giovedì 31 maggio 2018

La Madre di Dio e il Cammino Neocatecumenale: uno studio. La devozione a Maria (III)

LA VERGINE MADRE DI DIO
E IL CAMMINO NEOCATECUMENALE

articolo di Beati Pauperes Spiritu


Con questo terzo post, continuiamo lo studio riguardo la figura della Vergine Maria nel Cammino Neocatecumenale.

L'importanza di quest'analisi, che non vuole essere strettamente dottrinaria o teologica (chi scrive non pretende di averne i mezzi, a differenza di certi fondatori di nostra conoscenza...), risiede nel fatto che secondo Kiko il Cammino è essenzialmente mariano, dato che è stato fondato basandosi su una rivelazione intellettuale che l'iniziatore vanta di aver avuto l'8 dicembre del 1959.

Nel percorso neocatecumenale la figura della Vergine sarà "spiegata", "consegnata" - come di consuetudine nel Cammino - dopo un tempo di 15-16 anni, variabile in funzione del livello di "conversione" della comunità, nella tappa del "Padre Nostro".

Dopo anni tutto quello che si ottiene è un pastiche vuoto e banale, la cui funzione non è introdurre i neocatecumenali al culto di Maria (come auspicato per ogni cattolico da Giovanni Paolo II e Paolo VI) ma spiegare come il Cammino è santo e immacolato e addirittura rappresentante un "disegno eterno" (sic!). Abbiamo già parlato della blasfema esegesi del Vangelo di Cana (Prima parte e Seconda parte), ora affrontiamo il concetto di "devozione" mariana secondo Kiko.

Come sappiamo Kiko e Carmen sono sempre stati nemici giurati di qualsiasi cosa che possa accostarsi alla parola "devozione". Culto dei Santi e culto mariano, sono completamente spazzati via dalla vita del neocatecumenale od opportunamente reinterpretati secondo il bisogno. In ogni caso, l'accezione è sempre negativa e qualsiasi esperienza precedente del camminante viene ridicolizzata, sebbene non in modo esplicito. Vediamo ad esempio un passaggio emblematico del mamotreto del Padre Nostro ante-correzioni della CDF:


Chiaramente la gente è sempre "nevrotica", per Kiko, qualsiasi discorso faccia c'è sempre un fondo di giudizio temerario nelle sue parole.
Non ci soffermiamo comunque su queste esternazioni ben note, quanto sulla citazione dell'Esortazione Apostolica "Marialis cultus" di Paolo VI, che, secondo il falso profeta spagnolo avvalorerebbe le sue tesi sul "devozionismo". In particolare Kiko contesta alcuni aspetti della mariologia distorcendoli a bella posta e sostanzialmente definendoli non cattoliche:
  • la devozione per la Santissima Madre di Dio (da notare che Kiko mai utilizza per la Madonna anche uno solo dei Suoi numerosi appellativi, tutti elencati nelle Litanie Lauretane, preziosa antichissima preghiera risalente al XII secolo);
  • il ruolo della Vergine Maria come ausiliatrice del genere umano ("dove non arrivasse Cristo arrivava Maria"; affermazione attribuita arbitrariamente da Kiko a membri della Chiesa);
  • il ruolo della Vergine Maria come Avvocata degli uomini che a Lei si affidano ("dove Cristo era un giudice Maria poteva aiutare...")

Esaminiamo le gravi affermazioni di Kiko una per una.

1. Il deprecato "devozionismo" per la Vergine.

Quando Kiko cerca di attaccare o ridicolizzare la pietà cattolica, al pari dei migliori protestanti luterani, lo fa prendendo ad esempio degli eccessi verificatisi in situazioni e luoghi particolari, o presso culture specifiche, e li assurge a metro di paragone universale per un intero aspetto della dottrina e della teologia. E' lo stesso meccanismo utilizzato dagli anti-cattolici per screditare la Chiesa, per i quali se in circolazione c'è un prete che ruba, allora tutti i chierici sono ladri.
Questo tipo di argomentazioni l'ha già applicato nel primo volume del Direttorio, ovvero le catechesi iniziali del Cammino per la fase di "conversione", ad esempio:
  • quando vuole distruggere la pietà nei confronti del Cristo e il tributo di venerazione a Lui dovuto, irride al Sacro Cuore e ai santini "col sopracciglio rifatto"
  • per demolire la pietà dovuta alla Natività si mette a cianciare di "bambinelli orribili"
  • per scardinare dal cuore dei suoi interlocutori la venerazione per Gesù-Eucarestia realmente Presente nel Santissimo Sacramento, bestemmia contro i Tabernacoli e contro le Sacre Specie che avrebbero dovuto "essere pietre che non vanno a male".

Niente di nuovo dunque, ma leggerlo rivolgersi contro la Beatissima Madre del Redentore risulta particolarmente odioso per qualsiasi cattolico.
Che Kiko sia - come sempre - in grande errore lo dimostra la stessa Esortazione da lui citata, nella quale leggiamo:
«...la Chiesa in spirito e verità (cfr Gv 4,24) adora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, venera con particolare amore Maria Santissima, Madre di Dio e onora con religioso ossequio la memoria dei Martiri e degli altri Santi... Lo sviluppo, da Noi auspicato, della devozione verso la Vergine Maria, ... è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui al posto singolare, che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per Lei; come pure, ad ogni sviluppo autentico del culto cristiano consegue necessariamente un corretto incremento della venerazione alla Madre del Signore. Del resto, la storia della pietà dimostra come le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, ... si sviluppino in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo .... Anche nella nostra epoca avviene così. La riflessione della Chiesa contemporanea sul mistero del Cristo e sulla sua propria natura l'ha condotta a trovare ... la stessa figura di Donna: la Vergine Maria, Madre appunto di Cristo e Madre della Chiesa. E l'accresciuta conoscenza della missione di Maria si è tramutata in gioiosa venerazione verso di lei e in adorante rispetto per il sapiente disegno di Dio
Cosa dice dunque il Pontefice? La venerazione per la Vergine non solo è dovuta, ma persino necessaria per un autentico sviluppo della pietà cristiana e tale devozione dovrebbe aumentare nel popolo di Dio per una più efficace comprensione del mistero della Salvezza che nella Santissima Vergine trova un punto cruciale. Fermi restando i paletti imposti dalla dottrina e dalla teologia, alla Vergine Maria è dovuto il massimo onore, il culto, la venerazione, la devozione, essendo Ella definita - nella stessa Esortazione - "Regina", un tributo che non è concesso a nessun altro Santo o Martire.

Kiko invece mai, nelle mefitiche esalazioni promananti dal volume del Padre Nostro, si degna di concedere alla Madre del Signore tale tributo di onore, tanto da chiamarla quasi esclusivamente "Maria".

