti vive accanto la sente bene e ai suoi occhi appare forse molto più evidente che "non fai quello che dici".
Potrei continuare all'infinito, ma vorrei tranquillizzare Giuseppe su un punto...
Se ti fossi rivolto ai "catechisti regionali" NC ed avessi esposto la questione, magari dicendo anche che "il figlio di tizio e caio è in fin di vita...sta morendo...non verranno a Colonia per questo motivo..." ti saresti sentito rispondere che era "giusto" lasciare che i morti seppellissero i morti e che comunque per quella coppia a Colonia c'era una storia che Dio voleva fare con loro.
Perché?
Perché nel Cammino è sempre così: non contano le persone, il loro stato d'animo, le innumerevoli sfaccettature della vita e tutta quella sfera di situazioni e comportamenti che solo tu, nel profondo del tuo cuore sai se sono stati compiuti per amore o per ledere.
Quando parlasti, lo facesti per far del male? O eri convinto di fare il bene?
Ti accompagni questo pensiero e trova la pace fratello mio.
La macchina del cammino è qualcosa di mostruosamente piu grande di noi...si comprende solo da lontano.
Ti abbraccio.
Ioceroioso