giovedì 31 marzo 2022

Annuncio di Pasqua 2022 (Da FungKu)

Cari lettori di Osservatorio, quest'anno l'annuncio neocatecumenale di Pasqua trafugato me l'hanno dato da raccontare a me. È andata così, che da bravo somaro stavo facendo girare la mola tutto contento e ragliavo qualche canzoncina dei Nomadi, quando mi vedo comparire da in fondo al campo gli amici della redazione del blog, che si sbracciano e mi chiamano.



E che ci fanno qui? Mi domando. Ora ve lo racconto, però col discorso diretto, perché tutti i congiuntivi, i condizionali la consecuzzio tempora e la consecuzzio mores del discorso indiretto mi hanno sempre messo in difficoltà. (Chiedete pure a FAV, prendevamo sempre 4 in italiano, a scuola).

Tenete conto che:

RB = Redazione Blog
FK = FungKu
FAV = Fallacio Asino Vinicio (che quel giorno era in recupero ore quindi non compare nel dialogo, ma è una sigla pure essa e poi se c'era sarebbe sicuramente intervenuto).

Dialogo con la Redazione Blog:

FK: Ciao! Che bella sorpresa. Ditemi, siete venuti a prendere la macina? È ora di appenderla ai colli giusti?
RB: Eh no, FungKu, è per l'annuncio di Pasqua...
FK: Eh? E cosa c'è da annunciare? Basta guardare il calendario!

RB: Ma sai come fa, Kiko, ogni volta deve giocare al profeta senza il quale il calendario liturgico non è abbastanza "squisito". Poi ultimamente presenta ogni Pasqua come l'ultima Pasqua della storia dell'umanità, per via di quella tradizione pentecostale del rapimento della Chiesa...
FK: E per forza! Quello si identifica come macchinista e quando il suo treno arriva al capolinea, ci devono arrivare pure tutti i passeggeri! Com'era il detto? Dopo di me, il diluvio (oppure in alternativa il terremoto, i vulcani, eccetera).

Ma intanto gli amici della redazione stanno estraendo, da una valigetta ventiquattrore, un fascicoletto formato A4, che io quando vedo i fascicoletti ho i brividi, e poi mi devono ri-spazzolare la schiena, da quanto diventa irsuta.


FK: Che roba è quella? È una notifica di sfratto, vero? (Dico io, avendo già capito di cosa si tratta ma non volendoci credere).

RB: No, è l'annuncio di Pasqua di Kiko e compagnia bella.

FK: Ah. E perché lo portate a spasso in campagna?

RB: Ci siamo consultati tra di noi e siccome non ne possiamo più di queste autocelebrazioni kikiane senza speranza di miglioramento, ci chiedevamo se magari non avessi voglia tu di scriverci sopra un post.

FK: Se non lo avete stampato fronte-retro, sì, ci posso scrivere sopra un post. Altrimenti mi dovete dare carta bianca.


RB: ...lascia che spieghiamo meglio...: si tratta di raccontare l'annuncio di Pasqua nel blog. Abbiamo pensato che se Kiko può pronunciarlo tu puoi ripeterlo... insomma, è un lavoro da somaro, che per te va benissimo. Lo leggi, e riporti ciò che ritieni degno di nota.

FK: Ah. Con parole mie, però? Non mi devo sforzare con l'ortografia, la sintassi e tutto il bla bla bla?

RB: Come ti pare, ci fidiamo delle tue attitudini giornalistiche.

FK: Eh, non per vantarmi come Kiko, ma ho vinto un premio Pùlizzer una volta.

RB: Ma dai, Fung, sei un giornalista premiato e non ce l'hai mai detto?

FK: Sì sì, questo Pùlizzer me l'hanno assegnato alla fine di un campeggio con l'oratorio, per aver pulito le camerate maschili per 12 giorni di fila! Capirete che stalla che erano, quelle camerate. Io son somaro ma dovevate vedere gli altri...


Insomma, long stori sciòrt, quest'anno l'annuncio di Pasqua ve lo racconto io. Ma solo a grandi linee, perché tanto il testo completo lo trovate QUI: CLICCA E LEGGIe ugualmente QUI - ringraziamo Charles White per aver messo a disposizione l'area di download del suo blog The Thoughtful Catholic.


E se so leggere io, sapete leggere anche voi, garantito. Inoltre, non venite a cercare la redazione, perché si sono messi a girare la mia mola, abbiamo fatto a scambio. Hanno preferito così! Chi li capisce è bravo. O forse si capisce leggendo lo


ANNUNCIO DI NEOPASQUA KIKATECUMENALE 2022 :




Vabbè le prime due pagine non vi interessano. A parte il titolo e l'invito a non spifferare questi contenuti c'è solo un sacco di spazio bianco.


A pagina 3 troviamo la lista degli invitati. Ma.. ma... sono sempre i soliti VIP che si divertono: Canadesi, Cabrini, Tardelli, Altobelli, Ivrea, Tuto, insomma, sempre i soliti nomi. Gli altri milioni di trilioni di fratelli del mondo non ci vanno mai? Si perdono l'occasione di parlare direttamente con il comitato direttivo. Ma perché non fate un po' a turno? 


A pagina 4 leggiamo una incredibile notizia di toponomastica:

"Il Vescovo di Brindisi ha scritto una lettera al Sindaco di Veglie chiedendo di dedicare una strada o una piazza a Carmen Hernández."

E il Comitato per la Salvaguardia di Veglie ha reagito proponendo, per una strada, il nome di "Via, Carmen, via!" e, per una piazza: "Al largo, Carmen Hernandez!".


E questa è la proposta dei fuoriusciti delle comunità di Veglie
Ma leggete invece cosa racconta Kiko sulla canonizzazione della sua compagna di merende di tutta una vita:

"Per la canonizzazione di Carmen chiedono che ci sia, non solamente la fama di santità di Carmen nel Cammino, ma anche fuori del Cammino, questo è un gesto che mostra che vogliono molto bene a Carmen fuori del Cammino e sarà molto ben considerato per iniziare il processo di canonizzazione."

Kiko ha provato rovesciare la frittata e l'ha incollata sul soffitto! Succede che la Chiesa non si fida delle loro autocelebrazioni e va a cercare il profumo di violette al di fuori della cricca! Ma chi c'è all'esterno? L'italiano medio? L'uomo della strada che non sa manco chi fosse Carmen? Peggio: c'e gente come noi del blog! A proposito, Puntini stai leggendo? È il tuo momento! Prepara il fascicolo che, in questa causa, no Puntini no parti ! Procedamos con la canonisasion!


La Congregazione delle Cause dei Santi ha deciso di allargare il territorio di indagine, alla ricerca di tracce sensibili della santità di Santacarmen, come il tipico profumo di viole, emanazione di santità. Finora, solo falsi allarmi: per sentire profumo di santità hanno dovuto farsi una scampagnata! E hanno fatto bene, lo consiglio sempre a tutti.
Nel seguito del documento abbiamo una lunga predica di Kiko sulla Pasqua. Ma perché non le fanno dire a don Mario, che è sacerdote e cioè Ministro di Cristo Nostra Pasqua, queste cose da preti? Il discorsone di Kiko l'ho letto con un occhio solo, per fedeltà al Catechismo e pure al mio parroco. (Non ve lo ascolto il laico eretico che mi predica addosso!). Trascrivo solo quel che ho letto di corsa senza farci esegesi né ermeneutiche (boh?), tanto sono le solite parole chiave. Se proprio siete curiosi e vi sentite filologi romanzi, leggete pure l'originale.

