giovedì 30 gennaio 2020

Qualche postilla sul Cammino "SEGRETO"

"Ha presenziato il vescovo"...
all'omelia laicale nella saletta
Il problema principale del cammino neocatecumenale è la sua SEGRETEZZA.
Ad oggi, dopo l'approvazione dello Statuto (2008) e l'approvazione alla pubblicazione del Direttorio catechetico (2012) del Cammino Neocatecumenale, non ci sono documenti pubblici ed ufficiali da consultare per capire REALMENTE cos'è e cosa fa il Cammino.

Aperte al pubblico sono SOLO e SOLAMENTE le cosiddette "catechesi iniziali", e - talvolta - le “liturgie Eucaristiche”, cioè le “Messe neocatecumenali”.

Per le "catechesi iniziali", quasi sempre non si specifica che le tiene il Cammino per cercare nuovi adepti, si mette sempre sui cartelloni e sugli inviti, genericamente “catechesi per giovani e adulti”.
Le “liturgie Eucaristiche” sono ufficialmente aperte a tutti, almeno da quello che compare sugli statuti, ma effettivamente non sono quasi mai presenti sull’orario delle Messe parrocchiali e partecipare ad una Messa in cui vieni trattato come un disturbatore e un estraneo dall’inizio alla fine è veramente difficile.

Se vuoi fare questa esperienza, di partecipare ad una "Messa" del cammino, preparati ad alcune domande che ti verranno fatte - un vero e proprio interrogatorio:

  • Fai il cammino neocatecumenale?
  • Ti sei sbagliato ad entrare qui?
  • Sei ospite di qualcuno?
  • Lo sai che questa è una “liturgia Eucaristica “ del cammino neocatecumenale?
  • Hai partecipato altre volte?
  • Sei qui per curiosare ?
  • Prima di iniziare ti devo presentare all'assemblea, come ti chiami?
Aspèttati di essere presentato a tutta la comunità, aspèttati che ti venga spiegato come "prendere la comunione", perché il Cammino lo fa in maniera “diversa”, ma molto “diversa” e aspettati anche altre "cose" diverse dalla Messa che fai normalmente in Chiesa.

Alla fine della fiera, praticamente anche la “liturgia Eucaristica” del Cammino Neocatecumenale, diventa DI FATTO a porte chiuse, blindata e riservata al solo “Movimento neocatecumenale”.

Qualche giorno fa nello spazio commenti di questo stesso blog si discuteva tra neocatecumenali ed "ex", sulla presenza dei sacerdoti alla liturgia neocatecumenale infrasettimanale chiamata “liturgia della parola”.
Premettiamo che si parla di un altro incontro a PORTE CHIUSE, riservato ai soli aderenti al Cammino.

"Sacra" messinscena neocatecumenalizia
Nella “liturgia Eucaristica” ovviamente il sacerdote è INDISPENSABILE per la benedizione delle Sacre Specie e per l’omelia.

In una “liturgia della parola” in teoria sarebbe necessario per “spiegare” le letture alla luce della dottrina Cristiana. Ma di fatto nel Cammino diventa opzionale per tanti motivi legati alla mancanza pratica di sacerdoti disponibili a questo compito infrasettimanale supplementare.

In teoria, secondo lo Statuto, ogni comunità neocatecumenale deve essere seguita da un sacerdote, ma nella pratica reale, con tante comunità e con pochi sacerdoti questo non è possibile, quindi è chiaro che si fanno incontri tra laici, senza l’assistenza dei sacerdoti della Chiesa.

Già questo è sbagliato, ma vista la voluta riservatezza degli incontri ai soli “adepti”, il problema della presenza o meno dei sacerdoti nella liturgia della parola del Cammino, non è oggettivamente verificabile.

Ricordiamo che le “liturgie della Parola” del Cammino sono a porte chiuse, riservate ai soli neocatecumenali e quasi sempre in piccoli gruppi, divisi per comunità.
Quindi, verificare quello che avviene all’interno di queste “liturgie” blindate è impossibile.

Possono entrare solo i neocatecumenali della comunità... e sono in grado di parlarne solo gli ex-neocatecumenali usciti dal “movimento” cioè noi su questo blog.
La Chiesa è impossibilitata a controllare TUTTE le “liturgie della Parola” del Cammino.
Ma anche se questo fosse possibile, una eventuale anomalia rispetto a quello che prevede la Chiesa e lo Statuto del Cammino potrebbe essere verificata solo da un sacerdote “non neocatecumenale” e non simpatizzante del "movimento", cioè che non è tenuto all'ubbidienza stretta ai cosiddetti "catechisti", per lo più laici, che comandano di chiudere un occhio (anzi due).
In entrambe le "liturgie" del Cammino (Eucarestia e Parola) ci sono molte "anomalie liturgiche", quindi, questo sacerdote, dovrebbe essere disposto ad opporsi alla liturgia "anomala" del Cammino, oltre a contestare le baggianate dette dai neocatecumenali durante le famose "risonanze".

Sempre che, questo sacerdote, non venga pagato per la sua prestazione magari "fuori sede", come è successo nella mia ex-comunità, in cui il presbitero, reclutato ad hoc altrove, mi ha confuso con il responsabile di comunità e mi ha chiesto i 30 euro pattuiti come compenso per la celebrazione della liturgia Eucaristica neocatecumenale.

Spesso questi preti, scelti tra quelli liturgicamente e dottrinalmente "elastici", vengono presi a "servizio" e vengono edotti alle pratiche "liturgiche" del Cammino, dai "catechisti" neocat di stanza in parrocchia o dai responsabili di comunità neocatecumenali, a volte anche poco prima di cominciare la celebrazione, con evidenti pasticci e risatine tra i partecipanti.

Questo problema della liturgia "anomala" non sussiste nel caso dei presbitero proveniente da un seminario neocatecumenale "Redemptoris Mater", in cui, il prerequisito principale per entrare è l’appartenenza al Cammino.

Presbitero adattato alla "Messa neocatecumenale"
Un presbitero che è nato in una comunità neocatecumenale, formato in un seminario neocatecumenale e che continua a frequentare una comunità neocatecumenale, come potrebbe correggere un qualcosa a cui è abituato da sempre?
In pratica, il sacerdote “controllore” è talmente abituato e de-formato all’interno del Cammino, da non essere proprio la persona giusta per rilevare le incoerenze.
Questo è assurdo, ma reale.

Dare ad un “movimento” la possibilità di fare “liturgie” a porte chiuse, gestite da semplici laici o da sacerdoti formati all’interno dello stesso “movimento”, che quindi sfuggono a qualsiasi tipo di verifica e controllo, secondo me è pazzia allo stato puro!!!
E questa cosa avviene, para, para, durante TUTTA la formazione neocatecumenale, cioè durante tutto il percorso di formazione, che praticamente non finisce mai e che dura tutta la vita!!!
Una vita di SEGRETEZZA, una vita di ARCANI, una vita PARALLELA vissuta nel chiuso delle “SALETTE”.

Gesù Cristo parlava in pubblico alle folle, parlava nelle Sinagoghe, parlava alla gente comune ai capi (Scribi e Farisei) ed ai Sacerdoti ebrei.
Quello che diceva e che faceva era di dominio pubblico ed alla luce del sole.
Ora io aderisco ad un “movimento” cristiano, approvato da uno statuto della Chiesa, dove avviene tutto a porte CHIUSE?
Perché, per sapere qualcosa di più della vita di questo movimento non c'è nulla di ufficialmente pubblico e non c'è MAI nulla di ufficialmente SCRITTO?

C’è un documento di riferimento, citato anche nello Statuto chiamato “Direttorio catechetico del cammino neocatecumenale” in cui sarebbe spiegato ESATTAMENTE tutto il percorso e la dottrina del cammino neocatecumenale.
Perché questo documento non viene pubblicato dal Cammino?
Cosa c’è di cosi PARTICOLARE, in un documento di riferimento, di un “movimento di iniziazione cristiana” da giustificarne la SEGRETEZZA?
Perché, a differenza di tutti gli altri movimenti e associazioni ecclesiali, TUTTI i documenti relativi alle “catechesi” di inizio anno, Avvento, Quaresima, Pasqua, non vengono MAI pubblicati dal Cammino?

Ufficialmente, NOI CRISTIANI, non sappiamo nulla di quello che avviene REALMENTE nel cammino neocatecumenale.
E questo non avviene per caso, no, c’è una chiara e precisa VOLONTÀ perseguita dal fondatore Kiko Argüello, semplice laico spagnolo e assecondata dalla Chiesa.
Per sapere qualcosa del Cammino o ci entri dentro per anni o ti fidi di quello che raccontano quelli che dentro ci sono stati.
Non ci sono altre fonti di informazione UFFICIALI.
Poi ci siamo noi EX-neocatecumenali ma... quello che raccontiamo NOI è molto diverso da quello che dicono LORO.
Noi EX raccontiamo le nostre esperienze, vissute all’interno dell’ORGANIZZAZIONE Cammino Neocatecumenale.
Potrebbero essere considerate cose non vere (tutte?), potrebbero essere considerati come fatti isolati (tutti?), ma noi EX siamo gli unici che stiamo togliendo il VELO di SEGRETEZZA che copre da 50 anni il Cammino, siamo, ad oggi, gli unici che possono dare INFORMAZIONI attendibili su quello che succede DAVVERO nelle “salette” BLINDATE dove si concretizza il Cammino.
Questo perché all'interno l'ordine perentorio è di tacere, dissimulare, sminuire, cambiare discorso.

La Chiesa ha approvato e sostiene una ORGANIZZAZIONE autonoma che se la canta e se la suona senza nessun controllo REALE di quello che avviene al suo interno.

Siete liberi di non credere alle nostre parole, ma se avete deciso di entrare nel cammino neocatecumenale sappiate che non avete NULLA di scritto da consultare per verificare di star facendo la cosa "approvata", avete solo la parola di chi è dentro e la parola di chi ne è uscito.

La vita è la vostra, ed è vostro diritto di viverla come volete e di scegliere quello che vi pare, quello che vi chiediamo noi EX è di fare attenzione e tenere gli occhi, le orecchie e la mente aperte.

