giovedì 15 giugno 2023

Perché citiamo padre Enrico Zoffoli

Ventisette anni fa, il 16 giugno 1996, carico di meriti saliva al cielo padre Enrico Zoffoli.
 
Quando qui ribadiamo le storture dottrinali insegnate dal Cammino Neocatecumenale, facciamo spesso riferimento all'opera di padre Zoffoli.

Padre Enrico Zoffoli, salito al cielo carico di meriti il 16 giugno 1996, è l'autore di quella che ancor oggi è ancora la più documentata e precisa esposizione degli errori dottrinali - ambiguità, imprecisioni, vere e proprie eresie - che gli autonominati "iniziatori" del Cammino (e dunque anche tutti i loro sudditi) non hanno mai voluto correggere.

Padre Zoffoli fu un autore molto prolifico e scrisse numerosi testi di spiritualità e di apologetica. Le sue opere venivano recensite sull'Osservatore Romano ed elogiate dai Papi. Giovanni Paolo II lo apprezzava e ne citò in pubblico il Dizionario del cristianesimo. Un commento di padre Zoffoli su san Paolo della Croce (fondatore dei Passionisti, sul quale padre Zoffoli scrisse una monumentale opera) fu inserito nel breviario passionista, divenendo preghiera per i suoi stessi confratelli. Insomma, sebbene sia un autore "poco conosciuto" (nel senso di "poca fama mondana"), la sua opera ha un valore notevole.

Ad oggi non c'è mai stato nessuno capace di trovare un errore logico o teologico riguardo all'analisi delle eresie di Kiko e Carmen. Non poterono far altro che tentare di zittirlo, con arroganza, agitando un imprecisato futuro "giudizio della Chiesa" riguardo a cose già ben documentate nel presente. Occorre sempre ricordare che per riconoscere un eretico non c'è bisogno di aspettare il giudizio della Chiesa: essere eretici non è una questione giuridica, ma una questione relativa alla fede. Per esempio: Martin Lutero era eretico già prima di ribellarsi, perché professava eresie; nel 1517 avvenne la leggendaria affissione delle 95 tesi eretiche a Wittemberg, che da sole confermavano che era eretico; e la bolla di scomunica partì solo nel 1521...
P. Zoffoli insegna a un nipote la devozione
a Gesù Crocifisso

Tutti coloro che criticano padre Zoffoli non ne hanno mai letto una singola riga. Troppo comodo giudicare severamente colui che ha avuto la pazienza e la costanza di gettare luce sulle eresie dei due autonominati "iniziatori" spagnoli e della setta neocatecumenale. Sfido chiunque a leggere onestamente qualche opera di padre Zoffoli sul Cammino e a rimanere favorevole al Cammino.

Tra le "misure di sicurezza" adoperate dagli amiconi del Cammino contro padre Zoffoli ci fu persino quella di comprare tutti i suoi libri allo scopo di mandarli al macero. Per quanto possa sembrare assurdo, ci sono testimoni del fatto: esimi monsignori di curia andarono rovistando tutte le librerie di Roma per comprare tutti i testi che non erano riusciti a far rispedire indietro. L'editore ricevette "avvertimenti" e vere e proprie minacce, al punto che non procedette più a ristampe. Intanto Kiko Argüello coi suoi "potenti appoggi" mobilitava contro il passionista padre Zoffoli nientemeno che il padre generale dei passionisti: una mossa perfida, visto che padre Zoffoli in una sua breve autobiografia scriveva che entrare nell'Ordine era un privilegio, e morirvi una grazia.

Kiko tentò addirittura di fabbricare l'idea che padre Zoffoli avrebbe agito "per amore della Chiesa", col sottinteso che ciò sarebbe spontanea iniziativa personale, non dovuta, e possibilmente anche equivoca. Padre Zoffoli lo corresse immediatamente: «per amore della verità!» L'amore per la verità non tollera equivoci, l'amore per la verità non è un passatempo, l'amore per la verità non contempla menzogne e inganni. Ovvio che la perfidia neocatecumenale si scatenò comunque, diffondendo nelle comunità del Cammino la falsa leggenda che padre Zoffoli in fin di vita avrebbe chiesto perdono a Kiko.

I fratelli del Cammino che tuttora lo considerano peggio che fumo negli occhi, dovrebbero chiedersi perché occorre censurarlo anziché confrontarsi onestamente con i suoi scritti. Dovrebbero chiedersi come mai un uomo di Dio, apostolo del confessionale, prolifico scrittore di testi di teologia, spiritualità, apologetica, ha rilevato tanti madornali errori nelle cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen. E come mai i suoi scritti, ancor oggi, sono ancora così attuali.

61 commenti:

  1. Padre Enrico Zoffoli l'ho conosciuto sulle pagine di questo blog, ma avrei tanto voluto poterlo incontrare di persona. Chi l'ha conosciuto, lo descrive come una persona mitissima ed estremamente modesta, al punto da spiccare nel contesto dei prelati della Capitale con il suo livello culturale; senza alcuna alterigia, vicino al cuore della gente, facilissimo da avvicinare.
    Il suo impegno nei confronti del cammino neocatecumenale, volto a riportare persone che considerava fratelli nell'alveo della autentica dottrina cattolica, gli ha "rovinato" l'immagine, creato nemici giurati particolarmente velenosi e inclini alla calunnia, alla menzogna e allo sgambetto, tra i vertici neocatecumenali e i loro sostenitori, anche nell'ambito dell'alto clero della Capitale.
    Avrebbe potuto tacere, come purtroppo hanno fatto e stanno facendo in molti, ma in questo fu autenticamente evangelico ed autenticamente sacerdote, fino al martirio bianco che subì.
    Mai gli iniziatori o qualcuno dei teologi del Cammino ha accettato il dialogo con padre Enrico, e questa è di per sé la dimostrazione che avevano torto e che soprattutto sapevano di averlo.
    Di questo si doleva, non perché ambisse dimostrare la propria superiorità culturale, ma perché desiderava sinceramente aiutare tutti coloro che, nel Cammino e dal Cammino, venivano avvelenati; e ne ebbe esattamente il polso per l imponente archivio di testimonianze che raccolse.
    Dai neocatecumenali, anche da quelli piccoli piccoli, ricevette solo offese e minacce; questo lo invitava ancor più a continuare la propria opera, per amore sincero e paterno nei loro confronti.
    Padre Enrico Zoffoli è stato l'esempio migliore di cosa sia davvero "amare il nemico", "perdere la vita per gli altri", "non resistere al malvagio", frasi che Kiko ha trasformato in slogan identitari togliendo loro ogni autentico significato.

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    1. Noi siamo contenti di non averlo conosciuto, altrimenti.....

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    2. Ti avrebbe regalato qualche libro, come ha fatto con altri giovani cattolici amanti del bello e del vero.
      Mentre Kiko che ti ha regalato? Oltre a qualche santino con il suo ritratto, intendo?

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    3. Kiko ci ha regalato il Cammino vi sembra poco?

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    4. Noi siamo contenti di non averlo conosciuto, altrimenti.....

      Noi, al contrario, siamo contentissimi di quanto ha fatto.

      IPG

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    5. Kiko ha regalato il Cammino? A me risulta costi salato ai più (non a tutti, naturalmente).

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    6. Anonimo delle 11:08 non è stato Kiko né Carmen a regalarci il Cammino Neocatecumenale, ma è stato il Signore con la sua infinita bontà per mezzo della Chiesa.

      Arpas

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  2. Intanto i fedeli cattolici che si informano sul Cammino vedono un fatto molto significativo: i kikolatri rifiutano totalmente di confrontarsi con gli scritti di padre Zoffoli.
    Ne hanno paura, per loro sentir nominare padre Zoffoli è paggio del beccarsi una secchiata d'acqua santa.
    Hanno paura di avere la conferma di ciò che già sanno, cioè che il Cammino è sempre stato imbottito di eresie.

    Per cui, come difesa "mentale", intesa a convincere almeno sé stessi, partono dall'assurdo presupposto che padre Zoffoli si sarebbe sbagliato dalla prima all'ultima riga della sua opera.
    Tutte, assolutamente tutte: devono proprio mentire a sé stessi.
    Infatti, se anche una sola riga fosse veritiera, avrebbero molto da correggere nel Cammino.
    Avrebbero da ribellarsi ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali tutte le volte che questi ultimi lodano, proteggono, trasmettono quelle oscene eresie, quei ricattini morali, quell'idolatria per gli autonominati "iniziatori".

    Per restare nel Cammino occorre essere "ciechi", involontariamente (cioè per ingenuità, per mancanza di informazioni), o volontariamente (come gli asini che vengono qui a ragliare sperando di convincere anzitutto sé stessi).

