venerdì 31 dicembre 2010

Lettera aperta ai neocatecumenali che è un consuntivo di fine anno

Consuntivo di fine anno, che è anche la sintesi del nostro percorso fin qui. Chiediamo ai possibili lettori neocatecumenali di fare attenzione alle parole. Qui non usiamo slogan: qui invitiamo a ragionare sui fatti, mossi dalle vostre obiezioni più frequenti, che si condensano in una sola: "siamo 'approvati', chi non ci approva è contro la Chiesa". [L'immagine non è scelta a caso: un primo piano del mio messale accanto a quello degli amici di Maranatha, durante il Pontificale di mons. Burke in S. Pietro, settembre 2009]

Cosa significa essere "approvati" dalla Chiesa? Significa forse essere infallibili?

  • E se una cosa sbagliata riuscisse a carpire con l'inganno l'approvazione della Chiesa?
  • E se l'approvazione fosse data da strutture della Chiesa in contrasto con ciò che vorrebbe il Papa?
  • E se i destinatari dell'approvazione disubbidiscono poi alle indicazioni che avevano ricevuto con l'approvazione?
Non sono domande campate in aria. Sono tutte relative al Cammino Neocatecumenale.

Alle persone semplici, che si contentano dei titoli di giornale per sapere come va il mondo, sfuggono purtroppo i dettagli più importanti. Proviamo ad esaminarli uno ad uno.
  1. Il Cammino è sempre stato criticato per gravi errori in campo liturgico e dottrinale (senza contare quello disciplinare e altri campi) che non ha mai corretto.

    Secondo voi la Chiesa può mai approvare l'abuso liturgico e l'eresia? Al più la Chiesa può stabilire che entro certe determinate condizioni (che includono la correzione e la condanna degli errori) si può dare un'approvazione. Ma attenzione: "approvazione" è un termine troppo generico per chiarire la situazione, poiché c'è approvazione e approvazione. Per esempio: un conto è la "associazione privata di diritto diocesano", altro livello è la "prelatura personale"...

    Siate onesti intellettualmente: come considerereste il caso di qualcuno che insegna errori, ma quando viene criticato grida di avere "l'approvazione"?

  2. Il Cammino ha ottenuto uno Statuto ma ancora non ha corretto né condannato i propri errori (forse che bisogna aspettare che giungano condanne dall'alto? abbiamo già visto quanto pesino per il Cammino le "decisioni del Santo Padre").
    Infatti gli abusi liturgici continuano, l'insegnamento di ambiguità e di vere e proprie eresie continua, e nessun "catechista" neocatecumenale ha il coraggio di spiegare perché non si torna al Messale Romano ed al Catechismo della Chiesa Cattolica, che sono garantiti dal Papa anziché dal Kiko.

    C'è forse ancora bisogno di altri testimoni? (ancora?!) Sono parecchi decenni che giungono sempre le stesse testimonianze sulle storture neocatecumenali: vuol dire che nel Cammino nulla è cambiato, nulla cambia.

    Noi ci rivolgiamo alle anime semplici, a quelle che ancora non si sono adattate al "metodo" neocatecumenale, a quelle che ancora sono convinte che Kiko sarà pure il fondatore del Cammino ma resta sempre il Papa ad essere il vero e unico vicario di Cristo.

    Riflettete, dunque: come cosiderereste una realtà che si autodefinisce cattolica, che ha ricevuto tanto di Statuto, ma che sotto sotto nel chiuso delle sue comunità continua a professare gli stessi errori per i quali ha sempre ricevuto e riceve tante critiche?

  3. Il Cammino ha ottenuto lo Statuto "definitivo ma incompleto" (tuttora incompleto, perché mancante del Direttorio) nonostante il Papa fosse notoriamente contrario.

    Lo confermarono per esempio i vescovi giapponesi (detestati dai vertici del Cammino): a fine aprile 2008 venivano rassicurati da Benedetto XVI che non aveva alcuna intenzione di prolungare gli Statuti temporanei, e neanche venti giorni dopo il cardinal Rylko telefonava a Kiko (che in quel momento era in Israele) per notificargli l'approvazione appena avvenuta.

    Dunque: lo Statuto definitivo dei neocatecumenali è un atto della Chiesa o no? Lo ha emesso un Pontificio Consiglio, nella persona del cardinale Rylko, ma contrariamente alle intenzioni del Papa. Che ve ne pare?

    Purtroppo questa mossa del fatto compiuto è architettata bene, poiché se il Papa contraddicesse un Pontificio Consiglio allora coerentemente dovrebbe sciogliere immediatamente tutti i pontifici consigli e caricarsi di tutto il loro lavoro (senza contare che il "precedente" creato autorizzerebbe ogni Papa successivo a pasticciare in ogni modo).

    Non ci fa meraviglia: succede ovunque che dei sottoposti si sostituiscano ai loro superiori. Ma cosa vi può suggerire il fatto che ciò avvenga anche nella Chiesa? Il fatto che qualcosa che proclami di essere opera dello Spirito abbia necessità di andare di fatto contro il Papa?

    Riflettete e provate a dire secondo voi, di fronte ad un'approvazione sgradita, il Papa cosa dovrebbe fare? Vediamo cosa ha fatto: è restato in silenzio. Un silenzio durissimo, un silenzio assordante: per un anno intero ha evitato di parlare di Statuti neocatecumenali.

    Se il Papa fosse stato contento, lo stesso giorno dell'approvazione ne avrebbe parlato. O almeno, il giorno dopo. Oppure ad una udienza del mercoledì, diamine! Invece no: un silenzio totale, interminabile. Come lo spiegate?

    E quando finalmente parla ai neocatecumenali, cosa dice? Dice forse "bravi"? Dice forse "i vostri errori non sono errori"? No, al contrario: raccomanda di seguire le indicazioni dei vescovi (sottinteso: quelli uniti col Papa; non vorrete mica seguire solo i vescovi "amici vostri"?) e incoraggia all'unità (perché mai il Cammino deve essere sempre richiamato all'unità? Hanno dunque ragione tutti i vescovi che hanno lamentato che il Cammino ha creato solo divisione?).

  4. Ultimo punto: il Cammino Neocatecumenale disobbedisce al suo stesso Statuto.
    Si potrebbero fare tanti esempi, a noi preme ricordare quel fatidico articolo 13, al comma 3, che fa diventare Statuto neocatecumenale la famosa "lettera di Arinze" (contenente le "decisioni del Santo Padre") del 1° dicembre 2005 e la conferma del Santo Padre stesso del 12 gennaio 2006, quando disse ai neocatecumenali che confidava che le norme liturgiche che vi aveva appena dato (in sintesi: seguire il Messale Romano senza aggiunte né omissioni) venissero rispettate.

    Quindi, come vedete, il problema è serio. Cosa pensereste di un'associazione che vanta di avere lo Statuto e che poi nei fatti lo contraddice continuamente?

    Dobbiamo anzitutto combattere contro la falsa propaganda, quella che dice "X è approvato, perciò X non deve essere criticato". Che questo X sia il Cammino o qualsiasi altra componente ecclesiale, a noi non importa: l'errore merita la correzione, non la lode.

    In secondo luogo, ma di uguale importanza, dobbiamo combattere contro l'ignoranza. Cioè dobbiamo informare, dobbiamo far conoscere. Solo i figli delle tenebre temono la luce. Solo gli operatori di iniquità temono che le loro opere vengano scoperte.

    In terzo luogo, non possiamo aspettare che il problema si risolva da solo: abbiamo il diritto e il dovere di far conoscere ai legittimi pastori della Chiesa questi problemi.

    Noi che abbiamo conosciuto direttamente e indirettamente il Cammino Neocatecumenale sappiamo che è un vero tumore per la Chiesa cattolica. Sappiamo che vi è concentrata una tale quantità di errori liturgici e dottrinali, che è naturale parlare di eresia neocatecumenale (e uomini di Chiesa molto più saggi di noi e più santi di noi ci hanno preceduto nel dimostrarlo a chiare lettere). Sappiamo che il Cammino si è fatto strada con mezzi tutt'altro che santi (non è la prima volta nella storia della Chiesa), sappiamo che continua ad ingannare le anime delle persone semplici.

    Ed è proprio per queste ultime che abbiamo tanta premura (così come ne ha il Papa: per non perdere la pecorella smarrita è disposto a rischiare le altre novantanove).

    Parliamo delle anime che si illudono di aver finalmente trovato nel Cammino una strada per vivere meglio la fede. Ma a poco a poco scoprono che il Cammino insegna che la liturgia è una festicciuola, una chiassata da osteria, dove al centro dell'attenzione non c'è il Signore ed il suo intermediario (cioè il sacerdote), ma c'è l'assemblea dove si gareggia in monizioni, canti, risonanze, balletti...

    Scoprono che il Cammino insegna le cose della fede non come le insegna la Chiesa (che nei secoli ci ha più volte dato un comodissimo strumento: il Catechismo, certificato dal Papa stesso) ma come le insegna Kiko (il quale, seppur in rarissime occasioni, ha perfino ammesso che negli Orientamenti/Direttorio c'era qualche errore e qualche svarione).

    Scoprono che nel Cammino i cosiddetti "catechisti" non sono al servizio dell'insegnamento della Chiesa, ma sono al servizio di Kiko e di se stessi.

    Scoprono che nel Cammino è vietato avere dubbi sui fondatori (e si è costretti a inventare spiegazioni complicatissime quando i fondatori la sparano grossa: come Kiko che risponde per iscritto al Papa il 17-1-2006 che non vuole toccare la liturgia neocatecumenale, come Carmen che a giugno 2002 minaccia dicendo "questo Pontificio Consiglio avrà un futuro grandioso se appoggerà il Cammino Neocatecumenale"), è vietato avere dubbi su tutta la gerarchia dei "catechisti" (anche quando fanno figuracce mondiali come l'ineffabile Gennarini)...
Non è bello stare qui da anni e anni a ripetere sempre le stesse cose, però quando si ripete la verità ci si può stancare, ma non si getta mai la spugna. Mi dispiace aver dovuto utilizzare tante parole per spiegare tutte queste cose, ma il dubbio che pongono in molti sul fatto che la Chiesa avrebbe "ufficialmente accettato il Cammino Neocatecumenale", non meritava una risposta breve.

Di fronte a ciò che osserviamo e documentiamo e invitiamo a verificare, chiunque abbia un minimo di onestà e di buona volontà comincerà a farsi delle domande.

Vogliamo concludere con una testimonianza centrata sulla Liturgia, che è la "fonte e il culmine", della nostra Fede, il 'luogo' privilegiato del nostro rendere il vero culto a Dio e accogliere, insieme alla Salvezza che sgorga dal Sacrificio del Figlio diletto e dalla sua Risurrezione, tutte le Grazie di cui abbiamo bisogno, partendo da queste parole di mons. Guido Marini: "La vera azione che si realizza nella liturgia è l'azione di Dio stesso, la sua opera salvifica in Cristo a noi partecipata (...) Dio stesso agisce e compie ciò che è essenziale, mentre l'uomo è chiamato ad aprirsi all'azione di Dio"

È questo quel che avviene nelle celebrazioni del Cammino Neocatecumenale?
Ci sono quattro ammonizioni, le risonanze, le preghiere dei fedeli, e poi le effusioni della pace, e poi i canti urlati a voce piena... È Dio che agisce? È Lui il Protagonista?

