giovedì 28 giugno 2007

Il ruolo del sacerdote nel cammino neocatecumenale


L'argomento della pagina precedente non è certo esaurito e, purtroppo, come spesso succede, la discussione è degenerata.
Rpromettendomi di raccogliere il filo del discorso precedente, apro questo nuovo spazio nella speranza che si riesca a rimanere in tema e con onestà intellettuale, prima ancora che con convinzioni date dalla fede e dall'esperienza...
Buon proseguimento! E che sia un confronto e un dialogo e non sterile polemica...
Inserisco qui la riflessione di psicologicus:

"Questo Cammino è realmente una setta totalizzante, che non lascia a nessuno spazi di libertà.
I minori sono indottrinati fin dalla più tenera età a pensare ed agire secondo le logiche abominevoli della setta.

I sacerdoti vengono condizionati fin dal noviziato nei centri Redemptoris Mater, per diventare poi servi in tonaca non di Cristo e della Chiesa cattolica ma di Kiko, Carmen e compagnia.

Le famiglie sono attirate, coinvolte, imprigionate e condizionate dai vari scrutini e passaggi, fino all'annullamento totale delle personalità.

Ce n'è davvero abbastanza affinchè intervengano Chiesa e Magistratura, per le rispettive competenze, e senza porre indugi."

Rilevo che chi deve intervenire è la Chiesa, perché la Magistratura ovviamente non può far nulla se non su denuncia; ma mi risulta che il reato di plagio non è più riconosciuto... Affidiamo questa realtà al Signore e che chiunque ha responsabilità possa metterci tutta la buona volontà possibile!

domenica 24 giugno 2007

"Fratello Presbitero".Ovvero:come annullano il Sacerdozio!

Cambiamo pagina.

Raccolgo una richiesta di Francesco e apriamo una pagina che approfondisca il "Ruolo" del Sacerdote nelle Comunità NC e, perchè no, nei movimenti in genere.

Il Sacerdote viene identificato nello Statuto (vedi discussione relativa), obbedendo al Magistero della Chiesa ma prima di tutto a CRISTO che ha istituito l'Ordine, come la Guida e il "Governatore" della Comunità in Comunione col Parroco e col Vescovo!

Egli viene insignito del Compito particolare di REGGERE la Comunità e di essere dispensatore del Magistero Ecclesiale, curatore e Maestro dei Sacri Riti, che a Lui solo spetta di officiare (SENZA DELEGHE) secondo le disposizioni di Santa Madre Chiesa, Guida degli "Scrutini", conoscitore degli stessi.

Invece la Prassi NC è praticamente OPPOSTA! Il Sacerdote, da come si evince anche dalle correzioni dei Vescovi e del Papa, oltre che dalle nostre esperienze, è un mero strumento "cultuale". Un "Funzionario". Un "fratello" che ha le funzioni di PRESIEDERE le liturgie! Infatti egli stesso deve obbedienza ai suoi catechisti, se è in Cammino anche lui o comunque ai catechisti della Comunità. Che sono i veri vescovi del CNC.
L'uso di chiamare il Sacerdote solo "presbitero" o peggio "fratello presbitero" è già indicativo di come sia Egli considerato nella Comunità...

mercoledì 20 giugno 2007

Dio si è Rivelato in Cristo! In quale Dio crede il CNC?

...E' tempo di cambiare pagina.

I dialoghi con i Nostri Fratelli NC più aperti e volenterosi hanno posto ulteriori e più cocenti domande. I nostri fratelli in buona fede vengono "addestrati" (è il caso di dirlo) a credere ad "un" Dio un po' "particolare". Spesso si arriva all'incomprensione con questi fratelli proprio sul "Volto del Signore", su Chi Egli sia. Questo è fondamentale perchè ci fa fare un'altra domanda: Chi viene presentato al discepolo NC? Quale Volto di Dio viene mostrato?

