giovedì 29 settembre 2016

GMG 2016: testimonianze dagli autobus di Kiko

Io sono andato alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG 2016) con il Cammino pur non facendo parte del Cammino, ma perché invitato. Non è stata una bella esperienza.

Aperture di Vangeli guidate dai cosiddetti "catechisti" del Cammino (che ricordavano le chiromanti in onda la domenica mattina in qualche sconosciuto canale televisivo regionale, dispensando consigli e previsioni sul futuro al malcapitato basandosi sulla base di quel che Dio gli stava dicendo in quel momento aprendo appunto il vangelo in modo casuale) alle quali seguivano serie di domande personalissime, spesso riguardanti la sessualità.

Ragazzini a cui veniva chiesto, rigorosamente tramite microfono in autobus e davanti a tutti, se si masturbano, se guardano pornografia, se hanno rapporti con il proprio ragazzo/ragazza, ecc.

Ribadivano continuamente che quanto detto durante queste sessioni di Vangeli casuali sarebbe restato nell'autobus e poi sistematicamente si sentivano persone commentare (o meglio, mormorare) con altri ragazzi.

Ragazzi, anche giovanissimi, che confessavano crisi esistenziali perché inviati assieme alle proprie famiglie nei posti più assurdi del mondo, indottrinati sin dalla nascita sull'importanza della missione di evangelizzazione, ai quali veniva continuamente ripetuto di star facendo il volere di Dio e di continuare su quella strada.

La lista sarebbe lunga ma qui mi fermo.

Io mi chiedo che diritto hanno di manovrare e rivoltare le persone in questo modo. Da esterno al Cammino, infatti, sento di poter affermare di aver vissuto giorni di forte pressione psicologica; avvertivo, insomma, qualcosa di profondamente sbagliato nella maggior parte delle esperienze vissute.

(da: Marco)


Eh sì proprio tante...quando mi raccontavano che nei pullman delle GMG si faceva il lavaggio del cervello ai giovani per ispirare forzatamente vocazioni non ci credevo... Pensavo si raccontassero esagerazioni...

Cappella del santissimo Kiko nella Domus Galilaeae
Una mia amica neocatecumenale è tornata frastornata dalla GMG di Cracovia 2016... mi ha raccontato che nel pullman è stato un continuo insistere su "fissa una data!" [fissare una data per il matrimonio] detto a coppie giovanissime poi... che non hanno nemmeno un lavoro... chi provvede, Dio?! Ah no, scusami, ma i fratelli che mettono le decime...

Poi mi ha raccontato che si erano accaniti verso un ragazzo che secondo loro si doveva "alzare"... secondo me ormai arrivati a questo punto e con la mia esperienza di cammino di oltre 10 anni sono arrivato tristemente a pensare che tutto quello scritto in questo blog è vero altro che frottole...

Nel cammino si insabbia, e anche chi è in buona fede quando messo di fronte a verità sconcertanti sembra dover "giustificare" a tutti i costi... nessuno si mette mai in discussione... nessuno ragiona... sai questo perché? È il risultato del lavaggio del cervello e dell'asservimento mentale necessario secondo i vertici per far funzionare la macchina nc. E sai perché siete "asserviti" e vi è impossibile pensare ad una vita senza cammino?... perché c'è qualcuno che in maniera martellante vi dice e fa credere che al di fuori non ci sia niente... Kiko dice: «i vostri compagni di università non hanno niente»... e l'ha detto Kiko, mio caro... l'ho sentito con le mie orecchie... non sono frottole...

Fuori c'è un mondo di gente senza princìpi ma anche un mondo di gente onesta per bene e di sani valori e che ti posso assicurare - cammino o non cammino, fede o non fede -, ha la vita davvero piena... "a loro" [ai kikos] fa comodo farti credere che al di fuori del Cammino non ci sia niente... così non esci e rimani "asservito"...

Altra bugia di cui mi sono accorto coi miei occhi... sono stato anni fa in vacanza in una capitale del Baltico a nord... dove sempre "loro" [i kikos] sostengono che la gente sia infelice, senza valori e che non facciano figli... beh sono rimasto costernato nel vedere sempre facce sorridenti, che godevano di una semplice giornata di sole, ospitali ma discreti, e... sorpresa delle sorprese... 5 donne su dieci col pancione... tanto è che con i miei amici dicevamo scherzando... "hai capito come trascorrono l'inverno"... era uno spettacolo... tutte donne con le pancie... qui nella cattolicissima e neocatecumenalizzata Italia mica si vede 1 donna su 2... per vedere un pancione devi soddisfare la catechesi nel catechista... vatti a fare un giro al Nord... esci dalla caverna platonica schiavo e dimmi se forse stanno raccontando un sacco di frottole a te?!
(da: un lettore del blog)

martedì 27 settembre 2016

Parrocchia neocatecumenalizzata, parrocchia a zero stelle

Traduciamo da un interessante forum che raccoglie i giudizi dei parrocchiani delle varie chiese in tutti gli Stati Uniti, i commenti dei parrocchiani della Chiesa di San Giacomo, della diocesi di Denver. Non riporteremo tutti i post, sono troppi e troppo lunghi, ci limiteremo a farne una carrellata.
«La mia famiglia ha fatto parte della parrocchia di San Giacomo per 20 anni. Era una comunità piena d'amore. Poi arrivò don F.

Tutti coloro che hanno fatto parte della comunità per anni sono stati obbligati ad andarsene, tranne, uniche eccezioni, quelli che credono nel Cammino dei neocatecumenali.

Questi sono amichevoli, finché non scoprono che sei un buon cattolico ed allora sei forzato ad uscire.
I cattolici non sono ammessi!!!
Se vi piace che vi si dicano menzogne ed essere trattati come spazzatura, queste sono la chiesa e la scuola che fanno per voi. Anche la scuola sta cadendo a pezzi. Infatti, costoro vi insegnano solo la propria religione, che, più che una religione, è una setta

«Si può voler non credere che don F. stia cercando di imporre nella nostra parrocchia il Cammino Neocatecumenale. È un'opinione. Ma ci sono molti, inclusa la mia famiglia, che la pensano diversamente.
So di dozzine di fedeli parrocchiani che hanno cercato di parlare con Don F. perché ascoltasse le loro preoccupazioni, ma sono stati trattati irrispettosamente e come se fossero "il nemico". Non ho dubbi che chi appoggia il Cammino e Don F. venga trattato con rispetto. È proprio questo il punto...»

«Sono stato membro attivo della comunità di San Giacomo per tanti anni. Ho lottato, negli ultimi due anni, per conservare la mia fede sotto il regno di don F. Purtroppo, ho dovuto cambiare parrocchia perché non potevo assoggettare più a lungo me e la mia famiglia agli strepiti, ogni settimana, di don F.
È stata una decisione difficile, ma sentivo che, per mantenere intatta la fede della mia famiglia, me ne dovevo andare.
I miei figli hanno diritto di sapere che Dio è amore e perdono e non un tiranno crudele.»

Il Cammino: un Re Mida al contrario...
«Don F. sta rovinando la comunità di San Giacomo! Sta mettendo i parrocchiani l'uno contro l'altro perché alcuni hanno cominciato a credere nel Cammino mentre altri no.
Se non credi nel Cammino allora "non sarai salvato".
Non accetta critiche o domande sulle proprie convinzioni, e invece predica "voi dovete aprire le orecchie e i cuori a coloro che vi criticano e vi costringono, perché vi amano". Dovrebbe far tesoro per sé di ciò che predica agli altri. Sotto la sua leadership una comunità che ha resistito per 100 anni verrà polverizzata in poco tempo.»

«Un avviso per chi ha il potere... la Regola d'Oro... tratta gli altri come tu vuoi essere trattato. Devi prima rispettare gli altri se vuoi essere rispettato. Apparentemente, il Cammino neocatecumenale non insegna questa regola.»

«I seguaci del Cammino non sono i benvenuti! Don F. e i suoi adepti se ne vadano! Questa non è più né una comunità Cattolica, né cristiana!
Non si può dire alla gente di stare seduta e zitta quando sta solo facendo una domanda.»