 "I segni che il Signore ci ha dato per la nostra conversione... Siamo contenti di stare insieme perché ci vogliamo bene... Il Signore Gesù vuole abitare in noi... il Signore mi manda ad aiutare la vostra fede... Gli ebrei dicono che l’uomo sulla terra è come se fosse in un albergo, siamo in un albergo e presto il tempo dell’albergo finirà e potremo andare in cielo, dove ci ritroveremo... Che vedano tutti l’amore che c’è in voi... Cristo mi dice: Kiko, ama questi fratelli! Che devo fare per volergli bene? Fai quello che ti dico, adesso fai questo incontro, poi ne farai un altro... Il giorno più felice sarà il giorno in cui entriamo in questo cielo a causa di un incidente, di una malattia... Andremo in cielo, spero tutti..."

Da pagina 6 a pagina 8, il grande classico neocatecumenale de "La Notte": 

"Questa notte santa in cui non si dorme, che non è un’invenzione della Chiesa, ha tradizioni antiche."

Capito? La veglia fino alle 6 di mattina non è una delle solite fregature della Chiesa (che infatti non è lei che la propone, alla Chiesa va bene una veglia breve ma trascendente!), ma è ebraica, cioè buona e giusta. Leggete Kiko, ispidissima verbaccia sua!

"Questa è la notte in cui non possiamo dormire, perché il Signore è stato vegliando senza dormire per salvare in questa notte Israele dall'Egitto."


"C'è gente discendente di quel popolo, che nella notte di Pasqua in questo anno 2022 si riunirà per famiglie e celebrerà il Seder pasquale."


Questa è la notte in cui la Chiesa verrà rapita in cielo.
O forse l'anno prossimo. O forse quello ancora dopo. O magari...

Quando, alla fine della pagina 8, leggo che "Cristo fa la messa, il Seder Pasquale", faccio un salto che mi porta direttamente a pagina 11. Degli argomenti che non ho il coraggio di affrontare, nella fattispecie la storia del "coppone" pasquale, sarà pubblicato prossimamente un post della redazione (c'è già, clicca qui).

A pag. 11 ci trovo Ascensión che legge una lettera dell'équipe in Ucraina, che parla della guerra dal punto di vista del Cammino.

"Noi ci troviamo in una delle zone più tranquille, perché la guerra ci ha sorpreso qui a fare il Secondo Scrutinio e la “Redditio”. Una coppia che è venuta ad ascoltare gli scrutini per imparare, quel giorno era un po' in crisi a causa della situazione di guerra e non capiva perché gli scrutini si facevano in questa situazione. Alla fine della riunione ci hanno detto: “Abbiamo capito che la vera guerra è qui, combattendo contro il diavolo”".

Non commento. Ma anche loro dovrebbero stare molto più attenti a come parlano, quando fioccano le bombe. Questo, penso.

pagina 14 Ascensión insiste sul presunto valore sacramentale della Parola, purché fatta risuonare in assemblea. E nel Cammino è sacramento pure l'assemblea. Insomma, basta che ognuno dica qualcosa, l'importante è che crediamo tutti quanti di avere qualcosa da dire che ci condizioniamo a vicenda:

"Per questo volevamo ricordare, lì dove è possibile, di fare qualche momento di eco della Parola prima che comincino le domande dei bambini, lasciare tempo – senza annoiarsi, senza perdere il ritmo della Pasqua – lasciare qualche momento per l’eco della Parola dei profeti, perché veramente queste parole resuscitano e l’eco di qualche fratello può resuscitare l’assemblea, aiutare tutti noi."


Subito dopo, Kiko, che non ne poteva più di stare zitto, imbraccia la chitarra e intona il canto "Come Pecora". Gli odiatori della musica possono trovarlo su youtube, suppongo, ma non è il mio caso e quindi non lo so per certo. Anche perché il titolo mi fa temere un canto più belato del solito!

E infine prende la parola pure don Mario che, non avendoci deluso a sufficienza nel suo ultimo intervento in tivù, prosegue imperterrito nella sua opera di delusione e di abdicazione al ruolo di sacerdote, in favore di Kiko.

"Carissimi fratelli, all’ascoltare l’esperienza intima che Kiko vive ogni giorno, e di cui noi siamo testimoni, e l’annuncio della Pasqua bellissimo e tutti questi miracoli descritti... 


A me tocca la parte più pesante, anche perché essendo “tedesco”, sono un po’ squadrato, ma spero che abbiate pazienza...


Vi diciamo questo perché anche nelle nostre comunità – io sento la paternità, anche se non sono iniziatore del Cammino, sento di amare, aiutare, sostenere i fratelli in questo combattimento..."

Don Mario, che legge il giornale invece del breviario, vi manda a riferire un predicozzo sulle libertà cosiddette fondamentali: sappiate, cari fratelli, che vi è consentito avere opinioni sui fatti di attualità (non è cosa proibita come il non peccare), però queste opinioni non avete il diritto di esprimerle in comunità! 


Siete sìvax? Novax? Ammirate Putin? Lo detestate? Sono cavoli vostri, sigillateli in confessione domattina ma non ne parlate in comunità. Manco fossero banali peccatacci contra sextum, da sciorinare alle risonanze e agli scrutini! Sennò poi finisce che vi menate con quelli che la pensano nel modo opposto, la gente incavolata nera lascia la comunità e quelli più pacifici che rimangono sono avvelenati pure, perché finisce che sgobbano il doppio, e poi se ne vanno pure loro!

"Possiamo essere tentati di schierarci da una parte o dall’altra come con i vax e novax. Adesso si discute anche nelle nostre Comunità: sono alcuni che dicono: “Ha ragione l’Ucraina”, e altri “No, ha ragione la Russia” Per questo S. Paolo ci avverte di evitare le discussioni: “Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. Un servo del Signore non deve essere litigioso, ecc.(cf 2 Tm 2,23-26); ripetiamo quello che riguarda le opinioni sulla politica: ciascuno può avere il proprio parere, ma non di discuterne in comunità, perché creano divisione con il rischio di chiudere la porta a qualche persona."

Pronto, parlo con don Mario? Guarda che San Paolo aveva detto "tra di voi neppure se ne parli" anche di altre cose che ora non nomino ma che Kiko e Carmen hanno usato massicciamente per cementare l'unità... Guarda che è scritto nella prima catechesi delle catechesi iniziali, fin lì ci sono arrivato pure io, non mi avevano ancora buttato fuori... Ma... Ma che te lo dico a fare? ... Guarda, Mario, no, scusa ma ho cambiato idea: ho sbagliato numero! 

Dovete infatti sapere (se non lo sapete già visto che nelle comunità si sa tutto di tutti), che l'anno scorso la Giulietta della II di San Quercilio e il Romeo della IV di Rocca Falesia, invece di fidanzarsi con qualcuno della propria comunità come prescelto dai catechisti e come Mario aveva raccomandato, hanno preferito fidanzarsi tra loro. 


