sabato 25 settembre 2021

Le sette opere di Misericordia neocatecumenale


Le sette opere di Misericordia spirituale
*secondo SATANA 
(e secondo il Cammino  Neocatecumenale)
 

1- Consigliare i dubbiosi  
* Consigliare il dubbio 
 
In Cammino si insegna a coltivare il dubbio, in particolare quello più  doloroso, il dubbio nei confronti della bontà e nella onnipotenza divina, ed anche quello nella propria ragione, incapace di comprendere ciò che viene chiamata a credere.
Ci ha colpito, nella 'monizione ambientale' del funerale di due dei morti nello scoppio del Catecumenium de La Paloma di Madrid, la frase ripetuta con convinzione, a voce elevata: 'Dio è  un mostro' e la veemenza con cui la cantora ha urlato durante il canto responsoriale  'Dov'è il tuo Dio?'
Ma non avremmo dovuto stupirci: in Cammino  il dubbio viene instillato come una vera e propria metodologia, perché di necessità si continui a frequentare la Comunità, sede di tutte le risposte.

2- Insegnare agli ignoranti  
* Gli ignoranti insegnino 
 
Nessuna organizzazione che si occupi di formazione  affida le proprie cattedre ad insegnanti per nulla qualificati.
Il Cammino, che dichiara d'essere un itinerario di crescita nella  consapevolezza della fede nei battezzati e che si basa principalmente sulla 'catechesi', manda allo sbaraglio i propri adepti più ignoranti fornendo loro un manualetto dei soliloqui di Kiko Argüello e di Carmen Hernandez.
Naturalmente  l'obbiettivo è quello di evitare che il messaggio dei due fondatori venga corretto e, possibilmente, omologato a quello della Chiesa e del suo Magistero.
 
3- Ammonire i peccatori  
* Ammonire chi non pecca 
 
Su questa terza opera di misericordia neocatecumenale è superfluo ogni commento. Il peccato per Kiko è la necessaria anticamera della Grazia, al punto tale che diviene necessario peccare, e continuare a farlo, per essere degli apostoli accreditati.
Succede cosi  che il peccato non viene più rifuggito, mentre il vero peccato diviene il giudizio personale negativo nei confronti dei peccati altrui: è ammonito chi non pecca, e soprattutto chi non pecca per il buon discernimento che proviene da una retta coscienza.
 
4- Consolare gli afflitti  
* Far disperare gli afflitti 
 
Il Cammino Neocatecumenale, che si abbraccia spesso sperando in una consolazione, è invece fonte di afflizione. 
Crea divisioni in famiglia, fra coniugi, con i figli e i parenti, perché, soprattutto se non sono in Cammino, non si sente più confidenza con loro, diminuiscono le occasioni di frequentarsi o di stare insieme, quando non scoppiano delle vere e proprie 'guerre di religione'.
D'altra parte il rapporto con la nuova famiglia dei fratelli di comunità non colma le carenze affettive, perché  c'è una specifica consegna in proposito, ed anche perché, oltre al Cammino, spesso succede di non avere null'altro in comune.
Dall'afflizione alla disperazione il passo è  breve: si dispera che all'esterno del Cammino ci sia ancora una vita possibile, e d'altronde ormai è  così difficile reciderne i legami che ci si adegua, fino a fine vita e sperando che non sia vero ciò che Pezzi e Kiko minacciano, che continui cioè anche nell'Aldilà.
 
5- Perdonare le offese  
* Offendere chi perdona 
 Uno dei leit-motiv del Cammino è il perdono al nemico, ed anche recentemente Kiko ha insistito sulla necessità di perdonarsi sempre nella vita di coppia o tra fratelli di Comunità: ma in Cammino è tanta l'insistenza sul perdono a tutti i costi mentre non si insegna a evitare di dover essere perdonati.
In sintesi, il perdono viene preteso come qualcosa di dovuto al punto tale che il biasimo peggiore cade sulla persona offesa, se giustamente chiede un gesto di riparazione per poter perdonare di cuore,  che sull'offensore impenitente.

6- Sopportare pazientemente le persone moleste  
* Molestare con pazienza le persone che sopportano 
 
Sopportare con pazienza le persone moleste non è  mai stata considerata una virtù del camminante, il quale ha sempre e solo due scelte davanti a sé: la prima scelta è mettere l'altro 'nella verità ', per esempio nel corso dei giri d'esperienza nelle convivenze se è un fratello di comunità, oppure in colloqui privati o pubblici nel corso degli scrutini, se il 'sopportante' è un catechista, la seconda è  il farsi piacere i difetti altrui, cosa che di solito succede se il sopportante è invece ad un livello gerarchico inferiore.
In nessun caso la sopportazione cristiana è vista come una virtù, anzi, spesso viene scambiata per ipocrisia, un bigottismo da cattolico della Messa delle 12, e spesso in comunità le persone mansuete non vengono apprezzate ma appunto, molto spesso, vengono criticate in modo molesto.
 
7- Pregare Dio per i vivi e per i morti  
* Accusare Dio per chi vive e per chi muore.
 
 Anche quest'ultima virtù non è molto sponsorizzata dal Cammino neocatecumenale, dove, soprattutto  i morti neocatecumenali, vengono considerati già  salvi. Senza più il santo timor di Dio, che ha ispirato ai santi in fin di vita a far ancora penitenza e a chiedere la preghiera dei propri amici e familiari per imparare il perdono, tutto si conclude nel corso della vita  terrena, nel corso della quale Dio avrebbe predestinato alcuni alla salvezza, altri alla perdizione, senza alcun loro merito, come Giacobbe e Esaù.
Per questo motivo, alla fine si alimenta la mormorazione contro Dio, la non accettazione della propria storia e dei propri fallimenti umani, esattamente il contrario di quanto promesso dai "catechisti".
 

64 commenti:

  1. Le tre virtù teologali per i cristiani: povertà, castità, ubbidienza.

    Le tre virtù neocatecumenali:

    - impoverimento ("pagate la Decima!!!!")

    - autorizzazione a peccare ("quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!")

    - disubbidienza ("la lettera di Arinze è superata e scaduta!")

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    1. Oops scusate, ho scritto "virtù teologali" invece di "consigli evangelici". A quanto pare la caffeina non era ancora entrata in circolo!

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    2. Non è giusto, ci ho messo due ore per impararla così ora devo rifare tutto da capo!

      Somareria FungKu. Mai imparare niente finché non arriva l'aggiornamento!

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    3. Povertà, castità, obbedienza : sono i tre voti che fanno i consacrati, preti, frati e suore. Che ci azzecca con gli altri, direbbe ex pm Di Pietro? E soprattutto, che ci azzecca con il Cammino? Niente, per l'appunto............................

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  2. Post molto interessante espresso attraverso una sana e pertinente ironia.

    Mi soffermo sul punto n. 3, che mi sta particolarmente a cuore.

    Kiko è sicuramente un buon comunicatore, ma ha due enormi difetti: come i protestanti più estremi è un fondamentalista, cioè segue la lettera della sola Scrittura, e non ha alcuna profondità di pensiero, ma è molto istintivo, per cui la sua personale interpretazione della Scrittura si riduce esattamente a quello che lui percepisce "a pelle".
    Essendo poi un super narcisista, crede che tutto quello che gli passa per la mente è dettato dallo Spirito Santo.

    I cattolici non cadono in questo errore, perché sanno che l'interpretazione della Bibbia spetta alla Chiesa ed è contenuta nella Tradizione, che si può approfondire, ma non cambiare o anche solo deviare minimamente.
    E la Tradizione dice che il peccato non è affatto necessario.

    A volte Gesù usa espressioni molto forti per manifestare all'uomo che Dio lo ama con un amore che sconvolge, ma tali espressioni vanno integrate con il resto del messaggio evangelico, che è inflessibile riguardo al male e al peccato.

    Una di queste espressioni è quando Gesù dice che non sono i sani ad avere bisogno del medico, ma i malati, e che lui non è venuto a salvare i giusti, ma i peccatori.

    Per gli eretici significa che il peccato è necessario per essere salvati, ma Gesù NON vuole certo dire questo.
    Infatti la Madonna, che mai ha peccato, è colei per cui più di tutti il Figlio di Dio si è fatto uomo.
    Anzi, è da credere che senza di lei Dio non si sarebbe incarnato.

    Gesù dice semplicemente che non è venuto a salvare chi cerca la propria giustificazione nelle opere della legge MOSAICA (o di qualunque altra legge moralista, come quella del Cammino).
    Infatti, i giusti secondo tale legge, cioè coloro che presumono di essere giustificati dalle opere, non sono affatto giusti di fronte a lui.