Nel mamotreto del Padre Nostro naturalmente la dose contro la devozione viene rincarata più volte, per esempio:
«Ma attenzione: per ricevere la Madonna come tua madre in casa tua devi essere discepolo, e avere imparato a stare sotto la croce. La croce gloriosa del Signore risorto: alla sua ombra ho messo la mia tenda!, Noi non cominciamo dalla Madonna, facendo un devozionismo - "Fiori a Maria, che buona Mamma mia!" -, si puo' anche fare: "A Gesu' per Maria". Si puo' anche cominciare cosi', ma sono altre cose per gente molto pia, molto cristiana. Noi abbiamo cominciato con il Kerygma. E non c'e' bisogno che io ti parli della Vergine Maria perche' la conosci benissimo...»
Se fosse rimasto qualche dubbio che Kiko è un luterano impenitente, leggendo queste parole si dissolve all'istante. In soli due periodi l'Arguello associa una frase popolare insegnata ai bambini di 4 anni (...fiori a Maria...) con il motto di Luigi Grignon: Ad Jesum per Mariam che correttamente si traduce "a Gesù attraverso Maria". San Luigi che era davvero cattolico aveva capito tutto, a differenza dell'Arguello che rovescia - come sempre - ogni cosa. Chi vuole conoscere davvero Gesù deve necessariamente passare attraverso Sua Madre, che Egli rispetta e ama come il Figlio perfetto di una Madre perfetta. Chi non conosce la Santissima Vergine, non può dire di amare davvero Cristo. 
In aggiunta, quel "si può anche cominciare così" detto a mezza bocca, in un inciso, viene subito smentito dall'affermazione successiva, ovvero che si tratti di roba da vecchiette, da baciapile: le accezioni "pio", "molto cristiano" sono dispregiativi nella lingua del neocatecumenale. Sta dicendo in sostanza che chi è ancora attaccato a queste forme di devozione è un "religioso naturale", per utilizzare ancora un termine abusato dai kikos.
E conclude, tristemente, con "non c'è bisogno che io ti parli di Maria". Ovviamente non può, perché non ne sa assolutamente nulla. Tutto ciò riduce l'amore per la Madre del Signore a un vaghissimo e confuso sentimento religioso, monco del necessario insegnamento su come si può pregare la Santissima Vergine, in quali occasioni, in quali mesi, quali sono le feste a Lei dedicate e perché... e così via. 
Se Kiko avesse davvero visto la Vergine Maria, se L'avesse davvero incontrata, allora L'amerebbe con tutto il cuore e vivrebbe solo ed esclusivamente per far sì che tutti La conoscano. 
Il cammino sarebbe un'opera spiccatamente mariana. 
Basta leggere una citazione di San Luigi Maria Grignon - che peraltro non vide mai la Madonna e che addirittura chiese espressamente nelle preghiere di non ricevere visioni, né estasi, né alcunché di simile - per rendersi conto della distanza abissale, incolmabile che separa Kiko dai veri santi mariani:
« [Desidero] continuamente con preghiere una piccola e povera Compagnia di preti che [...] sotto lo stendardo e la protezione della Santissima Vergine Maria, vadano in maniera povera e semplice, a fare catechismo ai poveri della campagna e ad incitare i peccatori alla devozione a Maria. »
Ma quale "gente molto pia"? I peccatori! Sono i peccatori che hanno assolutamente bisogno della protezione, assistenza, consiglio e consolazione della Santissima Vergine Madre del Signore. Se Kiko fosse davvero innamorato della Madonna, saprebbe che uno dei Suoi augusti titoli è "Rifugio dei peccatori", e invece che dedicarLe quei canti orrendi, urlati e offensivi, invece che dipingere quelle "icone" oscene e blasfeme, ne raccomanderebbe la devozione, insegnerebbe le pie pratiche del mese di Maggio!
Il cammino, ben lungi dall'essere movimento cattolico, è chiaramente una colossale truffa.


2. Richiedere aiuto alla Vergine risulterebbe "idolatria".

Kiko ignora, o colpevolmente omette, il ruolo fondamentale che la Vergine ha nel cammino del cristiano verso la salvezza. Tutti i grandi santi lo avevano capito benissimo e non trascuravano mai di onorare la Madre di Dio. Come può piacere a Dio, a Cristo, uno che non ama e non venera Sua Madre? E' consolidata tradizione della Chiesa, confermata dall'esperienza diretta, concreta di una miriade di Santi, che l'unione fra Cristo e la Madonna Sua Madre è tanto perfetta che Gesù nulla nega alla Madre che glieLo chiede. E' per questo che nella Chiesa è diventata celebre la frase “Chiedi alla Madre, che il Figlio risponde”.
Non per nulla, nel miracolo di Cana, che Kiko dimostra di non aver capito affatto, è la Madre che si rivolge per prima al Figlio, il quale, per onorarla, acconsente ad anticipare la Sua ora.
Nessuna grazia arriva a noi senza passare per Maria: non è una limitazione imposta al Signore, non è "idolatria", ma il desiderio stesso di Dio, dicono i santi, perché Dio vuole onorarla oltre misura.
La ragione è logica: la maggiore “Grazia” che la terra ha ricevuto dal cielo è Gesù, il Salvatore degli uomini, giunta a noi attraverso Maria, per intervento dello Spirito Santo. I Santi concludono allora facilmente che se la “maggiore” Grazia (Gesù) è giunta “attraverso Maria”, allora le altre, che sono minori, non potrebbero venire se non attraverso di lei.
San Bernardo la definisce “acquedotto di Dio”, San Luigi di Montfort riassume tutto dicendo che “Dio ha riunito tutte le acque e ha dato il nome di mare, ha riunito tutte le grazie e ha dato il nome di Maria”. Maria è l’oceano delle grazie di Dio.
L'Esortazione citata da Kiko stesso, la Marialis cultus, dà platealmente torto al predicatore spagnolo anche su questo aspetto. I passi nei quali il Beato Paolo VI spiega ciò che la Vergine può concedere a chi La invoca con cuore puro, in stato di grazia, sono molteplici e non è possibile citarli tutti. Vale la pena però riportare questo passo estremamente commovente:
«La pietà verso la Madre del Signore diviene per il fedele occasione di crescita nella grazia divina (...) La Chiesa cattolica, basandosi sull'esperienza di secoli, riconosce nella devozione alla Vergine un aiuto potente per l'uomo in cammino verso la conquista della sua pienezza. Ella, la Donna nuova, è accanto a Cristo, l'Uomo nuovo, nel cui mistero solamente trova vera luce il mistero dell'uomo, e vi è come pegno e garanzia che in una pura creatura, cioè in lei, si è già avverato il progetto di Dio, in Cristo, per la salvezza di tutto l'uomo. All'uomo contemporaneo, non di rado tormentato tra l'angoscia e la speranza, prostrato dal senso dei suoi limiti e assalito da aspirazioni senza confini, turbato nell'animo e diviso nel cuore, con la mente sospesa dall'enigma della morte, oppresso dalla solitudine mentre tende alla comunione, preda della nausea e della noia, la Beata Vergine Maria, contemplata nella sua vicenda evangelica e nella realtà che già possiede nella Città di Dio, offre una visione serena e una parola rassicurante: la vittoria della speranza sull'angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte.»
e ancora:
«La missione materna della Vergine spinge il Popolo di Dio a rivolgersi con filiale fiducia a colei, che è sempre pronta ad esaudirlo con affetto di madre e con efficace soccorso di ausiliatriceEsso, pertanto, è solito invocarla come Consolatrice degli afflitti, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, per aver nella tribolazione conforto, nella malattia sollievo, nella colpa forza liberatrice; perché ella, che è libera dal peccato, a questo conduce i suoi figli: a debellare con energica risoluzione il peccato
Ciò rende particolarmente scandalosa l'insistenza di Kiko riguardo al peccato come mezzo di conoscenza di se stessi: tale condotta è inconciliabile con la Santissima Madre di Dio, che è la più pura di tutte le creature e la più perfetta. Lo stato di peccato non permette di usufruire delle innumerevoli grazie che sono veicolate attraverso la Madre del Signore.

 3. La Vergine non è Avvocata del genere umano.

Secondo Kiko l'idea che la Vergine Maria possa essere un aiuto grandioso presso il Cristo, Suo Figlio, è "superficiale" e idolatrica. Anche in questo caso si prende un particolare vero (alcuni eccessi nella venerazione della Vergine, o cattive interpretazioni del pensiero dei Padri e dei Santi) e lo si trasforma in pietra di paragone per tutta la mariologia passata e presente, una tattica squisitamente luterana. Supponiamo ci sia lo zampino di Carmen in tutto questo, la quale prese il "bigotto cursillista" per plasmarlo in esecutore fedele del suo pensiero. La nostra esperienza diretta ci testimonia di come Carmen fosse allergica alle immagini "devozionali" della Madonna, pur raccomandate da tutti i santi, come la "medaglia miracolosa". Questa in particolare le risultava odiosa, tanto da cercare persino di strapparla dal collo di chi la portasse in evidenza.

Contrariamente al pensiero di Kiko e della defunta Carmen, la storia dei Santi (quelli veri) è costellata di espressioni forti, profonde, nei riguardi della Vergine e della Sua specialissima condizione nel Cielo e verso il genere umano. Le citazioni potrebbero essere molteplici, ne riportiamo solo alcune.