«Se potessi dare zero stelle, come voto, lo farei. La mia amata parrocchia e la scuola stanno rasentando il disastro. Il comportamento non cristiano che subisce chiunque si azzardi a fare domande al preside o al parroco è allucinante. Le continue prediche dal pulpito su quanto tutti noi siamo peccatori e semplicemente incapaci di essere membri attivi della società, vicini attenti, lavoratori responsabili, mogli, mariti, genitori o figli amorevoli, è demoralizzante.
C'è una tale enfasi nella rude e estremistica dottrina del Cammino Neocatecumenale da non contemplare più la giustizia sociale o la guida dell'esempio per una vita ad imitazione di Cristo.
Non ci viene permesso di fare domande o dare opinioni, ma piuttosto veniamo incoraggiati a metterci alla sequela come pecore.
Chiedetevi: "Cosa avrebbe fatto Gesù?"
Penso proprio che Gesù non si sarebbe comportato con la totale mancanza di empatia e di rispetto verso il prossimo dimostrata da preside e parroco. Io di certo andrò a cercare altrove una guida spirituale.»

«Ho appartenuto alla parrocchia di San Giacomo per ANNI, mia figlia è andata a scuola lì per quattro anni, fino a quest'anno. Ero così innamorata della comunità e della parrocchia, fino all'arrivo di Don F.
Per un periodo mi è piaciuto molto, ma le cose sono cambiate drasticamente. Me ne sono andata a causa del disinteresse da parte del Pastore e dei "professionisti" della parrocchia. Abbiamo tanto amato scuola ed insegnanti, ma siamo felici di essercene andati a causa della "riorganizzazione" neocatecumenale della parrocchia.
Non sono mai stata giudicata o rimproverata in nessun'altra parrocchia. La Messa era diventata esclusivamente una "lezioncina" con l'Eucaristia. E questo è profondamente SBAGLIATO. Mi fa soffrire chi dice "Preti e presidi vanno e vengono, la comunità rimane". Noi abbiamo scelto un'altra parrocchia e purtroppo nostra figlia non frequenta più una scuola cattolica. Ma noi andiamo nella nostra nuova parrocchia, la Messa e così edificante che te ne vai con il cuore che canta.»

Una delle caratteristiche del neocatecumenalismo:
la lezioncina.
«Qualcuno di voi si è accorto in che modo i giudizi positivi in questo blog  siano scritti in modo artificioso? Ce n'è uno che suona come un annuncio a pagamento, un altro che sembra una delle prediche di Don F.
Da membro di questa parrocchia, rimango con la comunità, nonostante Don F. e i suoi difetti. Sono stato qui abbastanza a lungo da capire che i preti vanno e vengono, Dio rimane.
Ai parrocchiani sinceri e travagliati, che hanno dato cuore e anima alla loro comunità e, cosa più importante, a Dio,  dico di non disperare, tutto ciò avrà una fine. Per i nuovi della zona, se non vogliono unirsi ad una comunità alla deriva, meglio che si rivolgano altrove.»

L'ottimismo dell'ultimo commento è stato premiato: la parrocchia di San Giacomo, ha cambiato leadership,  Don F. è stato trasferito e forse le cose saranno cambiate e l'equilibrio, fortemente minato dalla forzata introduzione del Cammino neocatecumenale, sarà stato ristabilito.

Però ora tocca ad un'altra parrocchia, Regina della Pace, affrontare gli stessi problemi, perché lì dove il Cammino approda, provoca immancabilmente i medesimi effetti.

Ma questa è un'altra storia...

domenica 25 settembre 2016

Sepoltura di Carmen

Commentiamo (in corsivo) il pomposo resoconto di p. Alonso sulla morte di Carmen Hernàndez.

«Venerdì 2 settembre 2016
Si diede cristiana sepultura
al corpo senza vita
di Carmen Hernandez
in un mausoleo preparato
nel seminario R.M. di Madrid.»

Si tratta di un ripiego, viste le difficoltà incontrate nel realizzare un cimitero neocatecumenale nella parrocchia di Santa Caterina Labourè di Madrid.


«L'atto fu breve e sentito,
ma allo stesso tempo denso
e carico di emozione.
Lo presiedette l'Arcivescovo
e assistemmo gli itineranti,
i responsabili e i fratelli delle
comunità che seguivano
Kiko e Carmen.
Erano inoltre presenti
i suoi fratelli e nipoti.

Dalla fine di giugno ad ora
(ndr: Carmen ufficialmente è morta ufficialmente il 19 luglio) 
il suo corpo è rimasto nella camera di un obitorio.
In questo intervallo
Kiko con gli architetti del Cammino
hanno edificato un pantheon
fatto di marmo e cristallo,
tutto inondato di luce,
come a lei piaceva.
Come potrete osservare dalla foto,
è davvero bellissimo.»
Bella, bella bella! Assomiglia un po'...

...alla discoteca Play-mobil

«La liturgia cominciò
con un canto di ingresso
e una monizione di Kiko:
In questa lesse una poesia
di un libro che sta per pubblicare con la BAC
in cui elogia la missione di Carmen:
"La donna che mai lo adulò"
Concluse sottolineando quello che tante volte Carmen gli ripeteva: "A Roma dicono tutti che sei un santo perché devi sopportare me".
Solo per questo, ha concluso Kiko,
si può iniziare
il processo di beatificazione
Carmen ha praticato
la virtù del rifiuto
in grado eroico .»

Anche nell'elogio funebre, Kiko non sa trattenersi dal parlare del proprio argomento preferito: se stesso.

Quanto alla virtù eroica del rifiuto di Carmen, ricordiamo l'episodio con Giovanni Paolo II ("La donna taccia").
«Di seguito, il p. Mario lesse
un'esperienza mistica
che Carmen ha avuto agli albori
della sua vocazione religiosa.
Qualcosa di simile alla transverberazione
di Santa Teresa.
Nell'arco di un mese,
Carmen da giovane visse
in uno stato di beatitudine,
come Paolo al terzo cielo.
Questa visione soprannaturale
del cielo e di Cristo
ha plasmato la sua anima
e le ha dato la forza necessaria
per vivere 50 anni
"da sola con il Solo".»
Per sentire dalla viva voce di Carmen l'esperienza mistica di Barcellona, quando attendeva di essere cacciata dal convento, leggere "Passione, morte, resurrezione e ascensione di Carmen Hernandez".

Modello affittacamere:
due piazze, e
lettino ai piedi per il bambino


«Si proclamarono due letture.
La prima lettera ai Corinzi: "non tutti moriremo, ma tutti saremo trasformati".
La seconda,
la Trasfigurazione,
il suo testo prediletto.
Nell'omelia,
l'Arcivescovo ha sottolineato
la figura di Carmen
come la Donna
che ha saputo vivere nella verità:
fedele a Dio,
fedele al Vangelo,
fedele alla Chiesa.»

Fedeltà al Vangelo e alla Chiesa? Leggiamo cosa insegnava Carmen riguardo l'Eucaristia...

«Finalmente, si è proceduto
al trasferimento della bara
al nuovo Pantheon.
Trasportata a spalle
dai seminaristi,
si è proceduto alla liturgia funebre.
Kiko ha fatto le preghiere prescritte
e mentre scendevano le sue spoglie,
tutti i presenti
con un solo cuore
cantavamo il credo.
L' Arcivescovo benedisse, asperse e incensò
la tomba e il feretro.
Finalmente,
mentre i marmisti
sigillavano la tomba
cantammo Carmen 63.
Finita la cerimonia,
passiamo in rigoroso silenzio,
all'interno dove in ginocchio
veneriamo il suo sepolcro

innalziamo una preghiera per la sua anima.»

Non si inginocchiano di fronte a Cristo alla Consacrazione, ma davanti a Kiko e Carmen, sì.
Ecco una riconferma dell'idolatria dei fondatori nel Cammino.

Accogliamo inoltre come una assoluta new entry nel linguaggio neocatecumenale il verbo "venerare", che non ricorre mai nei libroni delle catechesi in quanto considerato un residuo di religiosità naturale.


«Il sabato, festeggeremo insieme l'Eucaristia.
Sarà un canto
alla morte
e resurrezione
non solo di Cristo
ma anche di Carmen,

vera serva di Dio.»
Sul fatto che Carmen sia qui equiparata, nella morte e nella resurrezione, a Cristo, e che verrà "festeggiata" nell'Eucaristia del sabato, non ci sono commenti.
«Da Madrid,
che Dio vi benedica.
P. Alonso»
Grazie, padre Alonso, che Dio ci benedica e, attraverso la lettura del tuo pomposo resoconto, apra gli occhi a molti.

venerdì 23 settembre 2016

«Il miglior amico di Kiko in Vaticano»

All'inizio sono stato uno di quelli che chiedevano agli altri di "dare una chance a Hon".

