lunedì 2 ottobre 2023

Cosa comporta il fatto che i presbikikos hanno come unico orizzonte Kiko-Carmen-Cammino

Kiko in atteggiamento di sfida:
Comunione "a braccia conserte",
espressione di fastidio e noia
nei confronti di Benedetto XVI
(a scapito del Santissimo!)

Ricordo con dolore il tentativo parzialmente riuscito di neocatecumenalizzare un seminario diocesano di queste parti. Il vescovo non voleva saperne dei Redemkikos Mater e così i capicosca della setta di Kiko fabbricarono mediante la loro tipica pagliacciata delle "alzate" alcune presunte "vocazioni" neocatecumenali per colonizzare direttamente tale seminario diocesano.

L'unico che riuscì ad arrivare infine al sacerdozio, nel giro di pochi anni venne "inviato in missione", inviato naturalmente dai suoi cosiddetti "catechisti" per una missione neocatecumenale, mentre il clero locale tirò un sospiro di sollievo perché il soggetto aveva lasciato dietro di sé una vasta scia di danni e innumerevoli tentativi malriusciti di neocatecumenalizzazione.

Quegli abilissimi mentitori - i cosiddetti "catechisti" del Cammino -, abilissimi anche nella pianificazione a lungo termine, avevano già pronto tutto un tostone pubblicitario inteso a far leccare i baffi a quei "cristiani della domenica" clerically correct (oltre che ai fratelli delle comunità) con la scusa del "guardate, il Cammino rimpolpa un seminario decadente con le proprie vocazioni! Miracolo! Kiko suscita vocazioni con la sua chiamata!" Con grande soddisfazione del demonio (quello vero, non il simpatico portasfortuna neocat che ti fa trovare pioggia quando vai alla convivenza).

Il problema, infatti, è che le cosiddette "vocazioni" del Cammino hanno un unico invincibile e inderogabile obbiettivo: servire il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori", ubbidendo ciecamente ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali (e soprattutto a Kiko, imperiosamente autodefinitosi «io sono il Vostro Catechista») a costo di andar contro il proprio vescovo, contro il Papa e contro ogni buonsenso. Se poi con un po' di fortuna e una enorme dose di ipocrisia trovano un alibi per poter vantarsi anche di aver ubbidito mezza volta al vescovo o al Papa, se ne vanteranno fino a nauseare il prossimo.

Presbikikos che imitano
i gesti più assurdi di Kiko:
marciano a braccia conserte
Ricordiamo ai distratti che chi ritiene di essere chiamato dal Signore a servire nella sua vigna, cioè chiede di accedere al sacerdozio, sta chiedendo con ciò stesso di servire tutta la Chiesa, cioè la vigna del Signore. Non importa che costui provenga dalla parrocchia o da un movimento ecclesiale, importa solo che abbia a cuore tutta la Chiesa  anziché il suo piccolo club (purtroppo, data la scarsità di clero oggi, tanti vescovi sono disposti a chiudere un occhio, nella speranza che il candidato, un giorno, faccia almeno il minimo indispensabile per "coprire una parrocchia").

La fondazione dei seminari Redemkikos Mater nel 1987-1990 avvenne non per servire la Chiesa ma solo perché il Cammino aveva bisogno di preti totalmente dediti al "piccolo club", e fino a quel momento nei seminari e conventi le presunte "vocazioni" neocatecumenali si erano rivelate dei fallimenti mostruosi (dovuti a tanti fattori: grandissima ignoranza delle cose della fede, cretineria liturgica, vita morale discutibile, vita sacramentale squinternata, incapacità di legare con qualcuno che non fosse altrettanto kikolatra, e soprattutto un'invincibile arroganza dovuta al sentirsi parte dell'unico "club" degno di vantare una "fede adulta").

La fondazione del primo seminario neocatecumenale Redemkikos Mater a Roma avvenne quando il Cammino non aveva alcuno statuto, ed era ancora numericamente irrilevante. Ci volle un cardinale massone per approvare quatto quatto (e bruciando le tappe) quel seminario neocatecumenale in cui - a detta delle proprie stesse costituzioni - formare giovani al presbiterato secondo lo stile e le esigenze del Cammino Neocatecumenale. Tanto poi un vescovo compiacente e ben "oliato", per ordinare al sacerdozio i kikos chiamati al kikismo-carmenismo, lo si trova sempre.

Una volta fatto lo scempio, è potuta partire la propaganda kikiana su tali "missionari diocesani" e la finzione di essere al servizio del vescovo per qualche tempo, necessaria solo perché l'iscrizione allo "stipendio" dei preti (Sostentamento Clero) impiega a volte anche più di un annetto dopo l'ordinazione al sacerdozio.

Il progetto non sarebbe decollato se non avesse potuto far leva sulla simpatia che Giovanni Paolo II nutriva per i movimenti ecclesiali. Ma non tutti i movimenti ecclesiali sono uguali: la disponibilità a sostenere le parrocchie e le diocesi è stata sempre alquanto variabile e... non sempre limpida. Perciò Giovanni Paolo II volle che tutti i movimenti si dessero una regolazione statutaria e avessero un rapporto chiaramente definito coi vescovi. Ma mentre alcuni movimenti lo considerarono un onore e una responsabilità, altri - specialmente il Cammino - lo considerarono un'approvazione di qualsiasi porcata, passata, presente e futura, continuando a ripetere il falso slogan "il Papa ci approva (dunque non hai il diritto di criticarci)".

Quando uno è chiamato al sacerdozio desidera donarsi totalmente al Signore, e di conseguenza desidera servire nella vigna del Signore. Se viene ordinato nella diocesi, promette ubbidienza "al vescovo e ai suoi successori", per servire nella diocesi. È lecito avere un accento particolare ("per i giovani", "per le vocazioni", "per evangelizzare", ecc.), nel qual caso la vocazione si rivolgerà non alla diocesi ma ad un istituto religioso con quello specifico carisma (salesiani, vocazionisti, domenicani, ecc.). Ma il voler curare solo il proprio orticello, il proprio gruppetto, è come un pretendere il sacerdozio di tutta la Chiesa per "usarlo" solo a casa con gli amici.

Nella mentalità neocatecumenale il Cammino sarebbe la Chiesa o addirittura la parte migliore della Chiesa. Ma questo è falso. Se fosse vero, vescovi e pontefici si sarebbero dati da fare per "neocatecumenalizzare" la Chiesa. Invece, nel migliore dei casi, lo hanno considerato un movimento ecclesiale in mezzo ai tanti. Il Cammino non è la Chiesa (né tanto meno la "parte migliore" della Chiesa) anche perché nel Cammino si dice troppo spesso "il Cammino non fa per te, il Cammino non fa per lui", dunque la Chiesa non fa per te? la Chiesa non fa per lui? allora Nostro Signore ha sbagliato a fondare la Chiesa? il Signore doveva aspettare che Kiko e Carmen risolvessero il problema?