San Bonaventura afferma: « Maria ha il grande privilegio di essere potentissima presso suo Figlio». perché le preghiere di Maria sono preghiere di una madre. Per questa ragione san Pier Damiani dice alla Vergine: « Ti è stata data ogni potenza in cielo e sulla terra. Tu puoi tutto quello che vuoi, poiché ti è possibile sollevare alla speranza della salvezza anche i disperati ». E aggiunge che il Figlio tiene così gran conto delle preghiere di Maria che ha tanto desiderio di accontentarla. Così Gesù vuole onorare la sua cara Madre che lo ha tanto onorato durante la sua vita, accordandole subito tutto ciò che domanda e desidera. San Germano lo conferma dicendo alla Vergine: « Madre di Dio, tu sei onnipotente per salvare i peccatori e non hai bisogno d'altra raccomandazione presso Dio, poiché sei la madre della vera vita». Sant'Anselmo così si rivolge a Maria: « Vergine santa, il Signore ti ha innalzato a tal punto che con il suo favore puoi ottenere tutte le grazie possibili ai tuoi devoti »

Santa Brigida udì un giorno Gesù che parlando con Maria le disse: « Madre mia, tu sai quanto ti amo; perciò chiedimi quello che vuoi, perché qualsiasi tua domanda non può non essere esaudita da me ». E Gesù ne spiegò mirabilmente la ragione: « Poiché non mi hai negato nulla sulla terra, non ti negherò nulla in cielo ».

Si dice dunque che Maria è onnipotente nel modo che può intendersi di una creatura, la quale non può possedere un attributo divino. Ella è onnipotente perché con le sue preghiere ottiene tutto quello che vuole. Dice anche Sant'Anselmo: « Qualunque cosa tu voglia, o Vergine, è impossibile che non avvenga ». A tale proposito il beato Alberto Magno fa parlare così Maria: « Io debbo essere pregata di volere; perché se voglio, è necessario che avvenga »

E Sant'Alfonso de' Liguori, spiega dolcemente: « Oh bontà davvero meravigliosa del nostro Dio, che assegnò te Signora come avvocata ai suoi rei, perché tu ottenga quello che vuoi! Peccatori, fratelli miei, se ci troviamo rei colla divina giustizia e già condannati all'inferno per li nostri peccati, non ci disperiamo, ricorriamo a questa divina Madre, mettiamoci sotto il suo manto, ed ella ci salverà. Buona intenzione ci vuole di voler mutar vita: buona intenzione e confidenza grande in Maria, e saremo salvi. E perché? perché Maria è un'avvocata "potente", un'avvocata "pietosa", un'avvocata "che desidera di salvar tutti". »

E, per venire a tempi più recenti, prendiamo due Santi del nostro secolo: Massimiliano Maria Kolbe e Pio da Pietrelcina. 
Scrive il primo: « una preghiera elevata a Dio per le mani dell’Immacolata non può rimanere senza effetto, come è detto nell'invocazione di san Bernardo: “Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno, dopo aver fatto ricorso alla tua protezione, sia stato abbandonato da te”. Innanzi tutto, perciò, la preghiera umile, fiduciosa, costante (... ) Preghiamo bene, preghiamo molto, sia con le labbra che con il pensiero e sperimenteremo in noi stessi come l’Immacolata prenderà sempre più possesso della nostra anima, come la nostra appartenenza a Lei si approfondirà sempre più sotto ogni aspetto, come le nostre colpe svaniranno e i nostri difetti si indeboliranno, come soavemente e potentemente ci avvicineremo sempre più a Dio (...) Le cadute ci insegnano a non fare affidamento su noi stessi, ma a riporre tutta la nostra fiducia nelle mani di Dio, nelle mani dell’Immacolata. Non affliggerti mai per i tuoi difetti, ma affidali completamente all’Immacolata, affinché Ella stessa li trasformi in un bene maggiore.

E Padre Pio: « Quante volte ho confidato a questa madre le penose ansie del mio cuore agitato! e quante volte mi ha consolato!… Nelle maggiori afflizioni mi sembra di non aver più madre sulla terra; ma di averne una molto pietosa nel cielo». Nella stessa lettera, espone addirittura la delicatezza della Madonna che lo accompagna all'altare: « Povera Mammina, quanto bene mi vuole! L’ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con quanta cura mi ha ella accompagnato all'altare questa mattina. Mi è sembrato ch'ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore di santi affetti ».

Il più grande desiderio della Madonna - confermato direttamente ai santi pastorelli di Fatima - è che tutte le anime siano preservate dal fuoco dell'inferno e per questo comandò che si pregasse impetrando, nel Rosario, con la frase "porta in cielo tutte le anime, specialmente quelle più bisognose della Tua misericordia".

La distanza fra il pensiero cattolico e le deiezioni di Kiko è innegabilmente incolmabile. I mamotreti, anche al netto dell'operazione di chirurgia estetica operata dai Cardinali della Curia, sono incorreggibili perché basati su un pensiero fondamentalmente non cattolico. L'unica soluzione per depurarli, come disse saggiamente Lino, è il fuoco.




martedì 29 maggio 2018

La "sagra della zucca" del Cammino

ORA VE LA DO IO UNA LETTURA PER "LA SAGRA DELLA ZUCCA" DEL CAMMINO

Ora ve la illustro io una lettura inconfutabile della "sagra della zucca" di Pentecoste organizzata nel Cammino, neocatecumenali.
La foto della tavolata imbandita con fette di anguria e banane mi è stata inviata da una NC in crisi.

Cammino Neocatecumenale: Liturgia delle Banane

Assieme a questa ne ho ricevuta un'altra, del medesimo genere, e vari screen-shot di commenti estratti da uno dei soliti gruppi segreti FB del Cammino.

Cammino Neocatecumenale: Liturgia delle Angurie

I commenti, in primo luogo. Non c'è il solito "vulemose bene" neocat, anzi! Sulla questione contendono, litigano, si offendono e minacciano segnalazioni a Facebook finalizzate al blocco. C'è chi difende l'esposizione agricola, degna di un mercatino della Coldiretti:
R.: "Vi scandalizzate e state facendo un processo per una mensa, nelle comunità ci sono problemi molto più seri e più gravi. Concentriamoci su Gesù Cristo!".
C'è chi richiama all'obbedienza ai "catechisti" del Cammino, manco se nelle comunità dei mercatini agricoli a filiera breve non ce ne fossero:
L.: "Ricordo che i segni nelle celebrazioni neocatecumenale sono importanti cosi come l obbedienza ai catechisti che vigilano sulla tradizione del cammino sempre in obbedienza ai vescovi e al parroco per questo la figura dell ostiario o coppia ostiaria oostiaria è fondamentale che vengano preparati ed educati a questa liturgia dai catechisti o dagli ostiari più anziani di altre comunità.Nel Cammino e tutto codificato non ci si inventa nulla anche perché è dagli anni '60 che e nato cosi i canti la sala le icone ecc.".
Ci sta chi banalizza, come se la mensa non fosse per lui l'Altare dell'Eucarestia:
T.: "PENSATE CHE SE LA FRUTTA E' TROPPA O CI SIA QUALCHE PICCOLO ERRORE NELLA MENSA, GESU' CRISTO SI OFFENDE E NELLA CELEBRAZIONE DI PENTECOSTE CI SESINERA' LO SPIRITO SANTO? SIAMO SERI E PIU' UMILI".  L.: "Si ma non mi sembra il caso di farne una faccenda di Stato..".
 E ci sta chi ci va giù pesante:
M.: "Ci sono indicazioni poi c è chi ci mette del suo e francamente l’eucarestia ha una solennità ed un rispetto che non è lo stesso della sagra della zucca! Perdonate non è un giudizio ma prima di fare certe cose siate certi che avete il consenso dei catechisti...".
Cosa emerge? Che ha ragione Kiko: i neocat dovrebbero astenersi da internet. Si contrastano, c'è chi chiede di poter consultare il mamotreto per gli ostiari ed è rimbeccato, chi  vorrebbe leggere i mamotreti e viene liquidato bruscamente. La discussione suoi mamotreti è esilarante, ne cito alcuni interventi.
A.; "Sono appunti non ufficiali di Kiko e di altri su catechesi, convivenze, essendo tutto non strutturato circolavano questi appunti, e da questi sono stati estrapolati gli statuti".
J.: "Pueden compartir el mamotreto!?" (tr."Potete condividere il tomo!?"). M.: "No fratello".
Nessuno dei commentatori, purtroppo, si è chiesto cosa mai si può leggere nella frutteria addobbata sulla mensa neocatecumenale a Pentecoste. Lo suggerisco io.

