lunedì 30 luglio 2018

I "frutti" marci dell'indottrinamento kikiano/carmeniano.

A Rebel, al suo dolore e al suo coraggio,
e alle tante vittime silenziose del cammino,
che lo stesso coraggio non hanno!
La vittima viene calpestata due volte, rendendola anche responsabile della "ripulitura" della coscienza (quale coscienza???). Ribrezzo e ripugnanza sono sentimenti datici per riconoscere il male e mai come in questo caso sono appropriati.
(da Simonetta)
Torno, non senza dolore, ad un post pubblicato di recente sul nostro blog:
"E voi pregate per il vostro "catechista" neocatecumenale?"

Analizzando il Cammino Neocatecumenale tanto accuratamente, come qui facciamo, col contributo di tanti - ex camminanti e non - siamo mossi dal desiderio che aria pulita e luce invadano le salette della segregazione kikiana. Vorremmo, nel nostro piccolo, contribuire al risveglio dei poveri "indottrinati".
Speriamo che tanti, leggendo e riflettendo in se stessi, liberamente confrontandosi con l'esperienza personale e con i dubbi, che magari già serpeggiano numerosi, si riapproprino di quella dignità, che Kiko nega e che spetta di diritto ad ogni essere umano. Essa si fonda sul sano discernimento di ognuno che, a sua volta, prende forma nella piena libertà della propria coscienza, rettamente formata e radicata nella "Fede vera".

Piccola Premessa:
Sempre più raccogliamo numerose e puntuali conferme da parte di "camminanti convinti", Anonimi chi più chi meno, che si avvicendano, con i loro commenti, qui sul nostro blog.
Si tratta, come è ovvio e proprio per questo, di autorevoli conferme, al di là delle stesse intenzioni di tali camminanti imprudenti.
È evidente che i paladini del cammino intervengono qui con il preciso intento di contestare le nostre argomentazioni, e tutto quanto portiamo alla luce li fa imbestialire; si dichiarano, di volta in volta, offesi o incompresi o calunniati. Ma alla fine della fiera, quando aprono bocca in difesa del cammino, sortiscono sempre l'effetto opposto a quello che si prefiggevano.
Infatti "la bocca parla dalla pienezza del cuore": ciò è sempre vero e finiscono per esplicitare, con i famosi «fatti concreti» (che sono loro stessi, così come si mostrano), e con esempi molto tangibili, quanto qui andiamo argomentando. Sostegno fantastico, insperato e incontestabile alle nostre tesi, per il quale nutriamo, nei loro confronti, profonda gratitudine.

Vale la pena, di tanto in tanto, riproporli.
Questo commento è emblematico:
"Ciao Rebel, non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male anzi ha giustificato perché non sapevano quello che facevano."

(da: Saverio)

Gesù non accusa, Kiko Argüello accusa.
Una frase che può non significare niente di inquietante, presa così.

Fondamentale è il contesto.
Da un lato i racconti di Rebel(1) che testimoniano, ancora una volta, l'arcinota mala gestione, tanto diffusa nel cammino, dei casi di abusi e violenze subìte dai camminanti nel contesto del neocatecumenato stesso; dall'altro le perle di saggezza che ci elargisce il "Saverio" di turno a conferma, se ancora ce ne fosse bisogno (e suo malgrado), del pessimo discernimento kikiano, che tutto è fuorché "discernimento".

La prima parte:
"non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male"
senza dubbio è ambigua a prescindere .

Che significa che Gesù "non accusa chi gli ha fatto del male"?
Gv 19:
8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura 9ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
Allora: "non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male": è un'affermazione senza senso.
Gesù in generale non condanna nessuno (Gv. 12, 47b: "non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo"). Gesù, nella sua missione, si offre per tutti: in ciò stesso si attua un "giudizio". Gesù è la pietra angolare "pietra di scandalo e sasso d'inciampo", ed esiste un solo, vero, giudizio: accogliere o non accogliere la Verità che è Cristo stesso, la Parola che Egli ha portato.
È questa Verità che ci convince di peccato, ma è per portarci al pentimento, al dolore che nasce dalla vera contrizione, al desiderio di cambiare, di riparare al male commesso.
Premessa necessaria per incontrare la Misericordia: "va’ e non peccare più"
Gesù non ha bisogno di accusare nessuno. Ognuno può trovare in se stesso chi lo accusa quando uccide l'Amore, in una qualunque delle svariate forme che assume il male.
Gesù ha dato una Parola a Pietro, egli si pentì, pianse e trovò misericordia.
Gesù ha dato una Parola a Giuda, Giuda la rifiutò, si scandalizzò, non conobbe pentimento e scelse da solo la sua condanna.
Dunque si comprende come Saverio, ammaestrato dalla pessima catechesi del cammino, artatamente presenta un "Gesù che non accusa chi gli fa del male" per inculcare che, allo stesso modo, le azioni di violentatori e abusatori di innocenti e indifesi non vanno messe sotto accusa e, per ciò stesso, non sono azioni deprecabili e di conseguenza nessuno le denunci: nessuno provi a fare giustizia, nessuno chieda giustizia, poiché il cristiano - questo il punto cruciale - è colui che "ama il peccatore", che non si scandalizza di nessun peccato perché "conosce" - grazie alla terapia neocatecumenale del "fango del cieco nato" a cui tutti i camminanti indistintamente vengono sottoposti - che lui stesso è capace anche di peggio.
Questa conoscenza, ben radicata in lui, è aver raggiunto la "Fede adulta", promessa ai camminanti disciplinati e obbedienti.