Ora questi due figliuoli si vedono tantobene proprio il mercoledì sera e nei fine settimana e i loro fratelli di comunità sono incarogniti fradici perché qualcuno deve preparare al posto dei due fuggiaschi, e già erano rimasti in pochi! Don Mario, da buon pastore della compattezza numerica delle comunità, non molla un attimo. Senti qua:

"Anche noi, anche nel Cammino Neocatecumenale, perché siamo legati tutti come in un corpo. A parte il Corpo di Cristo, siamo collegati e il bene che facciamo va a beneficio del Corpo di Cristo e dell’umanità, il male che facciamo va a detrimento di tutti."

A parte... "A parte il Corpo di Cristo"? Gesù mio, perdon pietà! (cit.)

Mentre aspettiamo di finirla di essere basiti, saltiamo l'elogio di don Mario delle origini conciliari del Cammino e andiamo direttamente a scrutinare gli annunci pratici.


Pronti per il mega-convivenzone di fine giugno? Nel fine settimana del 25 e 26 giugno il Papa celebrerà una Messa ed un Angelus per l'Incontro Mondiale con le Famiglie (22 - 26 giugno - ma questo ve lo diciamo noi perché Ascensión non ve lo fa sapere).


Kiko infatti vi ha messo la convivenza delle famiglie in parziale sovrapposizione con questo evento, cioè dal 17 sera al 24. Le comunità di Roma sono caldamente invitate a rimanere per il fine settimana, agli eventi con il Papa. Sottinteso: nella settimana della convivenza, caricatevi bene, preparate gli striscioni e temperate le chitarre! In teoria gli striscioni sarebbero proibiti, ma la teoria è dogmatica, andate piuttosto dove vi porta lo "spirito", andateci numerosi, restate compatti e fatevi riconoscere!


Il 25 Giugno si terrà anche la Manifestazione per la Vita, organizzata da Massimo Gandolfini che generosamente ancora sopporta Kiko, visti i precedenti, e lo invita a far partecipare i fratelli. Kiko, da parte sua, non manca di approfittarsene per vantarsi e per far apparire le cose a parti rovesciate, andate a leggere a pagina 18!

Kiko: "Gandolfini, ne ha parlato al Papa, che già lo conosceva per altre Udienza private come del Cammino Neocatecumenale, e il Papa gli ha risposto: Kiko è generoso, vi aiuterà."

Kiko: "il Papa ha detto a Massimo Gandolfini. Kiko è generoso. Parla con lui."

Altre opportunità varie di socializzazione per neocatecumenali: il pellegrinaggio dei giovani, la visita alla tomba di Santacarmen, le centopiazzate, la mission impossible a due a due. 


Dal film "Le vacanze intelligenti". La signora Augusta, stremata dal caldo e dalla fatica durante una visita alla Biennale di Venezia, si siede un attimo in una sala d'esposizione e viene scambiata per un'opera di arte contemporanea dai turisti intellettuali. Ci ricorda un po' questo mamotretino, non vi pare? A proposito! Vi lascio un' anticipazione segretissima: sono in preparazione il torneo calcistico dei seminari RM e la Competizione Minorile di Falciatrici per i ragazzi di catechismo, in età da scuole medie! (Si tratta di falciare i campi da calcio dei seminaristi). Per le sorelle invece sono previsti corsi di panetteria. Rivolgersi all'itinerante di zona.

Eccomi qua, sono riuscito ad arrivare a pagina 20! Non ci credete, vero? Invece sì, e per provarlo vi trascrivo le ultimissime parole di questo documento, prendetele come una bibliomanzia: cosa vuole dirti il Signore con questa frase?

"Dal Seminario vi risponderanno il più presto possibile." 
-20- 

 
Ora capisco perché la redazione del blog ha preferito la mia mola a questo documento! Però adesso mi manca l'odore di erba appena tagliata (almeno, spero che me l'abbiano tagliata e messa nella mangiatoia mentre non c'ero) e quindi torno alla mia campagna. Cari fratelli, cari lettori, cordiali saluti dal vostro reporter pulipremiato FungKu.

lunedì 28 marzo 2022

Che cos'è la guerra in Ucraina per il Cammino

Importante: questo blog si occupa del Cammino Neocatecumenale, un vero tumore della Chiesa cattolica. Chi vuole discutere del Cammino (senza partire dalla propaganda kikiana), è il benvenuto. Chi vuole discutere della situazione Ucraina in generale, non è il benvenuto, perché questo blog si occupa del Cammino.

Generalmente i neocatecumenali non dimostrano d'essere molto interessati agli argomenti di attualità, ma la guerra in Ucraina è  l'eccezione che conferma la regola. Con 90 comunità e 3 seminari in quel paese, oltre a diverse famiglie in missione di nazionalità spagnola, italiana, USA e polacca e vari presbiteri, sono stati più  o meno coinvolti e interessati negli eventi bellici di quest'ultimo periodo.
Motivo per il quale non è strano sentire trasmissioni come quella di Debora Donnini (neocatecumenale, figlia di Giampiero Donnini e figlioccia di Carmen Hernàndez) del 3 marzo 2022 su Radio Vaticana con interviste a don Francesco Andolfatto, rettore del Seminario Redemptoris Mater a Uzhgorod, in Ucraina e Pedro Sanchez Saez, "capofamiglia" di una Missio ad Gentes in Ucraina del Cammino neocatecumenale, oppure anche che si occupi dell'argomento la professoressa Angela Pellicciari nella sua trasmissione su Radio Maria dello scorso 21 marzo 2022, con un intervista al presbitero neocatecumenale Rajmund Pupkowski.

I neocatecumenali si troverebbero insomma nella "fortunata" condizione di avere notizie di prima mano da quelle zone di guerra su cui si fissa l'attenzione di tutti in queste settimane.
Le comunità neocatecumenali poi ricevono notizie tramite i canali social; per esempio nelle comunità  spagnole gira un audio della "itinerante" Maria Eugenia, che faceva coppia fissa con Ascension prima che quest'ultima venisse chiamata, in modo fortunoso, a far parte della equipe internazionale dal Cammino con Kiko Argüello e don Mario Pezzi in sostituzione di Carmen Hernández.

Non si capisce se si trovano in un rifugio
o in una chiesa di "nueva estetica" kikiana

Nell'audio concitato di Maria Eugenia, che si trova a Uzhgorod, nella regione transcarpatica, all'estremo occidente della Ucraina, quindi in una zona tranquilla dove non è  caduta neppure una bomba e in cui tutti continuano a fare la propria vita, apprendiamo che ci sono famiglie neocatecumenali sfollate che vengono ricompattate in nuove comunità:

"C’è una teoria che dice che qui ci sia un alleato di Putin e che per questo non bombardano. Non ne ho idea, forse non gli interessa, non lo so. Però stai tranquilla. È il rifugio di tantissime persone. Si sta creando qui un secondo popolo, c’è gente del cammino proveniente da qualsiasi posto. Ci organizziamo e preghiamo al mattino. Per dare un po’ di senso allo stare qui, perché immaginati a stare qui tutto il giorno senza fare nulla, diventi pazzo. Quindi inizieranno a fare il cammino tra loro qui, o vanno alle comunità che ci sono qui."
Com'è poi normale sentire nel Cammino neocatecumenale, non mancano i miracoli: 
 "Ci sono tantissimi miracoli. Dove meno lo speravamo, ci sono. Per esempio, c’è una città, in cui il cammino è sempre stato difficile, lento, la gente molto ferma, senza iniziativa... siamo andati a visitarli e per un anno non avevano fatto nulla. Solo un tema in un anno ad esempio! Gente di 30 anni! Un disastro, sempre.