Infatti, quando un ascoltatore ha telefonato al Patti Arroyo Show lo scorso 10 giugno 2016, cioè il giorno dopo il primo discorso di Hon ai cattolici di Guam presso la parrocchia di Sant'Antonio, esprimendo il disappunto per il fatto che Hon non aveva detto "nulla riguardo alle vittime" [degli abusi sessuali del vescovo neocatecumenale Apuron, ndt], ho immediatamente telefonato anch'io e protestato dicendo che dovevamo dargli una chance.

Ma nel giro di pochi giorni ho capito l'errore che avevo commesso nel pensare in quel modo e ho immediatamente realizzato che Hon è stato spedito qui [a Guam] da Filoni con un solo scopo: mettere in salvo il Seminario neocatecumenale Redemptoris Mater [RMS] e possibilmente salvare anche Apuron.

E chi è questo Filoni?

Come già spiegato da Frenchie nel suo intervento sulle ambiguità dei neocatecumenali, il cardinale Fernando Filoni è «il miglior amico di Kiko in Vaticano».

Dopo le prime settimane [di Hon come amministratore apostolico di Guam, dal 6 giugno 2016, ndt], senza alcuna menzione [da parte di Hon] per le "vittime", tanto meno inviti a pregare per loro (mentre al contrario Hon insistentemente chiedeva di pregare per Apuron), cominciava a diventare sempre più chiaro che Hon era stato spedito qui da Filoni con l'ordine di NON toccare la questione delle "vittime".

Una dimostrazione di questo c'è stata in un commento lasciatoci da Doris Concepcion. Durante la Messa in suffragio per suo figlio Joseph (detto Sonny), Doris sente dire dal celebrante don Jeff San Nicholas, durante l'omelia, «i miei superiori mi hanno dato il permesso di celebrare questa Messa per Sonny e di dire qualche parola».

Come, cosa? Don Jeff è un sacerdote cattolico. Sta celebrando una Messa in suffragio dell'anima di un defunto, e per DIRE QUALCHE PAROLA ha dovuto assicurarsi prima il PERMESSO dei suoi SUPERIORI? Da quando in qua un sacerdote cattolico ha bisogno del PERMESSO per dire qualche parola di conforto alla Messa per un defunto? Siete mai stati ad una Messa in cui il sacerdote abbia detto "i miei superiori mi hanno dato il permesso di essere qui e di dirvi qualche parola?"

Beh, ovviamente MAI!

Allora cosa c'era di particolare in questa Messa? Beh, è stata per l'anima di qualcuno che poche ore prima di morire ha accusato Apuron di averlo molestato. Sonny era una delle "presunte vittime". E Hon aveva ordini PRECISI da Filoni: non toccare quest'argomento. Perciò, dato che Hon è il superiore diretto di don Jeff, don Jeff ha avuto bisogno di ricevere un permesso da Hon.

Ma don Jeff ha utilizzato il plurale: "SUPERIORI". Un sacerdote diocesano ha un'unico "superiore": il proprio vescovo. Perché, dunque, ha utilizzato il plurale? Non c'è dubbio, se Hon ha ricevuto ordini da Filoni di non toccare l'argomento "vittime". Prima che don Jeff potesse celebrare la Messa per Sonny, lo stesso Hon ha dovuto chiedere il permesso del SUO superiore, cioè Filoni, e don Jeff questo lo sapeva. Per questo don Jeff ha detto "SUPERIORI".

Ovviamente, con la pubblicazione della lettera di don David [Quitugua], rettore [ad interim del seminario RMS, ndt], che comanda che il Laity Forward Movement (LFM) NON doveva visitare il seminario, per ordine del cardinal Filoni, possiamo essere certi che Hon non è stato mandato qui da papa Francesco ma da Filoni, con Francesco che probabilmente ha solo dato la sua benedizione alla nomina. Ma - al pari di tutti i buoni neocatecumenali - Hon ci ha detto: "mi manda il Papa".


Come sto ripetendo da ormai tre anni, il seminario RMS NON È "un seminario per Guam", ma un seminario esclusivamente per il Cammino Neocatecumenale. E tralasciando per un momento le questioni sulla proprietà, la lettera di David il Rettore a proposito di Filoni lo dimostra chiaramente.

Lo dimostra anche il rapporto della commissione ad hoc sul RMS [stabilita da mons. Hon, ndt], quando dice che la formazione al sacerdozio ivi effettuata è verificabilmente NON diocesana e senza alcun beneficio per l'arcidiocesi di Agaña (Guam):
"...Ad esacerbare il problema è il fatto che il seminario RMS è ampiamente considerato (e l'evidenza punta al fatto che lo è) un seminario strettamente neocatecumenale che non comporta un chiaro beneficio per l'arcidiocesi di Agaña." (pagina 15 del rapporto)
Non fa meraviglia che David il Rettore abbia ordinato a don Jeff di NON pubblicare il rapporto. Infatti, come abbiamo saputo dall'intervista di Patti Arroyo a don Mike Crisostomo scorso 21 settembre 2016, l'allora rettore Pius [Sammut] "il Fetido Monaco" [e super-catechista neocatecumenale incaricato di Guam, ndt] non ha permesso alla commissione Ad Hoc di visitare il seminario finché Hon non ha emanato un decreto chiedendo che venisse permessa la visita.

Torniamo dunque a Filoni e alle rivelazioni di Frenchie

Filoni è il Prefetto  della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Hon è il Segretario della stessa Congregazione e perciò direttamente subordinato a Filoni. Questo è l'unico motivo per cui Hon è stato inviato a Guam.

Io ed altri facemmo immediatamente notare che era strano che il Segretario di una importante Congregazione vaticana venisse incaricato di "aggiustare le cose" in un piccolo avamposto dell'Oceano Pacifico. Ed era altrettanto strano l'invio di un vescovo "burocrate" sprovvisto di qualsiasi esperienza pastorale, allo scopo di risolvere un serio problema pastorale.

È strano ma... solo finché non realizzi che Hon è stato spedito qui non per risolvere problemi ma, come abbiamo sempre detto, per tranquillizzare i nativi, per togliere dalle strade quelle imbarazzanti manifestazioni di protesta, e per salvare il seminario RMS e magari anche Apuron. Ecco perché domenica 12 giugno 2016 Hon disse così fiduciosamente ai fedeli della Messa delle 9:30 in cattedrale (dopo aver ignorato Walter [un'altra delle vittime di Hon, ndt]) che i manifestanti "sarebbero svaniti in un paio di settimane".

Hon è stato mandato qui semplicemente perché, come subordinato di Filoni, poteva essere controllato. Ed ogni difficile passo avanti che abbiamo fatto verso un miglioramento è stato dovuto proprio al pubblico imbarazzo (o alla minaccia di imbarazzare) il regime Filoni-Hon. Per cui quei cosiddetti "contenti per i progressi", stiano lontano dalle strade e restino nell'angolino a vedere i veri adulti al lavoro.

La competenza sui seminari

Stando all'analisi di Frenchie, «con Motu Proprio „Ministrorum institutio“ del 16 gennaio 2013 Benedetto XVI ha attribuito alla Congregazione per il Clero la competenza su tutti i Seminari, eccettuati quelli dipendenti dalle Congregazioni per le Chiese Orientali e per l’Evangelizzazione dei Popoli...». Dato che l'arcidiocesi di Agaña dipende dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, la "competenza" sul seminario RMS è di tale congregazione, e cioè di Filoni.