"Il passo dell'oca" a braccia conserte:
specialità dei presbiteri kikolatri
Le vocazioni provenienti dagli altri movimenti ecclesiali hanno anzitutto chiaro che devono servire tutta la vigna del Signore, anzi, lo considerano un onore ("il movimento da cui provengo dà vocazioni alla Chiesa! sostiene tutta la Chiesa!"), e una responsabilità ("se non lavoro nella vigna come e meglio degli altri, il mio movimento ne trarrà danno almeno di immagine; e Nostro Signore non apprezzerà ciò che faccio"). Per tali vocazioni, anche se curassero "poco" il proprio movimento di provenienza, è un disonore sentirsi dire "tu vuoi convertire la parrocchia al tuo movimento". Dopotutto il Signore guarderà la fede e le opere, non il tesserino del club o il numero di "convivenze" e di grattugiate di chitarrella.

37 commenti:

  1. Nel rito di ordinazione sacerdotale c'è un momento in cui il vescovo chiede al sacerdote: «prometti a me e ai miei successori filiale rispetto ed obbedienza?» e l'ordinando risponde «sì, lo prometto».

    Il "filiale rispetto", il rispettare il vescovo così come un figlio è tenuto a rispettare suo padre, e l'ubbidienza al vescovo, sono dovuti al fatto che il sacerdote è come un aiutante del vescovo, ne prosegue la missione (celebrando Messa, confessando, ecc.: è il vescovo ad avere quelle prerogative, è stato il vescovo a trasmetterne alcune al sacerdote affinché la propria divina missione fosse più estesa e capillare).

    Non ci sono grosse differenze riguardo ai sacerdoti di ordini religiosi. Perfino i sacerdoti di istituti missionari, quando vanno in missione, si mettono al servizio del vescovo locale perché non sostituiscono la Chiesa locale ma la sostengono. Avevo già raccontato di quei sacerdoti e seminaristi italiani che hanno prima fatto un corso intensivo di cinese (parlato e scritto), studiandolo a tempo pieno per alcuni anni (a tempo pieno per alcuni anni), per poi partire in missione per Taiwan e, il primo giorno, celebrare con anche l'omelia in cinese. Fin dal primo giorno, già l'omelia in cinese, comprensibile dalla gente del posto. E al servizio del vescovo locale - e quindi dei suoi successori - perché concepivano il sacerdozio come un servire tutta la Chiesa, e quindi se per servire a Taiwan c'è bisogno di conoscere il cinese (scritto e parlato), prima di partire si sono impegnati al massimo per poter annunciare Cristo anche in cinese, per far conoscere il Vangelo anche spiegandolo in cinese, per celebrare il sacramento della penitenza comprendendo il cinese e parlando in cinese.

    Così abbiamo posti in cui qualche parrocchiano dice con sarcasmo "bof, son arrivati gli italiani", "italiani" che grattugiano la chitarrella, che parlano solo itagnolo, che tentano di cooptare parrocchiani al loro club di Pagamenti Decima, che sono incapaci di qualsiasi lavoro (tranne il sostituire i muli da soma) perché non capiscono la lingua del posto (e poveracci i loro figli a scuola che non spiaccicano una sillaba della lingua locale).

    E abbiamo invece altri posti in cui qualche parrocchiano sbalordito dice: "sono arrivati gli italiani!", "italiani" che sono proprio come i sacerdoti del posto, che gli spiegano il Vangelo parlando la sua lingua, ne ascoltano la confessione e capiscono e gli danno consigli adeguati e comprensibili, ubbidiscono al vescovo del posto nonostante siano occidentali...

    Il miracolo delle lingue descritto all'inizio del secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, infatti, non è automatico. Non è qualcosa di magico che magicamente avviene ogni volta che qualcuno si mette in testa di essere missionario. Non avviene solo perché qualcuno ha buone intenzioni. I miracoli sono qualcosa di fuori dall'ordinario, perché ordinariamente non basta dire come Pietro "cammina!" (cfr. At 3,1-10) affinché avvenga un miracolo, nemmeno se sei Pietro o uno dei suoi successori.

    I veri missionari sono capaci di andare in missione anche a cento metri da casa propria, perché il loro scopo è di servire nella vigna del Signore. Invece, i falsi missionari - quelli animati da superbia, da affermazione del proprio club - sono convinti che per essere "missione" basti andar lontano, basti andare all'avventura come agli "hunger games", infischiandosene del vescovo locale, e aspettandosi non solo il "miracolo delle lingue", ma anche che tale miracolo faccia crescere esclusivamente il prestigio del proprio club e i Pagatori di Decima, applicando la massima ipocrisia (come quando dicono che Kiko doveva ubbidire alla "Madonna" anziché alla Chiesa, come se l'una contraddicesse l'altra, un'idea che non può che venire dal demonio).

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    1. Come al solito per "criticare il Cammino" è sufficiente ricordare la missione della Chiesa, la vita della Chiesa, l'insegnamento della Chiesa, la Tradizione della Chiesa... Son tutte cose che "criticano il Cammino".

      E loro, i kikos, lo sanno benissimo di essere fuori dalla Chiesa. Non mancano mai di mostrarsi "diversi" dalla Chiesa (anzitutto liturgicamente), "separati" dalla Chiesa (nel chiuso delle loro polverose salette), di esibirsi come "più cristiani dei cristiani" ("noi facciamo tanti figli, i cattolici no, noi facciamo le Lodi, i cattolici no, noi facciamo la Decima, i cattolici no, noi facciamo Evangelizzazione, i cattolici no...": chiaro il loro sottinteso? "la Chiesa sbaglia, il Cammino no").

      Ricordo agli asini raglianti che la mia "prolissità" è necessaria per non dare appigli a coloro che vogliono fingere di non aver capito. Meglio prevenire il fintotontismo, che curarlo. E il mio utilizzo abbondante di corsivi e neretti (e nelle pagine blog anche righe evidenziate con sfondo giallo) serve a far capire subito ai lettori i punti più importanti del discorso.

      Intanto ricordiamo ai lettori che il neocatecumenalismo è proprio idolatria, e l'idolatria si regge sulle menzogne più spudorate. Per esempio, in uno dei famigerati video di mirabilia di Kiko e Carmen, raccontavano panzane del tipo "entusiasmo missionario", "senza dimenticare le persone più povere"...

      E ricordiamoci che il laico Kiko ha sempre predicato un sacco di emerite fesserie.

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    2. Ricordo anche ai lettori del blog che i [link] come questo sono cliccabili, e portano a pagine blog su cui avevamo già presentato e discusso argomenti in tema, pagine che invitiamo a leggere perché se le segnaliamo significa che hanno ancora valore.

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    3. Questi se le inventano di tutte,
      l'altro giorno vidi il padrino di mio figlio che e' un neocat (eh si feci il tipico errore neocatecumenale di scegliere padrini della comunita').
      Mi disse che fa parte di un gruppo del rosario dove si prega il rosario tutti i giorni (ognuno nelle loro case) ma spesso sto gruppo di giovani si riunisce per pregare tutti insieme.
      La cosa strana e' che mi disse che sto gruppo e stata un idea del cammino qui nella mia zona. Ci sono giovani di varie parrocchie neocat...
      Piu dettagli non ne conosco, ma che il cammino spinga i giovani a pregare il rosario mi sembra incredibile!!
      Spero sia un passo avanti verso la vera chiesa.