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    1. Ricordiamo che la vita di fede per i cattolici è semplice:

      - liturgia? facciamo quel che fa la Chiesa, tutta la Chiesa, secondo le indicazioni della Chiesa; non ci servono "novità", vogliamo la Messa, non la messinscene, ci fidiamo di ciò che stabilisce l'autorità della Chiesa (e che -guarda caso!- è andato sempre bene anche ai santi), e -come messo nero su bianco da Benedetto XVI, «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o addirittura giudicato dannoso»;

      - dottrina? ci basta quel che la Chiesa ha sempre insegnato; non ci servono "santoni", non abbiamo alcun bisogno di "miracoloni", di eventi "soprannaturali", di super mega "segreti". Potremmo eventualmente gradire qualche figura di spicco - anche laica - che ci aiuti a comprendere meglio ciò che la Chiesa ci ha sempre e ovunque insegnato, ma riconosciamo come stupido o addirittura ispirato dal demonio chiunque implicitamente o esplicitamente devia dalla dottrina cattolica (quella che tutti possono leggere nel Catechismo);

      - Bibbia? tanti sono diventati santi senza mai leggerla, contentandosi dei brani presentati nella liturgia (peraltro ordinati in modo accurato); non siamo una "religione del libro", e la Bibbia un libro davvero "difficile" da leggere (ancorché ispirato da Dio): è scritta da diversissimi autori, in diverse epoche, secondo diverse sensibilità - non ci spetta diventare professori, ma di procacciarci la salvezza attraverso la fede e le opere; e poi, a che pro impegnarsi in lunghe letture bibliche? per poi poter sproloquiare pedantemente compiaciuti su complicati versetti biblici? vogliamo far concorrenza all'hobby principale dei protestanti? Nostro Signore ci ha forse detto "andate e leggete la Bibbia e spiegate alla gente i versetti più oscuri"?

      - gerarchia ecclesiale? sappiamo già che tutti sono peccatori, anche il clero, e dunque per quanto possibile ci avviciniamo ai sacerdoti che meglio ci fanno vivere la fede e i sacramenti, a costo di cercarceli in parrocchie e chiese e monasteri lontani da casa; a che pro ostinarsi a seguire soggetti scandalosi, che dicono tante robe riconoscibilmente inutili, o peggio, che inquinano la fede? a che pro subire quelle lunghissime omelie - episcopali, sacerdotali, diaconali - che sono letteralmente aria fritta e politically correct, e quelle celebrazioni "spettacolaristiche" in cui al centro non c'è Nostro Signore ma un palcoscenico dove i più vogliono esibirsi? (e quelle ridicole "preghiere dei fedeli", letteralmente antidoto alla stitichezza...).

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    2. Promemoria tecnico: occorre una notevole asineria per non saper distinguere fra la Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo - quella da Lui personalmente voluta, istituita, sostenuta e garantita, cioè quella dei sacramenti, della dottrina, del Paraclito, cioè tutta esclusivamente opera della volontà di Dio, dunque esente da errori - e gli "uomini di Chiesa", che in qualità di peccatori sono limitati, possono sbagliare, possono (a volte anche involontariamente) andare contro la stessa Chiesa di cui sono stati chiamati ad esser parte della gerarchia (nonostante le proprie indegnità).

      Solo riconoscendo questa distinzione fra Chiesa e "uomini di Chiesa" (vedi [qui] agevole libretto di p.Zoffoli) ci si può spiegare perché la Chiesa è santa nonostante la gerarchia di peccatori (e di rari santi). Ci si può spiegare perché in certi contesti storici e geografici la Chiesa sembra "non funzionare". Ci si può spiegare perché nonostante certi scandali, è lecito, anzi, doveroso fidarsi della santa Chiesa, senza essere tenuti a essere complici di clero corrotto, prelati corrotti, religiosi tiepidi. Ci si può spiegare perché nello stesso Benedetto XVI vediamo a volte l'opera di un uomo di Dio (come quando ha scritto che «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o addirittura giudicato dannoso») e altre volte opere quantomeno discutibili (come quando partecipava agli incontri ecumenici, alle preghiere coi musulmani, eccetera). E se è stato così Benedetto XVI, ricordatevi di quando Giovanni Paolo II baciò il Corano, o di quando Paolo VI all'ONU dichiarò «credo nell'uomo», o di quando Francesco ha promosso la confusione coi vari Amoris Laetitia, Traditionis Custodes, eccetera.

      E ricordiamo che una volta lo stesso Pietro ebbe a scandalizzare la Chiesa che gli era appena stata affidata, e fu rimproverato «a viso aperto» da Paolo.

      La fede cattolica, dopotutto, è apprezzata meglio dai semplici, alla faccia dei dotti e dei sapienti - ed infatti perfino i bambini possono giungere alla santità, a dimostrazione che la fede non è una fabbricazione di esperti, non è un titolo di studio, non è un elenco di attività svolte e di discorsi fatti, non è un punteggio in una qualche classifica, ma è solo una personalissima e liberissima risposta dell'anima alla divina grazia.

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    3. Asineria è l'acronimo di :

      Ancora Sorprendenti Idee Neocatecumenalmente Eretiche Ridicolmente Ignobili Allignano

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  3. Para los Neocatecunenales el Padre Zoofoli es como un exorcista...... no lo soportan

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    1. Anche perché nessuno nella Chiesa ha mai smentito o messo in dubbio gli scritti di Padre Zoffoli.
      Soltanto Ruini, persona molto ambigua, lo invito' con una lettera risentita e senza mezzi termini, ad
      "impicciarsi degli affari propri".
      Quindi Zoffoli, aveva colto ne segno.
      Ruben.
      ---

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  4. I CNC non hanno mai letto niente di qiello scritto da Zoffoli e neanche dagli altri.
    Erano e sono libri "proibiti", basta la parola di Kiko.

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  5. E' toccante l'amore per la verità di padre Zoffoli.
    Del resto, proprio perché la carità non è un sentimento umano (anche se tutta l'umanità è chiamata ad esserne coinvolta), ma divino (è Dio stesso, cioè la sua vita e di conseguenza il suo vivere e il suo sentire), la ricerca della verità è fondamentale.
    Non a caso San Giovanni dice che la carità si relizza solo nella verità, e chi ama Dio deve seguire la verità dei suoi comandamenti.

    Del resto, se per amore si intende l’affetto verso ciò che si percepisce come un bene, risulta chiaro l’importanza che hanno la verità e la ragione, che ci indicano dove sta il bene e sottomettono, con l'aiuto della grazia la nostra collaborazione attraverso il nostro sforzo, le passioni che ci ostacolano nel raggiungerlo.

    Senza la verità, l'amore non colpisce il centro. Ma, se non raggiunge il bene, allora raggiunge ciò che bene non è, ovvero il male.

    Se San Paolo insiste tanto sull'importanza della sana dottrina, non è perché è un nemico del Cammino, ma perché è nemico del male. L'amore per la verità, infatti, coincide con l'amore del bene, così come Gesù, che la la Verità, è Dio.

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  6. Basta ripercorrere un po' di storia del Cammino Neocatecumenale per capire che per qualche oscuro motivo fu segretamente sostenuto e caldeggiato fin dal suo nascere da qualche potente vaticano.

    Quando Kiko e Carmen calarono in Italia, al loro attivo avevano solo 6 o 7 comunità in Spagna, tutte costituite l'anno precedente e quindi non collaudate per niente. Alcune di queste chiusero al Cammino nel giro di pochi anni.

    A Roma arrivarono a luglio del 1968 e, accompagnati da don Torreggiani, fecero il giro di diverse parrocchie romane per proporre la neonata realtà (ancora non si chiamava nemmeno Cammino Neocatecumenale, non aveva neppure un nome).
    Tutti li rifiutarono.

    Una volta liberatosi da don Torreggiani (mai più vicino al Cammino Neocatecumenale), Kiko fu libero di gestire la cosa secondo i suoi programmi.
    Incredibilmente, già a novembre dello stesso anno nacque la 1° comunità dei Martiri Canadesi e, a seguire, le parrocchie romane cambiarono rapidamente opinione, si dice "richiedendo" il Cammino da più parti.
    Le catechesi vennero fatte da persone che frequentavano solo da tre mesi e quindi, come direbbe Kiko, da pre-catecumeni che hanno ancora tutto da imparare. Sbarbatelli.
    Da luglio a ottobre, quando cominciò la prima catechesi (nemmeno 3 mesi), gli stessi preti che a Roma li rifiutavano, ora li volevano...
    Molto molto strano.
    Sembra più che siano stati incoraggiati da qualche prelato che all'epoca contava e che non aspettava altro che collocare in fretta i nuovi arrivati.
    Tanto Torreggiani, l'incomodo, era stato tolto di mezzo e si poteva fare come si voleva in libertà, soprattutto abbandonando l'attenzione per i poveri, che era l'unico motivo per cui Torreggiani si prestò a portarli in Italia.

    Quando ancora non esistevano ufficialmente i mamotreti, nel 1974, il massone Bugnini scrisse una nota laudatoria, non si sa su che basi e su quale esperienza, visto che esistevano da soli 6 anni e non erano collegati ad alcuna realtà precedentemente collaudata. Nuovi di zecca nella compagine cattolica.
    Quanto meno un giudizio "inspiegabilmente" troppo affrettato e mancante di prudenza.

    Continua...