    Se i legalisti giudei fossero stati sinceri con loro stessi, si sarebbero accorti che non erano giusti nemmeno nell’osservare la legge, soprattutto perché la legge mosaica trova la sua giustizia proprio in Cristo.
    Ma, credendosi giusti nei riguardi della legge mosaica, non si sono convertiti.

    Così come i camminanti non si possono convertire finché si sentono salvati a grappoli attraverso le OPERE del Cammino, indipendentemente dal loro stato di peccato o di giustizia (cioè di grazia) di fronte a Gesù.
    La giustizia del Cammino è come la giustizia della legge per i giudei che non avevano capito la Legge: Gesù non è venuto per i giusti che si rifanno a queste leggi.
    Ma, almeno, la Legge mosaica è biblica e è servita come un pedagogo, mentre la legge del Cammino è opera di eretici.

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  3. "Una di queste espressioni è quando Gesù dice che non sono i sani ad avere bisogno del medico, ma i malati, e che lui non è venuto a salvare i giusti, ma i peccatori."

    A mio parere Pietro questa frase di Gesù potrebbe essere spiegata più semplicemente.

    Non è venuto per i giusti perché i giusti si salvano proprio perché sono già giusti.

    È venuto per i peccatori perche' hanno bisogno di Gesù per essere salvati, un po' come spiegato per la parabola della pecora perduta, la cui ricerca per il buon pastore diventa prioritaria rispetto alle altre 99.

    Il CN in questo fallisce il suo compito perché kiko è la sua gerarchia neocatecumenale preferiscono di gran lunga tenersi strette le 99 pecore che perdere tempo e fatica tentando di recuperare la pecorella smarrita.

    Noi ex siamo la prova vivente di questa politica "aziendale" applicata bel CN.

    Anzi il CN fa anche di più , demolisce al suo interno l'immagine pubblica e privata delle pecorelle smarrite e induce le altre 99 a smettere di frequentarlo.

    Non sia mai che la pecora smarrita contribuisca ad aprire gli occhi e magari a far "smarrire" altre pecorelle.

    LUCA

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  4. Gli insegnamenti di Kiko confondono volutamente la felicità con la beatitudine, di modo che ogni pensiero non è orientato alla santificazione, ma al perseguimento e all'inseguimento della soddisfazione "già qui in terra", il centuplo, lo stoicismo davanti agli eventi avversi, il continuo convivio.

    Sappiamo invece che i beati possono anche essere sofferenti, come ci insegna il Vangelo sulle beatitudini (quelli che sono nel pianto, chi ha fame e sete di giustizia, i perseguitati, gli insultati, i calunniati... Gesù Cristo stesso) ma che, come insegna anche il Papa, vivono in uno stato di grazia e camminano verso la gioia futura.

    Del resto Gesù, gioia e beatitudine, nei Vangeli non è mai descritto mentre ride o si diverte.

    Beatitudine e felicità non sono esattamente la stessa cosa, anche se le beatitudini sono la risposta al desiderio di felicità che sta nel cuore dell'uomo (Catechismo Chiesa Cattolica).

    Di conseguenza, anche sulle opere di misericordia i kikos tendono a travisare per imporre la loro visione.
    Sopportare, per esempio, per loro è rassegnarsi mentre invece si dovrebbe essere felici.
    Davanti ad un lutto, anche importante, devono mostrarsi sorridenti, ballare e battere le mani, altrimenti non sono "felici".

    Kiko ha addirittura cambiato l'aggettivo "beato" con "felice" in due canzonette riprese dai salmi: "felice l'uomo che non segue il consiglio degli empi" e "felicità per l'uomo che teme il Signore".

    Così i kikos, più attratti dalle promesse di felicità, centuplo e prosperità che dalla beatitudine, sono soddisfatti.

    La felicità (anche effimera) la danno anche le cose del mondo (battimani, balletti, begli alberghi, buone cene, agapi, fare i salmisti, convivialità, pellegrinaggi continui, la nueva estetica...), la beatitudine appartiene a Dio ed è una cosa interiore che si può gustare anche nell'eremitaggio, senza avere per forza bisogno a tutti i costi dell'assemblea.

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  5. FATE OPERA DI MISERICORDIA, DONANDO L'8 X MILLE PER SOSTENERE LA PENSIONE DORATA DI KIKO & COMPANY

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  6. @pietro non del cammino, Kiko ha sempre detto che "il peccato è una realtà che uccide l'uomo e quindi non è una cosa buona", quello che dite è falso. Casomai il peccato che è stato necessario per la venuta di Cristo è stato il peccato originale, grazie al quale Dio ha mandato il suo figlio per la salvezza di tutti gli uomini. Tanto è vero che la notte di Pasqua la Chiesa canta (e spero anche voi) "felice colpa, che meritò un così grande Salvatore!".

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    1. E allora spiegami perchè chiama "ipocrita" e "borghese" colui che si sforza di non peccare. Sta dicendo che Dio ti "costrinhe" a farti e fare del male per amarti? Ma di quale Dio stiamo parlando? Non certo quello di GEsù Cristo il quale non ha certo VOLUTO che Adamo ed Eva peccassero (questo lo dicono gli atei e la gente che non capisce nulla di sacre scritture...come Kiko del resto), ma ha dato loro la CAPACITA' di decidere ovvero il LIBERO ARBITRIO.

      La colpa di Adamo ed Eva è detta "felice" solo per la VEnuta di Cristo, ma di certo a Dio non è piaciuto prendere le creature che aveva fatto "poco meno degli angeli" e "a sua immagine e somiglianza" e buttarle fuori dalla sua presenza. E poi, nella logica distorta di Kiko, il gesto di DIo non ha senso...Se non puoi non peccare perchè punire Adamo ed Eva? Ma si sa che Kiko pretende di insegnare persino al PAdre Eterno

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    2. Ma tu stai dicendo eresie?
      Scusa. Non scrivo per venirti contro.
      Tu scrivi che è stato necessario, grazie al quale....
      Per cui dobbiamo ringraziare il peccato, altrimenti Gesù non sarebbe venuto.
      Ma tu scrivi eresie. Allora ha ragione chi dice che siete eretici.
      Perché Gesù per venire aveva bisogno del peccato? In Eden Dio ha barato dicendo: altrimenti moriresti?
      Il peccato è una catastrofe completa, è la morte nel vero senso della parola, ci è voluta la Passione di Gesù e la sua Resurrezione per salvarci. In questo, credo, la Chiesa dica " felice colpa", nel senso che comunque Dio ha staccato la catena, ha distrutto la morte. Felice colpa è nel senso che è venuto il Salvatore, Dio non ci abbandonati. Ma la nostra condizione poteva essere migliore quaggiù, Adamo viveva nella Grazia e nella Pace. Sai tu che tutti i santi in terra non sono all'altezza di Adamo in Eden, nel senso di santità e altro? E bisogna sottolineare che, ovviamente, la Madonna supera Adamo, per via del fatto che Dio l'ha preservata dal peccato originale, per una sua Grazia. Sai che pochi giorni fa abbiamo festeggiato la Madonna dei Sette Dolori, in quanto Maria piena di Grazia ha sofferto tanto a causa del peccato?
      Il peccato non è stato necessario, se non fosse entrata la morte nel mondo, Gesù sarebbe lo stesso venuto, ma in altri termini. E noi non saremmo passati per la morte, lasciami passare il termine.
      Come faccio a dire tutto questo? Per fede. Guarda la vita di Colei che è senza peccato, e capirai che cosa ci aspettava.
      E tu mi dici: necessario. Ma sei fuori di testa? Scusa è senza offesa.

      CDD.

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    3. Quel che diciamo non è falso perché ripetiamo pari pari quel che Kiko dice e che fa trascrivere nei mamotreti.

      Kiko dice che peccare non è cosa buona ed anche che non esiste "legge" ma un "cammino della vita" e sta all'uomo decidere se percorrerlo o no. La libertà dell'uomo è quella di scegliere tra il bene e il male, cioè di vivere o di perire. Secondo Kiko, a Dio se pecchi dispiace ma fondamentalmente "sono affari tuoi" perché egli rispetta soprattutto la tua libertà di peccare. Lo dice Kiko al secondo passaggio.

      La Chiesa Cattolica invece, tramite tutti i suoi santi, dice che Dio ci dà una legge perché ci stiamo dentro e che la libertà che abbiamo è quella dei compiere il santo sforzo di scegliere il bene ogni singola volta. Cioè, che non siamo costretti automaticamente al male, da forze invincibili.

      Al contrario dello sconfittismo kikiano. Kiko arriva addirittura ad affermare che c'è bisogno di peccare per rendersi conto di essere peccatori e per sperimentare che Dio ci ha perdonati, sovvertendo le definizioni cattoliche di bene e male (v. catechismo).

