giovedì 4 luglio 2024

Come ve la raccontano sul soppresso seminario neocatecumenale di Takamatsu

Dal blog dell'anziano presbikiko Taniguchi traiamo altre notizie che conviene spiegare e commentare ai nostri lettori prima che qualcuno sia tentato di credere a tutto ciò che lui logorroicamente dice. Infatti, insieme a ricordi personali e a menzioni di fatti, aggiunge anche una poderosa dose di favolette neocatecumenali, non sappiamo in che misura dovute alla propaganda kikiana e in che misura dovute a reinterpretazioni di comodo dovute alla "distorsione cognitiva" tipica degli appartenenti al Cammino, ma comunque favolette che da fonti e testimonianze sappiamo con certezza essere basate su cattive interpretazioni e vere e proprie fandonie, soprattutto quando attribuisce a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, quella che invece era la volontà di Kiko e Carmen.


Sarà lunga ma sono argomenti noti a chi ha letto nel corso di tanti anni le pagine che abbiamo dedicato al Giappone. Il seminario neocatecumenale aperto furbescamente a Takamatsu (Giappone) nel 1990, che già nei suoi primissimi anni di vita creò problemi alla Chiesa in Giappone, fu felicemente soppresso nel 2008 (ma ci saranno altri due o tre anni di strascichi), rovinando la "festa" dell'autoapprovazione dello Statuto neocatecumenale.

Kikolatria in Giappone:
striscione col volto di Kiko
anche se menziona "Gesù"
Anzitutto non fatevi distrarre da elementi autobiografici del suddetto soggetto (pressoché coetaneo di Kiko, ha abbondantemente passato gli 80 anni), che non contribuiscono in maniera sostanziale a quanto esposto qui. In sintesi, da giovane, in seguito a ciò che oggi chiameremmo "ritiro vocazionale" organizzato dai gesuiti, stava per entrare nei gesuiti ma non vi fu accettato (e fu una doppia delusione per suo padre che intendeva mandarlo all'università, salvo poi vederlo fallire anche in termini vocazionali). Ha poi lavorato per istituti bancari all'estero (inclusi USA e UK) e ottenuto altri rifiuti quando ha tentato di entrare in altre comunità religiose cattoliche. Infine, tornato in Giappone, dopo un non meglio chiarito periodo di "purificazione" e l'ennesimo tentativo fallito di entrare nel seminario diocesano a Tokyo, a metà degli anni ottanta, ormai quarantacinquenne contatta direttamente il vescovo Fukahori (1924-2009) e incredibilmente viene accolto a braccia aperte. E verrà spedito a Roma per la formazione teologica e per il seminario neocatecumenale Redemkikos Mater di Roma (che venne attivato nel 1988 e approvato dal cardinal massone Poletti in fretta e furia a fine 1990, mentre in pompa magna Kiko e Carmen vi facevano entrare prima i "12" e poi i "72" seminaristi kikolatri).

Ora, non ci sembra inusuale che un soggetto adulto venga rifiutato da numerosi seminari e comunità religiose: basta per esempio essere fedeli alla Messa tridentina. Oppure, dall'altro versante, basta aver problemi psicologici piuttosto facili da notare (anche solo piccole ma significative disubbidienze del tipo "sono adulto, non potete mica mettermi nei turni dei lavapiatti"). È anche possibile che gli ultimi rifiuti siano stati motivati dalla ferrea ubbidienza a Kiko ("non potete impedirmi di andare alla liturgia della comunità neocatecumenale il sabato sera! siamo approvati! abbiamo lo Statuto!"), possiamo solo fare ipotesi. Certo è che se dopo una vita di rifiuti uno viene accettato solo da un seminario neocatecumenale... vuol dire che non solo è un comprovato fedelissimo di Kiko, ma che anche i propri cosiddetti "catechisti" del Cammino glielo hanno "consigliato", cioè imposto. E magari vuol dire anche che sussistevano ancora quegli imprecisati importanti motivi per cui non fosse piazzabile in un normale seminario diocesano o religioso.

Dunque si deve dedurre che c'è stata un'ampia parentesi di cui Taniguchi nel blog non parla, durante la quale ha aderito al Cammino, che lo ha indirizzato all'unico vescovo filoneocatecumenale del suo paese d'origine, il quale lo ha poi spedito a Roma. Nel giro di circa 9 anni, ormai 54-55enne, viene ordinato prete a Takamatsu proprio dal Fukahori. Tornerà subito dopo a Roma per ulteriori studi teologici (presumibilmente per la "licenza", cioè il biennio supplementare di teologia necessario ad avere il requisito minimo per insegnare in facoltà teologiche). Racconta un episodio molto significativo, databile quasi certamente alla fine degli anni '80: a Roma vi erano presenti i vescovi giapponesi per la visita ad limina a Giovanni Paolo II (ogni 5 anni la conferenza episcopale fa una visita al Papa a Roma; la più recente è stata tre mesi fa, ad aprile 2024), e che un imprecisato "membro della Comunità Neocatecumenale" «raccomandò a mons. Fukahori» di istituire un seminario neocatecumenale a Takamatsu.

Il Cammino Neocatecumenale in Giappone:
chitarrelle kikiane, tamburo bongo kikiano,
drappo kikiano con l'autoritratto di Kiko,
facce occidentali che cantano in itagnolo...
Questo "raccomandare" è evidentemente un comandare e il "membro" è di sicuro qualche grosso super-catechista del "cerchio magico" di Kiko, un pezzo grosso a cui non si poteva assolutamente dir di no. Tant'è che nel colloquio personale con Giovanni Paolo II Fukahori parla già al Papa di quel progetto (ma guarda tu, un imprecisato "membro" gli butta lì un'idea e subito lui, che è in visita ad limina, ne parla in privato col Papa anziché parlargli del gregge di Takamatsu: le priorità neocatecumenali sono sempre più urgenti di tutto, anche del proprio dovere di vescovo e pastore di anime). Giovanni Paolo II avrebbe "incoraggiato", detto che è una "buona idea", addirittura chiesto "per favore vai avanti". Si tratta chiaramente di favolette neocatecumenali, e che per quanto favorevole ai movimenti e al Cammino possa essere stato Giovanni Paolo II, è improbabile che il Papa abbia risposto con tanto entusiasmo a quello che evidentemente era solo il comando del grosso super-catechista - tanto più riguardo una povera diocesi di 5000 anime sita in un paese che non gode di alcun "otto per mille".

Gli altri vescovi giapponesi si sentirono (giustamente!) turlupinati (in quanto disponevano già di diversi seminari attivi a Tokyo e altrove). Fukahori a loro insaputa ha preso ordini da un "membro del Cammino" proprio durante la visita ad limina ed ha approfittato per fabbricarsi subito l'alibi del "il Papa mi ha incoraggiato e detto di andare avanti" (ecco perché il "membro" ha scelto quel momento per comandarlo: durante la visita ad limina, era pianificatissimo costruire l'alibi senza destare subito sospetti, in modo da mettere i vescovi giapponesi di fronte al "fatto compiuto"). Tale seminario fu aperto ufficialmente a febbraio 1990 e già a febbraio 1992 i vescovi giapponesi avevano convocato una riunione straordinaria della conferenza episcopale lamentandone l'apertura e la sua esclusiva finalità di «formare nuovi sacerdoti per le comunità neocatecumenali» (cioè di assolutamente zero beneficio per la diocesi, nonostante i seminari Redemkikos Mater vengano vantati per "diocesani missionari"). Naturalmente Fukahori continuò ad ubbidire al Cammino anziché alla Chiesa.

A metà degli anni '90, tornato a Takamatsu con in tasca la "licenza in teologia", Taniguchi può diventare non solo il responsabile di tale seminario ma anche docente. All'epoca era un edificio in affitto "con un notevole deficit, e i conti della diocesi sono in rosso". Il neocatecumenalismo ladrone ruba sempre i soldi dei cattolici (oltre che quelli dei fratelli delle comunità neocatecumenali), pur di installare un "avamposto" kikolatrico in ogni paese (i seminari kikiani, infatti, fungono anche da strutture ricettive per i catechistoni neocat "itineranti", come rifugio per i kikolatri VIP che hanno compiuto cose gravi altrove, e come casa-vacanze per i VIP neocatekiki in transito).

