giovedì 18 luglio 2024

L'eresia neocatecumenale e la visione deformata di Kiko che la fa nascere: "Dio non c'entra"

Nostra traduzione di una pagina di Glaucon Jr dal blog Adventures in Tradition, pubblicata ad agosto 2016.

La visione deformata di Kiko
prima parte: la chiesa di Kiko

Avendo aperto la discussione su cosa c'è che davvero non va nel Cammino Neocatecumenale, inizierei col dire quanto mi sono sbagliato quando in un post recente pensavo che si potesse dialogare: non c'è alcuna possibilità di intavolare un dialogo con loro. La loro capacità di dialogo è quanto quella una figurina di terracotta. Dubito persino che con loro si possa parlare del meteo perché anche in tal caso vi risponderebbero a vanvera, dicendo che Tim è a capo di un complotto che lamenta che Hon fa piovere a Maina e uscire il sole a Ylig, e che se parlo loro del meteo non avrei abbastanza titoli di studio in metereologia a meno di non ascoltare le "catechesi" di Kiko sulle previsioni del tempo: solo così saprei di cosa sto parlando.

Insomma, parlare con loro è come parlare di aritmetica con un bambino di quattro anni che pensa che 2+2=22. Nella testardaggine e nella foga di dimostrare di sapere, si rifiuteranno di accettare spiegazioni: non conoscono né la "struttura" né la "logica" di ciò di cui stanno discutendo. Proprio ciò che succede coi neocatecumenali: non possiamo parlare, o dialogare, o arrivare a un minimo di intesa (o almeno un chiaro disaccordo) perché nonostante abbiamo in teoria una fede in comune, non abbiamo in comune una terminologia, un comune linguaggio della fede, con cui poter farci capire.

L'eresia e la sua causa

Alla luce di ciò devo dire che tutto questo parlare di Eucarestia e altari ha fatto emergere un accanitamente brutto isolamento da parte dei neocatecumenali sul loro blog. Anziché dire "sì, su questo e quello siamo d'accordo ma non su quell'altro", pubblicano cacofonie di dichiarazioni secondo cui Chuck non conoscerebbe l'insegnamento della Chiesa, don Hardon (di venerata memoria) non avrebbe conosciuto gli insegnamenti della Chiesa, scommetteteci pure che a detta loro non la conosceva neppure il cardinal Arinze e nemmeno il vescovo Sheen, nemmeno san Tommaso d'Aquino, nemmeno Garrigou-Lagrange. In altre parole, sono convinti di conoscerlo solo loro, devoti di Kiko, e tutti noialtri saremmo eretici.

E tutto questo è un problema perché i più non considerano cosa si intende esattamente per eresia:

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2089 spiega: L'incredulità è la noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso. « Viene detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».
In altre parole:
  1. devi sapere che viene insegnata una certa verità di fede
  2. che tale verità è necessaria (esempio: dobbiamo credere al dogma dell'Immacolata Concezione, ma non siamo tenuti a credere che Nostra Signora è apparsa a Fatima)
  3. devi ostinatamente rifiutare di accettare tale verità in virtù di tali altri fattori.
Per noi cattolici è importante ricordare che l'opinione dei Padri e Dottori della Chiesa è che la causa dell'eresia, in ultima analisi, è un'eccessiva attenzione su un aspetto particolare del dogma, a detrimento di qualche altro aspetto. L'eresia ariana ne è un chiaro esempio: Ario diede tanta enfasi all'umanità di Cristo da rifiutare categoricamente la Sua divinità, affermando che Cristo sarebbe stato la più importante e alta creatura anziché essere coeterno col Padre nella Santissima Trinità.

Allo stesso modo gli eretici monofisìti enfatizzarono talmente la Sua divinità che per loro la natura umana di Cristo sarebbe stata annullata dalla natura divina - quasi come estrema reazione ad Ario.

Vivendo nel XXI secolo siamo tentati di pensare semplicisticamente che alla lunga sarebbe solo una diversità di opinioni o inonimo di falsità. Ma l'eresia porta sempre -sempre!- alla distruzione morale in generale, e al peccato mortale o addirittura sacrilegio o blasfemie sataniche. Sempre.

Dunque, lo smodato attaccarsi ad un dogma mentre se ne esclude o banalizza un altro, comporta necessariamente che ne scaturisca peccato grave. Insisto a ripeterlo perché è necessario per comprendere ciò che stiamo per dire fra poco.

Ora, chiunque abbia prestato un minimo di attenzione sa che Chuck, Tim e altri hanno denunciato a lungo la pessima "teologia" neocatecumenale. Eppure, ogni volta che qualche portavoce del Cammino tenta di difendere i propri pessimi insegnamenti, tira in ballo il Catechismo in maniera esasperante. Non è questione di chi ha ragione e chi no. È questione che di fronte alla Verità, rifiutano tassativamente di ammettere di avere un qualsiasi torto, per poi subito condannarti perché non sei dalla loro parte e dunque saresti contro la Chiesa e contro Cristo.

Dunque la buona notizia di tutti questi screzi che abbiamo avuto con gente del Cammino è che molti fedeli hanno rafforzato la propria fede (proprio perché hanno dovuto difenderla contro i neocatecumenali, cioè hanno dovuto combattere per Cristo). Ecco perché è così importante approfondirla.

La brutta notizia è che coloro che hanno più bisogno di conoscere la fede - quei fratelli di buon cuore le cui menti sono ottenebrate dalle pessime "catechesi" del Cammino - sono del tutto impermeabili a qualsiasi insegnamento che non provenga dalla loro gerarchia di cosiddetti "catechisti". Quei fratelli sono in qualche modo "cattolici caduti". Ecco perché ritengo che il problema sia questo: cos'è che porta quella gente normale, intelligente, a perdersi così, a farsi fare un lavaggio del cervello? Non ho dubbi che amino il Signore e che desiderino essere fedeli (secondo la loro idea di fedeltà). Ma l'eresia scava dentro e riduce tutto a tenebre, perché nell'eresia si viene inevitabilmente portati verso errori più gravi e peccati più gravi.

