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Il profeta Elia visto da Kiko:
sembra piuttosto Belfagor... |
Pubblico la traduzione integrale di un reportage apparso su 'El Paìs' nel 2008.
KIKO, LA COLLERA DI DIO
È il leader del più potente movimento neoconservatore della Chiesa, con un milione e mezzo di seguaci in 106 paesi e 70 seminari.
Un visionario carismatico, che difende i dettami più intransigenti del cattolicesimo. Il suo gruppo, "i kikos", agisce nella più completa segretezza. Questo è Kiko, e questo è il suo movimento.
«Bene, amico mio, vuoi convertirti?
Ma io sono già convertito.
Sei convertito, dici? Sì! Sì! Sì! Sei convertito...
Ma io intendevo chiederti se vuoi entrare in Cammino.»
Ogni momento è buono per attrarre nuovi seguaci. La prima conferenza stampa in più di 40 anni fatta da Kiko Argüello, il fondatore ed il capo del Cammino Neocatecumenale, il più potente movimento neoconservatore nella Chiesa Cattolica, comincia e finisce con i giornalisti in piedi, a recitare il Padre Nostro.
Alcuni non lo sanno, e balbettano. È uno spettacolo che val la pena di vedere.
Argüello, 69 anni [nel 2008, ndt], un uomo asciutto, un po' curvo, con una barbetta luciferina, capelli bianchi, un viso rude ed arrossato, occhi appesantiti.
Indossa un vestito a righine nero, camicia e cravatta scura. Stretta in mano, una Bibbia con copertina di pelle. Nei momenti di tensione, si accende una sigaretta senza filtro dopo l'altra che finisce in un attimo. Ha una voce da protagonista, arrochita dal tabacco, dal canto dei salmi e da migliaia di sermoni. Sembra un predicatore da film western.
È la terza volta che chiede al giornalista se vuole convertirsi. Con il braccio paternamente appoggiato sulle sue spalle. Lo ha interrogato sulle sue idee religiose anche durante altri incontri: 'Credi in Dio?' 'Sei battezzato?' 'Quanti figli hai?' 'Dammi un bacio'. D'altra parte, ci è voluto molto tempo prima che gli concedesse un'intervista come si deve. Argüello diffida di 'El País'. 'Perché vuoi scrivere del Cammino per un giornale agnostico e di sinistra? Per farmi un bidone? Ho preso tutte le copie di 'El País' che parlavano male di me e del cardinal Rouco (vescovo di Madrid). I fratelli mi hanno avvisato di non parlare con te. Se lo faccio, è perché ti amo'.
Argüello non dialoga con i media critici verso la sua linea politico-religiosa. 'Perché perdere tempo?' ed anche con gli altri, il minimo. Non concede interviste. Spingerlo a concretizzare le sue idee è inutile: svicola in discorsi farraginosi sulle proprie esperienze di vita. È un maestro del monologo. I suoi seguaci non sanno dove, come e con cosa viva. La maggioranza di loro non lo conoscono personalmente sebbene finanzino il Cammino con le loro donazioni.
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Non è uno scherzo: è un'immaginetta che circola
scherzosamente (ma non troppo)
tra neocatecumenali su Facebook |
I discepoli, una volta passato il 'secondo scrutinio' (un esame personale che viene fatto dopo i primi anni di Cammino)
devono versare alla comunità il 10% delle loro entrate: la decima. Se anche il coniuge è in comunità, ambedue devono versare la medesima percentuale. Nessuno sa dove vada a finire questo danaro e come sia amministrato. Non ci sono fatture. Solo, alla fine della celebrazione, un 'fratello' fa il giro con un sacchetto di plastica (lo chiamano 'sacco della spazzatura') nel quale ognuno mette dentro ciò che può, da pochi euro a un braccialetto d'oro o il lascito di un appartamento. Il sacchetto viene fatto circolare finché non si raggiunge la cifra prefissata dai responsabili. Sono momenti di suspense. Quanti giri dovrà fare? Durante la costruzione della Domus in Galilea, la grandiosa sede del Cammino in Israele, l'iniziatore chiese 1000 euro a ciascuno dei discepoli per completare l'opera. Mentre il sacco veniva fatto circolare, cantavano:
'Guardate i gigli dei campi, non lavorano e non tessono, ma vi dico che neppure Salomone nella sua gloria vestiva come uno di loro'.
Per andare avanti nel cammino, è necessario liberarsi delle proprie ricchezze.
Sono quelli che ingrassano economicamente la sua organizzazione, sebbene Kiko raramente venga a contatto con i suoi seguaci della base. Viaggia continuamente per il mondo. Dice di sostenersi con le elemosine.
