Continuiamo la lettura della lettera di denuncia che il padre cappuccino
Benedetto Dimatteo, di Barletta, fece pervenire al proprio vescovo dopo
aver letto le eresie di Carmen e Kiko contenute nel mamotreto per le
catechesi iniziali, lettera poi pubblicata sul periodico "Chiesa Viva".
Qui la prima parte del documento.
2 - Contro questo disprezzo ereticale si erge il Concilio di Trento che, dopo aver esaltato il canone Romano, dicendo: la Chiesa Cattolica, molti secoli fa, stabili questo sacro canone, così puro da ogni errore che niente contiene che non odori massimamente santità e pietà e non elevi a Dio le menti degli offerenti. Esso infatti, consta sia delle parole stesse del Signore, sia delle tradizioni degli Apostoli, sia anche delle pie istituzioni di santi Pontefici. Dopo questa lode, nel canone 6°, finisce: «Se qualcuno dirà che il canone della Messa contiene errori e perciò deve essere abrogato, sia anatema!» È così chiaro che la posizione di questi due è veramente eretica! E dobbiamo anche dire che quello che dice questa Carmen è una grande menzogna! Ella dice, infatti, che il canone Romano è stato rinnovato, cioè corretto, e questo è falso come è falsa e la sua citazione! Il canone Romano, infatti, diceva e dice ancora: (riporto il testo ufficiale in latino per intero):
«Qui pridie quam paterétur accépit panem in sanctas ac venerábiles manus suas et elevátis óculis in cælum, ad te Deum Patrem suum omnipoténtem tibi grátias ágens benedíxit, fregit, dedítque discípulis suis... e per il calice: Símili modo póstquam cenátum est accípiens et hunc præclárum cálicem in sanctas ac venerábiles manus suas: item tibi grátias ágens benedíxit...»
Il termine "benedixit", benedisse, nella lingua ebraica e nell'uso di quel tempo, è un termine eucologico che, nella lode di Dio, ingloba la benedizione delle cose. Lo troviamo già nelle moltiplicazioni dei Pani: «egli prese i cinque Pani e i due pesci, e alzando gli occhi al cielo li benedisse». Altri traducono: «pronunziò la benedizione» (Marco 6,41). E così gli altri Evangelisti. Ecco come si legge in San Matteo: «mentre mangiavano, Gesù prese il pane, pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò...» Nella Bibbia nuovissima, versione dai testi originali, volume terzo, Nuovo Testamento, Edizioni Paoline, il biblista Lancillotti, in nota, commenta:
«Pronunciò la preghiera di benedizione, cioè recita la formula di benedizione e di lode, come si usava nei pasti ebraici.» Dobbiamo aggiungere, inoltre, che quel benedixit proprio per il calice, si riferisce anche al testo di San Paolo prima Corinzi 10,15: «il calice di benedizione che noi benediciamo, Non è forse una comunione col sangue di Cristo?»
Carmen lamenta che non si loda più Dio, ma anche questa è una grande falsità! Le genuflessioni, le adorazioni, tanto da lei criticate, non sono forse grandi espressioni di lode a Dio? Il Gloria e Credo, che essi hanno estromessi e il prefazio e il Sanctus non sono forse magnifiche lodi a Dio? Si dimostrano ancora grandi bugiardi, a riguardo del canone Romano, quando dicono, a pagina 335,
«noi non vedevamo nella nostra messa da nessuna parte la resurrezione di Gesù Cristo».È un falso! Perché la Risurrezione veniva ben ricordata nel memoriale, cioè nella anamnesi, che così si esprime: «in questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo Santo celebriamo di memoriale della Beata passione, della Risurrezione dai morti e della gloriosa ascensione del Cristo tuo figlio è nostro Signore».
Quindi, non c'è stato alcun fraintendimento, nè alcun impoverimento, ma tutto era una grande ricchezza! L'impoverimento anzi, il tradimento, lo compiono loro, Kiko e Carmen, questi due villanzoni che vorrebbero ridurre l'Eucaristia a una inconcepibile e freddissima esplosione di allegria, e accusano la Chiesa di aver perduto i segni.
Ma quali sono questi segni perduti? Forse che i segni del pane e del vino non sono sempre rimasti? Basta ricordare come sono valorizzati anche in tanti vecchi canti in tante giaculatoria: "ti adoro ogni momento o vivo pane del ciel, gran Sacramento!" "Panem de coelo praestitisti eis..." "Verbum caro, panem verum verbo carnem efficit ut, fitque sanguis Christi merum... " "Ecce Panis angelorum..."