La Pentecoste, nell'ebraismo, è anche la festa del raccolto e della mietitura. Perciò, fossi io stato un neocatecumenale, avrei difeso a spada tratta la sagra dell'anguria: "Mica stiamo celebrando la discesa dello  Spirito Santo nel Cenacolo, fratelli? Mica la nostra mensa è Altare del Sacrificio? Mostriamo il raccolto e le primizie, quindi, e non mormorate!".

A proposito di ebraismi. Tra le tecniche della formazione (l'ho spesso usata in qualità di direttore di corsi, astenendomi dall'intervenire se non per moderare eventuali toni accesi) c'è quella di lanciare una discussione di gruppo, lasciando ai corsisti piena libertà di espressione. In tal modo si possono meglio comprendere sia le opinioni dei singoli, sia le relazioni che intercorrono nel gruppo, sia i giudizi sull'impianto formativo e sulle docenze. Dagli screen shot ricevuti dalla signora in crisi e concernenti la "libera discussione dei neocatecumenali", ho appreso quanto segue.
S.: "Chiedevo x i cantori perché alcuni dei miei fratelli dicono che lo shema deve essere fatto esclusivamente da un uomo. Io sono convinta che uomo o donna non ci sia differenza se viene bene e se prima di tutto non portiamo noi stessi ma proclamano la parola di Dio".
Le risposte, se le potesse leggere, farebbero gongolare monsignor Athanasius Schneider, che definì il Cammino Neocatecumenale un movimento giudaico-protestante.
M.: "Solo uomo ...ci è stato riferito alla convivenza cantori di quest'anno".M.: "È proprio maschile .... purtroppo ... Poi è brutto cantato da una donna io anke sono cantore .... Come il Preconio ad esempio .... Lo possiamo suonare se il diacono o il sacerdote non sa suonare e nn c è un cantore che lo canti".
L.: "Stiamo parlando di un canto ebraico rabbinico dove le donne in sinagoga non potevano stare con gli uomini così il Preconio ma ci sono tanti canti belli da poter suonare e cantare".

Mi va di concludere con un appello al nostro affezionato commentatore che si firma Simone Volt.:
"Caro Simone, invece di perdere tempo nell'Osservatorio nel vano tentativo di migliorare l'immagine che del Cammino qui danno gli innominabili, perché non vai nei vostri gruppi Facebook a spiegare che il Tempio di Gerusalemme fu, definitivamente, distrutto dall’imperatore Tito nel 70 d.C. e che le sinagoghe sono luoghi di culto di una fede differente da quella cattolica?".

domenica 27 maggio 2018

Diseducazione neocatecumenale: i camminanti, eterni poppanti, mai diventano uomini adulti.

Alcune riflessioni ripartendo da alcuni commenti di Mav:

Tutti i nodi stanno venendo al pettine.

Io sarei l'uomo più felice di questa terra se, per mio tramite, qualcuno incontrasse il Signore e poi iniziasse a camminare autonomamente, senza più appoggiarsi a me. Questo vale anche per i figli, tu li cresci per renderli autonomi e non per essere le tue appendici, e la casa poi rimane "vuota". (nota 1)
Si riempie ogni tanto ed è una festa!

Valore dell'esempio:
educa i figli nella libertà che
Dio dona a ogni uomo
Nel cammino sta avvenendo l'esatto contrario di ciò che è nella natura delle cose; come una reazione a quello che "naturalmente" doveva succedere alle comunità mano a mano che finivano il cammino, ossia "sciogliersi nella Parrocchia" una volta che i neocatecumeni - secondo lo schema kikiano - finalmente diventano "fedeli"; cosa che Kiko non ha accettato: le comunità sono sue e guai a chi gliele tocca, mica sono di Dio!
Eppure con grande enfasi, davanti al luogo della Ascensione, proprio alla conclusione del pellegrinaggio in Israele, le tue guide kikiane ti salutano e ti dicono che loro non saranno più i tuoi "catechisti" (in senso stretto), che da quel momento si deve camminare con le proprie gambe, e lì seguono scene di pianto etc etc.... (nota 2)

La morte decretata del CN sta proprio in questo: il non finire mai!
Tutte le comunità che hanno terminato il loro percorso si trascinano stancamente, per il perdurare di dinamiche inutili oramai, per chi ha vissuto tutte le tappe e che, proprio per questo, appesantiscono l'aria e sono il peggior sponsor per il Cammino Neocatecumenale.

Kiko e i suoi, come gli scribi e i farisei,
amano sentirsi chiamare "rabbì"


Il famoso "servo inutile" nei fatti vale solo per gli adepti e non per il vertice; tanto è vero che non mollano l'osso a costo di morirci.

(Come sempre, offrono se stessi a "modello" del gregge!)

Una frase, coniata nei primi anni, rimane valida per sempre, senza alcuna logica ragione:
"SE LO LASCIASSERO - il Cammino - NON ANDREBBERO IN CHIESA COME TUTTI gli altri fedeli."
Quante volte mi è capitato di ripetere questo mantra!
E se - almeno tentando di seguire una logica tutta loro - per chi arriva da "lontano" può anche essere vero, è altrettanto vero, però, che, in ogni caso, lo DEVE essere "solo" per un periodo limitato di tempo (nella logica di una formazione, appunto!) nel quale il neocatecumeno viene, attraverso il cammino, iniziato, a loro dire, alle "liturgie"! Se questa prassi però, col passare del tempo, permane e, anzi, diventa - con gli anni - imprescindibile e irrinunciabile, allora io per primo come catechista ho fallito, ma ancora di più il sistema CN ha fallito clamorosamente. Poiché è evidente che non prepara fedeli per la Chiesa Cattolica, come sarebbe logico per un percorso battesimale, ma forma adepti inquadrati e intruppati per un sistema "comunitario" chiuso e settario, che intanto si è costruito e strutturato in tutte le sue componenti interne, caratterizzate da una sempre più marcata autoreferenzialità.

Unica, vera eucarestia per loro!
E mons. Cordes ratifica...
Il fatto è che abituare ( leggi: obbligare ) ad un solo modo di celebrare la liturgia crea dipendenza dalla forma e non ci avvicina alla sostanza. Se è vero che i "segni" possono aiutare, è vero ancor più che se i "segni" ti hanno portato a scoprire il "tesoro" che c'è nella celebrazione, tu riconoscerai SEMPRE quel "tesoro" e ne sarai edificato. La crudissima realtà è che invece ci si batte, da sempre, per ribadire che la Pasqua non è veramente "Pasqua" se non viene celebrata in quel dato modo etc etc. Alla fine si combatte per la forma, spacciandola per sostanza e in realtà si perde l'una e l'altra sotto una coltre di emozioni che... non ti fanno crescere nella fede.

Perché la forma precipua del cammino è il cammino stesso. Ecco perché non si transige sulla minima "espressione liturgica" coniata ad hoc nel Cammino Neocatecumenale che deve rimarcare le differenze dalla liturgia cattolica e dare uno stile proprio al cammino stesso, stile neocatecumenale che, con gli anni, viene considerato irrinunciabile.

