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Mons. Savio Hon Tai-Fai, amministratore apostolico di Agaña, Guam |
Il 28 novembre 2014 l'arcivescovo [di Guam, il neocatecumenale Anthony Sablan] Apuron minacciò di utilizzare tutta la forza e il peso della Chiesa per querelare un singolo fedele cattolico che lo aveva pubblicamente accusato di abusi sessuali contro un suo parente [cfr. il comunicato dell'Arcivescovo dove dice: «...è un'orribile calunnia, e io sono obbligato a difendere non la mia persona ma la Chiesa... e per difendere la Chiesa sarò costretto ad intentare causa per diffamazione...»].
Lo si tenga presente qui di seguito.
Il 12 settembre 2016 la Legislatura di Guam ha votato favorevolmente per la proposta di legge 326-33, una proposta che entrando in vigore come legge eliminerà in modo permanente i termini di prescrizione sui crimini sessuali commessi contro i minori e permetterà alle vittime di avviare azioni legali contro i loro
"abusatori, complici, aiutanti, favoreggiatori, quanti hanno agito di concerto con loro, e le loro istituzioni, in qualsiasi momento".
La proposta di legge, in origine, non includeva la responsabilità per le
"istituzioni". Infatti io ero uno di quelli che avevano insistito che non la contenesse.
Ma domenica 3 luglio 2016 l'arcivescovo Hon ha cambiato lo scenario.
In
due omelie, una a Santa Barbara e l'altra in Cattedrale, l'arcivescovo Hon ci ha convinti che il problema non è semplicemente Apuron. Hon ci ha convinti che il problema è Hon stesso. Più precisamente, Hon, che rappresenta Roma, ci ha convinti che il problema è realmente istituzionale, è davvero la Chiesa gerarchica.
In quelle due omelie Hon ha sminuito la nostra cultura ("la cultura di Guam si aspetta tutto velocemente"), ha preso in giro il blog
Jungle Watch e cioè il nostro modo primario di comunicare come laici ("i blog stanno incoraggiando false barriere"), ha criticato la nostra opposizione ad Apuron ("dobbiamo approfondire la nostra fede nel nostro Vescovo"), e ci ha detto di tacere e tornare al nostro posto ("voi avete la conoscenza, ma io ho il potere"). Ed ha detto tutto questo nonostante quanto rivelato da
[le vittime degli abusi sessuali di Apuron e i loro familiari] Roy, Doris, Walter e Roland, a sui stavano per aggiungersi Leo e Ramon.
È stato immediatamente chiaro a tutti noi che Hon intendeva continuare a sputarci in faccia, proprio come aveva fatto durante la sua visita apostolica a gennaio 2015. Oggi come allora, la sua missione è di sostenere Apuron e il Cammino Neocatecumenale.
Dato che Hon è convinto di essere superiore alla gente di Guam, ha pensato che si sarebbe trattato di un lavoretto rapido.
[Questa protesta] «
sparirà in due settimane», disse all'assemblea dei fedeli in Cattedrale domenica 12 giugno 2016. Il 3 luglio successivo, quando quelle due settimane erano abbondantemente passate, il picchettaggio di protesta di fronte alla Cattedrale era invece diventato più grande e più ampio. Perciò Hon è partito all'attacco: banalizzando la nostra cultura, facendosi beffe di questo blog, criticando la nostra opposizione ad Apuron, e ricordandoci che lui è quello "con tutto il potere".
E così, di fronte a questa minaccia da parte di chi ci rappresenta la Chiesa gerarchica, abbiamo dovuto prendere la particolarmente difficile decisione di adoperare l'unica arma che ci era rimasta: la questione della responsabilità istituzionale. No, non colpirà
Hon nel portafoglio. Personalmente non avrà da pagare nemmeno un centesimo. Ma "ferirà" Hon in modi tali da costringerlo a darci attenzione. Gli manderebbe il messaggio che noi non siamo gli stupidi e sottomessi isolani che lui pensa che siamo.
Anche allora non gliene importerà molto. Ma sappiamo che dovrà preoccuparsi di ciò che una misura del genere significherà per coloro che a Roma controllano il futuro di Hon. Una legge che elimina i termini di prescrizione sui crimini sessuali e che prevede la responsabilità istituzionale, una volta passata ed entrata in vigore mentre lui è amministratore apostolico, è la "lettera scarlatta" che termina le carriere episcopali.
E perciò adesso Hon si sta muovendo. Non per salvare noi. Ma per salvare sé stesso.
Registrate, registrate, registrate!
Da quanto abbiamo saputo
[anche dai giornali], alle parrocchie e alle scuole è stato
ordinato [da Hon] di far circolare una petizione che chiede al governatore di Guam di opporre il suo
veto alla legge. Infatti vi potrebbe capitare di ascoltare un annuncio del genere alle Messe di questo week-end
[ieri e oggi]. All'inizio ero dell'idea di suggerirvi semplicemente di andarvene. Non fatelo. Tirate fuori i vostri cellulari e
registrate, registrate, registrate. E teneteli bene in vista, cosicché il prete possa vedere che lo state videoregistrando. Magari anche stando in piedi. È ora di resistere a questi bulli, porca miseria!