Vi chiediamo di fare una scelta PONDERATA, vi chiediamo di non abbandonare il vostro libero arbitrio, non seppellire il vostro intelletto e soprattutto non sopprimere la VOCE della vostra COSCIENZA.

Vi ricordiamo che la scelta di entrare nel Cammino non è SOLO una vostra scelta personale, ma impatta fortemente sulla vostra vita e su quella delle persone che avete accanto, specialmente su quelle a voi più care.

Voi pensate di entrare nel Cammino per imparare a conoscere meglio Dio e la Chiesa, ma non sapete che entrare nel Cammino significa entrare in un "movimento" parallelo alla Chiesa, chiuso in se stesso proprio come una "setta", dove siete chiamati a smettere di fare domande, circoncidere la ragione, obbedire ai dei laici come voi e versare tanto denaro per sostenere i capricci e le pensate "milionarie" di un certo Kiko Argüello.

Perché avviene questo all’interno della CHIESA ?
Noi non lo sappiamo.
Noi non sappiamo perché la Chiesa ha permesso questo.
Noi non sappiamo perché non è possibile avere un confronto PUBBLICO con il cammino neocatecumenale.
Noi non sappiamo perché Kiko parla solo con chi vuole lui, rivestendo i suoi discorsi ufficiali in pubblico di una patina di cristianesimo che di fatto è diversa o assente nella realtà del CN.
Non sappiamo perché Kiko non risponde mai alle critiche, non entra MAI in merito alle problematiche che evidenziamo da decenni - da dentro e da fuori il Cammino, fino a questo stesso blog.
Noi non diciamo che il cammino è TUTTO sbagliato, noi diciamo che il cammino è OSCURO, OPACO, SEGRETO, per SCELTA precisa e volontaria del suo fondatore.

Non si tiene una “lampada sotto al moggio”, quello che è luce và tenuto nella luce.
Il Cammino Neocatecumenale VIVE nel BUIO.
E noi CRISTIANI chiediamo alla CHIESA il motivo per cui a Kiko, ed a SUO “movimento”, sia permesso comportarsi in questo modo.
Chiediamo CHIAREZZA, TRASPARENZA, LEALTÀ , chiediamo di togliere il VELO della SEGRETEZZA dal Cammino (e di conseguenza la correzione degli errori e delle ingiustizie che quel velo copriva) o togliere il Cammino dalla Chiesa.
È chiedere TROPPO ?

martedì 28 gennaio 2020

Un altro Vescovo "amico del Cammino" accusato di pedofilia

La "Comunione seduti"
nella Cattedrale 
di St.James
(a Brooklyn); celebrante

 il vescovo Nicholas DiMarzio
Dopo Apuron, McCarrick, Pell, un altro vescovo “patrono del Cammino” sale ai disonori della cronaca per accuse di pedofilia


Ci rammaricavamo del fatto che, purtroppo, presuli e addirittura cardinali non solo tollerassero il Cammino Neocatecumenale nelle proprie diocesi, ma ne fossero addirittura dei padrini e dei sostenitori.

D'altronde, sappiamo che, da sempre, i due fondatori Kiko Argüello e Carmen Hernández hanno usato ogni mezzo ed ogni blandizie per accreditarsi presso vescovi, cardinali e pontefici di Santa Romana Chiesa, ma sappiamo anche che solo alcuni alti prelati possono essere definiti complici del Cammino Neocatecumenale; molte altre amicizie, invece, come quelle dei Pontefici, sono solo frutto della fantasia, della furbizia e della loquacità dei due laici spagnoli.
Però purtroppo alcuni vescovi e cardinali si sono dimostrati per anni, amici del Cammino Neocatecumenale, presenti alla Domus Galileae e alle parate kikiane in moltissime occasioni, ma soprattutto quinte colonne del Cammino nelle proprie diocesi e in Vaticano.

Ebbene, sarà un caso? Questa "pattuglia acrobatica" di Vescovi affetta da miopia cronica al punto di non accorgersi dei danni materiali e spirituali inflitti ai fedeli nell'ambito di questo "itinerario" purtroppo interno alla Chiesa Cattolica, pare essere preda di qualche altro vizio inconfessabile.

La pedofilia per esempio era uno dei vizi (non il solo) del fratello Antony Sablan Apuron, ex Vescovo di Guam, che addirittura "camminava" sotto la guida di catechisti del Cammino, e da essi faceva guidare la propria diocesi;

L'efebofilia era una caratteristica pure del cardinale Theodore McCarrick, ridotto ora allo stato laicale, grande amico e patrono del Cammino, addirittura ospite fisso presso un Seminario Redemptoris Mater quando ormai era cosa universalmente risaputa la sua passione, non sopita con l'età, per la carne fresca dei giovani seminaristi.

Un altro cardinale accusato di pedofilia e già condannato, è l'australiano George Pell, ospite gradito e molto presente presso la Domus Galileae di Kiko Argüello.

E siamo a tre. Ma l'elenco, scriveva Donna Carson in un suo profetico articolo, è suscettibile di continui aggiornamenti.
A questi vescovi "galeotti" per "troppo amore" verso i piccoli, si è aggiunto infatti recentemente il vescovo di Brooklyn Nicholas DiMarzio, altro fiore all'occhiello della massoneria episcopale (ha fatto carriera grazie al sullodato McCarrick) che fa da appoggio alla sopravvivenza ed allo sviluppo del Cammino Neocatecumenale.

In particolare, DiMarzio ha partecipato alla convivenza per aspiranti seminaristi detta “Merkabah” a Porto San Giorgio, presso il Centro Internazionale del Cammino Neocatecumenale; in tale occasione ha "avuto la grazia di mettere la mano nella borsa di velluto messa sull'altare e di estrarre -a caso- le reliquie di un santo che sarebbe diventato il Patrono del nuovo Seminario di Brooklyn".

(Nostra nota a margine: nel corso delle “Merkabah”, non solo le estrazioni a sorte delle destinazioni dei seminaristi sono farlocche, visto che i figli di catechisti e vip del Cammino vanno in destinazioni eccellenti, i poveracci in posti improponibili in capo al mondo, ma anche la pesca delle reliquie è posticcia. Infatti lo stesso Kiko ammette di avere, in quella borsa di velluto, delle reliquie di santi del tutto sconosciuti, ma questa volta invece, in onore del Vescovo di Brooklyn, la reliquia risulta essere addirittura di sant'Alfonso de Liguori).
Ma torniamo alle recenti vicende del vescovo Nicholas DiMarzio, amico del Cammino e pescatore di reliquie: pochi mesi fa, inviato infatti in visita ispettiva presso il Vescovo Malone, che aveva protetto alcuni sacerdoti in odore di pedofilia, egli stesso viene accusato di aver abusato di un proprio chierichetto.
Alcuni particolari della vicenda li traiamo da un articolo della Gazzetta del Sud:
Un mese dopo essere stato incaricato da Papa Francesco di indagare su un altro porporato coinvolto nel cover-up dello scandalo della pedofilia, il vescovo di Brooklyn Nicholas DiMarzio è stato accusato a sua volta di aver ripetutamente molestato un chierichetto durante il suo mandato sacerdotale negli anni Settanta in New Jersey. Mitchell Garabedian, l’avvocato che aiutò il «Boston Globe" nell’inchiesta premio Pulitzer che portò in luce decenni di abusi sessuali da parte del clero, ha informato le gerarchie cattoliche del New Jersey che sta preparandosi a sporgere denuncia per conto di un cliente, Mark Matzek, che oggi ha 56 anni, e che sostiene di essere stato molestato da DiMarzio e da un altro prete, oggi defunto, quando ne aveva undici e serviva messa nella parrocchia di St. Nicholas a Jersey City.(…) Nella lettera l’avvocato chiede per il suo cliente 20 milioni di dollari di danni. In ottobre il Papa aveva scelto DiMarzio per indagare sulla diocesi di Buffalo, il cui vescovo Richard Malone era stato criticato per come aveva insabbiato lo scandalo, tenendo ad esempio un raccoglitore segreto in cui erano elencati i preti accusati di molestie e avendo espresso più preoccupazione per la sua reputazione personale che per la rimozione di un prete da lui definito «un cucciolo malato».
I cuccioli malati qui sembrano essere molti, troppi; e, sarà una coincidenza?
Sono per lo più grandissimi amici del Cammino Neocatecumenale.
Noi non crediamo alle coincidenze, ma siamo molto più propensi a credere, in sintonia con il vecchio adagio popolare "dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", che i prelati amici del Cammino abbiano più di un peccato inconfessabile e che sia questo il motivo della propria affinità elettiva con il Cammino Neocatecumenale.

Siamo altresì convinti, per la casistica ormai sempre più numerosa che sta venendo alla luce, che l'abuso, e segnatamente l'abuso sessuale, non sia un incidente di percorso, ma faccia parte del codice genetico del Cammino Neocatecumenale.


    domenica 26 gennaio 2020

    CATECHESI CHIESA PRIMITIVA: LIBERO ARBITRIO E VOLONTÀ - SAN CIRILLO DI GERUSALEMME

    Il Cammino Neocatecumenale, per bocca dei suoi predicatori, ha proclamato di riprendere il modello catechetico della Chiesa primitiva, quello delle origini, cioè quello per i NON BATTEZZATI.

    Già da subito si presenta la prima grande incongruenza, dato che invece il Cammino Neocatecumenale si dirige nella quasi totalità della sua predicazione, a persone BATTEZZATE, che cioè hanno GIÀ ricevuto l’efficacia sacramentale propria dei sacramenti, UNICA ED IRRIPETIBILE.

    Anche se molti possono aver RATTRISTATO LO SPIRITO SANTO GIÀ RICEVUTO”, come dice espressamente Papa Francesco, ciò non toglie che già lo detengano, proprio in virtù del BATTESIMO e poi degli altri sacramenti.
    Quindi nel Cammino Neocatecumenale non si tratta di “infondere” nulla, già tutto è stato infuso dalla Chiesa a suo tempo.
    Dovrebbe trattarsi, casomai, di aiutare a ridare vigore, ad imparare meglio a “non rattristare” qualcosa di cui si è già depositari.