Ora, chiariamo subito che Dio nella sua infinita misericordia è capace di usare il male (come l'eresia) per ottenere il bene (portare le anime a Lui, portarle alla conversione). Dunque una volta riavvicinatisi al Signore mediante il Cammino, dovrebbero abbandonare quei pessimi insegnamenti, giusto? E invece non accade. È una terribile tragedia che non accada. Se un'anima persiste in quell'eresia ne abbraccia suo malgrado le conseguenze: la morte delle virtù, peccati ancora più gravi.

In questione, qui, non sono le singole anime, ma l'intera visione del mondo data dal Cammino, il presupposto in cui sono stati "catechizzati", che porta necessariamente a perdere la fede, la speranza, la carità. Ecco perché è imperativo avvicinarli per riportarli alla pienezza della fede, rallegrandosi del loro tornare al Signore.

Non essendo tuttora pervenuti a quella pienezza, cos'è che li trattiene lì nel Cammino? Scoprendo cos'è che cattura e guida quelle povere anime, potremo spiegare quali sono i tre grandi semi di distruzione piantati dal "coltivatore" che li ha ingabbiati. E non avremo bisogno di cercare a lungo la risposta perché ce la dà nientemeno che lo stesso Kiko Argüello.

Kiko e la sua visione del mondo

È Kiko Argüello a indicarci la lente attraverso cui tutti i membri del Cammino devono vedere il mondo, e tale lente è la fonte di tutti i problemi che riscontriamo nel Cammino. È la base di tutti gli eccessi teologici che ispirano non solo le loro eresia me anche quell'allegro maneggiare falsi insegnamenti al pari di un ragazzino che ha trovato il fucile di suo padre.

Dunque come facciamo a scoprire ciò che non ci dicono, o che probabilmente non conoscono nemmeno loro stessi? Lo ammetto, mettere le mani sui primi pochi volumi del Direttorio Catechetico di Kiko e Carmen è stato un po' difficile, mentre mi è tuttora impossibile rimediare gli ultimi circa sei volumi. Impossibile nel senso di non possono proprio essere ottenuti, se sei uno dei los de afuera ("quelli di fuori", fuori dal Cammino). Così abbiamo da considerare ciò che leggiamo nei primi volumi, su cui Chuck ha pazientemente lavorato per avere indizi su cosa sta succedendo. Ci tocca essere sistematici e ricostruire il senso del sistema di Kiko basandoci sull'evidenza. Dunque, per capire meglio la maniera di Kiko, mi sono cimentato a leggere. E, nero su bianco, già dalle pagine che trattavano le catechesi iniziali, Kiko stesso rivela quale è la radice del problema. Riassumendo:

  • Cristo è stato inviato da Dio Padre per... "distruggere le barriere" che dividono gli uomini, e per formare una comunità
  • tale comunità sarebbe la Chiesa
  • queste barriere sono insormontabili perché siamo troppo deboli, solo Dio può riuscirci
  • così, Cristo viene nel mondo e muore e risorge cosicché possiamo essere la Chiesa in comunione tra noi, senza più quelle barriere
  • la grande barriera alla base di tutte le divisioni sarebbe la paura della morte
  • qualsiasi rifiuto di amare (non porgere l'altra guancia, non soffrire persecuzioni, non soffrire per gli altri) verrebbe dalla paura della morte
  • la paura della morte proverrebbe dall'esperienza del peccato
  • avendo Cristo vinto la morte, tutte queste barriere verrebbero annullate e quindi noi tutti potremmo divenire comunidad.
È una parlantina elegante, che perciò ti trae in inganno. I bei sentimenti sono spesso alla base di terribili conseguenze - e questo è uno di tali casi. C'è un madornale errore in quelle premesse di Kiko, ed è l'aver detto che Cristo sarebbe venuto espressamente per riconciliarci fra noi; Kiko non dice mai che ci dobbiamo riconciliare con Dio. Da nessuna parte. Mai.

Quella è la "catechesi iniziale" di Kiko per portare gli uomini a Cristo. Anche quando menziona il peccato, non spiega mai che a causa del nostro peccato ci siamo allontanati da Dio. Ma sul serio? Dunque i nostri mali, la nostra cecità nelle cose della vita, sarebbero da attribuire a barriere fra gli uomini, e viceversa?

Il motivo di tutto ciò è che Kiko non crede alla possibilità di riconciliarsi con Dio. Per Kiko non c'è bisogno di riconciliarsi con Dio perché Dio non ne ha alcun bisogno, e il peccato non offenderebbe Dio in alcun modo, a Dio non importerebbe nulla dei nostri peccati, "Dio perdona sempre". Per Kiko, dunque, la Chiesa come Corpo di Cristo è fondamentalmente una Chiesa orizzontale - cioè una comunità di credenti, una comunità di amore che ha vinto le barriere che impedivano di amarsi tra fratelli. E... il peccato? Per Kiko sarebbe solo l'esperienza della morte al livello più profondo. Tutto qui?

Ma il salario del peccato è la morte - la morte c'è a causa del peccato, e perciò l'esperienza della morte e l'esperienza del peccato non possono essere risanate. Kiko inverte i due fattori e dice che l'uomo avrebbe fatto "esperienza della morte" per aver mangiato i frutti dell'albero, che simboleggerebbero il peccato (giorno 3 delle "catechesi"), e l'esperienza del peccato causerebbe le divisioni.

In realtà quelle divisioni fra gli uomini derivano dagli effetti del peccato. Kiko batte anche sul tasto che il peccato causerebbe divisioni dentro di noi, che è pure vero, ma non c'entra con la sua tesi riguardo alla morte, alle fragilità e alle barriere da superare. Tesi kikiana che non ha nulla a che fare con la rottura della comunione fra l'anima e Dio, rottura davvero reale e deliberata. La parola "peccato", per Kiko, indica solo il contrario dell'amore (a sé stessi e agli altri). È una visione molto riduttiva perché esclude Dio dalla questione.

In altre parole, ogni peccato è "solipsistico", nel senso ermeneutico del "riguarda esclusivamente me stesso", moltiplicato per un miliardo di volte in una Chiesa che "riguarda esclusivamente noi", quando in realtà tutto riguarda la Santissima Trinità, dalla quale noi tutti dipendiamo.