Ma cosa significa "competenza"? Significa che la Congregazione ha la supervisione sui contenuti della formazione sacerdotale e teologica. Non significa che ha competenza sull'amministrazione dell'istituzione: quella appartiene al vescovo della diocesi in cui il esiste il seminario ("salvo il diritto dei Vescovi e delle loro Conferenze..."). Ecco perché - per esempio - mons. Aquila, vescovo di Fargo, nel Nord Dakota, ha avuto autorità a chiudere il suo seminario diocesano nel 2011: NON fu una Congregazione Vaticana a chiuderlo.
«§ 1. Salvo il diritto dei Vescovi e delle loro Conferenze, la Congregazione si occupa di quelle materie che riguardano i presbiteri e i diaconi del clero secolare in ordine sia alle loro persone, sia al loro ministero pastorale, sia a ciò che è loro necessario per l'esercizio di tale ministero, ed in tutte queste questioni offre ai Vescovi l'aiuto opportuno.» (articolo 4 della motu proprio Ministrorum Institutio)
Perciò anche se la Congregazione di Filoni ha competenza sui contenuti formativi del RMS, NON HA il controllo amministrativo del RMS, che - a causa della Ministrorum Institutio di Benedetto XVI - compete al vescovo diocesano. Perciò la domanda da fare è: CHI È IL VESCOVO DIOCESANO a Guam?

Stando a papa Francesco, l'arcivescovo Hon ha assunto tutta l'autorità dell'arcivescovo di Agaña dallo scorso giugno 2016. Ma Hon è tuttora il subordinato di curia di Filoni a Roma. Per cui Hon serve due padroni: il Papa e Filoni. E Filoni serve Kiko.

Fate attenzione: tutto questo era stato organizzato fin dall'inizio. I kikos sono bravi pianificatori. Avevano pianificato in anticipo in caso di giorni come questo. Ecco perché hanno mandato Hon qui a gennaio 2015 e a giugno 2016. Ed ecco perché arraffarono il titolo di proprietà [del seminario RMS] nel 2011. Ma c'è qualcosa che non avevano previsto nel loro piano: NOI, il "sensus fidei", la "competenza" dei laici.

Nota conclusiva.

Oggi [giovedì 22 settembre] mi è stato chiesto un intervento ad un meeting del Rotary Club. Ho spiegato i motivi per cui sono stato coinvolto in questa situazione e come intendo uscirne. Ho condiviso con loro, in quel momento, il fatto di trovarci ad appena 24 ore dalla conclusione di tutta questa storia.

Con l'entrata in vigore della legge (proposta 326), interverrà il sistema giudiziario e tutto dovrà diventare pubblico, inclusa la corruzione in alto, su fino a Filoni, dato che i casi sugli abusi sessuali sono collegati direttamente all'alienazione della proprietà e alla "cultura dell'inganno" del seminario neocatecumenale Redemptoris Mater.

Le note finali di questo Crepuscolo degli dei di Apuron verranno suonate in tribunale e il mondo dei kikos crollerà. Ecco perché Hon si è scatenato in azione all'UNDICESIMA ORA per esigere che il governatore di Guam ponga il suo veto alla legge.

Sia chiaro: tutto questo è avvenuto per ordine di Filoni. Pregate molto che il governatore non cada sotto le pressioni di Filoni e dei suoi kikos.


(nostra traduzione da
un articolo di Tim Rohr
pubblicato su Jungle Watch)

Nota: Filoni era stato avvisato per tempo. Consigliamo di rileggere queste lettere a Filoni datate marzo-aprile 2015.

Aggiornamento: la proposta di legge 326 è stata firmata, entrando in vigore come pubblica legge 33-187. Nel firmarla, il governatore si è detto «rattristato dal fatto che ci siano state ingiustizie che hanno reso necessaria questa legge». La legge elimina le scadenze entro cui presentare le denunce per molestie sessuali sui minori. Non contiene elenchi di colpevoli. Non contiene elenchi di "asset" della Chiesa da sequestrare.

E soprattutto ricordiamo che questa legge, più lo scandalo pedofilia che l'ha fatta nascere, più gli scandali aggiuntivi (certificato di proprietà taroccato, ecc.), sono frutti del Cammino Neocatecumenale e dell'avidità e dell'arroganza dei suoi capibastone e dei suoi "potenti appoggi".

mercoledì 21 settembre 2016

Filoni ha paura. Di cosa? Di chi? Perché?

Premessa: lo scorso 1° settembre 2016 il gruppo di laici cattolici LFM (Laity Forward Movement), una dozzina di fedeli di Guam, aveva chiesto di visitare il seminario Redemptoris Mater locale, prendendo accordi con p. San Nicholas, Delegato dell'Amministratore Apostolico mons. Hon, e scrivendo a mons. Hon stesso, che però non si è degnato di rispondere. Il Delegato, durante diversi contatti telefonici, accetta le motivazioni (confermando anche che Hon ha ricevuto l'email), e il 6 settembre accorda la richiesta.

La visita era programmata per l'8 settembre 2016 alle ore 11, della durata prevista di una mezz'oretta, cioè il tempo sufficiente per visitarne la biblioteca, le aule della facoltà teologica e la cappella del seminario, e vedere qualcuno dei suoi pubblici documenti, sotto la guida di una persona incaricata dal seminario.

La mattina dell'8, alle ore 9:00 circa, San Nicholas telefona dal seminario per dire a Lou K., referente del gruppo LFM, che poco dopo sarebbero stati contattati da mons. David Quitugua, rettore ad interim del seminario. Alle 9:20 circa (praticamente un'ora e mezza prima della visita) il Quitugua telefona per dire che il gruppo LFM avrebbe dovuto scrivergli una lettera formale elencando le motivazioni, la data prevista, il numero di visitatori. Lou risponde che tutte queste informazioni erano già in possesso del San Nicholas lì nel seminario, che era troppo tardi per cambiare i piani, e che alle 11 si sarebbero presentati lì.

Nota 1: fino a questo punto sembrerebbe
il tipico clericalismo neocatecumenale.
Il seminario R.M., cos'avrà mai da nascondere?

Così, nonostante gli accordi presi, la mattina del 7 settembre alle 11 il gruppo ha trovato i cancelli del seminario sprangati, e vi era affisso questo avviso:


L'avviso è "firmato" dall'Amministratore Apostolico Hon, ed è evidentemente diretto contro il gruppo che era stato autorizzato dal Delegato di Hon, p. San Nicholas.

A questo punto Lou scrive a Hon e ai media per chiedere come mai il rettore di un seminario che si presume "diocesano" abbia il potere di scavalcare le decisioni del Delegato e perciò dell'Amministratore Apostolico stesso.

Nota 2: l'amministratore apostolico Hon,
cosa ha da nascondere?
perché permette ai kikos di scavalcarlo?

Ebbene, messo alle strette, il Delegato San Nicholas ammette finalmente la verità: il rettore ad interim Quitugua gli aveva scritto la sera prima per dire che il cardinal Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, messo al corrente della visita del gruppo LFM al seminario R.M., ha esplicitamente proibito la visita e la consultazione di documenti:


Lo stesso Quitugua aveva scritto la sera stessa al Delegato San Nicholas (e per conoscenza a due incaricati del seminario) per dire che il cardinal Filoni ha vietato qualsiasi visita al seminario R.M. di Guam in assenza di un permesso per iscritto da parte della competente autorità ecclesiastica, e che i visitatori vanno identificati uno per uno e tenuta traccia del motivo della loro visita (neanche fosse una centrale nucleare militare).

Nota 3: com'è possibile che uno sconosciuto
"rettore ad interim" di un seminario neocatecumenale
possa comodamente mobilitare un cardinale così importante
sul tema di una semplice breve visita di un gruppetto laici?

Cliccare per ingrandire:



A questo punto è lecito chiedersi: il cardinal Filoni, che cosa teme veramente? di che ha paura?

Perché mai il cardinale a Roma ha tanta premura nel proibire ad un gruppetto di laici a Guam la visita già accordata dal delegato del vescovo ad un seminario che - a norma dei suoi stessi statuti, e secondo la pubblicazione dello stesso Quitugua sul giornale arcidiocesano il 29 novembre 2015 - sarebbe di proprietà dell'arcidiocesi e a disposizione del vescovo?

Cosa c'è da nascondere, eminenza?

Perché si è scomodato personalmente per proteggere questo "arcano" neocatecumenale?




(nota: in tutto questo stiamo assumendo che il neocatecumenale Quitugua abbia detto la verità, perché ci riesce difficile immaginare cosa gli costerebbe l'aver usurpato il nome del cardinale per impedire quella visita).

martedì 20 settembre 2016

Sacerdote esce dal Cammino: "Ho lasciato con grande sollievo quella che ritengo sia una setta"

Riportiamo l'intervento sul nostro blog di un sacerdote che, dopo decenni di Cammino Neocatecumenale, non sopportando più di celebrare un'Eucaristia non approvata dalla Chiesa, ha scelto di uscirne, non senza aver cercato, inutilmente, di correggere e di aiutare le comunità a lui affidate.