Il pane il vino stanno li, visibili sulla mensa, e tutti li conoscono! E quindi blasfemo e sciocco è l'insulto di Kiko che l'ostia è un pezzo di carta! La Chiesa nella sua sapienza, ha trovato il modo come rendere possibile la distribuzione del pane eucaristico a tutto il popolo, dandogli una sua forma specifica che rende più facile la distribuzione a tanti, e rende facilmente riconoscibile il pane eucaristico e meno soggetto a frammenti. E questo non solo nella chiesa latina, ma anche nella chiesa greca! Nel rito latino, sia l'ostia grande, sia le piccole, sono rotonde; nel rito greco, la grande è quadrata, le piccole, triangolari.
Inoltre, quello che lamenta Kiko è che non si fa la Comunione sotto tutte e due le specie. Ma egli ignora che il Magistero della Chiesa -qui, il Concilio di Trento!- ha definito che, per il frutto di una buona comunione, è sufficiente riceverla sotto una sola specie, perché Gesù è integro sotto ognuna specie, e non c'è obbligo delle due specie, se non per il celebrante che deve compiere il sacrificio! Sarebbe anche augurabile la comunione sotto le due specie, ma vi sono gravi motivi che hanno indotto la Chiesa a stabilire la comunione solo sotto le specie del pane!
Nel passato, anche dopo il Concilio di Trento, La Chiesa aveva concesso, ad alcuni Stati, la comunione sotto le due specie, ma, poi, per gli inconvenienti gravi che ne nacquero, la Chiesa ritirò le concessioni fatte punto è così anche adesso, dopo il Vaticano II, la Chiesa ha concesso solo in alcuni casi detta comunione!
Lo stesso devo dire che alcuni di quegli inconvenienti, registrati anche nella Enciclopedia Cattolica, sotto la voce "comunione eucaristica" (colonna 140) io li osservati presso i neocatecumenali.
Al posto del Calice, ad esempio, usano una vaschetta del bordo largo, alla quale bevono tutti ma tanti cercano di non mettere le labbra dove sono stati messi da chi li ha preceduti e qualche uomo con tanto di baffi li inzuppa nel vino! Qualche ragazzina invece regge fatica la vaschetta ed è facile che sparga il vino consacrato... ecc.
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Cosa succede a farsi guidare da un cieco... |
3 - Comunque, non esageriamo con questi segni, importanti, sì, ma quello che più è importante è il significato, cioè la Grazia, cioè colui che è significato è presente sotto questi segni: Gesù.
Cioè: non adoriamo i segni, non parliamo con i segni, non pensiamo ai segni, ma realmente presente sotto quei segni, parliamo con Lui, pensiamo a lui che è presente riceviamo Lui e la sua Grazia!
La seconda catechesi sull'Eucarestia non è da meno: una congerie di falsità e contraffazione storica.
Di alcune ho un'esperienza personale. La Settimana Santa, una volta, era piena di vera pietà, di confessioni il Mercoledì Santo fino a tarda sera, per potersi comunicare il Giovedì Santo.
Il sabato Santo, le chiese erano affollate, mentre questi lestofanti dicono che le chiese, allora, erano completamente vuote: «Alle cerimonie vanno soltanto i preti e sono noiosissime era una cosa da preti che nessuno capiva». (pag. 351).
C'è un enorme disprezzo per il sacerdote! E pure un disprezzo malcelato per il Concilio di Trento, per S.Pio V, per il culto al Santissimo Sacramento, per le processioni, per tutte le parti della Santa Messa che ne aricchivano la celebrazione, e altre affermazioni ... tanto che, verso la fine (a pagina 352) si accorgono delle enormità delle cose dette e scrivono: «Forse qualcuno dirà: Mamma mia! Che cosa si dicono qui! Vuoi dire che prima era tutto sbagliato?»
E danno una risposta evasiva: «State attenti! Il Concilio Vaticano II ha detto che bisogna fare catechesi per spiegare la gente in rinnovamento perché non si può fare un rinnovamento liturgico senza spiegarlo al popolo perché la gente si spaventa...»
A proposito di catechesi, è solo da circa 30-40 anni in qua che si ha una crisi, perché spiriti inquieti orgogliosi hanno gettato discredito sul catechismo di San Pio X. Kiko e Carmen fanno quasi vedere che, prima di loro, non c'era catechesi nella Chiesa, mentre, al contrario, tutta la vita bimillenaria della Chiesa è piena zeppa di opere e scritti catechetici!