      Peggio ancora, si include lui stesso nella compagnia, esibendo un curriculum di schifezze di cui nessun santo parlerebbe con questa leggerezza. Quindi avrà pure detto che peccare fa male, ma lo avrà detto così come lo avrà detto del bere e del fumare, cioè tra un bicchiere di whisky e un sigaro cubano.

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    4. Te l'hanno già detto altri, Vinicio, ma mi sento di doverlo fare anch'io, tanto per sottolineare un'affermazione totalmente eretica e di stampo kikiano come "Casomai il peccato che è stato necessario per la venuta di Cristo è stato il peccato originale, grazie al quale Dio ha mandato il suo figlio per la salvezza di tutti gli uomini".

      Scusa, ma tu stai proprio fuori dalla Chiesa e dalla grazia di Dio.

      Ma come puoi dire che il peccato originale "fu NECESSARIO per la venuta di Cristo????"

      La venuta di Cristo fu un rimedio alla condizione in cui l'uomo versava a CAUSA del peccato originale.

      Così Dio mostrò il suo amore una prima volta, creando Adamo ed Eva simili a lui e lasciandoli LIBERI di scegliere.

      Dopo che scelsero il male, Dio mostrò ancora il suo amore all'umanità inviando Gesù Cristo per salvarla dalle conseguenze della caduta.

      Non è quindi "GRAZIE al peccato originale" che è venuto Gesù, ma A CAUSA del peccato originale.

      A voi neocatecumenali sfugge spesso il nesso causa-effetto quando si parla di peccato e salvezza.

      Parlare del peccato originale come NECESSARIO e GRAZIE AL QUALE è venuto Gesù, ti mette immediatamente fuori dalla Chiesa, Vinicio.

      Spero te ne renderai conto, più prima che poi.

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  7. Non si può difendere Kiko solo perché una volta ha detto che "il peccato non è buono".

    Kiko ha sempre detto tutto e il contrario di tutto. Kiko è ambiguo. Ogni eretico è ambiguo perché quando viene accusato di eresia, i suoi seguaci - eretici come lui - devono poter ragliare "eh ma Kiko ha detto anche che il peccato non è buono".

    Ora, nella storia della salvezza il peccato non era necessario, nemmeno il peccato originale era necessario, perché Dio non ha bisogno di farsi offendere per essere in grado di compiere il bene. Se non ci fosse stato il peccato originale, Dio avrebbe comunque agito con infinita bontà nei confronti dell'uomo.

    Nell'Exsultet ci viene ricordato "felice colpa che meritò sì grande Redentore": la colpa resta una colpa, il peccato resta peccato, cioè ingiustizia, e il Redentore lo abbiamo "meritato" solo per l'infinita misericordia di Dio, che di fronte al peccato risponde sia con la giustizia (la "cacciata" dal Paradiso terrestre), sia con la misericordia (la possibilità di Redenzione). Senza il peccato originale, l'uomo non avrebbe vissuto le malattie, la sofferenza, la morte, la necessità di lavorare, ecc. Nonostante il peccato (non "con l'aiuto del peccato"), Dio manifesta la sua infinita bontà.

    Dunque, anche in quel caso Kiko dice un'eresia. Il peccato non è necessario nella storia della salvezza; è solo l'infinita bontà del Signore a far sì che il peccato non comporti esclusivamente sofferenza e condanna e punizione.

    Ricordiamo fra parentesi che quando si parla di "peccato" si parla di uomo che volontariamente compie il male (oppure, volontariamene non si oppone al male, cioè se ne rende volontariamente complice). Dunque "il peccato" non è un ingrediente di una ricetta, ma è il frutto di ciò che sta nel cuore di ogni singola anima - incluso chi scrive e chi legge su questo blog. Dunque "il peccato" è una questione fondamentalmente personale. E quando uno come Kiko dice "il peccato non è buono", non solo sta dicendo una banalità lapalissiana, ma sta anche oscurando la responsabilità personale davanti a Dio. Nella sua enorme eresia, infatti, Kiko non ha mai raccomandato di "resistere al male", non ha mai raccomandato di rinunciare al peccato per vivere le virtù cristiane, anzi, insieme all'eretica Carmen, ha sempre fatto capire che "l'uomo non può non peccare" (sottinteso: inutile sforzarvi di evitare le tentazioni, peccate pure quanto volete), addirittura va dicendo che "il Signore ti ha già perdonato" (sottinteso: inutile pentirvi, tanto il perdono è automatico, peccate pure quanto volete, tanto siete già automaticamente perdonati, tanto Dio perdona anche chi non si ravvede...).

    Peraltro, dal 1964 ad oggi, Kiko e Carmen si sono sempre distinti per aver proclamato una selva di stupidaggini (e vere e proprie eresie) riguardo al tema peccato e grazia. Tant'è che nelle comunità neocatecumenali vige una specie di autorizzazione a peccare: "mi faccio schifo... quando il Signore mi toglie la mano dalla testa ne combino di ogni... e l'uomo non può non peccare..." (per cui è inutile dire che il peccato "non è buono", visto che il Cammino ti dà l'autorizzazione a peccare). Questo tipo di mentalità può sorgere solo da una assillante predicazione eretica che banalizzi il peccato e sminuisca la grazia.

    "Mi faccio schifo", sottinteso, non voglio convertirmi al Signore ("tanto basta fare le lodi e fare la decima e fare tanti figli, tanto ci si salva a grappoli, tanto se la comunità fa bene il Cammino si salvano automagicamente tutti i membri").

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    1. Aggiungo solo di stare attenti a non farsi confondere da certe espressioni intese a dare troppa enfasi.

      Qualcuno, per dire che la salvezza è qualcosa di specialissimo, un gesto enorme di Dio nei confronti dell'uomo, potrebbe perfino dire che il peccato era "necessario". Ma lo dirà non per intendere la necessità di peccare, bensì per intendere che "questa salvezza poteva succedere grazie alla misericordia di Dio solo perché c'era stato il peccato". Possiamo infatti pensare che se non ci fosse stato il peccato originale, la comunione tra l'uomo e Dio si sarebbe realizzata sì attraverso l'Incarnazione, ma in maniera diversa (per esempio non sarebbe stato necessario un sacramento come quello della riconciliazione).

      Ma questi enormi paroloni, carichi di enfasi e altisonanti, ingenerano equivoci. Il peccato non è necessario all'uomo e alla storia della salvezza. Dio non contraddice sé stesso (poiché la contraddizione, l'ambiguità, l'inganno, la menzogna, sono debolezze umane, debolezze dell'uomo peccatore, e sono strumenti propri del demonio).

      Purtroppo Kiko e Carmen, nella loro maestosa arroganza, prendono le parole del Vangelo e le sovvertono: per esempio, «chi non odia suo padre e sua madre...», la fanno diventare odio (sia pure mascherato da "preferenza assoluta per il Cammino": abbiamo ad esempio testimonianze di gente che per andare alla convivenza neocatecumenale non hanno assistito il proprio genitore in punto di morte: davvero, il Cammino viene dal demonio, perché solo il demonio può essere soddisfatto di questo odio del Cammino nei confronti del rapporto fra figli e genitori).

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  8. Il Kiko ha sempre raccomandato di "NON resistere al male" CHE TI FANNO.

    Ma non ha mai raccomandato di "resistere al male" CHE POTRESTI FARE.

    Ne deriva che per lui il cristiano è solo quello che si lascia fare del male (comodo quando catechisti e fratelli fanno del male), ma non è anche quello che resiste al male e lo combatte, dovendo mostrare la vera natura del mostro che è in lui.

    Risultato: il male vince sempre.
    Sia perché lo puoi/devi fare, sia perché devi lasciar stare quando te lo fanno.
    Anzi, se te lo fanno è meglio che vada tu a chiedere perdono per il giudizio che puoi aver avuto verso il povero peccatore che, non potendo fare il bene, è già giustificato per il male che ha fatto.

    Però non vale per tutti.
    Io una volta, completamente stressato e vessato dai catechisti in mille modi, reagii e dissi cose che potevano fare male (del resto me l'avevano insegnato loro a mostrarmi per il mostro che ero).
    I catechisti resisterono al male che feci loro con le mie parole?
    Nemmeno per sogno!
    Da quel momento in poi mi presero di mira e tentarono di distruggere la mia vita, la mia dignità, il mio pensiero ed ogni altra minima cosa che aleggiasse intorno a me, fino alla delazione calunniosa ed al giudizio temerario.

    Provate, provate neocatecumenali a reagire decisamente ad un catechista e vedrete se resiste al male che gli fate.
    Insegna a farlo tra di voi, ma certamente non lo pratica.