Sono state fatte cinque comunità, però ci sono sempre state difficoltà. E ora, improvvisamente, il Signore gli dà la forza, fanno l’eucarestia, hanno diviso in tre parti la città. E fanno tre eucarestie in diversi luoghi per arrivare ai fratelli di posti diversi. E sono vicini, non guardano a quale comunità appartengono. Vedono tantissimi giovani." 

Tanti miracoli ma tutti neocatecumenali: nuove comunità che nascono, nuove vocazioni al Cammino... ricordiamo che in Ucraina c'è una buona presenza cattolica e che quindi tutte queste "conversioni" sono di cattolici, che vanno ad ascoltare le catechesi kikiane in parrocchia. Così come succede in ogni parte del mondo: il Cammino "evangelizza" (a modo suo) i cattolici (cioè li adesca nella setta).
Ed anche la guerra diventa utile e "miracolosa" se dà nuovo impulso al Cammino.

Interessante da questo punto di vista l'intervista della prof.Pellicciari a don Pupkowski su Radio Maria.
Egli conferma che la notizia delle prime operazioni belliche li hanno sorpresi durante una convivenza con i seminaristi dei tre seminari neocat ucraini, i presbiteri RM ordinati e 12 presbiteri RM di Varsavia, convivenza alla quale hanno partecipato anche don Voltaggio e don Pasotti. Di questa convivenza e in particolare del ballo pluriconcentrico a fine Eucarestia abbiamo immagini, spacciate nei gruppi social neocatecumenali come appartenenti alle comunità di Kiev bersagliate dalle bombe, a dimostrazione del fatto che non hanno paura della morte, hanno la resurrezione dentro eccetera.

La guerra inizia, loro ballano 'sfidando la morte'
mentre stanno al sicuro
a migliaia di chilometri da Kiev

Sta di fatto che, venuti a conoscenza di quanto stava succedendo, i presbiteri di Kiev sono tornati "nelle loro parrocchie": cioè sono tornati dalle famiglie neocatecumenali in missione kikiana per aiutarle a fare i bagagli e a partire (i presbikikos sono infatti al servizio dei laici del Cammino, non della Chiesa cattolica locale, anche qualora avessero un incarico diocesano). Come atto di aiuto verso i parrocchiani, racconta del soccorso ad una anziana sorella di comunità neocat abbandonata dai familiari con una bottiglia d'acqua da mezzo litro in mano. Molto consolanti altre testimonianze di fede in grado eroico sempre dei fratelli del Cammino rimasti a Kiev. Per esempio un responsabile di una comunità con 7 figli sta andando a distribuire aiuti alle famiglie del Cammino, dimostrando così a che testimonianza sono stati preparati in 31 anni di frequenza della comunità  neocatecumenale.

Vanno in cerca dei fratelli, preoccupati per tutti i fratelli che stanno lì, una meraviglia!
Per il 70% sono rimasti nelle loro città o si sono spostati, ospiti di familiari o di fratelli del Cammino.
Continuano a fare le loro normali attività del Cammino con i soliti ritmi: Lodi a Kiko, preparazioni, celebrazioni, catechesi, scrutatio per i giovani (Pellicciari estasiata commenta "una delle bellissime invenzioni del Cammino") eccetera.
Con coloro che invece sono sfollati (sempre del Cammino) hanno creato due comunità di 50 persone ciascuna, e ai bambini fanno scuola dei ragazzi del Cammino universitari che sanno 7 lingue.
Insomma, c'è una "Chiesa", c'è un popolo (neocatecumenale).
Alle famiglie in missione che erano tristi perché dovevano andarsene, don Pupkowski ha detto: "Non preoccupatevi, andate, Dio vi richiamerà per costruire il suo Tempio". (Tempio kikiano, s'intende!)
E la prof Pellicciari galvanizzatissima non resiste a fare una chiosa, dopo aver citato papa Giovanni Paolo II: "Voi con la fede [in Kiko, ndr] state rifondando la cultura europea e ucraina".

Curioso come non si parli neppure una volta di parrocchia cattolica e di fedeli cattolici (cioè non neocatecumenali). Come se il Cammino neocatecumenale in Ucraina (al massimo 1800 persone su 3 milioni di cattolici ucraini) fosse l'unica realtà di fede: ieri erano parrocchiani dalla fede tiepida: ora sono i cristiani veri dalla fede eroica! E si aiutano, ma solo fra di loro, si soccorrono, sempre fra loro, celebrano fra loro, come se non esistesse null'altro al di fuori di loro. 

Al di fuori della loro setta (non se ne adontino, è un termine tecnico: sono separati, questo è evidente!) non esiste nessuna altra realtà.

Abbiamo dimenticato di dire che il titolo  scelto per la trasmissione radiofonica era: "La guerra in Ucraina cosa dice alla mia vita":  è la solita domanda alla quale sappiamo che, qualsiasi cosa si risponda, alla fin fine deve tornare tutta a gloria del Cammino.
E così è andata anche questa volta.


Presenzialismo neocatecumenale:
abbarbicati in posizione strategica
in attesa del passaggio del Papa a Malta


Nota bene: alcune notizie della Chiesa Cattolica in Ucraina.

Più di 6.000 sacerdoti, frati e suore cattolici sono rimasti in Ucraina per fornire riparo, cibo, curare i feriti, fornire sostegno spirituale e amministrare i sacramenti. Alcune persone si sono confessate per la prima volta, per prepararsi alla morte. Vogliono anche confessarsi al telefono; ma il prete non può farlo. Alcuni sono andati a battezzarsi prima di andare in guerra e fare la prima Comunione.
Migliaia di persone si sono rifugiate nei seminari di due città; la Chiesa li accoglie e li nutre, dà loro un posto dove dormire e lavarsi, e sostegno spirituale.
Una granata ha colpito la residenza del vescovo di Kharkov, ma nessuno è rimasto ferito; e lì continuano a preparare i pasti da portare in due vicine stazioni della metropolitana.
Nella diocesi di Kyiv, la capitale, i supermercati sono vuoti; non c'è pane e acqua. Il vescovo ausiliare è incaricato di inviare il necessario e aiuta anche a caricare i veicoli con cui sono distribuiti.
Donne e bambini, circa 160, sono stati accolti in un seminario; e due collegi cattolici sono stati convertiti in dormitori. Seminaristi e volontari li servono.
Più di mille conventi e case di monache (924 in Polonia e 98 in Ucraina) aiutano i profughi e gli sfollati a causa della guerra.

venerdì 25 marzo 2022

Parroco neocatecumenale sfascia parrocchia cattolica ad Agat, Guam

Nella parrocchia del Monte Carmelo, in località Agat (isola di Guam), lo scorso martedì 22 marzo 2022 il pavimento è collassato sotto il peso dell'altare.

Il pesante altare di marmo e pietra era originariamente alloggiato nel "presbiterio" (l'area coi tre gradini), come in tutte le chiese cattoliche tradizionali, area costruita in modo da reggere grossi carichi statici (quell'altare in marmo e pietra peserà almeno una tonnellata).