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    4. I seminari RM sono diventati la nuova "bandiera" da sventolare per inorgoglirsi.
      Sono diventati soprattutto il punto di forza da esibire al Papa ed ai Vescovi per manifestare la bontà del movimento (ops... cammino).
      Infatti il numero delle parrocchie neocat sono in diminuzione, come anche quello dei "camminanti", anche se in quest'ultimo caso c'è la ciambella di salvataggio delle famiglie numerose e dei figli che crescono anche in età ed entrano "giuridicamente" in cammino.
      Tuttavia il punto di forza sono i seminari, se ne aprono in continuazione, anche senza strutture visto che per molti anni i NeoCatSeminaristi vivono nelle case delle famiglie che li ospitano (in tale città è stato aperto un seminario... ma dove sta???? Due a casa di tizio, due da caio, spesso in villette lussuose anche abitate da figlie diciottenni...) ma questo non viene poi raccontato.
      Ma il vero problema è che i seminari RM non preparano preti per le parrocchie ma presbiteri per le comunità: e le due cose sono molto diverse e pericolosissime.

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    5. Ricordiamo ai lettori che i "camminanti" sono bravissimi a fingere ipocritamente di recitare il rosario (naturalmente in versione kikizzata) e sono bravissimi a fingere di fare l'adorazione eucaristica (in realtà adorano il sommo Kiko, infatti non riescono a stare davanti al Santissimo senza gloriare Don Kikolone mediante i soliti gadget, le solite grattugiate di chitarrella, magari pure il tabernacolo "a due piazze", ecc.). Insomma, sanno camuffarsi, quando ciò è necessario a gabbare qualche chierico. Qualcuno dovrebbe avvisarli che anche se riescono a ingannare i cattolici, non riusciranno certo a ingannare il Signore.

      Il punto è che ciò che nella Chiesa ha grande valore (esempio: "il rosario"), lo ha con o senza movimenti ecclesiali. I pastorelli di Fatima, ancor prima della prima Comunione, e ancor prima di qualsivoglia "tappa di Loreto", già recitavano il rosario, perché sapevano che è una cosa buona, tutti i cattolici sapevano che è una cosa buona. Nel Cammino, invece, ti deve prima essere "consegnato" (altrimenti è una cosa da "religioso naturale")... tranne nei momenti in cui occorre fingersi devoti a favor di telecamere o davanti a un vescovo verso cui non funzionano abbastanza bene lusinghe, minacce, e "oliature".

      Se tali c'ciovani neocatecumenali fossero davvero convinti che il rosario è una cosa buona, lo reciterebbero anche in altre occasioni - non solo davanti alle telecamere o davanti al vescovo -, ma anche da soli, o insieme ad altri cattolici, senza bisogno di un "gruppo neocatecumenale" attorno e senza dover affermare a tutti i costi il Cammino.

      Oltre al camuffarsi c'è anche il colonizzare. I neocatecumenali cercano di intrufolarsi nei gangli vitali di parrocchie e curie, a costo di fingersi devoti del rosario e dell'adorazione eucaristica. Ho conosciuto kikolatri che pur di conquistare il posticino che era loro stato assegnato da kikizzare, sono stati esentati dal partecipare a tutti i sabati sera kikolatrici. Naturalmente, una volta raggiunta la conquista, sono immediatamente ridiventati kikolatri immancabili alla liturkikia del sabato sera. È incredibile a quanti anni di vita - e quante confessioni e comunioni - possa sopravvivere l'ipocrisia neocatekika (ma dopotutto banalizzano la confessione e pure la comunione, e quindi è naturale che ci riescano così bene).

      Vedete, non è un'esagerazione. È proprio gente che nel nome di Kiko si finge devota in parrocchia, e poi alle grandi convivenze vanno vantandosi di aver "evangelizzato", cioè di aver introdotto truffaldinamente un canto di Kiko di qua, una "kikona" di là, una "testimonianza del Cammino" di lì... È roba per cui gli psichiatri farebbero festa.

      È gente che viene addestrata bene, facendo leva su pessimismo, sensi di colpa, ossessioni sul sesso, "autoassoluzioni", tutto il diabolico menu kikiano-carmeniano, che da un lato soggioga le anime, dall'altro le "autorizza" a peccare. Alcuni sono persino in buona fede, dicono a sé stessi "ma dopotutto infangare chi critica il Cammino è cosa giusta, ho fatto il mio dovere da adulto nella fede".

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    6. I gruppi del rosario sono un'idea sorta nel Cammino diversi anni fa. Forse nel Texas sono arrivati solo adesso, non so.

      Costituivano gruppetti di giovani che assumevano l'impegno di recitare il rosario tutti i giorni, ritrovandosi poi in gruppo ogni tanto.
      Naturalmente questi rosari erano per le missioni neocatecumenali e li potevano recitare anche quelli a cui non era stato consegnato il rosario nell'apposita tappa.
      Contraddizione utile.

      Aderirono anche alcuni giovani della mia ex parrocchia kikizzata, ma il tutto era all'insegna della discontinuità, della voglia e del tempo a disposizione.
      Dopo pochi anni si sono sciolti, almeno dalle mie parti (ovunqe, non solo nella mia ex parrocchia) e non se ne è più sentito parlare.
      Come esperimento non mi è sembrato uno dei più riusciti, anche se recitare il rosario è sempre cosa buona. Ma non lo è strumentalizzarlo.
      Marco

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  2. En León, patria de Kiko, este curso hay 4 seminaristas en el RM. 17 - 15 - 10 - 7 - 4 es la evolución.Descenso en dirección a la nada. En los demás RM la evolución es parecida. El CNC va desapareciendo

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  3. Pietro (non del Cammino)2 ottobre 2023 alle ore 23:50

    Il filmato dei sacerdoti del Cammino che marciano a braccia conserte lascia allibiti.
    Troppa pompa, troppa autoreferenzialità. Portano in processione sé stessi.
    Non dico che tutti sono pomposi, forse molti marciano con passo dell'oca perché glielo hanno detto, ma quel qualcuno esprime un concetto che, evidentemente, serpeggia nel Cammino.

    Una volta un medico cattolico mio amico mi ha detto che nel suo ambiente di lavoro si trova meglio con i colleghi non praticanti, o almeno con alcuni di essi, che con quelli che frequentano il mondo ecclesiale, e non solo per una questione di simpatia ma, anche, di lealtà.

    Questo può capitare quando la testimonianza di fede si trasforma in un simbolo di appartenenza, che non serve agli altri ma solo a se stessi.
    C'è infatti differenza tra l'essere cristiani e il fare i cristiani.
    Più si è cristiani, meglio lo si fa; e meno lo si è, più lo si fa male, anche se lo si fa molto.

    Certi cristiani pomposi mi ricordano un mio amico che in Chiesa, sebbene stonatissimo, cantava a squarciagola anche se tutti lo invitavano a tacere: possono suonarsela e cantarsela quanto gli pare, tanto gli riesce male.

    Si possono anche fare belle mille cose belle, ma se lo si fa pomposamente, non c'è merito. O meglio: il premio consiste nell'ammirazione di chi ci è rimasto abbindolato.

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    1. Pomposo è l'acronimo di :

      Possiamo Ora Mamotreticamente Proclamare Ogni Strafalcione Osceno

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  4. Chi sta nel Cammino parteggia per il Cammino, nemmeno sa cosa sia la Chiesa Cattolica.

