martedì 28 dicembre 2010

Note di attualità: l'Almudena chiusa per un crollo e un insolito pistolotto di Tornielli sui "Tradizionalisti"


Una piccola nota di cronaca, emersa attraverso Google da un articolo di El Pais del 21 dicembre scorso. Niente di eclatante; ma per un periodo indeterminato le celebrazioni sotto la corona misterica di Arguello saranno sospese.
El insólito cierre de la catedral católica de Madrid al culto público durante las Navidades tiene una causa: la caída de cortantes lascas de piedra desde las columnas de uno de los arcos torales que circundan el altar mayor. Un informe de la consultora técnica especializada Intemac relativo a las razones que explican lo sucedido, lo atribuye a deformaciones surgidas entre el núcleo de hormigón de los fustes y el chapado de piedra que los recubre. Tal incompatibilidad, que data de muchos años atrás, causó los desprendimientos. La falta de uniformidad de la piedra, caliza de Monóvar, y su estereotomía -el tipo de corte al que fue sometida- aceleraron el problema, que ha llevado al Arzobispo a trasladar el culto navideño a la colegiata de San Isidro, en Toledo, 37.
Mi ha colpito la circostanza che il crollo sia avvenuto il giorno della vigilia dell'Immacolata. Un caso, certamente...

Approfitto per inserire un altro dato di attualità, sorto dall'insolito e per certi versi inquietante pistolotto di Natale, inopinatamente posto dal vaticanista Andrea Tornielli, sulla questione del cosiddetto "protestantesimo Tradizionalista". A questo siamo arrivati.

Inserisco il mio intervento, al solito sommerso da una profluvie di altri di ogni genere, tra i quali tuttavia spiccano quello di Messa in latino e un impegnativo confronto di Stefano. Questa è la situazione nella nostra Chiesa...
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2010/12/25/la-liturgia-e-il-protestantesimo-tradizionalista/#comments

Caro Dr. Tornielli,
innanzittutto Buon Natale (siamo ancora nel Tempo di Natale).
Ho letto con sorpresa e anche con sgomento la sua ‘tirata’ contro i “tradizionalisti”, ancor più inaspettata proprio perché è stata scaraventata sul blog durante il giorno di Natale.
Vorrei permettermi di farle due osservazioni:
  1. Non confonderei un certo “tradizionalismo ideologico” da lei chiamato per nome come se esso identificasse tutto il Tradizionalismo, né con la FSSPX né con gli amanti della Tradizione tout court, che sono semplici cattolici che appartengono alla “Chiesa militante” non perché l’ha detto De Mattei, ma perché tutti noi cattolici (lei compreso) apparteniamo alla Chiesa Militante in stretta comunione con quella Trionfante e quella Purgante, e cioè nella Comunione dei Santi, abolita perfino dal lessico cattolico dai neo-protestanti che l’hanno persino espunta dal NO (essi sì davvero protestanti!).
    Questo termine non si addice a coloro che amano la Tradizione, i quali non ‘protestano’, ma ‘supplicano’ che cessi finalmente lo scempio e l’oscuramento delle verità di fede cattoliche. E lo fanno, non “pretendendo di avere la Verità in tasca”, come lei dice, né pretendendo di insegnare qualcosa al Papa né a nessun altro, ma in virtù di ciò che diceva Dom Gueranger: “… quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.
  2. La seconda osservazione che mi permetto di farle è che con la sua ‘stroncatura’, mi sembra abbia fatto sua la “vulgata”, che sta prendendo sempre più consistenza nella realtà ecclesiale, cavalcata da pseudo-fedeli al Papa solo a parole, che sono tradizionalisti solo in senso moralistico per ciò che attiene la famiglia e la morale mentre, per il resto, calpestano dottrina e liturgia e ignorano ogni indicazione del S. Padre osannato e seguito quando approva ed incoraggia e ignorato quando ‘indica’ e ‘corregge’. Sono essi che hanno ‘coniato’ questo termine di “protestanti con pretesa di avere la verità in tasca”, e ormai lo usano ad ogni piè sospinto per tappare la bocca a coloro che si permettono – con diritto-dovere di cattolici battezzati e cresimati -, di denunciare documentando abusi liturgici e distorsioni dottrinali, ormai addirittura entrati a pieno titolo nelle pastorali di moltissime diocesi…
E’ questo uno degli aspetti – purtroppo non l’unico ma il più subdolo – della crisi odierna (credo che neppure lei possa dire: “che bel vestito ha l’imperatore”!) che è nella e non DELLA nostra (nessun “noi-voi”) Chiesa, perché quella Una Santa è viva e intangibile nel suo Mistero di Corpo Mistico di Cristo e Sua Sposa.

Vorrei aggiungere alcune notazioni al mio richiamo alla “chiesa militante”, definizione molto precisa, che sembra ormai superata dalla sottolineatura conciliare delle immagini di “Chiesa pellegrina” e/o chiesa “sacramento” e “comunione” in contrapposizione a quella gerarchica, che non esauriscono la realtà teandrica – e non solo accentrata sull’uomo – della Chiesa-Mistero …
Premesso che “gerarchia” presuppone un “ordine” fondato sulla “comunione”, ovviamente è esatto dire che la Chiesa è “pellegrina”, come è esatto dire che la Chiesa è sacramento e comunione… d’altronde è la comunione in Cristo che fa la Chiesa e, quindi, se non ci fosse sempre stata la “comunione”, anche prima del concilio, non ci sarebbe più la Chiesa… Preciso che questo non significa rinnegare il concilio, ma interpretarlo nel senso della ‘continuità’ propugnata dal Santo Padre…