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  7. Padre Zoffoli pubblicò il suo primo scritto nel 1990, forse quando ormai si erano troppo radicati, ma lascia da pensare il fatto che in soli 20 anni fossero passati dal rifiuto più totale alla più totale accoglienza.
    Si dice che a Roma non si potesse spendere un fiato contro il Cammino Neocatecumenale e che molti preti, benché contrari, non osassero nemmeno parlarne.
    Una sorta di dictat dall'alto a cui non ci si poteva opporre, se non si aveva il coraggio e l'amore alla verità nella dimensione di Padre Zoffoli.

    Anche il fatto che Padre Zoffoli sia stato zittito e ignorato, la dice lunga sulla protezione di cui godeva il Cammino da parte di certi soggetti delle stanze vaticane.
    La stessa protezione che fin dall'inizio aprì le porte di parrocchie che pochi mesi prima li avevano rifiutati, non sapendo nemmeno chi fossero o che programma portassero.
    Poi li accettarono a scatola chiusa, perché specialmente all'epoca degli insegnamenti kikiani non trapelava proprio nulla.

    Come non vedere che l'improvviso e subitaneo successo del Cammino, in una Roma a questo refrattaria, puzza troppo di strani maneggiamenti?
    Come non vedere che subitissimo, dopo la morte di Giovanni Paolo II (aprile 2005), il nuovo Papa, Benedetto XVI, inviò la famosa lettera tramite la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, per porre fine agli scempi eucaristici (dicembre 2005).
    Fu una delle primissime cose che fece nel suo pontificato.

    Da tutto questo, io penso che Kiko, al soldo di qualche corrente nascosta nelle pieghe degli alti poteri vaticani, sia stato soltanto l'appagato burattino di forze a lui superiori, che se ne sono servite per introdurre caos nella Chiesa universale. Forse addirittura scrivendogli quelle strampalate dottrine che a tutt'oggi non vengono pubblicamente divulgate e che l'ignorante Kiko (di storia della Chiesa, di liturgia, di teologia...) non avrebbe saputo scrivere. Ma nemmeno Carmen, col suo corso di teologia (niente laurea, come spesso si vantano).

    Sarebbe stato molto più comprensibile se dal rifiuto totale, piano piano, il Cammino si fosse incistato qua e là, ma non un subitaneo boom di aperture ad opera di pre-catecumeni ancora tutti da formare (al neocatecumenalesimo).
    Anche questo fa pensare: quale prete sano di mente (e di spirito), se non fosse sotto pressione, accetterebbe mai di mettere in mano la propria parrocchia a degli sconosciuti principianti?

    Nulla torna nell'ascesa del Cammino, ma tutto torna nella sua inarrestabile discesa.
    Marco

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    1. Approfitto della pausa pranzo per testimoniare che gli scritti di Padre Zoffoli furono gettati nel cestino proprio davanti ai miei occhi.
      All'epoca frequentavo molto la casa parrocchiale per aiutare il parroco nelle varie necessità (ero ancora studente).
      Un giorno arrivò un plico e prima che potessi aprirlo, il parroco me lo tolse di mano dicendo che si trattava di scritti che non era bene leggere (era un diretto catecumeno di Kiko e lo idolatrava). Li buttò direttamente nel cestino.
      Al momento non compresi, neanche sapevo chi fosse Padre Zoffoli, ma intuii comunque che si trattava di qualcosa che riguardava il Cammino, perché già si parlava di un prete che diffondeva "calunnie" e che perseguitava.

      Allora oggi mi domando: ma se si trattava comunque di uno scritto religioso fatto da un prete, perché mi fu vietato di leggerlo? Nella Chiesa Cattolica nulla dovrebbe essere oscurato.
      Però oggi ho la risposta che a quel tempo non avevo: perché nel Cammino non si permetteva di leggere le varie cose ad esso contrarie, seppure provenienti dall'ambito ecclesiale. Venivamo tenuti nell'ignoranza. All'epoca internet non esisteva o era ai primissimi inizi.

      Ah, l'avessi potuto leggere allora!
      Marco

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    2. Un parroco cattolico butterebbe nel cestino solo la propaganda omosessualista, protestante, abortista, testimondigeovista.

      Un parroco neocatecumenale butta nel cestino qualsiasi cosa cattolica che non può essere usata per gloriare Kiko, Carmen e il Cammino.

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  8. Sono terribilmente deluso; faccio una gran fatica ad andare a Messa. Io ho creduto in un Dio, con determinate caratteristiche, e pensavo fosse il Dio della Chiesa Cattolica. Ora i neocatecumenali credono in un dio (non a caso uso la minuscola) che ha caratteristiche completamente e sostanzialmente diverse ed inconciliabili con quel Dio a cui ho creduto sinora.

    Questi due dei desiderano dai propri fedeli comportamenti opposti. Il loro dio approva che due genitori appioppino i figli ai nonni e se ne vadano girovagando a propagare una setta. Il mio condanna ciò. Il loro approva che si spillino soldi agli ingenui, il mio no. Il loro ritiene che l’uomo sia “sterco” (e uso un termine gentile) che sia incapace di fare il bene e non lo ha dotato delle capacità e delle forze per salvarsi.

    Il loro approva che si riduca la gente in condizioni di larve intellettuali, fino al punto di negare sfacciatamente persino l’evidenza. Approva che si scodellino figli come coniglietti senza avere il tempo né i mezzi per dare loro educazione ed assistenza adeguate. Potrei continuare molto a lungo. Ora gli adoratori di un tale dio vanno proclamando esplicitamente di essere i soli, veri, cristiani. E che il loro dio sarebbe quello della Chiesa Cattolica! E la cosa più grave è che più pontefici di fila gli dicano: “bravi, complimenti, avanti così”!!!

    Quindi il Dio a cui credevo era una mia invenzione! Restando fermo il fatto che al loro dio mi rifiuto di credere, in cosa credo? In un Dio che mi sono inventato? Cosa ci vado a fare a Messa, quale dio si adora in quella celebrazione?

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    1. Noi non abbiamo il potere di salvarci perché solo Dio salva, ma possiamo collaborare con Dio a salvarci impegnandoci a seguire i Comandamenti e ad amare gli altri. E' la grazia di Dio che ci dona la salvezza e la carità, cioè l'amore soprannaturale.

      Il problema di chi dice che fa tutto Dio indipendentemente dal nostro sforzo ad accogliere i suoi Comandamenti, o è quello di ammettere che Dio destina alcuni all'inferno così come destina altri al Paradiso, o è quello di far dipendere la salvezza dall'appartenere a una specifica comunità.

      E' vero che la Chiesa dice che per salvarsi occorre essere in qualche modo incorporati ad essa, ma non lega questo a un'appartenenza solo esteriore. Per la Chiesa infatti si possono salvare anche i non cristiani che seguono la propria coscienza, e nella coscienza non si oppongono alla grazia che scaturisce solo dalla Chiesa, secondo le parole di Gesù agli Apostoli: "Chi non è contro di voi è per voi", e può dannarsi chi "cammina" con la comunità ecclesiale ma non ha la carità.

      E' vero che la comunità ecclesiale è voluta da Dio in ordine alla salvezza di tutti, ma è anche vero che il giudizio finale sarà personale. Ciò significa che, all'interno della Chiesa, c'è uno spazio riservato a noi e Dio e basta. Ciò significa che siamo un popolo, ma anche che ognuno di noi è un tutto.
      La Chiesa è mediatrice, ma l'incontro con Dio è personale.

      Nel Cammino invece, a volte sembra non solo che il Cammino possiede tutta la potenza salvifica della Chiesa cattolica, un po' come il collegio apostolico possiede la stessa autorità del Papa (che però lo presiede), ma ancora di più: sembra che il Cammino, con la sua "dottrina" della salvezza a grappoli se si appartiene ad esso, voglia occupare anche lo spazio che Dio si riserva nella coscienza di ogni singola anima dove, come dice il Vaticano II, lui e l'uomo sono soli.

      Questo significa che la Chiesa lascia LIBERI, mentre un certo modo di fare settario che può contraddistinguere certe comunità, e in modo particolare il Cammino, schiavizza.

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    2. EC: nella terz'ultima riga: "DOVE lui e 'uomo sono soli".

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    3. Vorrei ricordare a tutti quelli che stanno tentando di "spammare" lo spazio commenti con documenti, video e altre risorse sul tema "grazia", che stanno perdendo il loro tempo, perché si capisce benissimo che:

      1) non hanno né letto, né capito quei documenti
      2) e anche ammettendo che capiscano qualcosa, non si troveranno del tutto d'accordo
      3) e anche ammettendo che siano del tutto d'accordo, nel 90% dei casi sono autori poco rilevanti
      4) e comunque lo stanno facendo solo perché il solo sentir nominare padre Zoffoli, per loro è peggio di una secchiata d'acqua santa

      (e infine: la piattaforma Blogspot tende a considerare "spam" l'inserimento molesto di link esterni al blog, specie da utenze/indirizzi che già in passato erano state marcate come "spam").

      Sono così furenti contro chi non loda il Cammino, che credono davvero indispensabile scaraventare addosso all'interlocutore documenti che loro stessi non hanno alcun interesse né passione a leggere.