Insomma, i vescovi giapponesi avevano molti motivi per chiudere il seminario neocatecumenale di Takamatsu:

  1. è al servizio esclusivo del Cammino e delle magagne neocat
  2. è a spese di tutti i cattolici (e spese piuttosto importanti)
  3. è stato istituito in modo furbetto, mettendo i vescovi giapponesi di fronte al fatto compiuto
  4. non dà alcuna utilità né beneficio ai cattolici giapponesi.
Imbarazzantissima (specie per i giapponesi)
"liturgia" neocatecumenale con girotondino
attorno al tavolinetto smontabile kikolatrico
Taniguchi spiega di aver progettato di costruire un nuovo edificio per alloggiarvi il seminario, in modo da non pagare più l'affitto. Anche se basato su elementi prefabbricati, sarebbe stata una spesa folle. Folle ma non del tutto ingiustificabile: nella sua mentalità da "ex bancario", l'iscrivere al patrimonio diocesano un edificio (seppur gravato di debiti) rappresenterà un asset, non una spesa. Naturalmente i capicosca neocatecumenali furono subito d'accordo, come se fossero stati loro ad escogitare il trucco, e magari già si leccavano i baffi pensando a come operare la stessa truffa che verrà tentata a Guam: una "restrizione di utilizzo" dell'immobile, tale da assegnare diritto di veto a qualche grosso super-catechista neocatecumenale. Cioè la diocesi costruisce a proprie spese un edificio di cui quatti quatti se ne impossessano i neocatecumenali con trucchetti furbetti molto complessi da stanare. Poco importa che promettano di raccogliere fondi (dalla promessa al bonifico ne passa tanta di acqua sotto i ponti!), poco importa che farciscano i discorsetti autocelebrativi di "Dio vuole, volontà di Dio, Dio provvede", poco importa che nel transito del fiume di soldi neocatecumenali molti soldi restino misteriosamente attaccati alle mani dei soliti capicosca e intrallazzieri.

(C'è da notare che in Giappone le leggi sull'edilizia sono molto meno restrittive dei severi piani regolatori italiani, e ottenere permessi di costruzione e pagare le relative tasse prima di iniziare, è molto più semplice che qui in Italia

Taniguchi afferma di aver ordinato i materiali per la costruzione quando ancora non aveva i soldi e l'appaltatore avrebbe accettato "perché sono cattolici" e non azzarderebbero truffe. Un anno dopo, alla scadenza per il pagamento, afferma che sarebbe arrivata all'improvviso una donazione di 100 milioni di yen (all'epoca corrispondenti a circa un miliardo di lire, cioè un potere d'acquisto di oltre 1,05 milioni di euro di oggi). Si deve dedurre che l'appaltatore era non solo neocatecumenale ma anche ubbidientissimo al proprio cosiddetto "catechista", perché il "sono cattolici" può andar bene quando rischi poca roba, non quando devi anticipare una milionata di euro. (A parte il fatto che una donazione così consistente farebbe scattare una tempesta di controlli fiscali per controllare la legittimità, a cominciare dalla stranezza dell'assenza -o presenza nascosta o minimale?- di acconti e anticipi; insomma, anziché credere alla favoletta neocat del "DioProvvede", si direbbe che i kikos abbiano finto di credere alla "donazione" per meglio nascondere i debiti, i movimenti e le provenienze - specie diocesane -, un po' come avverrà nel caso del Monte degli Ulivi e di un anonimo "donatore" comparso improvvisamente al momento giusto...).

Al termine della costruzione i vescovi giapponesi si ritrovano di nuovo di fronte al "fatto compiuto" neocatecumenale. Si aspettavano la chiusura della vecchia sede in affitto (costoso affitto), scoprono che il neocatecumenalismo ha costruito una nuova sede a loro insaputa. Scoprono che Fukahori era venuto meno alla parola data (inventandosi un alibi a posteriori sulla "libertà dei singoli vescovi" e sulla presunta "volontà del Papa" fabbricata nella visita ad limina, alibi evidentemente suggeritigli dal solito grosso super-catechista: i kikolatri sono talmente avvezzi alla menzogna e all'inganno, che chiedono ai vescovi di mentire e ingannare per difendere gli interessi della setta). Ma la notizia trapela e la sporca faccenda del seminario neocatecumenale diventa di pubblico dominio fra i cattolici giapponesi. (Taniguchi afferma pure che "almeno 4 o 5 vescovi" non erano ostili, il che ci fa pensare che sia ben possibile che siano stati oliati e rabboniti dai kikolatri, per creare divisione fra i vescovi giapponesi, quanta ne basterebbe per derubricare la discussione a una questione di opinioni; in questo dobbiamo riconoscere che i kikolatri sono eccellenti nella pianificazione dei dettagli, sanno già che le loro furbate e le loro perfidie verranno riconosciute come tali, e quindi si premuniscono corrompendo e "oliando" per difenderle).

Il presbikiko giapponese non può non menzionare il fatto che due laici della diocesi querelarono il vescovo Fukahori ma si guarda bene dal chiarire il vero motivo. Il motivo, di cui parlammo sul nostro blog già molti anni fa è che Fukahori nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 li aveva pubblicamente diffamati (nel Cammino funziona sempre così, ti fanno l'omelia "contro", ti fanno la lettera pastorale "contro", facendo pure nomi e cognomi), per cui lo avevano denunciato anche in sede civile.

Riguardo all'evoluzione della denuncia, Taniguchi ricama molto sulle già poco credibili favolette insinuando che i due querelanti fossero "molto litigiosi" e che in passato avessero portato avanti altre querele (nel Cammino infatti si sconsiglia fortemente di querelare per difendersi, "Non Resistete Al Male"...). Ma l'argomento "molte querele", anche se fosse vero, non implicherebbe automaticamente che sei "litigioso": potresti benissimo aver avuto validi motivi ogni volta. Specialmente nella querela più recente. Taniguchi menziona poi il rischio che il caso venisse portato avanti fino all'equivalente giapponese della Cassazione, con un'escalation legale che la conferenza episcopale giapponese certamente non avrebbe gradito: dobbiamo dedurre che la vera paura di Taniguchi e dei neocatecumenali fosse invece veder attivarsi un pubblico dibattito sulle porcate neocatecumenalizie (immaginate che spasso se un telegiornale menziona l'obbligatorietà della "decima" o le confessioni pubbliche), o che ci fossero altri sconcertanti segretucci da mantenere (l'edificio non era del tutto a norma? il giro di soldi non era del tutto limpido? i debiti inflitti alla diocesi non erano del tutto giustificati? e le comunità neocatecumenali non avevano esattamente rendicontato le "decime" e raccolte fondi?...).

E quindi Fukahori accettò il verdetto e pagò il risarcimento, grosso modo equivalente a parecchie migliaia di euro. Taniguchi ce lo indica come accordo extragiudiziale suggerito dallo stesso giudice che si sarebbe rifiutato di intervenire in una questione interna ad una comunità religiosa ma è lo stesso Taniguchi che ha paura dell'escalation, è come se volesse nascondere che la proposta di risarcimento (letteralmente usare soldi per mettere tutto a tacere) sia partita invece dal Fukahori e dai neocatecumenali, quasi a dire "mi basta che ritiriate la querela (altrimenti i grossi super-catechisti me la faranno pagare cara)".

Da buon neocatekiko, Taniguchi ha l'istinto pavloviano di blaterare di Gesù davanti a Pilato, tipica foglia di fico dei cosiddetti "catechisti" quelle rare volte che son costretti a pagare per qualche loro porcata - e addirittura di parlare di sconfitta dei querelanti perché presuntamente costretti a pagare il 90% delle spese processuali... come se avessero accettato l'accordo e intascato il risarcimento e ritirato la querela).

A suo tempo avevamo già ricordato di come fu Fukahori a perdere e pagare (chissà in che percentuale di soldi neocatekiki e della diocesi), e che i due fedeli si definirono non contenti del risultato perché non desideravano i soldi ma di gettar luce sulle porcate neocatecumenali e del seminario. (Taniguchi insiste a dire che i due avrebbero cantato vittoria su un giornale cattolico minuscolo, come se la verità fosse talmente insopportabile per il Cammino da aver ancor oggi urgenza di infangare quei due fedeli, come se quei due avessero contribuito seriamente a rovinare i piani kikiani a Takamatsu).

Quando la panzana kikolatrica
è così urgentemente ufficiale
da diventare... cartellonistica
Taniguchi involontariamente ci rivela che alla conferenza episcopale giapponese non presero molto bene la figuraccia di Fukahori (l'avrebbero forse presa un po' meglio se fosse uscito totalmente innocente). A maggio 2004, ormai alle soglie degli 80 anni, diede le dimissioni da vescovo di Takamatsu, ritirandosi a vita privata e, stando a notizie che abbiamo ottenuto altrove, venendo ospitato a Roma nel seminario neocatecumenale a spendervi i suoi ultimi giorni. (Taniguchi dice che è sepolto in Giappone)

Alla guida della diocesi di Takamatsu, a maggio 2004 Fukahori fu succeduto dal vescovo salesiano mons. Mizobe (1935-2016), che conosceva le porcherie del Cammino e la sporca faccendaccia del seminario neocatecumenale e si diede subito da fare per chiuderlo. Mizobe agiva ovviamente concorde con la Conferenza Episcopale Giapponese e non è irrealistico pensare che sia stato scelto proprio per questo. Quel che Mizobe non si aspettava, è che i dicasteri romani pullulassero di amiconi del Cammino, specialmente il neocatecumenalissimo Filoni alla guida di Propaganda Fide. Taniguchi racconta la favoletta secondo cui Benedetto XVI avrebbe addirittura difeso il seminario di Takamatsu, quando in realtà sappiamo che Benedetto XVI non voleva nemmeno riconoscere uno Statuto al Cammino e che pur conservando un atteggiamento di paterna benevolenza, dopo la prima volta che era stato fregato (quando lo invitarono a celebrare al Redemkikos Mater di Roma e gli fecero trovare i copponi e le pagnottone) si era sempre rifiutato di visitare qualsiasi struttura neocatecumenalizia o di celebrare coi neocatecumenali (neanche un anno dopo faceva infatti inviare la lettera contro la liturkikia, il 1° dicembre 2005). Taniguchi ha un bel daffare a riscrivere la storia in versione neocatecumenalizzata, con la tipica faccia di bronzo del kikolatra in full damage control.