    Recentemente mi è capitato uno scambio di battute con una ragazza neocatecumenale (nata nel Cammino) reduce dalla GMG.
    Raccontava a mia figlia quanto fosse stata bella questa GMG, sopra a tutto l'incontro con Kiko...
    Al che, dominandomi, le ho chiesto se non fosse stato altrettanto bello l'incontro col Papa.
    Trovandosi costretta mi ha risposto che sì, anche quello è stato bello, ma quello con Kiko di più perché c'era tutta un'atmosfera, le alzate...
    Allora le ho detto che la fede non è questione di "atmosfera", di entusiasmo momentaneo e di delirio, ma credo che non abbia capito.
    Mi ha detto poi mia figlia (uscita da diversi anni dalla stessa comunità di quella ragazza), che ero riuscito a dominare il tono delle parole, ma che ho fulminato la kikotizzata con lo sguardo.
    Da qualche parte doveva uscire la mia indignazione...
    In più, questa ragazza poi ha anche dichiarato il suo timore che i genitori ostacolassero il suo nuovo recente fidanzato, perché non apparteneva al Cammino.
    Tipico cervello all'ammasso.
    Ho rinunciato a controbattere, sicuro che non avrebbe capito nulla.

    Che siano preti o laici non fa differenza, se il kikismo ti entra nel cervello (e te lo fanno entrare), non sei in grado di vedere e apprezzare più nulla. Nemmeno di ascoltare.
    Marco

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  5. Prima chiudono il cammino e meglio sara' per tutti...

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  6. Oppure, se conviene loro, se li tengono ben stretti dove stanno e non li mandano mai in missione.

    Nella mia diocesi i preti neocatecumenali sono pochissimi e per assicurare la discendenza nella maggiore parrocchia kikizzata hanno fatto parroco un giovane rampollo di pura dinastia.

    Vanno a convenienza e tutelano e sponsorizzano i figli di...
    Marco

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  7. Il cammino è talmente infognato nell'utilizzare il fiume di denaro proveniente dalle decime e dalle altre sempre eterne collette per far passare ciò che vogliono presso i loro amiconi, ed ora che la pecunia.
    sta venendo a mancare comincia anche a crollare il castello di carte su cui si è affermato il cammino nel ventennio precedente.
    Loro sono nel panico, ma gli UTILI IDIOTI continuano a pagare ignari di continuare a finanziare un sistema demoniaco.
    Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14).

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  8. Siete non credibili, perché anonimi, dunque non credibili, infatti non vi crediamo affatto e riteniamo balle quelle che scrivete su questo blog.

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    1. Il commento delle 11:25 intende dire che sono credibili coloro che ci hanno messo il nome, la faccia, e la reputazione - come ad esempio padre Zoffoli, don Marighetto, don Conti, mons. Landucci, padre Ariel...

      Bene, allora, che si legga i loro libri e articoli.

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  9. Piccolo off-topic: su alcuni siti web (e perfino su Jungle Watch) corre voce che mons. Viganò avrebbe detto che il Bergoglio non è il Papa.

    Ora, se leggete ciò che ha scritto mons. Viganò, troverete non quella affermazione, ma solo una serie di spunti di riflessione. Dai quali non è obbligatorio tirare quella conclusione.

    Purtroppo i sommi pontefici dopo Pio X non sono stati alla sua altezza. Ed in particolare, per certi errori commessi da Giovanni XXIII in poi - come minimo "errori di valutazione" - l'intera Chiesa ne sta pagando sempre più drammatiche conseguenze. Ed in particolare, nell'epoca bergogliana, abbiamo visto davvero troppe ombre e poche luci. (Fra le poche luci, ricordiamo le "tirate d'orecchie" al Cammino; molto meno di ciò che il Cammino effettivamente meriterebbe, ma è già qualcosa).

    Mons. Viganò spiega i motivi per cui ci siamo potuti fidare che Bergoglio fosse Papa - venne riconosciuto Papa dai cardinali elettori, e anche dai fedeli cattolici, e pure dai cattolici che avevano molti argomenti per criticarlo -, ma nel corso di più di 11 anni di pontificato l'elenco delle sue azioni "ostili" alla Chiesa è diventato talmente grande (e con "novità" sempre più critiche) da far legittimamente cominciare a sospettare che il suo interesse, prima e dopo la salita al soglio, non fosse proprio quello di "pascere i Suoi agnelli, pascere le Sue pecorelle" (cfr. Gv 21,15-17).

    Intanto riteniamo pericolosa la posizione dei sedevacantisti (come ad esempio quelli che seguono il Minutella), perché incorrono come minimo nel marchiano errore di dimenticare che anche i pontificati precedenti - incluso quello ratzingeriano - hanno tante brutte ombre. E riteniamo che non basterà spazzar via gli errori del bergoglismo (impresa che di suo è già titanica) per far tornare la Chiesa alla sua vita normale.

    E nel nostro piccolo ci permettiamo di ricordare le parole di Nostro Signore a Pietro (cfr. Lc 22,31-32): «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».

    In queste ultime settimane voci molto più autorevoli della nostra hanno elevato al Papa una serie di dubbi (latino: "dubium", plurale "dubia"), anche a riguardo del nefando "Sinodo" in corso. Nota: nonostante questi rari "off-topic", questo nostro blog riguarda il Cammino Neocatecumenale; per le discussioni su altri temi - come quelli indicati nel presente commento - raccomandiamo caldamente di partecipare al blog Chiesa e Postconcilio.

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  10. La crisi di fede come una marea ha investito sia i fedeli, sia la gerarchia cattolica e tutta la Chiesa temporale a partire dal Concilio. Il quale, sicuramente mosso da idealizzate ottime intenzioni, è diventato in fretta il grimaldello che i nemici della Chiesa stessa hanno usato per scardinare gli scomodissimi principi non negoziabili fondati sulla Sacra Scrittura e sul Magistero. Il Cammino non è che uno di questi meccanismi perversi.
    Apparentemente nel CNC è garantita una maggiore adesione alla morale sessuale e alla teologia morale in generale, ma in verità, abdicando dalla sana Liturgia e insegnando eresie, il Cammino non ha fatto che accelerare questo processo.
    Se, Dio non voglia!, dal sinodo sinodale sulla sinodalità sinodante venisse fuori lo sradicamento della morale, la benedizione delle coppie gay, l'assoluzione senza il pentimento e altre diavolerie, possiamo star certi che il Cammino sarebbe da subito allineato e coperto, perché lo scopo primario non è difendere la retta dottrina e il Depositum fidei ma perpetuare se stesso.

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  11. Nuovo cardinale sostenitore neocatechumenale.