Inoltre “Chiesa militante”, implica l’idea di una chiesa che lotta, ma è bene precisare che non si tratta di una lotta con le ‘persone’ …insomma non si intende una chiesa di crociati né vecchi né nuovi, ma “La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (Ef. 6,12)

Aggiungo una interessante puntualizzazione scaturita dal dibattito:

A chi mi faceva notare che: “i termini “Chiesa pellegrinante” e “Chiesa comunione”, pur corretti, inclinano pericolosamente verso un’impostazione neo-veterotestamentaria: Chiesa come nuovo Popolo Eletto. La realtà (1Pt 2, 9) è che la Chiesa è “popolo che Dio si è acquistato”, cioè popolo dei Redenti (=ricomprati…dal possessore tirannico Satana!). L’inclinazione ereticale cui accennavo non può che portare ai disastri a cui ha già condotto in ambito protestantico: alla fine, il “secondo Israele” tende a dissolversi, e resta il “primo” !”

Replicavo: grazie per la precisazione. A me premeva la sottolineatura di come i due termini non esauriscano tutta la realtà della Chiesa. E’ tipico delle affermazioni conciliari e relative post-applicazioni fare affermazioni lapidarie, tipo slogan, che colpiscono l’immaginazione e l’emotività, ma non esauriscono la ricchezza semantica di una terminologia compiutamente descrittiva e dinamicamente viva in Cristo come “Chiesa Trionfante Militante e Purgante” e le profondità ontologiche che l’identità della Chiesa presuppone.

In effetti affermare realtà esatte, ma incomplete, fa passare sotto silenzio quello che esse non dicono e che, nel corso del tempo, viene sotterrato, sepolto, dimenticato, lasciato da parte. Anch’io ho sempre notato che indicare la Chiesa come “popolo di Dio” non è un progresso, ma un regresso di sapore vetero-testamentario, dato che la Chiesa E’ innanzittutto il Corpo Mistico di Cristo, Sua Sposa… non è ininfluente, eliminare il Nome del Signore e, soprattutto, ‘velare’, accantonare questa realtà UNICA e meravigliosa che ci fa Chiesa in Lui…

A questo punto mi preme puntualizzare la sempre maggiore evidenza delle due (e forse più, purtroppo) anime riconoscibili nella Chiesa visibile del nostro tempo, nella quale è ormai difficile orientarsi e districarsi dal garbuglio di innovazioni e mistificazioni spacciate per spirito conciliare, che la cultura egemone sta continuando a tessere e portare avanti, tentando di delegittimare qualunque voce cerchi di 'mostrare' le Verità cattoliche senza travestimenti né modernisti né da cosiddetta 'nuova pentecoste'.

E mi preme anche sottolineare come queste diverse anime si siano di fatto alleate coniando la 'vulgata' di un tanto fantomatico quanto improbabile "protestantesimo Tradizionalista" ponendosi come "conservatori"... quante etichette!

In realtà i 'conservatori' di oggi sono coloro che intendono conservare il cosiddetto spirito del concilio facendo di esso - che ha messo in un angolo i Dogmi assoggettandoli ad una assurda evoluzione - un intoccabile nuovo "superdogma"...

Vorrei osservare che il termine "conservatore" non si addice alla Tradizione, che 'conserva' nel senso che 'custodisce', il "Despositum Fidei" Apostolico; ma nello stesso tempo non conserva alcun tipo di fissismo, che non le si addice in quanto essa è VIVA nel senso, insegnato da mons. Gherardini, della “continuità evolutiva”, che esclude tutti quei criteri immanentistici che si sono imposti, dall’Illuminismo ad oggi, sia alla filosofia che alla teologia. Gli Apostoli ci hanno lasciato quanto da Cristo avevano ricevuto ratione ecclesiae, non i carismi personali ma le verità riguardanti la Fede e la Chiesa.
I Padri la chiamano Traditio Dominica o Traditio Apostolica “lo Spirito Santo vi ricorderà tutte le cose che vi ho insegnato io” (Gv 14, 26). L’insufflatio dello Spirito [Presente nella Chiesa: dove c'è il Figlio, c'è anche il Padre e lo Spirito Santo] non ha per oggetto una o più, ma “quaecumque dixero vobis”: tutte le cose, acquisizioni sempre più approfondite, nova et vetera (Gv 16,13).

23 commenti:

  1. Riporto da Fides et Forma, su cui Francesco Colafemmina ha fatto una puntuale ricostruzione degli eventi chiamando in causa la recente intervista di Tornielli al card. Canizares -da noi citata dell'articolo precednete- che ha dato il via al successivo sviluppo di riflessioni e commenti da varie sponde:

    DANTE PASTORELLI ha detto...
    Devo confessare che sono stato preso dalla curiosità, atteggiamento che è da me lontano, e sono andato sul blog di Tornielli che non seguo da molto tempo. Mi rattrista che il giornalista abbia perso le staffe con Luisa, dimostrando una mancanza assoluta, in tale circostanza, di stile e di buona educazione. Il suo sarcasmo, più che ironia, non me lo aspettavo, e così greve poi. Le sue idee le conosco e pertanto non mi meravigliano.
    Quanto alla riammissione della Messa cosiddetta di S. Pio V, Tornielli insiste sul fatto che il motu proprio è una "concessione" e basta. Evidentemente lascia cadere nel dimenticatoio che il Papa riconosce che il Messale antico non era mai stato giuridicamente abrogato e che questa sua convinzione l'aveva già più volte espressa e che tale fu il parere della Commissione Cardinalizia convocata da Giov. Paolo II nel 1986 proprio su questo tema, Commissione di cui il card. Ratzinger fu membro.
    Dunque, se il rito antico non era mai stato abrogato di diritto, per diritto era rimasto sempre in vigore ed il suo bando aveva violato un preciso diritto dei fedeli e la stessa logica.
    Che poi il Papa un giorno scrive mirabilia sull'antico rito e sulla sua utilità al fine di riportare sacralità nella liturgia, e un altro, dopo aver ristabilito il diritto ad utilizzare il Messale del Beato Giov. XXIII 1962 (ultima ediz. del messale di S. Pio V) per placare le ire di qualche conferenza episcopale parla di un atto di tolleranza nei riguardi degli anziani nostalgici della Messa in cui eran cresciuti, non è problema dei tradizionalisti - termine che non m'è mai piaciuto - ma è un problema del Papa, causato dal fatto che per quieto vivere si deve adattare a tutte le circostanze e smentire se stesso.
    Così un rito che la Chiesa ha celebrato per tanti secoli, e la cui proibizione di fatto aveva causato una frattura mai verificatasi nella storia della Chiesa - parola del card. Ratzinger -, un rito mai abrogato e, quindi, sempre rimasto in vigore, stranamente diventa forma extra-ordinaria. Se sono due forme dello stesso rito romano i due messali dovrebbero esser tutt'e due ordinari. Addirittura l'extra-ordinario avrebbe dovuto esser il nuovo proprio perché s'è aggiunto al primo mai abrogato.

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  2. non intendo approfondire il confronto tra i due riti, non è questo che ci preme e non serve a nulla oggi come oggi, perché è da oggi che partiamo per guardare avanti con visione cattolica e con cuore profondamente radicato nella Tradizione Apostolica, che significa nel Signore, al di là di ogni etichetta.

    mi preme invece puntualizzare la sempre maggiore evidenza delle due (e forse più, purtroppo) anime, della Chiesa del nostro tempo, nella quale è ormai difficile orientarsi e districarsi dal garbuglio di innovazioni e mistificazioni spacciate per spirito conciliare, che la cultura egemone sta continuando a tessere e portare avanti, tentando di delegittimare qualunque voce cerchi di 'mostrare' le Verità cattoliche senza travestimenti né modernisti né da cosiddetta 'nuova pentecoste'

    e mi preme anche sottolineare come queste diverse anime si siano di fatto alleate coniando la 'vulgata' di un tanto fantomatico quanto improbabile "protestantesimo Tradizionalista" ponendosi come "conservatori"... quante etichette!

    In realtà i 'conservatori' di oggi sono coloro che intendono conservare il cosiddetto spirito del concilio facendo di esso - che ha messo in un angolo i Dogmi assoggettandoli ad una assurda evoluzione - un intoccabile nuovo "superdogma"...

    Vorrei osservare che il termine "conservatore" non si addice alla Tradizione che 'conserva' nel senso che 'custodisce' il "Despositum Fidei" Apostolico, ma nello stesso tempo non conserva alcun tipo di fissismo, che non le si addice in quanto essa è VIVA nel senso, insegnato da mons. Gherardini, della “continuità evolutiva”, che esclude tutti quei criteri immanentistici che si sono imposti, dall’Illuminismo ad oggi, sia alla filosofia che alla teologia. Gli Apostoli ci hanno lasciato quanto da Cristo avevano ricevuto ratione ecclesiae, non i carismi personali ma le verità riguardanti la Fede e la Chiesa.
    I Padri la chiamano Traditio Dominica o Traditio Apostolica “lo Spirito Santo vi ricorderà tutte le cose che vi ho insegnato io” (Gv 14, 26). L’insufflatio dello Spirito [Presente nella Chiesa: dove c'è il Figlio, c'è anche il Padre e lo Spirito Santo] non ha per oggetto una o più, ma “quaecumque dixero vobis”: tutte le cose, acquisizioni sempre più approfondite, nova et vetera (Gv 16,13).

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  3. Tornielli ha le sue idee sulla Chiesa, che a poco a poco si stanno scontrando con la realtà dei fatti.

    Da parte nostra, sulla questione della Tradizione, ci limitiamo ad osservare brevemente due punti:

    - non si può parlare di Tradizione se non si comincia dalla liturgia stessa... quella liturgia che non è mai stata abolita;

    - non si può parlare di "concessione" liturgica a pochi nostalgici, dato che non c'è bisogno di "concedere" ciò che non è mai stato abolito, e dato che gran parte di detti "nostalgici" (in costante aumento) sono venuti al mondo dopo la riforma del 1969-70.


    Vorrei ricordare poi la tempesta abbattutasi sui Legionari di Cristo, alla quale ho cominciato a dar peso solo dopo che i Legionari stessi me ne confermavano la realtà.

    Vista la loro ortodossia dottrinale, la serietà e sobrietà nella liturgia, e tante altre cose sane... mi ero sempre rifiutato di credere che le critiche al loro fondatore avessero qualche minimo valore. Ma alla fine...!

    Bene: questo è ciò che prima o poi avverrà anche per Tornielli e per coloro che difendono il Cammino Neocatecumenale... fermo restando che il problema dei Legionari è l'immoralità privata del fondatore, mentre per il Cammino il problema è la non cattolicità in tema liturgico e dottrinale, la disobbedienza al Papa e ai vescovi, l'organizzazione da setta, il deliberato inganno delle anime semplici, et cetera.

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  4. Oltre alle innegabili "alleanze" che non sono per nulla "strane" ma ci sono sempre state, solo si evidenziano nel momento "opportuno", c'è anche una credo innegabile "ingenuità" nel mondo tradizionale. Non è peregrina l'ipotesi di "guastatori" che vengano a seminare confusione nei media tradizionali e nella vita vissuta, ma non credo che questo possa esaurire i problemi che vengon da certo tradizionalismo.