In fin dei conti, persino nel punto più generale, Kiko dice che tutto il peccato ha un impatto esclusivamente orizzontale (nel senso di sociale, nel senso che non riguarda Dio). A meno di sfumare per bene questo concetto oltre i limiti imposti dalla coerenza, non si può assolutamente far "funzionare" la teologia di Kiko.

Il problema con la sua visione del mondo

Senza voler essere troppo teologico ma cercando di far comprendere la questione: la teologia della Chiesa secondo Kiko - cioè la sua ecclesiologia - è centrata su "noi"; anche presentandola come informata da Cristo e imbevuta dello Spirito, è solo una comunità che ha superato le barriere fra uomini, e non ha nulla a che vedere col riconciliarsi con Dio. La Chiesa è una comunità di credenti, non il vero Corpo di Cristo: non è un corpo che soffre per Lui e con Lui. Invece la chiesa di Kiko è una dove la Passione è solo un pit-stop verso la Resurrezione, e la Resurrezione è funzionale solo alla comunidad. La Crocifissione è ridotta ad uno sfortunato episodio su cui i credenti non dovrebbero mai indugiare (per timore che scivolino in qualche perverso rifiuto della Risurrezione e del suo trionfo).

In altre parole, e al di là di altre questioni, il problema fondamentale è che nel descrivere la chiesa in questo modo, Kiko cancella completamente il valore dell'Incarnazione e l'atto della Redenzione (motivo per cui gente come Zoltan loda così spesso Lutero, con la cui dottrina sulla salvezza i neocatecumenali son tanto d'accordo).

Con la sua visione, questa lente attraverso cui Kiko vede il mondo e la Chiesa, non c'è più bisogno di preti, solo presbìteri; niente altari, solo mense per il banchetto; niente arte sacra, solo le "icone" di Kiko; niente canti, solo i canti di Kiko; niente teologia, solo il Direttorio Catechetico; niente organo, solo chitarre e tamburelli; niente penitenza, solo accettazione; niente vero Dio-vero uomo crocifisso, solo il Signore Risorto.

In gergo più teologico, Kiko sta  imponendo una separazione radicale fra il Dio trascendente e la Chiesa immanente (perché la presenta in modo fondamentalmente "orizzontale"), che è il madornale errore di ogni credo non-cristiano. Ma la Chiesa ha sempre insegnato che il Dio trascendente si è fatto davvero immanente nella Chiesa (l'Eucarestia, ecc.) in una maniera reale e letterale (non solo "spiritualizzata"); allo stesso modo, la Chiesa immanente diventa davvero trascendente perché è davvero il Corpo Mistico di Cristo, non semplicemente la comunidad, ed è Chiesa Militante, Chiesa Purgante, Chiesa Trionfante - una Chiesa che vive e muore come il suo Signore, la Sposa che aspetta un giorno di essere crocifissa col suo Signore che la grande festa di nozze all'Eschaton possa essere compiuta nella sua perfezione.

E se comprendi che la venuta del Figlio di Dio nel mondo è per la redenzione e la riconciliazione dell'uomo con Dio, e che solo da ciò può avvenire la riconciliazione dell'uomo con l'uomo, allora Kiko e i suoi ti accuseranno di essere un "quasi-catechizzato", o addirittura un "paganizzato".

Kiko accusa tutti (anche i suoi seguaci) di essere aggrappati a pratiche praticamente superstiziose (ciò che san Tommaso d'Aquino chiamerebbe "osservanza vana", come il sacrificare un capretto a Pasqua solo perché gli israeliti facevano così), pratiche che Kiko/Pius/Diana chiamano "religiosità naturale". In altre parole, i neocatecumenali credono che la nostra fede sia infantile e immatura. San Francesco d'Assisi avrebbe avuto una fede immatura, padre Pio avrebbe avuto una fede immatura, il curato d'Ars una fede immatura... Quanta presunzione, quanto orgoglio hanno i neocatecumenali: credono di essere i più veri cattolici, gli unici con la fede adulta, solo perché hanno ricevuto gli insegnamenti di Kiko!

Questo è il loro concetto di Chiesa e, tranne per una questione di apparenze formali, non sono sicuro che Kiko pensi davvero che anche noi siamo parte della Chiesa.

25 commenti:

  1. Ieri Jungle Watch commentava il ritorno a Guam di un presbikiko che era stato "prestato" alla diocesi di Chalan Kanoa / Saipan per otto anni. Il soggetto, a quanto ricorda Tim, è un presbikiko meno impresentabile: nonostante sia stato sfornato da un seminario Redemkikos Mater non è autoritario, non fa omelie logorroiche e depresse.

    Ora, a parte il fatto che i preti non si possono "prestare" (il vescovo può acconsentire - non mandare - a che serva temporaneamente un'altra diocesi, ma solo se con accordo col vescovo di quest'ultima e col prete in questione), c'è di notevole che è stato "prestato" 8 anni fa proprio mentre cresceva lo scandalo del vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron. All'epoca, il "piano B" per sostituire Apuron era far eleggere vescovo l'arrogante presbikiko Adrian Cristobal.

    Apro una parentesi. Per scegliere nuovi vescovi la Santa Sede conduce con discrezione un'inchiesta, chiedendo a un vescovo diocesano quali sono i soggetti che ritiene più adatti, e chiedendo (sotto segreto) opinioni su tali soggetti anche al clero. In genere si perviene ad una lista di tre nomi che viene sottoposta al giudizio del Papa, che decide chi deve essere ordinato e fa chiedere a quest'ultimo (sempre per iscritto e sotto segreto) se accetta di diventare vescovo per una determinata diocesi (infatti uno potrebbe legittimamente sentirsi inadatto o impedito a guidare "proprio quella diocesi"). Questo in estrema sintesi, vi risparmio gli altri noiosi dettagli. Però avrete già intuito che se un vescovo ci si mette d'impegno per far eleggere un "suo" preciso candidato, scegliendo accuratamente chi deve fornire opinioni (positive) e non mettendo in ottima luce gli altri candidati, alla fine molto probabilmente ci riesce a farlo eleggere vescovo (dopotutto la gerarchia cattolica funziona sulla fiducia personale, non su un foglio Excel di titoli di merito e di punteggi certificati).