Questa realtà la smaschera per noi il prezioso neocatecumenale Saverio: nel Cammino le vittime vengono chiamate a conversione se non perdonano, poiché non perdona chi giudica, sentendosi migliore degli altri. Questi è un fratello molto indietro col cammino, che di certo non passerà al prossimo scrutinio che lo attende! Perché egli è un peccatore che ancora non "conosce" di esserlo!
Saranno, dunque, i katechisti che metteranno davanti a chi ha subito violenza che, se giudica, e perché NON HA ANCORA CONOSCIUTO di essere capace di fare di peggio.
Questa è la verità a cui il cammino porta il fedele camminante.
L'assurda conclusione, se chiudiamo, infine, la nostra deduzione, è che per i neocatecumenali lo stesso Signore che ha concesso al porco di conoscersi tale permettendo per lui il peccato, ha permesso per la vittima di subire il peccato e restare cieca per sempre, piena di giudizi e di rancore, con la violenza subita e l'incapacità di perdonare chi gli ha fatto tanto male!

Il paradosso è che alla vittima resterebbe una sola speranza: che un giorno il Signore - nella sua misericordia per la sua incurabile ignoranza - faccia cadere anche lui in un peccato schifoso, peggiore di quello che ha subito a sua volta e con cui distrugga un altro innocente, lui che si sentiva tanto bravo.
Finalmente anche per lui la gnosi si compirà e conoscerà la salvezza.


Origini del cammino a Palomeras Altas
Purtroppo Saverio, col suo giudicare lapidario, ci da la più triste conferma della orrida formazione, da noi più volte denunciata e che si riceve nel cammino Neocatecumenale.
E' questa formazione de-formante alla base del regime di complice omertà, così diffuso nel cammino.
In quanti abbiamo detto le stesse cose?
L'isolamento in cui la vittima si viene a trovare, all'interno stesso delle comunità, può evitarla in un sol modo: chiudendosi per sempre la bocca, tenendosi dentro segregato il suo dolore e tutta la devastazione per il male subito.
Non gli resta che aspettare che Dio permetta... che sia insozzato dal fango e si vada a lavare dall'«inviato»... e scopra...

La seconda parte: "anzi ha giustificato perché non sapevano quello che facevano" - è una affermazione inaccettabile in un simile contesto.
È qui che Saverio, il fedele camminante, dimostra, al di là delle sue intenzioni e in senso totalmente opposto ai suoi "santi" propositi, che la frase di Gesù dalla Croce "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" è usata anch'essa, nella prassi ormai consolidata del Cammino Neocatecumenale, in forma strumentale, per sigillare definitivamente la bocca, già chiusa, a chi ha subito abusi, violenze, soprusi di ogni tipo.
Ulteriore aggravante è che, molto spesso, avviene proprio ad opera delle persone più accreditate nello stesso cammino. Figure forti di riferimento, prese ad esempio dal gregge, contano molto agli occhi incantati degli ingenui camminanti, mentre commettono la grande iniquità di usare il loro ruolo non per servire, né per edificare, ma per spadroneggiare sul prossimo, abusare degli altri, dando così solo scandalo.
È noto a tutti che, nel cammino, coloro che hanno un ruolo di guida (ossia i catechisti, gli itineranti e Kiko stesso) godono di una smisurata ammirazione e di un potere assoluto e indiscusso, potere che potremmo definire quasi "necisque vitae".
Queste persone non vanno mai corrette, non vanno mai messe davanti alle loro responsabilità. Se le si allontana, per un tempo breve, dall'esercizio del ruolo che ricoprono, è sempre e solo per scongiurare la ricaduta dello scandalo sul cammino stesso. Il cammino va sempre preservato, sopra ogni cosa, questa la parola d'ordine. Ma anche i suoi pezzi grossi vanno sempre difesi, a prescindere. Una defenestrazione senza appello creerebbe un precedente che farebbe traballare fin dalle fondamenta il potere indiscusso del "catechista", irrinunciabile e qualificante nel cammino; dopo una breve quarantena, lungo la quale il detronizzato per colpe gravi viene tenuto nascosto agli occhi del popolino, questi tristi figuri vengono sempre rimessi in sella e al posto che occupavano prima delle nefandezze di cui si sono resi responsabili. Questo è fondamentale, perché tutti comprendano molto bene come le cose funzionano nel cammino, per volontà degli iniziatori stessi.
Da un'altra parte, la infallibilità dei catechisti è cosa indiscutibile, assistiti come sono, senza ombra di dubbio, dallo "spirito santo" che accompagna tutti quelli che operano nell'evangelizzazione neocatecumenale quando sono inviati da Kiko (e Carmen) e fortemente "uniti a loro".
(Ricordiamo Carmen, perché lei sempre ripeteva questa cosa: inviati da NOI e uniti a NOI, come unico fondamento di tutto l'impero).
Anche per questo motivo è inconcepibile che non ci sia, alla fine, la riabilitazione anche per i recidivi/seriali.