Dio nel CN non è più riconoscibile neppure allo 'spezzare il Pane', perché perfino quel gesto è usurpato da mani estranee.

Si può nel CN cantare da seduti, distrattamente un Agnello di Dio che finge di rendere onore ad una Presenza che invece resta nascosta e marginale.

Dove mai è possibile la dovuta adorazione al Dio che agisce, se il silenzio nel CN è meticolosamente censurato? Se ho il cuore superbamente ingombro di parole e di volti e di abbracci di effimera pace?

Non è lì il Dio che agisce e che salva. Mi spiace tanto, ma non posso chiudere gli occhi.

Mi spiace per chi rimane nel CN e non sa, non vuole vedere.

Mi spiace per me. Per la fatica che mi costa ancora oggi scrollarmi di dosso la polvere dei dieci anni consumati inseguendo il sogno di un incontro. La fatica di ricostruirmi il cuore. Di restituire al mio Signore quel che gli appartiene di me, del mio tempo, del mio stare al mondo.

E che il Signore voglia ascoltare l'insistente grido dei Suoi figli.

La Chiesa è malata. E se il più grande male che è stato fatto all’uomo è stato il tentativo di eliminare dalla sua vita la trascendenza e la dimensione del mistero, se questa è la malattia, non si tratta di una banale influenza da curare con un antipiretico.

Rivitalizzare lo spirito della liturgia in tutto il mondo a me sembra che equivalga a curare un sintomo, allarmante e grave, ma pur sempre un sintomo di una malattia più profonda che intacca il cuore stesso della Chiesa, il suo essere sacramento di Cristo nel mondo.

Se accade che nella stessa Chiesa c'è chi celebra la Messa Gregoriana su altari rivolti ad oriente, e chi celebra in sale di alberghi a quattro stelle un'Eucarestia che di fatto disconosce il valore redentivo del Sacrificio di Cristo, allora il problema non è 'come' celebrare, ma piuttosto per 'Chi'. In Chi crede questa Chiesa così, come dire, ecumenica? Di quale Volto vuol farsi trasparenza, di quale Dio parla?

Si tratta semplicemente che la liturgia deve essere vissuta e che deve essere al centro della vita della Chiesa. Certo, questo è necessario, urgente. Ma non basta a rendere di nuovo credibile questa Chiesa così invasa da stridenti contraddizioni. Non basta a render ragione del suo porsi come la sola salvezza possibile.

Se è ancora vero che fuori dalla Chiesa non v'è salvezza, allora questa Chiesa deve uscire dall'ambiguità non solo liturgica, deve reimparare a parlare la stessa lingua, ad annunciare lo stesso Dio Salvatore e Redentore, ogni giorno, in ogni luogo.

Più volte è stato citato Amerio: "Di due cose c'è bisogno per custodire la Verità. Primo: rimuovere l'errore dalla sfera dottrinale(...) Secondo: rimuovere la persona in errore(...) Se questo servizio papale non è esercitato, sembrerebbe ingiustificato dire che è stato usato ogni mezzo per custodire la dottrina della Chiesa"

Non mi sembra che le cose vadano in questa direzione. Certo, si comincia dall'inizio. E anch'io amo questo Papa, mi fido di lui, della santità della sua volontà, della sofferta coerenza del suo impegno a 'riparare' la sua Chiesa.

Ma io sono rimasta sola con la mia nuda coscienza a cercare di capire da che parte sta la Verità vera del Vangelo di Gesù Cristo. Perché appunto al Cammino sembrerebbe esser stato concesso il privilegio dell'ambiguità, che equivale alla licenza di disobbedire e di mentire.

La Chiesa non può permettersi i vizi del mondo, che sono appunto l'ambiguità, il compromesso, la menzogna, perché così smette di essere credibile, Madre e Maestra, amata dimora dei cercatori di Dio.

giovedì 30 dicembre 2010

UN DIRETTORIO FANTASMA …PER CATECHESI SENZA CATECHESI

Dicembre per il Cammino Neocatecumenale è stato segnato fino a questo momento da due notizie che esso stesso si è premurato stranamente di pubblicizzare come mai aveva fatto con nessun evento – forse nemmeno per l’approvazione definitiva dello Satatuto – in maniera del tutto fuori dal consueto: il diniego opposto al Cammino dalla conferenza episcopale giapponese e il “ conseguente” incontro dei vescovi nipponici col Papa, avvenuto il 13 dicembre scorso; la presunta avvenuta approvazione del direttorio neocatecumenale contenente gli “orientamenti” catechetici elaborati (e utilizzati) ormai da più di 40 anni da Kiko Arguello e dalla sua "consigliera spirituale," signorina Carmen Hernandez.

Si tratta – ripeto - di una prassi (quella di pubblicizzare preventivamente queste notizie) che il Cammino ha sempre accuratamente evitato e che, dunque, ha tutta l’aria di essere stavolta costituita da una vera e propria infornata industriale di fumo negli occhi sia per gli adepti sia, soprattutto, per gli osservatori esterni come noi.

Per quanto concerne la prima notizia (la quaestio giapponese) si è discusso a lungo e in modo molto approfondito nei threads più recenti, anche se essa continua a restare nel discrimine del detto/ ma non detto, della “minaccia non minacciata”, com’è abituale per i ncn, quella che da più testimonianze pervenute e controllate sembra essere stata in una recente convivenza a Porto San Giorgio una vera e propria diffida di Kiko a chi di dovere, pena una sorta di scisma, affinchè sia rimossa d’autorità e dall’alto (ammesso sia possibile) la decisione, sfavorevole al Cammino, assunta dai vescovi del Giappone.

Circa la seconda notizia (la presunta approvazione del Direttorio Neocatecumenale da parte della Santa Sede) forse vale la pena di spendere invece qualche riflessione ulteriore nell’attesa che la notizia – se vera – trovi la sua conferma ufficiale.

In effetti di quest’araba fenice, chiamata Direttorio Neocatecumenale all’esame della Santa Sede si è parlato e si parla tanto, ma non si conoscono i reali contorni della vicenda. I numerosi volumi che lo costituiscono circolano ormai da molti anni, e nemmeno tanto segretamente, ma che i dicasteri vaticani se ne siano occupati o se ne stiano occupando sul serio risulterebbe soltanto, oltre che dall’accenno contenuto a più riprese nello Statuto, da due notizie, entrambe di fonte neocatecumenale:

1) l’intervista rilasciata da Arguello a Roma, all’indomani dell’approvazione definitiva dello Statuto, nella quale lo Spagnolo annunciava che gli Orientamenti neocatecumenali erano stati approvati già dal 2003 e che era desiderio del Santo Padre che essi fossero pubblicati;

2) Le dichiarazioni di “avvenuta approvazione ufficiale” dei medesimi orientamenti divulgata dai catechisti ncn nelle recenti convivenze di inizio corso e di riporto e ripresa più volte in queste ultime settimane anche sul web oltre che nelle varie comunità. Altro, a livello ufficiale o semiufficiale, non è dato conoscere, dunque un sia pur banale approfondimento forse si impone a ragion veduta.

Se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci accorgiamo infatti che quello dell’approvazione del cd. Direttorio è un falso problema. E’ vero che di esso si fa menzione strumentalmente nello statuto ncn approvato ( e non era affatto legittimo farlo attraverso un discutibilissimo rinvio, per delle norme assolutamente importanti nella vita di un gruppo ecclesiale, a un fantomatico testo all’epoca e ancora oggi ufficialmente sconosciuto e mai approvato), ma è pur vero che sarebbe la prima volta nella storia della Chiesa, qualora lo si approvasse, che si legittimerebbe un sistema di catechesi del tutto, o quasi, diverso dall’impostazione ecclesiale ed ufficiale del concetto stesso di catechesi.

LA CATECHESI SENZA CATECHESI

La catechesi neocatecumenale, e in genere la catechesi avulsa dalla tradizione ecclesiale, è segnata, come osservava R. Amerio, “… da due momenti intrinsecamente legati: l’abbandono della pedagogia cattolica della trascendenza del Vero all’intelletto e l’abbandono della certezza di fede sostituita dall’esame e dallopzione soggettivi…”.

Questo tipo di catechesi , di cui si fregia e si avvale il Cammino Neocatecumenale, avviata in Francia fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, fu portata a regime con la promulgazione di “Pierres Vivantes” nel 1982. E’ significativo però che questo testo non solo non ottenne l’approvazione della Santa Sede, ma aprì addirittura un conflitto tra episcopato francese e Santa Sede, tanto che lo stesso cardinal Ratzinger pochi mesi dopo la promulgazione di Pierres Vivantes si recò a Lione per riprovare pubblicamente la nuova catechesi in quanto essa invece di avanzare verità a cui prestare assenso di fede, proponeva soltanto testi bliblici lumeggiati secondo il metodo storico-critico e rimetteva all’esame del catecumeno la facoltà di dare o meno l’assenso.
In altri termini, il cardinale Ratzinger osservava che questo tipo di catechesi ( perfettamente sovrapponibile nel metodo, oltre che in molti contenuti, fino alle virgole con le catechesi neocatecumenali) tendeva a staccare dalla Chiesa le verità di fede che la Chiesa annuncia da sempre e proponeva al credente di farsene interprete e giudice – come osserva R. Amerio- sicchè la Bibbia così staccata rischiava di divenire puro documento soggetto alla critica storica e la Chiesa medesima veniva declassata a semplice strumento per la creazione di opinioni soggettive.

Secondo il cardinale Ratzinger la catechesi cattolica è invece una didattica, cioè una comunicazione di verità, e il suo contenuto è il dogma della Chiesa, non già la parola della Bibbia storicamente e filologicamente astratta e men che mai il coacervo di “intuizioni” o di convinzioni di un laico, peraltro non autorizzato, bensì la parola della Bibbia conservata e comunicata agli uomini , ma dalla Chiesa, insieme a tutto il deposito costituito dalla Sacra Tradizione e dal Magistero !

UNA PRIMA CONCLUSIONE BANALMENTE OVVIA

Se il cardinal Ratzinger allora ( anni 80 del secolo scorso, vale a dire appena 30 anni fa) difese a spada tratta la tradizione catechetica della Chiesa e la relativa impostazione metodologica dalle gravi contaminazioni rinvenute in Pierres Vivantes ( Un testo catechetico che, tutto sommato, pur essendo avulso dalla legittimazione ecclesiale, non prevedeva cammini gnostici conclamati) non si capisce perché oggi la Chiesa stessa dovrebbe esaminare ed approvare un sistema catechetico quanto meno originale qual è quello fantasiosamente messo insieme da Kiko e Carmen in sostituzione (!?) del Catechismo della Chiesa Cattolica!

martedì 28 dicembre 2010

Note di attualità: l'Almudena chiusa per un crollo e un insolito pistolotto di Tornielli sui "Tradizionalisti"


Una piccola nota di cronaca, emersa attraverso Google da un articolo di El Pais del 21 dicembre scorso. Niente di eclatante; ma per un periodo indeterminato le celebrazioni sotto la corona misterica di Arguello saranno sospese.
El insólito cierre de la catedral católica de Madrid al culto público durante las Navidades tiene una causa: la caída de cortantes lascas de piedra desde las columnas de uno de los arcos torales que circundan el altar mayor. Un informe de la consultora técnica especializada Intemac relativo a las razones que explican lo sucedido, lo atribuye a deformaciones surgidas entre el núcleo de hormigón de los fustes y el chapado de piedra que los recubre. Tal incompatibilidad, que data de muchos años atrás, causó los desprendimientos. La falta de uniformidad de la piedra, caliza de Monóvar, y su estereotomía -el tipo de corte al que fue sometida- aceleraron el problema, que ha llevado al Arzobispo a trasladar el culto navideño a la colegiata de San Isidro, en Toledo, 37.
Mi ha colpito la circostanza che il crollo sia avvenuto il giorno della vigilia dell'Immacolata. Un caso, certamente...