    L'arcivescovo metropolita di Łódź, mons. Grzegorz Ryś, ha pubblicato le scuse ufficiali. Ha risposto alle accuse di aver amministrato la Santa Comunione al di fuori del rito della Messa durante gli incontri "Reset" dell'Arena della Gioventù a Łódź. Alcuni fedeli si sono indignati. In precedenza il presidente della Commissione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti della Conferenza episcopale polacca aveva commentato criticamente l'operato dell'arcivescovo.
    Leggi di più: https://wtv.pl/przy-wszystkich-ktorzy-poczuli-sie-zgorszeni-abp-grzegorz-rys-pm-270921

    Ora:

    5) nel Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti i Cardinali: Ángel Sixto Rossi, s.i., Arcivescovo di Córdoba (Argentina); Grzegorz Ryś, Arcivescovo di Łódź (Polonia); Protase Rugambwa;

    https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-10/quo-228/nostre-informazioni.html

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    1. La notizia delle "scuse ufficiali" è di marzo 2022 e riguarda l'aver dispensato i fedeli dall'andare a Messa a causa dell'«emergenza» coronavirus, e dell'aver consentito la comunione "take away" come avvenne fra i neocatecumenali nel 2020 e pure nel 2021.

      Trattare il Santissimo Sacramento come se fosse una specie di "snack take-away", ecco cosa aveva scandalizzato i fedeli.
      Ryś si è scusato dicendo che non intendeva andare contro la liturgia...
      E dalle informazioni dell'Osservatore Romano di stamattina apprendiamo che Ryś è stato inserito da Bergoglio nella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
      Sarà stato il premio per quelle "scuse ufficiali" ipocrite?

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    2. Si scusò per aver amministrato la comunione fuori dalla Santa Messa durante un incontro di giovani allo stadio di Łódź il 13 settembre 2021. L'incontro si chiamava "Reset".

      https://www.youtube.com/watch?v=pTsyHsWdSP8

      Il lunedì successivo, il presidente della Commissione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti della Conferenza episcopale polacca, mons. Piotr Greger, intervenne sul modo in cui il metropolita di Łódź aveva celebrato l'Eucaristia, mescolandola alla penitenziale in una celebrazione unica e saltando la Liturgia della Parola.

      https://wpolityce.pl/kosciol/567816-abp-rys-przepraszam-wszystkichktorzy-poczuli-sie-zgorszeni

      Uno così non poteva che erigere un Redemptoris Mater (2019) con solo 6 seminaristi.
      Ma per quei 6, i lavori di ristrutturazione dell'enorme struttura sono costati parecchi denari.

      Che se ne fa di 6 in più soltanto, quando nel Seminario Maggiore quest'anno ne sono entrati 7 nuovi e quindi adesso ce ne sono ben 40 e nel Seminario Teologico Nazionale, chiamato + 35 (per chi ha più di 35 anni) ne sono entrati 8 nuovi? Nel 2018 ce n'erano 14 (informazioni reperite sui siti dei seminari e online).
      È pur vero che ben vengano nuovi preti, ma se per averne 6 che poi se ne andranno si deve metter su un edificio costoso ed inutile, quello che mi viene da pensare è che sarebbe molto meglio se quei 6 se ne andassero in un normale seminario come tutti.
      Marco

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  12. Questa è la descrizione dell'evento del 2021.

    Si è rivolto ai giovani che erano allo stadio.

    "Lo so, sei un po' sorpreso, nessuno sapeva che fosse a messa, ma gli elementi c'erano tutti."
    .....

    https://www.youtube.com/watch?v=_HKJFnvCypA


    Commissione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
    Conferenza Episcopale Polacca

    PRO MEMORIA SULL'INTEGRITÀ DELLA SANTA MESSA

    In risposta alle numerose domande rivolte alle istituzioni ecclesiastiche centrali in Polonia sul modo di celebrare l'Eucaristia sotto la guida dell'Arcivescovo Metropolita di Łódź, Mons. Grzegorz Ryś, durante l'incontro di preghiera per i giovani presso l'Arena della Gioventù "Reset" a Łódź presso lo stadio autostradale "Orła Łódź" il 13 settembre 2021, la Commissione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti della Conferenza Episcopale Polacca fornisce le seguenti spiegazioni.

    1. Mantenere l'integrità dei riti eucaristici

    La dinamica naturale della Santa Messa precisata nel messale prevede i riti introduttivi che precedono la liturgia della Parola di Dio, compreso l'atto di penitenza e l'orazione recitata dal presidente dell'assemblea.

    Il sacramento della penitenza e della riconciliazione non può essere trattato in modo intercambiabile con l'atto della penitenza, perché «il sacramento della penitenza e la Santa Messa non devono essere combinati in modo che si compia una sola azione liturgica» (Cfr. Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina della Sacramenti, Responsa ad dubia proposita, «Notitiae» 37:2001, pp. 259-260). La Confessione è un sacramento separato, che porta alla partecipazione all'Eucaristia e agli altri sacramenti, e l'atto di penitenza nella Messa, che non sfocia nell'assoluzione sacramentale (cfr Introduzione generale al Messale Romano, 51), è un momento celebrativo che prepara alla ascolto attento della Parola di Dio e partecipazione al Sacrificio.

    La Colletta, nella sua essenza, è una preghiera «che esprime il carattere della celebrazione» (cfr Ordinamento Generale del Messale Romano, 54), e pertanto non può essere sostituita da altre preghiere. Spetta esclusivamente al presidente, che non può delegarlo ai fedeli, perché egli, «rappresentando la persona di Cristo, presiede l'assemblea, offre a Dio queste preghiere a nome di tutto il popolo santo e di tutti i presenti» (ibid. .).

    La liturgia della Parola di Dio non può limitarsi alla sola lettura del Vangelo stesso. Le letture (una, in alcuni giorni due), insieme al canto del salmo responsoriale, non possono essere omesse o abbreviate a piacimento, perché preparano alla lettura del Vangelo, che è «il culmine della liturgia della Parola » (cfr Introduzione generale al Lezionario della Messa, nn. 12-13).
    2. Norme ecclesiali circa la cura della celebrazione integrale e dignitosa dell'Eucaristia

    La Costituzione sulla Liturgia del Concilio Vaticano II (n. 23) definisce un importante principio dell'«indubbio bene della Chiesa» quando introduce modifiche ai sacri riti: «...le novità si introducano solo quando sia vera e indubbia la il bene della Chiesa lo richiede...». Se molte persone si scandalizzano a causa di una certa celebrazione, anche se qualche gruppo ha beneficiato dell'evangelizzazione, è difficile parlare di “indubbio bene della Chiesa”.


    (...)

    + Piotr Greger
    Presidente della Commissione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
    Conferenza Episcopale Polacca

    Bielsko-Biała, 27 settembre 2021

    https://opoka.org.pl/News/Kosciol/2021/abp-rys-szczerze-przepraszam-wszystkich-ktorzy-poczuli-sie-zgorszeni

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  13. Ricordiamo ai nostri lettori di non farsi turlupinare dalla propaganda kikiana.

    I seminari Redemkikos Mater (che mi ostino a chiamare Redemkikos perché è vergognoso che loro, detrattori della devozione mariana - tranne quando la fingono per gloriare i due autonominati "iniziatori" spagnoli -, abusino del titolo Redemptoris Mater), sono seminari esclusivamente neocatecumenali [link], che per loro statuti e costituzioni sono uno strumento del Cammino, per formare presbikikos del Cammino, secondo i metodi del Cammino, e solo per le esigenze del Cammino.

    Quando vi dicono che sono missionari, ricordate loro che sono seminari esclusivamente neocatecumenali.

    Quando vi dicono che sono diocesani, ricordate loro che sono seminari esclusivamente neocatecumenali.