Moltissimo abbiamo trattato e in tanti di noi questo tema spinoso! Ma il commento dell'incommentabile "Anonimo Saverio" ci costringe a tornare, ancora una volta, sull'argomento.

Quanto afferma certamente non gli fa onore come persona. Questo è lampante e non richiede spiegazioni.
Non gli fa onore neppure come "camminante fedele" del neocatecumenato, perché non rende di certo un buon servizio al buon nome della premiata ditta targata Kiko Argüello. Certe cose, per il bene della società o meglio del "sistema" a cui Saverio appartiene, avrebbe fatto bene, per la sua parte e come fanno molti altri, più avveduti di lui o semplicemente più scaltri, a lasciarle celate nell'arcano, senza venirle a sbandierare qui a sua vergogna (e vergogna del cammino)!
Celate, dico, in quell'arcano al quale, non per caso, possono accedere solo gli "iniziati", o meglio "lobotomizzati" e annichiliti camminanti fedeli e convinti: gli unici ad essere in grado di "comprendere", poiché hanno rinunciato a ragionare, quella che, invece, per i comuni mortali è una "scienza troppo alta". Comuni mortali, come noi stessi siamo, che veniamo costantemente accusati, da Saverio e compagni, di non capire, come di fatto non capiamo, come si possa osare addirittura di attribuire alle parole e all'operato di Gesù la giustificazione, anzi la vera e propria legittimazione, delle numerose nefandezze che si consumano tra le mura di sale e salette delle "piccole comunità" di Kiko e Carmen, proprio a danno di quei poveri e piccoli con cui Nostro Signore si identifica.

Come potrebbe mai il Signore stesso
"autorizzare" qualcuno a peccare?
Quei piccoli ai quali "appartiene il regno dei cieli".
Riferendosi a loro Gesù ha detto "guai a chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli"... meglio per quest'uomo mettersi al collo una macina di mulino e gettarsi in mare!
Quei poveri al cui grido Dio tende l'orecchio e ai quali renderà giustizia, dei quali Egli stesso si fa scudo e baluardo.

La venuta del Signore è sicura come l'aurora!

Quando la notte è più oscura e più sembra impossibile, quello è il momento in cui la luce inizia a spuntare. Bene lo sanno le sentinelle, che fanno il turno di guardia nella notte.

Quante volte, con le lacrime agli occhi, abbiamo ripetuto le parole del profeta?

Fino a quando, Signore, implorerò
e non ascolti,
a te alzerò il grido: "Violenza"
e non soccorri?
Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?

Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l'iniquità,
perché vedendo i malvagi, taci
mentre l'ampio ingoia il giusto?

Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.

Il Signore rispose e mi disse:
"Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà".

Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede.

(dal profeta Abacuc, 1-2)