Quando il seminario di Takamatsu fu finalmente soppresso (la sede verrà poi assegnata ad una comunità di recupero tossicodipendenti), i neocat inventarono la favoletta del "è stato solo trasferito a Roma", perché l'idolo Kiko non tollera sconfitte. Nella nuova struttura di Roma (chi la paga?) sfruttarono come rettore l'ex vescovo della diocesi giapponese di Oita (evidentemente Fukahori non era l'unico che i kikolatri avevano soggiogato in Giappone). Nel periodo di maggior espansione, il seminario di Takamatsu aveva contato una ventina di seminaristi di cui solo due giapponesi.

A Takamatsu il vescovo Mizobe fu succeduto nel 2011 dal vescovo Suwa, che pure conosceva bene le porcate del Cammino e pure dovette soffrire molto a causa delle divisioni create dalla setta eretica di Kiko e Carmen. Mons. Suwa ha retto la diocesi fino al suo ritiro per limiti di età nel 2022, dopodiché il Vaticano ha stabilito che la diocesi di Takamatsu, istituita nel 1963 (prima, fin dal 1904, era solo "prefettura apostolica"), venisse unita alla diocesi di Osaka. Unione che certamente non ha rallegrato i neocatecumenali, bramosi di reinsediarsi in Giappone (tra cui per esempio il Pbrò italiano kikolatra che ancora vive a Takamatsu: evidentemente l'ordine di scuderia neocatecumenale è di mantenere un avamposto anche minimo, visto che il vescovo di Osaka non dà neppure uno yen per pagare affitti e spese dei kikolatri).

La favoletta inventata da Taniguchi (o dai suoi cosiddetti "catechisti") prosegue affermando che "il Vaticano" (in realtà qualche grosso super-catechista del Cammino) attorno al 2018 aveva stabilito di insediare un seminario neocatecumenale a Tokyo (giacché l'idolo Kiko non può accettare sconfitte, nemmeno parziali). Pressato e intimorito dall'idolo Kiko, e dopo chissà quante faticose preparazioni e furbate sottobanco, l'ineffabile Filoni fa inviare ai vescovi giapponesi una "lettera del Papa" (firmata dal Papa ma scritta in gergo neocatecumenalizio) e i vescovi giapponesi vennero messi di nuovo "davanti al fatto compiuto" neocatecumenale. Con severa eleganza il vescovo di Tokyo annuncia il contenuto di quella lettera definendosi eufemisticamente "sorpreso" che di tale strombazzato nuovo seminario non ne sapessero niente né lui, né il suo predecessore, né i vescovi giapponesi, né il clero diocesano di Tokyo. E per farsi meglio capire, soggiunge: «È difficile per me capire perché si vada ricreando un seminario in Giappone esclusivamente per il Cammino Neocatecumenale senza aver studiato e riflettuto sulla sua storia». Una storia di laceranti divisioni, disubbidienze, liturgie "caserecce", di inganni, addirittura nel 2008 i pretonzoli kikolatri stanziati in Giappone pretesero e ottennero la nomina di un intermediario neocatecumenale (un "vicario" che contrattasse presenza, ministero e servizio dei presbikikos) perché completamente incapaci di ubbidire ai vescovi giapponesi... "Abbiamo lo Statuto!", cioè i kikos si sono dati da soli l'autorizzazione a disubbidire alla gerarchia ecclesiale.

Anni fa, per spiegare come nacque quella lettera-furbata, spiegavamo senza troppa ironia:

"immaginate la seguente scenetta: mentre il Papa sta uscendo indaffaratissimo, oppure è in ascensore e si stanno chiudendo le porte, un kikos gli dice a mezza voce (senza neppure essere sicuro di farsi sentire): «beh, poi magari potremmo presentarle l'idea di un nuovo seminario missionario, magari per l'Asia...» Il Papa non risponde neppure (può darsi che nemmeno ci abbia fatto caso), il giorno dopo Filoni invia la roboante lettera al vescovo di Tokyo dicendo: «in accordo col Santo Padre abbiamo deciso di aprire un seminario R.M. per evangelizzare l'Asia, e abbiamo già parlato con vescovi e preti coinvolti...» Mettere il Papa e i vescovi davanti al fatto compiuto: tipica strategia neocatecumenale..."

"Prima comunione" neocatecumenale,
ovviamente "sulle mani" e comprensiva
di "alzatina ipocrita" dalla seggiola pieghevole:
la liturkikia-horror alla conquista del Giappone

Taniguchi rosica parecchio sia lamentando che il Giappone è uno dei "pochi paesi" che non ha un seminario kikolatrico (il mappamondo di Kiko contiene un vistoso buco sul Giappone! povero Taniguchi, che sufrimiento!), sia ricordando che l'opposizione unanime dei vescovi giapponesi a farsi incistare un seminario kikolatrico dalla filoniana Propaganda Fide in Kiko sarebbe avvenuta "all'ultimo momento" quando già stavano identificando un immobile dove erigerlo e la visita di Bergoglio era già stata decisa. Taniguchi sul suo blog si concede un momento di involontario humour surreale raccontando che l'immaginario aereo del Papa (che simboleggia i progetti della cricca del Cammino), appena sfiorata la pista dell'aeroporto di Tokyo-Haneda, riparte immediatamente in un touch-and-go (cioè non prosegue l'atterraggio ma riprende il volo) verso Macao (l'idolo Kiko non tollera sconfitte e nemmeno pareggi: fallito il tentativo per Tokyo, immediatamente applicarono il piano B per Macao). In realtà Bergoglio visiterà il Giappone (Nagasaki, Hiroshima e Tokyo) poco più di un anno dopo, a novembre 2019... senza che il Cammino potesse sfruttare la visita come "timbro di approvazione pontificia" per il progettato seminario-avamposto kikolatrico. (Il seminario kikiano di Macao ha comunque avuto una storia piuttosto sgangherata, almeno quanto la sede - spostata temporaneamente a Taiwan durante la pandemia -, a cominciare dal non potersi fregiare dell'aggettivo "pontificio").

La significativa rosicata finale di Taniguchi è che il Giappone non sarebbe stato ancora raggiunto dal "Concilio Vaticano II".

Sipario.

25 commenti:

  1. Quella che chiama purificazione, sarà l'entrata nel CNC?

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    1. Può significare mille cose diverse, anche se a me sembra probabilmente un termine usato solo per mandare un segnale a coloro che lo conoscono personalmente (cioè che ne ricordano gli scandali): "vedete? mi sono «purificato», quindi non potete contestarmi cosacce che ho fatto in passato". È tipico di chi ha fatto qualcosa di piuttosto grave. Potrebbe essere o non essere il suo caso. È comunque frequente che gente dal passato notoriamente scandaloso si avvicini al Cammino percependone la mentalità del "siamo tutti peccatori ma basta fare un po' di show «quando il Signore mi toglie la mano dalla testa, ne combino di ogni!» per mettere a tacere chi pensa che io non mi sia convertito".

      Comunque ciò che ci interessa delle sue lunghe paginate blog non è la sua biografia, ma un paio di punti essenziali:

      - cosa lascia trapelare riguardo alle porcate del Cammino (come ad esempio il significativo dettaglio del "membro neocatecumenale che raccomandò" di costituire un seminario kikolatrico a Takamatsu, sincronizzato proprio sul momento in cui era possibile applicare la solita furbata del "l'ho accennato al Papa in privato, cioè ora andrò in giro a dire che il Papa ci approva, anzi, addirittura che il Papa collabora con Kiko");

      - cosa s'inventa per giustificare gli scandali del Cammino (come ad esempio le panzane riguardo al maldicente Fukahori contro i due laici cattolici che svelarono le magagne finanziarie del seminario neocatecumenale di Takamatsu), e di conseguenza che favolette autocelebrative si raccontano fra loro, infervorandosi, i fratelli kikolatri delle comunità kikolatriche.

      Vedete, nella mentità neocatecumenale, mentire e ingannare sono strumenti santi qualora adoperati per difendere il prestigio e i soldi della setta di Kiko e Carmen. Infatti non s'è mai visto un kikolatra ammettere che su un qualsiasi scandalo - anche grosso - qualche ras della setta, o anche solo qualche VIP, abbia sbagliato. Per esempio non s'è mai visto un kikolatra dire che i pedofili vanno puniti anche se sono vescovi neocatecumenali.