    Un fatto è chiaro: i fedeli legati alla tradizione (che dovrebbero essere gli unici!) avrebbero dovuto organizzarsi meglio intorno a Benedetto XVI e alla "riforma della riforma" in modo da essere n supporto sempre presente. Certamente non cieco, ma presente e di pieno supporto.

    Spesso e volentieri i destri si danno. E gli avversari raccolgono volentieri..

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  5. Sul sito di radio Maia, nella sezione documenti, viene riportato un articolo di giornale sul boom dei neocatecumenali. Incredibile l'elogio che si fà del movimento anche nelle sue parti più ambigue.

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  6. non c'è da meravigliarsi

    Radio Maria è colonizzata, al pari di Zenit, Radio Vaticana, per non parlare della Curia...

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  7. Ho sudato sette camice ma infine sono riuscito a CONNETTERMI come mardunolbo, finalmente,nonostante sia molto lontano! vorrei, se permettete, aggiungere le mie informazioni al riguardo:Tornielli il "vaticanista" del Giornale e' un giornalista e come tale usa manipolare l'emozione per suscitare sentimenti in quel che scrive.Nel suo articolo e' evidente il suo servilismo ai poteri,quello economico come giornalista, in particolare.Diamogli meno peso,per quel che si puo',visto che e' giornalista seguito,in effetti.. Per quanto riguarda Radio Maria, il tonante Fanzaga e' stato scelto dall'amministratore della Radio (che e' un laico che vuole vedere risultati d'ascolto)proprio per le sue qualita' d'imbonitore e procacciatore d'ascolti.Il sacerdote precedente,cacciato per essere monotono,forse e' un po' memno partigiano del don Livio.Peraltro dopo aver scoperto che Padre Zoffoli scrisse una bella ,chiara e lunga lettera al tonante Fanzaga,mi rifiuto di ascoltare le sue parole dato che intrise di veemenza di uomo ipocrita (uno che non risponde ad una lettera dettagliata di teologo e'persona falsa ed ipocrita se persevera nell'errore).Con cio' spero di aver inerito nella giusta luce i due personaggi citati.Sia gloria a Maria Santissima ed a Gesu',vero Uomo e vero Dio.

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  8. Avuto modo di visionare il blog torniellesco, sono rimasto impressionato dalla superficialita' con cui trancia giudizi su don Nitoglia ed altri etichettati come sedevacantisti od altre analoghe etichette idiote inventate giusto dai modernisti catalogatori che non sanno altrimenti impostare il loro giudizio.Infatti l'etichettatura e'il tipico risultato delle democrazie dove ciascuno DEVE essere incasellato per identificarlo in qualche modo.Suona sintomatico comunque che il Tornielli sia giusto omaggiato da personaggi tipo la Tabita' svolazzante or qua or la' nei blog (comparve anche nel blog Non Possumus con sue uscite di banalita' sconcertante,ma condite di saccenteria neocatecumenale)o da "cherubini" di stampo neocatecum.Peccato abbia mostrato d'un colpo la sua poca cultura cattolica e la sua emotivita' servile ed untuosa tipica di personaggi definiti da sempre "curiali" (etichetto anche io!)Hai fatto bene Mic ha cercare di riassestare nella sua mente i parametri di giudizio, ma non credo che possa o voglia dare ascolto anche se subissato di critiche.Ci vorrebbe una espulsione dal giornale per fargli abbassare il tono e l'arroganza, e si meriterebbe un posto in Famiglia cristiana dove troverebbe un ambiente piu' confacente ai suoi orientamenti dottrinali.

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  9. Io personalmente non ho mai inserito padre Livio fra i modernisti.
    Egli non è mai andato contro i dogmi e gli insegnamenti della Chiesa. Egli ci tiene molto a restare ancorato alla chiesa. Una volta gli scrissi dei neocatecumenali ed egli mi rispose che, se la Chiesa accetta i neocatecumenali, automaticamente anche lui li deve accettare, facendomi capire che non bisogna contraddire il Papa e la Chiesa.
    Quello che non mi piace è l'articolo di giornale in cui, in qualche modo, si elogiano alcuni dei comportamenti neocatecumenali più ambigui.
    Alcuni anni fà, un sacerdote di una radio cattolica disse di essere lui il fondatore non solo della sua radio ma anche di radio Maria. E' vero quello che disse?
    SE è vero, come mai non viene mai invitato a radio Maria?
    Chi c'èra prima di padre Livio?
    Come mai padre Livio fà credere che lui ci fosse sin dalla fondazione di radio Maria?
    Voi ne sapete qualcosa?

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  10. A ragion veduta, il thread di Tornielli, che egli stesso “ si scusa” di aver postato proprio a Natale, pur avendo sollevato un nugolo di inevitabili polemiche, in fondo è la classica tempesta nel bicchiere. Lo “ scoop”, se di scoop si vuole parlare, è soltanto nel titolo infatti, in cui uno sforzatissimo ossimoro pretende di tacciare di “protestantesimo” il mondo “tradizionalista”.Per il resto l’articolo invece è chiarissimo e inequivocabile nelle sue proposizioni. Vediamone insieme qualche passaggio rivelatore:

    Il cardinale – dopo aver denunciato la fretta con cui è stata realizzata la riforma post-conciliare – spiega che cosa stia facendo la Congregazione per dar vita a un nuovo movimento liturgico che faccia recuperare sacralità al rito secondo le indicazioni della Costituzione Sacrosanctum Concilium

    Qui Tornielli senza equivoci, commentando le parole del card. Canizares, concorda apertamente con la denuncia sulla fretta cui cui è stata realizzata la riforma postconciliare, ma soprattutto riconosce urgente e necessario il “ recupero della sacralità del rito”, sacralità evidentemente, secondo Tornielli, oltre che secondo Canizares, pesantemente condizionata dalle innovazioni liturgiche postconciliari.