(1) (da: Rebel)
Pregare per un catechista? Cosa dovrei augurargli e per quale catechista dovrei pregare tra i tanti che ho avuto la disgrazia di incontrare?
Bene, quindi ne scelgo uno, forse colui che più mi ha leso, quindi mi segno con un sano Segno della Croce recitando innanzitutto una meravigliosa Ave Maria, giusto per infondermi coraggio. Mi adagio sulla mia seggiola dinanzi al quadro raffigurante la Madonna di Fatima, stringendo fra le dita quel Santo Rosario tanto criticato dai componenti più alti e principali del cammino. A questo pensiero sgrano il mio Rosario con le dita perdendomi nei pensieri, riflettendo sulle intenzioni che hanno condotto le azioni del catechista in questione, che corrispondono unicamente al farmi del male.
Quindi rifletto ulteriormente, osservando la Croce della Santa Corona raffigurante il Cristo crocifisso e penso alla mia di croce, quella che con dignità ho sempre portato mai accettando, però, che il male venisse per questo giustificato. Una croce adattata alla mia persona da gente che annunciava un Regno di Cristo conquistabile solo tramite la conoscenza delle proprie meschinità. Falso! Pronunciano balordaggini! Quelle meschinità ledono il prossimo, non possono condurre alla santità!
Quindi scuoto un po' il capo per abbandonare queste considerazioni e provo nuovamente a pregare per il catechista, non ce la faccio, così ripercorro il tempo passato rimembrando il momento in cui ha ben pensato di approfittarsi della mia giovane età e del mio essere sola, senza famiglia al seguito, pensando bene (anzi male) di pronunciare in seguito alla balorda e schifosa violenza: "perdonami, mi faccio schifo da solo, esaudirò ogni tuo desiderio pur di togliermi questo peso. Non dire niente ti prego". Parole mai dimenticate per lo sdegno e la nausea che mi provocarono.
Quindi nuovamente apro gli occhi, infilo al collo il mio Rosario, ripropongo un' Ave Maria rivolta a me e tutte le vittime di questi reietti e ricomincio a respirare aria pura.
Ho provato a pregare ma è impossibile, la loro persona, quella dei catechisti immersi totalmente nel kikianesimo, non ammette Cristo, né le preghiere a loro rivolte.
Troppa crudeltà e altrettanta riluttanza per il sacro.

Per un catechista kikiano non si può quasi neanche pregare, il male proveniente da loro prevalica ogni buona intenzione riducendo l' animo a rivivere una tortura. Meglio non inoltrarsi, sarà Dio a condizionare la preghiera a momento opportuno.
Per ora suscita soltanto ansia generata dall' ovvio disgusto verso le loro inique azioni e intenzioni.

So che si tratta di un post sarcastico ma è inevitabile si subentri nelle questioni nella loro essenza in todo, anche la più crudele.

sabato 28 luglio 2018

Hanno violentato anche il canto gregoriano!

Traduciamo qui sotto un commento a firma R.Torres comparso in risposta ad una pagina del blog neocatecumenale Salmista Del Camino. Torres mette in campo tutta la sua "autorità" per ricordare l'esclusivismo neocatecumenale in fatto di canti e ricordare le proibizioni imposte da Kiko e le relative arrabbiature del triplice dottore honoris causa. (Pochi mesi prima, infatti, lo stesso blog aveva suggerito un canto pasquale che il Torres, a distanza di qualche mese, aveva contestato dicendo che "non è un canto di Kiko e dovete chiedere ai vostri catechisti se si può fare": sottinteso, i "catechisti" non ve lo permetteranno).

Torres svela inoltre un dettaglio che Kiko non vuole che si sappia in giro: il fatto che nei seminari neocatecumenali Redemkikos Mater vigono salmodie "gregoriane alla maniera di Kiko". Il problema era nato perché Kiko "consegna" solo tre salmodie per la liturgia delle ore, e i seminaristi - che la recitano più volte al giorno - non potendone più hanno cominciato a sperimentare col gregoriano accompagnato dalla chitarra. Così Kiko ha dovuto concedere - ai soli seminari - un "gregoriano alla Kiko" che non dev'essere diffuso nel Cammino (tanto più se c'è da insaccar denaro coi CD).

Torres insiste anche che i cosiddetti "cantori" del Cammino debbono stare rigorosamente nel recinto di Kiko e nell'imprecisato "spirito del Cammino" (ohibò, che significa? come si riconosce? come si verifica? indovinate...).


R.Torres: Mi presento [esplicitamente] perché tu prenda in considerazione ciò che ti sto per dire: sono il responsabile della redazione del Risuscitò dalla seconda edizione, incarico che mi affidò Kiko direttamente perché sono suo catecumeno.

Riguardo al Risuscitò, ci sono esclusivamente i canti che Kiko ha autorizzato e che ha insegnato lui direttamente, anche se qualcuno non è suo; se lui si convince che debbano fare parte del Risuscitò, lo decide lui personalmente e la condizione che pone è che deve essere lui a consegnarlo alle comunità e ad insegnarglielo, e non l'autore [originale].

Nelle celebrazioni del Cammino si utilizzano esclusivamente i canti del Risuscitò e nessun salmista può insegnare un canto che non sia del Cammino, l'autorità sul Cammino è di Kiko come sta scritto negli statuti approvati dalla Santa Sede: al di fuori di queste celebrazioni, in quelle cosiddette parrocchiali, si deve fare ciò che dice il parroco, visto che è il responsabile della parrocchia, al quale si deve obbedire anche se non ci piace.