    Tutti i riti battesimali nei vari passaggi del Cammino Neocatecumenale, quindi, sono solo pantomime, rappresentazioni teatrali di ciò che ha già esplicato il suo effetto sacramentale a suo tempo, con la somministrazione del sacramento da parte della Chiesa.

    Quando Kiko quindi ripropone il “rito del sale” o “la rinuncia a satana” durante il rito del II passaggio, per esempio, dicendo “ora” sarai liberato, “adesso” il sale si scioglierà in te purificandoti, afferma pura eresia, perché non è né “ora” né “adesso” che la Grazia sacramentale inizia la sua efficacia, ma l’ebbe già nel sacramento IRRIPETIBILE del BATTESIMO, con tutti i suoi riti.
    Sacramento del Battesimo.
    Da questo momento si è
    "Figli di Dio", nuove creature.
    Avrebbe casomai dovuto dire che quei "riti neocatecumenali" manifestano più simbolicamente ciò CHE AVVENNE, lo esplicitano, ma non avrebbe mai dovuto parlare di “ORA” E “ADESSO”, come se l’efficacia sacramentale si fosse spostata nel tempo per prodursi in costanza delle sue mere “RAPPRESENTAZIONI”.

    Vorremmo confortare chi si illude di ottenere lo SPIRITO SANTO nella costanza dei riti neocatecumenali, che quello Spirito già lo deteneva, prima dell’avvento del regista di rappresentazioni antiche: non è per mezzo della teatralità kikiana che gli “arriva”.

    Ma, oltre alle rappresentazioni neocatecumenali, che fanno credere ciò che non è, c’è dell'altro che la predicazione neocatecumenale non dice, proprio riguardo al CATECUMENATO ANTICO, di cui si fregia di essere la riscopritrice.

    Come al solito, Kiko e Carmen hanno preso ciò che li stuzzicava e scartato ciò che non gradivano perché non sintonico con la predicazione che per tutta una vita hanno smerciato.

    Nelle CATECHESI DELLA CHIESA PRIMITIVA, per esempio quelle di san Cirillo di Gerusalemme (lui sì qualificabile come vero “catechista”, catechista per eccellenza) dal quale risulta evidente che il kikianesimo ha scopiazzato (e scopiazzato anche maluccio), esiste tutta una parte, anche diffusa in momenti diversi, sul LIBERO ARBITRIO e sulla VOLONTÀ DELL’UOMO, come condizione imprescindibile per la salvezza e la determinazione a stare dalla parte di Dio.

    Si rigetta completamente il pensiero che il cristiano, colui che è stato ammesso al Battesimo e l’ha ricevuto, possa anche solo ipotizzare di non fare ricorso alla sua volontà, al suo libero arbitro nella SCELTA tra il bene ed il male.


    Ascoltiamo dunque cosa dice san Cirillo di Gerusalemme come catechizzava nel 300 dopo Cristo:

    San Cirillo di Gerusalemme
    LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ

    "La nostra anima è dotata di LIBERO ARBITRIO. Su di essa il demonio può esercitare delle suggestioni MA NON UNA COSTRIZIONE CHE NE VIOLENTI LA VOLONTÀ: non ne ha il potere.
    Ti suggerirà pensieri impuri: se tu VUOI li respingi, se NON VUOI li accetti. Credi infatti che Dio avrebbe preparato la geenna per la tua fornicazione se vi fossi necessitato? Ti avrebbe Dio preparato ineffabili corone se operassi il bene per naturale impulso e non per libera scelta? La pecora è mansueta, ma per tale mansuetudine non ha mai ricevuto corona; perché la sua mitezza non è frutto di volontà libera ma di istinto naturale.”
    Anche il termine “LIBERO ARBITRIO” risulta già in uso. Per non parlare del ricorso alla VOLONTÀ dell’uomo, che viene ritenuto CAPACE di scegliere, decidere, schierarsi.

    È da sottolineare inoltre, che al demonio non viene riconosciuto “alcun potere”, come avviene invece in tutta la predicazione neocatecumenale, che gliene riconosce anche troppo, quando incessantemente afferma che “l’uomo non può non peccare”, che “se pecchi è perché il demonio ti inganna”, che “se non pecchi è perché il Signore ti tiene la mano sulla testa”, “siete sottomessi al demonio che è vostro padre”, “siete schiavi del demonio”, come se davvero il demonio avesse “tutto quel potere” sull’uomo.

    L’unico potere che gli viene riconosciuto, come ci insegna san Cirillo, è quello di “esercitare delle suggestioni”, tentare, ma l’uomo è LIBERO (quindi per nulla schiavo del demonio), se VUOLE, di aderirvi o meno, proprio in virtù dello Spirito Santo che già ha in sé e che mai verrà meno, potendo solo essere “rattristato” dal comportamento umano di chi "non voglia".
    Ci sarebbe seriamente da chiedersi allora COME MAI nel Cammino Neocatecumenale SI RICONOSCE COSÌ TANTO POTERE AL DEMONIO, potere che la Chiesa, fin dalle origini, non gli riconosce.
    Già in questo punto fondamentale la differenza incolmabile tra Cammino Neocatecumenale e Chiesa è abissale: l’uno predica che il demonio ha il potere di renderti schiavo al suo dominio, l’altra predica invece che non sei schiavo del suo dominio ma, attraverso lo Spirito Santo che essa ti ha infuso, diventi e sei LIBERO di scegliere. La tua inclinazione al peccato, i tuoi difetti, i tuoi limiti, non cancellano mai la tua libertà di accogliere la divina grazia, e come il figliuol prodigo o il buon ladrone, puoi sempre scegliere di ravvederti.

    Non a caso il paragrafo di san Cirillo si intitola “LIBERTÀ E RESPONSABILITÀ”, perché se sei LIBERO di scegliere, se scegli il male ed il peccato la RESPONSABILITÀ È TUA. Non c’è trucco, non c’è inganno. Lo dice la Chiesa FIN DALLE ORIGINI.

    Ma Cirillo non si limita a questo,:si trovano diversi riferimenti alla volontà umana e al libero arbitrio durante le sue catechizzazioni, che confutano di netto la predicazione kikiana:
    “Sappi anche che l’anima prima della sua venuta nel nostro mondo non commise peccato e che, venuti al mondo senza peccato, ADESSO PECCHIAMO PER NOSTRA LIBERA SCELTA. Credimi, non dare ascolto a chi MALE INTERPRETA quelle parole: «FACCIO IL MALE CHE NON VOGLIO»”.
    Noi, che purtroppo abbiamo ricevuto la predicazione kikiana, e che per nostra macchia l’abbiamo anche predicata, sappiamo come nel kikianesimo si interpretano le parole di san Paolo apostolo: «FACCIO IL MALE CHE NON VOGLIO».
    Saltando idealmente tutta la parte successiva dell’epistola, ed INTERPRETANDOLA MALE quando la si spiega, nel kikianesimo viene predicato che addirittura san Paolo era incatenato in un corpo votato al peccato, senza scelta né libero arbitrio, salvato solo dall'intervento dello Spirito Santo, senza alcuna volontà, anche dopo la conversione.

    Invece san Paolo spiega che non è così: “chi mi libererà? Rendo grazie a Dio che mi libera per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.”
    Questa frase nel Cammino Neocatecumenale viene spacciata come se fosse direttamente Gesù, il suo Spirito che, indipendentemente dalla volontà, quando arriva ti fa uomo nuovo e quindi non peccherai più. Senza passare né per la volontà né per il libero arbitrio. Come per magia.
    Confondendo sul fatto che lo Spirito Santo è quello che invece ti dà questa libertà di scegliere, sei libero, puoi SCEGLIERE il bene, perché la Grazia ti difenderà nella tua scelta.


    Liberi di scegliere il BENE
    Di queste male interpretazioni san Cirillo, il catechista per antonomasia, ci avvisa per tempo.
    Ma poi Cirillo insegna ancora:
    “Uomo, riconosciti di natura duplice, di essere stato creato da Dio – l’ho già detto – con due componenti: anima e corpo. RICONOSCI CHE L’ANIMA È FORNITA DI LIBERO ARBITRIO, un capolavoro del Creatore che la modellò a sua immagine e la rese immortale. Sappi che per grazia Dio ti ha dato con la vita UNA RAGIONE e ti ha destinato all’incorruzione CREANDOTI CAPACE DI AGIRE SECONDO LIBERO VOLERE. SE PECCHI, INFATTI, NON LO FAI VIOLENTATO DAL DESTINO; DOVE VAI A FORNICARE, NON TI CI PORTA IL CASO; NON TI DÀI ALLE IMPURITÀ, PERCHÉ COSTRETTO – COME SI VANEGGIA – DALLE CONGIUNZIONI DEGLI ASTRI! Perché RIFIUTI LE TUE RESPONSABILITÀ, e invece di confessare i tuoi peccati ne attribuisci la causa agli astri innocenti?”
    Cirillo spiega che anima e corpo sono due cose create diverse. È L’ANIMA CHE È FORNITA DI LIBERO ARBITRIO, NON IL CORPO. Lo devi RICONOSCERE, che nel linguaggio catechetico significa "credere".
    È Dio che ci ha CREATI CAPACI DI AGIRE SECONDO VOLERE, DANDOCI LA RAGIONE.
    Quella ragione che Kiko, nel suo kikianesimo, vorrebbe “circoncisa”.

    Ognuno, come creatura, ha la sua propria RAGIONE e la deve usare come dono di Dio. Non deve obbedire alla ragione altrui ciecamente, di “catechisti laici” che sostituiscono la loro ragione (dice Cirillo “capacità di agire secondo LIBERO volere") alla tua. Dio ti ha fatto CAPACE di usare la TUA RAGIONE e quindi decidere LIBERAMENTE per la tua vita. In questa libertà ASSOLUTA, ci sta anche chi possa SCEGLIERE il male, ma si può SCEGLIERE anche il bene, senza che altri si sostituiscano a noi, con la loro ragione e le loro scelte.