      Notate in particolare come tentino furbescamente e deliberatamente di far confusione tra santa Chiesa (opera di Dio: i sacramenti davvero sono strumenti della divina grazia, ecc.) e uomini di Chiesa (cioè peccatori, che talvolta possono talvolta essere corrotti, o prendere decisioni sbagliate, o risultare di pessimo esempio, ecc.): confondono di proposito, deliberatamente, con malizia, perché tutto ciò che possono pomposamente dire sul Cammino, dipende da furberie di uomini (come la Ogniqualvolta estorta con un trucchetto a Giovanni Paolo II, come la Laudatio del massone Bugnini del '74, come le oliature e rappresaglie, come le "vocazioni" farlocche, ecc.).

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    4. Se il problema è lo spam allora allego il testo interessato. Mi pare doveroso, e non disturbante, presentare una tesi opposta a quella che padre zoffoli prende a riferimento per arrivare a dire che il cammino è eretico su ciò che concerne la grazia.
      Chi scrive non è certo l'ultimo arrivato, infatti si tratta del Santo Agostino.

      Dio inclina le volontà degli uomini dovunque vuole.
      21. 43. Per mezzo di queste testimonianze delle parole divine, ed altre di tal genere che sarebbe troppo lungo ricordare al completo, si rivela a sufficienza, a quanto credo, che il Signore opera nel cuore degli uomini per inclinare le loro volontà dovunque voglia. Ora le volge al bene poiché egli è misericordioso, ora al male perché essi lo meritano, sicuramente in base ad un giudizio suo talvolta chiaro, talvolta occulto, ma sempre giusto. Infatti dev'essere fissa e irremovibile nel vostro cuore la convinzione che non vi può essere ingiustizia presso Dio 242. E per questo quando leggete nella verità delle Scritture che gli uomini sono sedotti da Dio, oppure che i loro cuori sono storditi o induriti, non abbiate alcun dubbio che essi in precedenza avevano meritato il male, cosicché ciò che subiscono è giusto. E non incorrete in quel Proverbio di Salomone: La stoltezza dell'uomo stravolge le sue vie; e invece nel suo cuore egli accusa Dio 243. Ma la grazia non è data secondo i meriti degli uomini, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia; è per questo appunto che è chiamata grazia, perché viene data gratuitamente. Egli dunque, o attraverso gli angeli, sia del bene che del male, o in qualunque altro modo, è in grado di agire anche nel cuore dei malvagi, secondo quanto hanno meritato; eppure non è lui che ha prodotto la loro malizia, ma essa è stata tratta originariamente da Adamo o è stata accresciuta dalla loro propria volontà. E allora che c'è di strano se per mezzo dello Spirito Santo egli opera il bene nel cuore dei suoi eletti, dato che ha pure operato perché questi cuori si trasformino da malvagi in buoni?

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    5. Quindi abbiamo ragione a dire a FAV e company di non scrivere più sul blog........

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    6. Scrive padre Zoffoli in Eresie del Cammino neocatecumenale:
      il punto vulnerabilissimo della ricostruzione kikiana si riduce a questo: mentre si esalta l'iniziativa della Grazia, si nega la necessità della corrispondenza dell’uomo; al quale Dio risparmia ogni sforzo, ogni rinuncia, ogni rinunzia, ogni sacrificio come amorosa e indispensabile partecipazione all'Offerta cruenta della Croce. Infatti - sostiene Kiko - «Gesù Cristo è venuto a soffrire perché tu non soffra; è venuto a morire perché tu non muoia: Lui sì che muore, tu no; in modo che ti si regala gratuitamente la vita, a te e all'ultimo disgraziato della terra, al più peccatore, al più vizioso,
      “all'assassino”, a chiunque sia si regala una vita eterna»"
      Padre Zoffoli cita Sant'Agostino in de Gratis et libero arbitrio:
      "E chi aveva cominciato a dare questa carità, benché ancora piccola - si riferisce a Pietro che assicura: Darò per te la mia vita (Gv 13,37) - se non Colui che prepara la volontà, e cooperando porta a termine quello che operando ha iniziato? Perché è proprio lui che dando l'inizio opera affinché noi vogliamo, e poi nel portare a termine coopera con coloro che già vogliono... Dunque Egli fa sì che noi vogliamo senza bisogno di noi; ma quando vogliamo, e vogliamo in maniera tale da agire, coopera con noi. Tuttavia senza di lui che opera affinché noi vogliamo o coopera quando vogliamo, noi non siamo validi a nessuna delle buone opere della pietà".
      Si noti che la Grazia, dopo aver suscitato la conversione coopera con la volontà umana; quindi in fin dei conti anche se la Grazia è dono per antonomasia, e il dono non può essere meritato, senza la volontà positiva dell'uomo la grazia non può cooperare e quindi portare alla salvezza. È questo insegnamento di Sant'Agostino, ripreso da Zoffoli, che Kiko nega con la sia teoria luterana della "salvezza senza sforzo".

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    7. Valentina non c'è nessuna cooperazione, la Grazia precede anche la volontà, e ogni opera buona è un dono di Dio, niente di buono viene dall'uomo. Non sono concetti miei, ma sono sempre di Agostino, negli stessi scritti citati da Zoffoli
      Grazia e Libero arbitrio.

      La vita eterna è il premio dei meriti che Dio ci ha donato.
      6. 15. Ma i pelagiani dicono che la sola grazia non concessa secondo i nostri meriti è quella per la quale si assolvono all'uomo i peccati; invece quella che è data alla fine, cioè la vita eterna, è concessa in base ai nostri meriti precedenti. Rispondiamo dunque a costoro. Se infatti essi concepissero i nostri meriti riconoscendo che anche questi stessi sono doni di Dio, il loro concetto non sarebbe da respingere; ma poiché esaltano i meriti umani a tal punto da sostenere che l'uomo li possiede di per se stesso, senz'altro con piena ragione risponde l'Apostolo: Chi infatti ti distingue? Cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché ti vanti come se non lo avessi ricevuto? 83. A chi pensa così, con la massima verità si può rispondere: Dio corona non i tuoi meriti, ma i suoi doni, se i tuoi meriti ti provengono da te stesso e non da lui. Se questi infatti provengono da te, sono nel male e Dio non li corona; ma se sono nel bene, sono doni di Dio, perché, come dice l'apostolo Giacomo: Ogni concessione ottima e ogni dono perfetto viene dall'alto, discendendo dal Padre della luce 84. Per questo dice anche Giovanni, precursore di Gesù: L'uomo non può ricevere alcunché, se non gli viene dato dal cielo 85 : sì, dal cielo, da cui venne anche lo Spirito Santo, quando Gesù ascese in alto, catturò la cattività, dette doni agli uomini 86. Se dunque i tuoi meriti nel bene sono doni di Dio, Dio non corona i tuoi meriti come tuoi meriti, ma come suoi doni.

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    8. Ricordiamo ai gentili lettori che quando un kikolatra viene qui a sciorinare chilometriche lenzuolate sviolinanti su temi d'alto livello teologico, lo fa non perché ci crede, ma per estenuare gli interlocutori, inducendoli a spendere un sacco di tempo su altri temi, inducendoli a distrarsi dalle questioni semplici e concrete degli errori del neocatecumenalismo.

      Cioè lo fa non perché ci crede, ma perché vuole difendere con ogni mezzo (anche il più disonesto) quei due eretici di Don Kikolone e Sora Carmen. E si illude che il modo migliore consiste nel buttar giù "provocazioni" su "provocazioni", sperando che gli interlocutori abbocchino all'esca e si finisca a tarallucci e vino, o almeno a non ricordare che il Cammino propaga tuttora - nel 2023 - idee sbagliate sul peccato e sulla grazia, che è uno dei tanti motivi per cui diciamo legittimamente che il Cammino è eretico.

      Nel Cammino, infatti, si insegnano robacce - direttamente e "per allusioni" - come l'idea che l'uomo sarebbe totalmente malvagio (cioè Dio avrebbe sbagliato a crearlo? Dio sarebbe cattivo e sadico?) e addirittura che il Signore gli manda disgrazie per convertirlo (cioè Dio sarebbe sadico e cattivo? e odierebbe le sue creature? e non venitemi a fare i furbetti che "Dio indurì il cuore del Faraone", che anche il Faraone era una creatura, sebbene peccatore e già accecato da odio e brama di potere).

      Questo genere di errori deriva dal fatto che nella mentalità neocatecumenale bisogna assolutamente sembrare più cristiani dei cristiani. Dunque si procede per esagerazioni:
      - i cattolici hanno la "paternità responsabile"? e allora i neocat devono far figli come conigli
      - i cattolici hanno l'elemosina come una delle forme della virtù della carità? e allora i neocat devono "fare la Decima" (in più a tutte le altre richieste di soldi), naturalmente a favore del Cammino
      - i cattolici sono invitati a pregare ogni giorno (nel senso di fedeltà quotidiana al gesto, non nel senso di "grossa quantità di preghiere")? e allora i neocat devono mollare i figli a nonni cognate zii "didàscali", mentre vanno a fare le pompose Preparazioni della Bibbia, Preparazioni della Liturgia, l'Ambientale, la Convivenza, la Giemmegì per Kiko...
      - i cattolici hanno la Messa domenicale che dura 50-60 minuti? e allora i kikolatri devono farla Separati, a Porte Chiuse, di Sabato Sera, e deve durare Almeno Due Ore! (così sembrerà che hanno pregato di più).