Pubblicheremo tali registrazioni in modo che tutto il mondo sappia chi è che sostiene Apuron e lo stupro e la mutilazione dei bambini.
Ad assisterlo in questo sforzo di
fare la cosa SBAGLIATA sono stati due "zelantemente intromessi", cioè due avvocati locali che si sono presentati come "fedeli preoccupati". Da quello che mi hanno riferito dalle scuole e dalle parrocchie, quei due facevano pressioni affinché quella legge venisse
bloccata.
Hanno presentato un'immagine molto brutta della diocesi, in modo da far vedere tutto nero, con la diocesi che perde le sue chiese e le sue scuole qualora la legge entri in vigore. Ho saputo che per la maggioranza dei presenti, la tattica del
far vedere tutto nero ha funzionato.
I nostri parroci e responsabili ora sono nel panico e stanno chiedendo di firmare la petizione a quegli stessi bambini che la legge intende proteggere. Possiamo tutti dire: "ma che kaiser"?!
Alcuni di questi sono gli stessi parroci e incaricati che per interi decenni hanno voltato lo sguardo altrove e fatto finta di non sentire, di fronte alle voci - quando non addirittura alle denunce - di bambini che erano stati sacrificati come giocattoli sessuali sull'Altare della Perversione dove Apuron e i par suoi effettivamente celebravano.
Per questo abbiamo bisogno adesso di
fare realmente sul serio.
Il
vero motivo per cui alcuni - se non la maggioranza - dei nostri preti sono desiderosi di fermare questa legge non ha nulla a che vedere con la perdita di
assets diocesani o violazioni del ministero (come tentano di dire). Ma prima di discutere il vero motivo, parliamo un momento della presunta perdita di
assets paventata dai due Zelanti Intromettitori.
Da una ventina d'anni a questa parte molte diocesi americane hanno sofferto tale destino:
scontrarsi con la verità, cioè col fatto che il loro clero, i loro leader religiosi, e specialmente la loro gerarchia, erano complici da decenni in una sistematica coltivazione di bambini per l'uso e l'abuso di membri pervertiti del clero, ed una ancor più sistematica e cospiratoria
copertura di ciò che
papa Benedetto XVI aveva chiamato "la sporcizia nella Chiesa".
Secondo il sito web
Bishop Accountability, l'aver pubblicamente esposto quelle bestie, nel 2016 è costato alle diocesi cattoliche americane qualcosa come
tre miliardi di dollari mandando ben 13 diocesi in bancarotta. La diocesi col maggior numero di colpevoli, l'Arcidiocesi di Los Angeles, ha dovuto pagare
736 milioni di dollari di risarcimenti fra il 2006 e il 2007. L'altro più grande risarcimento è stato pagato dalla diocesi di San Diego,
198,1 milioni di dollari nel 2007, seguita dalla diocesi di Orange,
100 milioni nel 2005.
Nota: il fatto che tali tre diocesi siano tutte nel sud della California e che la più importante sia quella di Los Angeles, mi permette una certa rivendicazione. Nel 1977 io e mio padre andammo negli uffici della Curia di Los Angeles per denunciare un incidente riguardante il nostro parroco, di cui ero stato personalmente testimone. Venimmo cacciati fuori. Mio padre perse la sua fede, e la vita nella nostra famiglia non fu più la stessa. Avevo già raccontato più in dettaglio questa storia (cfr. Chancery vs. Rohr: two stories). Nei parecchi anni successivi, ho osservato con orrore l'arcidiocesi di Los Angeles discendere nella celebrata dissolutezza.
Anche se quelle somme sembrano grandi, vorrei sfidare i due Zelanti Intromettitori che a quanto pare si sono dati da fare allo scopo di indurre la Chiesa a convincere il governatore a mettere il
veto alla legge, vorrei sfidarli a mostrare almeno una chiesa, una scuola, una mensa dei poveri, una qualsiasi cosa che sia stata chiusa o svenduta in diretta conseguenza di quelle azioni legali e di quei risarcimenti.
Ce ne mostrino uno.
Non solo Los Angeles
non ha chiuso la sua cattedrale - come alcuni preti andavano invece dicendo che avverrà a Guam - ma Los Angeles ne ha addirittura
costruito una nuova. E se ci fosse stata una qualsiasi chiusura di parrocchie o scuole,
non è dovuta ai risarcimenti, ma al fatto che preti e suore chiedono di abbandonare la loro vita religiosa e fuggir via per "auto-realizzarsi" nel mondo. Infatti, a Los Angeles, nel 1968, ben 300 su 560 suore di un singolo ordine religioso chiesero alla Santa Sede di essere esonerate dai loro voti perpetui (ne ho già parlato
qui).
Il fatto è che mentre quelle diocesi nascondevano i loro mali, avevano anche un'emorragia di fedeli, proprio come sta avvenendo qui. Quando Apuron è diventato Arcivescovo
[di Guam] nel 1986, c'era un totale di cinque chiese non cattoliche. Oggi ce ne sono più di sessanta!
Piene di ex cattolici!