Non è una domanda assurda! Molti diranno: sono Cristiani, si mostra Cristo!
Invece la risposta non è così scontata! Il "Cristo" professato dai nostri fratelli NC ha un Volto spesso DIVERSO da quello che conosciamo!

Un fatto importante e assolutamente NON MARGINALE MA FONDAMENTALE riguarda la pedagogia Divina e il "modo" stesso di "Regnare" di Dio.

Approfondiamo insieme questo tema.

venerdì 15 giugno 2007

Molti non sanno che la Lettera del Papa al CNC data dal Card Arinze...

... Ribadisce parte delle Norme Statutarie che il CNC in teoria avrebbe dovuto ottemperare!!
Questa Lettera del Culto Divino sarebbe la più potente prova della inadempienza del Cammino stesso alle norme costitutive la sua stessa esistenza! Come ebbe a dire Giovanni Paolo.

Ebbene si può e si deve, vista la prossima scadenza dell' esperimento degli Statuti, fare un "consuntivo" di ciò che il CNC ha attuato nella sua prassi.

Ho estratto alcuni articoli dello Statuto e li ho messi in relazione alla realtà dei fatti, alla Lettera del Papa e al magistero...

Ne emerge un quadro desolante: il CNC non ha rispettato neanche le linee base del suo stesso Statuto!

In questa discussione possiamo cominciare a verificarlo

lunedì 11 giugno 2007

Neocatecumenato cammino gnostico

Stralcio di uno dei più significiativi tra gli ultimi interventi

Il neocatecumenato è un cammino gnostico, di iniziazione; oltreché nei rapporti con l'esterno lo "scivolamento" concettuale viene praticato anche all'interno. Si passa ad esempio da una concezione "carnale", materiale del demonio (quella di Don Amorth, tanto per intenderci) ad una sua progressiva psicologizzazione, ma per gradi successivi e solo se l'adepto è ritenuto "pronto". Lo stesso vale per l'eucaristia neocatecumenale, prima presenza reale bruta e materiale (per chi ci crede), poi per gradi si passa ad una concezione sempre più psicologizzata... si arriva poi a credere che è la comunità neocatecumenale e solo essa che "fa" l'eucaristia, e che solo essa può perdonare i peccati, che diventano peccati contro la comunità neocatecumenale. In questo modo una realtà, come "messia", "comunione", "peccato", "chiesa", "demonio" vengono ad assumere significati sempre diversi e sempre più "perfetti". Fino ad arrivare ai vertici dove si sa molto bene cosa si intende per "messia".
Il modo di procedere è "gnostico", per illuminazioni successive. Si tratta di un cambiamento dolce e progressivo dei significati. E' chiaro che chi sta in basso ancora non sa...
E' inutile cercare di far giustificare razionalmente la sua fede ad un neocatecumenale, di fargli definire concetti dottrinali. Il neocatecumenale, all'annuncio del kerygma (spoglio da "preconcetti dottrinali"), scopre dentro di sé, nella propria psiche, un anelito religioso. Questo anelito è qualcosa di "vivo" ma di generico. Le catechesi (che si basano su una teologia eterodossa, vedi gli orientamenti neocatecumenali) servirebbero non a dare un fondamento razionale a questa "fede" psichica, ma a "farla crescere", in modo "personale" e "vivo": che sia qualcosa di psichico (nel senso dato al termine dalle scienze sperimentali) lo dimostra la cura compulsiva dello spazio e delle modalità liturgiche proprie, il clima iniziatico, l'iconografia propria e la propria musica. Da ricordare: per un neocatecumenale "illuminato" Dio non è conoscibile razionalmente in modo oggettivo, mai e in nessun caso: questo lo "assimila" ai laicisti e "facilita" l'"evangelizzazione neocatecumenale". Il neocatecumenale disprezza le definizioni dottrinali e dogmatiche (anche se per convenienza rimanda a quelle della chiesa cattolica) perché imprigionano questo suo modo "vivente" di sviluppare il proprio sentire religioso, ad esempio dà valore a "comunione" e "penitenza", due termini generici che egli non finirà mai di precisare in questo suo approccio "vivo" Questa è la teoria. Ma in pratica la liturgia e le catechesi neocatecumenali, unite alle letture che circolano all'interno del cammino e che ben conosciamo e alla propaganda, conducono ad un progressivo "scivolamento" del significato di tutti i termini religiosi in senso fortemente eterodosso. Molti concetti subiscono provvisoriamente un "trattamento" similprotestante,che sfrutta abilmente certe posizioni ambigue di una certa gerarchia sull'ecumenismo, ma non è questo l'obiettivo dei capi. L'importante è che non si insegni ufficalmente una dottrina, ma che il neocatecumeno abbia l'impressione di sviluppare egli stesso in modo "vivente" questa sua "religione".
Naturalmente i concetti religiosi neocatecumenali ci sono eccome e nel loro "pieno significato" li conosce solo Kiko, colui che per primo è stato "illuminato" e che "è la via", e pochi suoi strettissimi collaboratori. L'arte di Kiko consiste nel suo "carisma personale" e nella incredibile poliedricità dei suoi discorsi che si comprendono in modo differente a seconda dell'"illuminazione": il Papa li capirà in un modo, l'adepto (a seconda del livello d'illuminazione) in un altro, il prelato ancora in un altro. Per questo, dalla Carmen in giù, tutti i neocatecumenali dicono che chi non ha fatto il cammino non può capire: e certo! E questo vale anche per il Papa, SOPRATTUTTO PER IL PAPA! D'altra parte si deve riconoscere che, in un periodo storico pervaso dal relativismo culturale e pratico, riesce ancora più difficile a chi ne è preposto riconoscere l'eterodossia del cammino se si considera che tutti i suoi concetti religiosi sono per loro stessa natura camaleontici. Ricordo infine che il cammino forma i suoi propri presbiteri secondo i dettami sopra esposti e li immette nella gerarchia ecclesiastica.
Pavel