Seconda questione, perché non ci siano fraintendimenti fra i diversi cantori per le diverse pastorali che possono esistere nelle parrocchie, Kiko raccomanda che in primo luogo si faccia ciò che dicono i presbiteri che conducono le celebrazioni congiunte, si facciano i canti che autorizza il parroco o il presbitero che celebra la liturgia e se concelebrano congiuntamente vari salmisti, si dà la priorità ai canti della parrocchia perché possano partecipare i fratelli che non sono di comunità e non conoscono i nostri canti, questo è ciò che ha fatto un parroco del cammino nella zona di Castellòn, che è parroco e catechista, perché chi decide è lui, il responsabile della parrocchia e Kiko non si mette in mezzo in ciò che è responsabilità del parroco, però lo spirito del cammino è che si facciano i canti che si sono ricevuti per trasmissione dei catechisti con la ammonizione catechetica che ad essi corrisponde.

Questa stessa regola riguarda le salmodie: si devono fare solo quelle che canta lui, perché le altre, dette gregoriane, [Kiko] le ha autorizzate solo per i seminari, ma non per le comunità, cosa che devono sapere tutti i responsabili delle nazioni ma che sembra non sia rispettata, per questo devono essere cancellate da internet, per rispetto a Kiko, che lo ha detto e non lo si rispetta.

Il CD (compact disc) che fecero i seminaristi per insaccare denaro per Denver, non lo concordarono con Kiko e questo lo ha fatto arrabbiare e ha creato un grande problema nelle comunità i cui salmisti non chiedono consiglio e fanno ciò che gli pare, e questo non è nello spirito del cammino.

Spero che ti sia utile tutto ciò che ti ho detto, dato che io su tutto consulto Kiko e inoltre ho la registrazione di tutto, che, quando Kiko mi autorizzerà, metterò su internet per il bene del Cammino.

Un abbraccio, La Pace.


Per capire cosa sarebbero queste salmodie "gregoriane" di Kiko che «devono essere cancellate da internet» ci è bastata una brevissima ricerca su Youtube.
Per chi ama il canto gregoriano è uno scempio atroce. Nel seguente esempio si parte col tradizionale canto Rorate Caeli, storpiandolo con uno strumento moderno (non sembra un organo, è uno di quegli aggeggi usati per le canzonette new-age e psichedeliche) e un campanaccio da mucca, e che dopo due minuti e mezzo di inquinamento cede il passo alla canzonetta kikiana Maranatà, che non c'entra niente col Rorate Caeli e per di più è accompagnata da chitarrelle, tamburelli e trombette.
Questo non è canto gregoriano: è la sua diabolica caricatura, accompagnata ovviamente dagli orridi sgorbi di Kiko.

Ops, hanno cancellato il video?

Per fortuna qualcuno a suo tempo ha provveduto ad archiviarlo e... eccolo qua!

Al minuto 2:32 entra in campo la grattugiata di chitarrella del Maranatah di Kiko, che terminerà dopo altri due minuti e mezzo (ta-ttà-zum, ta-ttà-zum, ta-ttà-zum) con un richiamo al primo versetto del Rorate Caeli.

Per ripulirvi le orecchie da quel pastrocchio infernale, provate ad ascoltare il vero Rorate Caeli come si è cantato dal medioevo sino ad oggi, ricordando che il vero canto gregoriano non ammette strumenti musicali di accompagnamento:

giovedì 26 luglio 2018

Le donne "silenziose" e "biancovestite" reggono la "candela" a Kiko Argüello.

Dalla pagina Facebook del Movimento Femminile delle Donne Cristiane leggiamo questo intervento:
Affidiamo a Carmen Hernandez nel secondo anniversario della sua nascita al cielo il Movimento Femminile delle Donne Cristiane nato secondo un'ispirazione giunta in parte dal soffio della sua presenza in una di noi, le affidiamo sul banchetto della Gerusalemme Celeste tutte le donne in cammino perché difendano la buona battaglia per la fede, siano custodi della loro vocazione cristiana, conservino la chiamata profonda a difendere e donare la vita si facciano garanti della luce divina che illumina ogni donna sulle orme di Maria Madre della Chiesa.
Ora Pro Nobis.
Ballo di fine cammino alla Domus:
con la veste bianca in Cielo, insieme a tutti i Santi.

L'avevano messa in pausa, la Carmen, ma con la ricorrenza del secondo anniversario è tornata sulla ribalta riproponendo per il secondo anno la novena e con questo affidamento a lei del Movimento Femminile delle donne cristiane nato a settembre 2017.

Nonostante il silenzio di mesi, mai hanno smesso di relazionarsi con la compianta Carmen come se fosse già una santa riconosciuta dalla Chiesa, mai hanno smesso, con il loro lavoro più o meno sotterraneo, a dare per certa la canonizzazione.