Approfitto per inserire un altro dato di attualità, sorto dall'insolito e per certi versi inquietante pistolotto di Natale, inopinatamente posto dal vaticanista Andrea Tornielli, sulla questione del cosiddetto "protestantesimo Tradizionalista". A questo siamo arrivati.

Inserisco il mio intervento, al solito sommerso da una profluvie di altri di ogni genere, tra i quali tuttavia spiccano quello di Messa in latino e un impegnativo confronto di Stefano. Questa è la situazione nella nostra Chiesa...
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2010/12/25/la-liturgia-e-il-protestantesimo-tradizionalista/#comments

Caro Dr. Tornielli,
innanzittutto Buon Natale (siamo ancora nel Tempo di Natale).
Ho letto con sorpresa e anche con sgomento la sua ‘tirata’ contro i “tradizionalisti”, ancor più inaspettata proprio perché è stata scaraventata sul blog durante il giorno di Natale.
Vorrei permettermi di farle due osservazioni:
  1. Non confonderei un certo “tradizionalismo ideologico” da lei chiamato per nome come se esso identificasse tutto il Tradizionalismo, né con la FSSPX né con gli amanti della Tradizione tout court, che sono semplici cattolici che appartengono alla “Chiesa militante” non perché l’ha detto De Mattei, ma perché tutti noi cattolici (lei compreso) apparteniamo alla Chiesa Militante in stretta comunione con quella Trionfante e quella Purgante, e cioè nella Comunione dei Santi, abolita perfino dal lessico cattolico dai neo-protestanti che l’hanno persino espunta dal NO (essi sì davvero protestanti!).
    Questo termine non si addice a coloro che amano la Tradizione, i quali non ‘protestano’, ma ‘supplicano’ che cessi finalmente lo scempio e l’oscuramento delle verità di fede cattoliche. E lo fanno, non “pretendendo di avere la Verità in tasca”, come lei dice, né pretendendo di insegnare qualcosa al Papa né a nessun altro, ma in virtù di ciò che diceva Dom Gueranger: “… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.
  2. La seconda osservazione che mi permetto di farle è che con la sua ‘stroncatura’, mi sembra abbia fatto sua la “vulgata”, che sta prendendo sempre più consistenza nella realtà ecclesiale, cavalcata da pseudo-fedeli al Papa solo a parole, che sono tradizionalisti solo in senso moralistico per ciò che attiene la famiglia e la morale mentre, per il resto, calpestano dottrina e liturgia e ignorano ogni indicazione del S. Padre osannato e seguito quando approva ed incoraggia e ignorato quando ‘indica’ e ‘corregge’. Sono essi che hanno ‘coniato’ questo termine di “protestanti con pretesa di avere la verità in tasca”, e ormai lo usano ad ogni piè sospinto per tappare la bocca a coloro che si permettono – con diritto-dovere di cattolici battezzati e cresimati -, di denunciare documentando abusi liturgici e distorsioni dottrinali, ormai addirittura entrati a pieno titolo nelle pastorali di moltissime diocesi…
E’ questo uno degli aspetti – purtroppo non l’unico ma il più subdolo – della crisi odierna (credo che neppure lei possa dire: “che bel vestito ha l’imperatore”!) che è nella e non DELLA nostra (nessun “noi-voi”) Chiesa, perché quella Una Santa è viva e intangibile nel suo Mistero di Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa.

Vorrei aggiungere alcune notazioni al mio richiamo alla “chiesa militante”, definizione molto precisa, che sembra ormai superata dalla sottolineatura conciliare delle immagini di “Chiesa pellegrina” e/o chiesa “sacramento” e “comunione” in contrapposizione a quella gerarchica, che non esauriscono la realtà teandrica – e non solo accentrata sull’uomo – della Chiesa-Mistero …
Premesso che “gerarchia” presuppone un “ordine” fondato sulla “comunione”, ovviamente è esatto dire che la Chiesa è “pellegrina”, come è esatto dire che la Chiesa è sacramento e comunione… d’altronde è la comunione in Cristo che fa la Chiesa e, quindi, se non ci fosse sempre stata la “comunione”, anche prima del concilio, non ci sarebbe più la Chiesa… Preciso che questo non significa rinnegare il concilio, ma interpretarlo nel senso della ‘continuità’ propugnata dal Santo Padre…

Inoltre “Chiesa militante”, implica l’idea di una chiesa che lotta, ma è bene precisare che non si tratta di una lotta con le ‘persone’ …insomma non si intende una chiesa di crociati né vecchi né nuovi, ma “La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (Ef. 6,12)

Aggiungo una interessante puntualizzazione scaturita dal dibattito:

A chi mi faceva notare che: “i termini “Chiesa pellegrinante” e “Chiesa comunione”, pur corretti, inclinano pericolosamente verso un’impostazione neo-veterotestamentaria: Chiesa come nuovo Popolo Eletto. La realtà (1Pt 2, 9) è che la Chiesa è “popolo che Dio si è acquistato”, cioè popolo dei Redenti (=ricomprati…dal possessore tirannico Satana!). L’inclinazione ereticale cui accennavo non può che portare ai disastri a cui ha già condotto in ambito protestantico: alla fine, il “secondo Israele” tende a dissolversi, e resta il “primo” !”

Replicavo: grazie per la precisazione. A me premeva la sottolineatura di come i due termini non esauriscano tutta la realtà della Chiesa. E’ tipico delle affermazioni conciliari e relative post-applicazioni fare affermazioni lapidarie, tipo slogan, che colpiscono l’immaginazione e l’emotività, ma non esauriscono la ricchezza semantica di una terminologia compiutamente descrittiva e dinamicamente viva in Cristo come “Chiesa Trionfante Militante e Purgante” e le profondità ontologiche che l’identità della Chiesa presuppone.

In effetti affermare realtà esatte, ma incomplete, fa passare sotto silenzio quello che esse non dicono e che, nel corso del tempo, viene sotterrato, sepolto, dimenticato, lasciato da parte. Anch’io ho sempre notato che indicare la Chiesa come “popolo di Dio” non è un progresso, ma un regresso di sapore vetero-testamentario, dato che la Chiesa E’ innanzittutto il Corpo Mistico di Cristo, Sua Sposa… non è ininfluente, eliminare il Nome del Signore e, soprattutto, ‘velare’, accantonare questa realtà UNICA e meravigliosa che ci fa Chiesa in Lui…

A questo punto mi preme puntualizzare la sempre maggiore evidenza delle due (e forse più, purtroppo) anime riconoscibili nella Chiesa visibile del nostro tempo, nella quale è ormai difficile orientarsi e districarsi dal garbuglio di innovazioni e mistificazioni spacciate per spirito conciliare, che la cultura egemone sta continuando a tessere e portare avanti, tentando di delegittimare qualunque voce cerchi di 'mostrare' le Verità cattoliche senza travestimenti né modernisti né da cosiddetta 'nuova pentecoste'.

E mi preme anche sottolineare come queste diverse anime si siano di fatto alleate coniando la 'vulgata' di un tanto fantomatico quanto improbabile "protestantesimo Tradizionalista" ponendosi come "conservatori"... quante etichette!

In realtà i 'conservatori' di oggi sono coloro che intendono conservare il cosiddetto spirito del concilio facendo di esso - che ha messo in un angolo i Dogmi assoggettandoli ad una assurda evoluzione - un intoccabile nuovo "superdogma"...

Vorrei osservare che il termine "conservatore" non si addice alla Tradizione, che 'conserva' nel senso che 'custodisce', il "Despositum Fidei" Apostolico; ma nello stesso tempo non conserva alcun tipo di fissismo, che non le si addice in quanto essa è VIVA nel senso, insegnato da mons. Gherardini, della “continuità evolutiva”, che esclude tutti quei criteri immanentistici che si sono imposti, dall’Illuminismo ad oggi, sia alla filosofia che alla teologia. Gli Apostoli ci hanno lasciato quanto da Cristo avevano ricevuto ratione ecclesiae, non i carismi personali ma le verità riguardanti la Fede e la Chiesa.
I Padri la chiamano Traditio Dominica o Traditio Apostolica “lo Spirito Santo vi ricorderà tutte le cose che vi ho insegnato io” (Gv 14, 26). L’insufflatio dello Spirito [Presente nella Chiesa: dove c'è il Figlio, c'è anche il Padre e lo Spirito Santo] non ha per oggetto una o più, ma “quaecumque dixero vobis”: tutte le cose, acquisizioni sempre più approfondite, nova et vetera (Gv 16,13).

domenica 26 dicembre 2010

Pubblicazione "catechesi" neocatecumenali: "status quaestionis"

Questo è l'ultimo sviluppo del nostro dialogo: lo inserisco perché appare lo "status quaestionis" sulla ventilata possibilità di pubblicazione delle Catechesi del Cammino neocatecumenale.

Così scrive UDD:
La pubblicazione dei Direttori Catechetici sarà un aiuto per tutti, soprattutto per i parroci che accolgono il cammino ma lo conoscono poco. Resterà naturalmente il problema della loro corretta attuazione in parrocchia e quindi sarà responsabilizzato il parroco affinchè possa vigilare sulla pratica seguita nelle comunità confortato da documenti ufficialmente approvati.
Il mio auspicio è che il cammino lo si faccia dove effettivamente il parroco, responsabile della pastorale, lo vuole e si metta a disposizione per seguirlo in prima persona in comunione con i catechisti.
Buon Natale a tutti gli osservatori e ai lettori del blog. Non condivido le vostre osservazioni sul cammino ma resto convinto dell'utilità delle critiche fondate su argomentazioni teologiche.
Risponde Tripudio:

Ricambio gli auguri, ma non posso non rilevare la contradditorietà dell'ultima affermazione. Come si fa ad essere convinti dell'utilità delle critiche fondate su argomentazioni teologiche, alle quali evidentemente riconosce validità, se poi dice di non condividere le nostre osservazioni sul cammino? E, di seguito, pubblico la risposta di Tripudio, che è l'esatta percezione della realtà:

Vorrei brevemente rispondere ad UDD che afferma che la pubblicazione del "Direttorio" sarà di "aiuto".

In teoria dovrebbe essere di aiuto: in pratica non sarà così. Non sarà così per l'eccessiva lunghezza: quale parroco ha il tempo di leggersi 3100 pagine? Mettiamoci per un attimo nei panni di un parroco indaffarato che a stento ha tempo di leggere documenti della Santa Sede, della CEI, della diocesi, della forania...