    Quando vi dicono che formeranno sacerdoti, ricordate loro che sono seminari esclusivamente neocatecumenali.

    Quando tirano in ballo il Redentore, quando tirano in ballo la Madre, ricordate loro che sono seminari esclusivamente neocatecumenali.

    Quando blaterano di vocazioni, di vigna del Signore, di sacerdozio, ricordate loro che sono seminari esclusivamente neocatecumenali, in cui sono accettate solo le vocazioni a Kiko, dai quali nel migliore dei casi usciranno solo presbikikos per il Cammino, il cui unico ideale è servire il vitello d'oro di categoria superiore: il tripode Kiko-Carmen-Cammino. E quando pontificano su cosa farà il Signore di tali presbikikos, stanno parlando del signor Kiko.

    E soprattutto, una notizia frequente, è che qualche presbikikos viene puntualmente arrestato dalla polizia per abusi sessuali (e nei notiziari l'infamia ricade ingiustamente sulla Chiesa cattolica).

    Il fatto che qualche presbikikos abbia incarichi diocesani (o sia addirittura diventato vescovo, come nel tragicomico caso di Del Palacio, "fulminato" dal Papa per i troppi danni fatti in diocesi), è di natura solo temporanea, è inteso solo a procacciare soldi e adepti alla setta di Kiko e Carmen (a costo di truffare le diocesi anche su beni multimilionari, e spillare soldi a tutti, con ogni trucchetto), tentando nel frattempo di cancellare qualsiasi espressione di devozione e di arte sacra per sostituirle con le deiezioni del sommo Kiko. (E, naturalmente, farsi iscrivere al Sostentamento Clero per acchiappare uno "stipendio da prete" a spese dei fedeli cattolici)

    Bene fecero i vescovi giapponesi a sopprimere il seminario neocatecumenale R.M. a Takamatsu, e quando corse voce che stava per essere riaperto a Tokyo, bene fecero ad affermare pubblicamente che non ne sapevano niente e che nessun seminario sarebbe stato aperto senza l'avallo della conferenza episcopale giapponese. (Fu così che la montagna neocatecumenale fu costretta a partorire il solito topolino, e annunciarono subito in gran fanfara l'apertura a Macao di un pomposo seminario R.M. "per l'Asia", perdincibacco, "per l'Asia"! (dopotutto Kiko non aveva ripetutamente promesso Ventimila Presbikikos per la Cina? lo sanno perfino i disegnatori dilettanti, guardate il ritratto di Kiko).

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  14. Ma Del Palacio, silurato a 69 anni nel 2020 alla vigilia di Pasqua, che fine avrebbe fatto?

    Gli "incarichi attuali", da allora sono "vescovo emerito di Callao".
    Più di tre anni di nulla.
    Che starà facendo?
    Come mai non ha avuto più incarichi, ma neanche punizioni?
    Si può tenere un vescovo di 69 anni in stand by e lasciarlo senza alcun incarico, neanche piccino piccino?

    A volte compare in qualche consesso neocatecumenale, ma poca roba.
    Dove abita? Sì, a Madrid, ma dove? In un RM neocatecumenale?

    Anche questo è uno dei misteri che avvolgono certi personaggi neocatecumenali. Non vengono puniti per qualcosa, ma spariscono nel nulla, non se ne parla più.
    Ma chi è, alla fin fine, che ha il potere di proteggerli così tanto?
    Marco

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    Risposte
    1. In ambienti ecclesiali, quando un chierico viene messo "a riposo" e fatto sparire dalle scene, significa che non solo ha fatto troppi danni, ma che ne potrebbe fare ancora, e magari anche che sta per arrivare una stangata lato civile (arresto, carcere?), per cui alle curie converrà poter dire qualcosa del tipo "da tot anni non aveva più ricevuto incarichi ma gli era stato chiesto di costituirsi ecc.".

      Anche il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron è sparito dalle scene, ma siamo certi che sta facendo la bella vita nelle comunità neocat (anche se avranno dovuto blandirlo per bene, visto che nel resto del mondo lo ricordano tutti come pedofilo che abusava di ragazzini di nove-dieci anni e fino ad oggi non se ne è mai pentito).

      Signore e signori, è questa l'essenza del Cammino: da un lato vi estraggono soldi dalle tasche a suon di ricatti morali per consentire la bella vita ai suoi capicosca, zeppi di scheletri nell'armadio, e ai suoi VIP pedofili impenitenti; dall'altro vi fanno belare i soliti slogan "issignoure-issignoure, muh vocazzzioni, muh evaggelizzazzzzione, muh seminari, muh savvato immatrimonio".

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    2. Quando by Tripudio scrive queste frasi in corsivo è insopportabile. Se per quello è insopportabile sempre.......................................................................................................................................................

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    3. Il problema di ognuno di noi - ognuno, singolarmente ognuno di noi - è come giungere alla salvezza eterna.

      Che il sottoscritto risulti insopportabilmente antipatico, è perfino augurabile, visto che per ora sono quello che scrive di più sul blog. Infatti le affermazioni di una persona antipatica siamo portati a prenderle in considerazione con più attenzione, anche se fosse solo per tentar di scovarne il pelo nell'uovo.

      Sennonché, al di là del modo in cui il sottoscritto scrive (perdindirindina, usa i corsivi e i neretti per dare enfasi! scandalo, disdoro, obbrobrio!), non c'è molto da criticare: vorrete mica criticare il Vangelo, il Magistero, la Tradizione, i sacramenti, i documenti liturgici, i fatti concreti presentati sui social con post pubblici dagli stessi fratelli delle comunità neocatecumenali? (Che comodo trucchetto, eh?, quello di "personalizzare" le accuse, quello di contestare il soggetto anziché l'oggetto, quello di non entrare nel merito ma di aggredire chi fa notare le cose, quello di fingere di credere che i fatti siano opinioni e che le proprie opinioni sarebbero i fatti... i facinorosi kikolatri credono che per difendere la bontà del Cammino occorra usare tutti i trucchetti che insegna il demonio).

      Il problema del Cammino non è né il sottoscritto, né gli altri che scrivono su questo blog sperduto nell'internet.
      Il problema del Cammino non è nemmeno la vasta documentazione sulle sue malefatte e sulle sue eresie.
      Il problema del Cammino è che si spaccia per cattolico ma non lo è.
      Il problema del Cammino è che le sue tanto vantate "approvazioni" non approvano nessuna delle eresie, nessun abuso, nessuna malversazione, nessuna malvagità commessa dal Cammino o in nome del Cammino, nessuna ipocrisia, nessuna arroganza, nessun tentativo di sostituirsi alla Chiesa e alla sua opera.

      Il problema del Cammino è che gli stessi fratelli delle comunità non saprebbero come difenderlo, perché ci sono troppe cose che i loro capibastone nascondono loro, come ad esempio la vergognosa faccendaccia dello Statuto segretissimo della Fondazione del 2004, come ad esempio l'entità e la destinazione delle Decime e delle altre offerte (viscide speculazioni immobiliari fatte coi soldi che vi avevano estorto a suon di "ehi, le missioni, ehi, i seminari, ehi, l'evangelizzazione, animo, coraio, mollate il malloppo, tesorincielo, elemosina che vi faccia sanguinare il cuore, schiavi di mammona in braccio al demonio!")...