Carmen è "nata al cielo" ed è già santa (poverina, speriamo almeno che qualcuno nel cammino si preoccupi di farle celebrare qualche messa in suffragio!). Ella ha un posto tra i "santi di categoria superiore" (sperando che non l'abbia inaugurato lei, altrimenti, in attesa della dipartita di Kiko le tocca pure stare da sola!). Dopodiché viene invocata come protettrice del Movimento "da lei ispirato" e che a lei viene affidato. Movimento che nasce da "un'ispirazione giunta in parte dal soffio della sua presenza in una di noi": espressione oltremodo inquietante. Cosa significa il "soffio della sua presenza in una di noi" parlando di una persona deceduta da due anni? Non è questa una espressione ricorrente nella Chiesa Cattolica, neanche per indicare la continuazione nei figli spirituali dello spirito di un vero santo iniziatore, quando pure sia stato elevato agli onori dell'altare! Evoca, a sentirla così, più l'esperienza di una medium in piena seduta spiritica! La costituzione di questo Movimento femminile, a un anno dalla sua dipartita, nasce anch'esso nell'ottica della canonizzazione.

Meraviglia come Kiko abbia ratificato qualcosa che non sia nata da una sua ispirazione, ma da quella di alcune donne che, non rivestendo nel cammino alcun ruolo di un qualche rilievo, millantano un soffio carmeniano che ha spirato in loro.
Conoscendo Kiko, che non ama incursioni sul terreno dove domina con potere assoluto, delle due l'una: o gli è stata sottoposta in precedenza questa iniziativa e lui l'ha benedetta; o l'ha considerata nel campo di azione di competenza di Carmen, l'unica che ha condiviso con lui alla pari il potere, una Carmen sempre viva e operante, che anche dal cielo continua la sua attività, e in questo Kiko non entra.
Unica spiegazione possibile, poiché fa notizia che per la prima volta Kiko Argüello avrebbe riconosciuto la legittimità di una ispirazione divina che non passa per lui e neanche proviene dal cerchio a lui più vicino, ma addirittura da un gruppo femminile di fans camminanti e non.
Non lo ha fatto con la storia arcinota di don Fabio Rosini, confermato infinite volte dai fatti e dalla Chiesa, così come non ha mai tollerato cantori ispirati: quando qualche canto lo ha convinto, se ne è appropriato, facendolo suo.

Kiko sorregge una "liquefatta" Costanza Miriano.
Merita nota anche questa espressione: "le affidiamo sul banchetto della Gerusalemme Celeste tutte le donne in cammino.." e ci chiediamo, ma cosa significa: affidare sul banchetto? Pur di non pronunciare la parola altare, sono capaci di tutto, anche di usare espressioni che non hanno alcun senso!

Infine, dopo aver impetrato da lei (e parliamo sempre di Carmen) tutte le grazie e messo tutto nelle sue mani, finalmente arriva anche un accenno alla Vergine Madre! Per concludere che il cammino tracciato per ogni donna, lungo il quale Carmen le guida sicure dal cielo, è "sulle orme di Maria Madre della Chiesa".
Insomma, la Carmen dirige tutto e la Madonna ridotta al semplice ruolo di capocordata; che il Signore mi perdoni!

Il conclusivo "Ora pro nobis", che chiude l'affidamento, è rivolto, come appare chiaro, sempre a Carmen, vera e unica stella dell'universo kikiano, di cui Kiko è il sole!

Manifesto del Movimento Femminile ecc. ecc.:
contrasto accentuato per far notare lo sfondo


Riportiamo qui sotto alcuni brani tratti dalla Presentazione del Manifesto Femminile Delle Donne Cristiane:

Le fedeli donne "kikiane" biancovestite
L'idea nasce da un immagine, un sogno, che ha avuto una di noi, Giusy D'Amico durante una lunga malattia e che ha rivisto a fasi alterne in una lunga fila di donne vestite di bianco che marciavano in silenzio con una candela accesa in mano... l'ha condivisa con noi pensando a un movimento di donne e che insieme abbiamo condiviso con il nome di "movimento femminile".

(ndr: Ma guarda un pò! queste kikodonne hanno fatto il doppione delle visioni di inizio cammino, millantate da Kiko per ammantare di "leggenda" la nascita della nuova fede battesimale di Roma - come Romolo e Remo:
mettiamo in evidenza il commento di Beati pauperes spiritu:

"La visione profetica era cosi: un amico di studi (imprecisato) andò da Kiko a raccontargli questo sogno, che lo aveva visto con una Bibbia dorata sotto braccio precedere in processione una colonna di persone vestite di bianco entrare di sera fra canti e battimani in una San Pietro a Roma gremita di gente che affollava a destra e a sinistra.
Quando Kiko portò le prime comunità dei Martiri Canadesi a San Pietro per la fine del cammino la notte di Pasqua questa visione Si realizzò.")

