Fede cattolica |
Visto che i fratelli delle comunità del Cammino che piovono su questo blog fanno sempre le stesse obiezioni senza confrontarsi con ciò che insegna e comanda la Chiesa, a costo di annoiare qualcuno (repetita juvant!) proviamo qui sotto a riepilogare due punti importanti: la trappola dello slogan "strumento di salvezza" e la trappola dello slogan "voi infangate".
Invitiamo anzitutto i lettori a far attenzione a non cadere nella trappola degli slogan altisonanti a cui i neocatecumenali fanno continuamente ricorso.
Se uno dice «il Cammino è stato per me strumento di salvezza», «il Cammino mi ha fatto incontrare Cristo», ecc., è la stessa cosa che il Buon Ladrone in croce, dopo essersi convertito, dica: "furti e omicidi sono stati per me strumento di salvezza", "grazie a furti e omicidi ho potuto incontrare Cristo"...Il Buon Ladrone ha ragione? Furti e omicidi sarebbero strumento di salvezza? Oppure sono circostanze che normalmente impediscono la salvezza? Per capir meglio chiediamoci pure: perché il Signore raccomanda di sforzarsi di non compiere peccati? («non peccare più»: cfr. Gv 5,14 al paralitico e Gv 8,11 all'adultera).
Fede in Kiko: la prima Comunione ridotta a snack |
Chi prende impegni col Cammino - dalle cosiddette "catechesi" iniziali in poi - lo fa perché pur non conoscendo il Cammino, in qualche modo desidera crescere nella fede. Questo desiderio - anche se fosse solo un minuscolo barlume - ovviamente proviene da Dio, è il buon seme.
Purtroppo il Cammino Neocatecumenale è un pessimo terreno per quel seme, perché è fondato su errori teologici e liturgici: e sappiamo tutti che Nostro Signore non ispira gli errori ma la verità.
Chi ha abbandonato il Cammino e riflette sulla propria storia personale, anche se parlasse del Cammino come "strumento di salvezza e di conversione", in realtà sta parlando di quella fiamma che il Signore gli ha acceso nel cuore e che non si è spenta, nonostante gli strafalcioni del Cammino. Il Cammino promuove infatti una parodia del cristianesimo, propone una spiritualità inquinata e velenosa, riduce la liturgia a un cerimoniale parolaio, irriverente e chiassoso... sono cose che ordinariamente inquinano la fede, di fatto fanno scivolare verso il protestantesimo. Gli strafalcioni liturgici, le ambiguità dottrinali, le vere e proprie eresie, non sono "dono dello Spirito", non sono una "grazia", non sono "ispirati da Maria".
Qualche anno fa conobbi un sacerdote che mi parlò della sua conversione alla fede e della sua vocazione, avvenute per la "spiritualità" che si respirava intorno ad una falsa apparizione (nel senso che l'autorità della Chiesa ha decretato che in quella presunta apparizione non c'era nulla di soprannaturale). È insomma il caso di un buon sacerdote in buona fede, che si è convertito e sentito chiamare nonostante le false apparizioni a cui egli stesso aveva tanto creduto. Che perciò non sono state lo "strumento", ma solo la circostanza temporanea attraverso la quale (e nonostante la quale) il Signore si è degnato di donargli la grazia della conversione e della vocazione.
A suscitare menzogne, furti, omicidi, false apparizioni, falsi itinerari di riscoperta del Battesimo è il demonio (quello vero, non il "demonio" sinonimo di "circostanza sfortunata per il Cammino Neocatecumenale").
Atteggiamento indispettito di Kiko: braccia conserte al momento della Comunione |
Il fatto che certe volte degli strumenti malvagi diventino strumento di conversione per qualche anima, riguarda solo l'infinita bontà dell'Onnipotente e i suoi imperscrutabili disegni. Non significa che un percorso sbagliato andrebbe bene ugualmente per la salvezza (altrimenti la Chiesa non avrebbe mai scomunicato i protestanti, gli eretici, i massoni, ecc.: anche se in buona fede, compiono un percorso sbagliato). Il pretendere che un percorso sbagliato sia buono per la salvezza è un tentare Dio, è un cedere alla tentazione del: «buttati giù» (Lc 4,9-12).