Nello stesso tempo tiene un filo diretto con il Vaticano. E, per i suoi fedeli, con Dio stesso.
'Kiko non si è inventato nulla, è lo Spirito Santo ad averlo ispirato'.
Kiko è celibe e veste di nero, ma non è un prete.
'Non si metterà mai agli ordini di un vescovo' spiega un suo antico seguace. Predica, ma non ha una formazione teologica. Risolve i conflitti esistenziali dei suoi adepti, ma non è uno psicologo. 'Chi è Kiko?'. Egli si definisce un artista. 'Un poveraccio, un peccatore. Il giorno più felice della mia vita sarà quando morirò. Pregate per me'. Se viene interrogato sul culto della personalità che ruota intorno a lui, diventa rosso e risponde con aria poco amichevole: 'Nella Chiesa c'è sempre qualcuno che inizia'.
Dopo averlo ascoltato durante varie funzioni del Cammino ed averci parlato in una manciata di occasioni, ho avuto l'impressione che Kiko Argüello sia un ultraconservatore visionario; maestro nella parola e nel gesto; i suoi umori sono mutevoli: mistico, magnetico ed adulatore.
Ed anche il messaggero di tutta la collera di Dio.
'L'inferno esiste' rimarca. Tenace ed insistente. Dotato, dice un monsignore, di 'santa testardaggine'. Un allarmista.
'L'anticristo sta arrivando. L'Europa cammina verso l'apostasia'.
Secondo lui, un perseguitato. Un potenziale martire. Trasmette, senza distorsioni e senza errori, il messaggio che Dio gli ha comunicato. Con sicurezza di sé. Senza orpelli. Per ore. Con il linguaggio della gente comune. Crudo ed immediato. Descrive il Cammino come
'questo caos' oppure
'questo casino in cui ci siamo messi'. Parole viscerali, non teorie. Parla d'impulso, di getto. A volte, senza coerenza. Inzeppando il discorso di citazioni bibliche. Canta, danza, dipinge, entusiasma ed interroga il suo uditorio.
'Chi di voi non ha un parente divorziato? Vediamo ...tu! Raccontaci la storia della tua vita. Quanti figli hai?'. È carismatico.
È, qui in Spagna, la cosa più vicina ad un telepredicatore.
Dice che i giornali di sinistra lo strumentalizzano a fini politici. Ma il suo discorso è politico. Quando gli facciamo una domanda sulla situazione in Spagna, risponde sospettoso
'Disgraziatamente, le leggi del governo di sinistra stanno distruggendo la famiglia. Nei paesi del Nord i ragazzi sì suicidano a 20 anni perché vengono da famiglie distrutte. È il risultato del divorzio breve.'
Nelle sue risposte, Argüello condanna radicalmente i matrim<oni omosessuali. I contraccettivi. L'aborto. L'eutanasia. Le idee socialiste. I separatismi. I progressisti religiosi. I vescovi tiepidi. E i gesuiti di sinistra. E i preti che non cedono le loro parrocchie al Cammino. E i vescovi che sono riluttanti a cooperare. Insomma, tutti quelli che non la pensano come lui.
Lui, ha idee molto chiare.
'Certo che il diavolo esiste. È un angelo caduto. È tra noi'.
'-E attacca anche te?
Attacca noi tutti. Ha preso il controllo dei vescovi per farli opporre al Cammino. Ci hanno fatto un sacco di danni. Il demonio è sempre pronto. Se sei sposato, sta lì in agguato per farti innamorare di un'altra donna. Ma nel Cammino, i matrimoni non si rompono. Sai perché?
-Non ne ho idea.
Perché il rapporto d'amore fra due che hanno in loro la vita eterna è differente.
Una coppia che non si separa ha la vita eterna. L'amore di coppia si sviluppa e matura; la passione degli innamorati non è come l'amore di Cristo, che è un amore totale.
-E se le cose vanno male per la coppia?
Per questo ci sono i fratelli della comunità. Quando un matrimonio è in pericolo, l'intera comunità prega per loro; li chiama e li sostiene; così li salva.'