    Cirillo poi, condannando il peccato anche attraverso esempi, parla di “essere costretto al peccato dagli astri”, perché all’epoca era una credenza talmente comune.
    Ma la stessa cosa poteva tranquillamente dire riguardo alla “costrizione del demonio”, invece che degli astri. La catechizzazione di Cirillo non riguarda gli astri o il demonio, ma la COSTRIZIONE”.
    Dice infatti, nei suoi esempi, che “se pecchi non lo fai violentato dal destino” (o demonio, è uguale), dove “vai a fornicare non ti ci porta il caso” (o il demonio fa uguale).
    NON TI DAI ALLE IMPURITÀ PERCHE COSTRETTO. Non importa da chi. Nessuno ti può costringere.
    Ed aggiunge, per maggior sottolineatura: “COME SI VANEGGIA”. Dicendo con questo che chi afferma che se pecchi è dovuto “al destino”, “al caso”, “agli astri”, o “al demonio”, STA VANEGGIANDO.

    Capito? Le catechesi della Chiesa Primitiva, quanto al peccato, considerano VANEGGIANTI tutti coloro che affermano che il peccato è frutto della costrizione di qualcosa o qualcuno, disconoscendo il LIBERO ARBITRIO, la VOLONTÀ e la LIBERA SCELTA che deriva dalla RAGIONE di cui Dio ci ha fatto dono e che ha sede nell’ANIMA e non nel corpo.

    Più chiaro di così penso non possa essere.

    Il kikianesimo ha PRETESO di rifarsi alla catechizzazione battesimale della Chiesa Primitiva, scimmiottandone riti e prendendone spunti “esegetici”, ma deformando il più delle volte anche quelli, RIGETTANDO ciò che il vero ispiratore, cioè il demonio, non voleva che fosse predicato, per poter indirizzare meglio chi ascolta al baratro della perdizione.

    Il kikianesimo quindi, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, scimmiotta soltanto (il demonio è la scimmia di Dio), riproducendo riti teatrali senza alcuna efficacia, come in una commedia, di ciò che la Chiesa aveva già efficacemente elargito a suo tempo.

    Non è che “ora” diventi catecumeno, lo sei già stato in seno alla Chiesa, non “ora” arriva lo Spirito Santo, per te già arrivò il giorno del tuo Battesimo, non è che “ora” il sale ti cambierà in una persona nuova, già ti cambiò a suo tempo dandoti la natura di “figlio di Dio”.

    Tutto ciò che avviene nel Cammino Neocatecumenale, non avviene “ORA” per opera della predicazione di Kiko Argüello, era GIÀ AVVENUTO. Aveva solo bisogno, in molti casi, di essere riattivato.

    venerdì 24 gennaio 2020

    Menzogne e dipendenze neocatecumenali (dalla Convivenza di Inizio Corso 2019/2020)

    Torniamo un poco indietro, alla convivenza di inizio corso 2019/2020, per mettere in evidenza un altro significativo trasformismo kikiano, falso maestro dalla promessa facile.

    Non è cosa di poco conto, poiché Kiko ha costruito, negli anni e su questo, uno dei connotati più caratterizzanti del cammino che non pochi disastri ha prodotto! Parliamo della sbandierata autosufficienza del percorso che, se ben fatto, comporterebbe per l'adepto la soluzione unica, la infallibile ricetta per ogni patologia e malattia della sfera psichica e spirituale. Sappiamo bene quali disastri e quanto dolore questa falsa convinzione, profondamente inculcata nei camminanti, ha causato nella vita di persone affette da serie patologie psichiatriche ad esempio, che sono entrate in cammino. Negli scrutini venivano ogni volta appellate dai catechisti: "uomo/donna di poca fede!". Venivano espressamente invitati a lasciare le medicine e a non recarsi più da specialisti, psicologi o psichiatri, come segno di aver creduto al Kerigma, perché "Il cammino solo basta!" ("Dio solo basta" diceva Santa Teresa d'Avila; come sempre e diabolicamente il Cammino si appropria), l'obbedienza ai catechisti basta, credere al Kerigma cambia la vita, ti sana, ti guarisce" .
    Tu non guarisci? È perché tu non credi!
    E lì il malcapitato a sforzarsi di ascoltare con tutte le sue energie, ogni volta stando peggio di prima. Additato dai fratelli saccenti, forti della parola dei profeti, come uno che non ha fede. Fatto oggetto del disprezzo dei catechisti, ogni volta che era il loro turno di dare, con infinita pena, la propria esperienza davanti a tutta la comunità nei vari passaggi, per ritrovarsi puntualmente "massacrati" a dovere. Alcuni hanno imparato col tempo a mentire per salvarsi! Medicine di nascosto, medici di nascosto; a meno che non li smascherasse il coniuge che, contestualmente, si trovava con la risposta pronta alla successiva domanda di rito: "Qual è la tua croce?"; gratis aveva bell'e pronto metà scrutinio!

    Poveri fratelli fragili, nelle grinfie dello spietato cammino neocatecumenale!
    So di chi ne è morto, di chi si è lasciato andare. Ma, come sempre, anche se i fatti puntualmente li smentivano nelle loro false teorie, valeva solo la loro parola al di sopra di tutto.
    Quanto dolore!
    Mario Pezzi
    a caccia di "ispirazioni" improbabili.
    Questa la premessa per capire il passo successivo: un breve brano tratto dalla catechesi del padre Mario Pezzi, a proposito delle "dipendenze".
    Se egli invita espressamente i fratelli a "non scandalizzarsi" del fatto che proprio loro, ossia Kiko stesso e i profeti da lui investiti, suggeriscano ai fratelli affetti da "dipendenze" di rivolgersi a comunità di recupero, oltre che a fare il cammino, è perché il Neocatecumenato kerigmatico si è clamorosamente dimostrato insufficiente. Ancora una volta, si smentiscono clamorosamente da soli!
    Con espressioni del tipo: "Ma non ti basta il Cammino? la Parola? l'OBBEDIENZA?" Ci hanno martellato per anni ma, con ogni evidenza e se ne sono resi conto anche loro: non ha funzionato affatto! (Excusatio non petita…)

    Questo solo non basta ma è anche la prova che, evidentemente, il fenomeno ha assunto dimensioni tali da sfuggire del tutto al loro maldestro controllo e questo è accaduto per una delle dipendenze più penose: quella dalla "pornografia" con tutti i disordini sessuali che comporta.
    Mi viene in mente una cosa che sempre Kiko ripeteva quando (cosa che capitava neanche tanto di rado già tanti anni fa, quando frequentavo assiduamente tutte le riunioni degli itineranti) un pezzo grosso - catechista responsabile di zona o presbitero in equipe itinerante da decenni - cadeva in peccati di lussuria, dando tremendo scandalo come ben si può immaginare (scandali MAI gestiti nella verità, gettati addosso alle vittime con la giustificazione "santa"(?) che "altrimenti si distrugge il cammino!").
    Kiko diceva in questi casi: "Nascosta superbia, manifesta lussuria!". Che uomo sapiente!
    Sì perchè amava accusare i suoi fedeli generali di essersi montati la testa grazie a lui che li aveva fatti grandi. Senza vedere - tipica cecità neocatecumenale - che egli stesso era e in modo incontestabile il primo e supremo "Re della Superbia".

    Ebbene, richiamo questa frase kikiana - che non so da dove egli abbia preso, sempre dai suoi soliti Padri del Deserto non meglio identificati - per concludere coerentemente: giusta punizione, legge del contrappasso per lui e per il suo super "potente cammino": ricettacolo di superbi e presuntuosi senza pari.
    Per parlare così il piccolo Mario Pezzi, Kiko consenziente, significa che più passa il tempo e più stanno inguaiati di brutto!

    Citiamo dunque dalla "Convivenza di inizio corso 2019/2020"
    Alcuni dicono: ma non ti basta il cammino? Non ti basta la Parola di Dio? Obbedisci a noi e non vedere più pornografia e non sanno che sono ammalati, che hanno bisogno come tutti gli ammalati di un aiuto ulteriore, complementare. Il fatto di frequentare il cammino fedelmente e una volta alla settimana si trovano per aiutarsi vicendevolmente per uscire dall’inferno, questo va molto bene e non dobbiamo scandalizzarci. Per i fratelli del cammino neocatecumenale che sono caduti in questo precipizio è indispensabile continuare il cammino e allo stesso tempo frequentare un gruppo di recupero che normalmente si svolge una volta la settimana. [pag.46]
    Chiesa, cos'altro aspetti per intervenire?
    Riporto qui sotto alcuni commenti dei nostri lettori, per stimolare ulteriormente la discussione.


    • da: Porto
    Il guru afferma con enfasi che il Cammino è un mondo ideale, che i camminanti sono felici, perché non conoscono malattie (beati loro!), non conoscono litigi, contrasti, quasi che vivessero il paradiso già qui sulla terra. La verità è tutt’altra: per mia esperienza e per esperienza di praticamente tutti quelli che scrivono qui, la realtà del cammino è molto diversa. È un luogo dove dei cosiddetti “fratelli” si ”scannano” a volte davvero per delle stupidaggini assurde, dove i frustrati pensano di poter scaricare tutta la loro frustrazione sugli altri, perché loro sono peccatori e gli altri DEVONO perdonarli.

    Ho visto coppie litigare come pazzi per i soldi, altro che!! Ho visto persone troncare rapporti con fratelli e sorelle di sangue che non erano in cammino sempre per questioni di soldi, spesso legate all’eredità. Altro che, caro Kiko! Del resto chi ha bisogno di sbandierare ai quattro venti la sua “felicità”, di solito lo fa per mascherare che felice non è per niente.

    E che il Cammino non sia affatto un mondo ideale, lo dimostra già l’argomento principe della convivenza: le dipendenze.