    Questo significa che i kikolatri, una volta agguantato Apuron (grazie ai suoi scheletri nell'armadio) e preparato il terreno al Cristobal, e ritrovatisi con lo scandalo Apuron e col Cristobal che scappa in esilio chissà dove perché stanno emergendo anche i suoi abusi sessuali, hanno subito allestito un "piano B" prestando alla diocesi "confinante" (oltre 200 km: si tratta di isole nel Pacifico) un presbikiko "non troppo kikizzato". Lo scopo è farlo conoscere lì... in modo che in futuro (cioè adesso) potessero sfruttarlo come "piano B" alternativo agli scandalosi Apuron e Cristobal. Ed ora, avendo a Guàm un vescovo amicone del Cammino, potrebbero far pressioni si quest'ultimo (più le altre consuete pressioni, minacce, regalie, agli apparati clericali di ogni ordine e grado) per far eleggere all'episcopato il presbikiko "prestato" a Chalan Kanoa, proprio per farlo diventar vescovo di Chalan Kanoa (e anche se non è "impresentabile", sarà sempre manovrabile).

    Qualcuno di voi si starà giustamente chiedendo: ma Dio c'entra in tutto questo? la fede cattolica c'entra in tutto questo? il bene delle anime c'entra in tutto questo? un pastore degli agnelli del Signore viene scelto con manovrine dietro le quinte per garantire a una setta agganci e sotterfugi? Ebbene sì: se si tratta del Cammino Neocatecumenale, conoscete già le risposte a queste domande. I capicosca della setta sono ottimi "pianificatori" e hanno una notevole arma: il conoscere le porcate dei singoli grazie alle confessioni pubbliche dei propri adepti, e il conoscere le porcate di parenti e datori di lavoro e preti e chissà chi altro, sempre grazie a quelle confessioni pubbliche e alla convinzione fondamentale della kikolatria (secondo cui «l'ubbidienza al catechista è tutto») tale che se un "catechistone" fa strane domande ed oscene richieste, bisogna ubbidirgli a ogni costo, a costo di perdere il posto di lavoro, a costo di rovinare la propria reputazione... I servizi segreti di tutto il mondo sarebbero contentissimi di avere un branco di lobotomizzati del genere.

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  2. Piccola nota di metodo.

    Se vedi un grosso fumo dietro il monte, deduci che c'è un'incendio. Non vedi il fuoco, non hai modo di andar velocemente a verificare se c'è il fuoco, non c'è nessuno che può confermarti o smentirti il fuoco, ma hai comunque raggiunto ragionevole certezza che c'è un incendio. Non stai "giudicando", stai deducendo ciò che chiunque può dedurre. E se qualcuno ti rimbrotta, senza avere dimostrazione sufficientemente chiara da negare quella che tu e gli altri riconoscete come ragionevole evidenza, è lui ad essere quello che sta giudicando temerariamente.

    Vedete, la verità non coincide con un mero elenco di sentenze di tribunali.

    Se diciamo che Kiko è eretico - dopo che lo hanno detto e largamente dimostrato in tanti e molto più quotati di noi, come ad esempio padre Enrico Zoffoli e don Ariel Levi Di Gualdo -, lo diciamo perché si vede chiaramente il "fumo" e dunque si deduce che c'è un "incendio".

    Kiko e Carmen sono sempre stati eretici e convintissimi della loro eresia. Sapevano di essere in grande errore per cui hanno sempre preteso la segretezza e l'ubbidienza cieca. Chi promuove la verità ha bisogno al massimo di discrezione, non di segretezza, ed è comunque disposto alla trasparenza, non ha bisogno di esigere ubbidienza cieca.

    Chi è nella verità e promuove la verità, esige che gli altri possano liberamente verificare quale è la verità. Ecco perché noi cattolici abbiamo tanto a cuore il Catechismo, la Tradizione, il Magistero, i documenti liturgici, scritti e opere dei santi, la vita della Chiesa... Sappiamo che la nostra fede è fondata completamente sulla verità.

    Invece la fede kikolatrica è basata su inganni e menzogne. E sono ingannevoli e mentitori anche quando vi accusano di "giudicare". Il neocatecumenalismo è tutto un giudicare temerariamente chiunque non approvi il tripode Kiko-Carmen-Cammino e l'operato dei capicosca della setta. Per questo i kikolatri pretenderanno che in caso di stupro debba essere la vittima a chiedere perdono al violentatore, anzi, le vittime di abusi sessuali vengono automaticamente considerate "consenzienti" se lo stupratore è un kikolatra.

    Non fatevi ingannare dalla parlantina degli eretici. Come leggiamo in Mc 13,22, «...sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti». I falsi profeti Kiko e Carmen hanno fatto segni (comprare il Monte degli Ulivi) e portenti (i mastodontici monumenti che Kiko fa erigere a sé stesso o i centoventordici "seminari" di Kiko), non fatevi ingannare dalla parlantina di kikolatri che deliberatamente alterano i significati delle parole e dei fatti (come ad esempio quando l'ineffabile Gennarini, di fronte alla lettera del 1° dicembre 2005 che vietava tutte le "variazioni" neocatecumenali, con un'enorme faccia di bronzo disse in un'intervista pubblicata il 1° gennaio 2006 che "è la prima volta che si accettano variazioni liturgiche...").

    Letteralmente il Cammino è basato sull'inganno e sulla menzogna. E dato che all'apposita tappa del Padre Nostro i kikolatri sono costretti a proclamare di essere figli del demonio, contro il Cammino e i suoi membri e i suoi fondatori si applica Gv 8,44: «...voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro...»

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  3. Bell'articolo.