    Le stesse sedie che possono e devono volare in convivenza tra voi sottoposti, verso i catechisti non possono mai volare, perché nel Cammino si è reso il catechista intoccabile anche quando fa del male.

    "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!" (Luca 11, 46)

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    1. È proprio così, anonimo. I catechisti sono intoccabili. Te la fanno pagare anche se fai domande o se esprimi un dubbio su una qualche loro affermazione. Sono proprio delle brutte bestie. Per questo la carica di catechista è così ambita: ti eleva di una spanna sopra agli altri comuni fratelli mortali. Altro che servire!! Altro che servi inutili, loro! Quella è la baggianata che propinano agli stolti che pendono dalle loro parole, credendo che siano il frutto di chissà quale illuminazione! Magari fossero servi inutili! Purtroppo sono estremamente dannosi! E chi di affida loro mette seriamente a repentaglio la sua vita e la sua salute mentale.

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  9. Prima o poi bisognerà fare uno studio specifico e completo sul canti del Cammino e sulle parole ripetute a ritornello, quelle con più enfasi e ripetute dall'assemblea, anche nelle parole liturgiche musicate (oltre a quelle censurate perchè scomode), perché sono estremamente significativi.
    Fra queste è interessante notare nel canto 'Dite agli smarriti di cuore' il fatto che Kiko abbia inventato di sana pianta che gli smarriti di cuore, i poveri ciechi e zoppi sono appunto i PECCATORI e lo urla nel bel mezzo del canto (mentre dimentica il verso dopo 'Ci sarà una strada appianata
    e la chiameranno Via santa;
    nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno'.
    Oppure nel preconio Pasquale, il risalto dato alle parole 'felice colpa', che, dopo essere state urlate a pieni polmoni dal cantore, vengono fatte ripetere dall'Assemblea. E ricordiamo in 'Maria piccola Maria' la richiesta di costruire una casa per il malfattore e l'invocazione a Dio, di porre la sua gloria sulla nostra malvagità. Per dire, quanto a Kiko 'dispiaccia' il peccato.

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    1. Questa riflessione è collegata anche a quanto scritto nell'articolo, laddove si ricorda nella 'monizione ambientale' del funerale di due dei morti nello scoppio del Catecumenium de La Paloma di Madrid, la frase ripetuta con convinzione, a voce elevata: 'Dio è un mostro' e la veemenza con cui la cantora ha urlato durante il canto responsoriale 'Dov'è il tuo Dio?'.

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    2. Anche i canti del Cammino, adesso. E poi cos'altro?

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    3. I canti sono importantissimi invece. Chi non crede nella potenza del canto provi ad instaurare una dittatura senza usare canti di regime e vediamo come va. O a fare una rivoluzione, ugualmente. O a vendere un prodotto diffondendo pubblicità monocordi e parlate o magari solo sul televideo. O a radunare centomila hippy... in conferenza, col divieto di suonare e cantare.

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    4. se i canti trasmettono "verità bibbliche artefatte" sono importanti eccome...e considerato che nel cnc è VIETATO cantare altro che non sia nel risuscitò l'analisi è oltremodo pertinente e dovuta...considerato che i testi sono anche pubblici ( ma non verificati ) il lavoro vale la pena....ad iniziare dal Preconio e dallo stravolgimento delle ultime frasi con la punteggiatura e l'omissione di un "che"....quelle frasi sono la pezza di appoggio di ogni cnc per difendere la veglia tutta la notte obbligatoriamente

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  10. I canti nel cammino non sono importanti,sono fondamentali.

    Vengono addirittura "consegnati " alle comunità dopo i passaggi o le catechesi annuali di inizio corso.

    Vengono organizzate, periodicamente, convivenze specifiche per i cantori, i canti sono rigorosamente autorizzati da kiko e devono essere cantati come Kiko comanda.

    In ogni equipe di catechisti neocatecumenali ci deve essere un cantore.

    I canti neocatecumenali sono la colonna sonora del CN in ogni liturgia ed in ogni incontro neocatecumenale.

    Si combatte strenuamente per avere un canto da cantare alla veglia Pasquale.

    Il carisma di cantore e ancora di più quello di capo cantore sono molto ambiti in comunità.

    Tutti i neocatecumenali devono avere una copia del libro dei canti : Il Risuscito' by Kiko,anche se non sono cantori , perche nelle preparazioni neocatecumenali, il gruppo di preparazione deve scegliere anche i canti.

    I canti del CN sono vere e proprie catechesi subliminali, che servono ad imprimere i concetti espressi in tutte le catechesi di kiko.

    Considerato che la maggior parte dei canti neocatecumenali sono salmi biblici messi in musica, la gerarchie neocatecumenale ,da sempre , insiste che i propri canti sono i migliori perché sono tratti dalla Bibbia.

    Questo blog ha spiegato ampiamente come alcuni canti ,tratti dai salmi biblici ,sono stati modificati da Kiko per renderli in linea con le sue catechesi.

    Quindi il canti, sapientemente ed astutatamente modificati, entrano nella testa degli adepti,dove vengono rapidamente memorizzati, aiutandoli inconsciamente ad accettare le catechesi eretiche del loro guru.

    E qualcuno ha ancora il coraggio di affermare che i canti non sono importanti per il CN?

    LUCA

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    1. I canti del Cammino sono ottimi, bellissimi, magnifici, semplicemente meravigliosi. e non aggiungiamo altro.......................................

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    2. ....... e di questo vi siamo grati!

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  11. Faccio un appunto sui canti.
    Dove sta scritto, parlo anche in termini di Fede, che io debba passare la Pasqua ad ascoltare e cantare alla maniera di Kiko?
    Per coloro che hanno pensieri tenebrosi che stanno leggendo ora questo mio commento: ma secondo te Dio mi ha comandato di passare la Pasqua secondo la volontà di Kiko Arguello? Tu sei libero di scegliere, ma la tua scelta non deve condizionare me.
    Spiego meglio a tutti.
    Sappiamo, senza errore, che altri canti non si possono fare. Così è. E quindi, un parroco nc, che sceglie di far fare la Pasqua alla maniera neocatecumenale, obbliga i parrocchiani a sentirsi per tutta la Veglia i canti di Kiko che sono chiamati del Cammino.
    Mi chiedo: è giusto?
    Io credo di no, ed è una forzatura. La Veglia non appartiene a Kiko Arguello, la Veglia è un Dono di Dio che ci è stato dato a tutti noi. Kiko e i suoi simili di pensiero e di maniera ( catechisti, presbiteri nc e compiacenti, e altri affiliati) non possono obbligarti a passare la Veglia secondo quanto intendono loro, e non sono i "PADRONI" della parrocchie e tantomeno della spiritualità degli altri. Per obbligo intendo che un cristiano va alla Veglia e si trova per forza a subire tutto questo. Una prima volta gli potrebbe stare bene, ma dopo no. E per cui questo cristiano oltre a dover stare tanto tempo in quel modo, ecco che se si stanca rischia di non poter fare la Santa Comunione, in quanto la fanno molto tardi.
    Diversamente quando vai alla Veglia di sempre, quella parrocchiale, ecco che ci sono i canti e questi canti sono stati creati da diversi autori. C'è una sorta di diversità. Ovviamente ammetto che a qualcuno potrebbe piacere di più la Veglia NC per via della sua organizzazione, è diversa, dura tutta la notte e....Sappiamo come sia. Ma a distanza di anni, oggi devo dire che sono contentissimo della Veglia in Parrocchia,la preferisco, non è troppo lunga, se vuoi fare la nottata te la puoi fare a casa in preghiera, ma la funzione è concreta e non lunga. Ovviamente rimango sempre nel rispetto delle scelte di tutti.

    CDD

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    1. Ma ci sarebbero tante cose d'aggiungere, sempre nel rispetto delle scelte altrui. Cioè, dove sta scritto che devo passare la Veglia a battere le mani, a stare seduto su una sedia, a non inginocchiarmi davanti a Dio, a sentirmi alcuni, che comunque rispetto, che mi cantano a quel modo e usano chitarre a quel modo, e poi ad andare a mangiare a un ristorante al mattino presto?
      Per caso gli Apostoli al mattino di Pasqua sono andati al ristorante? Ovviamente non è che dobbiamo ripetere quello che hanno fatto duemila anni fa, ma averne uno sguardo è utile. Anche perché ci viene detto che si sta riscoprendo la "vera Eucarestia di un tempo", ma non mi risulta che i cristiani andassero a mangiare al ristorante al mattino dopo la Veglia, che battessero le mani, e altro. Ovviamente sono aperto a qualsiasi chiarimento in merito. E in più non mi risulta che i cristiani usassero chitarre e altro. So che siamo dopo duemila anni, e ovviamente si usano cose aggiornate, ma il punto sta nel fatto di voler fare passare una cosa che non lo è. Infatti, ed è riscontrabile dai commenti di alcuni, è risaputo che si pensa che quella sia la "vera Veglia", cioè quella più vicina. Io non ci credo, perché non vedo un'originalità.
      Preferisco molto di più quella parrocchiale, ci sono tutti i simboli, dal fuoco e letture e altro, e poi si fa la Santa Comunione.