    Continua Tornielli:

    Mi stupisce innanzitutto che di fronte ai gesti di Benedetto XVI, volti a far recuperare sacralità al rito cattolico, come pure concessioni importanti quale è stato il Motu proprio Summorum Pontificum, invece che favorire la riconciliazione auspicata dal Pontefice, secondo quell’ermeneutica “della riforma, del rinnovamento nella continuità” (ricordiamolo: non solo “nella continuità” ma anche “della riforma”), si siano consolidati talvolta atteggiamenti di rigidità. Cari amici, io non sopporto la banalizzazione della liturgia, la creatività che riduce il rito a opera delle nostre mani, l’assenza di silenzio, la musica che nulla ha a che fare con la messa,

    Mi sembra molto chiara la presa personale di posizione di Tornielli verso la sciatteria con cui viene condotto in molte occasioni il sacrificio eucaristico ( ricordo ancora con piacere cosa postava Tornielli qualche mese fa appena a proposito di certi divieti in Lombardia circa la celebrazione della Missa V.O.).
    continua

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  12. So che p. Livio non è il fondatore di Radio Maria. Non conosco a fondo i termini della vicenda, per cui non esprimo giudizi; ma so che in qualche modo è riuscito a prendere lui in mano la Radio.
    So anche chi è ben documentato; ma non mi ha mai interessato approfondire questo aspetto.

    Quanto ai neocatecumenali, la cui pecunia non olet per molti,
    abbiamo questo documento di p. Zoffoli, una Lettera da lui indirizzata proprio a p. Livio

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  13. continuazione

    Continua ancora Tornielli:

    La Chiesa è più grande delle nostre opinioni, il magistero del Papa va seguito anche quando il Pontefice non parla ex Cathedra, cio ché accade della stragrande maggioranza delle volte. Il cattolico sa che la Chiesa non è l’opera delle nostre mani, sa che siamo stati convocati da Qualcun Altro. Sa che Gesù, l’unica vera roccia su cui poggia la Chiesa, ha stabilito l’autorità del suo Vicario – un poverocristo vicario di Cristo, come disse con parole indimenticabili Giovanni Paolo I – fragile come ogni uomo, ma specialmente assistito dallo Spirito Santo.

    E’ implicita in queste parole di Tornielli la condanna ferma di quanti hanno osteggiato e osteggiano ancora non solo il M.P. S.P., ma addirittura tutta l’azione pedagogica di Benedetto XVI, volta al recupero della “sacralità” del sacrificio eucaristico.

    Conclude Tornielli:

    Nel dirvi di nuovo Buon Natale, vorrei aggiungere a scanso di equivoci (che inevitabilmente ci saranno), che condivido il giudizio di Canizares sulla riforma post-conciliare, che ritengo vada scritta la parola fine agli abusi liturgici come pure al problema dell’assenza di autorità nell’episcopato, una delle cause principali alla mancata correzione degli abusi. Non sto, insomma, dipingendo una realtà rosea, perché rosea non è.

    Questa conclusione è significativa di quanto realmente pensa il vaticanista cosciente della propria “ missione pedagogica” ( ebbene si). Tutto il resto lo tralascio in quanto lo ritengo accessorio ( e in gran parte contraddittorio con queste premesse e conclusioni), compreso il discorso rivolto a Mons. Lefevbre e a “certo mondo tradizionalista” che sostanzialmente non esiste o, se esiste, prospera soltanto nella fantasia malata di certi commentatori che hanno fatto dell”antitradizionalismo” la loro bandiera di stracci e continuano a sventolarla a ohni piè sospinto, perfino da certe cattedre universitarie, ma purtroppo anche da molti pulpiti traballanti.

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  14. Che volete, ho il pallino dei numeri.
    Appena tre anni fa (2008) le fonti ufficiali indicavano in circa un milione gli aderenti al Cammino Neocatecumenale.
    Oggi “le ultime statistiche elencano una presenza in 197 Paesi nei cinque continenti, 60 seminari e oltre ventimila comunità, più di mezzo milione di aderenti. L’Italia è il primo Paese, cinquemila comunità e oltre centomila persone” (Fonte: Gian Guido Vecchi dal Corriere della Sera del 15 dicembre 2010).
    Nel giro di tre anni il “popolo neocat” si è dimezzato.
    Pazienza,ragazzi.
    Evidentemente i ritiri milionari alla Domus Galilaeae per alti prelati e alti catechisti, non sono poi apprezzati cosi tanto dai neocat “ di base”.

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  15. Sì, è vero.

    Il sacerdote che aveva fondato Radio Maria (che decollò grazie a lui e ai suoi giovani, per lo più di Comunione e Liberazione) ne venne successivamente "sfrattato" da un giorno all'altro per far posto a padre Livio. Non è stato più invitato. Così come non vengono mai invitati gli ecclesiastici scettici sulle presunte apparizioni di Medjugorje. Ed in tutta la sua esistenza Radio Maria ha trasmesso solo un paio di volte (entrambe in queste ultime settimane) la messa tradizionale in latino.

    Ma questo blog non è la sede adatta per parlare della "politica aziendale di radio Livio", per cui chiudo la parentesi e l'off-topic.