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Il Doctor Honoris Causa |
Kiko Argüello vede il mondo in bianco e nero. La sessualità è la base della sua catechesi. Pornografia. L'omosessualità 'che è una malattia che può essere curata'. Il rifiuto dei contraccettivi 'Il 25% dei profilattici non funziona'. I suoi discorsi mettono in guardia sui rischi con o figli adolescenti. 'I genitori devono essere realisti e mettere in guardia le loro figlie sui pericoli ai quali si espongono vestendosi in certi modi, con minigonna esagerate o ombelico scoperto, se non vogliono un giorno avere la sorpresa di ritrovarle incinte o, ancora peggio, di scoprire che hanno abortito.' A Roma, durante la conferenza stampa del 13 giugno [2008], ci dice che il Cammino celebra l'Eucaristia il sabato sera, fra le altre cose, per evitare che i giovani vadano in discoteca a fornicare o ad assumere droghe; 'I giovani delle nostre comunità non fornicano, non assumono droghe e non si suicidano'.
Vuole rievangelizzare il mondo. Che al mondo piaccia o no. È la sua missione. Dalla vecchia Europa alla Cina, passando attraverso l'America Latina e le vecchie repubbliche sovietiche. Ha infatti inviato migliaia di famiglie e di seminaristi a catechizzare i più desolati angoli del pianeta. Li chiama 'Apostoli'. Un prete spagnolo, di stanza a Roma, ricorda la sua sorpresa nel trovare nel Kazakhstan una famiglia di Kikos di Valencia che predicava porta a porta.
'Stiamo rinnovando la Chiesa. Siamo i più attivi tra tutti i cristiani, incaricati della nuova evangelizzazione attraverso piccole comunità che vivono come i primi cristiani e che camminano insieme', spiega Argüello.
Quelli che conoscono Argüello sostengono che è orgoglioso, arrogante ed autoritario. Si considera alla pari di un qualunque porporato. Tiene sotto ferreo controllo la propria organizzazione fatta a cerchi concentrici che trasmettono direttamente le sue istruzioni. Non ha luogotenenti. Non c'è un direttore del Cammino, nessun addetto stampa né direttore finanziario. Egli stesso è l'iniziatore. Nessuno lo contesta. Egli è l'autore dei testi e dei simboli. Dell' estetica, della musica e dei canti; dei riti e degli usi; del linguaggio e del modo di vivere. E dello stile delle sue chiese, di cui egli stesso esegue gli affreschi di ispirazione neo-bizantina.
I suoi seguaci sono noti col nome kikos. Una chiesa parallela, che consiste, secondo Argüello, di un milione e mezzo di fedeli divisi in 16000 comunità incardinate in 6000 parrocchie di 106 nazioni; con 3000 sacerdoti, 1500 seminaristi in 70 seminari.
Quello che non dice è che sono entrati nelle Università e nei collegi; nella Conferenza Episcopale, nell'Esercito e nei mezzi di comunicazione. Dirigono i notiziari religiosi Zenit e H2O. Affollano le manifestazioni neoconservatrici contro i governi di sinistra a Roma e a Madrid. Sono la fanteria della Chiesa più intollerante. L'armata della resistenza al cambiamento. Alla loro testa,
Kiko si dà un gran da fare a produrre nuove strategie ed iniziative. Deve catturare l'attenzione, smuovere i fedeli. La ruota deve essere tenuta in movimento. Gli piace esercitare il suo potere. Di fronte ai suoi adepti, sgrana ad alta voce una serie di defatiganti impegni in mezzo mondo. I suoi rapporti personali con i cardinali. Meglio essere perseguitati che ignorati. Dice
'È venuto il momento di evangelizzare'.
La sua biografia di leader visionario ricopre 44 anni e spazia dalle baracche di Vallecas (Madrid), circondato da zingari, ubriaconi e prostitute armato di Bibbia e chitarra, alle cene con il papa all'ombra del Vaticano.
Agli affreschi eseguiti nella cattedrale di Madrid. Alla realizzazione di una sede internazionale a sua immagine e somiglianza in Israele, sul Monte delle Beatitudini, dove Gesù Cristo cominciò a predicare, che fu inaugurato dallo stesso Giovanni Paolo II nel 2000.
Non è stata una strada facile, Kiko Argüello si è arrampicato con fatica. E con determinazione. E con quale idea? Che Dio provvederà? Al principio alcuni nella Chiesa l'hanno ritenuto eretico. Un luterano. Un folle. Un hippy che cerca di attirare l'attenzione.
Tutt’oggi, per molti, è il creatore di una setta interna alla Chiesa; accettata dalla gerarchia, ma sempre sul filo del rasoio. Con le sue messe e le sue celebrazioni. Il suo codice interno ed il suo sistema di reclutamento. Ed un'assoluta segretezza sulle sue pratiche.