      Vedete, i neocatecumenali in fondo in fondo lo sanno benissimo di star sbagliando - e di star perseverando diabolicamente nell'errore.
      Ma sono invischiati in un tale circolo vizioso che non riescono più a tirarsi indietro.
      Hanno il terrore nero di guardarsi allo specchio dicendosi: hai sbagliato, e hai indotto in errore i tuoi cari.

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    9. È in effetti un po' paradossale che pretendano di interpretare a pro di Kiko Sant'Agostino, e non si rendano conto di ricadere negli stessi errori protestanti.
      Anche Lutero infatti sosteneva che la sua teoria della sola grazia e del servo arbitrio condannati dal Concilio di Trento fossero fondate sul pensiero del Vescovo d'Ippona.
      E poi: inutile citare un paragrafo di Sant'Agostino, interpretandolo a modo proprio, così come fanno con la Sacra Scrittura. Che comincino piuttosto a studiare seriamente, con l'aiuto di qualche buon commentario, e poi aprano il mamotreto e lo confrontino, una buona volta, con le panzanate del proprio leader.
      A latere, se riescono, si leggano anche un po' di Lutero, per capire da dove provengono certi errori.
      Comunque io credo che Leonardo faccia bene a leggere Zoffoli e sant'Agostino; anche se lo fa per smentire noi e confermarsi in Kiko, almeno sta mettendo il naso fuori dal mamotreto e dalle solite frasi fatte, e respira un po' d'aria pulita.

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    10. Siete talmente invettivi nelle vostre critiche, talmente scorretti nel portare avanti un contraddittorio, che in un immaginario confronto leale verreste smascherati e svuotati di ogni vostra parola in meno di 5 minuti.

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    11. Per Leonardo, sempre da Sant'Agostino (purtroppo sono costretto a prendere delle frasi, perché il testo è troppo lungo):

      "Alcuni sostengono la grazia di Dio in maniera tale da negare il libero arbitrio dell'uomo, o pensano che sostenendo la grazia si neghi il libero arbitrio; per questo motivo, spinto dal reciproco sentimento di affezione, mi sono preoccupato di indirizzare qualcosa per iscritto alla Carità tua, fratello Valentino...

      per mezzo delle Scritture sue sante ci ha rivelato che c'è nell'uomo il libero arbitrio della volontà...

      E che significa il fatto che Dio ordina in tanti passi di osservare e di compiere tutti i suoi precetti? Come lo può ordinare, se non c'è il libero arbitrio? E quel beato di cui il Salmo dice che la sua volontà fu nella legge del Signore, non chiarisce forse abbastanza che l'uomo perdura di propria volontà nella legge di Dio?...

      Quindi certamente quando si dice: Non volere questo o non volere quello, e quando negli ammonimenti divini a fare o a non fare qualcosa si richiede l'opera della volontà, il libero arbitrio risulta sufficientemente dimostrato. Nessuno dunque, quando pecca, accusi Dio nel suo cuore, ma ciascuno incolpi se stesso (quindi niente colpa al demonio, né al Signore "quando leva la mano dalla testa") e quando compie un atto secondo Dio, non ne escluda la propria volontà. Quando infatti uno agisce di proprio volere, è allora che bisogna parlare di opera buona ed è allora che per quest'opera buona bisogna sperare la ricompensa da Colui del quale è detto: Renderà a ciascuno secondo le sue opere...

      Fin qui, carissimi, abbiamo provato, con le testimonianze delle sante Scritture citate sopra, che per vivere bene e agire rettamente c'è nell'uomo il libero arbitrio della volontà; ma adesso vediamo anche quali siano le testimonianze divine sulla grazia di Dio, senza la quale nulla di buono possiamo compiere... Non è forse al libero arbitrio di Timoteo che l'Apostolo rivolge la sua esortazione dicendo: Mantieni puro te stesso? E proprio riguardo a questo consiglio dimostra il potere della volontà, quando dice: Non avendo necessità, ma anzi piena padronanza del proprio volere, di conservare la sua vergine...

      Continua...

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    12. A questo punto se qualcuno dicesse: Voglio osservare la castità, ma sono vinto dalla mia concupiscenza, la Scrittura risponde al suo libero arbitrio quello che ho già detto sopra: Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. Ma perché ciò sia fatto, presta aiuto la grazia... Dunque anche la vittoria con la quale si vince il peccato nient'altro è se non un dono di Dio, che in questa lotta aiuta il libero arbitrio...

      Dunque ciascuno, lottando contro la sua concupiscenza, preghi per non entrare in tentazione, cioè per non essere da quella attratto ed allettato. Ma non entra in tentazione, se vince con la volontà buona la cattiva concupiscenza. Eppure non è sufficiente l'arbitrio della volontà umana, a meno che la vittoria non sia concessa dal Signore a chi prega per non entrare in tentazione. Che cosa in realtà si manifesta più chiaramente della grazia divina, quando si riceve quello che si prega?...

      In effetti l'apostolo Paolo, quando perseguitava la Chiesa, un merito lo aveva certamente, ma era un merito negativo; per cui dice: Non sono degno di essere chiamato Apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Allora, se aveva questo merito nel male, gli fu reso bene per male; perciò prosegue col dire: Ma per grazia di Dio sono quello che sono. E per mostrare anche il libero arbitrio aggiunge poi: E la sua grazia in me non fu vana, ma mi sono adoperato più di tutti loro...

      Questo libero arbitrio dell'individuo egli lo sprona anche negli altri, dicendo: Vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio. Ma in qual maniera li potrebbe esortare a questo, se ricevendo la grazia perdessero la propria volontà?...

      Evidentemente vuol dire: "Non da solo, ma la grazia di Dio era con me"; e perciò non intende parlare né della grazia di Dio sola, né di se stesso da solo, ma della grazia di Dio insieme con lui...

      Continua...

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    13. Però gli uomini non hanno compreso ciò che dice l'Apostolo: Noi pensiamo che l'uomo sia giustificato attraverso la fede senza le opere della legge, e hanno pensato che egli voglia dire questo: All'uomo basta la fede, anche se vive malvagiamente e non può vantare buone opere...

      E da ciò nasce un problema non trascurabile, la cui soluzione dev'essere ricercata con l'intervento del Signore. Se infatti la vita eterna viene data in ricompensa delle opere buone, come dice la Scrittura in maniera estremamente chiara: Dio renderà a ciascuno secondo le sue opere, in qual maniera la vita eterna può essere grazia, dato che la grazia non è assegnata in ricompensa alle opere, ma viene conferita gratuitamente?... Dunque la vita eterna come può essere una grazia, se si acquista in seguito alle opere? O forse non è la vita eterna che l'Apostolo chiama grazia? Al contrario, egli si è espresso in una maniera che l'identificazione non si può negare; e non c'è bisogno nemmeno di un acuto intenditore, ma soltanto di uno che dia ascolto attentamente. Quando infatti afferma: La paga del peccato è la morte, subito aggiunge: Ma la grazia di Dio è la vita eterna...

      E ancora l'Apostolo afferma: Per la grazia voi siete stati salvati mediante la fede, e ciò non proviene da voi, ma è dono di Dio; non in seguito alle opere, affinché per caso qualcuno non si glori. Egli vide senza meno che secondo l'opinione degli uomini questo concetto si potrebbe intendere nel senso che ai credenti non siano necessarie le opere buone, ma basti per essi la fede sola; e che inoltre gli uomini potrebbero gloriarsi per le opere buone, come se per compierle bastassero le loro sole forze...

      Allora, fratelli, voi attraverso il libero arbitrio dovete appunto non fare il male e compiere il bene: è questo che ci prescrive la legge di Dio nei Libri santi, sia dell'Antico, sia del Nuovo Testamento...

      Sempre c'è in noi una volontà libera, ma non sempre essa è buona. Infatti o essa è libera dal vincolo della giustizia, quando è serva del peccato, e allora è cattiva; o è libera dal vincolo del peccato, quando è serva della giustizia...

      A questo infatti serve ciò che sta scritto: Se vorrai, osserverai i precetti; l'uomo che ha voluto ma non ha potuto, deve comprendere che egli non ha voluto ancora pienamente, e deve pregare per avere una volontà tanto grande quanta ne basta ad adempiere i precetti. Così egli viene aiutato a fare ciò che gli è ordinato...

      "A Valentino e ai suoi monaci", Sant' Agostino
      Marco

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    14. Ed ecco che il fratello Leonardo giudica (cfr. suo commento delle 17:21) confermando che è esattamente questo il Cammino: giudicare, giudicare, giudicare. Dato che non può permettersi di avere un'opinione sulle oggettive malefatte dei cosiddetti "catechisti" e delle altre porcate che avvengono nella sua setta, viene qui a tentar di prendersi la "soddisfazione" di giudicare noialtri che abbiamo visto coi nostri occhi - e documentato grazie a persone più qualificate di noi, e anche grazie ai pubblici post sui pubblici social dei fratelli del Cammino - che il Cammino non è cattolico.