Riconoscere le proprie macchie è ciò che lo Spirito Santo esige per un vero rinnovamento. Los Angeles, San Diego, Orange, perfino Boston, nonostante siano state storpiate dagli avanzi di quei decenni d'inferno, stanno vedendo adesso una nuova crescita e rinnovamento.
E il riconoscere le proprie macchie è un prezzo
che siamo disposti a pagare.
Preti e vescovi non avranno da pagare neppure un centesimo a meno che non vengano riconosciuti personalmente responsabili.
Siamo noi, i laici, che paghiamo. Abbiamo sempre pagato. Abbiamo pagato per il club dei presbiteri di Apuron
[cioè il seminario Redemptoris Mater di Guam] per vent'anni - e stiamo ancora pagando. Abbiamo pagato per gli interminabili viaggi
[neocatecumenali] di Apuron con quei suoi compagni di giochi. Abbiamo pagato per David
[Quitugua, neocatecumenale, vicario generale di Guam], l'ingannatore, per la sua vacanza di dieci anni a Roma. Stiamo pagando adesso per tutti quei sacerdoti spariti da Guam che vagano per il mondo
[nelle missioni neocatecumenali] a nostre spese.
E stiamo anche pagando per costruire le nostre chiese e le nostre scuole. E
non temiamo di perderle. Forse l'esempio più visibile di questo è la presenza di Greg e sua moglie al picchettaggio domenicale di fronte alla Cattedrale che suo padre e i fratelli Perez collaborarono a costruire!
Un'ultima nota su questo prima di esaminare la
vera ragione per cui i nostri "pastori" stanno tentando di opporsi alla legge.
Consideriamo il caso peggiore, Los Angeles. In totale ha sborsato
736 milioni di dollari. Ha una popolazione di 4,2 milioni dicattolici. È una media di $175,24 per ogni cattolico, un prezzo molto piccolo da pagare per ottenere un pizzico di giustizia per le centinaia di giovani vite rovinate da mostri come Apuron, Brouillard e Cruz.
E alla fine dei conti siamo
noi, i laici, che dovremo pagare e pagheremo.
Fatevelo entrare in testa, Hon, Jeff e gli altri buoni a nulla: noi, la maggioranza dei fedeli cattolici dell'arcidiocesi di Agaña, siamo
stufi del fatto che da interi decenni guardiate altrove quando un vostro fratello del clero stupra e rovina i nostri bambini. Siamo disposti a pagare il prezzo,
qualsiasi prezzo, pur di ripulire
la sporcizia nella Chiesa. E siccome voi non intendete ripulirla, ci penseremo noi. E lo faremo in tribunale, dal momento che voi ci avete negato la nostra Chiesa.
Non illudetevi. Questa legge è stata generata proprio dalle persone che voi fingete di servire. Non è venuta da forze esterne alla Chiesa, non è venuta da qualche avvocato interessato. No:
è venuta da noi. È venuta da noi
perché voi avete scelto di non far niente! Ed è risultata particolarmente necessaria nel momento in cui abbiamo visto il vostro
assoluto silenzio di fronte al volto di una madre
[di una vittima degli abusi sessuali] che piangeva per strada mentre veniva chiamata
bugiarda da uno di voi prelati.
(Nota: in realtà gli unici "avvocati interessati" sono gli Zelanti Intromettitori che vi hanno venduto la panzana del veder tutto nero, ma ne riparleremo più in là).
E dunque, vediamo adesso la vera ragione di quella petizione.
La vera ragione non è la protezione degli
asset o il terrore che le donazioni si azzerino.
La vera ragione è la SPORCIZIA NELLA CHIESA. La
sporcizia che voi sapete bene che esiste e che voi sapete bene di aver coperto, il che include molti più membri del clero e religiosi di quanti ne risultino già coinvolti.
Io ed altri siamo già a conoscenza di molti casi di attività sessuali illecite, figli illegittimi, aborti nelle Filippine, stupri, moletstie e l'assoluta rovina di tante persone. Voi sapete chi siete, e lo sappiamo anche noi - e come ha scritto di recente un giornalista: "lo sa anche chi è vissuto a Guam negli ultimi cinquant'anni".
Voi sapete chi siete. E noi sappiamo perché voi non volete che questa legge entri in vigore. E sappiamo anche quali protettori avete nel governo. Così come per il caso relativo a quella Chevelle blu a Pago Bay. Ci arriveremo.
All'inizio di questa pagina c'è un'introduzione sull'intento di Apuron di utilizzare le risorse della Chiesa -
le nostre risorse - per querelare un fedele cattolico affermando di farlo "per difendere la Chiesa". Non c'è stato neppure un prete che abbia detto che ciò è sbagliato. Per cui adesso, con questa legge che entra in vigore, ci aspettiamo che nessuno di voi si opponga all'utilizzo delle
nostre risorse per
"difendere la Chiesa" contro le bestie che voi avete protetto per decenni e il sistema che avete tenuto in piedi per abilitarle, sostenerle e nasconderle.
Perciò, domenica
[oggi], REGISTRATE, REGISTRATE, REGISTRATE!
(nostra traduzione di un articolo