I testi di Kiko, le trascrizioni delle sue catechesi dalle quali tutte le comunità del Cammino del mondo sono guidate (detti mamotreti), non sono a disposizione dei componenti. Solo i catechisti, sue guardie di ferro, hanno accesso ad essi. ‘Gli altri non li capirebbero’ dice. 'Devi essere avanti nel Cammino.' Sono uno dei misteri del Cammino. Ma in realtà, quando finalmente abbiamo accesso ai famosi mamotreti, il loro contenuto è deludente. Ripete sempre le stesse cose. Le sue esperienze mistiche personali, la sua visione catastrofista del mondo. Ed una continua richiesta di soldi ai suoi fedeli.
Queste frasi sono tratte da una catechesi di Kiko in Spagna:
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Grande ispirazione di Kiko |
‘Chiunque abbia un’eredità, chiunque abbia qualcosa, la metta qui. Servono 5 milioni di pesetas per la costruzione del seminario di Madrid’‘Oggi ho letto una cosa che mi ha sconvolto molto, cioè che il cantante Elton John è omosessuale e vuole sposare il suo amico, un ragazzo, ed ha contratto legale matrimonio in Inghilterra’.
‘L’annullamento del matrimonio è una trappola del demonio’.
‘Stiamo entrando in una nuova era e Dio ci sta preparando per la rievangelizzazione del mondo’.
Percorrere il Cammino di Kiko Argüello, per arrivare al vero battesimo, che viene fatto con una reale immersione nel Giordano, in Israele, con il prete con la stola sopra di lui, può costare ad un cristiano tra i 20 ed i 30 anni. Durante questo periodo, deve fare un infinito numero di passaggi, test ed esami. Celebrazioni e ritiri. Riti ed esorcismi. Rinuncerà alle ricchezze. Rinuncerà al successo. Rinuncerà agli affetti. Metterà a nudo le sue debolezze di fronte ai fratelli disposti in circolo intorno a lui. Si umilierà davanti ad essi. Il catechista, la guida, ha un potere assoluto sul catechizzato, che gli deve obbedienza.
Una antica seguace di Kiko lo spiega in questo modo: ‘Manipolano a tal punto i nostri sentimenti da farci diventare capaci, dopo alcuni anni, di lasciare compagni, figli, lavoro, denaro…qualunque cosa, se un catechista ce lo chiede. E se non obbedisci a tutto ciò che ti viene chiesto, vieni espulso dalla comunità’. I catechisti vengono descritti da un altro ex come ‘gente dura, controllante, intransigente, che manipola la mente dei propri discepoli’.
Quando ad Argüello viene chiesto quale preparazione abbiano i catechisti per indirizzare psicologicamente, vocazionalmente, affettivamente ed economicamente la vita dei membri della comunità, risponde, infastidito: ‘Quale preparazione hanno? Una preparazione meravigliosa. In comunità non hanno bisogno d’altro. Ci sono 3000 pagine di mamotreti che li mettono in grado di portare avanti la loro missione.’
Nessuno sa bene se il Cammino abbia mai una fine.
È tutto opera sua. Questo denso cocktail nel quale le pratiche degli antichi cristiani sono mescolati con le tradizioni ebraiche; interpretazione evangelica e fondamentalista delle Scritture con terapia di gruppo; chitarre, palme e balletti con le formule dei predicatori itineranti delle sette protestanti. E non dimentichiamo la somiglianza con le idee di 'Born Again Christians' negli Stati Uniti che hanno portato al potere George Bush.
È tutto opera della sua immaginazione. E, secondo i suoi seguaci, dello Spirito Santo.
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La lavagnetta a fogli mobili:
un "must" delle catechesi kikiane |
Così lo scorso 13 giugno [2008], a Roma, Francisco Josè Gomez Argüello era felice. Nervoso ed esausto, ma felice. Quella mattina Monsignor Stanislaus Rylko aveva apposto, su ordine del papa, la sua firma sul Decreto di Approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale. Esso dava stato canonico ai
kikos, ai loro intenti ed alle loro pratiche. Il dicastero vaticano l'ha concesso. Kiko Argüello passava sui suoi detrattori come uno schiacciasassi. Ci è riuscito. A dare forma legale ad un'organizzazione basata sull'assenza più assoluta di definizione.
È riuscito ad ottenere che il Cammino Neocatecumenale non sia definito dalla Santa Sede né associazione religiosa, né ordine, né fraternità e neppure gruppo laicale. Il Cammino non è simile a nessun'altra esperienza nella Chiesa. È
'un itinerario di iniziazione cristiana'.
Impossibile essere più eterei. Non ha neppure una personalità né un patrimonio giuridico.