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  16. Vorrei brevemente rispondere all'utente Piccolo Gregge, anche se la questione è assai ampia.

    Cito una illuminante definizione data da Juan Donoso Cortès: l'errore fondamentale del modernismo è pensare che la verità e l'errore abbiano gli stessi diritti.

    Oggi vediamo moltissimi uomini di Chiesa agire in questo modo: a parole sono (generalmente) per la verità mentre nei fatti non solo tollerano l'errore ma addirittura gli danno spazi e onori.

    Ora, anche se trascuriamo un attimo tutte le umane debolezze (l'ignoranza, il cedere a pressioni esterne, l'avere poco coraggio, il seguire la convenienza, il non avere i doni di un san Tommaso, una santa Caterina, un San Pio...), debolezze tutto sommato perdonabili, restiamo sbigottiti di fronte a intelligenti che parlano in modo stupido, di fronte a comandanti umilmente sottomessi ai loro sottoposti, di fronte alla confusione tra verità e slogan pubblicitari, tra cattolicesimo e buonismo, tra liturgie e festicciuole...

    Coloro che danno alla verità e all'errore gli stessi diritti, confondono e scandalizzano i cattolici. Quante volte ci siamo lamentati in questo modo: "ma il Papa non potrebbe...? ma il vescovo non potrebbe? ma il parroco non potrebbe?" Viviamo in tempi difficili, tempi in cui gli uomini di Chiesa sono sotto una fitta rete di invisibili ricatti: che dirà la gente? perché far guerra per una cosa così piccola? perché dar tanto peso alla denuncia di quattro laici qualunque? vorrò mica finire su tutti i giornali per una cosa che nessuno capirebbe? Ma finiscono spesso per sopravvalutare tali ricatti e preferire il quieto vivere piuttosto che la verità.

    Come vedi, ho descritto non solo il padre Livio, ma numerosissimi ecclesiastici. La società è impregnata dell'errore modernista e perciò ci cascano anche importanti uomini di Chiesa. Ancora oggi mi stupisco di come avvenga che persone più sagge di me, più acculturate, più intelligenti, commettano errori così madornali.

    È tutto sommato facile professare a parole la dottrina della Chiesa (almeno, la parte che interessa al momento, quella che fa più audience). È facile dirsi contro l'aborto (sacrosanta condanna dell'aborto!) e poi infischiarsene della liturgia (anche un ateo onesto ci riuscirebbe). È facile parlare dei cristiani perseguitati nel mondo (nostri fratelli nella fede!) e poi considerare il cattolicesimo come uno strumento per la lotta politica (anche un ateo onesto ci riuscirebbe).

    Non c'è bisogno di essere particolarmente sapienti per accorgersi di certe stranezze. Il padre Livio ti ha risposto che "devi" accettare i neocatecumenali altrimenti disobbediresti alla Chiesa (in realtà era un Pontificio Consiglio, senza contare che i neocat stessi disobbediscono sistematicamente al loro Statuto)... ma chissà perché padre Livio non utilizza lo stesso criterio con Medjugorje (che non è ancora "accettata" dalla Chiesa e pertanto non merita di essere descritta con espressioni tipo: "la-Madonna-ha-detto-che").

    A questo punto non mi sembra strano che qualcuno, esacerbato dal due pesi, due misure di padre Livio, lo abbia chiamato "modernista". Purtroppo non ha tutti i torti, specialmente per la paradossale posizione di padre Livio sui neocatecumenali. Eppure padre Livio era stato adeguatamente informato da padre Zoffoli (perbacco! si trattava di padre Zoffoli, teologo, apologeta, autore di innumerevoli testi in difesa della fede, agiografia, teologia, filosofia... mica si tratta di un laico squinternato come me!). Cosa teme padre Livio? Che convenienza ha a mettere sullo stesso piano verità ed errore? Non lo sappiamo.

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  17. Grazie By Tripudio, mi trovo perfettamente in linea con te !Juan Donoso Cortes,grande pensatore filosofo:"l'errore fondamentale del modernismo è pensare che la verità e l'errore abbiano gli stessi diritti."Questo E' IL NUCLEO FONDAMENTALE DELLE APOSTASIE ATTUALI.Mi permetto di aggiungere ancora un particolare su Radio Maria:che la Madonna si apparsa a Medjugorie il vescovo ebbe dei forti dubbi,il consiglio dei vescovi,pure, il Papa ha nominato recentemente una commissione al riguardo,ho letto personalmente analisi dettagliate sul fenomeno, che propendono per ben altra situazione che qui non e' il caso di sollevare per non sollevare polemiche inutili al riguardo.Prudenza sempre e' il criterio della Chiesa nei secoli!Eppure...eppure Don Livio ci ha pure scritto un libro
    e continua a enfatizzare quel che deve essere tenuto un po'piu' in sordina, cosi' come enfatizza un "cammino"che e' una strada di rovina ed eresia.

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  18. Da quello che sò io, la chiesa ha ufficialmente accettato il cammino neocatecumenale, mentre a riguardo di Medjugorie la chiesa lascia la libertà di credere .Ed è proprio di questa libertà che si avvale padre Livio.

    Scusatemi se sono uscita fuori dal tema trattato nel post.

    Da quello che dice Francesco si capisce che i neocatecumenali sono diminuiti, praticamente tutto il contrario di quello che lascia credere l'articolo di giornale pubblicato su radio Maria.
    Nell'articolo si esaltano le cinquemila comunità italiane,affermando che si tratti di un boom.
    Chissa forse il boom è stato solo italiano.

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  19. al di là delle cifre, boom o non boom, è e resta una iattura!