Non sarà di aiuto per un altro motivo: nessuno garantisce che la predicazione dei cosiddetti "catechisti" neocatecumenali rispecchierà il contenuto del Direttorio. Il motivo è semplice: per parecchi decenni hanno imparato a memoria la pappardella kikiano-carmeniana... cosa farebbero con 3100 pagine di pappardella corretta e aggiornata? Soprattutto: accetteranno di farsi correggere? Kiko ha mai accettato di farsi correggere dal Papa?

Vorrei che qualche neocatecumenale mi spiegasse come si potrebbero mai risolvere tali problemi. Finiremmo infatti per avere una versione "teorica" del Cammino, descritta (in modo estenuante) da Statuto (inapplicato) e Direttorio (ignorato)... ed una versione "reale" del Cammino, per la quale valgono sempre le sue strampalate e stra-sbugiardate dottrine.

L'appunto che muoverei a UDD è infatti questo: voi neocatecumenali vi auto-osannate per la possibile pubblicazione del Direttorio... quando in realtà dovreste considerarlo una guida per correggervi, non un documento per aumentarvi di prestigio.

La cosiddetta attuazione non va fatta dunque "in parrocchia", ma nelle comunità neocatecumenali. Si ritorni al Catechismo della Chiesa Cattolica, quello originale, senza aggiunte né omissioni! Si ritorni al Messale Romano, quello originale, senza aggiunte né omissioni! Allora sì che sarà (finalmente) facile dire che il Cammino fa crescere la Chiesa. Così com'è, infatti, il Cammino fa crescere sé stesso, al pari di un tumore che espande sé stesso a danno del corpo che lo ospita.

Io condivido e aggiungo. Così dovrebbe essere; ma, guarda caso, il card Canizares, nella sua recentissima intervista rilasciata a Tornielli usa il solito linguaggio ambiguo e cerchiobottista. Non mi si dica che è una critica; perché è una amara constatazione, che fa segnare un inatteso regresso nella capacità di affrontare l'attuale ineludibile crisi.

Tant'è che il cardinale può dire: " la liturgia, questo è un fatto, è stata “ferita” da deformazioni arbitrarie, provocate anche dalla secolarizzazione che purtroppo colpisce pure all’interno della Chiesa. Di conseguenza, in tante celebrazioni, non si pone più al centro Dio, ma l’uomo e il suo protagonismo, la sua azione creativa, il ruolo principale dato all’assemblea.", ma poi non disdegna di celebrare il "Rito" modificato da un laico, e fa suo il linguaggio neocatecumenale che ovviamente implica la relativa prassi. Il cardinale allude infatti al "nuovo movimento liturgico" che sembra aver fatto tramontare, il progetto di "Riforma della Riforma" così come lo aveva concepito Benedetto XVI, esprimendo intenti ancor più rivoluzionari con queste parole: “Dobbiamo considerare il rinnovamento liturgico secondo l’ermeneutica della continuità nella riforma indicata da Benedetto XVI per leggere il Concilio. E per far questo bisogna superare la tendenza a “congelare” lo stato attuale della riforma postconciliare, in un modo che non rende giustizia allo sviluppo organico della liturgia della Chiesa." e, poi, "Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana”.

La solita sconcertante ma dolorosa incoerenza tra parole e fatti ed anche, in alcuni punti, contradditorietà nelle parole fra loro e, quindi, confusione di idee e di concetti...

Quanto alla "pastorale d'iniziazione cristiana", non possiamo ignorare che si tratta di quella di conio neonatecumenale che, in barba all’Arcano tuttora vigente, sta già entrando nelle diocesi , in molte delle quali è già consolidata: Campobasso, ad esempio...

venerdì 24 dicembre 2010

IN NATIVITATE DÓMINI NOSTRI IESUS CHRISTI

Dalla Santa Messa Gregoriana del Giorno :


Concéde, quæsumus, omnípotens Deus: ut nos Unigéniti tui nova per carnem natívitas líberet: quos sub peccáti iugo vetústa sérvitus tenet. Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sæcula sæculórum. Amen

(Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che la nuova nascita secondo la carne del tuo Unigenito, liberi coloro, che l'antica schiavitù tiene sotto il gioco del peccato. Per lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. M. - Amen.)

CARI AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI! La Pace del Signore Nostro Gesù Cristo scenda su noi, i nostri Cari, e tutti i nostri fratelli! AVE MARIA!

giovedì 23 dicembre 2010

La Chiesa cattolica e la duplicità

Questa osservazione di Stefano, mi ha indotto ad una riflessione che desidero condividere con tutti, perché la ritengo importante per comprendere la situazione della Chiesa, oggi, e quindi della seria crisi che viviamo che è nella Chiesa ma non DELLA Chiesa, perché quella Una Santa è viva e intangibile nel suo Mistero di Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa.

Ci avviciniamo al Natale e, prima di accogliere l'evento che stiamo attendendo nel Sacro e solenne Silenzio che gli si addice, prima dell'esplosione del Gloria, scriviamo un'ulteriore tappa del nostro percorso di consapevolezza e di presenza nel cuore della nostra Chiesa cattolica, della quale purtroppo molto si stanno perdendo i connotati, che noi - nel nostro piccolo - custodiamo difendiamo e diffondiamo.
Se ci si esprime con intenti diversi dai due radicalismi, spesso e volentieri si incorre proprio in questo "reducismo", "veteranismo". Chi sei tu? Dove stavi mentre io ero in "guerra"? Non ti ho visto, quindi sarai sicuramente un imboscato! E ora che fai? Mi dai consigli? Mi dici che qui e lì forse sto sbagliando? Hai le mie cicatrici? Hai le mie medaglie? NO! Allora taci! Non sai, non puoi sapere. Non capisci e non puoi capire. Qui o vinciamo noi o vincono loro! Chi vuole cercare una via di riforma TACCIA! Perchè non è il suo momento. E se parla dovrà tacere.
Caro Stefano, se ti riferisci alle tue esperienze e alle tue proposte su questo blog, dobbiamo aver vissuto e visto un film diverso... se ti riferisci, come credo, alla Chiesa in generale, penso che il problema sia più semplice, ma ancora più drammatico. E ti invito a considerare la mia diagnosi ricavata anche alla luce delle esperienze recenti.

Di fatto si sta delineando il paradosso che gli speudo-tradizionalisti di nuovo conio (leggi neocatecumenali, che sono tradizionalisti solo riguardo alla morale a alla famiglia, ma quanto a dottrina sappiamo quanto siano più innovatori dei più accesi novatores pre e post conciliari) si stanno alleando con alcuni tradizionalisti di vecchio conio, i quali si rifanno a centri di potere e rispondono ad ordini di scuderia (leggi tradizionalismo ideologico) per continuare a delegittimare e a silenziare, di fatto, chi come noi vede le storture e le denuncia, con rispetto e senso di responsabilità e grande discernimento...

E sai dov'è che hanno trovato il loro "punto di alleanza"? Sullo slogan di "far quadrato intorno al Papa" (ovviamente -quanto ai neocat- il Papa che li ha 'approvati' e che per questo diviene infallibile anche dove si sa che non lo è, mentre i suoi richiami sono completamente ignorati e tuttavia di fatto lui glielo consente)... come se non facesse "quadrato intorno al Papa" e non fosse in comunione con lui, chi si permette di porsi domande e vivere sconcerto e disorientamento per mancanza di coerenza tra parole e atti comune a Papa e vescovi, che va comunque denunciata, perché il risultato che porta è la proliferazione dell'errore e l'ulteriore oscuramento della Verità, qualunque siano le cause (politiche, pastorali o di lupi incombenti) che provocano questa incoerenza.

A questo proposito, la dice molto lunga lo 'strano' silenzio sull'evento epocale e bellissimo organizzato dai Francescani dell'Immacolata sul Concilio... Ovvio che il silenzio è VOLUTO e che non fa altro che continuare la damnatio memoriae dell'autentica Tradizione, solo per non correre il rischio di guardare la realtà in faccia e non voler riconoscere che nel concilio la continuità esiste (ma ne va trovato il filo conduttore), ma esiste anche la 'discontinuità' che è entrata nella pastorale e quindi anche nella prassi e non si può negare che variazioni nella prassi sconsiderate provocano variazioni anche nella dottrina, magari all'inizio implicite, ma poi si esplicitano in frutti ben visibili come stiamo vedendo oggi...

Questo è quel che è accaduto e continua ad accadere, questo è il nostro dramma nella Chiesa di oggi, Steph, non altro riferito a nostre sempre possibili responsabilità, che non vedo nei sensi da te indicati, di certo riferite ad altri, che riguardano reazioni magari un po' intransigenti di chi si è stufato di questo "far quadrato intorno al Papa" che nei termini in cui è posto sopra non porta da nessuna parte...

Il VERO "far quadrato intorno al Papa" è continuare a rispettarlo rimanere in comunione anche di preghiera, ma continuare a 'mostrare' la Verità che amiamo e della quale anche il Papa è il primo dei Servi, che sta esercitando il suo munus docendi, ma non usa 'bastone e vincastro' insieme per quello regendi, il Governo... e questa tragica "desistenza" non è senza conseguenze...

Noi ci siamo dentro consapevoli della nostra impotenza, ma non senza smettere di fare del nostro meglio e abbracciamo la croce... il resto è nelle mani del Signore

Concludo con le parole che Dom Guéranger scrisse a proposito di San Cirillo di Alessandria, insigne avversario del nestorianesimo: "... quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria."

martedì 21 dicembre 2010

Cosa si profila dal fronte neocatecumenale?

Pubblico il testo del documento interno del Cnc che ci è stato fatto pervenire a fine novembre, quando cominciavano a circolare voci sull'imminente pubblicazione delle catechesi neocatecumenali. Vedremo che la sua lettura sarà significativa perché, pur nella solita apodittica enfasi ed arroganza, si nota un cambiamento di stile e alcune sfumature nel cambiamento di linguaggio impensabili fino ad ora. Lo vedremo meglio nell'analizzare e riflettere insieme.