Ringraziamo Don Giuseppe per la sua preziosa testimonianza e preghiamo per i tanti sacerdoti che hanno individuato i problemi del Cammino e hanno, per il bene delle anime del gregge, operato per porvi rimedio.



«Dopo tanto tempo ho pensato di intervenire per aiutare i neocatecumenali a liberarsi dalla loro eresia pericolosa.

Sono sacerdote e ho fatto il cammino a partire dal 1975.

L'anno scorso, dopo anni di travaglio interiore, dopo aver aiutato le comunità a capire, e non hanno capito perché condizionate dalla prepotenza dei catechisti [del Cammino], ho lasciato con grande sollievo quello che ritengo sia una vera setta. Almeno i metodi sono quelli.
In particolare c'è stato in me il rifiuto a proseguire una "eucarestia" non approvata dalla Chiesa!

Spero di riuscire con interventi che non siano polemici ma convinti nel profondo di riuscire in questo tentativo.
Altrimenti mi ritirerò, come già avevo fatto pregando il Signore a darmi tempo per rimediare a tanti sbagli a cui mi ha portato anche il cammino celebrando la Santa messa della Chiesa e non di Kiko!

Ringrazio Daniel Lischiftz, di cui ho appena finito di leggere i due volumi della sua vita, perché in molte cose mi sono trovato. Pensavo di scrivergli, ma temevo che non mi potesse capire.
Naturalmente io interverrò quando gli impegni me lo permetteranno.

Non ho odio per nessuno. Prego anche per le comunità che ho avuto perché il Signore apra loro gli occhi e possano vedere dove è la Santa Madre Chiesa.»

(don Giuseppe)

domenica 18 settembre 2016

Amico del Cammino? Nemico dei cattolici!

Mons. Savio Hon Tai-Fai, amministratore apostolico di Agaña, Guam
Il 28 novembre 2014 l'arcivescovo [di Guam, il neocatecumenale Anthony Sablan] Apuron minacciò di utilizzare tutta la forza e il peso della Chiesa per querelare un singolo fedele cattolico che lo aveva pubblicamente accusato di abusi sessuali contro un suo parente [cfr. il comunicato dell'Arcivescovo dove dice: «...è un'orribile calunnia, e io sono obbligato a difendere non la mia persona ma la Chiesa... e per difendere la Chiesa sarò costretto ad intentare causa per diffamazione...»].

Lo si tenga presente qui di seguito.

Il 12 settembre 2016 la Legislatura di Guam ha votato favorevolmente per la proposta di legge 326-33, una proposta che entrando in vigore come legge eliminerà in modo permanente i termini di prescrizione sui crimini sessuali commessi contro i minori e permetterà alle vittime di avviare azioni legali contro i loro "abusatori, complici, aiutanti, favoreggiatori, quanti hanno agito di concerto con loro, e le loro istituzioni, in qualsiasi momento".

La proposta di legge, in origine, non includeva la responsabilità per le "istituzioni". Infatti io ero uno di quelli che avevano insistito che non la contenesse.

Ma domenica 3 luglio 2016 l'arcivescovo Hon ha cambiato lo scenario.

In due omelie, una a Santa Barbara e l'altra in Cattedrale, l'arcivescovo Hon ci ha convinti che il problema non è semplicemente Apuron. Hon ci ha convinti che il problema è Hon stesso. Più precisamente, Hon, che rappresenta Roma, ci ha convinti che il problema è realmente istituzionale, è davvero la Chiesa gerarchica.

In quelle due omelie Hon ha sminuito la nostra cultura ("la cultura di Guam si aspetta tutto velocemente"), ha preso in giro il blog Jungle Watch e cioè il nostro modo primario di comunicare come laici ("i blog stanno incoraggiando false barriere"), ha criticato la nostra opposizione ad Apuron ("dobbiamo approfondire la nostra fede nel nostro Vescovo"), e ci ha detto di tacere e tornare al nostro posto ("voi avete la conoscenza, ma io ho il potere"). Ed ha detto tutto questo nonostante quanto rivelato da [le vittime degli abusi sessuali di Apuron e i loro familiari] Roy, Doris, Walter e Roland, a sui stavano per aggiungersi Leo e Ramon.

È stato immediatamente chiaro a tutti noi che Hon intendeva continuare a sputarci in faccia, proprio come aveva fatto durante la sua visita apostolica a gennaio 2015. Oggi come allora, la sua missione è di sostenere Apuron e il Cammino Neocatecumenale.

Anthony Sablan Apuron,
arcivescovo neocatecumenale
e pedofilo
fin da quando era seminarista.
«No one can get me»
Dato che Hon è convinto di essere superiore alla gente di Guam, ha pensato che si sarebbe trattato di un lavoretto rapido. [Questa protesta] «sparirà in due settimane», disse all'assemblea dei fedeli in Cattedrale domenica 12 giugno 2016. Il 3 luglio successivo, quando quelle due settimane erano abbondantemente passate, il picchettaggio di protesta di fronte alla Cattedrale era invece diventato più grande e più ampio. Perciò Hon è partito all'attacco: banalizzando la nostra cultura, facendosi beffe di questo blog, criticando la nostra opposizione ad Apuron, e ricordandoci che lui è quello "con tutto il potere".

E così, di fronte a questa minaccia da parte di chi ci rappresenta la Chiesa gerarchica, abbiamo dovuto prendere la particolarmente difficile decisione di adoperare l'unica arma che ci era rimasta: la questione della responsabilità istituzionale. No, non colpirà Hon nel portafoglio. Personalmente non avrà da pagare nemmeno un centesimo. Ma "ferirà" Hon in modi tali da costringerlo a darci attenzione. Gli manderebbe il messaggio che noi non siamo gli stupidi e sottomessi isolani che lui pensa che siamo.

Anche allora non gliene importerà molto. Ma sappiamo che dovrà preoccuparsi di ciò che una misura del genere significherà per coloro che a Roma controllano il futuro di Hon. Una legge che elimina i termini di prescrizione sui crimini sessuali e che prevede la responsabilità istituzionale, una volta passata ed entrata in vigore mentre lui è amministratore apostolico, è la "lettera scarlatta" che termina le carriere episcopali.

E perciò adesso Hon si sta muovendo. Non per salvare noi. Ma per salvare sé stesso.

Registrate, registrate, registrate!

Da quanto abbiamo saputo [anche dai giornali], alle parrocchie e alle scuole è stato ordinato [da Hon] di far circolare una petizione che chiede al governatore di Guam di opporre il suo veto alla legge. Infatti vi potrebbe capitare di ascoltare un annuncio del genere alle Messe di questo week-end [ieri e oggi]. All'inizio ero dell'idea di suggerirvi semplicemente di andarvene. Non fatelo. Tirate fuori i vostri cellulari e registrate, registrate, registrate. E teneteli bene in vista, cosicché il prete possa vedere che lo state videoregistrando. Magari anche stando in piedi. È ora di resistere a questi bulli, porca miseria!

Pubblicheremo tali registrazioni in modo che tutto il mondo sappia chi è che sostiene Apuron e lo stupro e la mutilazione dei bambini.

Ad assisterlo in questo sforzo di fare la cosa SBAGLIATA sono stati due "zelantemente intromessi", cioè due avvocati locali che si sono presentati come "fedeli preoccupati". Da quello che mi hanno riferito dalle scuole e dalle parrocchie, quei due facevano pressioni affinché quella legge venisse bloccata.

Hanno presentato un'immagine molto brutta della diocesi, in modo da far vedere tutto nero, con la diocesi che perde le sue chiese e le sue scuole qualora la legge entri in vigore. Ho saputo che per la maggioranza dei presenti, la tattica del far vedere tutto nero ha funzionato.

I nostri parroci e responsabili ora sono nel panico e stanno chiedendo di firmare la petizione a quegli stessi bambini che la legge intende proteggere. Possiamo tutti dire: "ma che kaiser"?!

Alcuni di questi sono gli stessi parroci e incaricati che per interi decenni hanno voltato lo sguardo altrove e fatto finta di non sentire, di fronte alle voci - quando non addirittura alle denunce - di bambini che erano stati sacrificati come giocattoli sessuali sull'Altare della Perversione dove Apuron e i par suoi effettivamente celebravano.