giovedì 7 giugno 2007

Ulteriori spunti di analisi

Noi non cerchiamo il dialogo a tutti i costi, ma la verità. Abbiamo il criterio (l'insegnamento della Chiesa), abbiamo il materiale (i discorsi di Kiko, i discorsi del Papa, i testi delle catechesi segrete, i testi del Catechismo, i documenti riguardanti il Cammino, i documenti della Santa Sede).
E soprattutto, siamo consci dell'attitudine neocatecumenale ad utilizzare i più vergognosi trucchetti e stratagemmi verbali. "Quelli ci delegittimano"? Mah, io direi che loro tendono a delegittimare qualsiasi critica (cfr. cosa ne pensa Gennarini della lettera del cardinale Arinze con le "decisioni del Santo Padre"). E ciò non avviene certamente in buona fede, visto ciò che dicono di padre Zoffoli (se padre Zoffoli fosse stato un ignorante qualsiasi ed avesse scritto le stesse identiche cose, avremmo tutti avuto il dubbio che fosse un invasato esaltato: ma la vita di padre Zoffoli e le sue numerosissime pubblicazioni in difesa della fede sono un fatto innegabile... un fatto innegabile che i neocatecumenali ovviamente negano).
Inoltre, può ben sussistere una persona "non neocatecumenale ma ugualmente filo-neocatecumenale". Io stesso ero una di queste persone, un tempo. Mi mancavano solo due cose: un contatto diretto coi neocatecumenali (che purtroppo ho avuto) e la descrizione dettagliata dei loro errori e relativa confutazione (che per fortuna ho avuto).