Abbiamo più volte dimostrato che lo statuto risulta monco, Ora, se Kiko sta scalpitando per ottenere la pubblicazione della Catechesi e l'approvazione della liturgia, che (mentendo) ha sempre detto all'interno di avere in mano, vuol dire che effettivamente qualcuno riconosce le anomalie rappresentate dallo statuto, da noi evidenziate fin dall'inizio...
Adesso una buona notizia che voglio darvi. Stamattina abbiamo saputo che il Pontificio Consiglio per i Laici ha ricevuto una lettera della Congregazione della Fede che dice che sono state studiate e approvate tutte le nostre catechesi, tutti i mamotreti. Sono 13 volumi, 3100 pagine. Per 5 anni sono stati studiati ed esaminati da una commissione di esperti presieduta dal Card. Bertone. Per noi c’erano Ezechiele e Javier. Hanno visto parola per parola tutte le catechesi di Kiko e Carmen, del Cammino. E dice la lettera che questi volumi devono essere chiamati “Direttorio Catechistico del Cammino Neocatecumenale”. (applauso). Non sono più meri “Orientamenti”, ma “Direttorio”.
Javier Sotil:
Nella prima stesura dello Statuto del Cammino, quella “ad experimentum”, i 13 volumi delle catechesi venivano chiamati “Direttorio Catechistico del Cammino Neocatecumenale”, come la Santa Sede ci aveva detto di fare. Nello Statuto approvato in modo definitivo, a richiesta della stessa Santa Sede, i 13 volumi delle catechesi vengono chiamati semplicemente “Orientamenti all’équipes di catechisti”, come togliendo loro importanza. È stupendo che ora la Santa Sede dica che si debbano chiamare nuovamente “Direttorio Catechistico del Cammino Neocatecumenale”.
Kiko:
Il Cammino si basa sullo Statuto e sul Direttorio dove c’è tutta la nostra tradizione orale. Ora dobbiamo cambiare: dobbiamo mettere negli Statuti la parola “Direttorio”. Le nostre catechesi hanno l’approvazione dei dicasteri competenti della Curia romana. Questa è una grandissima notizia. Il Papa ci dà questo strumento di evangelizzazione per i lontani, per il mondo, la nuova evangelizzazione. Bene! Oggi ci ha consolato! La Santa Sede non solo riconosce la bontà della catechesi che voi avete ricevuto ma ne fa anche una proprietà della Chiesa, fa parte della ricchezza della Chiesa, teologica catechistica e lo fa attraverso un Direttorio per la catechesi degli adulti. E’ un bene che è amministrato da noi, come responsabili di questa fondazione di beni spirituali, che è il Cammino. (applauso)
All’interno del Direttorio catechistico ci sono le diverse celebrazioni: del primo scrutinio, della traditio, della redditio simboli, ecc. Dottrinalmente tutto è approvato.
[non nomina l'abominevole II scrutinio: lapsus calami o vere modifiche? Non potremo mai saperlo se non pubblicheranno. E, se davvero ci sono stati dei cambiamenti e il tutto verrà reso pubblico... ma inutile fare congetture. Aspettiamo e vedremo]

Queste parole, invece sono tratte dallo stesso documento, nella parte in cui si parla anche del Giappone, da noi già resa pubblica e valutata nella sua giusta luce.

Il Papa, come vi dicevo prima, ci ha ricevuto in udienza privata a Carmen, P. Mario e me il giorno 13 scorso. È stata un’udienza fantastica. Abbiamo parlato su 4 punti.
Il secondo punto: chiediamo che sia fatta pubblica l’approvazione che, dopo accurato esame teologico, ha fatto la Dottrina della Fede su tutti i “mamotreti”, e anche l’approvazione della liturgia del Cammino.

[Da notare che vien chiesto venga resa pubblico l'evento-approvazione (che userebbero come grimaldello al pari dello statuto) e non i testi, nonché l'approvazione della Liturgia, prova evidente che qualcosa sub iudice deve pur esserci! Ma, molto inopportunamente i fedeli sono tenuti fuori da tutto questo, che è un problema che riguarda TUTTA la chiesa]
Sempre dalla stessa parte del documento:
Come sapete, infatti, il Cammino Neocatecumenale è stato istituito dalla Santa Sede come una “fondazione di beni spirituali con personalità giuridica pubblica”. Uno di questi beni è il Neocatecumenato, con le sue tappe – fase kerigmatica, primo scrutinio, 2 scrutinio, ecc. tutto il percorso neocatecumenale –. Se un Vescovo o una conferenza episcopale ha qualche problema con questo “bene” deve dialogare con noi, responsabili del Cammino a livello mondiale, perché il Papa ci ha fatto garanti dell’autenticità dell’attuazione del Cammino nelle diocesi. La Chiesa riconosce che il Neocatecumenato è un bene spirituale enorme per tutta la Chiesa. E’ la prima volta nella Chiesa che si istituisce una fondazione di beni spirituali: siamo i primi. Tutte le altre fondazioni sono insiemi di beni materiali.
[E' la prima volta che il cammino non viene identificato come "iniziazione", ma come "fondazione...". Ma poi, a parte l'enfasi sul "bene spirituale enorme per tutta la Chiesa" c'è la "inesattezza" (chiamiamola così) che è la prima volta che si istituisce una "fondazione di beni spirituali", quando ce ne sono tantissime e sono regolarmente previste dal diritto canonico (can.115). In questo modo può imbonire gli adepti, ma non noi. E il Papa e i vescovi danno credito a questo imbonitore! E notate bene il tono arrogante riguardo ai vescovi... Ricordo come l'emblematica vicenda del Giappone sia stata inquadrata e sviluppata, sulla base delle fonti originali, nei thread precedenti]
L'ho già detto, ma è bene ripetere. Mi sembra di rivivere un deja vu, come nell'imminenza dell'approvazione degli statuti, quando li davano per approvati e ancora non lo erano... Per quanto riguarda il Direttorio, non mi meraviglierei di vederlo approvato, conoscendo potere, agganci e il diffuso modernismo della Curia, che non è certo a favore né della Verità né della Tradizione che la custodisce e la trasmette. Naturalmente sembrerebbe impensabile un'approvazione nella stesura che corrisponde alla "tradizione orale" corrente, perché davvero non è cattolicamente commestibile... e non siamo noi a dirlo, ma illustri teologi e sacerdoti. Tuttavia:
  1. se li pubblicassero così come sono nella "tradizione orale" corrente, gli adepti potrebbero vedere in anticipo tutto quanto di solito DEVE rimanere segreto; il che risulta altamente improbabile, ma verrebbero sbandierati come grimaldello al pari dello statuto

  2. se li pubblicassero, come è possibile, addomesticati, gli adepti potrebbero riconoscere le difformità tra quel che succede e quel che è davvero autorizzato. Ma, nello stesso tempo, nessuno dall'esterno avrebbe la possibilità di verificarne il rispetto, data l'inesorabile blindatura del cammino.
    questa seconda ipotesi forse servirebbe a poco lo stesso, perché troverebbero il modo di motivare i loro comportamenti difformi, tanto è forte il potere di coinvolgimento e la capacità di persuasione della comunicazione interna e della famosa "tradizione orale"...

  3. Non dimentichiamo che nelle librerie cominciano a circolare le nuove Pastorali diocesane, che purtroppo riportano pari pari linguaggi e prassi del cammino, che stanno fagocitando le pastorali di molte se non tutte le diocesi. Ovvio che questi testi, che ormai diventano testi ufficiali della Chiesa, non riportano i contenuti delle tappe iniziatiche, ma solo l'ossatura della pastorale neocat, divenuta, ahinoi, pastorale diocesana. Questo significa che chi si iscriverà per le catechesi sacramentali verrà automaticamente coivolto nel cammino insieme alla famiglia. La crisi della Chiesa ha oltrepassato i livelli di guardia e ci troveremo sempre di più in un'"altra" chiesa. Meno male che il Signore sta costruendo le sue fortezze...

Nessuna ignoranza sulla dottrina Neocatecumenale: la Gerarchia della Chiesa sa...

Recentemente dice Mardunolbo .....Bene, visto che l'allora card Ratzinger scrisse questa così precisa lettera riguardo ai delitti contro l'Eucaristia, chi è stato nel "cammino" può, con tutte le competenze del caso, scrivere denunciando tali fatti. Risulta chiaro, ormai, che il papa non conosce bene le realtà neocatec. poichè nessun vescovo ha mai segnalato abusi, per ragioni varie che qui non commentiamo. Credo che una lettera con varie firme di chi ha visto e testimonia, recapitata PERSONALMENTE o da persona di assoluta fiducia al Papa, possa smuovere le acque ormai da tempo stagnanti. Credo non ci si possa più aspettare nulla dai "pastori" sia perchè chi conosce i neocatec. è d'accordo o non farebbe nulla, sia perchè il vescovo che non li ha voluti non può testimoniare alcunchè. La situazione è quindi questa. Il Papa forse aspetta che qualche vescovo denunci tali delitti contro le prassi e le opinioni discordanti dalla normale linea della fede cattolica. Se non c'è un vescovo deve esserci un certo numero di fedeli che scriva al posto di un vescovo. In tal modo e solo in tal modo il Papa può procedere o ordinare di procedere. Non può bastare una lettera o più lettere firmate da solo due persone pur testimoni. Inoltre è necessario sincerarsi che la lettera arrivi al suo destinatario!

Scrivo questo thread per rispondere a Mardunolbo affinché sia chiaro a tutti che non è vero che il Pontefice precedente e quello attuale non siano stati messi al corrente sulla prassi Neocatecumenale degli ultimi 40 anni. Giovanni Paolo II ne ha preso conoscenza nel 1996, grazie agli scritti di Padre Zoffoli, Benedetto XVI è al corrente di tutto già quando faceva parte della Congregazione della Dottrina della Fede come prefetto. E questo si evince leggendo uno scritto tratto dal libro di Padre Zoffoli: "Verità sul Cammino Neocatecumenale":

TRATTO DAL LIBRO “VERITA’ SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE DI PADRE ENRICO ZOFFOLI PAG N°280 - Un'interrogazione al Sig. Cardinale Joseph Ratzinger nella cattedrale di Fidenza, il 25 marzo 1993,ore 21, in occasione di una sua conferenza sul nuovo catechismo della Chiesa Cattolica:
Eminenza reverendissima,
il catechismo del neocatecumenali (redatto da Kiko e Carmen) è in sintonia col catechismo della Chiesa Cattolica, nella perfetta ortodossia della Fede? A parere di affermati teologi tra i quali il Padre Enrico Zoffoli, passionista (di cui ci permettiamo unire l’estratto di un suo libro), sembrerebbe di no. I neocatecumenali portano a loro sostegno la benedizione del Papa. Si pone, quindi, il problema di coscienza e si richiede un’indicazione sicura. Voglia benedirci di cuore!
Un folto gruppo di fedeli cremonesi.
Fidenza, 22 Marzo 1993

Sua Eminenza, pubblicamente, al termine della suindicata Conferenza, ha così risposto:

...La domanda è naturalmente molto delicata e riguarda il Catechismo dei neocatecumenali. Innanzi tutto è da dire che i neocatecumenali, cioè hanno detto alla nostra Congregazione e al “Consiglio per i Laici”: competenti dal punto di vista dottrinale siamo noi; dal punto di vista del cammino di comunità, il Consiglio per i laici – hanno detto che questo ciclostilato non è il catechismo dei neocatecumenali; hanno insistito moltissimo su questo punto: che sarebbe un grave errore considerare il manoscritto come un catechismo; che sarebbero riscritte queste pagine, secondo i nastri delle loro catechesi e offerte come modello, come un aiuto. [è evidente che il card Ratzinger presta fede a questa versione dei neocat e non conosce l'uso massiccio e diffuso che veniva fatto - come del resto avviene tuttora - di quei contenuti]
Ma dicono che mai si realizza catechesi proprio nella traccia di queste parole e che il catechista (ha) diversi altri materiali e deve anche sempre rispondere alla situazione e naturalmente tenersi alle indicazioni della Chiesa [sappiamo quanto, tuttora, tutto questo non accada. E' per questo che siamo ancora qui!]. Dato questo, abbiamo insieme col Consiglio per i laici e anche insieme con la congregazione per il Clero, che ha la competenza per la Catechesi, un dialogo con il cammino neocatecumenale, nel quale abbiamo detto che, dopo tempi di maturazione e di sperimentazione, dovrebbe creare un Direttorio o un manuale (il nome non importa tanto, importa la cosa), una specie di Direttorio, di manuale di Catechesi, per i loro catechisti; e oggi, che abbiamo in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica, naturalmente questo manuale da scrivere deve strutturarsi, orientarsi al Catechismo della Chiesa Cattolica. Questo principio è accettato ed è iniziato il processo di redazione. Il dialogo continua e mi sembra che si può sperare che, in un futuro non lontano, avremo a disposizione questo Direttorio per i catechisti, ed anche per i catechizzandi neocatecumenali, orientato al Catechismo della Chiesa universale, e così mi sembra si risolverà, con l’aiuto di Dio, il problema posto da questi fogli redatti da Kiko e Carmen.
(Dalla registrazione eseguita in cattedrale)