Per questo abbiamo bisogno adesso di fare realmente sul serio.

Il vero motivo per cui alcuni - se non la maggioranza - dei nostri preti sono desiderosi di fermare questa legge non ha nulla a che vedere con la perdita di assets diocesani o violazioni del ministero (come tentano di dire). Ma prima di discutere il vero motivo, parliamo un momento della presunta perdita di assets paventata dai due Zelanti Intromettitori.

Da una ventina d'anni a questa parte molte diocesi americane hanno sofferto tale destino: scontrarsi con la verità, cioè col fatto che il loro clero, i loro leader religiosi, e specialmente la loro gerarchia, erano complici da decenni in una sistematica coltivazione di bambini per l'uso e l'abuso di membri pervertiti del clero, ed una ancor più sistematica e cospiratoria copertura di ciò che papa Benedetto XVI aveva chiamato "la sporcizia nella Chiesa".

Secondo il sito web Bishop Accountability, l'aver pubblicamente esposto quelle bestie, nel 2016 è costato alle diocesi cattoliche americane qualcosa come tre miliardi di dollari mandando ben 13 diocesi in bancarotta. La diocesi col maggior numero di colpevoli, l'Arcidiocesi di Los Angeles, ha dovuto pagare 736 milioni di dollari di risarcimenti fra il 2006 e il 2007. L'altro più grande risarcimento è stato pagato dalla diocesi di San Diego, 198,1 milioni di dollari nel 2007, seguita dalla diocesi di Orange, 100 milioni nel 2005.
Nota: il fatto che tali tre diocesi siano tutte nel sud della California e che la più importante sia quella di Los Angeles, mi permette una certa rivendicazione. Nel 1977 io e mio padre andammo negli uffici della Curia di Los Angeles per denunciare un incidente riguardante il nostro parroco, di cui ero stato personalmente testimone. Venimmo cacciati fuori. Mio padre perse la sua fede, e la vita nella nostra famiglia non fu più la stessa. Avevo già raccontato più in dettaglio questa storia (cfr. Chancery vs. Rohr: two stories). Nei parecchi anni successivi, ho osservato con orrore l'arcidiocesi di Los Angeles discendere nella celebrata dissolutezza.
Anche se quelle somme sembrano grandi, vorrei sfidare i due Zelanti Intromettitori che a quanto pare si sono dati da fare allo scopo di indurre la Chiesa a convincere il governatore a mettere il veto alla legge, vorrei sfidarli a mostrare almeno una chiesa, una scuola, una mensa dei poveri, una qualsiasi cosa che sia stata chiusa o svenduta in diretta conseguenza di quelle azioni legali e di quei risarcimenti. Ce ne mostrino uno.

Non solo Los Angeles non ha chiuso la sua cattedrale - come alcuni preti andavano invece dicendo che avverrà a Guam - ma Los Angeles ne ha addirittura costruito una nuova. E se ci fosse stata una qualsiasi chiusura di parrocchie o scuole, non è dovuta ai risarcimenti, ma al fatto che preti e suore chiedono di abbandonare la loro vita religiosa e fuggir via per "auto-realizzarsi" nel mondo. Infatti, a Los Angeles, nel 1968, ben 300 su 560 suore di un singolo ordine religioso chiesero alla Santa Sede di essere esonerate dai loro voti perpetui (ne ho già parlato qui).

Il fatto è che mentre quelle diocesi nascondevano i loro mali, avevano anche un'emorragia di fedeli, proprio come sta avvenendo qui. Quando Apuron è diventato Arcivescovo [di Guam] nel 1986, c'era un totale di cinque chiese non cattoliche. Oggi ce ne sono più di sessanta! Piene di ex cattolici!

Riconoscere le proprie macchie è ciò che lo Spirito Santo esige per un vero rinnovamento. Los Angeles, San Diego, Orange, perfino Boston, nonostante siano state storpiate dagli avanzi di quei decenni d'inferno, stanno vedendo adesso una nuova crescita e rinnovamento.

E il riconoscere le proprie macchie è un prezzo che siamo disposti a pagare.

Preti e vescovi non avranno da pagare neppure un centesimo a meno che non vengano riconosciuti personalmente responsabili. Siamo noi, i laici, che paghiamo. Abbiamo sempre pagato. Abbiamo pagato per il club dei presbiteri di Apuron [cioè il seminario Redemptoris Mater di Guam] per vent'anni - e stiamo ancora pagando. Abbiamo pagato per gli interminabili viaggi [neocatecumenali] di Apuron con quei suoi compagni di giochi. Abbiamo pagato per David [Quitugua, neocatecumenale, vicario generale di Guam], l'ingannatore, per la sua vacanza di dieci anni a Roma. Stiamo pagando adesso per tutti quei sacerdoti spariti da Guam che vagano per il mondo [nelle missioni neocatecumenali] a nostre spese.

E stiamo anche pagando per costruire le nostre chiese e le nostre scuole. E non temiamo di perderle. Forse l'esempio più visibile di questo è la presenza di Greg e sua moglie al picchettaggio domenicale di fronte alla Cattedrale che suo padre e i fratelli Perez collaborarono a costruire!

Un'ultima nota su questo prima di esaminare la vera ragione per cui i nostri "pastori" stanno tentando di opporsi alla legge.

Consideriamo il caso peggiore, Los Angeles. In totale ha sborsato 736 milioni di dollari. Ha una popolazione di 4,2 milioni dicattolici. È una media di $175,24 per ogni cattolico, un prezzo molto piccolo da pagare per ottenere un pizzico di giustizia per le centinaia di giovani vite rovinate da mostri come Apuron, Brouillard e Cruz.

E alla fine dei conti siamo noi, i laici, che dovremo pagare e pagheremo.

Fatevelo entrare in testa, Hon, Jeff e gli altri buoni a nulla: noi, la maggioranza dei fedeli cattolici dell'arcidiocesi di Agaña, siamo stufi del fatto che da interi decenni guardiate altrove quando un vostro fratello del clero stupra e rovina i nostri bambini. Siamo disposti a pagare il prezzo, qualsiasi prezzo, pur di ripulire la sporcizia nella Chiesa. E siccome voi non intendete ripulirla, ci penseremo noi. E lo faremo in tribunale, dal momento che voi ci avete negato la nostra Chiesa.

Non illudetevi. Questa legge è stata generata proprio dalle persone che voi fingete di servire. Non è venuta da forze esterne alla Chiesa, non è venuta da qualche avvocato interessato. No: è venuta da noi. È venuta da noi perché voi avete scelto di non far niente! Ed è risultata particolarmente necessaria nel momento in cui abbiamo visto il vostro assoluto silenzio di fronte al volto di una madre [di una vittima degli abusi sessuali] che piangeva per strada mentre veniva chiamata bugiarda da uno di voi prelati.
(Nota: in realtà gli unici "avvocati interessati" sono gli Zelanti Intromettitori che vi hanno venduto la panzana del veder tutto nero, ma ne riparleremo più in là).
E dunque, vediamo adesso la vera ragione di quella petizione.

La vera ragione non è la protezione degli asset o il terrore che le donazioni si azzerino. La vera ragione è la SPORCIZIA NELLA CHIESA. La sporcizia che voi sapete bene che esiste e che voi sapete bene di aver coperto, il che include molti più membri del clero e religiosi di quanti ne risultino già coinvolti.

Io ed altri siamo già a conoscenza di molti casi di attività sessuali illecite, figli illegittimi, aborti nelle Filippine, stupri, moletstie e l'assoluta rovina di tante persone. Voi sapete chi siete, e lo sappiamo anche noi - e come ha scritto di recente un giornalista: "lo sa anche chi è vissuto a Guam negli ultimi cinquant'anni".

Voi sapete chi siete. E noi sappiamo perché voi non volete che questa legge entri in vigore. E sappiamo anche quali protettori avete nel governo. Così come per il caso relativo a quella Chevelle blu a Pago Bay. Ci arriveremo.