Ci sono persone che fino a quando non finiscono il cammino e non gli viene consegnata la Veglia del Corpus Domini non hanno MAI fatto nemmeno cinque minuti di adorazione, neanche il Giovedì Santo. Lo stesso dicasi per i giovani spediti davanti al tabernacolo per recitare il Rosario; l'enfasi viene data alla recita del Rosario per la Missio ad Gentes di turno e non alla Presenza Reale. Tanto che abbiamo visto alcuni che lo recitavano in ginocchio fuori da una chiesa, in quel momento chiusa, se era quello il momento che toccava loro, per disposizione del Cammino.
Se ci mettiamo con Pax potremo ubriacarvi di aneddotti difficilmente opinabili perchè li conosciamo di primissima mano e sarebbero semplicemente "fatti concreti" e non interpretazioni.

Così è tutto! È un mondo a parte, isolato e ridotto a un ghetto dove le persone e le loro coscienze languono, in mano ai capicordata che li vanno istruendo e a cui devono una obbedienza incondizionata ed eterna.
Ma come si fa a non rendersi conto di tutto questo?
Di quanto sia grave l'affermazione che, se sparisse il cammino e il modo in cui ha educato a celebrare i neocatecumeni - mettendo al centro mille cose marginali, che oscurano di fatto la vera Liturgia - questi non andrebbero, come tutti gli altri cattolici, in Chiesa?
Itinerario di "formazione"? O vera e propria "diseducazione"? Che bel risultato!
Che razza di formazione è questa, che piuttosto deforma? Che crea una prassi liturgica fuori dai canoni del Messale Romano? Alla cui osservanza sono stati fatti, dai Papi, mille inutili richiami? Una formazione infinita, che dura 30-40 anni, e ora siamo ai 50 anni dalla fondazione della prima comunità nella Città Eterna, per cui possiamo tranquillamente dire che dura per tutta la vita, per produrre un allontanamento sempre più grande dalla dottrina cattolica, scavare un divario incolmabile, in cui tutto è stravolto?

Rileggiamo, in conclusione, il commento a firma Masaniello 65:
...Se lo lasciassero non andrebbero in chiesa come tutti, perché sono abituati a "partecipare" alla Messa, non ad assistere e basta. Il sabato ci si prepara come quando si va a una festa, ci si incontra con i fratelli, ci si saluta e ci si parla, si aiuta a preparare la mensa... Insomma, è come una grande famiglia.
Balletto finale,
dopo l'eucarestia neocatecumenale.
Questa la vera "Festa".

Che vergogna!

...e lasciamo che risponda Alice de':
I neocatecumenali apparentemente non fanno niente di male ma, per esperienza diretta con 33 anni di cammino, posso assicurare che queste celebrazioni autoreferenziali ti fanno sentire come i veri ed unici depositari della fede. Questo ti porta a una chiusura mentale che sfocia in una assoluta mancanza di misericordia per chi non si trovi allineato con il pensiero dominante che discende direttamente dal leader maximo. Questo spiega, insieme a tutto quanto andiamo svelando sempre più, il perché, specialmente in questa ultima fase storica, il cammino stia prendendo una deriva eretica.

Penso che siamo tutti d'accordo.



(nota 1)
San Paolo apostolo, vero maestro in Cristo, ci tratta da uomini liberi - quali Dio ci ha creati - e ci esorta "al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina" (Ef.4, 12b-14).

10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. (1Corinzi 13).

12Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. 14Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo. (Ebrei 5)


(nota 2)
Dice Gesù (dal Vangelo di Matteo cap.23): Gli scribi e i farisei amano "anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.8Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11Il più grande tra voi sia vostro servo; 12chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.

venerdì 25 maggio 2018

C'era una volta...

Lo scorso 18 maggio alle 12.02, un noto camminante che da qualche tempo sta seguendo il nostro Blog piuttosto assiduamente ha affermato in chiusa a un suo commento:
Per quanto mi riguarda non ho mai raccontato favole, se non quelle della buona notte ai miei figli. Anzi più spesso ho raccontato storie della Bibbia, come la storia di Mosè e Abramo, Giuseppe, Davide e Golia, la storia di Zaccaria, di S. Paolo, ma anche le storie dei Santi come S. Francesco d'Assisi o S. Francesco di Sales, ecc.
A queste parole mi sono sorte spontanee queste domande:
  • Ai tuoi figli hai raccontato anche la favola che la Messa del Cammino vale 100 e quella della Parrocchia vale 20?
  • La favola che i ragazzi non devono usare Facebook e Whatsapp perché altrimenti in un attimo si ritroverebbero a fornicare?
  • La favola che Carmen sarebbe stata chiamata da Maria Vergine “Benedetta tra le donne”?
  • La favola che la lettera di Arinze sarebbe stata poco più che uno scherzetto, mica poi bisogna obbedire per davvero?
  • La favola che in Occidente non abbiamo immagini che parlino all'anima e che riflettano la nostra fede?
  • La favola che la decima non è obbligatoria né prevista nel cammino?
  • La favola che le risposte ai questionari dei passaggi sono facoltative e in nessun modo un camminante deve sentirsi forzato a parlarne in pubblico?
  • La favola che il cammino obbedisce sempre ai vescovi, salvo poi sbraitare che se un vescovo si lamenta della missione 2 a 2 di quest’estate non autorizzata non ne ha nessun diritto perché voi siete battezzati e fate come vi pare?
  • La favola che se Dio avesse voluto l’Adorazione Eucaristica si sarebbe fatto pietra?
  • La favola che i confessionali sarebbero niente di più che “casette di legno”?
  • La favola che se ti converti alle parole dei catechisti poi la confessione di un peccato mortale puoi farla “se vuoi” come un sigillo, ma non è necessaria?
  • La favola che se non sei sposato devi avere per forza la vocazione anche se non vuoi ammetterlo?
  • La favola che a Pasqua il Faraone si reincarna ogni anno per rubare la veglia e allora, se necessario, ve ne andate dalla Parrocchia?
  • La favola che in cammino tutto è gratis e tutto avviene nella più assoluta libertà?
  • La favola che bisogna sempre obbedire ai catechisti come a Dio in persona, perché, se anche capitasse che un catechista dicesse cose sbagliate, ci penserà lo Spirito ad aggiustarle?
  • La favola che fuori dal cammino le Parrocchie sono vuote e i cristiani della domenica sono dei tiepidi che fanno tutto solo per moralismo e religiosità naturale?
  • La favola che, siccome Dio ti ama così come sei, non avrebbe senso cercare di migliorarsi, sarebbe un atto di superbia?
  • La favola che se ti capita qualcosa di brutto è Dio che te la sta mandando appositamente per dirti qualcosa?
  • La favola che se cadi in qualche peccato grave è Dio che lo ha permesso a fin di bene, perché ti conoscessi meglio?
  • La favola di Kiko che fa un esorcismo per mandare i demoni dalla Cina in Mongolia e quando Carmen gli dice di invocare lo Spirito Santo arriva una colomba e gli fa tre giri sopra la testa?
  • La favola che se soffri per qualcosa che hai subito la soluzione è andare a chiedere perdono?
  • La favola che qualunque critica sia mossa al cammino è una persecuzione ingiusta?
  • La favola che Carmen è una santa di categoria superiore e pensa lei a non far piovere ai raduni neocat?
  • La favola che Kiko è povero e non ha niente ma comunque quando incontra un povero non gli dà mai meno di 50 euro?
  • La favola che se non vai in convivenza, fosse anche per un nobile motivo come assistere una cognata malata, rischi seriamente la perdizione?
  • La favola che il Papa ha detto ad alcuni vescovi che una cosa certa è che Kiko è santo?
  • La favola che in cammino si vive in semplicità, umiltà e lode come la Sacra Famiglia di Nazareth?
Insomma, la favola che in cammino è tutto una favola?

E... l'elenco sarebbe ancora lungo, aiutatemi voi a completarlo...

mercoledì 23 maggio 2018

Veni Creator di Kikus

Indicazioni per la liturgia della Veglia di Pentecoste Neocatecumenale 2018:

  • Leggere l'inno di Kiko (nuovo, NON È UN CANTO)



Lo Spirito Santo è il giogo soave e leggero.

Spirito pieno di comprensione
e misericordia con le nostre mancanze,
di tenerezza e compassione,
di amore senza limiti.

Abitando nell'uomo
ci perdona sempre, spera sempre,
tutto comprende,
scusa tutto.