'Noi siamo qualcosa di più profondo che un'organizzazione. Noi amministriamo beni spirituali' dice Kiko. 'Il papa e Rylko volevano che fossimo un'associazione. Ed io: no, no, no!'.
Il Cammino Neocatecumenale è un mistero. Non ha sedi eleganti a Roma come i Gesuiti e l'Opus Dei. Non ha nulla di visibile al pubblico se non discreti appartamenti in due spogli seminterrati a Roma e a Madrid. Ma i suoi seguaci ed ex seguaci riferiscono di numerose proprietà immobiliari in Italia ed in Spagna. Agli inizi degli anni '90 (verosimilmente per suggerimento del cardinal Suquia) hanno creato un'organizzazione denominata Fondazione Famiglia di Nazareth per l'Evangelizzazione Itinerante, che, secondo lo statuto registrato presso il Ministero della Giustizia nel 1993, è dedicato al 'sostegno delle attività di evangelizzazione itinerante dei membri appartenenti al Cammino Neocatecumenale. Specialmente a quelli inviati in zone scristianizzate.' Gli statuti recentemente approvati prevedono l'istituzione di altre similari fondazioni presso altre diocesi per raccogliere le risorse.
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La Domus Galileae sul Lago di Genezaret |
C'è di più.
Il Cammino non risponde delle sue azioni a nessuno. È un metodo di formazione cattolica al servizio dei Vescovi. I kikos rendono i propri servigi alla Chiesa ed in cambio smantellano la Chiesa stessa per costituirne una propria. Arrivano nella parrocchia, chiedono il permesso al parroco, programmano le catechesi, fondano la comunità ed avviano il Cammino.
Crescono in parallelo. Sono gli eletti. Spiegano ai propri fedeli (che raramente si mescolano con quelli di altre comunità ed ancor più raramente con i fedeli della parrocchia tradizionale) la loro visione particolare di come raggiungere il Paradiso, nello stesso tempo in cui fiscalizzano le loro vite.
Per i kikos, fuori dal Cammino non c'è nulla. Fuori c'è 'il mondo'. Che è malvagio. E non è possibile essere felice se non sei nel Cammino.
Questo è il messaggio che i fratelli ricevono per decenni. I loro bambini a nove anni, dopo la Prima Comunione, cominciano a prendere parte alle loro liturgie, e a 13 sono del tutto inseriti in comunità. Non conosceranno altro sistema di vita. Né a casa né in parrocchia. Per questo è tanto difficile rompere con Kiko. Dopo anni di isolamento in comunità non rimane nulla fuori dal Cammino. Né amici, né amore, nessuna possibile salvezza. Quelli che abbandonano, vengono chiamati 'rebotados' (come sono definiti gli ex-preti o ex-suore) nel gergo di Argüello. E viene profetizzato che 'il sangue di Cristo ricadrà su di loro'. Quando un figlio abbandona il Cammino, i catechisti proibiscono ai genitori di avere contatti con lui e viceversa.
È una
setta? Nella Chiesa Cattolica nessuno si azzarda a muovere questa accusa. Il Cammino ha la benedizione del Vaticano. Così alcuni preferiscono parlare di
'comportamento', di
'pratiche' o di
'singoli individui settari'.
Ma al vedere, nella notte dell'ultimo sabato santo, il 22 marzo 2008, durante la Veglia di Pasqua, i membri del cammino affrettarsi, nell'ombra, vestiti in
bianche tuniche, con le candele in mano, cantando per ore, battezzando i loro bambini per immersione, ballando in circolo finché il sole tramonta...non si può fare a meno di sentire una certa sensazione di disagio.
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Kiko e Carmen:
quella strana coppia... |
Agli inizi degli anni '60 Argüello era un giovane artista di buona famiglia a Madrid. Egli professava d'essere agnostico e durante una crisi esistenziale che 'lo portò quasi al suicidio' andò a vivere con gli zingari nelle baracche di Palomeras Altas, un sobborgo di Madrid. Lo stesso cammino che avevano percorso molti preti che, in conseguenza al Vaticano II, decidevano di incontrare Dio attraverso i poveri. Molti avrebbero finito per militare nella sinistra. Kiko, no. Nelle baracche, sperimentò una conversione personale. Non sociale. Sentì la voce di Dio. Pianse per ore. Da bravo convertito, diventò più papista del papa.
Come spiega Jesus Bastante, specialista delle religioni, chi è convertito, come S.Paolo, quando incontra la verità, rifiuta radicalmente la sua vita precedente. Egli è rinato. E, come S.Paolo, dal perseguitare i cristiani, passa a perseguitare i pagani. Oggi Kiko afferma che il 70% dei suoi seguaci erano cristiani non praticanti prima di conoscere il Cammino. Oggi essi sono i nuovi convertiti.