All'inizio di questa pagina c'è un'introduzione sull'intento di Apuron di utilizzare le risorse della Chiesa - le nostre risorse - per querelare un fedele cattolico affermando di farlo "per difendere la Chiesa". Non c'è stato neppure un prete che abbia detto che ciò è sbagliato. Per cui adesso, con questa legge che entra in vigore, ci aspettiamo che nessuno di voi si opponga all'utilizzo delle nostre risorse per "difendere la Chiesa" contro le bestie che voi avete protetto per decenni e il sistema che avete tenuto in piedi per abilitarle, sostenerle e nasconderle.

Perciò, domenica [oggi], REGISTRATE, REGISTRATE, REGISTRATE!



(nostra traduzione di un articolo

sabato 17 settembre 2016

«Dicevano che io ero satana e che ci saremmo lasciati»

"Kiko parla con Dio":
il novello Mosè,
iniziatore del Cammino
Buonasera, ho trovato questo blog e le varie testimonianze lette non mi lasciano affatto stupita, in quanto io ho subìto i danni che impartisce la cosiddetta comunità neocatecumenale.

Faccio una breve sintesi dell'accaduto: ho conosciuto un ragazzo figlio di cosiddetti "catechisti" di una comunità neocatecumenale, e con lui mi sono fidanzata e sono rimasta incinta. La sua famiglia iniziò a parlarmi sempre di più della loro comunità dicendomi che senza il Cammino non ci sarebbero state speranze in quanto SOLO nella coppia neocatecumenale c'è amore, iniziando a introdurmi nelle "catechesi iniziali".

Già da lì cominciai a capire il marcio che aleggiava in quella comunità che pretendeva di manifestarsi come una salvezza per la vita; decisi di ritirarmene, e fu da lì che iniziarono a piovere minacce da parte della sua famiglia. Dicevano che io ero satana e che ci saremmo lasciati.

Premetto che il rapporto con questo ragazzo era splendido e lui era innamorato di me, ma da quel momento lui continuò ad andare in comunità e vidi in lui i primi segnali di forte plagio. Risultato? Dopo un mese lui mi ha lasciata con un figlio di 6 mesi, dicendo che io non lo "completavo"... per via del Cammino neocatecumenale!

La mia riflessione è questa: possibile che nel 2016 ancora si creda a queste idiozie?! E che soprattutto possa una cosa così distruggere la famiglia, sacramento della religione cattolica!

È una vera e propria setta e sono spaventata da questa autodistruzione indotta dai cosiddetti catechisti che non sono altro che persone fallite nella loro vita.

UN GRAZIE A CHI HA PERMESSO QUESTA IDIOZIA.

(testimonianza firmata)

giovedì 15 settembre 2016

"Io vado ad evangelizzare e ho portato in Chiesa tanti"

Non servono commenti o parole, ha già detto tutto Papa Francesco nella sua omelia del 9 Settembre 2016 a Santa Marta.
Nella sua omelia c'è la critica a tutto quello che i Kikos fanno e, mirabilmente nelle stesse parole, l'esortazione  a fare tutto quello che i Kikos non fanno!

Leggiamo alcuni stralci da un articolo di "Avvenire" (http://www.avvenire.it/Papa_Francesco/santmarta/Pagine/Papa-Francesco-Messa-a-Santa-Marta-09-09-2016.aspx):

"Non ridurre l’evangelizzazione al funzionalismo né tanto meno ad una semplice “passeggiata”.
Purtroppo ravvisa il Papa anche oggi si vedono cristiani che vivono il servizio come una funzione. Laici e sacerdoti che si vantano di quello che fanno: “Questo è il vanto: io mi vanto. E’ ridurre proprio il Vangelo a una funzione o anche ad un vanto: ‘Io vado ad evangelizzare e ho portato in Chiesa tanti’

Fare proselitismo: anche quello è un vanto. Evangelizzare non è fare proselitismo. Cioè né fare la passeggiata, né ridurre il Vangelo a una funzione né fare proselitismo: questo non è evangelizzare. Questo è quello che dice Paolo qui: ‘Per me non è un vanto. Per me è una necessità’ – continua – “che mi si impone”. Un cristiano ha l’obbligo, ma con questa forza, come una necessità di portare il nome di Gesù, ma dal proprio cuore”. Annunciare il Vangelo, prosegue, non può essere un vanto, ma – come ci esorta San Paolo – “un obbligo”. Ma qual è dunque lo “stile” dell’evangelizzazione, si domanda ancora il Papa? “Come io posso essere sicuro – aggiunge – di non fare la passeggiata, di non fare proselitismo e di non ridurre l’evangelizzazione a un funzionalismo?”. Lo stile, è la risposta di Francesco “è farsi tutto a tutti”. Lo stile è: “andare e condividere la vita degli altri, accompagnare; accompagnare nel cammino della fede, far crescere nel cammino della fede”.
Dobbiamo metterci nella condizione dell’altro: “Se lui è ammalato, avvicinarmi, non ingombrarlo con argomenti”, “essere vicino, assisterlo, aiutarlo”. Si evangelizza, ribadisce, “con questo atteggiamento di misericordia: farsi tutto a tutti. E’ la testimonianza che porta la Parola”. Francesco ha dunque rammentato che durante il pranzo con i giovani alla Gmg di Cracovia, un ragazzo gli ha chiesto cosa dovesse dire ad un suo caro amico ateo: “È una bella domanda! Tutti noi conosciamo gente allontanata dalla Chiesa: cosa dobbiamo dire loro? E io ho risposto: ‘Senti, l’ultima cosa che devi fare è dire qualcosa! incomincia a fare e lui vedrà cosa tu fai e ti domanderà; e quando lui ti domanderà, tu di’’. Evangelizzare è dare questa testimonianza: io vivo così, perché credo in Gesù Cristo; io risveglio in te la curiosità della domanda ‘ma perché fai queste cose?’ Perché credo in Gesù Cristo e annuncio Gesù Cristo e non solo con la Parola – si deve annunciarLo con la Parola – ma con la vita”.

Questo è evangelizzare, ha detto, “e anche questo si fa gratuitamente”, “perché noi abbiamo ricevuto gratuitamente il Vangelo”, “la grazia, la salvezza non si compra e neppure si vende: è gratis! E gratis dobbiamo darla”.


Ha così rammentato la figura di San Pietro Claver, di cui ricorre oggi la memoria. Un missionario, ha annotato, che “se ne è andato ad annunciare il Vangelo”. Forse, ha commentato, “lui pensava che il suo futuro sarebbe stato predicare: nel suo futuro il Signore gli ha chiesto di essere vicino, accanto agli scartati di quel tempo, agli schiavi, ai negri, che arrivavano lì, dall’Africa, per essere venduti”: “E quest’uomo non ha fatto la passeggiata, dicendo che evangelizzava; non ha ridotto l’evangelizzazione a un funzionalismo e neppure ad un proselitismo: ha annunciato Gesù Cristo con i gesti, parlando agli schiavi, vivendo con loro, vivendo come loro! E come lui nella Chiesa ce ne sono tanti! Tanti che annientano se stessi per annunciare Gesù Cristo. E anche tutti noi, fratelli e sorelle, abbiamo l’obbligo di evangelizzare, che non è bussare alla porta al vicino e alla vicina e dire: ‘Cristo è risorto!’. E’ vivere la fede, è parlarne con mitezza, con amore, senza voglia di convincere nessuno, ma gratuitamente. È dare gratis quello che Dio gratis ha dato a me: questo è evangelizzare”. 


Esattamente tutto il contrario di quello che fanno i Kikos ......

martedì 13 settembre 2016

I kikos difendono i loro pedofili: "a dieci anni il bambino è consenziente, e poi mica gridava aiuto"

Per gli aderenti al Cammino Neocatecumenale, l'importante non è la verità ma il prestigio del Cammino e dei suoi capibastone.

Per cui se uno di questi ultimi è accusato di pedofilia, la truppa dei kikos d'assalto subito risponde così (vedi riquadro a lato):
«...la presunta vittima di 10 anni di età, che lui ha visto, non sembra respingere [l'aggressore], ma pare essere un partecipante consenziente. La presunta vittima di 10 anni non ha affatto gridato per chiedere aiuto
(testo originale: «Yes. First of all, the 10 year old alleged victim whom he saw does not appear to be fighting back at all, but seems to be a willing participant. The 10 year old alleged victim did not cry out for help at all.»)

Chiaro?

Non è un esponente del Partito dei Pedofili, ma un esponente del Cammino Neocatecumenale.