La sua bontà si spande
come un profumo che tutto inonda.

Fa sentire la sua presenza
e ci dà coraggio
mentre ci rende testimonianza
dell'amore totale di Dio per noi.

Conferma al nostro spirito
che il dono più grande
è l'unione con Dio
e che il vero male e la vera sofferenza
è il peccato.

Per questo è pieno di compassione per il peccatore:
non lo giudica, lo rialza e lo aiuta
a camminare di nuovo.

Ci mostra sempre il Cristo crocefisso
come Sacerdote eterno per tutti gli uomini.

È paziente, benigno,
è il sommo Bene,
è il dono di Dio,
è la garanzia della Vita Eterna.

Lui, il "Paraclito",
ci difende sempre
e ci insegna ad essere pazienti
con noi stessi e con i nostri peccati.

Ci dice chi siamo, dove andiamo,
qual è il cammino,
e perché soffriamo.

Ci mostra la Croce gloriosa di Cristo
e ci invita a salire su di essa
come il luogo del vero riposo.

Ci dice che tutto è santo,
che la nostra storia è santa,
e ci conduce soavemente
all'abbandono totale in Cristo crocefisso:

In Lui, nulla si pretende,
nulla si esige,
si accetta tutto,
si sopporta tutto,
perché assomigliare al Signore sulla croce,
è il nostro vanto
la nostra gloria
la verità,
la salvezza,
la santità,
è ciò che è nostro,
essere cristiano.

Come non evangelizzare,
perché gli uomini trovino l'unico Dio
vero,
il suo Figlio amato,
e ricevano lo Spirito Santo?

Spirito divino, perla preziosa, in Lui amiamo il Padre
come Lui ama io suo Figlio
e amiamo il suo Figlio
come lo ama il Padre.

Spirito Santo, che ci fa persona,
è più me che me stesso,
è più noi che noi stessi,
è tutto in tutti,
è nella Chiesa la Santa Koinonia,
é l'amore perfetto,
è Dio.

Padre carissimo,
come non benedirti,
esaltarti, lodarti, cantarti,
tu che ci hai chiamato al ministero sacerdotale,
che ci hai riempito del dono dei doni,
che ci hai dato te stesso,
che ci hai rivelato il mistero dell'universo:
il tuo totale amore per noi
fino a morire:
Croce gloriosa,
vittoria sulla morte,
umiltà perfetta,
santa Comunione
Chiesa di Dio.

lunedì 21 maggio 2018

Dopo i festeggiamenti dei 50 anni del Cammino Neocatecumenale: Spunti di riflessione ai camminanti dubbiosi. (mettiamo a disposizione le nostre esperienze).



Torniamo a Tor Vergata mettendoci, questa volta, dalla parte del numeroso popolo neocatecumenale.

Il cammino, autoreferenziale e totalizzante, non lascia spazio alla persona, che viene solo usata come un trofeo da ostentare per dimostrare la sua forza, o un buon pagatore da sfruttare per i suoi circhi mediatici. (nota 1)

Seduti sul palco, in prima fila,
per loro neanche un saluto.

Il Papa parla solo al cuore
del popolo neocatecumenale.
Pensiamo, forse è solo una nostra illusione, che col passare del tempo e specie dopo il tanto atteso Giubileo del Cammino, i fratelli delle comunità neocatecumenali cominceranno, sempre più numerosi, a porsi qualche domanda.
Confidiamo che il dubbio si affacci, in maniera prepotente, alla loro mente e, finalmente, in fondo al tunnel vedano la luce che apre gli occhi, piano piano, com'è accaduto a tanti di noi.
Ci dà fiducia l'aver costatato che, questa volta, i fratelli camminanti che hanno partecipato all'evento di Tor Vergata, non sono tornati da Roma caricati, come sempre, raccontando meraviglie, tutti orgogliosi di poter dire: "C'ero anche io!"; "Ho conosciuto Kiko!"

Un silenzio surreale è sceso sul grande evento storico: Il Cammino Neocatecumenale ha compiuto 50 anni! 

Questo il commento di Elena, ad esempio:
"Io conosco diversi nc che sono stati a Roma il 5 maggio e al ritorno nessuno ha detto una parola sul raduno, su quello che ha detto il papa, su quello che è successo là... non una citazione, non un commento, nulla. Elena"
Iniziano forse, sempre più, ad affiorare, nella mente dei docili camminanti, i primi interrogativi e le prime perplessità?
E' probabile che tanti, già da un poco di tempo, nutrano seri dubbi; essi tacciono, pensando di essere solo una minoranza, ma non è così!
Qualcuno parlerà un giorno, con un pò di timore, e un altro dirà subito: "Ma va! Anche tu l'hai pensato?!" ...l'effetto domino sarà inevitabile.

Intanto noi cerchiamo di favorire questa presa di coscienza e, se possibile, di accorciare quella che può trasformarsi in una penosa, lunga, inutile agonia.

(da EX-NC-???)
Penso a chi è venuto dall'Australia con 18 ore di aereo, ma forse anche di più, per poi partecipare ad un evento durato solo un'ora e 50 minuti, di cui solo 50 minuti di catechesi e riflessioni, il resto solo presentazioni, ben 1 ora. Non si sentono strumentalizzati, un numero da esibire, non si sono sentiti mancare di rispetto? Se era un cinquantesimo potevano organizzare un evento con un programma ben più articolato.
Ma l'unico scopo della macchina NC era far vedere la propria forza, i propri numeri. Delle persone venute da tutto il mondo non gliele importa niente.Non a caso il Papa parla di trionfalismi!
Ma, ci chiediamo: i fratelli del cammino se ne rendono conto?
Con quali occhi vedono Kiko esibirsi, ripetendo sempre se stesso, da una vita?

Kiko ispirato... Ma lui ci crede davvero?
L'impressione è che, accecati dal loro idolo, hanno perso, per la gran parte, ogni senso critico, ogni capacità di analisi.
Lo ascoltano estasiati e gli perdonano qualunque corbelleria gli esca di bocca.
Kiko, oramai, per la maggior parte di loro, è un novello "pifferaio magico" che li trascina dietro a sé in un "mondo che non c'è"; a questo "mondo a parte" hanno aderito e non ne sanno più fare a meno.

La rigida struttura neocatecumenale - fondata sull'obbedienza a 360 gradi a Kiko, in tutto e per tutto, e ai suoi capibastone sguinzagliati, sempre e solo ai suoi ordini, nel mondo intero e legati a lui più che alla Chiesa - li esime dalla responsabilità di decidere da soli anche la più piccola cosa, rendendo loro più agevole la fatica del vivere.
È chiaro che Kiko ha fondato la riuscita del suo progetto, in buona parte, facendo leva su tutto quello che rende le persone più vulnerabili, senza alcun pudore, senza provarne alcuna vergogna; mettendosi sotto i piedi la "dignità dell'uomo", spadroneggiando in maniera assolutamente disinvolta sulla vita dei suoi numerosi adepti. Compito arduo quello di dirigere la vita di altri, specie se nello stile proprio del Cammino, da far tremar le vene e i polsi! Ma non a Kiko, che dispensa i suoi oracoli a destra e a manca, ostentando una continua "ispirazione divina" sulla quale nessuno mai solleva la minima riserva e che egli stesso non ha messo mai  in discussione (mille volte ha raccontato la sua vita, ma se egli abbia o chi sia il suo "direttore spirituale" nessuno lo ha mai potuto sapere). Un profeta mai visto prima nella Chiesa, profeta ante litteram; più banalmente: lui se la canta e lui se la suona, da sempre!