    Leggendolo riflettevo che ad oggi le rilevazioni delle eresie kiko-carmeniane sono ormai note negli ambienti ecclesiastici, grazie non solo al paziente e corretto lavoro di molti autori competenti (Landucci, Conti, Zoffoli, di Gualdo e altri), ma anche alle numerosissime testimonianza (grazie a internet) della stessa prassi liturgico-catechetica di decine di migliaia di fuoriusciti.
    Anche quelli che poi per colpa del Cammino sono usciti dalla Chiesa Cattolica, in qualche modo testimoniano.

    Non è più l'ignoranza che tiene ancora il Cammino Neocatecumenale nella Chiesa Cattolica, quindi.
    Deve essere altro.

    E questo "altro" non può essere buono.
    Corrompono? Ricattano? Comprano? Minacciano?
    Mah, chi lo sa, forse anche tutte queste cose insieme.

    Sta di fatto però che se si esaminano tutte le "approvazioni" che il Cammino ha ottenuto (da Ryłko e dal dicastero INCOMPETENTE su certe materie ed attività), sembra quasi che la Chiesa Cattolica "faccia sembrare" che il Cammino è inserito in essa, ma che in realtà di fatto giuridicamente non lo sia.
    Magari nostro Signore davvero non permette che venga codificato l'"oltre" nella Sua Chiesa.

    Dico che "sembra" che il Cammino faccia parte della Chiesa per diversi motivi, tutti relativi ai percorsi giuridici che un'entità ecclesiale deve correttamente seguire affinché la Chiesa Cattolica (aggiungo sempre cattolica per non confondere con altre "chiese") lo riconosca come parte di sé.

    1) Lo Statuto 2008 sembra non essere collegato ad alcuna entità ecclesiale perché è uscito fuori ben 4 anni dopo da quando nel 2004 hanno segretamente eretto la Fondazione autonoma Cammino Neocatecumenale.

    2) la segretezza contestuale dell'erezione di questa Fondazione TOTALMENTE anomala in senso giuridico canonico, fa pensare che Ryłko e gli stessi caporioni neocatecumenali sapessero perfettamente che non era legittima, perché inventata di sana pianta sulla base di un'analogia nemmeno proveniente dal Dicastero competente(Dicastero per i Testi Legislativi), ma da quello incompetente (Pontificio Consiglio per i Laici).

    3) Se questa Fondazione autonoma non ha basi giuridiche legittime, praticamente è come se non esistesse.
    Ed infatti esiste (legittimamente?) solo nel contesto canonico, ma non può essere riconosciuta civilmente perché difetta di TUTTI gli elementi necessari alla legittima costituzione.

    4) Il Dicastero per la Dottrina della Fede non si è MAI espresso ufficialmente sulla bontà degli insegnamenti neocatecumenali, ma è stato un dicastero TOTALMENTE INCOMPETENTE

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  4. Tra l'altro l'articolo è di 8 anni fa

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    1. Come sempre, l'importante è il contenuto dell'articolo, che infatti dopo otto anni non è affatto "invecchiato" in quanto nel Cammino non è cambiato niente. Se non ci hai fatto caso, te lo chiarisco adesso: la "teologia" kikiana-carmeniana ha come presupposto "nascosto" la convinzione che il peccato sia solo "orizzontale", cioè che sarebbe inutile (se non addirittura sbagliato) chiedere perdono a Dio.

      Come tutti gli eretici, anche Kiko e Carmen esaltano "troppo" un aspetto importante (l'inimicizia fra gli uomini) a scapito di un aspetto ancor più importante (l'inimicizia fra l'uomo e Dio).

      Intanto, fatti consigliare qualche utile lettura da questo stesso blog:

      - l'eresia si nasconde nelle ambiguità poiché gli eretici fanno sempre di tutto per non farsi riconoscere come tali, e pertanto non vi diranno mai "non credo che Gesù sia Dio, per me era un uomo qualsiasi, un peccatore qualsiasi", ma al massimo vi diranno ambiguamente (ed ereticamente) che "Gesù era un peccatore che fece esperienza del perdono del Padre"

      - in memoria di un giusto: padre Enrico Zoffoli (omelia tenuta dal padre domenicano Raimondo Spiazzi alle esequie di padre Zoffoli il 18 giugno 1996)

      - luglio 2008: il seminario neocatecumenale di Takamatsu verso la chiusura per ordine dei vescovi giapponesi

      - il Cammino è «un movimento non di massa, ma di élite»

      - chi comanda in Vaticano? - una riflessione, di quindici anni fa, su come mai il Cammino sembra "intoccabile", a beneficio dei tontoloni che credono che "il Papa comanda davvero"

      - Giappone: arcivescovo di Tokyo critica il Cammino (dopo aver visto per oltre vent'anni i danni fatti dai neocatecumenali)

      - domandine indiscrete per i soliti troll neocatecumenali.

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  5. la PIRAMIDE ndei catecumeni e fatta di schiavi,servi della gleba,uomini liberi ,vassaliminori,vassali,IL SUPREMO KIKO !|!

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  6. Ancora padre Zoffoli?Ma e' archeologia ormai .

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    1. Padre Enrico Zoffoli ha detto cose che negli anni '80 erano vere, negli anni '90 sono rimaste vere, negli anni 2000 erano ancora vere, negli anni '10 continuavano ad essere vere, nei nostri anni sono tuttora vere.

      Col tuo metodo dovresti considerare "archeologia" anche le cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen, che risalgono addirittura agli anni '60 e '70.

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  7. Pietro (NON del Cammino)20 luglio 2024 alle ore 12:52

    Post molto interessante. A vote l'eresia si trova sul confine, nella zona grigia, quella non definita, che si presta a soddisfare il desiderio di originalità di tanti, che possono fare i cattolici senza però esserlo.

    Il rapporto tra le opere e la grazia e tra il peccato e la salvezza è molto ostico ai protestanti, e molti cattolici, che studiano tanto ma non studiano il Catechismo della Chiesa Cattolica, hanno le stesse difficoltà.

    La salvezza è di più della sola remissione (intesa solo come non tenere conto), dei peccati, ma non può avvenire senza di essa.
    Il perdono di Dio è una grazia perché unisce, in un unico movimento, la sola remissione dei peccati alla salvezza.
    La remissione dei peccati infatti non si può separare dalla salvezza, perché Dio i peccati non li nasconde, ma li espia, rendendo il peccatore pentito innocente.
    La salvezza è certamente gratis, ma il regalo non arriva se non ci sono le condizioni.