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    2. La Veglia "normale" dura circa due ore, quella del Cammino tutta la notte perchè fanno anche i battesimi, per immersione, che a volte durano, solo quelli, tre ore. Praticamente, una palla stratosferica. E' peggio che guardare Via col vento due volte............

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    3. Anonimo, giusto per andare sempre più in chiarezza. 2+3 fanno 5 ( ma io ho assistito a uno o due battesimi, per cui una mezz'ora per i battesimi), se si inizia alle 23 ( non ricordo bene l'ora d'inizio), andiamo alle 04:00 del mattino. Fino all'alba come ci arrivano? Su Google è scritto che l'alba è alle 6:50. Ma voglio anche mettere le 5:00 - 5:30. Ci sono 1:30 in più. Sono ore di ambientali e canti e altro. Ma ti ripeto che il battesimo da me durava al massimo mezz'ora ( ho assistito ad una Veglia che non vi era, questo lo ricordo benissimo), e quella volta sono uscito anch'io all'alba, e per cui, secondo me, mi sono subito almeno 3 ore, circa, di ambientali e canti di Kiko. Poi al ristorante.
      Lo dico con rispetto a chi piace e a chi ne sono gli attori principali: non do la mia Veglia a Kiko Arguello. Nel senso che la Veglia è un grandissimo Dono, ENORME, e per cui non metto la Veglia nelle mani di Kiko, cioè non mi circondo di simboli,canti,ambientali,metodi,ragionamenti,modi di vedere, arredi, dipinti, immagini e altro, alla maniera di Kiko, preferisco che sono in Chiesa, con i fedeli, e che lo Spirito mi dia ciò che vuole in quel momento.
      Preferisco andare in parrocchia, faccio la Veglia e la Comunione, e quando torno, se sto in forza( spero di si), faccio un paio di ore e più di preghiere e ringraziamenti a Dio.
      Il giorno dopo mi sveglio al mattino e vado alla Santa Messa del giorno di Pasqua.

      CDD.

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    4. La Carmen era fissata con l'ebraismo e convinta che Veglia Pasquale e conseguentemente l'Eucarestia fossero state vissute da Gesù secondo lo schema ebraico.
      Sempre dicevano "ricordate che Gesù era ebreo ed ha vissuto le celebrazioni degli ebrei, la Pasqua da ebreo...".
      Tutta la lunghissima catechesi sull'Haggadah di Pesach nella convivenza finale delle catechesi iniziali.

      In realtà non sappiamo nemmeno se l'istituzione dell'Eucarestia nell'Ultima Cena avvenne precisamente nella notte di Pasqua o in una delle celebrazioni dei 7/8 giorni della Pesach ebraica.
      La maggioranza degli studiosi oggi sostiene la seconda ipotesi e nessuno sa, veramente, come e quando Gesù celebrò l'Ultima Cena nel particolare, al di là della novità dell'istituzione dell'Eucarestia.

      Ma nel Cammino, convinti di riproporre la Pasqua come vissuta da Gesù ebreo e nei primissimi secoli della Chiesa, la si celebra riprendendo molti elementi dall'ebraismo, come le domande dei bambini, la durata dell'intera notte, la convinzione che la parusia (venuta del Messia) avvenga a Pasqua e, ultimamente, anche la convinzione che la Pasqua possa essere presieduta da un laico, come nell'ebraismo.

      A tal proposito, anche se un po' lunga e a tratti pallosa, è molto illuminante la catechesi di don Voltaggio a difesa della catechesi carmeniana, attaccata oggi da più parti.

      Questo spiega molto del perché la Veglia del Cammino è diversa dalla Veglia "normale" celebrata in tutta la Chiesa.
      Si fa apposta a tirar tardi infarcendola di canti, domande dei bambini, risonanze, battesimi... perché si dovrebbe arrivare all'alba per poi fare l'agape o andare al ristorante dove mangiare "i segni della Pasqua ebraica", che nella Chiesa non si mangiano, tranne l'agnello.

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  12. Vorrei fare un altro appunto.
    Ricordate cosa ho scritto l'altro giorno sulla violazione del "FORO INTERNO"?

    Date un'occhiata:
    https://it.aleteia.org/2021/05/12/quali-peccati-un-sacerdote-comune-non-puo-perdonare/3/
    – Peccati che generano interdetto:

    “Latae sententiae”

    1. Violenza fisica a un vescovo.
    2. Attentato di celebrare Messa.
    3. Attentato di assolvere e ascoltare la Confessione di un fedele.
    4. Falsa denuncia di richiesta (accusare falsamente un sacerdote di approfittare dell’intimità della Confessione per rivolgere richieste sessuali o toccare in modo disonesto).

    3. Attentato di assolvere e ascoltare la Confessione di un fedele.

    Peccati assolti solo dalla Santa Sede (Penitenzieria Apostolica):

    – Scomuniche “latae sententiae”:

    1. Sacrilegi: profanazione di specie sacre.
    2. Attentato contro la vita del Papa.
    3. Assolvere il complice di un peccato contro il 6º comandamento.
    4. Essendo vescovo, consacrare un altro vescovo senza mandato pontificio.
    5. Per il sacerdote, violare il segreto della Confessione.
    6. Attentato di ordinazione sacerdotale di una donna.

    5. Per il sacerdote, violare il segreto della Confessione.

    Quando sono in gruppo e ti chiedono i peccati, e tu gli dici che non è possibile in quanto sono cose che si confessano solamente al sacerdote, e loro insistono con violenza, e vi è un presbitero presente ( un sacerdote) che acconsente: di cosa si tratta?

    – Scomuniche “Latae sententiae”. È la scomunica automatica che si verifica anche se non esiste una dichiarazione scritta di scomunica da parte della Chiesa contro una persona concreta. Commettere il delitto già porta alla scomunica automatica.

    CDD.

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    1. sono scomunicati di fatto, o sono stati se si sono pentiti ed hanno chiesto l'assoluzione a chi la può dare. Ma devo essere sincero, non per accusa, sono sicuro che alcuni non si sono pentiti e ne hanno chiesto l'assoluzione, e per cui hanno continuato a fare la Santa Comunione a quel modo, cioè da scomunicati. Ora qui io non saprei, non sono Dio e ne il Papa o un Vescovo, e per cui non so. Bisogna pregare per queste persone che si convertano seriamente, non è un gioco da bar quello che stanno facendo.
      Loro non capiscono che ferita porta dentro.
      E in più vi ripeto che interagisce la solita ipocrisia, sono loro stessi non dicono i propri così come vogliono da altri, e non li fanno dire a chi gli è legato ( come figli e amici e parenti e compiacenti, grazie a Dio avrebbero peccato anche lì, ma questo denota un aspetto: la malizia e la cattiveria, cioè il peccato ( capito Vinicio cosa è il peccato e che danni fa, e tu dici "necessario")di obbligare a forza una persona a dire ciò che non è permesso) e questo ci fa capire che, ovviamente, è proibito, è un atto grave, infatti solo la Santa Sede può assolvere, e lede la dignità della persona e turba chi sta intorno, o addirittura potrebbe far passare il peccato come un bicchiere d'acqua. Le reazioni potrebbero essere molte. Anche se loro stessi facessero la medesima cosa, cioè dire apertamente i peccati, non saprei se è giusto, ma affermo che non puoi obbligare una persona a fare come te. Anche qui sta il peccato, la violazione del "FORO INTERNO".
      Immaginatevi un mondo dove tutti si mettono a confessarsi pubblicamente. E' Volontà di Dio? Perché la Chiesa vieta certe cose? Ognuno si dia le sue risposte.

      CDD.

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  13. Fallacio:

    se Kiko ha detto: "il peccato è una realtà che uccide l'uomo e quindi non è una cosa buona", sappi che lo ha detto anche Lutero.
    Questo concetto non contrasta col fatto che Kiko dice che l'uomo si salva se crede alla predicazione del Camm8no e FA il Cammino, indipendentemente se è schiavo del peccato.
    Lutero si considerava un poveraccio, ma pensava di essere un PREDESTINATO alla salvezza.
    Pensava che per salvarsi bastava credere alla predicazione.
    Il concetto di Lutero era: "pecca fortemente, ma credi ancora più fortemente".