Resta un dubbio: ma Kiko ci è o ci fa?
È veramente assurdo vederlo esibirsi in pubblico. Il mondo chiuso creato nel cammino fa male ai fratelli, relegati in un ghetto, ma ha fatto male anche a Kiko che, visto come gli è andata bene, continua a fidarsi solo delle sue "ispirazioni", andando a ruota libera in qualunque contesto si trovi, senza rendersi conto dell'immagine che dà di se stesso, quando si mostra al mondo che è al di fuori del suo ristretto cerchio.
Così avviene che si crea quel clima surreale, sempre più fuori dalla realtà, lontanissimo dal mondo circostante, in cui si spiega il linguaggio di padre Mario, improponibile al di fuori delle loro Sale della Riunione; in cui si spiega quel modo di fare di Kiko "patetico", come uno piombato ai nostri giorni da epoche lontane.
Questo è il prezzo che si paga quando si idolatra se stessi, il prezzo di un narcisismo esasperato.

Hanno collezionato, in questi anni, un'infinità di figuracce e sempre più si rendono ridicoli. Come nella assurda ostentazione di grandiosità dei 50 anni.

Ma ditemi, cosa dobbiamo aspettarci da chi, in questi ultimi anni, definisce senza pudore la sua creatura "Il Potente Cammino"?
Ma che brutta definizione, sconveniente direi, per un itinerario volto a formare PICCOLE comunità come la Santa Famiglia di Nazareth chiamate a vivere in UMILTÀ - SEMPLICITÀ e LODE!

Esemplare il racconto di Donna Carson del Family Day dove, ascoltando Kiko predicare alla folla, si vergognò di essere neocatecumenale e decise di uscire definitivamente dal cammino.
(Riproponiamo l'esperienza di donna Carson):
Allora succede che alcune cose inizi a sentirle come pugnalate al cuore, attentati alla tua dignità. Per me un evento traumatico è stato il family day del giugno 2015. Quanta vergogna e amarezza mascherata da soddisfazione. L’entusiasmo di far parte di quella folla di gente e l’imbarazzo di trovarsi di fronte a un guru vuoto e inutile, deludente nelle sue esternazioni pubbliche, incapace di cambiare contesto, totalmente inefficace a sentirlo dall'esterno, intento solo a replicare l’ennesimo show per i suoi. Un disadattato, in fondo. Perché, diciamocelo, cantare a squarciagola sotto la pioggia un inno a Maria col ritornello che fa “laa la la la la…” a ripetizione, in un evento pubblico, civile e laico, non è granché. Autoreferenzialità fine a se stessa. E tu che sei una persona intelligente lo capisci e te ne vergogni anche se intorno a te tutti sembrano contenti (ma molti stanno fingendo, come te, è solo che non lo ammettete).
La moglie lo abbandona? questo richiama l’inferno!
“Come posso far capire a mia moglie il danno che mi ha fatto?
 La sofferenza che ho?”
. Uccide i bambini.

(Continua Mav, con un commento da incorniciare!)
C'ero anch'io :( 
Il tentativo goffo per spiegare l'odio che può portare a simili eccessi per poi doverci appendere il suo tanto amato Kerigma, aveva i minuti contati ed ha fatto un casino che la metà bastava. A lui interessava solo dare il Kerigma perché fuori da quello non sa dire niente, è terribile dirlo ma corrisponde al vero, non sa leggere il contesto, non si prepara mai niente perché lui è ispirato, e quelli sono i risultati. Sarebbe bastato un po di umiltà, scriversi poche righe e ben costruite, magari fatte anche verificare e correggere, o addirittura stare zitto per una volta, ma lui DOVEVA mostrare che li aveva radunati tutti lui, cosa peraltro non vera, e giù di Kerigma e di canto. Morale della favola, se il movimento in difesa della famiglia e la lotta contro l'ideologia gender è stata bollata come oscurantista lo deve anche e sopratutto al suo intervento. (Per dirla tutta anche Amato e Adinolfi con la loro violenza verbale non hanno aiutato e tutt'ora non aiutano, ma qui andiamo decisamente off topic.) Tornando su Kiko non sa leggere il contesto e sempre finisce nei suoi monologhi, vedi le interviste, gli fanno le domande e lui non da mai risposte, parte per il suo mantra, da questo purtroppo si evince che i suoi intervistatori non sono obbiettivi e lo lasciano fare. Perché non prova a farsi intervistare dalla Annunziata e poi ne riparliamo.

(Conclude Pietro Non del Cammino)
Kiko sembra uno di quei pazzi che si credono Napoleone: per questo quella megastruttura degna di Cape Canaveral, facente la funzione di palco, a Tor Vergata.
Per questo tanto trionfalismo.
Vacci tu a dire al Napoleone spagnolo che non è il caso di tirare fuori il petto davanti al Papa! Che ha fatto una figura ad un tempo squallida e ridicola.

(Alla fine un ultimo appello da Alice de')
Lancio una domanda ai camminanti dubbiosi: MA SE CHIUDESSE IL CAMMINO VOI COSA FATE?questa è la domanda che, tanti anni fa io e mio marito ci facevamo:"se non avessimo più il cammino..."La risposta era, per noi due, ovvia:"comunque, ANCHE SENZA CAMMINO, siamo nella Chiesa. Partecipiamo alla vita della parrocchia e cerchiamo di testimoniare con la vita di tutti i giorni la nostra fede."Per quello che è stata la mia esperienza il cammino è stato un percorso che mi ha riavvicinato alla Chiesa. E' stato un "di più'" ma di supporto, al quale non ho consegnato la mia vita, cosa che i catechisti ti chiedono di fare pretendendo ubbidienza. Leggendo il Blog, qualcuno ha detto che guarda la sostanza e chiude un occhio rispetto la forma. Anche io per molti anni ho fatto così. Il poter ascoltare, leggere, meditare con calma la parola di Dio due volte a settimana, aiuta certo. Negli anni ottanta era una novità e questo, nel percorso da pellegrina su questa terra, penso sia stato bene per me. Tuttavia il cammino è riuscito a diventare totalizzante e ripetitivo di sé stesso senza sapersi rinnovare e soprattutto disubbidendo alle correzioni e questo si esplica nella forma distorta che continua e sulla quale non puoi più far finta di niente. Ho visto in TV l'incontro a Tor Vergata....Kiko, all'età che ha, era patetico nel reiterpretare se stesso come cantore, guru o iniziatore ispirato. Mi sembrava uno di quei vecchietti che non si arrendono al passare del tempo....il detto "ogni stagione ha i suoi frutti" non gli appartiene.

------------------
(nota 1)



Testo originale spagnolo.
Notizie da Mav:

È arrivato - il dispaccio raccatta soldi - in formato Word non intestato in allegato ad una mail dal Centro CNC di Roma...

 
"Cari fratelli
invio una lettera da parte di Kiko da leggere in tutte le comunità e un foglio con i riferimenti per inviare le offerte.
la pace
."


La richiesta è arrivata anche in italia ma è in terza persona

Roma 8 maggio 2018, festa della Madonna di Pompei


Carissimi fratelli,
dopo il meraviglioso incontro, in cui abbiamo avuto la gioia di ringraziare il Signore per il suo amore e per la sua fedeltà durante i 50 anni del Cammino Neocatecumenale, siamo stati contentissimi delle parole del Santo Padre: “Il vostro carisma è un grande dono per tutta la Chiesa del nostro tempo”.
Eravamo in tanti, grazie a Dio, la polizia ci ha detto che abbiamo superato i 200 mila. Potete capire che lo sforzo organizzativo è stato veramente immenso.
Per questo ringraziamo anzitutto il Comune di Roma, la Prefettura, il Ministero degli Esteri, le Forze dell’ordine, l’Università di Tor Vergata, le Misericordie d’Italia, tutti sono stati bravissimi. Anche le parole stupende del Rettore dell’Università di Tor Vergata su Carmen. (*)
Ora stiamo lavorando per vedere se riusciamo a coprire le spese, come: l’allestimento del palco, i servizi igienici, la bonifica e la successiva pulizia del terreno, gli impianti tecnici per il servizio audio e video, la traduzione simultanea, il servizio di sicurezza, le transenne ecc. In questo senso avremmo bisogno di un vostro piccolo aiuto, se potete, fate una colletta per comunità e inviatela.
Carmen dal cielo ci ha protetto con la giornata fantastica, ha cominciato a piovere solo dopo l’incontro.
Animo fratelli, Kiko, Ascénsion e Padre Mario vi ringraziano e vi chiedono di pregare per loro.