    Il pubblicano pentito della parabola evangelica fu perdonato perché ha chiesto la grazia, e al fariseo non furono rimessi i peccati perché non ha chiesto il perdono, cioè la grazia della remissione dei peccati.
    Salvezza e la sola remissione dei peccati non sono la stessa cosa ma sono inseparabili.
    Lo dimostra il peccato: se veniale, anche se non rimesso, non impedisce la salvezza, ma solo ne deroga la pienezza della beatitudine, mentre se il peccato è mortale, impedisce la salvezza, perciò la remissione dei peccati è inscindibilmente unita alla salvezza.

    Se si stacca la grazia dalla remissione dei peccati, cosicché ci si può salvare a grappoli, indipendentemente dal perdono divino che è personale, si stacca la Croce dalla Risurrezione, e si stacca la grazia di Cristo dal concetto umano di grazia, cioè si fa della grazia di Cristo solo un concetto umano e della salvezza un’opera umana, cosicché la grazia può venire equiparata a un cammino di gnosi.

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  8. O.T.
    Osservando ormai da quasi due decenni da vicino, il comportamento degli adepti del Cammino(esiste anche un linguaggio del corpo), mi è venuta in mente una frase, di uno dei padri fondatori della Psicoanalisi in Italia: "Bisogna vivere di luce propria, poca, ma di luce propria."
    Lo psicoanalista in questione era ateo, ma
    l'espressione sopra riportata, è copmpatibilissima con il Cristianesimo ed
    il conseguente Libero Arbitrio.
    Non si addìce però affatto, ai comportamenti N.C, , abituati a parlare h 24, ambito familiare compreso, per il "sentito dire" Kikiano-Carmeniano; entrambe le personalità due "buchi neri" e, come dimostrato, dai "buchi neri", La Luce, non può uscire.
    Ruben.
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  9. Ancora il presbikiko Taniguchi: «...Ciò che Papa Francesco sta cercando di fare nel Pontificio Seminario che intende fondare a Tokyo è creare dei “parroci” appassionati dell'evangelizzazione del Giappone e dell'Asia idea di accogliere nel Seminario Redemptoris Mater le ricche vocazioni di giovani coltivate nel cammino del periodo e formarle come parroci...»

    Per grazia di Dio i vescovi giapponesi hanno respinto la furbata del neocatecumenalissimo Filoni (spacciata per idea del Papa), impedendo la costituzione di un seminario neocatecumenale a Tokyo.

    L'articolo propagandistico di cui sopra, pubblicato sul suo blog personale anni fa, gli procurò attenzioni dal clero giapponese, peraltro allertato dall'Italia da un sacerdote romano. Il Taniguchi racconta il tutto in termini di persecuzione (solito vittimismo neocatecumenale) spiegando che alla fine non avvenne altro che la cancellazione di quella pagina blog. Conoscendo la parlantina neocat dobbiamo dedurre che i sacerdoti e vescovi giapponesi gli contestavano le panzane che aveva scritto (a cominciare dalla patetica affermazione che "il Papa sta cercando di fare un seminario a Tokyo").

    Il Taniguchi anni fa aveva scritto un'autobiografia intitolata "Il banchiere e il prete", che dice che si vende benissimo ma non nelle librerie cattoliche...

    Ancora vittimismi del Taniguchi: «...Il carisma neocatecumenale è qualcosa di unico al mondo ma la Chiesa giapponese lo accusa, lo opprime, lo bandisce, lo qualifica come qualcosa di malvagio che va contro gli insegnamenti della Chiesa. Perché? E ciò avviene non da qualche specifico settore della Chiesa o dai fedeli, ma dal nucleo della gerarchia cattolica giapponese, dal basso fino ai livelli più alti. Perché sono così tanti ad essere ostili al Cammino? Si ha l'impressione che questo tipo di comportamento sia promosso dalla gerarchia. Così noi [del Cammino], credenti emarginati, respiriamo ogni giorno quest'atmosfera opprimente, senza capire il motivo, senza essere informati, senza avere basi per giudicare: è un'insidiosa sensazione di reclusione. Da tempo credo che questa questione non riguardi la fede o il dogma o la struttura della Chiesa, ma che sia un'ideologia religiosa, che dovrebbe essere analizzata con calma e attenzione...»

    Ovviamente si guarda bene dallo spiegare come mai la questione neocatecumenale non riguardi le verità di fede e la vita della Chiesa, quando tutte le critiche al Cammino partono proprio dalle eresie neocatecumenali e dallo "scisma di fatto" del Cammino (Kiko e Carmen urlavano al novello presbikiko: "ubbidisci a noi o al tuo vescovo?", e guai a rispondere "al mio vescovo").

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    1. In un'altra pagina racconta che sua sorella (suora francescana) sarebbe stata entusiasta del progetto del seminario neocatecumenale a Tokyo, ma può darsi che il Taniguchi stesse solo proiettando il proprio entusiasmo.

      Altrove racconta di come insieme ad un gruppo di giapponesi (metà giapponesi neocat e metà non giapponesi ma sempre neocat) è volato dal Giappone a Madrid per visitare la sacra tomba della sacra Carmen e la sacra casa del sacro Kiko. Nel gruppone c'era anche il Pbrò, che sorpresa.

      In un'altra pagina racconta di come si installò a Roma nel 1989, e successivamente al servizio del seminario neocatecumenale di Takamatsu, e quindi al "seminario per il Giappone" neocatecumenalizio a Roma. Mentre leggo che menziona vocazioni e di ordinazioni sacerdotali (e son sempre tutti nomi non giapponesi) mi rendo conto che non parla mai delle vocazioni non neocatecumenali. Proprio mai. Non gli interessano le vocazioni genuine del Giappone, delle diocesi giapponesi, del suo popolo. E non parla mai del suo vescovo non neocatecumenale, non parla mai della vita ecclesiale giapponese (ma solo delle attività relative al Cammino), è totalmente assorbito dal Cammino, monomaniaco.