(video da Jungle Watch)

Per iniziativa del parroco neocatecumenale, tal Rodriguez, originario della Spagna (e formatosi nel seminario neocatecumenale di Guam, seminario soppresso per grazia di Dio da alcuni anni), e a quanto pare senza l'autorizzazione dell'arcivescovo mons. Byrnes, e senza valutazioni sulla capacità del pavimento di reggere pesi importanti, l'altare era stato spostato al centro della chiesa (possiamo presumere dietro ferrea indicazione dei cosiddetti "catechisti" laici del Cammino: «l'ubbidienza al catechista è tutto»).

Nota per i fedeli cattolici: nel Cammino Neocatecumenale si viene addestrati a disprezzare il lessico tradizionale della Chiesa ("altare", "sacrificio", "sacerdozio"...): l'altare lo chiamano sempre "tavola", ed è ben possibile che nella zelante foga asinina sia partito il ragliante ordine perentorio di "mettere la tavola al centro", con i risultati che oggi tutti possono vedere - specialmente i parrocchiani...

Notate nel video anche la presenza di tappeti, e del seggiolone arrotondato ("sede" dove far accomodare il presbitero) posta lì dove una volta c'era l'altare. Per il neocatecumenalismo - così come per lo spiritodelconcilio - Nostro Signore va abbassato (l'altare spostato giù, ai piedi dei tre gradini), e l'uomo va innalzato (seggiolone e seggiole posti in cima al presbiterio, di spalle al Tabernacolo). Da ciò, i fedeli cattolici di Guam chiedono ironicamente ai fratelli del Cammino se con questo evento del crollo della parrocchia «il Signore vi abbia mandato un messaggio».

È proprio vero che dovunque il tumore neocatecumenale comincia ad allignare, per la Chiesa e per i fedeli non possono che arrivare danni su danni. Rimettere in sicurezza il pavimento della parrocchia costerà un bel po': essendo stata iniziativa "personale" del presbikiko, i cattolici chiedono che sia lui a sobbarcarsi le ingenti spese di riparazione (non oserà certo chiedere i soldi ai suoi cosiddetti "catechisti"; al più pagheranno i kikos, ma non ci crediamo troppo poiché il Cammino ha una lunghissima storia del far danni per poi farli pagare ai cattolici: la stessa arcidiocesi di Guam è in bancarotta perché deve pagare i risarcimenti per gli abusi sessuali sui minori compiuti dal vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron e dai preti pedofili che costui proteggeva).

Su un giornale locale commentano così:

È davvero un guaio che non abbiano lasciato la chiesa del Monte Carmelo così come era stata da quasi 70 anni a questa parte. Sono certo che chi ha spostato l'altare non aveva idea di quel che faceva.

martedì 22 marzo 2022

Intervista a don Pezzi

Domenica 20 marzo 2022 è  andato in onda don Mario Pezzi intervistato da Monica Mondo per Soul, rubrica di Tv2000.
Si tratta di una intervista breve, ma ci sono alcuni punti abbastanza significativi.
Intanto don Pezzi preferisce essere chiamato padre perché dice d'essere rimasto comboniano nel cuore, sebbene la sua carriera di comboniano sia in pratica terminata a pochi mesi dalla propria ordinazione, per il fatidico incontro, nei primissimi anni '70, con Kiko Argüello e Carmen Hernàndez presso la parrocchia romana dei Martiri Canadesi.
Il suo problema ai tempi (erano gli anni del '68, dei preti operai per intendersi) era il "trovare una forma del ministero sacerdotale più  vicino e intellegibile alla gente".  


San Daniele Comboni
evangelizzò l'Africa per davvero
Può essere che con il Cammino si sia avvicinato alle persone, certo che la figura del sacerdote, da lui rivestita, è  stata spogliata delle sue prerogative più importanti, i tre compiti/doni del sacerdote che sono la guida del gregge,  la formazione - nel Cammino compiti esclusivi  dei catechisti laici - e gli è rimasto solo ciò che riteneva la parte più debole e più  lontana dal popolo, quella di dare i Sacramenti: fra l'altro, i Sacramenti rivisitati dalla teologa Carmen che "ha fatto ricerche nei libri e nella Sacra Scrittura e ha trapassato questa sapienza a Kiko". Il sacerdote Pezzi ha solo potuto "assistere alle varie tappe con cui è  nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".

Addirittura, nonostante ammetta di essere stato educato in una famiglia cattolica e di essere stato ispirato dalla figura del Comboni, alla domanda della intervistatrice  "Lei l'ha avuta questa formazione (cattolica)?" risponde "L'ho avuta dopo, nel Cammino".
Insomma, è stato illuminato ed educato totalmente alla scuola dei due iniziatori iberici, ed è stato preso nella loro equipe solo perché  "nelle equipe ci deve essere il presbitero".

Riportiamo la sua risposta alla domanda su cosa sia il Cammino.
"Il Cammino è un dono che Dio ha fatto attraverso Kiko e Carmen alla Chiesa di oggi. Il Concilio è stato convocato per trovare un linguaggio per trasmettere le verità di sempre in un modo nuovo, più... e il Concilio ha dato le risposte soprattutto riscoprendo il valore della Parola di Dio che non può essere capita senza l'antico Testamento. Questa connessione sta alla base del Cammino neocatecumenale. Ha rinnovato la liturgia (qui ci stiamo perdendo: chi avrebbe rinnovato la liturgia? Il Concilio o Kiko e Carmen? Da come prosegue sembra siano stati Kiko e Carmen) Kiko come artista ...è  pittore, musicista, architetto e... tante altre cose...Carmen è  più  ricercatrice perché  era una chimica abilitata alla ricerca (???) e ha fatto questa ricerca nei libri e nella Sacra Scrittura e ha trapassato questa sapienza a Kiko, e io ho  assistito alle varie tappe con cui è  nata l'iniziazione cristiana nel Cammino neocatecumenale".
Insomma, il prossimo passo sarà quello di attribuire il Concilio direttamente a Kiko e Carmen!
L'intervistatrice a questo punto riporta il Pezzi, che stava partendo per la tangente, a terra chiedendogli "Quanto dura questo Cammino  neocatecumenale? O dura tutta la vita?"

A spanne, cerca di dare un'idea
di quanto duri il Cammino

Don Pezzi nega che duri tutta la vita. Infatti noi sappiamo che dopo più  o meno trent'anni si completa con il battesimo al Giordano, ma questo non vuol dire assolutamente che il singolo non sia tenuto a dover restare neocatecumenale, perché  gli viene spiegato che a quel punto è  appena nato: poi c'è  l'infanzia, l'adolescenza...consideriamo almeno altri 33 anni per arrivare alla piena maturazione, se brucerà le tappe come Gesù.

Don Pezzi afferma che il RICA (il Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti, cioè il percorso formativo che un adulto non battezzato riceve prima del Battesimo) "dice che non c'è  problema di tempo... ha una durata non stabilita".
E con questa scusa viene imposto a cattolici che hanno fatto sicuramente più  anni di catechismo in preparazione  ai Sacramenti un tempo indefinito di attesa prima di potersi dichiarare degni di dirsi battezzati.