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    4. Il problema del cammino sono anche i genitori che, avendo solo conoscenze dal cammino, e disprezzando tutto il resto che la chiesa insegna, creano dei figli che a loro volta credono che la chiesa E' il cammino.
      Genitori poi, che ricevono "lezioni di pedagogia" dai catechisti e' il risultato e' molto povero. Alla fine i genitori crescono figli senza preccuparsi tanto di loro, tanto un giorno entreranno in comunita' e il catechista di turno (considerato uomo infallibile, pieno dello spirito santo) li raddrizzera' sul cammino giusto...

      Risultato finale, queste persone non sono a conoscenza delle magagne del cammino e si rifiutano di ascoltare qualsiasi commento contrario al cammino.

      Figuratevi che mia suocera sta diventando appassionata del Cardinale Burke, Sarah, Schneider, ma rifiuta di ascoltare i loro commenti sul cammino. ...
      Un altra signora del cammino partecipa a eventi della chiesa tridentina (non la Santa Messa) e dice che lei prende il buono da tutte e due i gruppi per diventare una miglior cattolica...

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    5. @Anonimo 6 ottobre 2023 alle ore 11:24
      "Quando by Tripudio scrive queste frasi in corsivo è insopportabile. Se per quello è insopportabile sempre......................................................................................................................................................."
      ---
      Tranquillo;
      fai un respiro profondo e rilassati...
      Dopo,
      suggerisci un carattere grafico, che più si addica ai tuoi nervi scoperti.
      Ruben.
      ---

      Elimina
    6. L'ottima osservazione di Tripudio sulla "faccendaccia dello Statuto segretissimo della Fondazione del 2004" mi dà l'occasione di porre l'attenzione sul fatto che la scadenza dell'experimentum dello Statuto 2002 sarebbe stata nel 2007 e non nel 2004.

      Se cambio persona giuridica in corso d'opera, non può più valere lo Statuto del 2002, perché si riferisce ad una persona giuridica diversa che non ha nemmeno la personalità giuridica pubblica, e quindi devo necessariamente redigere un nuovo Statuto, appunto quello del 2004.

      Ma allora, se redigo un nuovo Statuto nel 2004 NON RISPETTO IL TERMINE DEI 5 ANNI DI EXPERIMENTUM, che scadono nel 2007.

      Già questa è una irregolarità, perché non si dànno a caso 5 anni di experimentum (come a tutti), ma servono per rodare il funzionamento di tutta l'impalcatura.

      Anticipare di circa 3 anni l'erezione di una nuova struttura giuridica non è regolare, perché casomai andava fatto allo scadere dei 5 anni e, con l'occasione, si doveva redigere il nuovo Statuto in conformità alla nuova persona giuridica eretta.

      E poi ci si domanda perché Benedetto XVI non porse subito le sue congratulazioni per l'approvazione dello Statuto definitivo del 2008.
      Mi pare impossibile che non fosse a conoscenza che nel 2004 era stata eretta una nuova persona giuridica corredata del relativo e necessario Statuto... (se fu veramente eretta, penso io a questo punto, visto che non ve n'è traccia pubblica da nessuna parte).

      E quali furono, poi, le motivazioni che ritardarono di un anno l'approvazione dello Statuto 2008?
      Perché non chiesero il rinnovo dell'experimentum, come molti hanno fatto, se serviva loro più tempo?
      Lo scadere dei 5 anni è imperativo, al massimo si può sforare di qualche settimana, ma se si sfora di più occorre chiedere il rinnovo, e ripartono altri 5 anni.
      Qualche problemuccio inerente al doppio Statuto 2004-2008? Oppure inerente all'immaginifica Fondazione Autonoma di soli beni spirituali e senza patrimonio proprio?

      Le faccende non sono per nulla chiare e le uniche spiegazioni fornite nel 2008 (e non nel 2004) da mons. Arrieta e dal fu avv. Chinaglia non sono né esaustive né convincenti.
      Nel 2008, visto che nello Statuto era stato inserito il riferimento nelle note, correva l'obbligo di spendere due parole per cercare di giustificare a posteriori ciò che NEL SILENZIO era avvenuto ben 4 anni prima.

      Al che mi domando: ma se un movimento (sotto forma di Fondazione) ha bisogno di intorbidare così tanto le acque per accreditarsi, tacendo cose fondamentali e non seguendo le normali procedure come tutti, qual è la torbida molla che lo spinge a farlo?
      E poi, sopra a ogni cosa, quale valore giuridico effettivo può avere un'approvazione torbida di una figura guridica torbida di cui è assente ogni forma di comunicazione?
      Marco

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    7. Problemi di lana caprina, frutto di elucubrazioni sofisticate e ferruginose : noi sappiamo solo che lo Statuto è stato approvato definitivamente nel 2008 e tanto ci basta, tutto il resto è noia come diceva Califano

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    8. Vedo che nessun neocatecumenale ha mai provato a dare spiegazioni, vuoi perché sono cose un po' tecniche, vuoi perché non ne ha mai saputo nulla, vuoi perché davanti al torbido è sempre meglio tacere.

      Quel che è certo, senza nessuna possibilità di contestazione, è che le approvazioni statutarie non sono mai state date ad un itinerario/metodo/programma... ma a un'entità giuridica discutibile quale la Fondazione Autonoma di soli beni spirituali e senza patrimonio proprio.

      I neocatecumenali sarebbero membri di una Fondazione, denominata Cammino Neocatecumenale.
      Dico "sarebbero" perché i membri delle Fondazioni sono solo quelli dichiarati nell'atto costitutivo, cioè quelli che dovrebbero figurare nel decreto di erezione del 2004. Tutti gli altri, compresi itineranti, famiglie in missione, catechisti, preti kikiani, ecc. sarebbero solo i destinatari di quei "beni solo spirituali" che la Fondazione gestirebbe.
      In quanto tali, non dovrebbero disporre di alcuna prerogativa attiva, come la catechizzazione o l'evangelizzazione, ma solo ricevere passivamente ciò che i membri della Fondazione dànno.

      È il paragone che fece mons. Arrieta tra il Cammino Neocatecumenale e la scuola, accostando "coloro che propongono il Cammino" (quelli inseriti nel decreto di erezione, i docenti) e "coloro che fanno il Cammino" (quelli che "ricevono" i mezzi offerti dal Cammino, gli studenti).

      Se le cose stessero davvero così, tutti gli "studenti", cioè tutti coloro che non sono membri della Fondazione citati nel decreto, non potrebbero "insegnare", ma solo apprendere.
      Decade in questo modo tutta l'attività svolta dai non-membri che invece "insegnano" come catechisti, come itineranti, come famiglie evangelizzatrici in missione... Gli studenti non insegnano, sono solo i destinatari dell'insegnamento, che possono fare solo i membri della Fondazione che propone il Cammino. E le schiere di catechisti, catechistoni e catechistucoli non possono essere tutte membri elencati nel decreto della Fondazione.

      Da qualsiasi parte la si voglia rigirare, la questione rimane spinosa e non attendibile, nonché giuridicamente debole (per essere contenuti nelle espressioni).