      Per questo, nel giorno del giudizio, si ribelleranno a Dio urlando: «ma come ti permetti, Signore? noi avevamo lo Statuto! noi facevamo la Decima! noi avevamo gli applausi di 153 grossi vescovi! ma chi ti credi di essere, Signore? Tu giudichi!».

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  2. C'è da notare anche il punto importante che fa tanto rosicare il Taniguchi: chi riconosce le magagne del Cammino, "non è stato ancora raggiunto dal Concilio Vaticano II".

    Vorrei personalmente ringraziare il Taniguchi perché ha testimoniato che qualsiasi porcata eretica, antiliturgica, cristianamente immorale o ipocrita, la giustificano con l'essere stati "raggiunti" dal Concilio Vaticano II.

    Se per te la liturgia è uno spettacolino da abbellire e far sembrare riuscito, anziché la ripetizione incruenta del sacrificio di Nostro Signore, è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Se per te "Gesù era un peccatore", è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Se per te le canzonette di Kiko valgono più del canto gregoriano, è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Se per te un vescovo fa bene a chiedere alle suore di clausura di mentire ai cattolici (e di mentire per iscritto), è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Se per te la confessione dei peccati mortali è facoltativa e rinviabile a piacere ("sei già perdonato!" anche senza pentimento), è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Se vuoi essere sepolto in un cimitero kikolatrico con tutti i kikocrismi, è solo perché sei stato raggiunto dal Vaticano II.

    Cioè se sei stato "raggiunto dal Vaticano II", significa che non hai più la fede cattolica. È proprio una chiara ammissione che il Concilio è una fede diversa da quella cattolica.

    E pensare che noi cattolici sapevamo che il Vaticano II era solo un concilio "pastorale", cioè non dogmatico, cioè che non ci imponeva cambiamenti nella fede. Ed avevamo sempre tentato di prenderne il meglio, di dargli l'importanza che meritava un concilio pastorale (cioè non dogmatico). E durante tutto il postconcilio, invece, ci è sempre stato detto (ce l'ha detto a chiare lettere anche il Taniguchi) che "ilconcilio" è letteralmente una nuova fede, diversa da quella cattolica, tant'è che il peggior insulto che usavano è... etichettarti "preconciliare".

    Dovendo scegliere tra la fede di padre Pio (e di diciannove secoli prima di lui), e la fede in sankiko santargüello, Taniguchi ha scelto quest'ultima (che non gode di ottima reputazione in Giappone), e perciò si lamenta che il Giappone non è stato ancora "raggiunto dal Vaticano II".

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  3. Takamatsu è l'acronimo di :

    Troppe Abnormi Kikiane Assurdità Mamotreticamente Allucinanti Trasmettono Strafalcioni Urticanti

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  4. Questo Taniguchi è un pozzo di informazioni celate tra le righe ed è fin troppo evidente come scientemente volga sempre la narrazione a favore dei neocatecumenali attraverso mezze verità o vere e proprie contraffazioni della realtà.

    Dall’articolo odierno possiamo derivare agevolmente alcuni punti controversi, così riassumibili da un’attenta lettura del suo blog a confronto con le dichiarazioni rilasciate nel 2006 dal vescovo successivo a Fukahori, mons. Mizobe (due anni e 3 mesi dopo il suo insediamento nella diocesi di Takamatsu).
    Sinceramente, sono totalmente propenso a credere alla versione di mons. Mizobe, aiutato nella sua impresa di ricostruire l'unità della diocesi di Takamatsu anche dai vescovi di Osaka, Nagasaki e Tokyo.

    https://www.takamatsu.catholic.ne.jp/bishopemeritus/homily/20061029kichoukouwa.html

    1) NELLA DIOCESI DI TAKAMATSU ERA DIFFICILE TROVARE UN VESCOVO SUCCESSORE DI FUKAHORI.
    Mizobe:
    "Oggi penso di poter parlare di alcune cose che stanno dietro le quinte. L'età di pensionamento di un vescovo è di 75 anni. Il vescovo Fukahori l'ha prolungata di sei anni. C'era anche il fatto che NON SI RIUSCIVA A TROVARE IL PROSSIMO VESCOVO. IL MOTIVO per cui non è stato possibile trovarlo è che C'ERANO MOLTI PROBLEMI IN QUESTA DIOCESI. In particolare, il fatto che il VESCOVO SIA STATO PORTATO IN UN TRIBUNALE IN SEDE CIVILE PER LA CREAZIONE DEL SEMINARIO REDEMPTORIS MATER, perché NON ERA LEGALMENTE POSSIBILE O IN CONFORMITÀ CON LA LEGGE SULLE ISTITUZIONI RELIGIOSE. In realtà, IL VESCOVO HA FINITO PER PERDERE IN TRIBUNALE."

    2) PERCHÈ L'ISTITUZIONE DEL SEMINARIO REDEMPTORIS MATER NON ERA LEGALMENTE POSSIBILE O IN CONFORMITÀ CON LA LEGGE SULLE ISTITUZIONI RELIGIOSE?
    Mizobe:
    "Ci sono molte cose che accadono nella Chiesa in Giappone, ma non ha precedenti che un credente porti un vescovo in tribunale, non in un tribunale ecclesiastico, ma in un tribunale civile secondo il diritto civile.
    Le NORMATIVE CANONICHE stabiliscono che PER ESISTERE COME ENTE RELIGIOSO È NECESSARIO TENERE UN CONSIGLIO E REDIGERE VERBALI. IN CASO DI MODIFICHE ESISTE L'OBBLIGO DI ANNUNCIARLE PUBBLICAMENTE E, SE C'È UN RECLAMO, TI VIENE CONCESSO UN PERIODO PER PRESENTARE RICORSO. Il rappresentante è anche responsabile di illustrare le modifiche e di firmare il verbale della riunione. MA QUANDO SI TRATTÒ DI ISTITUIRE UN SEMINARIO NELLA DIOCESI DI TAKAMATSU, IL MANCATO RISPETTO DELLE CORRETTE PROCEDURE LEGALI FU LA CAUSA DEL DISASTRO.
    Uno dei principali punti di controversia nel processo contro il vescovo Fukahori fu il mancato rispetto delle corrette procedure legali, soprattutto nell’istituzione del seminario Redemptoris Mater.
    Nella diocesi di Takamatsu sono sorti problemi perché sono stati un negligenti nel costruire un'organizzazione conforme al diritto canonico. Un'altra cosa è che le leggi sulle corporazioni religiose sono diventate più severe dopo l'incidente di Ohm (un movimento religioso che perpetrava stragi e crimini). Il governo giapponese impone rigide richieste alle corporazioni religiose per quanto riguarda la gestione fisica, le finanze e altre questioni. Ho la sensazione che la diocesi di Takamatsu non capisse realmente che le richieste stavano diventando più severe. Immagino che provenisse da un senso di sicurezza che poteva fare quello che aveva sempre fatto. In Giappone la regola minima è rispettare la legge sugli enti religiosi.".

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  5. Versione del Pbro Iapicca sul punto 2) (2009):

    “Takamatsu, come Betlemme, piccola e con un futuro senza presbiteri da far tremare i polsi, ha visto nascere MIRACOLOSAMENTE circa venti anni fa, per la ferma volontà del suo vescovo e l’altrettanto deciso incoraggiamento del Beato Giovanni Paolo II, il Seminario Diocesano Internazionale Redemptoris Mater per l’evangelizzazione del Giappone e dell’Asia.
    Oggi, a distanza di venti anni, si può constatare quanto PROFETICA fu la scelta di Mons. Fukahori: in quasi tutte le diocesi del Giappone infatti si stanno accogliendo seminaristi provenienti da diversi Paesi dell’Asia per far fronte alla terribile scarsità di vocazioni.
    Le sofferenze, le difficoltà, che ha vissuto Mons. Fukahori dovute alla CARICA PROFETICA delle sue scelte SPESSO NON COMPRESE e SPESSO AVVERSATE che lo hanno reso proprio un piccolo seme gettato in terra; ed ancor più la sua TOTALE DEDIZIONE ALLA CHIESA e il suo AMORE SENZA LIMITI che lo ha sempre fatto sorridente e pieno di pace anche nei momenti più difficili, i suoi silenzi pieni di misericordia, hanno irrorato di uno specialissimo sangue, quello di un MARTIRIO SPIRITUALE, questa terra cosi aspra.
    Le orme imporporate dall’amore genuino con il quale Mons. Fukahori ha governato la Diocesi e ha poi accolto la volontà di Dio che lo ha condotto per cammini di AMARA SOLITUDINE, sono l’EREDITÀ PIÙ GRANDE CHE LASCIA ALLA DIOCESI DI TAKAMATSU E ALLA CHIESA INTERA DEL GIAPPONE. SOLO QUESTO AMORE FINO ALLA FINE POTRÀ EVANGELIZZARE IL GIAPPONE; solo la presenza viva di Cristo e del suo Mistero Pasquale può condurre al Cielo questa generazione. E’ Gesù infatti che ogni giapponese attende nella sua vita. Mons. Fukahori ci ha mostrato la via dischiudendoci nella sua vita il cammino alla VERA EVANGELIZZAZIONE”.