    A questo proposito, sono d’accordo con Luca: al guru non importa un fico secco delle persone. Se hanno tirato fuori l’argomento e gli hanno dedicato addirittura una convivenza, significa che i casi di dipendenze sono molto più numerosi di quanto loro stessi ammetterebbero mai… e se credono si debba fare qualcosa per almeno arginare il problema, è solo per non “sporcare” il supposto “buon nome” del cammino. Del resto con famiglie ultra numerose e spesso disfunzionali, è abbastanza normale che i figli vadano allo sbando…

    Riguardo poi ai soggiorni alla Domus riservati ai ragazzi con dipendenze, ho conosciuto due ragazzi che ci sono stati e un terzo che si accingeva a partire. Avevano delle dipendenze, ma abbastanza lievi, diciamo così (si facevano le canne un po’ troppo spesso), e soprattutto non sapevano cosa fare della loro vita. Di fatto mi hanno detto che durante l’anno alla Domus avevano lavorato come pazzi tutti i giorni tutto il giorno come facchini, camerieri, addetti alle pulizie, inservienti a vario titolo, ecc. ecc. non ricevendo per tutto il lavoro nessun compenso, ma solo vitto e alloggio (il vitto consisteva in quello che avanzava dalle cene degli ospiti). Insomma, di fatto questi ragazzi che dovevano guarire dalle dipendenze erano addetti alle pulizie a costo zero. E tutti i soldi che fanno pagare ai camminanti per soggiornare alla Domus alla “fine” del Cammino dove vanno a finire? Allora le tasse le devono pagare solo gli altri? (“Paghi le tasse?” è la domanda di rito che viene posta ai Camminanti durante lo scrutinio del secondo passaggio).
    Infine, mentire sapendo di mentire è normale per un camminante ossequiente che voglia difendere il Cammino a tutti i costi. In sintesi, è la cifra distintiva del Cammino.




    • da: Mav
    il Cammino Neocatecumenale… si stanno avviluppando sempre peggio su se stessi… auto referenziali in modo spocchioso…
    Una novità se volete c'è… ed è MOLTO interessante… ed è tutto il pistolotto sulla dipendenza

    Pax sa bene che gli specialisti sono sempre stati visti come "Satana" dal Cammino Neocatecumenale… e ora invece… li elogiano… sono improvvisamente diventati necessari...

    Prima il mantra era: fai il cammino e guarirai da tutto, e cari miei so di che parlo, ho gente sulla coscienza, e di questo chiedo misericordia a Dio, molto di più che delle mie "bravate" personali.
    Quindi questa "bellissima" catechesi di P.Mario è la certificazione nero su bianco del fallimento del Cammino Neocatecumenale, loro diranno è cambiato il mondo etc, ma non è così, hanno fallito, ed ora fanno la fila nei centri di recupero, con gli specialisti del Cammino, ma sempre centri di recupero… insomma adesso i neocatecumenali entrano nelle stanze… non più le salette… per fare il nuovo giro di esperienza: "ciao io sono Mario" "ciao Mario" "e sono dipendente dalla pornografia e dalla masturbazione" "applauso" e poi giù a raccontare ed ascoltare… per essere CURATO, e ci volevano 50 anni per capirlo, la superbia di Kiko e Carmen e del buon Mario che oggi fa lo "scienziato", ma dove cazzo era in questi 50 anni.

    Che delusione, che profonda delusione, ma loro neanche capiscono… vediamo il contraccolpo di questa catechesi… sui "vecchi"... su quelli che "il cammino ( badate bene il cammino e non Dio) ti guarisce da tutti i mali"…
    …che agisce per noi!
    Se non funziona è perché
    "tu non hai creduto al nostro kerigma!"




    • da: LUCA
    Udite Udite !!!
    Dopo averci salvato dal Gender, dalla Omosessualità, dopo essere stati gli UNICI ad avere tutelato la famiglia, ora Kiko & C., ci salvano anche dalle dipendenze dal sesso.

    Prima invitavano alla continenza, ora entrano nei gruppi di recupero, anzi meglio, formano dei propri gruppi di recupero?
    Ma come, hanno sempre detto che gli esperti, i psicoterapeuti, i psicanalisti, gli psicologi non capiscono niente ed ora sono loro che li raccomandano ai loro adepti?
    Vuoi salvarti dalle dipendenze?
    Facile, basta obbedire a Kiko ed ai suoi catechisti.
    Il cammino neocatecumenale: la cura a TUTTO.
    Prima però devi toccare il fondo, perfette sintesi Kikiana, loro dicono che: “per esperienza prima di risalire devi toccare il fondo”.
    Ma questo è quello che fanno da una vita, il Cammino si basa sul far toccare il fondo alle persone.
    Anni e anni a scendere nei tuoi peccati aspettando una risalita che non avviene MAI !!!!
    Perché il Cammino sa fare solo la discesa, non sa nulla della salita, non è proprio capace di portare ad essere autonomi e felici, perché se rendi la gente autonoma e felice poi se ne va dal cammino, come è giusto che dovrebbe essere, quindi niente autonomia e niente felicità ma cammino FOR EVER.


    Nota 60 del testo della convivenza inizio corso 2019/2020:
    Ci sono diversi gruppi di recupero dalla dipendenza alla pornografia. Molte diocesi hanno già organizzato diversi gruppi di ispirazione cristiana. Per indirizzare un fratello del cammino ad un gruppo, bisogna informarsi bene se sia conveniente. Ci sono diversi percorsi di recupero: è necessario informarsi.
    Fantastica nota 60, qui c’è tutto il Cammino: parecchie diocesi lo fanno ma “è necessario informarsi”.

    Meglio aderire ad un gruppo di recupero del Cammino, così si prendono due piccioni con una fava, si recuperano persone e si aumentano gli adepti… grande Kiko sei FANTASTICO !!!

    Dopo il post-cresima gestito in esclusiva dai suoi fedelissimi “padrini” neocatecumenali, le 100 piazz(at)e con gli incontri nelle case gestiti dai laici e lontano dai sacerdoti e dalla Chiesa, ora punti sui gruppi di recupero, ma non ti vergogni neanche un po’????
    Ragazzini, odiatori di preti, sesso-dipendenti, Kiko stai raschiando il fondo del barile, mi fai davvero pena, sei disposto a tutto pur di non mollare il tuo miserabile “piccolo” regno terreno.


    • da: Libera mente semper
      Si vede che nel Cammino Neocatecumenale, come nel mondo, hanno riscontrato diversi casi di dipendenze dal sesso…
      Ed ora cercano di correre ai ripari, dopo 50 anni!
      Il castello di sabbia si sgretola molto più velocemente del previsto…


      • da: LUCA
      Secondo me a Kiko & C. non frega nulla delle dipendenze della gente, in fondo loro sono i "creatori" e portatori della Madre delle dipendenze: il cammino neocatecumenale.

      A questo serviranno lo stuolo di psicoterapeuti,psicanalisti e psicologi neocatecumenali.
        Traghettare gli afflitti, dalle loro piccole dipendenze al "Signore" delle "DIPENDENZE": il cammino neocatecumenale.

      mercoledì 22 gennaio 2020

      RISCRIVIAMO LA STORIA, SECONDO LE AFFERMAZIONI DI KIKO - IV° ATTO

      Quarta e ultima parte della storia della vita di Kiko è più lunga di un film… (qui la prima parte e qui la seconda e qui la terza); anche stavolta troverete inframmezzate al testo di Kiko ed evidenziate in giallo le nostre chiose, mentre in rosso faremo notare le gonfiature, le ciarle e le bubbole di Kiko, particolarmente gravi in quanto Kiko Argüello è un idolo, l'idolo adorato dai cosiddetti "fratelli del Cammino", che lo considerano "santo vivente" e al di sopra di ogni critica. 
      Le affermazioni di Kiko citate in queste quattro parti le abbiamo ascoltate dalla sua stessa voce, da un video su Youtube (chi volesse verificare, può cliccarlo qui). I nostri commenti evidenziati in giallo completano ciò che Kiko comodamente ha taciuto.


      Poi un giorno a Natale, sono voluto andare a fare il Natale con i miei genitori, io non vivevo con loro, vivevo nel mio studio di artista, pittore professionale. Oppure vivevo ad Atocha residenza universitaria? Boh, fa lo stesso, tanto voi mi credete comunque, qualsiasi cosa dica.

      Qui mi sbrigo: la trovo a piangere, mi confessa che aveva una situazione tragica col marito sempre ubriaco e mi chiede aiuto. Tutti chiedono di essere aiutati da me. Mi dice: “Ah, per favore, devi aiutarmi… come posso aiutare… Venga a parlare con mio marito”. Ci sono andato ed ho portato quest’uomo ai Cursillos. Quando mi ha sentito predicare è rimasto di stucco, come tutti del resto, ed ha smesso di bere per 15 giorni, ma a volte dico per tre mesi, secondo come mi va.
      Questa donna mi chiamava spesso, anche di notte a volte: “Ah Signor Kiko, deve venire, mio figlio… va ad uccidere mio figlio, deve venire… E io sono andato là di nuovo l’ho calmato, ho parlato con lui e un altro giorno, di nuovo, mi chiama una volta, due volte, alle tre del mattino, alle 4… A questo punto ho pensato, ma se Dio vuole che io vada a vivere con questa famiglia, chi se ne frega. Così io li aiuto, lo vado a cercare dopo la spazzatura, non lo lascio bere, e me ne sono andato a vivere là.
      Come sempre io so esattamente ciò che Dio vuole, oppure penso che Dio vuole ciò che voglio io, fa uguale. In effetti, se volevo seguirlo dopo la spazzatura per non lasciarlo bere, potevo farlo anche abitando a casa mia, che sciocco!Sapete com’è, anche in questo caso, come in tutti gli altri, la gente vuole il mio aiuto. Sempre io aiuto. Poche volte vengo aiutato e quelle poche, rarissimamente da persone, ma sempre direttamente da Dio che mi dice qual’è la sua volontà o mi illumina. Non ho mai raccontato com’è andata a finire la storia della domestica, perché me ne sono andato, quanto ho convissuto con quella famiglia, che in altre occasioni ho detto essere composta anche da 9 figli. Doveva essere proprio strana quella domestica per permettere al "figlio dei padroni" di andare ad abitare in una casina piccina picciò, dove già abitavano 11 persone, per metterlo a dormire addirittura in cucina! La domestica di una famiglia che conosco, non l'avrebbe permesso mai… Ma a me, lo sapete, capitano SEMPRE situazioni limite…
      Allora mi son ricordato il filosofo Sartre che dice: “Guai all’uomo il cui dito di Dio lo schiaccia contro il muro”. Questo dice Sartre. Bene, IO LÌ HO VISTO GENTE SCHIACCIATA E SCHIACCIATA CONTRO IL MURO.
      Quindi, come ben direbbe l’ateo Sartre, sarebbe Dio che schiaccia la gente contro il muro: io l’ho visto. Sartre, l’ateo aveva ragione: non dice guai all’uomo che schiaccia un altro uomo, ma proprio GUAI all’uomo che Dio schiaccia al muro con un dito. E io uomini schiacciati da Dio contro il muro ne ho visti tanti. Chissà perché Dio schiaccia gli uomini col suo dito contro il muro? Dio allora è buono? Ma allora perché se la prende con l’uomo e lo schiaccia contro il muro? Boh, so solo che io ne ho vista di gente schiacciata contro il muro da Dio. Ah già, che sciocco, ma la frase di Sartre mica diceva così, diceva: "Un eletto è un uomo che il dito di Dio mette con le spalle al muro", che già significa altro. È tratto dall'opera "Il diavolo e il buon Dio", del 1951, dove Dio è inesistente e il prete che la pronuncia, è un prete dubbioso e dubitabile, che "si comporta da diavolo quando è un servitore devoto del buon Dio".