    Non sto cercando il pelo nell'uovo: mi piacerebbe molto che Kiko condannasse il peccato senza appello, ma poiché dice che nel Cammino ci si salva a grappoli, cioè ci si salva tutti insieme in modo AUTOMATICO purché si stia in una comunità del Cammino, mi sembra evidente che per lui la grazia della salvezza si identifica con le PRATICHE del Cammino.

    Se Kiko crede nella dottrina della Chiesa, lo dimostri chiaramente.
    Ci vuole poco: deve dire che la grazia non dipende dal Cammino ma dalla Chiesa, che dopo un peccato grave prima di fare la Comunione è assolutamente necessario confessarsi, che il Cammino è SOLO quell'aggregazione ecclesiale descritta dallo statuto, né più, né meno...

    Il fatto che nel Cammino si usino sempre espressioni equivoche, che possono essere interpretate in un modo o nell'altro, che possono essere percepite dagli aderenti in modo diverso da come sono percepite da chi non appartioene al Cammino, può essere considerato un sintomo di non comunione con la Chiesa.

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    1. E se per 50 anni l'equivoco non viene mai volontariamente chiarito, significa che c'è una volontà precisa di ingannare le persone.

      LUCA

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    2. LUCA:
      credo che in un processo la reticenza voluta e ostinata sarebbe considerata una prova di colpevolezza.
      Penso che se il Cammino fosse commissariato chi ne guadagnerebbe più di tutti sarebbero i camminanti in buona fede.
      Certo, se fosse commissariato, la gallina, per lo shock subito, potrebbere smettere di produrre le uova d'oro...

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    3. Se il Cammino venisse commissariato, Dio non voglia, molti si suicideranno per la disperazione. E' questo che vogliono? chi avrà questi morti sulla coscienza?

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    4. Chi avrà sulla coscienza tutto il male che continuerà a fare il CN se nessuno li ferma?

      LUCA

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    5. "chi avrà questi morti sulla coscienza"

      Kiko Arguello
      Lui e tutti i suoi accoliti. Punto.

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  14. O.T.: già l'anno scorso, a giugno 2020, il Dicastero per i Laci, la Famiglia e la Vita, con lettera del card. Farrell, ha chiesto ai vertici dei focolarini che tutti i membri al "governo dell'Opera" non facciano più parte della Commissione contro gli abusi per la protezione dei Minori costituita dai focolarini nel 2019.
    Questo perchè i controllati non possono essere allo stesso tempo dei controllori.
    E qui c'è qualcosa che ci sfugge. Come fa il CN a non aver ancora costituito una Commissione per la protezione dei minori dall'abuso? O forse l'ha costituita senza nulla far sapere però agli stessi membri neocatecumenali? E come fa don Pasotti ad attribuire la funzione di controllori alle equipe di catechisti che sono gli stessi che dovrebbero essere tenuti sotto controllo? Perchè il Dicastero non mette il CN in mora ed invece è così puntuale con altri movimenti? Non sarà che ci stanno tenendo nascosti un bel po' di retroscena?

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    1. Come aderente del movimento dei focolari, preciso che proprio da poco il Papa ha ricevuto una delegazione del mio movimento, erano presenti la nuova presidente Margaret Karram e il vice don Jesus Moran. Margaret ha precisato che ci sarà una lotta contro gli abusi, non so però in che termini, devo approfondire con i miei responsabili. E' già un passo avanti perchè ai tempi di Chiara Lubich ci sono stati casi, lo dico con grande dispiacere, che sono stati sottovalutati se non occultati. Tempo fa ebbi una divergenza proprio su questo punto, i capi di allora mi dissero che non dovevo scrivere sui blog critici se non previo permesso, ve l'avevo accennato già in un altro intervento, non ero d'accordo allora e meno che mai oggi. Vediamo gli sviluppi. Aldo dei focolari di Cagliari

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  15. Punto n. 5 del post: offendere chi perdona.

    Qui il Cammino si comporta come satana nel deserto quando ha tentato Gesù: usando le stesse parole della Bibbia, ma cambiandone il senso e, come nel gioco delle tre carte, la posizione, dichiara l'innocente colpevole e il colpevole innocente.
    "Anagrammando" il Vangelo, il Cammino dichiara che il male è bene, e che il bene è male.

    "Chi sei tu per giudicare?", dice l'accusatore dell'innocente.
    Ma Gesù ha detto: "Siate candidi come colombe e scaltri come serpenti".
    Una frase che sembra contraddirsi, ma che invece dimostra come nel Vangelo ogni espressione, per essere capita, deve INTEGRARSI con tutto il resto.

    Essere furbi come serpenti comporta un vero e proprio GIUDIZIO.
    Non delle coscienze e assoluto, che spetta a Dio, ma a livello di "volontà psicologica", che si manifesta dai fatti.
    Una volontà che non necessariamente corrisponde alla volotà profonda, che si manifesta nella coscienza, ma dalle decisioni della viene decisamente influenzata.
    Nei processi penali, quando l'accusa vede la volontarietà di un crimine, non intende giudicare la coscienza intima dell'accusato, ma la presunta volontà che si manifesta attraverso i fatti.

    Attraverso questo giudizio, ad esempio, noi possiamo ragionevolmente dedurre che l'insistenza ossessiva con cui il Cammino richiedere i soldi e i beni degli adepti, sotto la minaccia che altrimenti non sono convertiti (e perciò non si salvano a grappoli, indipendentemente dai peccati), è moralmente da considerarsi come una truffa. Forse non perseguibile legalmente, ma è pur sempre un inganno, che, almeno da parte dei capicosca, può essere considerato come volontario.

    I "serpenti" che stanno nel Cammino vogliono che i "candidi" non facciano i furbi, come li invita a fare Gesù.
    E spesso ci riescono, perché i figli delle tenebre, di fatto, sono più scaltri dei figli della luce.

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    1. in sostanza, i camminanti sono candidi o scaltri?

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  16. @blog,
    A chi grida all'eretico ogni volta che qualcosa non la capisce, oppure a voi che vi scandalizzate per la frase: "casomai il peccato che è stato necessario per la venuta di Cristo è stato il peccato originale" , sappiate che si trova è nel preconio Pasquale che la Chiesa canta ogni notte di Pasqua.
    Per questo mi sorge come un dubbio...
    Ma avete mai fatto una veglia Pasquale nella vostra parrocchia?
    "... O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà:
    per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!
    DAVVERO ERA NECESSARIO IL PECCATO DI ADAMO,
    che è stato distrutto con la morte del Cristo.
    Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore! "
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. Tu stai proprio fuori. Se sei convinto. AMEN!
      Quindi il padre del peccato è satana, quindi satana era necessario?
      Ma Gesù allora dice cavolate:

      “Tu hai visto quanto mi offendono e quanti camminano le vie dell’iniquità, che
      senza avvedersi precipitano nell’abisso.Vieni ad offerirti innanzi alla Divina Giustizia come vittima di riparazione delle offese che si fanno e per la conversione dei peccatori, che ad occhi chiusi bevono alla fonte avvelenata del peccato. Un largo campo ti si apre d’innanzi, di sofferenze, sì, ma anche di grazie, Io non più ti lascerò, verrò in te a soffrire tutto ciò che mi fanno gli uomini, facendoti parte delle mie pene. Per aiuto e conforto ti do la mia Madre”.

      Gesù a Luisa Piccarreta.

      Divina Volontà

      CDD.

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    2. DAVVERO ERA NECESSARIO IL PECCATO DI ADAMO,.

      Dio è contro il peccato, s'intende che Gesù si è sacrificato a quel modo a causa del peccato, e per cui ci ha mostrato quanto ci ama. Necessario nel senso che Egli è venuto a distruggere le opere delle tenebre, non significa necessario che possiamo tranquillamente peccare.
      Infatti non hai inserito il resto scritto:

      O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l'ora in cui Cristo è risorto dagli inferi.
      Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia.
      Il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti.
      Dissipa l'odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace.
      O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore!

      CDD.

      Per il fatto se abbiamo mai fatto la Veglia: tu lo dici.

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    3. @Fallacio

      "Ma avete mai fatto una veglia Pasquale nella vostra parrocchia?"
      Sì, ma quella vera...non la vostra pagliacciata.

      Inoltre mi compiaccio che 32 anni e passa di cammino rendano ANALFABETI FUNZIONALI.
      Il senso della frase del Preconio che citi è quello che ti hanno detto almeno 5 persone qui e non è qlc che ci siamo inventai. E' l'interpretazione DELLA CHIESA. Perchè sai FAllacio, la Chesa esisteva anche prima del cammino...e non è come dice Kiko che, dopo Costantino, si è snaturata, ma meno amle che è arrivato il CVII e Kiko Arguello a rimettere le cose a posto.