    https://www.sanpietroapostolo.org/seminari/SeminarioTakamatsu/Takamatsu.pdf

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  6. Versione di Yukinori Taniguchi, 2008:

    “Il vescovo Fukahori è tornato. Quattro anni dopo aver rassegnato le dimissioni da vescovo, si trasferì a Shikoku, un luogo dove non aveva mai messo piede.
    In circostanze normali, un vescovo in pensione sarebbe rimasto nella sua diocesi e avrebbe vissuto la sua felice vecchiaia, circondato da un vescovo successore e da parrocchiani che lo adoravano. Trascorse i suoi ultimi giorni da VESCOVO STIGMATIZZATO COME IMPUTATO IN UN TRIBUNALE SECOLARE e, dopo essere andato in pensione, SOPPORTÓ SILENZIOSAMENTE il duro lavoro come prete in una chiesa nel centro di Kumamoto, SOPPORTANDO LA SOLITUDINE E LA SOFFERENZA che stava trascorrendo in alcuni giorni seri.
    Tuttavia, quattro anni dopo, l'attuale vescovo gli ha permesso di mettere piede per la prima volta sul suolo di Shikoku per ospitare l'evento finale del seminario, la cui chiusura era prevista per il 30 giugno.
    Mentre socchiudeva gli occhi vedendo la crescita dei seminaristi di cui si era preso cura come uccellini sotto le sue ali e li aveva amati come gli occhi dei suoi occhi, e rifletteva sulla SOLITUDINE e sulla SOFFERENZA che aveva SOPPORTATO negli ultimi quattro anni, la sua voce tremava e i suoi occhi erano pieni di lacrime. Disse: “Queste persone, appassionate dell’evangelizzazione in Giappone, saranno presto disperse e torneranno alle loro città natali senza essere ordinate sacerdoti? Ma qual è esattamente la loro incredibile luminosità?”... Io sono il secondo figlio del vescovo.

    https://blog.goo.ne.jp/john-1939/e/d7e2cb96149ef7753afb29b5cf8756b5

    "Dopo il ritiro del mio benefattore, Mons. Fukahori, ho preso coscienza della mia missione di proseguire il suo cammino, assicurando l'ulteriore sviluppo della comunità neocatecumenale e gettando le basi far continuare ad esistere del Seminario Diocesano Redemptoris Mater di Takamatsu. Ero orgoglioso che mi fosse stata affidata la responsabilità di realizzarlo.
    Nel frattempo, il neo-vescovo Mizobe è entrato pieno di fiducia nel progetto, con l'OBIETTIVO DI SMANTELLARE la "Comunità del Cammino Neocatecumenale" e chiudere il "Seminario Missionario Internazionale Redemptoris Mater".
    Quando Mons. Mizobe mi ha incontrato per la prima volta dopo aver assunto il suo incarico, la prima cosa che ha detto è stata: "Padre Taniguchi, lei ha dato un grande contributo alla diocesi nella costruzione del seminario e nella risoluzione del caso giudiziario del Vescovo Fukahori. Grazie mille. Deve essere stato un lavoro molto duro per te. Penso che tu abbia bisogno di un po' di riposo. Vorrei concederti un anno sabbatico. Perché non vai a Roma e ti prendi una pausa per poi continuare come parroco della chiesa originaria di Sanbonmatsu?'' Le sue parole erano gentili, ma le sue intenzioni erano chiare.
    D'altronde in quel periodo non ero in vacanza. Ero divenuto parroco della chiesa di Sanbonmatsu, la base del distretto di Tosan, rinnovai e ampliai la chiesa e TENNI CATECHESI (corsi introduttivi alla fede) per i residenti locali. Non potevo assolutamente lasciarli e fare una piacevole vacanza a Roma.
    Tuttavia, questa non era una raccomandazione gentile. Per il nuovo vescovo, la mia rimozione è stata un primo passo essenziale per RIMUOVERE GLI OSTACOLI AL SUO PROGRAMMA DI SOPPRESSIONE DELLE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI e di CHIUSURA DEL SEMINARIO. Pertanto, questa proposta di vacanze è stata per me un comando assoluto da parte dell'autorità del vescovo.
    Era chiaro che se avessi rifiutato, sarei stato sospeso dal sacerdozio ed espulso dalla diocesi con il PRETESTO di disobbedienza al vescovo. Era una trappola a doppio taglio in cui potevi cadere sia che accettassi o rifiutassi.

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  7. Percependo disordini, i credenti di Sanbonmatsu, soprattutto i membri della NUOVA COMUNITÀ, si divisero in diversi gruppi e ciascuno chiese un incontro con il vescovo, dicendo: "Padre Taniguchi tornerà davvero come nostro capo sacerdote tra un anno?" Ogni volta il vescovo sorrideva e ci assicurava: "Naturalmente padre Taniguchi tornerà sicuramente da voi dopo le vacanze".
    Non spiegherò come ho trascorso l'anno a Roma, ma dopo più di 11 mesi ho ricevuto la mia prima breve email dal vescovo che diceva: "Purtroppo la situazione nella diocesi non è migliorata".
    L'e-mail aveva un TONO FREDDO e suonava come: "Per favore, sentiti libero di MORIRE DI FAME o di morire in modo naturale". Il sostegno finanziario non era nella mente del vescovo fin dall'inizio e i miei soldi stavano finendo. Tuttavia, ciò che pensavo fosse più terribile di tutto era che la promessa del vescovo ai credenti di Sanbonmatsu fosse stata infranta così facilmente.
    Decisi di tornare in Giappone. Pensai: “Andrà tutto bene se torno indietro”.
    Avevo un NASCONDIGLIO SEGRETO in Giappone che nessuno avrebbe mai potuto portarmi via. Una casa al lago Nojiri. Questa casa era l'unica cosa al mondo che potesse PROTEGGERMI.
    Come nota a margine, per diversi anni prima e dopo, stranamente, NON HO RICEVUTO ALCUN CONTATTO O SUPPORTO DALLE PERSONE RESPONSABILI DELLE COMUNITÀ NEOCATECUMENALI. Ero completamente ISOLATO e SENZA AIUTI.
    I miei due anni di ESILIO dalla parrocchia volgevano al termine.
    Questa volta, però, dal vescovo non sono arrivate istruzioni. Tuttavia, se fossi rimasto più a lungo dei due anni a cui ero stato condannato, c'era il rischio che sarei stato ACCUSATO DI DISOBBEDIRGLI e di vivere la mia vita come volevo. Così, il giorno in cui scadeva il mio mandato, lasciai la mia villa sul lago Nojiri e andai a Takamatsu.
    Quando passai per Kyoto, chiamai la residenza vescovile e dissi loro che i miei due anni di esilio erano finiti e che stavo tornando alla residenza vescovile.
    Quando sono arrivato ho scoperto che il personale amministrativo aveva lasciato libera la stanza degli ospiti e mi stava aspettando. Doveva essersi consultato in fretta con il vescovo di Tokyo.
    Il vescovo, irritato dal fatto che mi ero sistemato nel palazzo vescovile e NON MI MUOVEVO, escogitò un PIANO PER LIBERARSI DI ME. Ai tempi del vescovo Fukahori, padre Antonello (Iapicca) aprì una base missionaria alla periferia della città di Takamatsu con il permesso del vescovo. Seguendo il suo esempio, mons. Mizobe ha proposto di aprire una base missionaria a Shido e di fornire una somma forfettaria di 1,5 milioni di yen (circa 9.000 €) per i preparativi.