Dopo la 'rivelazione' venne il momento, per Kiko, di mettere in pratica le proprie idee. Egli doveva ri-evangelizzare i cristiani dormienti. Condurli ad un nuovo battesimo. Era il 1964. Sicuramente ha preso contatto con gruppi emergenti e sacerdoti post-conciliari; non si sarebbe mai adattato alle regole altrui. Non voleva essere subordinato a nessuno. Ha sempre voluto essere al centro dell'attenzione. Ha assorbito gli stili di quei gruppi, la terminologia, la struttura. E quindi lui, l'artista, avrebbe imposto il suo stile.
A cominciare dalla Messa: avrebbero
ricevuto la Comunione seduti, con autentico pane ed autentico vino. Cantando le
sue canzoni. Spiegando le proprie esperienze
in pubblico. Doveva
vendere il prodotto: sapeva ben lui come.
Nei tuguri di Vallecas avrebbe incontrato, in quei primi stadi della sua carriera, la donna che sarebbe stata la sua compagna, il suo alter ego e la co-fondatrice del Cammino Neocatecumenale per quattro decadi, Carmen Hernàndez, una suora della sua generazione, di famiglia agiata, licenziata in teologia, che fin da ragazzina avrebbe voluto essere una missionaria ma che non si voleva sottomettere alla disciplina degli ordini religiosi.
'Eravamo due disadattati; è un miracolo che tutto sia andato bene' dice Argüello. Kiko portava al Cammino il suo carisma, le sue doti interpretative e la sua inquietudine. Carmen Hernandez la base dottrinale che mancava a Kiko. Uniranno così le forze. La natura del rapporto tra i due è uno dei grandi arcani (uno dei termini favoriti del Cammino) dei kikos. I seguaci spiegano immediatamente che non sono una coppia. È certo che è lui ad essere il capo. Ma lei non è disposta a rimanere senza il suo momento di gloria. È la voce della sua coscienza. In pubblico ed in privato. E lo tormenta coscienziosamente.
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Tempio kikolatrico "Santa Caterina Labourè", Madrid |
22 maggio 2008 - Parrocchia di Santa Caterina Labourè, Madrid. Questa chiesa, inaugurata nel 2003 dal Cardinale Rouco, riassume gli ideali estetici di Argüello. Ciò che lui vuole creare nelle sue parrocchie. 'Kiko è un genio' dice Mattia Del Prete, uno degli architetti del Cammino. Marmi bianchi, cupole dorate, da una parete all'altra tappeti blu elettrico, affreschi by Kiko. L'altare al centro. I banchi in circolo ed una piccola piscina per il battesimo per immersione. Le icone, il calice, le ampolle, la croce astile, i fiori sul tavolo, la copertina intessuta d'oro per il Vangelo, è tutto opera della sua mente d'artista.
Non è facile entrare nelle sue celebrazioni private. Sono a porte chiuse. Stasera l'iniziatore si riunisce con i suoi primi seguaci. Essi vestono bianche tuniche di lino. Eccetto il giornalista. E Kiko, sempre in nero.
Parla per ore. Anche se, come nella migliore tradizione delle coppie di
comici, le sue affermazioni vengono ribattute, criticate, persino ridicolizzate ad alta voce da Carmen Hernàndez, la co-iniziatrice, seduta alle sue spalle. Siamo in famiglia. Nessuno sembra sorprendersi. Ma le battute ironiche di Carmen durante cerimonie pubbliche o anche durante la conferenza stampa a Roma, fanno arrossire chiunque non vi sia preparato. Ad un certo punto Carmen dice:
'Io dico le verità e tu te le inventi'. Kiko si mette le mani fra i capelli, mostra il bianco degli occhi, guarda il cielo ed implora la pietà divina. Lei ride sarcastica.
'Confessa Kiko! Tu vuoi solo che i giornalisti ti fotografino. Ecco a voi San Kiko!'
Come è riuscita questa strana coppia ad acquisire tutto questo potere all’interno della Chiesa Cattolica? L’inarrestabile ascesa dei kikos non può essere compresa se non si considerano due fattori: l’incomprimibile incremento degli adepti come risultato di una fervente politica demografica del movimento (una donna deve avere tutti i figli che Dio le manda) e l’incondizionato appoggio di Giovanni Paolo II nei 27 anni del suo regno.