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  20. Mi ha impressionato la statistica che Francesco ha mostrato (faccio i miei complimenti,ottima ricerca!).Stando cosi' le cose al di la' della gioia che possiamo avere noi e la Chiesa tutta di questo calo di vocazioni settarie, quel che mi preoccupa e' la fine che fanno gli "ex"!
    Ancora una volta ritengo il caso di fare un appello ai neofiti perche' escano subito, finche' sono in tempo, per evitare devastazioni personali,religiose e famigliari indugiando nel "cammino".
    Non riesco realmente ad immaginare quale angoscia e devastazione totale possano avere quelle famiglie che hanno investito tutto ,non in Cristo, ma in kiko ed il "gruppo" e si ritrovano ad un certo punto della vita con 7 figli da mantenere ed educare avendo constatato che devono la loro sopravvivenza economica e psicologica esclusivamente al gruppo neocatecumenale di cui fan parte., di cui inoltre non possono sentirsi piu' membri avendo constatato le falsita' e le aberrazioni dotrrinali. Si chiamano legami perversi quei legami psicologici che si formano in persone legate da correita' varie e/o da aberrazioni comportamentali che cementano il legame tramite confessioni reciproche. Risulta evidente che lo sforzo per uscire da situazioni cosi' leganti e coercitive deve essere enorme e solo un aiuto dall'Alto puo' garantirne l'uscita senza esiti strazianti. Se poi le persone sono singoli od in coppia immagino che una perdita ,quantomeno provvisoria, di Fede, sia la strada "obbligata" avendo investito tutto in una fede supportata da tante parole eclatanti,ma principalmente da situazioni emozionali coinvolgenti quali musiche, gergo unitario, unita' di gruppo,feste e ritualita' di gruppo

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  21. Rispondo ancora a Piccolo Gregge, chiedendo di fare attenzione alle parole. Qui non usiamo slogan: qui invitiamo a ragionare sui fatti.

    Cosa significa essere "approvati" dalla Chiesa? Significa forse essere infallibili?

    - E se una cosa sbagliata riuscisse a carpire con l'inganno l'approvazione della Chiesa?

    - E se l'approvazione fosse data da strutture della Chiesa in contrasto con ciò che vorrebbe il Papa?

    - E se i destinatari dell'approvazione disubbidiscono poi alle indicazioni che avevano ricevuto con l'approvazione?

    Vedi, non sono domande campate in aria. Sono tutte relative al Cammino Neocatecumenale.

    Alle persone semplici, che si contentano dei titoli di giornale per sapere come va il mondo, sfuggono purtroppo i dettagli più importanti. Proviamo a esaminarli uno ad uno.


    1. Il Cammino è sempre stato criticato per errori in campo liturgico e dottrinale (senza contare quello disciplinare e altri campi) che non ha mai corretto.

    Secondo te la Chiesa può mai approvare l'abuso liturgico e l'eresia?

    Al più la Chiesa può stabilire che entro certe determinate condizioni (che includono la correzione e la condanna degli errori) si può dare un'approvazione.

    Ma attenzione: "approvazione" è un termine troppo generico per chiarire la situazione, poiché c'è approvazione e approvazione. Per esempio: un conto è la "associazione privata di fedeli", altro livello è la "prelatura personale"...

    Dimmi un po': come considereresti il caso di qualcuno che insegna errori ma quando viene criticato grida di avere "l'approvazione"?


    2. Il Cammino ha ottenuto uno Statuto ma ancora non ha corretto né condannato i propri errori; al contrario, gli abusi liturgici continuano, l'insegnamento di ambiguità ed eresie continua, e nessun "catechista" neocatecumenale ha il coraggio di spiegare perché non si torna al Messale Romano ed al Catechismo della Chiesa Cattolica, che sono garantiti dal Papa anziché dal Kiko.

    C'è forse ancora bisogno di altri testimoni? Sono parecchi decenni che giungono sempre le stesse testimonianze: vuol dire che nel Cammino nulla è cambiato, nulla cambia.

    Noi ci rivolgiamo alle anime semplici, a quelle che ancora non si sono adattate al "metodo" neocatecumenale, a quelle che ancora sono convinte che Kiko sarà pure il fondatore del Cammino ma resta sempre il Papa ad essere il vero e unico vicario di Cristo.

    Dimmi dunque come cosidereresti una realtà che si definisce cattolica, che ha ricevuto tanto di Statuto, ma che sotto sotto nel chiuso delle sue comunità continua a professare gli stessi errori per i quali ha sempre ricevuto tante critiche?

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  22. 3. Il Cammino ha ottenuto lo Statuto "definitivo ma incompleto" (tuttora incompleto, perché mancante del Direttorio) nonostante il Papa fosse notoriamente contrario.

    Lo confermarono per esempio i vescovi giapponesi (tuttora detestati dai vertici del Cammino): a fine aprile venivano rassicurati da Benedetto XVI che non aveva alcuna intenzione di prolungare gli Statuti temporanei, e neanche venti giorni dopo il cardinal Rylko telefonava a Kiko (che in quel momento era in Israele) per notificargli l'approvazione appena avvenuta.

    Dunque, dimmi: lo Statuto definitivo dei neocatecumenali è un atto della Chiesa o no?

    Lo ha emesso un Pontificio Consiglio, nella persona del cardinale Rylko, ma contrariamente alle intenzioni del Papa. Cosa te ne pare?

    Purtroppo questa mossa del "fatto compiuto" è architettata bene, perché se il Papa contraddicesse un Pontificio Consiglio allora coerentemente dovrebbe sciogliere immediatamente tutti i pontifici consigli e caricarsi di tutto il loro lavoro (senza contare che il "precedente" creato autorizzerebbe ogni Papa successivo a pasticciare in ogni modo).