      Nota per Kiko:
      l'ateo J.P. Sartre ha scritto:
      "Un eletto è un uomo che
      il dito  di Dio
      mette con le spalle al muro"
      (lo mette alle strette,
      lo obbliga a scegliere).
      Non ha detto:
      "Guai all'uomo
      il cui dito di Dio
      lo schiaccia contro il muro"
      Poi ho visto una donna col Parkinson presa a bastonate da suo figlio e ho pensato che questa donna che suo figlio la bastona, lì c’è una presenza di Gesù Cristo. Perché Cristo ha portato su di sé i peccati nostri.
      Certo, ciò che l’accomuna a Cristo è il fatto di portare i peccati di suo figlio, ma se non li porta in nome di Cristo, non c’è presenza di Cristo, c’è solo debolezza, incapacità di reagire, mormorazione interiore. Essere vittime non vuol dire automaticamente essere Gesù Cristo, specialmente se non si è vittime nel suo nome. Cristo portava i peccati dell’uomo in senso salvifico, perché li voleva portare, non perché non poteva fare diversamente per debolezza umana. Se voleva LUI poteva non farlo, invece ha scelto di farlo. Di sicuro, per contro, c’era la presenza del demonio, ed era nel figlio che la bastonava. Non sarà stato quello il caso, ma un cattivo può bastonare anche un altro cattivo, Pensandoci bene: che c’entra Gesù Cristo?
      Ma c’è oggi gente, che anche senza essere credente o no, porta i peccati degli altri, le conseguenze, le sofferenze, e lì Dio mi ha fatto capire che c’è una presenza di Cristo PIÙ FORTE DELL’EUCARESTIA. Scusate la blasfemia, ma non ne ho potuto proprio fare a meno. Le vittime dei peccati altrui, credenti o no, a me fanno capire che è presente Cristo più di quanto sia presente nell’Eucarestia. Tra vittima credente e martire e vittima atea, non c’è differenza: c’è sempre la presenza di Gesù Cristo. Del demonio no, di Gesù Cristo, basta essere genericamente vittime. Questo punto meriterebbe maggiore approfondimento, vederemo…


      Per Kiko "nell'Eucarestia c'è
      una MINORE PRESENZA 
      DI CRISTO
      che in chi porta le conseguenze
      dei peccati 
      altrui…"
      A questo punto, sono andato in Africa.
      Non fate caso se avevo detto che facevo il militare ai tempi del monastero, ora voglio dire che è adesso che parto per il militare, e se lo dico io è così. Del resto questo è quello che ho sempre detto, quindi…
      Mentre ero militare ho deciso che al mio ritorno sarei andato a vivere ai piedi dei poveri, come de Foucauld, ed è con questo spirito sono andato nelle baracche, non volevo né predicare, né fare nessuna opera sociale, nulla.
      Sempre avevo questo desiderio di predicare il Vangelo agli ultimi e pensavo che bisognava scendere alle catacombe sociali perché ho conosciuto molta gente distrutta, molti omosessuali, un ambiente bohémien così terribile.
      Non fateci caso se sembra un controsenso tra “non volevo predicare” e “sempre avevo il desiderio di predicare il Vangelo agli ultimi”, son cose che si dicono, anche se si contraddicono. Normalmente dico che “non volevo predicare”, tacendo che invece questo era da sempre il mio evidente desiderio e non un caso o la volontà di Dio che si è svelata pian piano.
      Un’assistente sociale mi ha mostrato una baracca e sono entrato lì, era novembre, dopo è venuto dicembre, un freddo cane… Io allora lavoravo come professore in un collegio dando lezioni di disegno. Non ero più pittore professionale: tornato dal militare mi son trovato un lavoretto come professore di disegno in un liceo. Avevo sì e no 25 anni.

      José Agudo voleva che io predicassi come predicavano gli Apostoli, anche se penso che Agudo non sapesse nemmeno com’è che predicavano gli apostoli. Non predicavano queste pizze di Cursillos de Cristiandad, che erano conferenze, assolutamente, né i sermoni che danno i preti. Io lo so come predicavano gli apostoli, non di certo le noiose pizze dei Cursillos e nemmeno quei sermoni che fanno i preti. Non quella roba.

      E così piano piano è nata una comunità tra i poveri.
      Ma quante persone potevano entrare
      a celebrare un'Eucarestia lì dentro?
      Dieci? Quindici?
      Una volta è venuto un parroco, non si sa perché, e ha sentito queste preghiere e ha sentito quest’ambiente, ha detto “Ah, questo, venite alla mia parrocchia, anche lui ci ha invitati, venite a parlare, questo dovete portarlo. Ci ha invitati anche lui, come sempre fanno tutti. E ci ha invitati a predicare: si vede che lui dopo tanti anni di seminario e di attività pastorale, ancora non sapeva farlo. Allora io sono andato con tutti i poveri… mamma mia… i borghesi che erano quelli che non accettavano che io chiamassi a conversione. “Chi sei tu, dicevano. Dacci la tua esperienza e noi ti diamo la nostra”. Era il massimo che accettavano i borghesi. Ma che io chiami a conversione boh… altra storia. Questi borghesi volevano giocare alla pari, pensa te! non avevano capito che ero IO che dovevo chiamarli a conversione e che loro dovevano solo ascoltare. Credevano di essere già convertiti come me che, ragazzotto di 25 anni già convertito, avevo titolo per chiamarli a conversione.

      Mi dice una volta uno zingaro che avevo portato in Chiesa con gli altri: “Ma questo che dice questo prete è la stessa cosa che dici tu?” dico “Sì io sono cattolico” “Ma questa gente è cristiana?” No perché quella signora accanto a me dice che puzzo e ha cambiato banco, mi ha insultato. Questi non son… ho capito… È vero che puzzavamo, non c’era acqua, c’erano i topi ecc.
      Capite? Era abituato a me e non gli pareva che quelli nella Chiesa fossero cristiani. Eccerto, la signora ha cambiato banco perché puzzava, insultandolo. Come faceva a lavarsi, non c’era acqua, non poteva trovare il modo di lavarsi nemmeno per andare in Chiesa. Era la signora che doveva accettare il fetore, non lui che non doveva imporre il suo odoraccio lavandosi prima di andare alla Messa in Chiesa. Del resto qualche modo c’era, perché io facevo il professore in un liceo e di certo non andavo a scuola con gli studenti puzzando di sporco e di cani. La signora lo doveva rispettare, ma lui non doveva rispettare la signora, trovando il modo di lavarsi come lo trovavo io per andare ad insegnare a scuola.
      Con la liturgia, e visto che non eravamo preparati per andare alla parrocchia e la parrocchia non era preparata per ricevere questi zingari, allora con un prete dominicano che veniva di là di sinistra, ma non dico chi è, abbiamo deciso di fare la Messa nelle baracche.
      Vorrei poter dire il nome di questo prete domenicano che si prestava a dire messa nella mia baracca, ma non lo dirò. Certamente, avendo avuto a che fare per anni coi domenicani nella residenza universitaria di Atocha, dove studiavo, è molto probabile che fosse uno di loro, se non addirittura padre Aguilar, sempre rimasto prete, mai “avanzato di carriera”. Del resto a lui piaceva un sacco il modernismo e la “nueva estetica”, termine che coniò lui all’epoca, io l’ho solo ricopiato. Comunque, anche se dicessi il nome, come tutti gli altri che cito sarebbe già morto.
      Uhm, non potete immaginare che è successo! va beh. Gli zingari, io non permettevo che si sedessero alla tavola, era una tavola quadrata nella mia baracca, con l’altare, col mantello… Cosa volete, gli zingari dovevano stare in piedi, perché non potevano comunicarsi. Quindi, in piedi e noi, non so chi oltre me, celebravamo seduti alla mia tavola quadrata che faceva da altare, coperta da un mantello, una tovaglia.