Caro Mardunolbo come vedi lo stesso Cardinale nel 1993 dichiarava che la Sua Congregazione era al corrente della dottrina di Kiko Arguello, infatti ha affermato che sarebbe stata istituita una commissione che in collaborazione con le altre Congregazioni competenti per il CN , avrebbe redatto un catechismo conforme alla Dottrina della Chiesa che ponesse fine al problema della dottrina dei Neocatecumenali. Difatti lo stesso Kiko Arguello nella catechesi fatta in Spagna nel 2006 rivela che:

DICHIAZIONI DI KIKO ARGUELLO NELLA CATECHESI DI SPAGNA: Annuncio della Quaresima 2006 - 22 febbraio di 2006, Parole di Kiko Arguello Pag 4 e 5:
... Come! II Santo Padre dice che i vescovi devono ubbidire ad un laico e ad una donna, seguendo le indicazioni degli iniziatori? E quali sono le indicazioni degli iniziatori? Capite? Notate e ricordate quello che fece il Papa. La Santa Sede ci disse che dovevano sapere quali sono quelle indicazioni, e hanno detto che dovevano studiare tutto ciò che predica il Cammino. Allora, la Dottrina della Fede doveva studiare le nostre catechesi o, per lo meno, sapere quello che predichiamo. In principio, il Cardinal Ratzinger aveva ricevuto tramite Mons. Cordes, alcuni libri di certi signori che affermano tuttora che siamo eretici, come un certo Zoffoli, passionista, che prese il testo e tirandolo fuori dal contesto diceva: "Nella pagina 37 Kiko dice o Carmen dice...", e prendendo quella Frase fuori dal contesto scriveva 5 pagine dicendo assurdità. Ci sono molti libri su quel filone ... Gli zoffoliani - i seguaci di Zoffoli - quando andavamo a fare catechesi distribuivano opuscoli dove si raccontano le eresie di un tale [Ovviamente questa è la sua versione ad intra. Le cosiddette "frasi estrapolate dal contesto" sono affermazioni nette ed inequivocabili di una gravità inaudita, delle quali p. Zoffoli ha dato ampie competenti valutazioni cattoliche]

...Inoltre Zoffoli scrisse un libro: "Eresie di Kiko Arguello" e un altro: "Catechesi di Giovanni Paolo II e catechesi di Kiko Arguello", etc., come se questo conflitto esistesse. Allora la Santa Sede che ci vuole aiutare, ci chiese se potevamo elaborare una sintesi teologica. io dissi: una sintesi, mamma mia, una sintesi teologica di quello che predica il Cammino! Perché eravamo spaventati : se davamo i testi alla Dottrina della Fede non sapevamo come potevano rispondere,(come questo passionista che bastava che lo leggesse fuori dal contesto affinché trovasse dappertutto eresie, o cose così assurde), allora io dicevo: come facciamo? - Allora sceglietevi un gruppo di teologi che si siedano, e che mettano per iscritto quello che voi predicate. Allora prendemmo Emiliano, chiamammo Ricardo Blazquez, chiamammo un gruppo... e poverini!, si sono messi a scrivere un testo così, grosso, un libretto cosi, e la Santa Sede ha cominciato a rispondere male a quel Libro: ed ora che mancava questo, e mancava quest'altro...

ma bene, alla fine, dopo cinque anni giunsero alla conclusione che questo libretto era passabile e dove si metteva un po' di quello che diciamo della sessualità, della croce gloriosa, ecc... Era una specie di riassunto fatto da Emiliano con alcuni altri teologi. Io dicevo: "E quello che cos'e? A cosa serve questo?". "Ah, la Santa Sede vuole sapere se questo è quello che predicate e se ci credete". Io dissi: "Crediamo in quello che dice il Catechismo!". Non vi raccontiamo le sofferenze che abbiamo vissuto in tutti questi anni. Vi dico solo, come aneddoto che quando abbiamo terminato questo libretto, e la Santa Sede stava per riconoscerlo - non vi ho raccontato mai questo - risulta che monsignore Bertone, il segretario, ci disse che questo Libro sarebbe stato il Direttorio Catechetico dei catechisti.

Come? Cioè, dobbiamo togliere la nostra catechesi e questo mattone, così grosso, fatto per un teologo è quello che devono studiare i catechisti? Sì, sì, questo! Cioè, ci hanno detto che volevano sapere quale è la nostra teologia ma, non ci hanno detto che questa sarebbe stato il Direttivo. Insomma, potete immaginare... ci danno appuntamento per l'incontro dell'approvazione di questo libretto e, affinché la Santa Sede dicesse che non siamo eretici, che si trattava di tutto questo, abbiamo l'incontro col cardinale Ratzinger. E, Carmen può confermare, in quella situazione Dio mi diede coraggio... Dico al cardinale Ratzinger: "io quel libro non lo riconosco!". Dice Ratzinger: "Come ha detto? Che non riconosce questo libro? Da cinque anni lavoriamo ed ora lei dice che non lo riconosce? Ma lei..., perche allora la Chiesa si disinteressa di voi.. "Io in questo Libro non riconosco il CNC! Quella è una tesi fatta male".

Dissi questo davanti a Ratzinger. Ratzinger fu bravissimo, un altro mi avrebbe cacciato dal suo ufficio. Noi pensavamo fosse una sintesi teologica fatta da Emiliano che ha fatto quello che ha potuto, poverino, ma non c'e chi possa leggerglielo. Inoltre, quel libro è già sparito; è come una tesi dottorale, un mattone (nel senso di gran volume) così di Teologia, dicendo un po' quello che dice la Chiesa sull'ecclesiologia, la cristologia. Potete immaginare se quelle erano le nostre catechesi... ecc.
Ora attenzione alle date: nel 1993 Ratzinger ha parlato di questa redazione di un manuale catechetico da preparare per i Neocatecumenali, per porre rimedio al problema della dottrina CN, infatti Kiko ha affermato nel 2006 in Spagna che nel 2003, per mano dello stesso prefetto, la Chiesa gli aveva consegnato questo direttorio catechetico tutto per loro, e che Kiko in persona sfacciatamente ha rifiutato, tanto che Ratzinger rispose: "Come ha detto? Che non riconosce questo libro? Da cinque anni lavoriamo ed ora lei dice che non lo riconosce?", quindi si comprende dalla frase del Cardinale che i lavori di studio delle catechesi erano cominciati nel 1998.
Da ciò si deduce che:

Primo: la Chiesa conosce benissimo la dottrina di Kiko Arguello e company e, dopo il rifiuto del 2003 gli ha consegnato un statuto definitivo che fa riferimento continuamente alle catechesi eretiche del Cammino Neocatecumenale mai approvate, perché evidentemente inapprovabili.

Secondo: l'atteggiamento sfacciato e temerario e di aperta disubbidienza di Kiko Arguello nei confronti del Cardinale Ratzinger.

Terzo: la strana remissività dell'attuale Papa, cioè l'assenza di una reazione logica e leggittima da parte della Chiesa di fronte all'aperta e sfacciata ribellione di un eretico impenitente.

sabato 18 dicembre 2010

Il Cammino agisce "a nome della Chiesa". Che vuol dire? Come agisce e come dovrebbe agire?

La recente vicenda relativa alla Nazione Giapponese (intera Nazione!) ha fatto emergere un altro grande problema: il titolo con cui il Cammino agisce.

Sappiamo che il Cammino è una Fondazione (movimento), a norma del Diritto. Esso ha ricevuto personalità Giuridica Pubblica, tale da permettergli di agire "a nome della Chiesa", a norma del Diritto e degli Statuti. Ma questo che significa? Significa che il CnC è un "mezzo" OBBLIGATORIO, da applicare IN OGNI DIOCESI il Fondatore Arguello decida di applicarlo? E se non è così, come dovrebbe essere?

La controversia sul Giappone, come anche su altre diocesi o nazioni, nasce da questo grande "equivoco" voluto. Il Cammino nc, essendo stato "approvato" dalla Chiesa, ed avendo ricevuto "Personalità Giuridica pubblica", NON PUO' essere "rifiutato" da nessuno, perchè altrimenti "si disobbedirebbe al Papa e alla Santa sede". E' sempre un po' grottesca questa accusa di disobbedienza da parte del Cnc... Ma soprassediamo.

Prima di esaminare con l'attenzione e il rigore che l'argomento e la situazione richiedono, riportiamo una delle ricorrenti e continue obiezioni che vengono rivolte a noi via mail e la nostra puntuale replica:
"se siete contro il Cammino, siete contro il Papa e quindi contro la Chiesa Cattolica. Io starei + attento... La Pace"
Innnazitutto il cammino NON E' la Chiesa, semmai ne è diventato una componente... Con l'approvazione dello Statuto di un'Associazione laicale, non viene emanato un dogma di fede al quale ci si DEVE assoggettare. Le realtà difformi dall'insegnamento cattolico vanno denunciate... sta poi alla libertà di ognuno seguire i maestri che si sceglie.

Ma, soprattutto, ricordiamoci che il mistero della Chiesa non si esaurisce nei movimenti e nemmeno se ci sommiamo tutti gli ordini religiosi e tutti i singoli credenti, che sono credenti fedeli a pieno titolo anche se non "fanno" il cammino; il mistero della Chiesa va ben oltre ed è "altro"...

Queste dichiarazioni apodittiche sono solo degli slogan per chi non è abituato a pensare con la sua testa e a 'formarsi' con le due ali di "Scrittura e Tradizione" e nell'autentica vita sacramentale nella Chiesa e non con insegnamenti 'spuri' che rinnegano millenni di Tradizione portante le Verità trasmesse dagli Apostoli e da essi ricevuti dal Signore che è la Verità la Via, la Vita. Neppure la Chiesa si può identificare con Lui, (anche se ne è il sacramento, lo strumento, il Suo Corpo Mistico). Figuriamoci un movimento!

Attenzione agli slogan ed ai linguaggi approssimativi e superficiali! E, ora, andiamo a vedere quale sia la reale situazione.

Già conosciamo il Canone che riguarda il Cammino:

Can. 115 - § 1. Le persone giuridiche nella Chiesa sono o insiemi di persone o insiemi di cose.
§ 3. L'insieme di cose, ossia la fondazione autonoma, consta di beni o di cose, sia spirituali sia materiali, e lo dirigono, a norma del diritto e degli statuti, sia una o più persone fisiche sia un collegio.