Il Cammino avrà ancora parecchio da camminare, e la «bastonatura» sulla liturgia è solo l'inizio. Sembra che la lettera di Arinze non sia bastata, ma temo che la questione sia più complessa e sia perfettamente intrecciata con la faccenda dello Statuto (peraltro, questo scade a fine giugno e la lettera "scade" a dicembre 2007: siamo già in un periodo di fuoco e fiamme).
Non azzardo previsioni particolareggiate poiché non so cosa abbia esattamente a disposizione il Papa, e non possiamo prevedere cosa faranno i papi successivi. Certamente, per l'assistenza dello Spirito Santo, non dobbiamo temere neppure un eventuale Papa pro-neocatecumenali.
Inoltre sappiamo bene che papa Ratzinger è attentissimo alle questioni liturgiche e dottrinali, che sono proprio i due punti più straziati dal Cammino.
Ma papa Ratzinger è anche quello che tenterà l'impossibile pur di limitare i danni alle anime dei poveracci ignoranti che si sono fidati del Cammino, a costo di lasciare perplesse novantanove pecore per salvarne una (ciò però non significa che autorizzerebbe le eresie o lo strazio liturgico pur di tener dentro qualche riottoso schitarrante che prima o poi creerà altri gravi problemi).

Primo scenario: l'ipotesi di un "non rinnovo" degli Statuti e un riavvio completo dell'intero iter di riconoscimento. Non posso prendere seriamente in considerazione questa ipotesi, poiché significherebbe una condanna esplicita del Cammino: meritatissima, ma succederebbe il finimondo. I neocatecumenali da un lato scatenerebbero una guerra esplicita alla Chiesa (rivelando con ciò la loro vera natura), dall'altro tenterebbero l'impossibile pur di dare a vedere, per il tempo che basta, di essere più cattolici dei cattolici stessi. Queste congetture sono sostenute dal comportamento degli eretici di tutti i secoli, e dal comportamento pluridecennale dei neocatecumenali nei confronti dei vescovi.
Anche a Lutero, infatti, vennero date tutte le opportunità di una conciliazione con la Chiesa che non suonasse per lui come una umiliazione. Fu Lutero stesso a cercarsi ogni occasione di scontro con la Chiesa, dalla quale aveva già deciso in cuor suo di separarsi. L'effige di Lutero che dà alle fiamme la bolla di scomunica è motivo di orgoglio per ogni protestante.
E poi, il Barbarossa mandava al rogo gli eretici per dare a vedere di essere più "cattolico" dei cattolici anche se era schierato contro il Papa.
Queste cose somigliano in modo preoccupante alla situazione di Kiko e dei neocatecumenali: da un lato la pretesa che la Chiesa riconosca il Cammino (adattando la propria purimillenaria dottrina alle estemporanee elucubrazioni di Kiko e Carmen), magari a costo di fingere temporaneamente un po' di "ortodossia" (come sospetto avvenga in modo particolare nel tempo presente), dall'altro il considerare "di serie B" i cristiani che non si adeguano al kikismo.