Kiko e Giusy D'Amico
La data nella quale è stato dato alla luce questo progetto è quella del 19 Luglio [2017], il primo anniversario della nascita al cielo di Carmen Hernandez l'iniziatrice del Cammino Neocatecumenale che insieme a Kiko Argüello e Padre Mario Pezzi è stata il lievito, il seme nascosto che ha dato vita ad uno dei più grandi movimenti di rinnovamento profondo della Chiesa post conciliare.

È da lei che Giusy ha ricevuto l'ispirazione per questo progetto e chiediamo la sua intercessione su quanto di buono da questa strada vorrà il cielo compiere. Le affidiamo le donne, le figlie, le madri, le spose, e tutte coloro che pensiamo possano chiedere il suo aiuto, frutto possibile di un'amicizia tra donne, complici di sentirsi nel cuore dell'unico Amato.
E' proprio a lei come donna nel suo ministero catechetico, che chiediamo sostegno, lei che sempre le ha incoraggiate e spinte verso Cristo, sposo e compagno di viaggio, invitandole senza sosta a offrirsi totalmente, nel matrimonio, nella vita consacrata, nella missione affidata da Dio a ciascuna di loro in modi diversi.
È sua l'ispirazione di chiamare le donne del cammino neocatecumenale a entrare nei monasteri di clausura, scoprendo un'adesione straordinaria alla vita consacrata, a conferma di quell'ispirazione che certamente ricevette da Dio.

(ndr. certo che queste donne sono per Kiko una vera manna!)

martedì 24 luglio 2018

Entriamo nella sua dimora

Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi (Sal 132,7)

Non desidero riportare argomenti già risaputi in maniera scontata, ma analizzare, secondo le direttive intenzionali del libro del Cardinale Robert Sarah "  La Forza del Silenzio" quale ipocrisia vige nel "monastero" trikikino, e proporre una riflessione riguardo l'azzardo del mantenere nella dimora del Signore un contesto che ritiene, per scelta, di possedere verità supreme che si distaccano dalla Chiesa Cattolica inducendo ad uno stato di esaltazione che coinvolge psiche e spirito. Setta gnostica sottomessa ad un uomo ampiamente idealizzato (credetemi!).

Procederò per punti, contrapponendo “La Forza del Silenzio” di Sarah alla violenza delle parole di Kiko.

IL CUORE DELLA LITURGIA

Dal libro di Robert Sarah "LA FORZA DEL SILENZIO" pag. 263:
L'adorazione deve essere il cuore della liturgia. Questo atteggiamento del cuore non si può esprimere a parole, semmai con l'atteggiamento, il gesto o il silenzio. Una genuflessione parla da se stessa se è ben fatta. Se togliete tutti i segni espressivi dell'adorazione, sparisce anche l'atteggiamento insieme al senso del sacro
Dagli Orientamenti per la formazione dei catechisti di Kiko Arguello e Carmen Hernandez, 1999

Il cuore della eucarestia è l'esultanza, l'allegria, la festa, una gioia impressionante. (20)

Infatti la liturgia neocatecumenale consiste nel moltiplicarsi delle parole inutili, dei segni sovrabbondanti, delle parole umane. Scompaiono invece i segni espressivi dell’adorazione, come la genuflessione e il silenzio. Si tratta di un rapporto alterato con la liturgia che parte da un alterato rapporto dell’uomo con il suo Signore

L’INCONTRO CON DIO

Sarah pag. 282 - Per mezzo di essa (la Parola), Colui che cerca la mia anima è presente. Mi incontra ed io Lo incontro. Si rivela a me e Lui mi rivela a me stesso.
Kiko Arguello, Orientamenti: "Gesù ti metterà fango sugli occhi perchè ti senta scomodo e debba andare a lavarti nelle acque del tuo Battesimo, per lavarti realmente dei tuoi peccati"

Un reato vero e proprio con vittime le Sacre Scritture. Gesù può mai adempiere qualcosa di scomodo essendo Egli il Salvatore che piuttosto conferisce gioia con finalità eterna? In Lui esiste riposo e letizia ma arguello  insiste, sprofondando egli stesso negli abissi del peccato conducendo con sé anche i suoi alleati e sottomessi, perchè un dio che vuole il male per procurare un bene futuro, se ci credi, lo segui. Insensato ma è ciò che sta accadendo.  

"Lavarti realmente dei tuoi peccati".
by kiko arguello

Kiko ha posto le fondamenta della sua dimora ospitante i suoi servi su una concezione inversa a dell’Incontro in cui Dio si rivela all’Uomo e rivela l’uomo a se stesso: infatti la stabilisce su una umana conoscenza di se stessi che presuppone che l'uomo si riveli a se stesso tramite l'idolo cammino; attraverso una kenosi deturpante, un viaggio nella vergogna, un saggio dei propri peccati più infidi. Egli abbatte ogni possibilità che Dio ci riveli noi stessi poiché non permette l'assaporare dolce della Sua Parola, non acconsente che fluisca nel cuore pura e distillata, piuttosto l'annebbia con la sua saccenteria e superbia.