      Ma ne approfitto per ricordare di quando furono gli stessi kikolatri a convocare padre Zoffoli per un incontro chiarificatore. La prima cosa che fecero fu proibirgli di usare il registratore, altrimenti se ne sarebbero andati subito via. Sapevano che padre Zoffoli intendeva scrivere un articolo e non voleva prendere fischi per fiaschi, ma erano proprio questo il loro alibi, maliziosamente programmato in partenza: "padre Zoffoli scrive quelle cose perché non ci capisce, non ha fatto esperienza del Cammino".

      A incontro non ancora iniziato, si scoprì che i due non erano minimamente rappresentativi del Cammino, non erano "catechisti" o cos'altro, erano solo un paio di asini incaricati (o autoincaricati?) di vendere le solite chiacchiere insignificanti. L'incontro-dialogo si risolse piuttosto velocemente, visto che i due non avevano la più pallida idea di cosa avesse scritto padre Zoffoli: sapevano solo dire che il Cammino è "ispirato", e che padre Zoffoli era in "errore", ma senza mai entrare in argomento (proprio come la pasqualoneria internazionale che infesta anche lo spazio commenti di questo blog).

      Non so se successivamente ci siano stati altri incontri. Ma padre Zoffoli aveva già sfidato i kikolatri dicendo che gli sarebbe bastata, da parte di Kiko e Carmen, una «pubblica e dettagliata professione di fede». Che Kiko e Carmen non hanno mai fatto (in quanto poi i kikolatri avrebbero dovuto scegliere se stare dalla parte della fede o dalla parte delle eresie), preferendo portarsi - nel caso di Carmen e, temiamo, prossimamente anche nel caso di Kiko - portarsi ben stretta nel cuore l'eresia fino alla morte.

      Come già ricordato sopra, padre Zoffoli è stato anche "apostolo del confessionale", direttore spirituale di tante anime, formatore (direttamente e indirettamente) di vocazioni al sacerdozio. Cioè non solo era un prolifico autore di libri e articoli, ma aveva anche grande esperienza "pastorale", per usare un termine tanto caro ai vescovi. Dunque sono del tutto campate in aria anche le illazioni che (purtroppo!) valgono per tanti teologi moderni, che spendono una vita fra i libri di una singola biblioteca e non avendo mai fatto vera esperienza pastorale finiscono per scrivere emerite vaccate.

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    15. Marco condividi tutto il pensiero senza estromettere la conclusione che sintetizza a pieno il pensiero:

      "Non da solo, ma la grazia di Dio era con me"; e perciò non intende parlare né della grazia di Dio sola, né di se stesso da solo, ma della grazia di Dio insieme con lui. Ma quando fu chiamato dal cielo e fu convertito da una chiamata così grande ed efficace, la grazia di Dio era sola, perché quello che aveva meritato era grande, ma in senso cattivo. Infine in un altro passo dice a Timoteo: Soffri con me per il Vangelo, secondo la forza di Dio che ci fa salvi e che ci chiama con la sua santa vocazione, non secondo le nostre opere, ma secondo il suo decreto e la sua grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù

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    16. e qui in fine arriva ad essere chiarissimo e inequivocabile:

      Parimenti ricordando ciò che si era meritato, ma con la malvagità, dice: Anche noi infatti siamo stati stolti un tempo e increduli, sbagliando e assoggettandoci a desideri e piaceri vari, operando nella malizia e nell'invidia, detestabili, odiandoci tra di noi 73. Per tutto quello che si era meritato con la sua malvagità che cosa gli era dovuto sicuramente se non un castigo? Ma poiché Dio rende dei beni in cambio di mali per mezzo della grazia che non è data secondo i nostri meriti, avvenne quello che poi aggiunge dicendo: Ma quando incominciò a splendere la bontà e l'amore per l'uomo da parte di Dio nostro Salvatore, egli ci salvò non in seguito alle opere di giustizia che abbiamo compiuto noi, ma secondo la sua misericordia, attraverso il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento nello Spirito Santo, che egli ha sparso con estrema ricchezza su di noi, per mezzo di Gesù Cristo nostro Salvatore, affinché giustificati dalla sua grazia diveniamo eredi della vita eterna nella speranza

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    17. Leonardo tu non capisci ciò che leggi

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    18. Il problema fondamentale è il credere che il peccato sia connaturato all'uomo, come crede Kiko, tanto che per poter immaginare di liberarsene prevede di dover cambiare "natura".
      Mentre non è così: il peccato, oltre che andare contro la Legge di Dio, è proprio contrario all'ordine naturale.
      Kiko ritiene che sia normale che l'uomo a cui viene "tolto l'essere" (e per toglierglielo secondo lui basta che la moglie gli dica "stupido" - da ciò si intuisce quanto iracondo sia Kiko) ricorra subito al divorzio, e, se non basta, all'omicidio. Questo perché segue le teorie luterane ed esistenzialiste di un uomo che non ha più nessun Dio sopra di sé e nessuna regola assoluta che stabilisca ciò che è bene e ciò che è male. Partendo da questi presupposti è chiaro che non creda possibile nessuna partecipazione umana rispetto alla grazia divina. Ma Leonardo si rassegni al fatto che, invece, questa esiste e che la dottrina cattolica la insegni. Quella luterana no, glielo riconosco, ma noi non siamo luterani, fino a prova contraria.

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    19. Pelagio sostiene che la natura umana ha la possibilità inalienabile di non commettere alcun peccato.
      50. 58. E notate che cosa soggiunge credendo di confermare il proprio pensiero. Scrive: "Nessuna volontà può togliere ciò che risulta inseparabilmente insito nella natura". Perché allora quell'affermazione: Voi non fate quello che vorreste 187? Perché anche l'altra affermazione: Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio 188? Dov'è la possibilità che risulterebbe inseparabilmente insita nella natura? Ecco gli uomini non fanno le azioni che vogliono. E l'Apostolo parlava certamente di non peccare, non parlava di volare, perché erano uomini e non uccelli. Ecco l'uomo non fa il bene che vuole, ma fa il male che non vuole: in lui c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo 189. Dov'è la possibilità che risulterebbe inseparabilmente insita nella natura? Chiunque l'Apostolo rappresenti 190, se non parla di se stesso, certamente rappresenta l'uomo. Costui invece sostiene che la stessa natura umana ha la possibilità inalienabile di non commettere nessun peccato. Ora, l'effetto di queste parole, anche se le dice uno che non sa - ma non è uno che non sa, lui che queste parole mette in bocca agli incauti che pur temono Dio - è di annullare la grazia del Cristo, quasi che la natura umana sia sufficiente a se stessa per la propria giustizia. Ecc.

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    20. "Non capisce ciò che legge", cioè ha fatto la kikiana "circoncisione della ragione".

      Infatti uno dei nemici più feroci del Cammino è... l'onestà intellettuale. Quella di guardare la realtà senza filtri kikolatrici. Quella di prendere atto che il Cammino contiene errori (anche molto gravi) da correggere immediatamente, e che la gerarchia neocatecumenalizia è composta di peccatori che davanti a Dio e davanti alla Chiesa non hanno alcun titolo per dirti cosa fare, dove mollare soldi, cosa scegliere nella vita.

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    21. Poi bisognerebbe chiedere al fratello Leonardo: OK, ma tutto 'sto sproloquio, cambia mica qualcosa delle eresie di Kiko e Carmen?

      Non è che la sviolinata sul pelagianesimo renda improvvisamente il Cammino esente da errori... o almeno da quel madornale errore che viene predicato da Kiko e Carmen fin dagli inizi: cioè che l'uomo sarebbe totalmente cattivo e quindi non avrebbe senso sforzarsi di non peccare, sforzarsi di compiere opere buone (anche verso persone esterne al Cammino), sforzarsi di accogliere di più la divina grazia.

      Infatti, se hai caldo ai piedi, la soluzione non è mettere la testa nel frigo. Un errore non si corregge applicando ciecamente il suo diametralmente opposto. Non è che per correggere l'errore di Pelagio ("l'uomo è totalmente capace di essere buono!") occorra finire nell'errore di Kiko e Carmen ("l'uomo è totalmente incapace di essere buono! perciò pagate la Decima e partecipate alle Convivenze!").

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    22. Scusa Leonardo, ma oggi avevo da fare e leggo solo ora.
      Per la precisione ero al ritiro dei bambini che domani faranno la Prima Comunione.

      Quello che ho scritto da Sant'Agostino non voleva innescare un copia e incolla selvaggio.
      Semplicemente voleva mostrare come il Sant'Agostino che tu avevi citato esprime la delicata questione del libero arbitrio e della grazia con talmente tanta dovizia di particolari e citazioni che per avere uno sguardo d'insieme completo bisogna conoscerlo.

      In certi passi, infatti, sembra quasi sconfessare il libero arbitrio e in altri lo conferma e spiega come dovremmo intenderlo.
      Estrapolare solo i passi in cui sembra sconfessarlo, fuorvia perché non rende giustizia al suo pensiero.
      Per questo ho citato anche i passi in cui lo afferma e lo spiega.