Secondo scenario, più realistico: un rinnovo dello Statuto senza la clausola "ad experimentum", forse un rinnovo addirittura definitivo (senza data di scadenza), a partire da giugno 2007, rimarcando però ancora più nettamente la questione del direttorio catechetico e della liturgia. Dunque, anche se fosse "definitivo", sarà ugualmente monco; sarà incompleto, ma dirà ancora al Cammino cosa deve fare (adorazione eucaristica, rosario, rapporto coi vescovi, ecc.) Per i neocatecumenali sarà l'ennesima occasione di mistificare, dicendo che non si tratta di una «bastonata» ma di un grandissimo premio.
Nota bene: l'eventuale "approvazione definitiva" sarebbe comunque un illecito giuridico per qualsiasi Diritto (non solo per il Diritto Canonico), tollerabile solo per urgenti motivi "pastorali". Un illecito perché non è concepibile l'approvazione definitiva di un documento che dice "su XYZ ti comporterai secondo il documento ABC", con il documento ABC ancora non pubblicato e, peggio, senza dare idea della data di pubblicazione.
Nel dicembre 2007, scaduti gli "entro due anni" concessi da papa Benedetto XVI, ogni Messinscena neocatecumenale con tavola imbandita e Comunione seduti, sarà una grave e chiara disobbedienza (oltre che un'indicazione altrettanto grave e chiara dello spirito settario).
Certo, non oso immaginare quali trucchetti, sotterfugi e stratagemmi useranno i neocatecumenali pur di conservare ciò che hanno professato per tanti decenni.
Lo stesso fatto di celebrare le loro Messinscene a porte chiuse sarà indizio di "tavola imbandita". Probabilmente il Cammino si articolerà in due livelli, un livello "ecclesialmente compatibile", per i babbani, per gli stupidi, per le masse non ancora indottrinate, abbastanza in linea con le richieste del Papa. Ed un livello "segreto", da setta segreta, in stile massonico, a cui far accedere i neocatecumenali più convinti, più avanzati (un po' quel che già succede oggi quando i catechisti programmano XYZ vocazioni per poter far quadrare le statistiche). Agli esterni si dà in pasto una Messa abbastanza decente, e al livello più interno si celebra, per i soli adepti di prima classe, la Messinscena con tavola imbandita, camerieri eucaristici, balletti e cabaret come avviene attualmente.
A quel punto, anziché usare il termine improprio «una chiesa nella Chiesa», potremo usare quello un po' più adatto di «una massoneria nella Chiesa» (la differenza sta nel fatto che i massoni sono persone più intelligenti).

Terzo scenario, un po' meno probabile: rinnovo, per altri 5 o 10 anni, dell'ad experimentum per lo Statuto. Per i neocatecumenali sarà considerabile non come una «bastonata» ma come un premio. Inutile precisare che in realtà significherebbe solo aver messo nero su bianco che durante questi ultimi cinque non è cambiato nel Cammino neppure una minima parte di ciò che doveva cambiare.
Ricordiamoci che gli Statuti non sono approvati "dal Papa" ma dal Pontificio Consiglio per i Laici che in linea di principio potrebbe anche non interpretare perfettamente le intenzioni del Papa. È esattamente quello che è successo nel 2002 con l'approvazione stessa degli Statuti e con l'assordante silenzio di Giovanni Paolo II, che è intervenuto solo qualche mese dopo e solo per ricordare, tra i tanti incoraggiamenti, che le questioni dottrinali e liturgiche sono ancora sul tappeto.
Alcuni ambienti religiosi (anche non cattolici) considerano "educativo" il frustrare le attese di chi è in formazione e non dà i risultati previsti, in modo da verificare se la formazione è seguita con spirito di obbedienza e docilità oppure se c'è la finzione e la pretesa sindacale. Io non amo per nulla questo metodo, e pertanto non saprei cos'altro fare per cercare di convincere Kiko a tornare sui suoi passi, a mettere da parte almeno per una volta la sua superbia, a considerare l'assurdità della sua pretesa, a ricordarsi cosa ha combinato in tutti questi anni e quanta responsabilità ha di fronte al Signore per le anime coinvolte nel Cammino. Basterebbe cominciare a chiedersi come mai le critiche al Cammino non vengono praticamente mai da persone esterne o da nemici della chiesa.
Trypudio

venerdì 1 giugno 2007

Lo Statuto: è bene continuare a parlarne

Questo articolo, che vuol tener desta l'attenzione in questo delicato momento di attesa dell'imminente scadenza dello Statuto che approva ad experimentum il cammino neocatecumenale, è frutto di un collage di interventi su un altro 'luogo' in cui si dibatte il problema in sintonia con noi: Il Forum Cattolici Romani