Per limitarci al solo Concilio di Trento che è stato di forte stimolo ad una più intensa catechesi, possiamo dire che già da allora si richiedeva la Santa Messa in lingua volgare, ma i Padri del Concilio non lo ritennero opportuno. Imposero però ai Vescovi e a tutti coloro che hanno cura di anime, di spiegare i fedeli delle letture durante la Messa specialmente nelle domeniche e nei giorni festivi (vedi Concilio di Trento, sessione XXII cap. 8).
Anche le opere catechetiche abbondavano! Basta ricordare i libri di devozione come le celebri Massime eterne di Sant'Alfonso dove si spiegano le varie parti della Santa Messa e si suggeriscono le preghiere in italiano per accompagnare quelle che fa il sacerdote.
Nella nostra biblioteca del convento di Barletta, ho trovato opere catechetiche del Sei e Settecento, in italiano, di tale ricchezza che, aggiornate nella lingua, possono stare benissimo accanto alle migliori catechesi!
Altro che le spudorate falsità di Kiko e di Carmen che, a pagina 348, verso la metà, osano dire:
«il popolo ha sempre partecipato (ma poco fa non avete detto che le chiese erano completamente vuote?);
e siccome non capiva nulla di quello che succedeva, uno saliva al pulpito e cominciava: novena a Santa Rita...». Si può essere più spudorati di così? E poi parlano di riscoperta, ma non si riesce a capire che cosa è stata riscoperta!
Non avendo il coraggio di negare la Presenza Reale, la travisano: «dicevo che la Chiesa primitiva non ha mai problemi sulla presenza reale. Se a San Pietro fosse stato chiesto se Gesù sia presente nell'Eucaristia, si sarebbe meravigliato, perché per lui non si pone il problema: per lui, Cristo è una realtà vivente che fa la Pasqua e trascina la Chiesa. Non è questione di briciole o cose di questo tipo». (pag. 349).
Ecco perché sento e leggo di sacerdoti che buttano via le briciole del pane che viene consacrato da loro! Io ho reagito a questa profanazione, e ho dovuto portare un cucchiaino per la raccolta delle tante briciole dal pane che essi preparano. Per Kiko, la vera Presenza Reale è «questa forza trascinante, che dovrebbe essere la loro grande riscoperta: la presenza di Gesù è un'altra cosa. È il carro di fuoco che viene a trascinarci verso la gloria...». (pag. 350).
E ancora: «in un certo momento, fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale. Ma una volta che questo non è più necessario, non bisogna insistere di più, perché quel momento storico è passato...». (pag. 353-354)
4 - E ancora: «la Chiesa primitiva non ha avuto mai problemi circa la presenza reale. Ma se già nella Pasqua Dio era presente... Dio è presente completamente, in maniera efficace, come diciamo noi; è una presenza sacramentale, reale, autentica, memoriale. Come si realizza la Pasqua se non c'è il braccio potente di Jahvè che trae fuori dall'Egitto? Con Gesù Cristo è lo stesso. Il memoriale che egli lascia è il suo spirito resuscitato dalla morte, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con lui. La Chiesa primitiva non ha problemi a proposito di questa presenza... »(pag. 246). «quando scopriremo quello che è il centro, tutte le altre cose che vi girano attorno perderanno importanza, a vantaggio del tesoro centrale nascosto». (pag. 312).
Sotto queste parole quei due fraudolenti nascondono la loro negazione della "Presenza Reale" che non è un semplice memoriale ma il suo vero corpo, nato da Maria!
Inoltre il problema della "Presenza Reale" non è un fatto di un momento storico contro i protestanti; ma è la base necessaria e assoluta dell'Eucarestia, sia come sacramento che come sacrificio; è un problema che, nato a Cafarnao, come primo annunzio dell'Eucarestia, si è completato nell'Ultima Cena, ed è stato sottolineato da San Paolo ("chi mangia indegnamente viola il corpo di Cristo") ed ha avuto persino una eco del pensiero dei pagani, i quali sospettavano che i cristiani uccidessero e mangiassero un bambino;
è attestato dai Padri, che anticipano il termine "transustanziazione": come Cirillo di Gerusalemme: conversione (metabole); come Gregorio Nisseno: trans elementazione (metastoixeiosis); come san Crisostomo traslazione (metarritmesis); come Cirillo di Alessandria: trasposizione (metistesis); come Giovanni Damasceno: trasformazione (metapoiesis); come sant'Ambrogio, il quale parlando del pane che diventa corpo di Cristo dice: "se è tanta la potenza delle parole di Gesù Cristo, che le cose che non esistevano incominciano ad essere, quanto più efficaci saranno per far sì che le cose che già esistevano si convertano in altre!..."