      E anche quando ripetutamente menziona il gesuita che fu parroco a Tokyo nel dopoguerra, lo fa solo per "appropriarsene" e renderlo sotto sotto uno sponsor del Cammino. Per esempio quando trapela un dissidio che c'è stato sul celebrargli una messa in sua memoria: i gesuiti hanno voluto celebrare evidentemente una messa di suffragio, e lui invece voleva celebrargli la liturkikia in onore. E com'è andata a finire? Che man mano che prenotava cappelle o sale, i cattolici locali - sapute le intenzioni e saputo che si tratta di un kikolatra - gli hanno negato l'accesso. (Alla fine ha celebrato la liturkikia affittando una sala da 80 posti)

      Spende diverse pagine per parlare della Romero succeduta alla Carmen Hernández. Pubblica foto di celebrazioni natalizie. Ovviamente neocatecumenali, perché per lui il popolo di Dio non include quelli che ancora non si sono convertiti a Kiko. Ed infatti in quella foto si vede una decina di persone, di cui solo una giapponese, mentre un tizio incravattato (e con lineamenti da itagnolo) grattugia la chitarrella al ritmo di canzonette kikiane. E le foto dei girotondini imbecilli con i giapponesi tremendamente imbarazzati. E le foto delle tavolate imbottite di fiori e di suppellettili kikiane.

      Insomma, scorrendo le sue pagine diventa facilmente chiaro che il presbikiko Taniguchi vive come se la Chiesa esistesse solo per approvare la kikolatria. La vita della Chiesa gli è estranea, lo lascia totalmente indifferente, e quando menziona vescovi, papi, cardinali, preti, lo fa solo pensando alla gloria del sacro tripode Kiko-Carmen-Cammino; dietro tanto bel parlare, alla fine dei conti il suo cuore batte solo per il sacro tripode.

      Ed en passant parla di come'è stato andare ad un ristorante lussuoso, o in viaggio in aereo e treno lussuoso, o di una birra fresca a Berlino, o di belle cassiere al bar, elencando luoghi turistici visitati come un qualsiasi travel vlogger, scatta foto alle guardie svizzere inginocchiate alla consacrazione (non era concelebrante? ah, già: per i kikolatri il presbitero è solo un elemento ornamentale delle celebrazioni)... Ogni kikolatra entusiasta è sempre un borghesotto contento di avere alibi per farsi la Grande Mangiata vestito da Persona Importante.

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  10. Dovrebbero fare un'altra ispezione al blog del suddetto Taniguchi.

    Scrive pagine e pagine per dimostrare che il purgatorio non è dopo la morte, ma in terra, contraddicendo le verità di fede dei Novissimi.

    Paragona la morte all'anestesia generale e predica che dopo la morte si cade in un sonno profondo dove i sensi (corporali) si annullano. Come per l'anestesia generale, il defunto rimane quiescente fino al risveglio col Giudizio Universale, di modo che non si accorge di nulla. Non vede, non sente, non capisce...
    Chiaro che ciò contraddice la comunione dei Santi, che non possono intercedere perché sono quiescenti.
    Le preghiere rivolte ai Santi verrebbero esaudite direttamente da Dio stesso, proprio come fanno i genitori comprando i regali al posto di Babbo Natale a cui i bambini infantilmente credono (come i cristiani infantili credono ai Santi).

    Mi chiedo che formazione-lampo abbia avuto questo prete nell'RM di prima costituzione (dopo i rifiuti di vari seminari, venne ordinato prete in 4-5 anni dai neocatecumenali).

    Questo dimostra che oggigiorno nella Chiesa Cattolica si può blaterare impunemente qualsiasi eresia, anche grave. Nessuno controlla, nessuno interviene.
    E i pochi giapponesi (per fortuna) che gli dànno retta, imparano un cristianesimo (per nulla cattolicesimo) inventato e personalizzato dagli scagnozzi kikiani.
    Marco

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    1. Il purgatorio non è tra i novissimi. Super anonimo.

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    2. Il purgatorio non è formalmente nell'elenco dei quattro Novissimi (morte, giudizio, inferno, paradiso) ma è una verità di fede a cui allude anche Nostro Signore (ad es. in Lc 12,58-59) e che potremmo ritenere comprensibile anche soltanto alla luce della ragione (poiché sappiamo che non tutti i santi hanno lo stesso "livello" di santità e sappiamo pure che possono esserci persone che pur morendo senza peccati mortali sulla coscienza potrebbero aver ancora peccati veniali, e sarebbe contrario alla giustizia divina mettere sullo stesso piano persone non ingiuste ma un po' misere, e santi con una coscienza pulita e tantissimi meriti).

      Il punto è che se sminuisci il purgatorio hai inevitabilmente sminuito i novissimi. I protestanti, che generalmente disprezzano il purgatorio perché nella Bibbia la parola "purgatorio" non c'è mai, fanno tutto un guazzabuglio incoerente su predestinazione, morte, libero arbitrio, santità, offese a Dio, ecc., ed infatti poi si dividono in mille gruppi settari diversi, ognuno convinto di aver ragione a danno di tutti gli altri, ed infatti molti anni fa censirono diciassettemila denominazioni protestanti ufficiali, tutte diverse tra loro. Un'unica Chiesa cattolica, e diciassettemila gruppi settari ognuno convinto di aver più ragione di tutti gli altri 16999 e della Chiesa. Ma pensate un po'.

      Nel neocatecumenalismo succede la stessa cosa: per giustificare le patetiche fandonie propalate da Kiko e Carmen, sono costretti a sminuire verità di fede (come il Taniguchi sul purgatorio, o come i presbikikos che addirittura negano la divinità di Nostro Signore), rendendosi praticamente protestanti.

      p.s.: per entrare nel regno dei cieli non basta dire "ilsignore-ilsignore". Occorre fare ciò che è gradito a Dio. E a Dio non sono gradite le idolatrie, le ipocrisie, ecc.
      Nel giorno del giudizio molti neocatecumenali urleranno furiosi: "ma noi avevamo fatto evangelizzazione! fatto la decima! fatto le lodi! fatto esorcismi a intere città! fatto molti figli! fatto centoventordici seminari! fatto la giemmegì! ma come ti permetti, Signore? Tu giudichi!"