Cominciamo con lo sfatare un altro mito. Nonostante Kiko fosse profondamente contrario a un riconoscimento ufficiale del Cammino da parte del Vaticano, dopo l'approvazione provvisoria degli statuti, i neocatecumenali ne hanno sviluppato un vero e proprio culto. Il testo è stato stampato in milioni di copie, rilegato in un volumetto di lusso e distribuito a tutti gli adepti. Ricordo bene che una mia amica scoppiò a piangere per aver osato perdere la copia consegnatale dai catechisti. Per i neocatecumenali gli statuti costituiscono un'approvazione totale e incondizionata, una sanatio in radice di tutto ciò che fa il Cammino. Il mio parroco si presentò trionfante alla Messa domenicale, proclamando ai recalcitranti che il Cammino non poteva più essere criticato, perché aveva ricevuto l'approvazione della Chiesa. Sarebbe come dire: se domani i Domenicani cominciassero a insegnare che Cristo non è il Figlio di Dio, nessuno potrebbe criticarli, dal momento che la Chiesa li ha approvati. Probabilmente confondono l'approvazione con l'infallibilità.

Fatto sta che negli statuti viene approvato solo ciò che c'è scritto, cioè, a grandi linee, il piano organizzativo del movimento, le sue finalità, la sua amministrazione, il suo rapporto con la Gerarchia. Non si dice altro. Non si autorizza in alcun modo la prassi liturgica dei neocatecumenali. Prova ne è che il Papa ha recentemente richiamato il Cammino al rispetto delle norme liturgiche. Quindi gli statuti non sanavano alcun abuso. Non si autorizzano in alcun modo gli interrogatori e le confessioni pubbliche che avvengono in occasione dei passaggi. Negli statuti non si troverà traccia di tutto ciò. Non si autorizzano i testi delle catechesi di Kiko (né la versione classica, né la versione riveduta - ma ugualmente eretica - diffusa recentemente), che a tutt'oggi restano privi di qualunque imprimatur e circolano abusivamente. Di fatto, negli statuti non si approva nulla di ciò che costituisce la sostanza del neocatecumenato kikiano. Quindi non ci vengano a dire che il Vaticano, approvandoli, ha garantito loro l'infallibilità o sta per garantirla, perché non siamo disposti ad essere presi in giro.
E comunque ai neocatecumenali sono serviti solo come "esibizione della vittoria". La grande maggioranza degli "adepti" nemmeno sa di cosa parla! Se lo ha lo tiene incorniciato lo Statuto!
Di fatto, però, se mancano le "approvazioni" alla prassi. Sullo statuto in scadenza ci sono importanti richiami vincolanti alla fede e alla prassi cattolica. C'è un importantissimo richiamo al rispetto della persona umana durante gli "scrutini", ci sono importantissimi rimandi oltre che al fantomatico "direttorio" all' OICA E AL RICA, che il direttorio doveva esso stesso seguire, ma che invece vengono completamente ignorati e ripresi solo parzialmente con contenuti NC!
Ci sono importanti norme sul Sacerdozio Ordinato e sul ruolo del Sacerdote nella "comunità". Anche norme riguardo la Messa, le "risonanze" che già dallo Statuto venivano scoraggiate, almeno durante la Messa... La tutto resta solo sulla carta!

Quello in scadenza è uno Statuto formalmente Cattolico, sebbene non approfondito. Infatti è sperimentale. Ma se defvono trarre le conclusioni dell'esperimento, esso è clamorosamente fallito, anche se i neocatecumenli ufficialmente non lo riconosceranno mai: lo riconoscono invece molti di coloro che proprio per questa, e altre ragioni ampiamente documentate, hanno abbandonando il Cammino rientarndo nella Chiesa...

Se approveranno quello definitivo, sarà Cattolico. Ma avrà lo stesso valore di questo presso il CNC: il valore di una bandiera, un gagliardetto. Bello per farci i quadri. Così come le lettere papali hanno lo stesso valore. Il magistero pure. Il CNC segue un iter autonomo e vede la vigilanza della Chiesa come mera burocrazia...
La cosa inquietante è che le allusioni al rispetto della persona umana durante gli "scrutini" dimostra che i redattori degli Statuti erano a conoscenza, almeno parzialmente, dei metodi brutali normalmente adottati. Ma, nonostante questo, non hanno preso nessun provvedimento serio.