Don Pezzi dimentica volutamente che il tempo non definito del RICA potrebbe essere condensato anche nell'ambito di una sola celebrazione, quella battesimale, se il candidato è  già  preparato e maturo nella fede!
 
Qui, con i suoi formatori
 
Continua don Pezzi dopo aver preso la rincorsa: "I nostri angeli, i catechisti itineranti che vanno senza soldi buttando la sua vita per l'annuncio, annunciano la buona notizia che Dio ci ama come siamo e che non chiede che cambiamo per amarci. E questo tocca il cuore soprattutto dei molti peccatori perché sempre abbiamo avuto lo schema che Dio ama i buoni e castiga i cattivi e invece Dio ci ha amati quando eravamo suoi nemici... E Gesù  Cristo dandoci il suo Spirito ci fa figli di Dio... San Paolo nelle lettera ai Galati dice che i frutti della carne sono invidia, gelosie...i frutti dello Spirito  che abita in noi invece... chiaro che ci vuole una iniziazione. Noi siamo abituati che per diventare ingegnere ci vuole un corso  di tanti anni, per diventare chirurgo...e per diventare cristiani... per questo il Cammino è un dono a questa società" eccetera eccetera.

È  la solita vecchia storia di Dio che ti ama come sei e che non ti chiede di cambiare. E si passa dal peccato all'avere lo Spirito dentro senza nessuna contrizione per il peccato, nessuna confessione nessuna conversione.
Don Pezzi omette di dire che San Paolo proprio in quel brano citato avverte i Galati "circa queste cose (invidie, gelosie eccetera) vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio". E i Galati erano convertiti e battezzati, eppure San Paolo non riteneva che avessero lo Spirito Santo in automatico, non dimenticava di chiarire la necessità di cambiare vita per essere in grazia.

Soprattutto mai la Chiesa ha pensato o si è  comportata in modo da far credere che per poter essere e dirsi cristiano bisognasse fare una laurea in ingegneria o in medicina, come don Pezzi cerca di far credere per giustificare l'esistenza del Cammino neocatecumenale, anzi la sua necessità  nella società odierna.
Senza contare il fatto che mediamente un neocatecumenale dopo trent'anni di studio è  più ignorante in materia di Sacra Scrittura di un pentecostale dopo un training di un paio d'anni.

 

Nennolina e Anna De Guigné, due bambine sulla via della canonizzazione senza bisogno della laurea in ingegneria del Cammino

La parte finale dell'intervista è  dedicata alla trasmissione della fede ai figli, con le Lodi alla domenica mattina, la partecipazione all'Eucarestia neocatecumenale quando hanno una certa età e "quando hanno 13 anni sono invitati ad entrare in una nuova comunità": e qui si chiude il cerchio.
L'intervistatrice crede di ravvisare un che di ebraico in questa formula formativa. Don Pezzi, felice, conferma e, dimentico del fatto che un ebreo maschio veniva accolto nel popolo già  con la circoncisione, così  come nella Chiesa si entra con il Battesimo fatto già da infanti, paragona la formazione dei giovani alla  accettazione di un  proselito come ebreo solo se è pronto a morire. È  chiaro che la Chiesa dei sogni di don Pezzi non è più la Chiesa cattolica. Oppure il Cammino lo ha confuso oltre ogni limite.

Alla domanda conclusiva su se il Cammino sia anch'esso in crisi di adesioni, la vaga risposta di don Pezzi risulta essere una conferma.

Con il canto finale "Maria piccola Maria" risuona finalmente  nello studio La voce del Padrone.

sabato 19 marzo 2022

... a nome di Kiko e della sua equipe, vi informiamo...


Tacevano ormai dal 9 dicembre 2021: "Cattedrale di Bahrain, progetto di Kiko Arguello" quando il 17 marzo 2022 si son rifatti vivi sul Sito ufficiale del cammino dove sono sempre parchi.

Danno un annuncio:

X INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE. ROMA – ITALIA, 22-26 GIUGNO 2022.

Carissimi fratelli, a nome di Kiko e della sua equipe, vi informiamo che in data 6 Dicembre 2021, il Cardinal Farrel ha scritto a Kiko Arguello una lettera, in vista del X Incontro Mondiale delle Famiglie, in cui sollecita di incentivare la partecipazione volontaria dei fratelli, seguendo gli Orientamenti qui allegati.
Dalla Segretaria del Centro Neocatecumenale di Roma e di Madrid.


(Rinviando al Sito ufficiale istituito per l'evento indicano di seguito gli ORIENTAMENTI PER LA PREPARAZIONE ALL’INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE 2022 e il VIDEO DI PRESENTAZIONE degli stessi.)

Farrel, si dice, avrebbe inviato una lettera a Kiko già il dicembre scorso sollecitandolo a favorire "la partecipazione volontaria dei fratelli", "seguendo gli Orientamenti allegati"

Cardinal Kevin Joseph Farrell

Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita

 

E qui casca l'asino!
Perché noi li conosciamo.

Ci sono due paroline che confliggono con lo "spirito del cammino": 'volontaria ' partecipazione dei fratelli e 'seguendo' gli orientamenti della Chiesa (e quindi non i loro). 

Come sempre accade bisogna saperli leggere.
Non hanno nulla da ostentare col fatto che Farrel abbia scritto a Kiko. Più che una lettera di cui vantarsi a me sembra un tentativo (forse l'ennesimo tentativo disperato) di indirizzare Kiko sulla retta via, la via che seguono tutti, tranne lui.

Staremo a vedere se obbediscono, o almeno ascoltano per mezza volta; guardia alta!

Kiko ha approfittato sempre di simili eventi per fare il suo.
Sempre scollegato dalle iniziative di Roma e delle Diocesi. Con catechesi proprie e cogliendo l'occasione per le chiamate vocazionali di arruolamento stabile al cammino e dispiegamento delle truppe cammellate.
Tutte cose che sono ben note a tutti.
Salvo presentarsi puntualmente ai raduni col Papa, organizzati dalla Chiesa, quando si tratti di ostentare la consistenza numerica di vocazioni e famiglie neocatecumenali rispetto alle altre realtà ecclesiali. Pezzo forte del cammino. 

A noi vien da ridere, già solo scorrendo gli ORIENTAMENTI dati e pensando a loro.
Sappiamo che da loro saranno ignorati, come sempre.

Ricordo quando anche io ero giovane e neocatecumenale. Pareva che non ci fosse altro che l'incontro con Kiko, di cui lo stesso incontro col Santo Padre che lo precedeva - Kiko nelle GMG ha sempre utilizzato il giorno successivo il palco del Papa - era percepito come meramente preparatorio alla vera predicazione kerigmatica, la sua. Nulla più di questo.

Giovani in ginocchio di fronte alla pseudo-vocazione al cammino


Dal video di presentazione degli orientamenti - caricato sul Sito ufficiale del cammino - apprendiamo le indicazioni per tutti: 

  • Come si può preparare la mia diocesi per celebrare l'incontro mondiale delle famiglie?

    Costituire un'equipe pastorale. Utilizzare il tema dell'incontro: "L'amore familiare: Vocazione e via di santità".
    Utilizzare le sette catechesi preparatorie; utilizzare i sussidi prodotti dal Dicastero durante l'anno "Famiglia Amoris Laetitia".

  • È possibile organizzare l'incontro mondiale delle famiglie con altre Diocesi o attorno ad un Santuario?