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  8. Ho detto: "Mi trasferirò lì quando sarò pronto", ma lui ha detto: "No, non va bene. Lascia la canonica adesso e poi preparati". Così, ho fatto le valigie e mi sono trasferito nel SEMINARIO CHE ALL'EPOCA ESISTEVA ANCORA, e proprio mentre stavo per iniziare i preparativi per l'apertura di una base missionaria, mi è stato detto che il piano era cambiato e che volevano annullare la base missionaria. Era tutta una GRANDE BUGIA e un TRUCCO PER SBARAZZARSI DI ME.
    In mezzo alla confusione, padre Javier Sotil, inviato speciale nominato dal Papa, è venuto a Takamatsu. Il vescovo ha proposto che fossi rilasciato FUORI DALLA DIOCESI come prete itinerante, e padre Javier ha preparato una lettera di dispaccio perché la scrivesse il vescovo, ma il vescovo non l' ha firmata lui stesso, ha fatto sì che un laico a firmarla, il segretario generale della canonica.
    Da allora fino ad oggi ho vissuto la mia vita di PRETE ERRANTE a livello internazionale basandomi su quel pezzo di carta.
    Il mio CRIMINE è quello di aver cercato di proteggere l'eredità di mons. Fukahori di una “comunità neocatecumenale” e di un “seminario”. Se fossi rimasto nella mia diocesi e nella mia giusta posizione e responsabilità, avrei avuto la fiducia necessaria per resistere e NON PERMETTERE A UN NUOVO VESCOVO DI DISTRUGGERE VIOLENTEMENTE L'EREDITÀ DEL SUO PREDECESSORE.
    Ad essere sincero, quando il vescovo Mizobe ha tagliato il mio stipendio da sacerdote e mi ha ESPULSO dalla diocesi, avevo paura di come mi sarei guadagnato da vivere da quel momento in poi. Ero anche preoccupato di dover ritornare nel mondo secolare e lavorare. Tuttavia, nel corso della mia vita successiva, ho sperimentato personalmente che le parole della Bibbia sono vere.

    https://blog.goo.ne.jp/john-1939/c/7f398064fdbb5153e73d6be7c00a5a40

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  9. 3) IL SEMINARIO REDEMPTORIS MATER, UNA VOLTA ISTITUITO SEGUIVA LE NORMATIVE?
    Mizobe:
    "C'era un problema con la contabilità del seminario. Fin da quando sono subentrato, non sono riuscito a comprendere affatto la situazione contabile. Avevo ricevuto il rapporto, ma avevo molte domande sui conti e sul bilancio".

    4) COME SI MOSSE IL VATICANO PRIMA DI NOMINARE MONS. MIZOBE VESCOVO DI TAKAMATSU?
    Mizobe:
    "la conclusione a cui giunse Roma fu che la diocesi di Takamatsu dovesse essere prima sottoposta a un'ispezione speciale. Dopo essere stato nominato vescovo, ci vogliono almeno due o tre anni per comprendere la diocesi e il ruolo di un vescovo. Nel caso della diocesi di Takamatsu non pensavano di poter aspettare così a lungo.
    La prima ispezione fu effettuata dal cardinale Kim della Corea del Sud, venuto nella diocesi di Takamatsu come ispettore da Roma. Rimase lì per un mese per intervistare tutti i sacerdoti e i rappresentanti dei fedeli e presentò i risultati sotto forma di rapporto a Roma. Poi c'è la questione del seminario, per cui mons. Pittau (segretario del Dicastero per l’educazione cattolica) ispezionò la diocesi di Takamatsu e inviò un rapporto a Roma. Li ho letti tutti. Il problema è che la diocesi di Takamatsu è coinvolta con Roma e il problema si stava complicando. Anche il cardinale Kim sembrava essere giunto alla conclusione che sarebbe stato meglio inviare un vescovo attivo nella diocesi di Takamatsu. Questo mi è stato fatto conoscere, e tutti noi vescovi lo sapevamo".

    5) CHI NOMINÒ MONS. MIZOBE COME VESCOVO DELLA DIOCESI DI TAKAMATSU?
    Mizobe, dopo l'arrivo della terna (i nomi dei tre vescovi possibili su cui i vescovi giapponesi avrebbero dovuto esprimere il parere):
    "Ho ricevuto una telefonata che diceva: "Questa è l'ambasciata della Santa Sede, per favore, aspetta". L'ambasciatore disse: "Salve, lei è il vescovo Mizobe?" "Sono il vescovo Mizobe." "Ho qualcosa di cui parlarle, quindi per favore vieni subito all'ambasciata vaticana.'' Una macchina nera con la bandiera del Vaticano arrivò presto all'albergo e mi portò all'ambasciata. Appena arrivato, mi è stato mostrato un documento che diceva: "Ti nomino vescovo della diocesi di Takamatsu, Papa Giovanni Paolo II". NON C'È STATA ALCUNA CONSULTAZIONE (nominato direttamente da Giovanni Paolo II d'autorità).
    L’annuncio pubblico fu fatto il 12 maggio 2004.
    Mons. Fukahori Fukahori non lo sapeva nemmeno".

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  10. 6) CHE ISTRUZIONI EBBE IL VESCOVO MIZOBE DALL'AMBASCIATORE VATICANO PRIMA DI INSEDIARSI NELLA DIOCESI DI TAKAMATSU?
    Mizobe:
    "L'ambasciatore vaticano ha poi detto: "Voglio che tu rimanga all'ambasciata per due o tre giorni, leggi tutti i documenti riguardanti la diocesi di Takamatsu e studia l'attuale situazione nella diocesi di Takamatsu.
    Rimasi tre giorni nell'ambasciata vaticana e finii di leggere il rapporto del cardinale Kim e dell'arcivescovo Pittau, nonché tutti i documenti arrivati ​​da Roma. Non posso dire di aver capito tutta la storia, ma sapevo che sarei stato mandato in un posto molto difficile.
    Sono venuto nella diocesi di Takamatsu perché avevamo bisogno di risolvere i problemi all'interno della diocesi di Takamatsu. Una serie di eventi rimasero irrisolti, tra cui l'istituzione del Cammino Neocatecumenale, l'istituzione di un seminario collegato a Roma e il processo contro il vescovo. Per questo l'ambasciatore vaticano mi ha detto verbalmente: "Poiché la diocesi è divisa, ti mando per portare l'unità in questa diocesi e ricostruire l'unità". Questo è il motivo principale per cui sono stato inviato nella diocesi di Takamatsu.
    L'Ambasciatore Pontificio mi ha dato questa raccomandazione. "Non devi andare alla parrocchia di Takamatsu da solo. Quindi, porta con te cinque persone di cui ti fidi. Ho detto: "In questo momento, voglio un segretario generale e un tesoriere". Quindi, lo stesso ambasciatore papale chiamò l'arcivescovo Takami della diocesi di Nagasaki e gli chiese: "Per favore, manda questa persona alla diocesi di Takamatsu". Chiamò anche i Salesiani e disse loro: “Per favore, inviate questa persona alla diocesi di Takamatsu”, con un mezzo ordine. Durante quel periodo, padre Suwa terminò il suo lavoro a Kobe e si prese un anno sabbatico. Mons. Ikenaga ha detto: "In un momento in cui la diocesi di Takamatsu sta attraversando un momento così difficile, anche la diocesi di Osaka vuole fare qualcosa", così ha deciso di inviare padre Suwa nella diocesi".

    7) IL VESCOVO MIZOBE CONOSCEVA LA SITUAZIONE DELLA DIOCESI DI TAKAMATSU MENTRE ERA VESCOVO A SENDAI?
    Mizobe:
    "Anche quando ero vescovo di Sendai, le questioni della diocesi di Takamatsu venivano discusse ogni volta che partecipavo alla conferenza episcopale. Il problema più grande per i vescovi era cosa fare con la diocesi di Takamatsu. Lo stesso vale adesso. La diocesi di Takamatsu è sempre stata argomento di discussione nelle riunioni episcopali.

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  11. 8) CHE SITUAZIONE TROVÒ IL VESCOVO MIZOBE QUANDO SI INSEDIÒ A TAKAMATSU?
    Mizobe:
    "Quando sono arrivato per la prima volta nella diocesi di Takamatsu, la prima cosa che ho notato è che le cose erano rilassate. In senso positivo è flessibile, ma in senso negativo non è conforme alla legge. Ad ogni modo, ho avuto l'impressione che non ci fosse molta organizzazione.
    Il mio primo obiettivo era fare le cose in conformità con il diritto canonico.
    Da quando è iniziata l'istituzione del Cammino Neocatecumenale e il processo, diverse parrocchie hanno smesso di inviare soldi alla sede della diocesi, ho capito che le finanze della sede erano in grave pericolo. Ho saputo che le finanze della parrocchia venivano integrate dalle Messe ricevute dai parroci di Nagasaki e dalle donazioni di Mons. Fukahori. Il vescovo deve pagare gli stipendi di tutti i sacerdoti, compresi quelli del Cammino Neocatecumenale.
    È stato istituito un seminario internazionale (Redemptoris Mater) e il numero dei sacerdoti è in aumento. Sono felice, ma devo pagare lo stipendio. Inoltre, se li mandiamo all’estero per studiare, il budget sarà ancora più alto, oppure ci sarà bisogno di soldi per ottenere una qualifica in Giappone.
    In posti come la Prefettura di Kagawa (sede del Redemptoris Mater) ci sono spaccature molto profonde ed è ancora difficile riunirsi come una cosa sola. Non è così facile capire come ricostruire in tali circostanze. Il cuore umano non può essere guarito o ricostruito così facilmente.
    Una parrocchia ha creato problemi affermando che non avrebbe accettato sacerdoti del Cammino Neocatecumenale. Da allora sono sorti diversi problemi nella chiesa di Shodoshima. È difficile mandarvi un sacerdote della comunità (neocatecumenale). Allo stesso modo, ci sono altre parrocchie che non accolgono sacerdoti di comunità.
    Il seminario è un grosso problema in termini di divisione e unità nella diocesi di Takamatsu. Il problema è complicato dal suo collegamento con Roma. Per istituire il seminario è venuto da Roma il segretario della Congregazione Propaganda Fide e per completare il seminario è stata celebrata la posa della prima pietra. In altre parole, solo perché sono vescovo della diocesi di Takamatsu non significa che sono libero di fare quello che voglio. Dobbiamo pensarci sempre in connessione con Roma. Alla fine del mese scorso (settembre) sono stato chiamato dalla Congregazione per l'Evangelizzazione a Roma. Ho parlato con il Segretario per circa un'ora e mezza. L'idea della Congregazione per l'Evangelizzazione a Roma è di avere un dialogo serio su come la comunità neocatecumenale possa rimanere d'ora in poi nella diocesi di Takamatsu. In effetti, il fondatore, Kiko, visiterà Takamatsu. Tuttavia, la Congregazione Propaganda Fide non ha inviato una lettera a me, ma ai vescovi del Giappone, chiedendo un dialogo con le persone del Cammino Neocatecumenale e ribadendo che io, vescovo della diocesi di Takamatsu, non devo risolvere i problemi della diocesi di Takamatsu da solo, ma insieme ai vescovi giapponesi. In altre parole, io, come Vescovo della diocesi di Takamatsu, vorrei prendere delle decisioni insieme ai vescovi del Giappone e risolvere la questione della comunità neocatecumenale.
    Vari movimenti stanno prendendo piede in tutto il mondo e stanno prendendo di mira le organizzazioni ecclesiali stanche. Uno di questi è il “Cammino Neocatecumenale”. Forse c'era un problema con quel metodo."