      Naturalmente io non sono affatto pelagiano, per cui tutta la questione su Pelagio non mi riguarda.
      Però sono cattolico e so che non solo Sant'Agostino, ma anche il più attuale Catechismo della Chiesa Cattolica (quello che vale per TUTTI i cattolici, anche per i neocatecumenali), lega il libero arbitrio alla volontà.
      Per intenderci: se io sono debole su un certo peccato, ma ho la volontà di combatterlo, prego il Signore affinché mi affianchi nel combattimento e mi conceda la vittoria. La mia volontà si appella alla grazia, perché so che senza di essa posso combattere quanto voglio ma il rischio forte è di non riuscire e, qualora riuscissi, di attribuirmi la vittoria (Pelagio).
      Ma se sono debole su un certo peccato e soprassiedo, perché aspetto che il Signore arrivi un giorno a liberarmi da esso perché ho fatto tante Eucarestie, tante convivenze e tanti passaggi, la mia volontà non è orientata veramente a combattere quel peccato, ma solo ad aspettare che prima o poi lo Spirito Santo me lo tolga.

      E se non sento profonda contrizione per quel peccato, è anche difficile che preghi il Signore perché lo vinca, perché la volontà di liberarsi da un peccato dipende molto da quanto dolore si prova nell'attuarlo.

      Nei miei lunghi anni di Cammino ho riscontrato che l'atteggiamento ricorrente è che si aspetta una polvere magica, chiamata spirito santo, che arriva quando meno te lo aspetti e ti cambia la natura.
      Conoscendo poi molto bene i mamotreti, so che è Kiko a far passare questo.
      Ma questo non aiuta alla santificazione.

      Fondamentalmente il pensiero di Kiko è questo, rinvenibile nel mamotreto del II scrutinio:

      "Noi parliamo dello Spirito Santo, dello spirito che abita in noi, invece di parlare della grazia che sembra una cosa esterna a noi."

      Sembra che le due cose siano equivalenti e che "loro" preferiscano adoperare il termine "Spirito Santo" perché è più interno all'uomo, mentre la grazia sembra una cosa esterna.
      Ma le due cose non sono equivalenti, perché la grazia è un dono di Dio e lo Spirito Santo è Dio stesso.
      Infatti il Catechismo parla della "grazia dello Spirito Santo".

      Quindi la grazia (il dono) precede la volontà dell'uomo originando la conversione e la giustificazione e, una volta convertito e giustificato, Dio (lo Spirito Santo) orienta la nostra volontà al bene. Possiamo però non volere questo bene e così pecchiamo.
      Se un cattolico tradisce la moglie, non può dire "eh, sono debole, il demonio mi ha ingannato, il Signore mi ha tolto la mano dalla testa...", perché lo Spirito Santo orienta la sua volontà al bene, cioè alla fedeltà, e lui lo sa. Se quindi pecca, è perché ha voluto peccare, non combattendo la tentazione con la preghiera di invocazione della grazia.
      Il demonio infatti inganna se non sai, ma se sai non si tratta di inganno. E il Signore, qualora tolga la sua mano dalla testa, è perché noi per primi ci siamo ostinati a non ascoltare le mozioni dello Spirito Santo.

      Non so se mi sono spiegato.
      Marco

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  9. M a c'entrano i soldi è le decime alla fine anche in questa ordalia teologica dogmatica alla fine, credo che il punto rimane sempre riempire il sacco nero per vedere la discesa è l'atteraggio dello spirito santo tra i neurocatecumeni.

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    1. C'entrano, c'entrano. In primis, perché una setta si riconosce anche dal modo scatenato con cui spenna i propri polli.
      E in secundis, non meno importante, perché è una delle tante dimostrazioni che da una pessima teologia discende sempre una pessima vita morale e spirituale.

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  10. Non sono teologo, ma ragiono.
    La faccio breve.
    Il Signore è Eterna Bontà e Misericordia.
    Ok.
    Ma ciò non significa che non punisce, se vogliamo far passare questo con questo termine, cioè parlare di "punizione", potremmo dire anche " giusta retribuzione ".
    Ricordiamoci che nel Signore non c'è il male e l'errore, per cui, se punisce lo fa senza errore e senza peccato.
    Faccio un esempio per capirci.
    Se io bevo dalla mattina alla sera, ecco che il fegato si ammala. E poi ne subisco tutte le conseguenze.
    Ovviamente è un esempio.
    Se io uccido con volontà uno che non mi ha fatto nulla, per derubarlo e per cattiveria, e poi mi danno l'ergastolo, ecco che l'ho meritato. Il giudice che mi ha condannato non è in errore, perché sta applicando la giusta sentenza per le mie opere malvagie.
    Cioè, carissimi, è vero che il Signore perdona e cancella i peccati, ma questo avviene secondo un criterio di giustizia divina.
    Se io pecco, quei momenti, anche brevi, di lontananza da Dio, cioè nei quali mi sento come se la Grazia si fosse allontanata, ecco che me li vivo. E poi vi è tutto un sentimento di chiedere perdono e di rialacciarmi al Signore, che si compie con l'andare da Lui, al confessionale, e mettermi in umiltà e denunciare il male fatto. Secondo voi, cosa, o Chi, fa si che l'uomo si penta? La Giustizia Divina. Secondo me. Cioè è la Giustizia che, fatemi passare il termine, nella nostra coscienza ci comunica questo. Ovviamente sono cose profondissime e spirituali, è difficile descrivere a parole. Ma credo che ci siamo capiti.
    Se la persona ha la coscienza chiusa, e continua a perseverare nel male, ecco che inevitabilmente gli arrivano le giuste punizioni, le conseguenze.
    Se Totò Riina uccideva e uccideva, ed era chiuso a livello di coscienza, ecco che la coscienza di Falcone non era chiusa, e quindi Dio operava in quella del giudice. E mano a mano che Riina accumulava colpe, ecco che ha accumulato condanne nella coscienza di Falcone. Poi, quando è stato arrestato si è fatto la galera a vita.
    Se l'uomo è immagine e somiglianza di Dio, da questo potete capire come opera Dio.
    Faccio un esempio: Inferno uguale a ergastolo, Purgatorio uguale a 1 o 2 o più anni, ma poi esci riabilitato ed hai scontato e sei libero, Paradiso uguale libertà.
    Ovviamente sono esempi, sappiamo che il vescovo in Nicaragua è stato condannato iniquamente. Io intendo quando la pena è giusta e proporzionata al male fatto.

    IPG

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  11. Ricordiamo ai fratelli cattolici che oggi è sabato e perciò stasera nelle polverose salette kikizzate si celebrerà ancora una volta la liturgia degli strafalcioni inventata da Carmen e Kiko.

    Tale carnevalata liturgica, deliberatamente diversa in tanti punti dalla liturgia cattolica, offende Dio (perché riduce la liturgia a uno spettacolino autogestito e trasforma il Sacramento in una sorta di "snack" simbolico di unità comunitaria), offende la Chiesa (in quanto disubbidisce alle norme liturgiche della Chiesa, al Papa che le ha confermate, e allo Statuto del Cammino che le ha pienamente recepite), e offende anche i cattolici (poiché riduce l'azione sacra a una chiassata da osteria).

    Ricordiamo anche che la Chiesa consente la Comunione sotto le due specie, ma la raccomanda "per intinzione" (il sacerdote bagna l'ostia consacrata nel calice e poi la amministra alla bocca), non alla maniera neocatecumenale che disperde briciole e gocce (e calpesta il Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, "calpesta" sia praticamente che simbolicamente).

    Quindi tutte le omelie laicali su Terach padre di Abramo, su Agostino d'Ippona e Pelagio, sugli incisi degli articoli del Catechismo, ecc., non cambiano l "fatti concreti" che avvengono nelle comunità del Cammino e che -purtroppo!- avverranno anche stasera, in quanto i kikolatri devono per forza onorare il triplice Vitello d'Oro di Categoria Superiore, il tripode Kiko-Carmen-Cammino, che per gli adepti della setta vale molto più del Papa, della Chiesa, della Tradizione, dei Sacramenti, della Liturgia, della Dottrina, della Morale.

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    1. Il "peccato" è, per così, dire un epifenomeno dell'ignoranza (matafisica)
      E' di tutta evidenza che tale ignoranza non si elimina con l'erudizione libresca, che anzi vi è d'ostacolo. Qui varrebbe l'espressione estrema "Quando sento parlare di cultura tiro fuori la pistola ".
      L'ignoranza si elimina con la sapienza che si raggiunge per vie "operative"
      L'uomo che percorre questa via sa quando è nel giusto perché raggiunta una certa "stazione" spirituale si troverò ad affermare come la Maddalena "L'uomo di luce vive in me".
      La trasformazione dell'uomo in luce o il suo ripristino luminoso si ottiene abbandonando la veste di sozzura, acquisita alla cacciata, e solo dismettendo questo panni, veicoli funesti dei cinque sensi corporei che offuscano i sensi spirituali, l'uomo contemplerà finalmente la realtà in divinis,
      Sul carattere ubiquitario di queste esperienze fotiche, interiori ed esteriori, si può leggere il magistrale scritto di Alessandro Grossato (una garanzia!); Per una fenomenologia comparata dei fotismi e del "corpi di luce", in Kratér (Quaderni di cultura e tradizioni spirituali I (2021)

      Il resto sono squitii da criceti...