    Assolutamente sì. Questo aiuta a salvaguardare lo spirito proposto dal Santo Padre di realizzare un Incontro Mondiale multicentrico e diffuso.

  • Come potrebbe essere il programma?

    L'obbiettivo è che dal 22 al 26 giugno le famiglie siano al centro della Cura Pastorale.
    Ideale è prepararsi in libertà e con creatività , per esempio seguendo via streaming il Congresso Pastorale di Roma organizzando Conferenze locali con testimonianze di coniugi; proponendo feste e riunioni di famiglie; recita del Rosario; Adorazione Eucaristica.

  • Come potrebbero svolgersi le giornate dell'incontro nelle Diocesi e nelle Parrocchie?

    Guarda il programma sul sito web dell'incontro e trova ispirazione.

  • Quali sussidi verranno offerti per la realizzazione dell'incontro nelle Diocesi?

    Un'ipotesi di programma, Sussidio Pastorale, Sussidio Liturgico, Suggerimenti per il mandato alle famiglie.

"In questa casa nacque il Kiko Arguello"

Ma se sono idolatri fino a tal segno,

che Orientamenti della Chiesa vogliono seguire?


Quando leggiamo amore familiare, vocazione e via di santità, qualcosa stride col contesto!

Si parla di catechesi preparatorie e sussidi prodotti dal Dicastero e ci pare di sentire i mal di pancia degli iniziatori e degli itineranti allergici.

Se poi ci soffermiamo sullo spirito proposto dal Santo Padre, ossia di realizzare un Incontro Mondiale multicentrico e diffuso, ci chiediamo costernati come la metteranno nome i kikocentrici tutti concentrati sul loro ombelico, secondo lo spirito degli Iniziatori, carisma primitivo / spirito del cammino...

Quando si parla nel dettaglio del Programma, poi, è tutto un crescendo sul quale non ci soffermiamo ma che vi lasciamo gustare in libertà.
Arriviamo direttamente agli ultimi due punti fortemente rimarcati:
Recita del Rosario; Adorazione Eucaristica. Siamo alle solite, nulla abbiamo da aggiungere. 


Le due colonne che Kiko e Carmen vogliono buttare giù

Bene, facciamo i nostri migliori auguri all'organizzazione neocatecumenale, già attiva a pieno ritmo di sicuro, come al solito. E vedremo, anche questa volta, come se la caveranno. Cosa escogiteranno per fare solo, unicamente e sempre tutto quello che vogliono e che risponde ai desiderata di Kiko. In piena disobbedienza alla Chiesa.

mercoledì 16 marzo 2022

Siamo noi la Chiesa.


Smontiamo, come promesso, un altro pezzo del recente video di testimonianza sulla santità di Carmen, apparso in internet il 30 gennaio scorso.

Ricordiamo che si trattava di un programma-intervista,  "SACRE QUESTIONI",  condotto da un giovane dell'Opus Dei e trasmesso su YouTube e Zoom; dedicato a Carmen Hernández, riportava le testimonianze di don Francesco Voltaggio e Debora Donnini, figli di due 'big' del Cammino,  e un'intervista a  Charlie Metola, il postulatore della causa di beatificazione della cofondatrice.

Nello scorso thread ci siamo occupati dei ricordi di don Francesco e di Debora, battezzati nella stessa veglia pasquale e cresciuti all'ombra di Kiko e Carmen (destino per il quale non ci sentiamo sicuramente di invidiarli); di seguito, riporteremo un sunto di quanto affermato da Metola, fratello del Cammino e postulatore della causa di beatificazione, cui seguirà  il nostro commento. 

Carlos Metola – dal minuto 40 - racconta il viaggio di Carmen in Terra Santa:

In Terra Santa, Carmen compie 33 anni il 1963. 

Il '62, inizio del Concilio Vaticano II: storia di Carmen, storia della Chiesa

Sono due i posti importantissimi per Carmen in Israele


Primato di Pietro. Terra Santa.

Il Primato di Pietro.
"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa".
E Carmen, soffermandosi per ore e ore al Primato si chiede:
"Ma qual è il mio posto nella Chiesa?"
e sente che Dio le risponde:
"Tu mi vuoi bene?"
e lei domanda:
"Qual è il mio posto nella Chiesa?".
Lì sente che non deve fondare niente.
Poi si è trovata con Kiko Arguello a Madrid ed entrambi avevano sentito lo stesso:
Il Cammino non è un movimento, il Cammino non è una cosa nuova nella Chiesa e le comunità neocatecumenali, dove si fa questo cammino, sono nelle parrocchie. I seminaristi e i presbiteri del R.M. non sono una congregazione a parte e i seminari neocatecumenali sono seminari diocesani dentro la diocesi, i presbiteri sono presbiteri diocesani. Anche le vocazioni religiose delle ragazze o quel che sia sono dentro gli ordini già esistenti.
Non creando una cosa nuova. Carmen ha visto al Primato di Pietro il “rinnovare la Chiesa dal centro della Chiesa” come una missione che le veniva affidata. 


Ain Karem (luogo della Visitazione). Terra Santa.


Altro posto bellissimo: 

Ain Karem.
La Visitazione.
Maria e Elisabetta, due donne incinte e due donne che sono state rifiutate. Piccole proprio! Maria era rimasta incinta fuori del matrimonio ed è stata rifiutata... . Elisabetta non aveva figli ed era anziana, tutt'e due sono state rifiutate...
Con queste due ‘poveracce’ donne (ndr. che bel modo di definire la Madonna e Sant'Elisabetta!) Dio ha fatto cose grandi:
"Hai fatto in me cose grandi...” .
Questo ha sentito dentro di sé Carmen, proprio in Ain Karem:
"Io sono una poveraccia! (ndr. Ah, ecco perchè, per assimilarle a lei!) Chi sono io? Non sono chimica, non sono religiosa, che sono io qua?".
E ha sentito nel suo cuore:
"Io farò con te cose grandi..". (ndr. Dio non aveva trovato sulla terra nulla di più simile alla Madre del Suo Figlio e a Santa Elisabetta. Appunto.)

Anche il Concilio è stato importante con la sua rinnovazione della Parola, della Liturgia, della Comunità, è stato il fondamento del cammino.
Questo stanno vivendo i fratelli: un rinnovamento della Parola di Dio enorme. Lei, Carmen, stava sempre con la Parola, leggendo, pregando; e la Liturgia... Carmen ha dedicato anni di studio ai due Sacramenti che accompagnano tutta la vita cristiana: la Penitenza e l'Eucarestia.
La Penitenza: ha studiato tutti i padri della chiesa e ha voluto arrivare fino alle radici ebraiche.



Completa l’excursus Voltaggio, testimone che di Ain Karem lei stessa, la Carmen, ne parlava dicendo:

"È stata per me come una visione, una visione del futuro; ho sentito la Madonna che mi diceva - io che forse pensavo che dovevo creare un movimento, un'associazione, qualcosa - ho sentito la voce della Madonna che mi diceva

"No, benedetta sei tu fra le donne sarà la Chiesa".