      CAro Fallacio, non è che se ripeti le cose più forte da false diventano vere. Capisco che hai avuto pessimi esempi, ma a tutto c'è un limite.

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    4. Fallacio, poi bisognerebbe sapere cosa significa" necessario", le parole di un tempo non hanno lo stesso significato di oggi.
      Si dovrebbe approfondire il significato.
      Non credo che Dio avesse necessità del peccato. Per necessità intendo ciò che noi attribuiamo come significato a questa parola.
      Dipende dal contesto.
      Se parliamo di Passione, ecco che il peccato ha avuto una sua parte, che potremmo anche definire"necessario", in quanto Dio ha sofferto, e se ha sofferto, non è un'illusione, vi è stato il peccato.
      Ma se vuoi intendere che il peccato è necessario a Dio e a noi per la nostra salvezza, è una bestialità.

      CDD

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    5. Ti dovresti leggere cosa dice il CCC a proposito della caduta, Vinicio.
      Prima la caduta degli angeli, poi la caduta di Adamo ed Eva in conseguenza dell'adesione alla tentazione dell'angelo caduto. Di seguito l'invasione del peccato.

      Sant'Agostino e Sant'Ambrogio possono chiamare "felice" la colpa perché hanno maturato nella loro santità la piena consapevolezza dell'unione con Dio.
      Si dolgono delle loro colpe, non "finiscono di piangerle", ma le considerano in relazione alla misericordia che hanno sperimentato e che li ha rinnovati, inducendoli al duro combattimento contro il peccato.

      Quella frase della "felice colpa" messa a disposizione di chi non è in grado di interiorizzarla nella sua profondità, diviene quasi uno slogan, un approccio superficiale alla distruttività del peccato, una minimizzazione della sua portata e la conseguente insipienza di fronte al combattimento.

      Solo chi ha sperimentato la misericordia fino alla santità può comprendere appieno la profondità di quelle parole, perché solo nell'unione con Cristo appare la consapevolezza della redenzione e della distruttività del peccato. Come se la luce della misericordia illuminasse l'ombra del peccato nel peccatore profondamente pentito.

      Se invece si va avanti a slogan e si intende la "felice colpa" con leggerezza e superficialità, quasi come un permesso a peccare perché tanto c'è la misericordia ed il perdono, quelle parole sante diventano una scure e una rovina.

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  17. Avevo già risposto indirettamente a questi argomenti. Se li ripeti, vuol dire che li consideri probanti.
    Ebbene il 'felice colpa' è un'espressione che va compresa. La colpa di Adamo è una tragedia per l'uomo, ma possiamo dirla provvidenziale perchè ha portato all'incarnazione di Gesù che ha pagato il nostro inestinguibile debito e ci ha salvati. Si tratta di una esagerazione d'amore, perchè sappiamo il peso mortale di quel primo peccato per tutti noi.
    Chiaramente, questa frase la può capire e condividere la Chiesa dei santi, ricolma di Grazia e di Spirito Santo. Chi invece questa grazia la rifiuta tentando Dio con il peccato personale ripetuto - e non sanato nè dal pentimento nè dal buon proposito di non ripetere l'errore - non può certo cantare 'felice colpa', perchè, come nella parabola del servo spietato, lo aspetta il carcere duro finché non avrà pagato fino all'ultimo spicciolo.
    Kiko invece vi fa ripetere a squarciagola quel 'felice colpa' perchè insegna a non temere quel giudizio e a corteggiare il peccato, anche mortale (anzi, soprattutto mortale).

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    1. Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare ? (CCC 412)

      San Leone Magno risponde: « L'ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l'invidia del demonio ci aveva privati ». E san Tommaso d'Aquino: « Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). Perciò nella benedizione del cero pasquale si dice: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!" ».

      La provvidenza è nel fatto che là dove noi (dal primo di noi in poi), usando male il libero arbitrio che Dio ci ha concesso, combiniamo disastri, Dio ci viene incontro con le sue grazie. Dio trae il bene da (o pone rimendio al) male che noi facciamo rifiutandoLo, non lo architetta.

      Uno dei mantra dei catechisti neocat è, tanto per rimanere in tema con le opere neocatecumenali di anti-misericordia, il dubbio se Dio sia buono o no una domanda sofistica e completamente provocatoria, che serve ad introdurre le persone nella dottrina del peccato tipica della setta.

      Ecco cosa dice il CCC - se al Cammino sta bene, rinneghi il "peccatismo", altrimenti la smetta di dichiararsi cattolico:

      S. Pio X (sempre valido, scelto perché sintetico), 898 - Noi dobbiamo amare Iddio perché Egli è il sommo bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo.

      Dice Dio è buono e non, come dice Kiko, che io lo sento buono o io lo sperimento buono.

      Per conseguenza, il male è l'assenza totale o parziale di Dio, non una forza uguale e contraria, e questo nel Cammino non è assolutamente chiaro.

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  18. A questo articolo di Valentina che riassume così bene l'accurata inversione dei valori della cattolicità, vorrei aggiungere qualche riga di commento dalla matrice ideologica del cammino, usando le parole di Kiko stesso.

    Come consigliare il dubbio, dal mamotreto del II scrutinio:

    A pag. 156:

    "Tu devi vedere realmente che Dio agisce nella tua storia, nella tua esistenza per distruggere il tuo orgoglio. "Perché mi attacchi alle spalle e di fronte? “Perché mi chiudi le porte? Perché mi soffochi? Perché? Perché Dio distrugge il tuo orgoglio. Ora scoprirai che è Lui, è Dio che sta combattendo con te. Ecco che quello di cui tu hai bisogno ora è aggrapparti adesso a questo Dio, fortemente, perché Lui è il Potente. E' il Dio di fronte al quale tu sei zoppo. Di fronte a questo Dio tu sei zoppo perché sei pieno di peccati, pecchi, zoppichi. Tu non cammini: zoppichi. Tu sei una persona che zoppica bene. In questo momento hai bisogno che noi ti insegnamo ad aggrapparti a questo Dio."

    E a pag. 110:

    "Se continuate a resistere a Dio io spero che il Signore, in questa lotta, vi rompa una gamba o un braccio. Il fatto è che vi rendiate conto, che usciate da questa lotta zoppicando, zoppicando. Che vi rendiate conto che siete deboli. Che vi rendiate conto che non potete appoggiarvi nel vostro orgoglio, e neppure nella vostra intelligenza. Cosicché, uniti a Gesù Cristo, possiate vincere tutti i vostri nemici che sono dentro di voi e che sono i sette peccati capitali: l’ira, la lussuria, l'invidia, ecc. Che sono le sette nazioni che dominano la terra, che circondano la Terra promessa e che non ti lasciano entrare. Perché nessun adultero, né fornicatore, né avaro entrerà nel Regno dei Cieli. Per superare queste barriere devi essere Israele."

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  19. La cosa che più impressiona nella lettura dei mamotreti è la visione di Dio che se ne ricava: Dio è il padre-padrone che usa sistematicamente e solamente la pedagogia del dolore per affermare il suo primato e che ricompensa infine i sottomessi che hanno accettato di farsi distruggere - anche e soprattutto mettendosi contro se stessi - e che si appoggiano in lui. In pratica Kiko insegna ai neocatecumenali a farsi a brandelli da soli, e tutto per la grloria delle sue tele imbrattate. (Bisogna mantenere molta calma leggendo questi manoscritti).

    Ma questa è una deformazione da pervertito (ghignante, amante della propria sporcizia e fiero dispregiatore del prossimo) di tutto ciò che i Santi hanno sempre testimoniato della propria vita, delle grazie loro accordate e delle proprie sofferenze.

    Soprattutto perché Kiko e scagnozzi sono gente che ha sempre spinto gli altri in un burrone, non certo gente che abbia dato il buon esempio. Se i curatori dei mamotreti non li avessero imbottiti di idee protestanti (che non hanno alcuna memoria dei Santi di Dio) la differenza si sarebbe vista di meno.

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    1. Dicevo questo con particolare riferimento alla monizione "Dio è un mostro", un terrore più o meno latente nel Cammino - ma anche dintorni, se la diocesi è neocatecumenalizzata - e che si trova alla radice di molti mali spirituali. È anche uno dei motivi per cui i fratelli ad un certo momento rifiutano la fede.

      Per esempio, Nostro Signore Gesù Cristo (roba da bruciarli in eterno, i mamotreti), è descritto come la prima vittima di questa pedagogia: "un/il" (!!!) figlio bravo ed obbediente, l'unico scopo del quale (bestemmia) è quello di darci il buon esempio di vittima sottomessa a "dio" (che significa: sottomessa alla gerarchia del Cammino). Non si può mantenere un giusto timor di Dio quando si è immersi questa narrativa.