    Continua...

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  12. 9) QUALI RISULTATI IN DUE ANNI E MEZZO DI GUIDA DELLA DIOCESI DA PARTE DEL VESCOVO MIZOBE?
    Mizobe:
    "I contributi parrocchiali sono ora inclusi per intero. Sono il doppio del primo anno. Penso che questa sia la prova che sta tornando la fiducia nella segreteria della sede centrale.
    L'arcidiocesi di Osaka è stata molto accogliente e tutti, compreso l'arcivescovo, hanno dimostrato che faranno del loro meglio per aiutare la diocesi di Takamatsu.
    Allo stesso modo, la diocesi di Nagasaki non invia solo persone, ma anche denaro. La realtà della diocesi di Takamatsu è che non può operare senza il sostegno della diocesi di Nagasaki.
    Occorrevano un consiglio dei sacerdoti secondo il diritto canonico e un consiglio dei laici secondo il diritto canonico. Sebbene esistesse una forma di Consiglio per l’apostolato dei laici, la diocesi di Takamatsu non aveva un Consiglio pastorale missionario come organo consultivo del vescovo come richiesto dal diritto canonico.
    È meraviglioso che siano stati finalmente istituiti il ​​Consiglio dei presbiteri e il Consiglio della pastorale missionaria dei laici".

    Ai lettori il confronto.
    Marco

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  13. Nomina dell'arcivescovo di Guam

    https://m.vatican.va/content/francescomobile/it.html#salastampabollettino

    Frilù

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    1. Il link esatto alla nomina è questo: [link] bollettino sala stampa: 6 luglio 2024 - sezione: rinunce e nomine.

      Purtroppo Lapaz ci ricordò anni fa che il filippino Jimenez è amicone dei kikolatri, lo aveva affermato "Diana" (pseudonimo collettivo dei kikolatri di Guam), o più semplicemente ha un'attidudine del lassez faire nei confronti dei neocat (cosa che gli ha facilitato la carriera episcopale).

      A Guam lo sapevano già da più di un anno che il Jimenez era "candidato".

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    2. Quelli di Guam che hanno sempre dichiarato che, andato via Apuron, il Cammino Neocatecumenale ha continuato ad esistere e radicarsi sotto il dominio di personaggi più forti del vescovo, avevano ragione.

      Nel 2023, esattamente dopo 4 anni che Apuron era stato esiliato dall'isola, il signor Gennarini è tornato in pompa magna per annunciare l'inizio dell' evangelizzazione neocatecumenale a Chuuk, Yap, Palau, Samoa Americane e Kiribati.

      Si sono presentati in squadra: Gennarini (e moglie probabilmente), l'équipe dei catechisti itineranti degli Stati Uniti, alcuni sacerdoti di Newark e New York.

      Il blog neocatecumenale di Diana definisce questa sortita come "momento storico per il Cammino Neocatecumenale a Guam. Evangelizzeranno tutto il Pacifico", dichiarando la presenza all'evento anche di alcuni neocatecumenali di Saipan (dov'era vescovo Jimenez).

      https://neocatechemunal.blogspot.com/2023/03/welcome-to-guam-giuseppe-gennarini.html

      A questi frega niente di Apuron, di Pius Sammut, delle denunce, delle sanzioni...
      A questi frega solo di implementare "cosa nostra", chi c'è c'è. Strumentalizzano chiunque faccia loro gioco.
      Come si dice: "Morto un Papa, se ne fa un altro"...

      Probabilmente, cogliendo l'occasione dell'assenza di Byrnes dall'isola e sapendo già che di lì ad un anno sarebbe arrivato un vescovo compiacente, si sono allargati a dismisura nei loro progetti espansionistici.
      La delegazione era tutta statunitense, quindi benedetta dal card. Tobin e dall'arcivescovo Dolan, da cui sono partiti i preti a sostegno del Gennarini, anche grande amicone di O'Malley.

      Hanno la tipica sfacciataggine di chi gode dell'impunità e di sostegni forti (oltre che di fiumi di soldi da distribuire qua e là).
      Niente di cattolico, tutto molto mondano.
      Marco

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  14. A dimostrazione di come siano prevedibili nei loro maneggi, ecco un articolo del 2022.

    Miracoloso! Profetico!!!
    Direbbero i neocatecumenali.

    https://www.facebook.com/kanditnews/posts/is-catholicism-safe-from-its-predators-in-the-marianas-by-troy-torresare-there-n/1184866782342701/

    Marco

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  15. Vorrei rispondere al povero ciuchino, che raglia....dicendo che siamo frustrati ....
    Beh certo, lo sono parecchio frustrata, perché dopo 30 anni di Cammino Neocatecumenale ho capito di aver perso il prezioso tempo della mia vita con una setta malefica, creando non pochi problemi nella mia famiglia!
    E il diavolo fa le pentole ma non i coperchi!! Ricordati che Dio sa e provvede!!
    Sto facendo la mia piccola crociata dalla lontana Australia, e le storie di abusi e manipolazione sono tutte le stesse!! Anche io pensavo fossi sola ,finché non ho aperto gli occhi grazie a questo sito e ad altri!!
    Presto la bomba scoppierà, e allora si salvi chi può!
    Se non in questa vita, sarà la prossima!
    Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio!
    La giustizia di Dio arriverà! Se sulla terra decidono di girarsi dall'altra parte e peccare di omertà, Dio non farà lo stesso.
    E gli ultimi saranno i primi.

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    1. Sono d'accordo con te. "Frustrati" è un termine che ricorre spesso negli interventi dei neocat e che manifesta mancanza di argomenti. Questo termine, usato in maniera spregiativa, rivela anche una opinione del tutto negativa della persona in quanto tale, in particolare di chi è uscito dal Cammino. Dal momento che viene ripetuto a iosa che se si esce dal Cammino si troverà l'inferno in terra e si vivrà nella disperazione più nera, probabilmente alcuni finiscono per crederci. E pensano che chi è fuori rimpianga la comunità e si senta un povero disperato senza. Bisognerebbe invece ricordare loro che tutto lo sbandierato "amore fra i fratelli", che poi è solo un miraggio, si regge sulla comune appartenenza al movimento neocatecumenale, quindi sostanzialmente non è nemmeno lontanamente amore, al massimo spirito di consorteria. Se tu te ne vai, se tu lasci la comunità, quell'"amore" momentaneamente sparisce, si scioglie come neve al sole. Non c'è niente più che ti lega ai fratelli di comunità, neanche l'unica cosa che dovrebbe farlo, ossia la fede. Perché la fede del Cammino non è la fede cattolica, altrimenti gli ex-fratelli continuerebbero a considerare i fuoriusciti "fratelli", appunto, invece li considerano alla stregua di traditori, rinnegati, li evitano e li disprezzano. Cioè sicuramente non li amano.
      Porto

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    2. "tutto lo sbandierato "amore fra i fratelli", che poi è solo un miraggio, si regge sulla comune appartenenza al movimento neocatecumenale, quindi sostanzialmente non è nemmeno lontanamente amore, al massimo spirito di consorteria. Se tu te ne vai, se tu lasci la comunità, quell'"amore" momentaneamente sparisce, si scioglie come neve al sole. Non c'è niente più che ti lega ai fratelli di comunità, neanche l'unica cosa che dovrebbe farlo, ossia la fede."
      Quanta verità caro Porto nelle tue parole. Sono uscito da 4 mesi, grazie a Dio, dal cammino. Ho ricevuto solo la prima settimana circa 3 messaggi e poi è finito tutto. Sono felicissimo di non avere chiamate o altro, ma questo dimostra l'ipocrisia neocatecumenale.