      Chi va a dire alle schiere di catechisti laici neocatecumenali che non possono insegnare (fare catechesi) perché se non sono inseriti nel decreto come membri della Fondazione, sono solo i "destinatari" dell'insegnamento (studenti) e non coloro che elargiscono il servizio (docenti)?
      Ci va Arrieta?

      Se c'è qualcuno in grado di spiegare meglio questa abissale incongruenza, ben accetto.
      Marco

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    9. Eh sì, proprio "lana caprina", immagine del gran caprone. Sappiamo tutti con chi viene identificato.

      Se non sei in grado di sostenere certi tipi di elucubrazioni, lo credo bene che la lana caprina prende il sopravvento e, senza farti domande, prendi per buono quello che i fautori della lana caprina ti spacciano.

      Il Cammino sopravvive (a stento) solo grazie a persone come te, che non si fanno domande e prendono tutto per buono, anche la lana del caprone.

      Credo anche che per te, e per tutti quelli come te, il resto sia "noia".
      A voi basta sentirvi parte di un gruppo ormai decadente dipinto come vigoroso, sbatacchiare mani e piedi al ritmo semplificato delle cacofonie kikiane, abbuffarvi alle agapi e andare negli hotel. Poi, ogni tanto, farvi prendere dal fervorino religioso naturale che, creando la giusta atmosfera, incide esclusivamente a livello emotivo.
      Chi vi distrae dalla noia? Solo il Cammino, l'anti-noia per antonomasia.

      Infatti non parlavo a te, ma a quelli ancora in grado di farsi domande, a cui non basta sapere che nel 2008 fu approvato uno Statuto che potrebbe anche non essere regolare.
      Gli annoiati non sono un target, ma un foruncolo.
      Marco

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    10. Ma infatti è proprio questo il punto: dai media abbiamo avuto notizie dello Statuto del 2002 "ad experimentum", della durata di cinque anni, che ha messo Giovanni Paolo II davanti al "fatto compiuto".

      E poi abbiamo avuto notizie dai media dello Statuto del 2008, "definitivo", che ha messo Benedetto XVI davanti al "fatto compiuto".

      Su entrambi gli Statuti c'era la firma di Rylko (e non la firma del Papa, come falsamente dicevano tanti kikolatri), e dell'oliatissimo Pontificio Consiglio per i Laici (al quale sora Carmen aveva mafiosamente promesso "un futuro immenso", ed infatti dopo quattordici anni è stato soppresso dal Bergoglio).

      La notizia della costituzione della Fondazione nel 2004 dovrebbe essere di interesse assoluto per i neocatecumenali... quantomeno per capire dove, come e perché le vengono intestati beni mobili e immobili. I fratelli delle comunità - a cui ossessivamente vengono chiesti soldi per il famigerato "tesoro in cielo" - dovrebbero chiedere rendicontazione dei soldi che vengono indotti a mollare, per accertarsi che si tratta davvero di un "tesoro in cielo" anziché del foraggiare i pezzettoni grossi del Cammino coi loro turpi vizietti.

      E dovrebbero interessarsene anche per assicurarsi che dei beni donati al Cammino non ci sia qualche pezzettone grosso che se ne appropria con trucchetti legali (ricordate quando la struttura del Redemkikos Mater di Guam venne soggetta ad una "Deed Restriction" che imponeva che un "Board of Guarantors" avesse diritto di veto su qualsiasi cosa? qualsiasi cosa, sull'uso, sulla vendita, sulla manutenzione, qualsiasi cosa: di fatto i coniugi Gennarini, il Pochetti, e il pedofilo Apuron, divennero i proprietari di fatto della struttura, alla faccia della diocesi; e se non fosse stato per il vescovo Byrnes che annullò la "Deed" letteralmente nell'ultima settimana utile prima della scadenza dei termini legali, la truffa multimilionaria sarebbe andata in porto).

      E dunque le questioni di "fondazioni" segrete, delle truffe, di speculazioni immobiliari coi soldi delle "missioni", di abusi sessuali e della loro copertura, dovrebbero essere di interesse assoluto per i fratelli delle comunità. Che davanti a Dio non potranno certo giustificarsi dicendo: "ma che ne sai Tu, Signore? io mi stavo solo Provando con Mammona, che me ne fregava a me se quei soldi foraggiavano truffe, pedofili, ruberie e menzogne! Signore, come ti permetti? Tu giudichi!"

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    11. Ma il sistemino è ancora più ingegnoso.

      La fondazione "madre", quella denominata Cammino Neocatecumenale, ovviamente non è riconosciuta civilmente, perché nel diritto civile (come in quello canonico) non possono esistere Fondazioni senza patrimonio.
      Così, essendo anomala (come minimo), per il diritto civile non possiede i requisiti necessari al riconoscimento.
      Esiste solo a livello canonico e non può possedere né beni né soldi, né compiere negozi giuridici.

      A questo ci pensano le Fondazioni "figlie" della Fondazione "madre": Le Fondazioni Famiglia di Nazareth o aventi altre denominazioni le quali, essendo riconosciute civilmente, possono detenere e gestire denaro e beni.

      La furbata poi è che, essendo costituite a livello diocesano, ognuna di esse è a sé stante.
      Nel caso in cui, infatti, una di esse dovesse avere problemi o addirittura cessare di esistere, le altre continuano tranquillamente a funzionare e possono anche destinare soldi e beni anche al di fuori della mera circoscrizione territoriale.
      Quelle le erigono i vescovi, ognuno la sua.

      E poi, all'occorrenza, si possono anche erigere fondazioni ad hoc, come quella per il museo di Kiko, quella per l'acquisto dei terreni in Israele, quella per la Domus Jerusalem e diverse altre.
      Ognuna risponde solo per sé stessa.

      Di più: il Dicastero per i Testi legislativi, in una comunicazione del 2004, ha precisato che:

      "All’interno della Chiesa, poi, ci sono numerosi enti – aventi una propria individualità, derivata dalla diversa costituzione, da una finalità specifica, da un ambito di attuazione –, i quali sono anch’essi capaci di essere titolari dei beni temporali che hanno legittimamente acquistato (cann. 1256; 1259). L’ecclesialità, comune a tutti questi beni, deriva dalla destinazione ai fini propri della Chiesa. Questo, però, non impedisce che la PROPRIETÀ APPARTENGA ESCLUSIVAMENTE A CIASCUNO DEGLI ENTI singolarmente considerati." (art. 1)

      "La proprietà dei beni ecclesiastici è, dunque, sempre delle singole persone giuridiche pubbliche, che rispondono in proprio" (art. 3)

      https://www.delegumtextibus.va/content/testilegislativi/it/chiarimenti-normativi/note-esplicative/la-funzione-dellautorita-ecclesiastica-sui-beni-ecclesiastici.html#:~:text=3.,pubbliche%2C%20che%20rispondono%20in%20proprio.

      Questo che vuol dire?
      Vuol dire che le persone giuridiche Fondazioni Famiglia di Nazareth sono proprietarie dei beni che possiedono, anche se tali beni sono definiti tecnicamente "ecclesiastici".
      Naturalmente li possono anche regalare, come è previsto che faranno con la nuova Domus Jerusalem, regalandola al Santo Padre.
      Marco

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