Chi si è convertito tende - per la stessa gioia di essersi convertito - a chiamare strumento di salvezza anche le circostanze che erano oggettivamente di ostacolo. Ma nel farlo, sta semplicemente dichiarando che Dio nel suo caso si è degnato di trarre il bene dal male: non sta dichiarando "bene" quello che resta comunque un male.
Possiamo a questo punto rispondere anche alla patetica obiezione secondo cui chi fa notare le storture del Cammino Neocatecumenale, lo starebbe "infangando".
Ora, il dire che la droga fa male non è un "infangare". È solo la pura verità.
Qualsiasi movimento ecclesiale, associazione, gruppo, ecc., deve portare alla verità proclamata dalla Chiesa, portare alla liturgia celebrata dalla Chiesa, alla partecipazione e alla promozione della vita della Chiesa: infatti Nostro Signore ha istituito la Chiesa affinché questa continuasse la Sua opera di insegnamento, di guida e di santificazione coi sacramenti. Tutto il resto - tutti coloro che pensano di avere qualcosa di "esclusivo" e "migliore" rispetto agli altri "cristiani della domenica", di avere un qualche "carisma che fa bene alla Chiesa", ecc. - è solo autoreferenzialità, è un inventare qualcosa e pretendere di etichettarlo "cattolico". Anche qualora ciò avvenisse in buona fede.
Facciamo un esempio. Nel gioco degli scacchi, la scacchiera è di 8x8 caselle. Chi pretendesse di giocare su una da 8x9, oppure da 7x8, non sta più giocando a scacchi, non può pretendere di essere riconosciuto come scacchista, anche se lo facesse in buona fede. Chi pretendesse di muovere la Torre in diagonale, o di giocare con due Re, non sta giocando a scacchi e non ha diritto di sentirsi "offeso" quando non viene riconosciuto come scacchista.
I problemi del Cammino Neocatecumenale nascono dall'assurda pretesa dei due autoinventati "iniziatori", Kiko Argüello e Carmen Hernàndez, di modificare la liturgia cattolica e di reinterpretare a modo loro la dottrina cattolica.
Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale, all'articolo 13 (nota 49) vieta modifiche alla liturgia, tranne che per due concessioni: una è temporanea ad experimentum (anticipare il segno della pace all'offertorio), l'altra è solo la conferma di poter fare la Comunione "sotto le due specie" (possibilità già data a tutta la Chiesa) in tutte le celebrazioni eucaristiche (ferme restando tutte le precauzioni necessarie a onorare debitamente il Santissimo Sacramento e a evitare profanazioni).
Cerchiamo quindi di non cadere nei tranelli neocatecumenali che - con l'inganno - vorrebbero farci credere che l'approvazione dello Statuto implicherebbe l'approvazione degli errori liturgici e delle ambiguità dottrinali del Cammino, vorrebbero farci credere che il ripetere la verità sarebbe "infangare il Cammino", vorrebbero farci credere che il Cammino degli errori sarebbe uno "strumento di salvezza".Chi ostinatamente modifica la liturgia cattolica non ha il diritto di autoetichettarsi cattolico: allo stesso modo di chi modifica la scacchiera in 7x8 caselle, non ha il diritto di qualificarsi scacchista.
Gli iniziatori del Cammino danno il pessimo esempio:
comodamente seduti con la Particola in mano
aspettando che scatti il "segnale manducatorio"
Chi ostinatamente altera le norme liturgiche (come la fatidica "comunione seduti", offensiva verso Nostro Signore e teologicamente espressione del non credere nella presenza reale) non ha il diritto di autoetichettarsi cattolico: allo stesso modo di chi muove la Torre in diagonale, non può pretendere di essere riconosciuto come scacchista.
Le regole degli scacchi, così come la dottrina e le norme della Chiesa Cattolica, sono universalmente note. Chi ostinatamente le modifica a proprio piacimento, ha già commesso un arbitrio sufficientemente grave. Chi altera la liturgia, è perché ha già alterato la fede.