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    2. polverose salette........

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    3. I criceti si vede che hanno più contatto con la realtà degli illuminati. Lo stesso Dio non ha disdegnato di assumere la natura umana perché, libera dal peccato originale, come diviene con il Battesimo e quando siamo in Grazia, essa è pulita e degna d'essere tempio dello Spirito. Chi disprezza questo dono magnifico della Provvidenza che è il nostro corpo, con il quale risorgeremo nell'ultimo giorno, alla fin fine disprezza Dio e il Suo disegno di amore nei nostri confronti.

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    4. Uomo lampada delle 14 e 23:
      anche Wanna Marchi diceva che il maestro di vita Do Nascimento emanava tanta luce.
      Sarebbe una bella sfida con Grassato a chi brilla di più. Purché qualcuno non vada in cortocircuito.
      E' la solita tiritera.

      Io vado sul sicuro: Gesù.
      Nell'omelia che Papa Giovanni Paolo II ha tenuto il 1° novembre 1982 ad Avila, parlando di Santa Teresa, ha detto: “-tenere presente . . . Gesù Cristo-, riassume tutta la sua orazione. Questo è un incontro personale con colui che è l’UNICA via per andare al Padre. Teresa reagì contro i libri che proponevano la contemplazione come un vago immergersi nella divinità, o come un -non pensare a nulla-, scorgendo in questo il pericolo di rinchiudersi in se stessi, di allontanarsi da Gesù dal quale -ci vengono tutti i beni-. È per questo che grida: -abbandonare l’Umanità di Cristo . . . no, no, non lo posso sopportare!-.
      Questo grido vale anche ai nostri giorni CONTRO alcuni metodi di orazione che NON si ispirano al Vangelo e che in pratica tendono a prescindere da Cristo, a vantaggio di un vuoto mentale che nel cristianesimo non ha senso".

      Un consiglio da amico: lascia stare le meditazioni orientali, la ricerca dei poteri, le energie preternaturali e tutto ciò che ti allontana da Gesù: è un tranello.

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  12. Porque los neocatecunenales odian la doctrina social de la Iglesia Católica??

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    1. Da un lato per pessimismo, perché non credono alle possibilità di riscatto insito nella natura umana; dall'altro lato per egoismo, perché ogni energia deve essere messa esclusivamente al servizio del Cammino e dei suoi obbiettivi.

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    2. La odiano perché è diversa da ciò che Kiko va insegnando.

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  13. Dio vi ha indurito il cuore pur rispettando il vostro libero arbitrio... e sapremo il perché nel giorno del giudizio. É un mistero incredibile

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    1. Ottima trollata, altamente proiettante; peccato che le eresie del Cammino restino uguali, le malefatte dei cosiddetti "catechisti" (e soprattutto di Kiko e Carmen) restino uguali, e la vostra carnevalata liturgica-idolatrica di stasera resterà ugualmente colpevole davanti a Dio, davanti alla Chiesa, e davanti al vostro stesso Statuto.

      Non riuscirete a ingannare il Signore.

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  14. Gente sè non appartenete al (bottone) nel cammino sarete solo delle comparse paganti

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  15. O.T.
    Incredibile a dirsi: poco fa, con la scusa
    dell' 8x1000, nel banchetto esterno alla Parrocchia NC di S.M.Goretti in Roma,
    erano in vendita vari volumi di Don Fabio Rosini; se tanto mi da tanto, pur di incassare qualcosa, sono alla frutta.
    Ruben.
    ---

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  16. Leggo su Jungle Watch l'ennesimo esempio di asineria neocatecumenale: i kikolatri di Guàm vanno dicendo che siccome il dogma dell'Assunzione non è contenuto esplicitamente nella Bibbia, allora anche certe bislacche pratiche del Cammino (ci viene in mente ad esempio la perfida "Decima") non sono contenute nello Statuto del Cammino.

    Ho riportato alla vostra attenzione tale asineria perché dato che i kikolatri "pensano" con lo stampino kikiano, è possibile che qualche asino italiano voglia ragliare forte quella stessa bizzarria. Non riporto le altre, perché il tono di questa è già sufficiente a capire cos'è veramente la "circoncisione della ragione" predicata da Kiko e Carmen: il rifiutare la ragione, il fingersi analfabeti funzionali (o del tutto rincitrulliti) pur di dare ragione a Kiko.

    Ah, Tim ha anche precisato che grazie al ragliare asinino dei kikolatri di Guam, il blog Jungle Watch continua a ricevere decine di migliaia di visite mensili da tutto il mondo. Più quegli asini ragliano, e più questi blog crescono.

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    1. Beh no... addirittura paragonare le loro iniziative furbesche ai dogmi della Chiesa e il loro Statuto (che il Papa ha cambiato con totale noncuranza un anno fa: non se ne sono accorti?) alla Sacra Scrittura, è veramente troppo! E poi ha ragione Tim, questo/a Diana (che lui infatti chiama "the Diana") al di là ed oltre l'anonimato, dimostra d'essere un'entità ambigua, una specie di golem neocatecumenale.

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    2. Mi correggo: il Papa glielo ha cambiato sotto il naso due anni fa.

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  17. Ciao,
    Io sono stata in Cammino all'estero( non scrivo dove)per 28 anni.Tutti i miei 8 figli sono cresciuti nel cammino e sono arrivata si può dire quasi alla fine.
    Sono circa due anni che io e mio marito siamo usciti, e nessuno dei miei figli ha voluto continuare. Forse anche grazie a loro ho capito tante cose che prima non riuscivo a vedere.
    Ci siamo innamorati dell'idea di appartenere a una comunità cattolica e abbiamo cercato di ubbidire ,ascoltare e partecipare in tutto.Io personalmente ci ho creduto talmente tanto che ho sofferto tantissimo da non poter entrare più in chiesa per un anno! Sto sulla via di guarigione ma il danno fatto è ENORME per tutta la mia famiglia. Nessuno piu dei miei figli vuole entrare in chiesa .Non posso dire che tutto è stato cattivo.Certamente il Signore ha lavorato in noi (non eravamo praticanti ) e ci ha aiutato a capire la scrittura e ad avvicinarci a Dio.Ma la politica che esiste nel Cammino neocatecumenale non si può raccontare in due righe.
    Il fatto che ci sono i catechisti che valutano i cognomi, quindi sono sempre loro a decidere se tu vali qualcosa o no.Dipende a chi sei affiliato,se il tuo cognome è importante o no nella parrocchia.
    Poi i catechisti hanno il controllo di tutta una nazione, qui sono missionari e i figli dei missionari vengono prima di tutti gli altri.
    I missionari ( ce ne sono tanti)ricevono i biglietti pagati dalle loro varie comunità di origine per tornare in patria una volta l'anno o ogni due.Ma scoraggiano i giovani ad andare a lavorare perche i soldi sono un idolo.Pero ne chiedono sempre tanti e tanti gliene danno specie ai missionari.Bisognava sempre pagare il doppio per preti e seminaristi.
    I figli dei catechisti vengono messi come responsabili in ogni cosa, con la certezza di essere ubbiditi ciecamente.
    Non abbiamo mai potuto aprire una discussione perché se volevi dire una opinione, ti dicevano che giudichi, o che sei questo o quello, sempre a rimproverarci che siamo peccatori.Tutto é idolo...l'amicizia non si fa in comunità perché le affettività sono idoli.I figli sono idoli.Marito o moglie sono idoli.Ecc..
    Però solo con chi gli pare a loro.
    Certi preti senza vergogna!! Tanto Dio ti ama come sei!! Questo ci hanno sempre ripetuto!Senza fare sforzo, Dio ti ama e tutto è grazia! Si d'accordo, ma la grazia che è gratuita va anche desiderata e magari ci devi mettere un po pure d'impegno! Non devi cambiare, Dio ti ama e lui fa tutto per te.
    Certi catechisti, con tutto finito il cammino, dovrebbero farsi un grande esame di coscienza!!
    In 28 anni ho visto e sentito di tutto! Ma ci dicevano sempre tutti che i catechisti sanno di più, loro sono mandati da Dio e bisogna ubbidire, che il Demonio ti dice tante bugie e sei orgogliosa ecc...Insomma !! A questo kiko mi piacerebbe raccontargli qualche aneddoto, ma dove lo trovi? Non si sa! No c'è un email, un indirizzo, un telefono! Non ci hanno mai parlato della Divina misericordia, di Fatima o Lourdes, tutto per loro è religiosità naturale! I più convertiti sono loro e gli altri sono tutti con la fede da neonati.Solo loro hanno ina fede adulta!! Davvero?
    Io non ne ho conosciuti di santi in Cammino, anzi!!
    Potrei scrivere un libro di ingiustizie viste e subite! Se ti apri sulla tua vita come ti insegnano e ti dicono di fare, poi però lo usano contro di te quando ti devono mettere giù al posto tuo.
    Kiko lo adoravo!! Ora ho tolto tutte le sue icone e piano piano chiedo allo spirito santo e alla Vergine di curare il mio cuore.Prego tutti i giorni per i miei figli che un giorno possano tornare ad assaporare l'amore di Dio per loro.
    E questa e' una goccia della mia esperienza.Amen.





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