(*)  N.B. L'enfasi data a questo risibile particolare - risibile perché ci chiediamo: a che serve mai  sottolinearlo in un contesto in cui Papa Francesco non ha nominato la compianta Carmen neanche una mezza volta - nasconde tutta la delusione per non essere stati considerati degni neanche di una citazione! Neanche di un semplice saluto!

sabato 19 maggio 2018

Il casino neocatecumenale

Nostra traduzione dell'articolo «On the Neocatechumenal Way and “making a mess”», di John L. Allen Jr., del 2 febbraio 2014.

Facciamo notare il gioco di parole: in inglese "mess" significa disordine, putiferio, confusione, casino, e si pronuncia quasi come "Mass", che significa Messa.



Sul Cammino Neocatecumenale e sul "fare casino"

Lo scorso luglio [2013], papa Francesco ha detto che vuole che i cattolici escano e facciano casino.

“Voglio casino nelle diocesi!” ha detto il Papa, quasi urlando, in una conversazione con un gruppo di giovani in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. “Voglio che la gente esca per le strade, che la Chiesa vada nelle strade!”

A parte il Cammino Neocatecumenale, nel corso degli anni sono stati pochi a meritarsi l'etichetta del "fare casino".

Il Cammino è un movimento laico fondato in Spagna nel 1964 da Kiko Argüello e Carmen Hernández. Tale gruppo controverso sembra guadagnare in egual misura amici e nemici. Creato per offrire una formazione post-battesimale per i cattolici che volessero approfondire la loro fede, il Neocatecumenato è visto dai suoi ammiratori come la “Nuova Evangelizzazione” in atto – scatenata, aggressivamente missionaria e di un notevole successo.

Organizzato in comunità dalle 20 alle 50 persone, comunità basate in parrocchia, il Neocatecumenato oggi vanta più di un milione di seguaci in 124 nazioni del mondo. Tale movimento conta anche duemila preti, gestisce circa cento seminari, e sponsorizza migliaia di “famiglie in missione” per diffondere la fede nei quattro angoli del mondo.

Il gruppo tende a far presa particolarmente sui giovani e sulle famiglie. Durante la GMG del 2008 a Sidney, in Australia, il cardinale George Pell disse che dei 110.000 partecipanti internazionali, 40.000 venivano dal Neocatecumenato.

Ma per i critici il Cammino è emblematico di ciò che va storto quando il fervore cede il passo al fanatismo.

Nel corso degli anni, il Cammino è stato accusato di controllo eccessivo sulle vite dei membri, di abusare dell'insegnamento della Chiesa e delle norme liturgiche, di promuovere il culto della personalità dell'Argüello e della Hernández, di dividere le parrocchie pretendendo che i propri membri seguano le liturgie neocatecumenali del sabato sera piuttosto che la Messa domenicale della parrocchia.

Queste accuse non sono venute fuori solo da ex-membri delusi e da attivisti liberali nella Chiesa. Sono state invece fatte anche da un certo numero di vescovi, dal vescovo Mervyn Alexander di Clifton (in Inghilterra), che nel 1994 chiamò il Neocatecumenato una forma di “schiavitù spirituale, all'arcivescovo Luigi Bommarito di Catania, che nel 2001 disse che il Cammino “scarnifica le coscienza con domande che nessun confessore farebbe”, ecc.

La coppa gelato illuminata di Kiko Argüello,
accanto alla gelateria arredata con
sedie e tavolone in plastica trasparente
Il Neocatecumenato è stato scacciato via - o ha visto limitazioni - in un sorprendente numero di posti, inclusi il Giappone, le Filippine, il Nepal, e anche in parecchie singole diocesi europee e nordamericane.

In questo background assume un particolare significato l'incontro di sabato 1° febbraio 2014 tra papa Francesco e circa 10.000 “neocat” urlanti in una sala udienze vaticana.

Da un lato, come vescovo latinoamericano, Francesco certamente conosce il successo di "vendite" del neocatecumenato. È tra le poche imprese che ha avuto parecchia fortuna a cavalcare l'erosione del popolo cattolico nell'America Latina, avvenuta per l'opera di protestanti evangelici e pentecostali.

D'altro canto Francesco è anche un gesuita, e le relazioni tra i “nuovi movimenti ecclesiali” e le congregazioni religiose sono state nel corso degli anni, per dirla in modo delicato, non proprio delle migliori. Per di più il Neocatecumenato ha la reputazione di essere di posizione conservatrice su parecchie questioni del mondo cattolico, proprio nel momento in cui Francesco sembra voler far sterzare la Chiesa verso il "centro".

Sul Corriere della Sera del 2 febbraio 2014 il vaticanista di lunga data Luigi Accattoli ha riportato che in questo primo incontro di Francesco col movimento neocatecumenale, Francesco ha “elogiato [il Cammino] più che altri papi” ma ha anche “criticato [il Cammino] con maggiore severità” rispetto ad altri Papi.

Francesco ha ripetutamente ringraziato il gruppo per il suo “ardore” e la sua “testimonianza.” Si è anche complimentato per il loro impegno con le famiglie. Vedendo tanti bambini presenti, Francesco ad un certo punto ha chiesto ai genitori di alzare i loro figli. All'improvviso l'Aula Nervi del Vaticano, come ci racconta Accattoli, sembrava diventata una “galassia di infanti.”

Francesco ha anche applaudito l'impulso missionario del Neocatecumenato.

“La Chiesa vi è grata per la vostra generosità,” ha detto.

A sostegno di ciò che ha detto, Francesco ha personalmente consegnato crocifissi alle 414 famiglie neocatecumenali in partenza per le missioni in posti come Cina, Mongolia, India, e altrove.

Allo stesso tempo, il Papa ha anche detto di voler dare tre “semplici raccomandazioni” al gruppo, e chiunque conosca la storia del Cammino capirà subito cosa intendeva Francesco.

Anzitutto il Papa ha detto che per il Cammino deve essere più importante essere in comunione con la Chiesa che il seguire tutte le particolarità di tale itinerario spirituale.

“La comunione è essenziale,” ha detto Francesco.
Traduzione: se i parroci locali o il vescovo vi chiedono di partecipare alla Messa della Domenica, fatelo. Se il Vaticano vi dice di seguire i libri liturgici, fatelo.
Secondo punto: Francesco esige che il Neocatecumenato rispetti le culture locali nelle quali intende mettere radici.

Imparare lingue straniere è utile, ha detto il Papa, ma “Tanto più importante sarà il vostro impegno ad "imparare" le culture che incontrerete, sapendo riconoscere il bisogno di Vangelo che è presente ovunque, ma anche quell’azione che lo Spirito Santo ha compiuto nella vita e nella storia di ogni popolo.”
Traduzione: non lanciatevi in paesi come il Giappone, o il Nepal, ad insistere che in aggiunta al diventar cattolici tutti devono anche diventare spagnoli o italiani.
5 maggio 2018: il Papa
ribadisce le critiche al Cammino
che aveva fatto già il 1° febbraio 2014;
notare SanCarmen proprio sotto il diavolo
Terzo, il Papa ha chiesto al Neocatecumenato di promuovere al suo interno la libertà e di rispettare coloro che decidessero di lasciare il gruppo.

“La libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore.”
Traduzione: non prendetevi troppo sul serio e, quando qualcuno lascia, non scatenatevi in azione come un'azienda di lobby di K Street specializzata in character assassination.
Ho aggiunto queste "traduzioni" informali per la gente che potrebbe non aver seguito da vicino le vicissitudini del Cammino, non perché il linguaggio del Papa fosse in qualche modo poco chiaro. Fidatevi: le diecimila persone che erano in quell'aula hanno capito benissimo cosa intendeva il Papa.

Resta solo da capire se le ammonizioni del Pontefice avranno mai impatto sull'esperienza che la gente fa del Neocatecumenato. Forse, nel rapportarsi ai neocatecumenali come amico piuttosto che nemico, Francesco potrebbe magari essersi assicurato un'uditorio serio.