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    2. Per i neocatecumenali dio (volutamente scritto minuscolo) è un bullo sadico. Questo perchè così possono giustificare il loro bullismo (ovviamente seguendo le gerarchie s'intende..perchè non capiterà mai che un catechista sia bullizzato da un camminante qls).

      Conosco "atei" che hanno una concezione di Dio (al quale magari dicono di non credere) molto più vicina al cattolicesimo di quella propugnata da chi dice di essere "un intinerario di formazione". Di formazione a che cosa, blasfemi che non siete altro?

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  20. @blog, potete per cortesia pubblicare l'intera monizione da dove avete estrapolato le quattro parole "Dio è un mostro"?
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. Puoi ascoltarla da solo, è su fb o YouTube. Al di là del contesto, che conosciamo a memoria, solite ambientali neocatecumenali, è la frase in sè che spaventa (nessun cattolico può pensare a Dio come a un mostro) e soprattutto l'enfasi con cui viene pronunciata e la tranquillità con cui questo pensiero viene attribuito alle persone, come fosse naturale, logico, inevitabile pensarlo. Chi crede, non pensa ad una cosa del genere, ma spesso anche chi ha solo una infarinatura di fede, se la prende con il destino, o il caso, o l'imperizia di qualcuno, non con Dio. Si è trattato di un incidente, non di un genocidio come Auschwitz! Ma evidentemente, glielo volete far pensare, che Dio sia quello che dite, oppure è.un'opzione che considerate possibile. Altrimenti non si pronuncerebbe con tanta enfasi una bestemmia di tal fatta nella Casa di Dio, di fronte alle bare di due defunti, fra cui una di un sacerdote.

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    2. Quella medesima espressione Kiko la usa pari pari come provocazione nel mamotreto della Traditio Symboli e in quello del primo passaggio, così come qua e là nella sua narrazione fa lanciare, da parte dei farisei, degli insulti espliciti o espressioni di malcelato disprezzo a Gesù, alla Santa Vergine e allo Spirito Santo.

      Anche se, nella meno grave delle ipotesi, Kiko stesse solo provocando, non bisogna mai giocare con questo tipo di espressioni, magari per attirare l'attenzione. Prima di tutto perché un cuore realmente devoto a Dio non può essere allo stesso tempo volgare nei suoi confronti, neppure per scherzo.

      In secondo luogo la brutta realtà ci mostra come i kikloni prodotti alla catena di montaggio le imparino e le ripetano. Nel caso del Cammino l'esperienza insegna che l'immagine di Dio propagata da Kiko è l'equivalente verbale delle sue icone, cioè una bestemmia (e sto trattenendo una lista di altre qualifiche).

      Ai camminanti dubbiosi: leggetevi dei libri dei Santi e vedrete la differenza col messaggio neocatecumenale.

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    3. Grazie JD! Non avevo dubbi che, neppure in questo, fossero stati in grado d'essere originali.

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  21. FALLACIO:
    ti hanno già risposto esaurientemente.
    Il tuo sembra un tentativo di confondere le acque.

    Quando Kiko parla di "salvezza a grappoli", di "sei perdonato dai tuoi peccati mortali e, SE VUOI, domani potrai anche confessarli", ecc. ti sembra che stia parlando del peccato originale?
    No, quando Kiko dice che il peccato è necessario per manifestare la misericordia divina, sembra proprio riferirsi al peccato attuale, e non puoi non saperlo.

    Kiko sa che dal peccato originale si è salvati dal Battesimo, ma sembra credere che per il peccato attuale occorra un secondo battesimo, che per lui non è la Confessione, ma il Cammino.

    Ma, in realtà, non è il peccato a essere necessario perché la misericordia si manifesti nei peccatoti, ma il PERDONO.
    In Maria infatti il peccato non è stato affatto necessario: la misericordia si è manifestata nell'averla preservata dal peccato, sia originale, che attuale (grazie alla collaborazione di lei stessa).

    Riguardo al peccato originale, l'espressione "felice colpa" significa, semplicemente, che la Redenzione comporta una grazia più grande di quella della creazione, in cui all'uomo, per GRAZIA, era stata donata una conoscenza di Dio superiore alla conoscenza che poteva avere solo in forza della sola ragione.
    Ad Adamo ed Eva era stata donata una particolare comunione di intimità con Dio che non coinvolgeva solo ciò che è umano, ma che era un dono SOPRANNATURALE.
    Ma Adamo ed Eva non avevano, ad esempio, l'Eucaristia.
    L'Incarnazione del Figlio di Dio ha comportato una grazia ancora maggiore.
    In questo senso "felice colpa" è una felice espressione.

    Ma la colpa non era affatto necessaria all'Incarnazione, o, almeno, non era strettamente necessaria.
    Dio, se avesse voluto, si sarebbe potuto incarnare comunque.
    E, infatti, da vari secoli si è sviluppata nella Chiesa l'idea che Dio si sarebbe comunque incarnato.
    La Chiesa non si è espressa al riguardo, ma accetta senza alcuna difficoltà questa ipotesi teologica che, anzi, oggi forse è considerata la più solida.

    Da profano, io la preferisco più che altro per una questione di "cuore", infatti penso che Dio non avrebbe rinunciato, se così si può dire, ad avere come Madre Maria.

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  22. @pietro non del cammino, come al solito non hai capito quasi nulla. Mi riferivo a un mio commento (che ho virgolettato) che è stato giudicato "eretico", ma eventualmente per queste persone anche sant Agostino era eretico. Tra l'altro la famosa frase della salvezza a grappoli era riferita a chi si converte attraverso il kerigma e non certo una salvezza indiscriminata come volete far credere voi.
    Fallacio Asino Vinicio

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    1. Penso che sia stato chiarito in mille modi cosa pensiamo noi della 'felice colpa' del preconio pasquale; il dubbio invece è su ciò che ne pensa Kiko, e di come lo strumentalizza. Per ogni altra osservazione ti rimando ai commenti sopra, in particolare al commento di Pietro NdC che invece, come al solito, ci ha azzeccato. Soprattutto là dove afferma 'Quando Kiko parla di "salvezza a grappoli", di "sei perdonato dai tuoi peccati mortali e, SE VUOI, domani potrai anche confessarli", ecc. ti sembra che stia parlando del peccato originale?
      No, quando Kiko dice che il peccato è necessario per manifestare la misericordia divina, sembra proprio riferirsi al peccato attuale, e non puoi non saperlo.

      Kiko sa che dal peccato originale si è salvati dal Battesimo, ma sembra credere che per il peccato attuale occorra un secondo battesimo, che per lui non è la Confessione, ma il Cammino.'

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    2. Eh no, caro Vinicio, le tue argomentazioni sono eretiche, non Sant'Agostino.

      Dovresti approfondire un po' meglio la dottrina della redenzione e quella del peccato originale di Sant'Agostino.

      La dottrina agostiniana sul peccato non considera per nulla il peccato "felice" o "necessario" ma, anzi, corposamente ordina di combatterlo con l'aiuto della grazia attraverso il libero arbitrio.
      "Se non c'è la grazia, come salva il mondo? Se non c'è il libero arbitrio, come giudica il mondo?".
      Ma ammonì anche che queste verità sono comprensibili a pochi.

      Se infatti si afferma che Sant'Agostino è fautore della necessità di peccare e della felicità della colpa, significa che si ripetono solo parole, ma non si è compresa la teologia agostiniana.
      Del resto lo dice Sant'Agostino stesso: certe verità sono comprensibili a pochi.

      Io, nel mio piccolo, mi sento di aggiungere: sono incomprensibili soprattutto a quelli che hanno l'orecchio rimbombato di predicazioni che tendono a distorcere quella dottrina, insegnando che non si può non peccare o che per sperimentare la grazia bisogna conoscere a fondo (troppo a fondo) il peccato.

      Ricordo benissimo che Kiko ha detto: "Va', pecca, pecca quanto vuoi così ti accorgerai che il peccato produce la morte!".

      Non è così un buon maestro, perché il peccato porta peccato e crea un circolo vizioso dal quale è sempre più difficile uscire.
      Non si può consigliare di peccare a volontà perché così poi si sperimenta la misericordia.

      Sarebbe come dire ad un drogato "drogati, drogati quanto vuoi, così sperimenterai che la droga uccide".

      La responsabilità di quelle parole è enorme.
      Se il peccatore non si converte, perché magari è totalmente in balìa del male e non tutti i peccatori si convertono, si condannerà.
      Se il drogato non smette di drogarsi, quando sperimenterà che la droga uccide sarà già morto.

      Ma che insegnamenti sarebbero questi?

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