In tutte le celebrazioni dei
kikos nelle quali vengono riportate le esperienze di vita,
tutti quelli che prendono la parola comunicano il loro nome ed il numero di figli che hanno messo al mondo. Con l’aumentare del numero, cresce il mormorio di approvazione fra le bancate della chiesa.
Quando un fratello annuncia ‘Ne ho 10’ scoppiano gli applausi. Secondo Argüello, i membri del Cammino sono i cristiani che hanno il più alto numero di figli, cinque per famiglia. In 44 anni di cammino, migliaia di figli e nipoti dei primi seguaci sono stati incorporati nelle comunità. La crescita dei loro ranghi è stata esponenziale. Attualmente affollano le sue celebrazioni. E al termine di ognuna di questi bagni di folla, esaltata la massa con le proprie catechesi, l'iniziatore chiede vocazioni.
‘Alzate la mano se volete andare in Seminario!’ Nella confusione del momento, infiammati, giovani ragazzi a decine aderiscono senza riflettere. Molti andranno per il mondo come predicatori ambulanti finanziati dal Cammino. Altri diventeranno suoi sacerdoti. E i Vescovi, molto scossi. Chi potrà mai rifiutare nulla a Kiko?
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Giovanni Paolo II inaugura la Domus Galileae
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Giovanni Paolo II era il più entusiasta di questi Vescovi. Il primo fra tutti.
Quando Karol Wojtyła giunse in Vaticano nel 1978, le chiese ed i seminari erano vuoti, gli ordini religiosi tradizionali (Gesuiti, Domenicani, Francescani) erano vicini alle idee della Teologia della Liberazione e il clero diocesano era vecchio e confuso. Woytila fu il risultato della Guerra Fredda, egli aveva il concetto di una Chiesa nucleo di resistenza al Comunismo.
‘E, dal primo momento, la sua idea è quella di rievangelizzare l’Europa. E vede di non poter contare sui vecchi Ordini’ spiega un prete spagnolo. ‘Si trova solo. C’è un vuoto spirituale, e provvidenzialmente appaiono i nuovi gruppi neoconservatori (Opus Dei, Focolari, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio e i kikos), costituiti da laici con una concezione della Chiesa simile alla sua, e si appoggiò ad essi. Questi movimenti non solo gli riempiono gli stadi, ma sono un antidoto alla Teologia della Liberazione ed alla proliferazione di sette evangeliche in America Latina. Sono pronti ad infiltrarsi nei vecchi paesi comunisti. E professano nei suoi confronti una fedeltà incondizionata.'
Kiko e Wojtyła sono anime gemelle. Tutti e due vogliono rievangelizzare la Cristianità. E sono due vecchi appassionati attori. Sanno quant’è importante l’immagine. Secondo quanto riferisce un prelato, Carmen e Kiko si lavorano Giovanni Paolo II con grande cura. Sono dei maestri nell’arte dell’adulazione. Ogni volta che il Papa apre la finestra, pioggia o neve, c’è un drappello di kikos con chitarre che cantano in suo onore. I kikos suoneranno per Wojtyła in tutte le Messe in cui sarà presente in ogni angolo del mondo. Ogni domenica Carmen Hernàndez è con il papa mentre visita le parrocchie di Roma come Vescovo della diocesi. Diviene una presenza abituale. Kiko e Carmen addirittura penetrano nell’intimità del papa e sono invitati a pranzo da lui, in forma privata. Parleranno con lui con la loro abituale crudezza della situazione della Chiesa. Gli faranno rapporto sulla fedeltà dei suoi Vescovi. In precedenza, i due hanno conquistato alla propria causa il potente segretario del papa, il prete polacco Stanislaw Dziwisz. Quando viene fatto Cardinale nel 2006, saranno in prima fila ed il neoeletto appoggerà fraternamente il braccio sulle spalle di Carmen. La quale conferma che sono ancora buoni amici.’Ci ha invitato a Cracovia, mi tratta come una regina. Mi ha invitato a mangiare pesce’.
Nel 1990, contro il parere di certi Vescovi che diffidavano dei sistemi del Cammino, Wojtyła emanò una
lettera di riconoscimento in cui comunicava il suo gradimento per i kikos. Nel documento, invita i vescovi a valorizzare e sostenere l’opera del Cammino. In altre parole, ordina loro di aprire le porte delle loro parrocchie.
Un seguace ritiene che la lettera sia stata scritta da Argüello e poi fatta firmare al papa. Quello fu il loro grande riconoscimento.