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    3. Esattamente, anche perché i messaggi e/o le chiamate, quando ci sono, sono esclusivamente finalizzati a farti tornare nel Cammino. Di te come persona non importa niente a nessuno, tantomeno ai catechisti, che si definiscono avanti ai loro catecumeni nella fede. Niente di niente. Da lì si vede in cosa sono avanti: nell'ipocrisia e nella falsità.
      Porto

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    4. Era il 2016. Durante una convivenza dissi che non condividevo quello che avevano detto i catechisti sulla mia vita. Il giorno dopo ebbi una chiamata del catechista. Sono uscito dopo 14 anni dal cammino dicendo che non tollero molte cose. Risultato? Nessuna chiamata. E sapete perché? Perché il catechista non si può mettere in discussione e delle persone se ne fregano.

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  16. Ci permettiamo di ricordare ai lettori occasionali che una vocazione, per qualificarsi come tale, deve avere due caratteristiche.

    La prima, è che decide liberamente di donarsi a Cristo. Ma se è vero che "liberamente" implica che nessuno deve aver da ridire se scegli salesiani anziché domenicani, è anche vero che "donarsi a Cristo" implica che desideri servire tutta la Chiesa così come ti verrà richiesto da coloro che la Chiesa ha incaricato di vagliare la tua vocazione.
    La seconda, è che sia la Chiesa a vagliare e riconoscere tale vocazione. La Chiesa cattolica, non i cosiddetti "catechisti" del Cammino, che di fronte a Dio non hanno alcun "incarico" riguardo le vostre anime (i cosiddetti "catechisti" sono tali solo perché sono lacché di Kiko).

    Dunque le "vocazioni" neocatecumenali non sono vocazioni cattoliche, visto che si donano a Kiko, pur nominando mille volte il nome del Signore, si donano a Kiko, a Carmen e al Cammino.

    Inoltre c'è da osservare che le "vocazioni" neocatecumenali sono programmate (oltre che vagliate) dai cosiddetti "catechisti" del Cammino. Dal momento che Kiko proclama che "l'ubbidienza al catechista è tutto", se il cosiddetto "catechista" vede che non sei fidanzato né sposato e decide che devi entrare in un convento kikizzato di clausura kikolatrica, o in un seminario Redemkikos Mater, di fatto non sei stato libero di scegliere: stai solo ubbidendo ai comandi di un cosiddetto "catechista" che ha a cuore solo il prestigio e i soldi della setta kikolatrica, e non stai ubbidendo liberamente perché hai scelto di ubbidire non alla Chiesa ma a un rappresentante del kikismo-carmenismo.

    Intanto la Chiesa sta vivendo una crisi vocazionale iniziata contestualmente al Concilio Vaticano II.

    In epoca "preconciliare", era chiara la figura dei sacerdoti e dei consacrati. Era chiaro che nell'entrare ti aspettava una vita di preghiera, di silenzio, di sacramenti, ecc. Ed era chiaro da tutti i punti di vista, dall'abito, dallo stile di vita, dal fatto di vivere quella stessa liturgia che aveva già ampiamente nutrito innumerevoli generazioni di santi, dalla tradizione dell'ordine religioso scelto, ecc.

    In epoca "postconciliare", invece, si è tutto sfumato e reso ambiguo. Hanno dismesso l'abito. Hanno trasformato la liturgia in una sorta di show di intrattenimento (come i variety televisivi pomeridiani). Hanno reso ambigua la dottrina (ciò che prima dava una risposta certa "sì" o "no", ora dà sfumature che ognuno interpreta come vuole - si veda ad esempio l'Amoris Laetitia). Sul serio, le aspiranti vocazioni sotto sotto si domandano: perché diavolo dovrei entrare in un'ordine religioso che si affanna in tante cose ma poi su dottrina e liturgia lascia pesantemente a desiderare?

    C'è stato dunque un crollo di vocazioni coincidente col Vaticano II, crollo che continua ancor oggi al punto che vengono festeggiati i minimi segnali di ripresa. Come a dire che se prima avevi 100 vocazioni l'anno e ora ne hai 10, festeggi quando in un anno ne entrano 11 o addirittura 12 (e l'anno prossimo saranno 8 o 9).

    Uno dei cavalli di battaglia della "propaganda kikiana" (così la chiamava la megera Carmen) era che nella Chiesa le vocazioni diminuiscono e che nel Cammino aumentano. Ma è come un confrontare le mele con le pere, pardon, le mele coi funghi velenosi. Abbiamo un'infinità di testimonianze (e continuano a piovercene addosso) di "presbìteri" neokikolatri continuamente pronti a tradire la Chiesa, a disubbidire ai legittimi pastori (e a farlo sia in modo lampante che in modo subdolo), a sgraffignare le risorse dei cattolici pur di gloriare il triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino. (Il fatto che nel frattempo ci diano pessimi esempi di vita morale è solo la naturale conseguenza della loro idolatria per il tripode).

    Il Cammino non è una cura alla crisi della Chiesa. Il Cammino è solo la cancrena di un male già in atto.

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    1. Dopo l' ultimo evento di scomunica per scisma, mi sono soffermato a riflettere come ultimamente si assista quasi unicamente all'irrogazione di queste sanzioni nei confronti dei così definiti "preconciliari", che vengono accusati di scisma.
      Eppure, secondo il diritto canonico, la scomunica latae sententiae non riguarda solo gli scismatici, ma anche gli apostati e gli eretici.
      Tuttavia, relativamente a queste ultime due fattispecie la casistica è bassa se non nulla.

      Pare esistano solo scismatici e non esistano né apostati né eretici da scomunicare.

      La cosa, provenendo dal Cammino Neocatecumenale e conoscendo sin troppo bene la loro dottrina, mi ha interrogato non poco.
      Non sono giunto a una conclusione definitiva, anche perché non sono uno specialista in questo settore, ma l'impressione che ne ho ricavato che che al giorno d'oggi si faccia molta più attenzione a ciò che viene dichiarato rispetto a ciò che viene realmente perpetrato.

      In soldoni, è molto più facile scomunicare per scisma chi dichiaratamente non si sottomette all'autorità papale che non chi, silenziosamente (pur riconoscendo l'autorità papale a parole), costruisce piano piano una chiesa parallela con il suo lider maximo, la sua dottrina e la sua liturgia sulla base di assunti che puzzano molto di eresia.

      Un classico esempio è il Cammino Neocatecumenale che, non sottomettendosi alle decisioni di Papa Benedetto XVI ha misconosciuto nella pratica la sua autorità, anche se si è guardato bene dal dichiararlo.
      È successo qualcosa? Sono stati obbligati ad obbedire alle decisioni del Papa?
      Manco per sogno.

      Parlavo tempo fa con una neocatecumenale, che nemmeno conosceva le decisioni del Papa del 2005 e, giustamente dal suo canto, mi obiettò che se fosse stato come io sostenevo, non si capisce come mai le autorità vaticane non si siano mosse per obbligare all'obbedienza.
      In effetti, non si capisce.

      Non solo non si capisce perché nessuno sia mai intervenuto per obbligare i disobbedienti a sottomettersi alle decisioni del Papa, ma non si capisce nemmeno perché non sia scattata alcuna sanzione una volta appurata la recidiva disobbedienza.

      Pare che viviamo in un contesto in cui chi dichiara una cosa e poi ne fa un'altra sia maggiormente tollerato di chi dichiara apertamente. In realtà però si tratta della stessa cosa: disobbedire scientemente al Papa è non riconoscerne l'autorità nei fatti, anche se si finge di farlo a parole.

      Sembra quasi che chi spertica continuamente "Il Concilio! Il Concilio!" sia come tollerato se in nome di questo perpetra le più grossolane eresie e alterazioni liturgiche.
      La scomunica non lo coglie.
      Non scomunica per scisma, s'intende (perché a parole la sottomissione all'autorità papale è assicurata), ma quantomento la scomunica per eresia. E, una volta appurata la disobbedienza cronica fattuale alle autorità vaticane, anche lo scisma non sarebbe pellegrino.

      Dalle mie riflessioni ho ricavato la fastidiosa sensazione che i reati dei "preconciliari" vengano maggiormente sanzionati rispetto a quelli dei fanatici dell'ultimo Concilio, nonostante il diritto canonico li ponga tutti sullo stesso piano.
      È l'era degli scismatici. Non esistono più apostati o eretici.
      Possibile?
      Marco

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    2. Ma io non capirò mai anche i preti che amano il cammino neocatecumenale. Davvero non lo capisco, è evidente che fa cose che fanno male alla gente, che va contro la dottrina Cattolica.

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