      Una volta uno zingaro mi ha detto: “Io non voglio più continuare qua, io voglio sedermi lì, a mangiare questo pane, questo corpo che dite voi. Voleva essere uguale, ma non so se aveva capito l’importanza dell’Eucarestia o voleva soltanto essere accettato al pari degli altri. E allora è venuto con un sacco, dico “che porti qua”, “tutto quello che ho rubato perché voglio sedermi”. Aveva già capito subito che per sedersi lì doveva ridare quello che aveva rubato, quindi aveva capito. Ma ugualmente, anche dando indietro la refurtiva, non so se poteva comunicarsi senza confessarsi o addirittura aver ricevuto i sacramenti. Così abbiamo fatto tutto il macelloma non dico che macello.
      DOPO CI HANNO DENUNCIATI E IL VESCOVO MI HA CHIAMATO: “SIETE VOI CHE FATE QUESTE LITURGIE.. TI SCOMUNICO!”.
      Questa cosa non l’avevo mai detta così chiara, la dico ora. Il vescovo Morcillo ci voleva scomunicare a causa delle liturgie che facevamo nella mia baracca. Qualcuno che si era scandalizzato ci ha denunciati al vescovo, che evidentemente non era per niente contento.Anzi, guardate, mi sa proprio che fu allora che il vescovo venne alle baracche, per conoscerci, per capire che liturgie facevamo, rendersi conto, perché da buon lefebvriano era molto perplesso, non venne per la distruzione delle baracche.
      Chiesa Dolce nome di Maria.
      Puente de Vallecas 1928
      Mi ricordo che uno della “comunità”, si chiamava Felipe, della famiglia di Agudo… e scrive, perché sapeva scrivere, anche lui in prigione, sapeva scrivere… Josè Agudo scappò ed è ancora latitante, lo stanno cercando… (ridono). Quella era una pagina commovente, se la legò (forse vuol dire la diede) al vescovo ausiliario perché Morcillo stava nel sinodo, e mi dice “Questa l’ho fatta io!”, nonostante i suoi peccati e ha toccato la liturgia, ha toccato il sacro, “sarò condannato, castigato Mamma mia…”
      Mi sono espresso male, non so se capite. Questo zingaro, che è della sempre onnipresente famiglia Agudo, tra i miei pochi seguaci più stretti, scrisse una lettera sulla liturgia, toccò il sacro e la diede al vescovo ausiliario per difenderci: io temevo di essere condannato, castigato…, ma poi chissà perché? Faccio presente che il primo sinodo dei vescovi, al quale partecipò l'arcivescovo Morcillo, iniziò il 29 settembre 1967, perdurando fino al 29 ottobre dello stesso anno. Forse sto rivelando troppo, perché in pratica sto dicendo che la lettera di questo Felipe fu consegnata nel secondo semestre del 1967, quando Morcillo era al sinodo. Allora la minaccia di scomunica e tutte le paure che ho avuto riguardo alla reazione di Morcillo, quello che ho sempre magnificato essere il mio mentore, sono avvenute mentre già catechizzavo nelle parrocchie, appena otto mesi prima che me ne andassi in Italia. Sì, forse Morcillo non era troppo persuaso della mia opera e magari, chissà, è stato pure molto felice che abbia lasciato la sua diocesi…


      San Ramon Nonato. 1910
      Quella volta ho avuto paura. E lì per la prima volta ho avuto una crisi: “OBBEDISCO ALLA CHIESA E DISTRUGGO LA COMUNITA’… NON OBBEDISCO ALLA CHIESA E CONTINUO CON I POVERI”. E ho deciso di obbedire alla Chiesa, guardate, nonostante tutto ioallora ho detto: ferma con l’Eucarestia, vai alla parrocchia, così ho fatto: Eeeh, questo la liturgia.
      Mi pare chiaro che obbedire alla Chiesa significava smettere di fare liturgie a caso nelle baracche sul tavolo da pranzo, o addirittura già nelle parrocchie. Questo mi era stato ordinato di fare. Dopo dei dubbi, perché mi sarebbe piaciuto continuare, ho deciso di obbedire alla Chiesa ed ho smesso di fare Eucarestie a modo mio, andando invece in parrocchia come tutti. La Chiesa non voleva le nostre liturgie. Un problema, la liturgia.

      Chiesa di San Pietro ai vincoli.
      Vallecas 1952
      Parola, liturgia e immediatamente ha incominciato ad apparire la comunità cristiana, nonostante che eravamo zingari, quinquis (teppisti), e gente di galera. I cittadini non amano molto i ladri o quella gente.
      Lì è apparso questo tripode, e dopo questo tripode Dio ha fatto un miracolo, l’ennesimo, che la polizia ci ha minacciato col distruggere tutte le baracche, cosa che non era la prima volta che succedeva: c’erano preti che una volta distrutte le baracche, di notte aiutavano la gente a ricostruirle. Io sono andato perfino a parlare con Grandes, che era il ministro dopo Franco e mi ha ricevuto. Ero un nessuno puzzolente di cani e l’uomo più potente di Spagna dopo Franco mi ha ricevuto. Ci credete? Forse no. Ma voi non sapete le amicizie che avevo, pur frequentando le baracche… E ho detto al ministro: “Ma mi dica lei, abbiamo qui i poveri della terra con due leggi: una legge che dice che non… è proibito itineranti, gli zingari itineranti sono proibiti, se trovano un carro, lo fermano e lo mettono in prigione, e va bene, loro poveracci se non possono più mettere il carro vanno da una parte, hanno venduto il carro e si sono fatti una baracca. Però c’è un’altra legge che proibisce le baracche, perché Franco aveva fatto la UVA, Unidad Vecinal de Absorción cioè aveva costruito alloggi temporanei per alloggiare gli sfollati dalle baracche, che è dove viveva anche la domestica dei miei genitori. Poveri alloggi, ma sempre meglio delle baracche abusive.
      Hanno buttato la baracca di Carmen, l’hanno buttata a terra, tutto e a questo punto io, che ero stato professore di Cursillos, e avevo fatto una volta un’Eucarestia con tutti i Cursillos di Madrid, avevo conosciuto Morcillo. E allora non ce la facevo più e ho chiamato Morcillo, che avevo il telefono dell’episcopato.
      Non è da tutti avere il telefono dell’episcopato, per farsene cosa? Io ce l’avevo. Magari me l'hanno dato perché Morcillo mi voleva scomunicare. E siccome in uno stadio ricolmo di gente io, che ero uno tra i mille mila professori di Cursillos, avevo “conosciuto” Morcillo, gli telefonai. Di sicuro si ricordava di me: ero uno tra le migliaia in quello stadio, ero quello che lui voleva scomunicare… È un po’ come quando uno di voi, catechista, viene ad uno dei miei incontri: se qualcuno me lo presenta nella folla, io me lo ricordo di sicuro.
      E prende la telefonata il segretario “Chi è?” “Per favore, passami Morcillo, gli davo del tu, è questione di vita o di morte…”, perché la distruzione delle baracche, che avveniva periodicamente, quella volta era questione di vita o di morte. E lui “No!, non è possibile!” urlava. A quel punto passa Morcillo: “Che urli? Chi è, chi è?” “No, un tal Kiko…” “Dammelo!” “Padre, solamente lei può salvare questa gente, c’è la polizia ecc.” Mi dice Morcillo: “Dove è questo?” gli dico: “Ta ta ta” Va bene, vado immediatamente!”
      Chiesa San Carlos Borromeo. 1954
      Furono costruite anche 4 scuole
      Dovete credere che Morcillo si ricordava di me, umile “professore” di Cursillos tra migliaia, quindi, come se non avesse avuto da fare altro, venne immediatamente. Certo, si mise in una brutta posizione per rispetto a me, perché siccome Morcillo era anche Consigliere del Regno e amico di Franco, era anche uno che aveva di sicuro partecipato alla decisione di distruggere le baracche per indirizzare le persone alle UVA. Quindi, col suo intervento in favore dei baraccati, in qualche modo contravveniva al potere politico di cui faceva pienamente parte. Si contraddiceva, per rispetto a me: tra me e Franco, preferì me. Al che potreste pensare che allora non è così che andò, ma che Morcillo alle baracche non venne quella volta, ma quando mi voleva scomunicare per le liturgie caserecce, in altra occasione. In effetti, visto che eravamo così poveri da disporre di una buona macchina fotografica, abbiamo anche quelle foto che tutti conoscete, non si capisce come mai non ne siano state scattate alcune anche con Morcillo e la Guardia Civil che voleva distruggere le baracche. Inoltre, per essere uno che era venuto "immediatamente", senza preavviso né appuntamento, devo dire che si era riuscito ad organizzare bene: venne con altri due sacerdoti, erano in tre. Invece noi eravamo sempre gli stessi pochissimi. Strano che in costanza della distruzione delle baracche si fossero mossi, per seguire Morcillo, solo quei pochi che seguivano me, e non tutto il "popolo" di Palomeras. Sarebbe stato anche nel loro interesse, no? Ma a Morcillo non potete chiedere perché era già morto quando io cominciai a parlare di lui, morì nel 1971….

      Morcillo non pare proprio uno che va
      ad 
      affrontare la Guardia Civil.
      Coloro che lo seguono 
      sono sempre
      i soliti, sia per strada 
      che nella baracca.
      Il piccolo gruppettino dei soliti amici,
      chiamato 
      "comunità"

      Allora, dico al tenente colonnello della Guardia Civil: “Viene l’arcivescovo di Madrid, che è Consigliere del Regno e amico di Franco!” Non credevano ai suoi occhi. Mi guardava con AMMIRAZIONE, ma come è riuscito questo che venga qui Morcillo? Mi guardava come mi guardavano tutti, con ammirazione. Non è che siccome ero un baraccato non credette alla mia parola, no, no, al contrario, credette e mi ammirò. E si è presentato lì Morcillo. E Carmen dice che quando ha visto lì Morcillo, è cambiato completamente il suo atteggiamento con me, non so in cosa, perché era già di ammirazione, come ho detto: ammirava il laico che avrebbe voluto scomunicare. Morcillo è stato alla mia baracca E HA COMINCIATO A PIANGERE, HA DETTO: “IO NON SONO CRISTIANO”. Parrà estremamente strano che un vescovo di quel calibro, conciliare dell’opposizione, si sia messo a piangere davanti a me, non è nemmeno etico. Ma che volete, gli ho fatto questo effetto, insieme alla mia “comunità”. Si è addirittura confessato davanti a noi dicendo che non era cristiano! Parole che in bocca ad un vescovo sono di ordinaria amministrazione, dichiarare di non essere cristiano così, perché si trova davanti poveri che cantano.


      Giornale ABC del 1954
      sull'inaugurazione della

      Chiesa San Carlos Borromeo
      Ha visto che dormivo per terra, ha visto la “comunità”, abbiamo cantato le lodi. Si vede la fotografia José Agudo cantando i salmi davanti a Morcillo.
      I salmi che a me piaceva musicare. In effetti nelle foto che circolano pubblicamente si vede che nella mia baracca c’erano 3 sacerdoti: due preti ed il vescovo Morcillo. Poi c’erano 4-5 uomini, di cui uno Josè Agudo, Carmen no, chissà dov’era. C’erano anche due bambini. E così, molto informalmente, senza salterio, a memoria, mentre si rollavano e si fumavano sigarette, pare che pregassimo le Lodi. Certo, gli atteggiamenti dei prelati non erano grandemente composti, addirittura Morcillo mi passa una sigaretta mentre preghiamo. Ma le canzoni sì, quelle sì gliele ho fatte sentire, e le avevo tutte composte io. Per un inveterato tradizionalista come Morcillo, quel contesto era accettabilissimo per pregare le Lodi.
      Chiesa
      San Diego.