    Non fa meraviglia: succede ovunque che dei sottoposti si sostituiscano ai loro superiori. Ma cosa ti fa pensare il fatto che ciò avvenga anche nella Chiesa? Ciò che proclama essere opera dello Spirito ha bisogno di andare contro il Papa?

    Rifletti e prova a dirmi secondo te, di fronte ad un'approvazione sgradita, il Papa cosa dovrebbe fare? Vediamo cosa ha fatto: è restato in silenzio. Un silenzio durissimo, un silenzio assordante: per un anno intero ha evitato di parlare di Statuti neocatecumenali.

    Se il Papa fosse stato contento, lo stesso giorno dell'approvazione ne avrebbe parlato. O almeno, il giorno dopo. Oppure ad una udienza del mercoledì, diamine! Invece no: un silenzio totale, interminabile. Come te lo spieghi?

    E quando finalmente parla ai neocatecumenali, cosa dice? Dice forse "bravi"? Dice forse "i vostri errori non sono errori"? No, al contrario: raccomanda di seguire le indicazioni dei vescovi (sottinteso: quelli uniti col Papa; non vorrai mica seguire solo i vescovi "amici tuoi"?) e incoraggia all'unità (perché mai il Cammino deve essere sempre richiamato all'unità? Hanno dunque ragione tutti i vescovi che hanno lamentato che il Cammino ha creato solo divisione?).

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  23. 4. Ultimo punto: il Cammino Neocatecumenale disobbedisce al suo stesso Statuto.

    Si potrebbero fare tanti esempi, a noi preme ricordare quel fatidico articolo 13, al comma 3, che fa diventare Statuto neocatecumenale la famosa "lettera di Arinze" (contenente le "decisioni del Santo Padre") del 1° dicembre 2005 e la conferma del Santo Padre stesso del 12 gennaio 2006, quando disse ai neocatecumenali di rispettare quelle norme liturgiche (in sintesi: seguire il Messale Romano senza aggiunte né omissioni).

    Quindi, come vedi, il problema è serio. Cosa penseresti di un'associazione che vanta di avere lo Statuto e che poi nei fatti lo contraddice continuamente?

    Dobbiamo anzitutto combattere contro la falsa propaganda, quella che dice "X è approvato, perciò X non deve essere criticato". Che questo X sia il Cammino o qualsiasi altra componente ecclesiale, a noi non importa: l'errore merita la correzione, non la lode.

    In secondo luogo, ma di uguale importanza, dobbiamo combattere contro l'ignoranza. Cioè dobbiamo informare, dobbiamo far conoscere. Solo i figli delle tenebre temono la luce. Solo gli operatori di iniquità temono che le loro opere vengano scoperte.

    In terzo luogo, non possiamo aspettare che il problema si risolva da solo: abbiamo il diritto e il dovere di far conoscere ai legittimi pastori della Chiesa questi problemi.

    Noi che abbiamo conosciuto direttamente e indirettamente il Cammino Neocatecumenale sappiamo che è un vero tumore per la Chiesa cattolica. Sappiamo che vi è concentrata una tale quantità di errori liturgici e dottrinali, che è naturale parlare di eresia neocatecumenale (e uomini di Chiesa molto più saggi di noi e più santi di noi ci hanno preceduto nell'affermarlo a chiare lettere). Sappiamo che il Cammino si è fatto strada con mezzi tutt'altro che santi, sappiamo che continua ad ingannare le anime delle persone semplici.

    Ed è proprio per queste ultime che abbiamo tanta premura (così come ne ha il Papa: per non perdere la pecorella smartita è disposto a rischiare le altre novantanove).

    Parlo delle anime che si illudono di aver finalmente trovato nel Cammino una strada per vivere meglio la fede.

    Ma a poco a poco scoprono che il Cammino insegna che la liturgia è una festicciuola, una chiassata da osteria, dove al centro dell'attenzione non c'è il Signore ed il suo intermediario (cioè il sacerdote), ma c'è l'assemblea dove si gareggia in monizioni, canti, risonanze, balletti...

    Scoprono che il Cammino insegna le cose della fede non come le insegna la Chiesa (che ci ha dato un comodissimo strumento: il Catechismo, certificato dal Papa stesso) ma come le insegna Kiko (il quale, seppur in rarissime occasioni, ha perfino ammesso che c'era qualche errore e qualche svarione).

    Scoprono che nel Cammino i cosiddetti "catechisti" non sono al servizio dell'insegnamento della Chiesa, ma sono al servizio di Kiko e di se stessi.

    Scoprono che nel Cammino è vietato avere dubbi sui fondatori (e si è costretti a inventare spiegazioni complicatissime quando i fondatori la sparano grossa: come Kiko che risponde per iscritto al Papa che non vuole toccare la liturgia neocatecumenale, come Carmen che nel 2002 dice "questo Pontificio Consiglio avrà un futuro grandioso se appoggerà il Cammino Neocatecumenale"), è vietato avere dubbi su tutta la gerarchia dei "catechisti" (anche quando fanno figuracce mondiali come l'ineffabile Gennarini)...

    Non è bello stare qui da anni e anni a ripetere sempre le stesse cose, ma quando si ripete la verità ci si può stancare, ma non si getta mai la spugna. Mi dispiace aver dovuto utilizzare tante parole per spiegarti tutto, ma il dubbio che ponevi non meritava una risposta breve.

    Di fronte a ciò che osserviamo e documentiamo e invitiamo a verificare, chiunque abbia un minimo di onestà e di buona volontà comincerà a farsi delle domande.

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