Ecco specificato ciò che riguarda la persona giuridica pubblica:

Can. 116 - § 1. Le persone giuridiche pubbliche sono insiemi di persone o di cose, che vengono costituite dalla competente autorità ecclesiastica perché, entro i fini ad esse prestabiliti, a nome della Chiesa compiano, a norma delle disposizioni del diritto, il proprio compito, loro affidato in vista del bene pubblico; tutte le altre persone giuridiche sono private.

Dunque. La persona giuridica pubblica agisce a NORMA DEL DIRITTO E DEGLI STATUTI, infatti così si afferma più avanti:

Can. 117 - Nessun insieme di persone o di cose che intenda ottenere la personalità giuridica, può validamente conseguirla se i suoi statuti non siano stati approvati dalla competente autorità.
Can. 118 - Rappresentano la persona giuridica pubblica, agendo a suo nome, coloro ai quali tale competenza è riconosciuta dal diritto universale o particolare oppure dai propri statuti; rappresentano la persona giuridica privata, coloro cui la medesima competenza è attribuita attraverso gli statuti.

Ergo, siamo arrivati ad una conclusione. La Persona Giuridica Pubblica è costituita dalla Chiesa perchè agisca a suo Nome nell'ambito proprio definito dai suoi Statuti e dai suoi regolamenti, basandosi su questi. Inoltre la Persona Giuridica Pubblica è USATA dall'Autorità della Chiesa a norma di Diritto.

Ohibò! Che dicono mai, dunque, gli Statuti della Fondazione Nc? Che il Cammino è la forma obbligatoria e universale da applicare in Diocesi? No! Dicono che il Cammino è uno strumento dei Vescovi (a norma di diritto: la Personalità Giuridica pubblica è uno strumento della Chiesa!) e che è UNO dei modi di attuazione della pastorale diocesana post-battesimale:

Dal Decreto di approvazione degli Statuti

"Il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione cattolica che "è al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell'iniziazione cristiana e dell'educazione permanente della fede" (Statuto, art. 1 § 2). Esso è dotato di personalità giuridica pubblica (cfr. Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici del 28 ottobre 2004).
...
A sua volta, il Santo Padre Benedetto XVI, rivolgendosi ai membri del Cammino Neocatecumenale il 12 gennaio 2006, ha affermato: "La vostra azione apostolica intende collocarsi nel cuore della Chiesa, in totale sintonia con le sue direttive e in comunione con le Chiese particolari in cui andrete ad operare, valorizzando appieno la ricchezza dei carismi che il Signore ha suscitato attraverso gli iniziatori del Cammino" (Insegnamento di Benedetto XVI II, 1 [2006], 58-59)."



Per cui NESSUNO ha costituito il Cammino come un totem sotto il quale tutti devono inchinarsi, perchè agirebbe come "Chiesa", addirittura come se fosse una istituzione ecclesiastica! Il Cammino agisce IN NOME della Chiesa, pubblicamente, QUANDO obbedisce al DIRITTO E AGLI STATUTI (attenzione: le due cose sono inseparabili!) che lo costituiscono, e quando ovviamente si fa strumento dei Gerarchi, perchè questa è la natura stessa della Persona Giuridica pubblica (e sempre che la Gerarchia si faccia strumento di Cristo).

mercoledì 15 dicembre 2010

Le Conferenze episcopali rischiano di essere richiamate solo quando 'toccano' il cammino neocatecumenale?

Inserisco la notizia (originale inglese e traduzione) sull'udienza del Papa ai Vescovi del Giappone e qualche commento
Pope meets with Japanese bishops to discuss Neocatechumenal Way
http://www.catholicnews.com/data/stories/cns/1005099.htm
By Carol Glatz - Catholic News Service

VATICAN CITY (CNS) -- Japanese bishops, including the president of the bishops' conference, met with Pope Benedict XVI and top Vatican officials to discuss the Neocatechumenal Way.
The Dec. 13 meeting with four Japanese bishops had been called by Pope Benedict, said the president of the Catholic Bishops' Conference of Japan, Archbishop Leo Jun Ikenaga of Osaka.
He told Catholic News Service that the meeting lasted nearly two hours and included the Vatican secretary of state, Cardinal Tarcisio Bertone, and "several other cardinals."
While the archbishop would not comment on the substance of the meeting, he said the bishops would have to have further discussions with the Vatican and the Neocatechumenal Way's co-founder, Kiko Arguello.
The Japanese bishops "have to make a plan to proceed," he said, adding, "We have to proceed slowly."
The meeting came more than a year after the Neocatechumenal Way's Redemptoris Mater seminary in Takamatsu was closed.
Bishop Francis Osamu Mizobe of Takamatsu and the diocesan pastoral council wanted to shut down the seminary because of concerns that the activity of the Way's members was damaging the unity of Japan's small Catholic community.
The Vatican conducted an investigation in 2007, and in 2008, Cardinal Bertone released a letter announcing the seminary would be closed and that many of the seminarians and faculty would be transferred to the Redemptoris Mater seminary in Rome.
According to an April 2009 news release on the Japanese bishops' website, the Neocatechumenal Way disagreed with the closure.
The bishops' concerns with the Way and the seminary were so strong that they traveled to Rome twice in early 2008 after their "ad limina" visit in December 2007.
They met with Vatican officials and the pope to discuss what Tokyo Archbishop Peter Takeo Okada, then-president of the bishops' conference, said was "a serious problem."
"The powerful sect-like activity of Way members is divisive and confrontational. It has caused sharp, painful division and strife within the church," the archbishop said Dec. 15, 2007, in an address to the pope during the bishops' "ad limina" visit, made every five years to report on the status of the dioceses. The archbishop appealed to the pope for assistance, saying his input "was direly needed."
Quella che segue è la traduzione. Penso che molte sono le sfumature da cogliere ; ma la vicenda mi sembra già decifrabile nella sostanza. Due ore di discussione col Papa, Bertone e "diversi altri cardinali" per non considerare affatto conclusa, pare, la questione, dato che esiste il piano dei vescovi, ma occorre procedere con molta cautela e ci saranno altre discussioni= vescovi giapponesi accerchiati e sotto assedio
JAPAN-NEOCATECUMENAL Dec-14-2010 (370 words) XXXI
Pope meets with Japanese bishops to discuss Neocatechumenal Way

Il Papa incontra i vescovi giapponesi per discutere del Cammino Neocatecumenale
CITTA' DEL VATICANO (CNS) -- I vescovi giapponesi, incluso il presidente della conferenza episcopale giapponese, hanno incontrato papa Benedetto XVI e altre personalità del Vaticano per discutere del Cammino Neocatecumenale. L'arcivescovo di Osaka, Leo Jun Ikenaga, ha fatto sapere che l'incontro, tenuto il 13 dicembre 2010 con quattro vescovi giapponesi, era stato richiesto dallo stesso papa Benedetto. L'arcivescovo Ikenaga ha detto a Catholic News Service che l'incontro è durato quasi due ore; erano presenti il cardinale Tarcisio Bertone e "parecchi altri cardinali". Anche se non ha voluto dare commenti sul contenuto dell'incontro, ha detto che i vescovi giapponesi hanno in programma ulteriori discussioni in Vaticano e con Kiko Arguello, co-fondatore del Cammino Neocatecumenale. I vescovi giapponesi, ha aggiunto, "stileranno un piano su come procedere", poiché "dovremo procedere lentamente". L'incontro è avvenuto più di un anno dopo che è stato chiuso il seminario neocatecumenale Redemptoris Mater di Takamatsu. Il vescovo Francis Osamu Mizobe di Takamatsu e il consiglio pastorale diocesano decisero di chiudere quel seminario per le preoccupazioni destate dall'attività dei membri del Cammino, che danneggiavano l'unità della piccola comunità cattolica in Giappone.
Il Vaticano aveva infatti aperto un'inchiesta nel 2007 e, nel 2008, il cardinal Bertone aveva inviato una lettera per annunciare che il seminario sarebbe stato chiuso e che la facoltà e molti dei seminaristi sarebbero stati trasferiti nel seminario Redemptoris Mater a Roma. Secondo un comunicato stampa dell'aprile 2009 sul sito web della conferenza episcopale giapponese, il Cammino Neocatecumenale non era d'accordo per la chiusura.
Le preoccupazioni dei vescovi a proposito del Cammino e del seminario erano così forti che si recarono a Roma due volte all'inizio del 2008 dopo la loro visita "ad limina" del dicembre 2007. Incontrarono il Papa ed altre personalità del Vaticano per discutere su ciò che l'arcivescovo di Tokyo, Pietro Takeo Okada, allora presidente della conferenza episcopale giapponese, definì "un problema serio".
"La potente attività simile a una setta, condotta dai membri del Cammino, produce divisioni e contrasti. Ha portato acute e dolorose divisioni e lotte all'interno della Chiesa", disse l'arcivescovo il 15 dicembre 2007 direttamente al Papa durante la visita "ad limina" dei vescovi, che si tiene ogni cinque anni per metterlo a conoscenza dello stato delle diocesi. L'arcivescovo fece appello al Papa domandando assistenza, dicendo che c'era "una terribile necessità" di indicazioni dal Papa.
... e la storia infinita continua anche per il Giappone, mentre lì -secondo la decisione dei vescovi- avrebbe già dovuto essere conclusa?

E c'è un altro interrogativo da porsi: come mai le Conferenze Episcopali, in tutto il mondo, hanno un'autonomia che consente loro persino di opporsi ad un "Motu proprio" del Papa o singoli vescovi (purtroppo non pochi) esprimono comportamenti non in comunione senza che nessuno li richiami, mentre quando entra in ballo il cammino neocatecumenale, non si accettano decisioni che pur rientrano nella specifica competenza dei vescovi?

lunedì 13 dicembre 2010

Rispondiamo alle accuse e rimaniamo in attesa

Le accuse che riceviamo sul blog e che continuano a impazzare sulla rete sono sempre più pesanti. E allora puntualizziamo.
Saremmo ben lieti di scoprire di esserci sbagliati almeno un po' rispetto a quanto stiamo testimoniando da anni sul Cammino Neocatecumenale. Purtroppo, invece, è la pura e triste verità: riscontrabile, documentabile, verificabile. Siamo noi stessi a invitarvi a verificare che tutto quel che diciamo è vero!

Si potrebbe anche criticare il modo in cui lo diciamo, ma ci vuole enorme ignoranza e malafede per non accorgersi che qui partiamo sempre e soltanto dalla realtà dei fatti. Per questo vi invitiamo continuamente a verificare ciò che diciamo... e a trarne le più logiche conseguenze!

Ma di fronte a tale invito, gli atteggiamenti che riscontriamo più spesso sono la mistificazione, il cambiar discorso, la denigrazione, la confusione, l'aggressione... che non cambiano la verità neppure di uno iota. Mettetevi nei nostri panni: di fronte a chi nega ostinatamente che due più due fa quattro, cosa si può dire?

Il sale di ogni discussione sta nella contrapposizione dialettica che, se onesta e sana, dovrebbe portare ad un efficace discernimento e approfondimento della materia trattata.

Stona molto con lo stile di questo blog e di chi vi collabora la libertà verbale che taluni visitatori si arrogano nei confronti dell’interlocutore: le offese e gli epiteti non sono argomenti: sono quantomeno falle di debolezza concettuale quando non sono invece la manifestazione di difficoltà caratteriali. La prima ipotesi è spesso mascherata dall'abilità dialettica che presenta contenuti costruiti ad arte, ma non contribuisce a nulla se non all'unico suo intento: la difesa dell'idolo cammino, che evidentemente sta a cuore più della verità...