L'iniziatore utilizzò la medesima tattica di seduzione negli anni ’90 con l’episcopato spagnolo. Specialmente quando Antonio Maria Rouco Varela viene nominato Arcivescovo nel 1994. Da una parte, lo adula per conquistarselo, dall’altra gli offre i risultati: il seminario, pieno; le parrocchie, attive; le piazze, affollate ed un’importante appoggio per i rapporti con Roma.
Rouco si consegna in suo potere, armi e bagagli. Diventerà suo alleato. Metterà a sua disposizione le sue capacità di canonista per la composizione degli Statuti (che furono stesi tra il 1997 ed il 2002); gli permetterà di aprire un Seminario e nel 2004 gli affiderà la fattura degli affreschi nella cattedrale di Madrid. Nel Palazzo vescovile di Madrid gira questa battuta: ‘Rouco vuole passare alla storia come il Cardinale che affidò il completamento della propria cattedrale ad un santo’. E nemmeno può essere dimenticata la generosa donazione del Cammino all’Arcivescovo per finire la Cattedrale.
Ma soprattutto Kiko darà a Rouco un’influenza politica. Ad un incontro a Roma nell’ottobre 2007 durante la beatificazione di 468 religiosi assassinati nella Guerra Civile, Argüello propone al Cardinale di organizzare una grande dimostrazione a Madrid ‘in difesa della Famiglia Cristiana’. Ci sono solo tre mesi prima delle elezioni politiche. Le previsioni prevedono uno scarto tecnico fra il PSOE (il partito socialista dei lavoratori spagnoli) e il partito popolare (di destra). Rouco è dubbioso. Gli pare precipitoso. Argüello lo rassicura. ‘Don Antonio, ti porterò 300 mila kikos in Piazza Colombo’. Rouco acconsente. La dimostrazione fu fatta il 30 Ottobre. Vari Cardinali e 42 Vescovi vi presero parte.
Questa manifestazione (presunta) religiosa, si trasforma in una mobilitazione politica contro il Governo di Rodriguez Zapatero e le sue iniziative quali il matrimonio omosessuale e le materie scolastiche quali l’educazione civica. Sul podio un’icona dipinta da Argüello. Gli organizzatori accusano Zapatero di ‘distruggere la famiglia’. Il Cardinale Garcia-Gasco va oltre. ‘Il laicismo radicale può provocare la dissoluzione della democrazia e non rispetta la Costituzione’ proclama. Kiko chiude la manifestazione con la sua chitarra. E lancia un allarme ‘Questo Governo laico ed ateo vuole farci cerdere che la nostra vita non va da nessuna parte. Invece va in Cielo’.
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Kiko e il suo orrido crocifisso appiattito come una sogliola |
Il Partito Socialista vince le elezioni il 9 Marzo 2008. E papa Ratzinger prende nota. Non vuole problemi con il Governo Spagnolo. Pressione = conflitto.
Con l’approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale del 13 giugno (con minori modifiche fatte dalla Santa Sede sulla natura peculiare del movimento), il suo leader Kiko Argüello ha ottenuto tutto ciò che si era proposto 44 anni prima.
E’ uno degli uomini più potenti della Chiesa Cattolica. Il leader più in vista dei neoconservatori. Con un milione e mezzo di seguaci pronti ad invadere le strade e le parrocchie. Il creatore di famiglie numerose, di motivati missionari e seguaci ordinati che stanno per accedere alla soglia dell’episcopato.
Ad ogni modo i suoi rapporti con il Pontefice Benedetto XVI non sono di complicità come con Wojtyła.
Papa Ratzinger, eminente teologo che dovette combattere con Argüello quando fu Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, bisogna dirlo, in difesa della retta dottrina, guarda le sue iniziative da lontano. E ha scelto di dividere delle aree di potere tra gli ordini tradizionali ed i neoconservatori. Così il Cammino Neocatecumenale ha avuto dei problemi con le Conferenze Episcopali di Israele e
Giappone per certe pratiche liturgiche e di proselitismo dei suoi membri.
Molti si chiedono che ne sarà del Cammino quando Argüello, il suo indiscusso leader carismatico, l’anima ed il creatore della liturgia ed estetica, morirà senza un erede. ‘Nulla sarà più lo stesso senza Kiko’, dicono.
C’è una barzelletta che gira tra le comunità. Kiko è sul letto di morte ed un gruppo di suoi seguaci viene a trovarlo per dirgli che in Israele si sta costruendo un sepolcro per seppellirlo come un patriarca. Kiko si solleva, sorride sornione e ribatte ‘Non vi complicate troppo la vita fratelli! In fondo, si tratta solo di tre giorni…’