E qui don Francesco Voltaggio parte, con le consuete assonanze bibliche... 

che veramente è successo a lei come a Mosè. Un'esperienza profonda di Dio nel Sinai col roveto ardente.
"Questo è il segno che io ti darò". Qual è il segno? Che "tu porterai un popolo in questo monte, tu verrai qui.."
Continua Voltaggio:
"Con le dovute distanze" Carmen ha vissuto questo, perché oggi ha trasmesso tutto questo amore alla scrittura e alla terra santa a un popolo.
Dio l'ha chiamata, ad è tornata portando un popolo, prima gli itineranti poi tutti i fratelli, Vescovi e anche Rabini."
Carmen non vorrebbe lasciare la Terra Santa.
Torna a Madrid e incontra Kiko che "ha sentito" le stesse cose che ha sentito lei. Disegno magnifico della provvidenza!


E la giostra inizia a girare. È nato il sodalizio fatale. Una miscela esplosiva. 


Il Cardinale Rylko tenuto in ostaggio dagli iniziatori.


Questi video, da autocelebrativi ad autodenuncia è un istante! 

Rimarcano, attraverso i protagonisti, la distanza incolmabile tra la realtà vera e le loro astruse fantasie, che in 50 anni sono diventate storia.


Il Cammino Neocatecumenale si definisce e si vanta molto di essere: una modalità di attuazione del catecumenato” ripristinato nella Chiesa Cattolica dal Concilio Vaticano II, dopo che si era perso nel corso dei secoli; “porta d’ingresso” alla Chiesa attraverso il battesimo vissuto a tappe; itinerario di formazione Cattolica post battesimale valido per la società ed i tempi odierni” (quando devono definirsi ricorrono sempre, ancor oggi e in primis, alla fatidica Lettera di Giovanni Paolo II del 30 agosto 1990.

Ma magari si fermassero a considerarsiuna modalità di attuazione”! Da sempre li abbiamo sentiti affermare: “Solo noi abbiamo il catecumenato”. Che significa, solo noi riviviamo il battesimo che è unica porta di accesso alla chiesa e alla “fede adulta”. Si considerano unici.

Siamo noi la chiesa senza altri distinguo. 

Una accozzaglia indegna di simboli ambigui.

 Per questo insistono che il cammino non è una spiritualità e per questo il cammino è un’offerta rivolta a tutti: lontani, cristiani della domenica e religiosi naturali, appartenenti ad associazioni e movimenti vari (che dovranno abbandonare prima o poi, se scelgono la loro opzione). Offerta perfino ai sacerdoti e ai parroci e anche ai vescovi (ne abbiamo conosciuti diversi che si sono sottoposti alle tappe e fatti condurre dai catechisti), a tutti. E tutti, quando aderiscono, ricominciano da zero, perché il Cammino si fa per se stessi, con annessa ammissione di non avere “fede” e riconoscimento profondo di essere peccatori (scoperte che sono un’esclusiva neocatecumenale).


Il Neocatecumenato è una “illuminazione” folgorante e tutto il passato serve solo a confermare che mai si è stati cristiani veri prima, fino al giorno in cui si è ascoltato il Kerigma di Kiko e si è iniziato il cammino “per la propria vita”. Perchè il cammino “si fa”, non si studia sui libri. Il Cammino si capisce solo facendolo, vivendolo.

Di fronte alla sorprendente sfida della sintesi kerigmatica, teologico-catechetica (come orgogliosamente la definiscono) nata nelle baracche, le povere catechesi in uso nelle parrocchie impallidiscono: sterili conferenze buone solo a nutrire la mente e incrementare la cultura. Ma si resta pur sempre “cristianucci della domenica”.

Quello che serve per arrivare alla fede adulta è il rinnovamento del Battesimo, in un Cammino che ricalchi il catecumenato primitivo. Non un rivestirsi, ma il contrario. Un cammino di kenosis fino alle acque battesimali in cui muore l’uomo vecchio e nasce l’uomo nuovo.
Altro che religiosità naturale, è una “natura nuova” capace di amare nella dimensione della croce, di amare il nemico.

Il Cammino: iniziazione cristiana di tipo catecumenale post-battesimale percorrendo le tappe del battesimo ricevuto da piccoli secondo lo schema dell’OICA. E si rivendica l’approvazione degli Statuti e del Direttorio Catechetico.

Il Direttorio Catechetico pur richiamato negli Statuti è lungi dall’essere approvato. Non tutti i mamotreti contenenti la predicazione di Kiko e Carmen per le varie tappe sono stati sistematicamente studiati per la successiva approvazione. Eppure gli Statuti approvati lo sottendono e lo citano, associandolo proditoriamente ogni volta all’OICA i cui richiami, vincolanti, sono puntualmente disattesi.


L'articolo 16 comma 3.

Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale..", ecc .


Campa cavallo! La koinonia nel cammino si esaurisce soltanto all'ambito ristrettissimo della comunità.

L'articolo 19 comma 2 è assolutamente misconosciuto e inapplicato (lo citiamo a dimostrazione della prassi consolidata nel cammino e della ipocrisia neocatecumenale): 

"§ 2. Gli scrutini aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica,82 l’OICA e il Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale." 

Non si capisce come l'OICA e il Direttorio possano essere citati insieme quando UNO NEGA L'ALTRO! 

La Chiesa nega la possibilità di ripetere i Riti Battesimali, ammettendo solo dei Riti consoni allo stato di Battezzati!

E’ bene approfondire a riguardo cosa dice il Direttorio e concretamente prevede, visto che la prassi molto rigida che impone è opposta all' OICA?

Perchè citarlo in modo da permettere la schizofrenia? 

Riduzione della realtà al loro mondo

Il C.N. è una prassi invalsa nella Chiesa, che stravolge Parola, Liturgia, Tradizione. Si impone, nel suo rigidismo, secondo “lo spirito degli iniziatori” che deve essere trasmesso con assoluta fedeltà dai kikatekisti inviati da Kiko e Carmen a “fondare comunità”. Esso si radica sull’obbedienza cieca e irrazionale degli adepti.

Perché meravigliarci oggi delle incongruenze con l’OICA?

Ripetiamo una volta di più che i Neocatecumenali sono altro dalla Chiesa e sono altro da quello che, mentendo, loro stessi dicono di essere.


Blaterano di “Abba” “Padre”, ma uno solo è il loro padre, il padre della menzogna e dell’inganno. 

La cosa più grave è la conclusione penosa di tutto questo gran macello. 

Negano anche di essere “una modalità”, pretendono di essere anche gli unici; l’Unico Catecumenato. 

“Solo noi abbiamo il catecumenato per gli adulti, a noi il Signore lo ha ispirato”

Quante volte lo abbiamo sentito ripetere? Che è lo stesso che dire quello che don Francesco Voltaggio con tanta chiarezza ha espresso nel video, riferendo l'esperienza di Carmen Hernandez:

 “non c’è Chiesa senza di noi”

Tutti gli altri che si definiscono cristiani, cattolici, al massimo si sono “sopravvestiti” o indossano ancora l’abitino oramai stretto della prima comunione; cristianucci della domenica in un caso e nell’altro. 

E ancora: “Il cammino non è per tutti, non tutti ce la fanno, è un’elezione riservata a prescelti a cui Dio ha destinato, fin dalla fondazione del mondo, Kiko e i suoi itineranti come catechisti per sempre".

Che gran fortuna! Una Fortuna con la f maiuscola!

Le Due Colonne che tengono salda la Chiesa e che Kiko disprezza.