Nel Medioevo, poi, le lunghe discussioni di Ratramno, le eresie di Berengario, condannate dalla Chiesa, e poi tante altre, fino a Lutero, che non nega la presenza reale ma, come dice Kiko schernendo il Concilio di Trento, «negò solo la parolina transustanziazione, che è una parola filosofica che vuole spiegare il mistero».(pag. 345).
Ma la più aperta eresia di questi "villanzoni" è la negazione del sacrificio di Cristo, sia del sacrificio espiatorio della Croce, sia del sacrificio della Messa, perché, secondo loro, l'idea del sacrificio espiatorio è un'idea pagana da rigettare.
Ascoltiamoli: «quando poi nel medio evo si mettono a discutere (n.d.r.: i teologi, cioè la Chiesa!) del sacrificio, in fondo discutono di cose che non esistevano nell'eucarestia primitiva. Perché sacrificio nella religione è “sacrum facere”, fare il sacro, mettersi a contatto con la divinità tramite sacrifici cruenti. In questo senso non c'è sacrificio nell'eucarestia: l'Eucaristia è sacrificio in un altro senso, perché nell'eucarestia c'è sì, la morte, ma c'è anche la resurrezione dalla morte. L'Eucarestia è Pasqua, passaggio dalla morte alla resurrezione. Per questo dire che l'Eucarestia è sacrificio è giusto, ma è incompleto.
L'Eucarestia è sacrificio di lode, una lode completa di comunicazione con Dio attraverso la Pasqua del Signore. Ma in questa epoca l'idea di sacrificio non è intesa così ma nel senso pagano. Ciò che essi vedono nella Messa è che qualcuno si sacrifica, cioè il Cristo. Nell'eucarestia vedono soltanto il sacrificio della croce di Gesù Cristo. E se oggi chiedeste alla gente qualcosa a questo proposito, vi direbbe che nella Messa vede il calvario». (pag. 312).
Ora,
la gente dice così perché questo è l'insegnamento della Chiesa, che essi, invece, Kiko e Carmen, rinnegano.
E ancora a pagina 353 scrivono:
«Carmen vi ha spiegato come le idee sacrificali, che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, si introdussero di nuovo nella Eucarestia cristiana. Forse che Dio ha bisogno del Sangue del Suo Figlio, del suo sacrificio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di Suo Figlio alla maniera degli dèi pagani. Per questo gli atei dicevano: Che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro Suo Figlio nella croce?... E chi poteva rispondere?...
Le razionalizzazioni sull'Eucarestia ci avevano condotto a queste deformazioni. Ma le cose non stanno così. Dio, in Cristo, dice San Paolo, stava riconciliando il mondo in noi, non perché Cristo placa Dio in qualche modo, ma perché vuole dimostrare agli uomini che ci ama nonostante il nostro peccato; aveva bisogno di dimostrarci che anche se ammazzavano Suo Figlio continuava ad amarci.».
Ma che razza di Dio hanno creato questi due "deliranti"? La dottrina Cattolica, invece, è di una logica impeccabile: Gesù si è fatto uomo, nostro fratello, non avendo noi come riparare gli oltraggi fatti a Dio, ecco che egli, uomo come noi, nostro fratello per solidarietà, si è offerto lui a riparare tutti i nostri peccati!
Ma questi due eretici travisano la Sacra Scrittura e la fede che la Chiesa ha sempre professata e definita.
Nella Sacra Scrittura è Dio stesso che stabilisce sacrifici espiatori. Vedi Levitico 16,2 e seg.: «Disse Jahvè a Mosè: ordina ad Aronne tuo fratello... Aronne entrerà nel santuario in questo modo: con un giovenco per un sacrificio espiatorio e con un montone per un olocausto».
Ora questa idea non è stata mai corretta o sublimata. Difatti, Malachia, ultimo dei profeti (capitolo 1) parla di sacrifici espiatori che Dio rigetta solo perché i sacerdoti gli offrono gli scarti del gregge, come gli animali storpi; questi sacrifici critici, non solo non lo placano, ma suscitano il suo sdegno, e Dio annunzia il degno sacrificio messianico: (verso 11) «In ogni luogo si presenta un sacrificio, si offra al mio nome un oblazione monda. Sì, Il mio nome è grande tra le genti dice Jahvè degli eserciti!».