Infatti il commento è firmato "Diana", pseudonimo collettivo di un gruppetto di neocatecumenali di Guam, che è a capo di un blog dal comico titolo «Neocatechemunal - an insider's view», attivato al solo scopo di diffondere la propaganda kikiana.

Tale blog è sponsorizzato dal super-"catechista" neocatecumenale "itinerante" incaricato dell'isola di Guam, tale Pius Sammut, carmelitano originario di Malta, che nel proprio sito web (archiviato qui) aveva come unici due "link" quello al sito ufficiale del Cammino e quello al blog neocatechemunale (vedi screenshot commentato qui a lato). Sammut risponde unicamente a Gennarini, il quale risponde unicamente a Kiko.

E come mai i neocatecumenali di Guam improvvisamente si sono ritrovati d'accordo col Partito Pedofilo?

Con che sprezzo del ridicolo e con che barbara sfacciataggine dichiarano che il bambino di 10 anni sarebbe stato "consenziente" giacché non stava né "resistendo" né "gridando"?

Vedete, il fatto è che l'isola di Guam ha la disgrazia di avere un arcivescovo neocatecumenale.

Tale arcivescovo è da alcuni mesi su tutti i giornali locali (stranamente non quelli italiani, almeno finora) perché diversi ex chierichetti lo accusano di atti di pedofilia avvenuti almeno da quando era diciannovenne seminarista fino alle soglie dell'episcopato (pensate un po': un pedofilo che riesce a diventare prete, poi vescovo e quindi arcivescovo); l'ultima delle testimonianze è giunta ieri, pubblicata su Jungle Watch.

L'atteggiamento neocatecumenale non ci stupisce; già in un'altra occasione, in nome del prestigio del Cammino, i cosiddetti "catechisti" del Cammino suggerivano "caldamente" alle vittime di stupri e pedofilia di tacere; e recentemente avevamo ospitato la testimonianza di una donna alla quale i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali comandavano di "chiedere perdono al violentatore" per averlo indotto in tentazione.

Ecco i frutti del Cammino Neocatecumenale: difendere il pedofilo (lo fa perfino Kiko!), pur di difendere il prestigio del Cammino.

(Secondo voi qualche kikos oserà mai prendere posizione contro il pedofilo senza mitragliare tutti quei ridicoli "distinguo" in difesa del loro Fratello Nel Cammino?)

domenica 11 settembre 2016

Aberrazioni liturgiche: per Kiko la sposa è benedetta solo se è feconda

Nel Risuscitò, raccolta di canti del Cammino Neocatecumenale, troviamo un canto intitolato "Benedizione agli sposi".

Il testo, sembrerebbe corrispondere alla terza formula di benedizione prevista nel Messale per il Rito del Matrimonio.

Esaminandole a confronto, invece, sono molte le differenze, gli inspiegabili tagli, le innovazioni




Leggiamo il testo della liturgia del Messale (in azzurro) a confronto con il testo del "rito neocatecumenale" (in giallo), andando a consultare altre formule liturgiche (in rosa) cercando di capire il motivo di tali modifiche, oltre che rilevando l'ennesima ingiustificata alterazione della Liturgia della Chiesa ad opera dell'iniziatore spagnolo.

Dalla terza formula liturgica di benedizione sugli sposi leggiamo:

"Padre santo, creatore dell'universo, che hai formato l'uomo e la donna a tua immagine e hai voluto benedire la loro unione, ti preghiamo umilmente per questi tuoi figli, che oggi si uniscono con il sacramento nuziale."

Questa prima parte viene completamente ignorata nella versione musicata da Kiko.

Continuiamo a leggere la formula liturgica:

"Scenda, o Signore, su questi sposi N. e N. la ricchezza delle tue benedizioni, e la forza del tuo Santo Spirito infiammi dall'alto i loro cuori, perché nel dono reciproco dell'amore allietino di figli la loro famiglia e la comunità ecclesiale."

Questo secondo paragrafo viene invece riportato nel testo neocatecumenale modificato nel modo seguente:

"Scenda su questi sposi la benedizione del Signore perché nel dono dell'amore allietino di figli la loro famiglia e la Chiesa." 

Notiamo un impoverimento di messaggio, una carenza ed un'ingiustificabile omissione.

Innanzitutto nel testo del Risuscitò la benedizione non è più ricchezza, il dono reciproco dell'amore non è più reciproco, la Comunità ecclesiale è la Chiesa.
Questo per quanto riguarda l'impoverimento di messaggio e lessicale.

La carenza invece è il non inserire nella benedizione i nomi degli sposi, prevista invece nel Messale.

La grave omissione è aver completamente ignorato lo Spirito Santo che con la Sua forza deve infiammare i cuori degli Sposi.

"Poi Giacobbe baciò Rachele" (Gen 29,11)

A questo punto la benedizione di Kiko aggiunge di sana pianta:

"E tu sorella sii come Lia e Rachele, come Sara e come Rebecca
E che i tuoi figli riempiano di pace tutta la Terra.
E tu fratello ama la tua sposa come Cristo la Sua Chiesa
E siano i vostri figli come virgulti di ulivo intorno alla tua mensa."

Cerchiamo di capire i motivi per cui Kiko 'modifica' e 'amplia' il testo liturgico.

Il richiamo per la sposa all' imitazione di un modello è presente nella seconda formula di benedizione del Messale che recita ad un certo punto "sappia imitare le donne sante lodate dalla Scrittura". Ma naturalmente il nostro pensiero correrebbe subito a Elisabetta, Marta e Maria, Maria Maddalena e alla Vergine Maria.

Per trovare invece nominate in una benedizione nuziale cattolica le matriarche dell'Antico Testamento bisogna fare un po' di archeologia liturgica e risalire ad un sacramentario del V secolo nel quale si augura alla sposa che "sia amabile con suo marito come Rachele, saggia come Rebecca, longeva e fedele come Sara".

Però notiamo un particolare: nel sacramentario del V secolo Lia (anch'essa patriarca vetero-testamentaria) non viene nominata!

Kiko rimedia a questa omissione e reintegra Lia, anzi la premette a tutte le altre, e per un preciso motivo:

Lia, scialba prima moglie di Giacobbe che egli mai amò, aveva una dote molto interessante, l'unica riconosciutale dagli autori cristiani: era feconda.



E  infatti, del tutto inopinatamente, ecco che nella benedizione rimasterizzata da Kiko, non si augura alla sposa né saggezza, amabilità, né fedeltà o longevità, ma solo "che i tuoi figli riempiano di pace tutta la Terra" (chiedo aiuto per capire da dove esattamente sia tratta questa frase) facendo così capire che le matriarche vanno tutte imitate per un unico merito: aver generato dei figli! E, in particolare, dei figli che partano in missione in tutta la Terra.

Successivamente (repetita iuvant!) di nuovo una frase non presente nella benedizione nuziale del Messale rivolta allo sposo: "e siano i vostri figli come virgulti di ulivo intorno alla tua mensa".

Quindi, "lievissima insistenza" sui figli, nominati una sola volta nella benedizione del Messale, per tre volte in quella di Kiko: figli che costituiscono l'unico obbiettivo dell'unione sponsale, figli generati per una specifica missione.


Spettacolari "alzate" dei Figli del Cammino

Nell'ultimo paragrafo della benedizione, Kiko ha ritenuto di apportare solo un paio di modifiche minori: invece di "godano del tuo sostegno nella fatica", scrive "godano della tua amicizia nella fatica", invece di "ti preghino nella Santa assemblea", "Ti preghino in questa Santa assemblea", invece di "siano tuoi testimoni del mondo", "siano testimoni del Vangelo".

Naturalmente nel testo di Kiko manca anche l'invocazione finale "per Cristo nostro Signore. Amen" che necessariamente deve concludere la benedizione liturgica, sostituito dal ritornello ripetuto in più punti tratto da Numeri 24,26 ("Chè vi benedica il Signore, chè vi doni la sua pace. Risplenda il suo volto su di voi"), anch'esso non previsto nella terza formula del rito matrimoniale della Chiesa Cattolica.

Per fortuna qualcuno deve aver fatto capire al fondatore spagnolo che l'esordio, ancora presente in alcune versioni del canto su YouTube, "Benedetto, benedetto sei Tu e benedetto il Tuo Nome o Dio di Israele", cantato con modulazioni vocali da muezzin, era davvero troppo...