      1943
      Io gli ho detto: “Padre, abbiamo bisogno di celebrare l’Eucarestia con questa gente” “Chiama il parroco!”, che il parroco era un francese che mi detestava. Non so perché la gente mi detesta, mah, non lo so”.
      Sì, è vero, ho sempre detto che è stato Morcillo ad indirizzarci verso la parrocchia, ma oggi dico che lo chiesi io. Perché lì i poveri, non erano abbandonati dalla Chiesa, le parrocchie c’erano da tempo, per chi voleva andare. Il parroco mi detestava, avrà avuto i suoi buoni motivi. Sapete che ancora non ho capito perché certa gente mi detesta? Non mi pongo domande, o non voglio sapere le risposte, per questo non capisco.
      Inaugurazione Chiesa di San Pablo. 1955


      Sì, José Agudo canta, ma... canta le Lodi
      o le 
      canzonette di Kiko?
      Sventata la distruzione delle baracche,
      si 
      va a celebrare le lodi in baracca Argüello?
      Ne aveva di tempo Morcillo…
      Questo mi detestava, non so, era un francese di sinistra che odiava Franco e tal sempre criticando, la Spagna, perché mi critica me, io… va beh… va beh… Io almeno critico la Chiesa preconciliare e i “cristiani della domenica”, invece di criticare un dittatore fascista. Morcillo lo chiama e gli dice davanti a me: ”Devi lasciare la tua parrocchia una volta alla settimana per questa “comunità” delle baracche! E che facciano Eucarestia a porta chiusa perché se qualcuno entra e vede questo pane…”.
      Contestualmente eh, proprio mentre era lì alle baracche. Tutti erano disponibili subito, anche il prete. Va beh, forse non ha detto “lasciare la tua parrocchia”, ma “prestare la tua parrocchia”, fa uguale per me. Il fatto è che Morcillo, non volendo che celebrassimo su un tavolo da cucina nella mia baracca la Santa Messa, ci ha trovato una parrocchia, ma con la clausola che celebrassimo a porte chiuse, per non scandalizzare. Morcillo oscillava molto tra l’adeguarsi ai venti del Concilio, che aveva strenuamente contestato, e il suo animo fortemente tradizionalista, per cui avrà pensato di dare tempo al tempo mentre provvedeva un luogo dignitoso per le celebrazioni della Messa, visto che non si versava in stato d’emergenza ed il luogo dignitoso c’era ed era accessibile.Magari avrà anche creduto che l’unica variabile fosse sulle due specie eucaristiche e non su molte altre cose che ancora oggi destano opposizione.
      Disse Morcillo: “Gliel'ho ho permesso! A nessun altro glielo darò, però a questi sì, con le due specie!” Guarda, un miracolo!”. Permise a noi una cosa che non avrebbe permesso a nessun altro, perché noi siamo speciali, migliori di tutti.


      Inaugurazione della Chiesa di San Diego 1943
      Dopo abbiamo iniziato a portare le “comunità” nelle parrocchie, a partire da Arguelles, il quartiere ricco dei miei genitori, dove all’inizio celebravamo in un garage perché in parrocchia non ci volevano. Ma per noi conta uguale.
      Poi questo seme l’ho portato alla periferia a Canillejas, ci sono volute 80 catechizzazioni prima di poter formare una comunità, una volta ve lo disse Carmen! Dopo CI HANNO INVITATO A ROMA.
      Fu don Dino Torreggiani, che ha sempre lavorato per i poveri e gli zingari fino alla morte, non come me che appena arrivato a Roma mi dimenticai dei poveri e miserabili e mi indirizzai alle parrocchie ricche e borghesi, da allora e per sempre.
      Don Dino Torreggiani, che è un italiano fondatore dei… boh… Servi della Chiesa, mi ha sentito parlare ad Avila ed è rimasto a bocca aperta e ha detto: “Devi venire a Roma! Sta pieno di capelloni, devi predicare a Roma!” Dico io … ma Roma, capelloni, non capelloni… ma che s… “No, no no. Vado con te a parlare con Morcillo”.
      Don Dino in effetti ha dato la vita per i poveri, soprattutto per gli zingari. Ad Avila aveva 2 delle sue case della congregazione e ci andava spesso. Io non predicavo in Chiesa, solo una volta o due all’anno quando dovevo fare gli annunci per attirare le persone alla comunità quindi, se mi ha sentito predicare è perché è venuto nelle salette dove tenevo le mie catechesi. Qualcuno l’avrà invitato ad ascoltarmi alle catechesi, non può essere un puro caso, magari era una cosa organizzata.Siccome vide che io a quell’epoca parlavo dei poveri, dei diseredati e degli zingari, pensò di aver trovato uno innamorato dei poveri come lui. Si sbagliava, perché ben presto io dei poveri me ne sono proprio dimenticato e ben presto anche Don Dino si è dileguato dal mio orizzonte: non ne ho mai più avuto a che fare. È stata solo l’occasione per poter venire a Roma, dove di sicuro avrei avuto più fortuna. Se non mi fosse interessato, sarei rimasto in Spagna.
      È andato con me da Morcillo, e gli ha fatto scrivere una lettera per il card. Dell’Acqua e un’altra lettera per il card. Florit, che era amico di Morcillo per via del Concilio ed anche perché don Dino aveva una casa di riposo per zingari e giostranti proprio nella sua diocesi di Firenze. Certo, don Dino sapeva bene che non potevo operare in Italia senza che nessuno certificasse la mia provenienza da una diocesi spagnola, perché nella Chiesa non può predicare chiunque, come minimo si deve sapere che è cattolico. Quindi si premunì di una garanzia. Nulla di che, non era per il mio valore, era per essere in regola.
      Morcillo infatti scrisse almeno la lettera a Dell’Acqua, vicario del Papa, perché questa è stata ritrovata: diceva che ero un abile suonatore di chitarra con la capacità di aggregare persone, ma non diceva nulla sulla dottrina. Mi trattò come un “bravo animatore”.
      Per quello che riguarda Florit, la lettera non è mai stata ritrovata nel suo Fondo in diocesi, ma son sicuro che sia andata persa. Non dico che ben presto Florit, quando cominciò a rendersi conto di chi si era messo in casa, cambiò rapidamente opinione e fece di tutto per ricondurci sulla via della Chiesa… Forse un giorno qualcuno ritirerà fuori gli scritti che indirizzava alla parrocchia, nei quali addirittura dice che voleva che il responsabile non fosse un laico ma un prete, e molto altro… Ma ormai, per fortuna, ci eravamo già incistati ed erano gli inizi… non ci successe quasi nulla.
      Appena arrivati in Italia dico… “Macché predicare ai capelloni a Piazza Navona, ma che sta dicendo, povero illuso, IO VOGLIO aprire una azione cristiana nelle parrocchie! Don Dino: “Sì Sì, Kiko, quello che tu dici”.
      Sì, perché una volta arrivato a Roma cambiai idea e non volevo più predicare ai poveri e agli zingari, degli zingari italiani nemmeno me ne interessai mai. A Roma mi venne la voglia di predicare nelle parrocchie, a gente di Chiesa e don Dino, obbediente obbediente mi disse che si sarebbe fatto come dicevo io.
      Ma prima di cominciare disse che doveva mettere la nostra missione, Kiko e Carmen in mano della Vergine e ci ha portati a Napoli, dove c’è un quadro che sta lì, Kiko e Carmen e si chiama “La Madonna di Pompei” e Kiko era San Domenico di Guzman e la Carmen Santa Caterina da Siena (!!!!), che stava dando il Rosario.
      Capito? Io ero San Domenico di Guzman e Carmen Santa Caterina da Siena! I due santi che stanno ai piedi della Vergine, nientedimeno. Noi due sconosciuti, appena arrivati in Italia dopo un rodaggio spagnolo molto incerto e breve, già ci consideravamo e venivamo considerati santi. Ancor prima di cominciare.Non eravamo lì per implorare la benedizione della Vergine, eravamo lì già come santi, nel nostro immaginario.
      Don Dino mi accompagnò nelle parrocchie come volevo fare io, ma fummo rifiutati. Al terzo parroco che ha detto che loro non avevano bisogno di nessuna iniziazione cristiana, niente, che quelle sono cose per la Spagna, ho detto a Don Dino: “Padre, me ne vado a vivere con i poveri per aspettare che Dio mi chiami e sono andato dove ci sono le baracche al Borghetto Latino c’è la parrocchia di San Giuda Taddeo…
      Tanto io lo sapevo che, come sempre Dio mi avrebbe chiamato, così, senza connivenze né amicizie umane, nemmeno il cardinale Roy, canadese, sotto la cui giurisdizione stava la parrocchia dei Martiri Canadesi, cardinale che aveva rapporti indiretti con la potente famiglia di Carmen.
      E nel Borghetto Latino ho fatto una baracca di tre metri per due e lì siamo, con Jesus e con altri, ecc. ed è ricominciata la storia, la storia d’Italia.
      Vi chiedete chi è stato quello che ha mandato i seminaristi insieme a me dalla Spagna all’Italia, sottraendoli alla loro formazione presbiterale in seminario per andare a vivere in un pollaio? E io non ve lo dico. Certamente doveva essere un rettore di seminario, di Avila mi pare. Proprio dove "per caso" incontrai don Dino… Jesus è Jesus Blazquez, oggi presbitero neocatecumenale e primo itinerante in Colombia.
      Appena arrivato a Roma, invece, Kiko comincia da qui.
      Parrocchia Ns. Signora del SS. Sacramento e dei Martiri Canadesi.
      Inizia la “STORIA D'ITALIA”

      Il film è finito.
      Si ringraziano gli attori, le comparse, i REGISTI, tutto il backstage e l'infinita pazienza degli spettatori.
      Spero vi siate divertiti.