Dunque è falso quello che dicono Kiko e Carmen che è Dio che offre mentre è vero che, nell'eucaristia, e l'uomo che offre a Dio l'oblazione monda.
Ecco le parole di questi due eretici (pag. 341):
«È chiaro che questo offrire a Dio non è affatto una cosa cattiva. Tu puoi offrire a Dio quello che vuoi, ma l'Eucarestia è una cosa ben diversa, nettamente distinta da tutto ciò. Nell'eucaristia tu non offri nulla! È Dio assolutamente presente quello che dà la cosa più grande e cioè la vittoria di Gesù Cristo sulla morte.»
A conferma della loro falsità, proprio nell'ultimo libro storico della Bibbia, il secondo libro dei Maccabei, troviamo l'offerta di sacrificio espiatorio: «Giuda Maccabeo manda a Gerusalemme 12000 dracme d'argento per far celebrare un sacrificio di espiazione per i peccati dei soldati morti in battaglia; e l'autore ispirato dice: egli lo fece per un pensiero buono e pio riguardo alla risurrezione. Se, infatti, non avesse avuto la speranza che coloro che caduti sarebbero poi risorti, superfluo e vano sarebbe stato pregare per i morti!»
Dal servo di Jahvè di cui parla il profeta Isaia: «...trafitto a causa dei nostri peccati, schiacciato a causa delle nostre colpe...»( Isaia 53,5), all'Agnello dell'Apocalisse a cui tutto il cielo innalza il canto «Tu sei degno... poiché fosti immolato e acquistasti per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» tutta la scrittura parla del sacrificio perfetto di Cristo!
A noi basta ricordare le parole stesse della consacrazione: «Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi... questo è il calice del mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati...»
E non parliamo di tutta la letteratura della Chiesa e di tutti i suoi documenti! Questi due presuntuosi, quindi, stanno ripetendo esattamente eresie già condannate apertamente dal Concilio di Trento. Il Concilio Vaticano II tratta dell'Eucarestia nel documento sulla Liturgia al capitolo intitolato "Il mistero eucaristico", e alcuni punti dei documenti "Ministero e vita sacerdotale" (n.5) "Chiesa e mondo" in.38) "Lumen gentium" (nn. 3 e28).
La sacra Congregazione dei Riti ha inoltre emanato l'istruzione culto del mistero eucaristico istruzione completa in cui detta anche i principi da tenersi nelle catechesi al popolo.
Ora è molto sintomatico che con tutte queste autentiche ed autorevoli catechesi, questi signori Kiko e Carmen si ostinino a inviare ai loro catechisti questa loro vecchia catechesi che non è altro che una continua diatriba, acida e melensa, tendenziosa e aberrante, che non fa altro che offendere tutta la Chiesa, Papi sapienti, dottori illuminati, teologi profondi, innumerevoli santi che sono vissuti in una totale atmosfera eucaristica, San Tommaso, Il Cantore del Corpus Domini; Sant'Antonio, che fa adorare l'Eucaristia da una mula affamata; San Francesco che nel suo testamento afferma la sua fede dicendo: "Ti adoriamo Signore Gesù Cristo, anche in tutte le chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!" e afferma pure la Redenzione operata da Cristo; in seguito afferma il suo grande rispetto per tutti i sacerdoti: "e questo lo faccio perché dello stesso Altissimo figlio di Dio niente altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo Corpo e santissimo Sangue che essi (sacerdoti) ricevono, essi solo amministrano agli altri."
E ancora: San Pasquale, il santo per antonomasia dell'Eucaristia, scelto come patrono dei Congressi eucaristici; poi, il grande dottore Sant'Alfonso Maria de' Liguori, delle "Visite a Gesù sacramentato"...
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Colui che dona la sapienza a quelli che lo amano, rivelò a questo giusto, Pasquale Baylón, i tesori ascosi ai dotti del mondo. |
Tutti questi Santi e i grandi miracoli operati da Gesù Eucaristia hanno illuminato la mente della Chiesa a capire che quando Gesù dice non vi lascio orfani, vado e vengo a voi... sarò con voi fino alla fine del mondo... intendeva parlare non solo della Sua presenza spirituale ma anche della Sua continua permanenza eucaristica in tutte le chiese del mondo come l'Emmanuele, il Dio con noi!