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    3. Tecnicamente non lo è perché ancora non fa parte della vita eterna, anche se accade dopo la morte (e non in vita come sostiene il pretino giapponese).
      È come un'anticamera del Paradiso e per questo nella dottrina cattolica spesso viene menzionato insieme ad esso, perché il giudizio per il Paradiso è già stato compiuto.
      Molti autori infatti lo inseriscono nei trattati sui Novissimi.

      Certo, la chiesa protestante non ci crede e quella ortodossa l'intende diversamente.
      Chi non è cattolico, quindi, non accetta il dogma e scrive cose del tipo di quelle scritte dal filo-protestante Taniguchi.

      Ad essere fiscali ha ragione il Superanonimo (Super...), ma ad essere cattolici ed accettare il dogma di ben 3 Concili, il Purgatorio può essere benissimo inserito (come molti autori autorevoli fanno) nella dottrina CATTOLICA dei Novissimi quando parlano del Paradiso.

      Invece che cavillare su questioni di Super-marginalità, invito il Super-Anonimo ad illuminarci su come un prete sedicente cattolico possa insegnare cose così contrarie ai dogmi di fede della dottrina cattolica.

      Era questo il punto.
      Marco

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    4. Perché tutta questa prosopopea? Io ho solo notato una affermazione sbagliata. Punto, stop.
      Super anonimo.

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    5. Prosopopea?

      Tu hai notato una cosa a margine, che nella dottrina della Chiesa non è affatto sbagliata. Del Purgatorio se ne parla insieme al Paradiso.

      Strano che il tuo occhio così acuto di Super non abbia notato anche tutto il resto, che è il di più.

      Deformazione neocatecumenale arcinota: si glissa sul tema, ma si legge tutto spasmodicamente alla ricerca di una probabile falla.
      Ma niente sul tema in argomento.

      Per aver "notato" la questione dei Novissimi, devi aver letto proprio tutto tutto, perché sta rintanata in un commento in mezzo agli altri e non vi si accede di colpo.

      Ma il punto era un altro.
      Non l'hai "notato"?
      Marco

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    6. Classifica risposta di un neocatecumenale che non sa cosa rispondere. Vai a pagare la decima.

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    7. Per rispondere al commento delle 20:22, qui ci permettiamo di spiegare estesamente le questioni solo per prevenire il fintotontismo neocatecumenale.

      E anche perché qualche lettore di passaggio potrebbe non essere addentro a tutte le questioni. (La maggioranza delle visite al blog arriva da motori di ricerca, a volte persino su temi off-topic).

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  11. Sicché dunque l'uomo sarebbe stato fatto per il Sabato e non il Sabato per l'uomo?
    Saluti

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    1. Non so da dove trai questa conclusione, che però si applica perfettamente a Kiko e Carmen: l'uomo è fatto per il Cammino, e non il Cammino per l'uomo.

      Ed infatti uno dei più feroci rimproveri è "il Cammino non fa per te". Cioè sei "tu" uomo ad essere sbagliato, sei tu uomo che devi adeguarti al Cammino, perché il Cammino non si può adeguare agli uomini, il Cammino non è fatto per gli uomini, sono gli uomini che devono adeguarsi al Cammino. Come se il Cammino fosse un superdogma.

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    2. È così : il Cammino non è per tutti. Infatti nel Cammino sono un milione mentre i cattolici sono un miliardo, quindi.....


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    3. ...quindi è esattamente come diceva mons. Landucci oltre quarant'anni fa: il Cammino è «un movimento non di massa, ma di élite», cioè è una setta.

      Quando Kiko e Carmen hanno blaterato che il Cammino è solo un "itinerario", una "modalità", eccetera, hanno mentito. Se fosse stato vero, il Cammino sarebbe stato "per tutti" (tranne per chi semplicemente non lo voleva).

      Invece no: il Cammino è una setta e pertanto se non ti adegui totalmente alle norme della setta ubbidendo ciecamente ai capi della setta (cfr. Kiko: «l'ubbidienza al catechista è tutto») allora vieni scacciato, "il Cammino non fa per te" nemmeno se tu desideri fare il Cammino.

      Kiko e Carmen, «i nuovi falsi profeti», vi hanno mentito sin dagli inizi.

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    4. Invece la Chiesa Cattolica è per tutti, guarda un po'!

      E poi, il "non è per tutti" dipende da che lato lo si considera.

      1) Se si considera dal lato dell'aspirante neocatecumenale è verissimo: risulta infatti che il miliardo e trecentomila cattolici nel mondo non abbiano scelto il neocatecumenalesimo. Hanno liberamente reputato che non facesse per loro.
      Anche i non cattolici hanno liberamente reputato che il cattolicesimo non facesse per loro.
      La decisione deriva da una libera e personale scelta della persona.

      2) Se lo si considera dal lato della struttura Cammino, invece (ed è questa la nota purulenta), assistiamo ad una pseudo chiesa che espelle chi non si allinea perfettamente, in un modo del tutto unilaterale e dittatoriale, dicendo all'adepto che "quella chiesa" "non fa per lui". Sostituendosi alla sua libertà di scelta.
      Quasi come se ciò che la Chiesa Cattolica fa con gli scismatici, si potesse fare con chi non sottoscrive le regole del Cammino (che non sono né dogmi né verità di fede).
      Anzi, più uno si avvicina al dogma e alle verità di fede, più è soggetto all'espulsione da parte dei neocatecumenali. Anche mia esperienza personale.

      Se quindi lo dico io che "il Cammino non fa per me", lo posso liberamente dire, ma se è il Cammino a dirti che "il Cammino non fa per te", si tratta di abuso e di prevaricazione dittatoriale.

      Sarebbe come se la Chiesa Cattolica, di fronte ad una persona che ha dei dubbi da sciogliere, le dicesse che "la Chiesa Cattolica non fa per te"...

      Ma la Chiesa Cattolica accoglie, mentre la chiesa neocatecumenale seleziona per paura che il dubbioso contamini il gregge dei caproni.
      Marco

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