Nell'attesa di conoscere questa ulteriore tappa della storia della Chiesa, cioè l'esito dell'udienza dei vescovi Giapponesi convocati a Roma per sciogliere il nodo del Cammino in Giappone, diciamo chiaramente che se ci fosse da parte dei responsabili del Cammino una reale volontà di Comunione nella Verità, auspicata dal Papa e appartenente alla realtà ontologica della Chiesa, inizierebbe una cosa che può solo avvenire per grazia Divina: la relativizzazione del Cnc!! Il motivo di tutti i contrasti che registriamo anche qui è semplicemente fondato nella volontà di assolutizzare il Cammino NC, di farne "la nuova Chiesa" ri-fondata dopo il Vaticano II.

La cartina di tornasole su questo, l'avremo oggi da ciò che succederà in Curia con i Vescovi giapponesi: una vicenda assolutamente non banale, ma emblematica, anche alla luce delle articolate complesse vicende maturate fin qui nonché dei documenti interni del cammino pubblicati nei thread precedenti - [vedi anche]. E' tutto qui, ci sono tre possibilità:
  1. vincerà l'assolutizzazione del cammino, congenita alla sua identità e promossa dai suoi potenti sponsor in Curia
  2. assisteremo ad una sua relativizzazione, che fa parte dell'ordine naturale delle cose, soprattutto di realtà che vogliono dirsi ed essere ecclesiali
  3. oppure ancora, nella confusione che regna, sarà trovata una soluzione di compromesso che, alla fine, ricadrebbe in maniera mascherata e subdola nell'ipotesi sub 1) e non farebbe bene a nessuno, ma soprattuto nuocerebbe alla Verità e a tante persone che non hanno voce
Tuttavia avremo sentore di come sarà andata o dal silenzio o dagli eventuali peana di vittoria dei neocat e forse, ma non immediatamente, dal comunicato ufficiale che presumibilmente i vescovi giapponesi non mancheranno di inserire nel loro sito da cui abbiamo tratto le nostre principali informazioni

domenica 12 dicembre 2010

Mentre preghiamo per domani, meditiamo le parole del Papa a una Parrocchia di Roma pronunciate oggi

Altare dove San Massimiliano Kolbe officiò la prima Messa
Omelia del Santo Padre in visita Pastorale alla Parrocchia S. M. Kolbe in Roma (nella foto l'altare dove San Massimiliano celebrò la prima Messa, mentre Questa è la "nuova" parrocchia a lui dedicata)

Cari fratelli e sorelle della Parrocchia di San Massimiliano Kolbe! Vivete con impegno il cammino personale e comunitario nel seguire il Signore. L’Avvento è un forte invito per tutti a lasciare entrare sempre di più Dio nella nostra vita, nelle nostre case, nei nostri quartieri, nelle nostre comunità, per avere una luce in mezzo alle tante ombre, alle tante fatiche di ogni giorno. Cari amici! Sono molto contento di essere in mezzo a voi, oggi, per celebrare il Giorno del Signore, la terza domenica dell'Avvento, domenica della gioia. Saluto cordialmente il Cardinale Vicario, il Vescovo Ausiliare del Settore, il vostro Parroco, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto a nome di tutti voi, e il Vicario parrocchiale. Saluto quanti sono attivi nell’ambito della Parrocchia: i catechisti, i membri dei vari gruppi, come pure i numerosi aderenti al Cammino Neocatecumenale. Apprezzo molto la scelta di dare spazio all’adorazione eucaristica, e vi ringrazio delle preghiere che mi riservate davanti al Santissimo Sacramento. Vorrei estendere il mio pensiero a tutti gli abitanti del quartiere, specialmente agli anziani, ai malati, alle persone sole e in difficoltà. Tutti e ciascuno ricordo in questa Messa.

Ammiro insieme con voi questa nuova chiesa e gli edifici parrocchiali e con la mia presenza desidero incoraggiarvi a realizzare sempre meglio quella Chiesa di pietre vive che siete voi stessi. Conosco le tante e significative opere di evangelizzazione che state attuando. Esorto tutti i fedeli a dare il proprio contributo per l’edificazione della comunità, in particolare nel campo della catechesi, della liturgia e della carità – pilastri della vita cristiana – in comunione con tutta la Diocesi di Roma. Nessuna comunità può vivere come una cellula isolata dal contesto diocesano; deve essere invece espressione viva della bellezza della Chiesa che, sotto la guida del Vescovo – e, nella Parrocchia, sotto la guida del Parroco che ne fa le veci –, cammina in comunione verso il Regno di Dio. Rivolgo uno speciale pensiero alle famiglie, accompagnandolo con l’augurio che esse possano pienamente realizzare la propria vocazione all’amore con generosità e perseveranza. Anche quando dovessero presentarsi difficoltà nella vita coniugale e nel rapporto con i figli, gli sposi non cessino mai di rimanere fedeli a quel fondamentale “sì” che hanno pronunciato davanti a Dio e vicendevolmente nel giorno del matrimonio, ricordando che la fedeltà alla propria vocazione esige coraggio, generosità e sacrificio.

La vostra comunità comprende al proprio interno molte famiglie venute dall’Italia centrale e meridionale in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita. Col passare del tempo, la comunità è cresciuta e si è in parte trasformata, con l’arrivo di numerose persone dai Paesi dell’Est europeo e da altri Paesi. Proprio a partire da questa situazione concreta della Parrocchia, sforzatevi di crescere sempre più nella comunione con tutti: è importante creare occasioni di dialogo e favorire la reciproca comprensione tra persone provenienti da culture, modelli di vita e condizioni sociali differenti. Ma occorre soprattutto cercare di coinvolgerle nella vita cristiana, mediante una pastorale attenta ai reali bisogni di ciascuno. Qui, come in ogni Parrocchia, occorre partire dai “vicini” per giungere fino ai “lontani”, per portare una presenza evangelica negli ambienti di vita e di lavoro. Tutti devono poter trovare in Parrocchia cammini adeguati di formazione e fare esperienza di quella dimensione comunitaria che è una caratteristica fondamentale della vita cristiana. In tal modo saranno incoraggiati a riscoprire la bellezza di seguire Cristo e di fare parte della sua Chiesa.

Sappiate, dunque, fare comunità con tutti, uniti nell’ascolto della Parola di Dio e nella celebrazione dei Sacramenti, in particolare dell’Eucaristia. A questo proposito, la verifica pastorale diocesana in atto, sul tema “Eucaristia domenicale e testimonianza della carità”, è un’occasione propizia per approfondire e vivere meglio queste due componenti fondamentali della vita e della missione della Chiesa e di ogni singolo credente, cioè l’Eucaristia della domenica e la pratica della carità. Riuniti attorno all’Eucaristia, sentiamo più facilmente come la missione di ogni comunità cristiana sia quella di portare il messaggio dell’amore di Dio a tutti gli uomini. Ecco perché è importante che l’Eucaristia sia sempre il cuore della vita dei fedeli. Vorrei anche dirigere una speciale parola di affetto e di amicizia a voi, cari ragazzi e giovani che mi ascoltate, e ai vostri coetanei che vivono in questa Parrocchia. La Chiesa si aspetta molto da voi, dal vostro entusiasmo, dalla vostra capacità di guardare avanti e dal vostro desiderio di radicalità nelle scelte di vita. Sentitevi veri protagonisti nella Parrocchia, mettendo le vostre fresche energie e tutta la vostra vita a servizio di Dio e dei fratelli.

(notiamo finalmente la Croce al posto del candelabro ebraico)
Cari fratelli e sorelle, accanto all’invito alla gioia, la liturgia odierna – con le parole di san Giacomo che abbiamo sentito - ci rivolge anche quello ad essere costanti e pazienti nell’attesa del Signore che viene, e ad esserlo insieme, come comunità, evitando lamentele e giudizi (cfr Gc 5,7-10).

Abbiamo sentito nel Vangelo la domanda del Battista che si trova in carcere; il Battista, che aveva annunciato la venuta del Giudice che cambia il mondo, e adesso sente che il mondo rimane lo stesso. Fa chiedere, quindi, a Gesù: “Sei tu quello che deve venire? O dobbiamo aspettare un altro? Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?”. Negli ultimi due, tre secoli molti hanno chiesto: “Ma realmente sei tu? O il mondo deve essere cambiato in modo più radicale? Tu non lo fai?”. E sono venuti tanti profeti, ideologi e dittatori, che hanno detto: “Non è lui! Non ha cambiato il mondo! Siamo noi!”. Ed hanno creato i loro imperi, le loro dittature, il loro totalitarismo che avrebbe cambiato il mondo. E lo ha cambiato, ma in modo distruttivo. Oggi sappiamo che di queste grandi promesse non è rimasto che un grande vuoto e grande distruzione. Non erano loro.

E così dobbiamo di nuovo vedere Cristo e chiedere a Cristo: “Sei tu?”. Il Signore, nel modo silenzioso che gli è proprio, risponde: “Vedete cosa ho fatto io. Non ho fatto una rivoluzione cruenta, non ho cambiato con forza il mondo, ma ho acceso tante luci che formano, nel frattempo, una grande strada di luce nei millenni”.

Cominciamo qui, nella nostra Parrocchia: San Massimiliano Kolbe, che si offre di morire di fame per salvare un padre di famiglia. Che grande luce è divenuto lui! Quanta luce è venuta da questa figura ed ha incoraggiato altri a donarsi, ad essere vicini ai sofferenti, agli oppressi! Pensiamo al padre che era per i lebbrosi Damiano de Veuster, il quale è vissuto ed è morto con e per i lebbrosi, e così ha portato luce in questa comunità. Pensiamo a Madre Teresa, che ha dato tanta luce a persone, che, dopo una vita senza luce, sono morte con un sorriso, perché erano toccate dalla luce dell’amore di Dio.

E così potremmo continuare e vedremmo, come il Signore ha detto nella risposta a Giovanni, che non è la violenta rivoluzione del mondo, non sono le grandi promesse che cambiano il mondo, ma è la silenziosa luce della verità, della bontà di Dio che è il segno della Sua presenza e ci dà la certezza che siamo amati fino in fondo e che non siamo dimenticati, non siamo un prodotto del caso, ma di una volontà di amore.

Così possiamo vivere, possiamo sentire la vicinanza di Dio. “Dio è vicino”, dice la Prima Lettura di oggi, è vicino, ma noi siamo spesso lontani. Avviciniamoci, andiamo alla presenza della Sua luce, preghiamo il Signore e nel contatto della preghiera diventiamo noi stessi luce per gli altri.

E questo è proprio anche il senso della Chiesa parrocchiale: entrare qui, entrare in colloquio, in contatto con Gesù, con il Figlio di Dio, così che noi stessi diventiamo una delle più piccole luci che Lui ha acceso e portiamo luce nel mondo che sente di essere redento.

Il nostro spirito deve aprirsi a questo invito e così camminiamo con gioia incontro al Natale, imitando la Vergine Maria, che ha atteso nella preghiera, con intima e gioiosa trepidazione, la nascita del Redentore. Amen!