        
  L’ACQUA, SORGENTE DI DIO IN NOI
Robert Sarah, “La Forza del Silenzio”, pag. 281 - ( La Parola) Diventa una sorgente d'acqua che continua a sgorgare dentro di noi. Non è forse quello che Gesù ha detto alla Samaritana: << chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna>> (Gv 4,14)? La Parola letta nel silenzio ci accompagna, ci illumina e ci nutre.

Kiko Arguello - Gesù ha detto alla donna samaritana: "Dammi tu acqua", per farti vedere che non hai acqua, fratello, che non hai acqua da dare a nessuno.
( Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale, cfr. Statuto, art.2, 2°, Vol. V, "Iniziazione alla Preghiera")

Fratello neocatecumenale, sei un cieco costantemente a che fare con un dio che ti colpevolizza, che ti ricorda quanto sei miserevole; che con ira ti inculca la tua inutilità.
Ma come sempre il cammino non dice la verità, Gesù in realtà accoglie quella donna e lo fa con cortesia, chiedendo da bere ad una persona in realtà emarginata. 
Lo stesso accade nell'episodio di Zaccheo, mistificato da kiko ma che in realtà si accosta al senso appena esposto. Difatti Zaccheo si affretta a salire sull'albero per vedere Gesù ( non per superbia eh). Quindi Gesù, con la stessa cortesia utilizzata nell'episodio della Samaritana, si rivolge a lui e gli dice: " Scendi, perchè voglio venire a casa tua". Bellissimo! Non dice vieni che ti converto ma gli parla con benignità. 

Chiede un piacere per accogliere la persona. kiko elimina questa meravigliosa CORTESIA, egli non accoglie e non lascia che i suoi fedeli si accostino a Cristo. La rabbia sottomette e impressiona. kiko trasmette fin troppo bene la sua ira.

Che differenza di espressioni tra il cardinale Sarah e kiko, nel primo caso un fruttuoso concetto invita alla speranza e ad un approccio con la fede assolutamente positivo, mentre nel secondo kiko degenera le capacità cristiane dell'uomo.

Ebbene, quale elaborazione riguardante l'acqua asseta i neocatecumenali? Quella che li conduce alla soddisfazione del proprio ego; quella riferita al Giordano quando, adempiuta l'ultima Tappa si immergono in quell'acqua che li rigenera e li riporta a casa propria con un "valore" kikiano in più, l'essere superiori ai fedeli cattolici e ai loro stessi fratelli neocatecumeni ancora non "kikobattezzati". A tal riguardo ricordiamo la catechesi di kiko sull'episodio del cieco nato, fondamento dell'intera concezione neocatecumenale.

L’ACQUA DEL BATTESIMO

Catechismo della Chiesa Cattolica
"Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sia missione"

Quindi due visioni contrastanti. kiko rifiuta il Battesimo conferito dalla Chiesa, interpretandolo piuttosto come un avvenimento necessario dopo un percorso di 30 anni e più adempiuto nel suo cammino, che origina la cosiddetta sapienza kikiana che permette il lavaggio battesimale nelle acque del Giordano, laddove Gesù fu battezzato e così i reali di ogni dove, perchè i neocatecumeni, per intenderci, formulano gli eventi con l'intenzione di procurare stupore e attirare con significati superficiali.

Quindi, riferendoci al fulcro del pensiero del cardinale Robert Sarah, riprendiamo a discutere dell'essenza primaria del suo dire, del nostro vivere e del nostro credo. Se kiko prosciuga le fonti d'acqua con le sue eterodossie, la Bibbia ci regala un senso del tutto lindo e perfetto riguardante l'Acqua e il suo simbolo.

Nel NT - di cui kiko usufruisce per prelevare lo stretto necessario per poi avvalersi in realtà del VT, di guerre, carestie e lunghi cammini di salvezza utilizzati a sostegno dei molteplici anni di percorso che il cammino richiede - sussiste un rapporto strettissimo dell'acqua con la persona di Gesù. L'acqua indica il desiderio struggente che nasce dal bisogno di vita, Gesù è venuto a portare le acque vivificanti promesse dai profeti. La Sua vita è scandita dal simbolo dell'acqua; dal Suo costato sgorgano acqua e sangue, segni del battesimo e dell'eucarestia. Un binomio degenerato dal contesto neocatecumenale che usufruisce di questi elementi salvifici corrodendoli con la menzogna.

IL SENSO DEL SILENZIO, L’IDOLATRIA DELLE PAROLE A MISURA D’UOMO

Robert Sarah, pag. 150 - Il grande rischio per i cristiani, se perdono il senso del silenzio, è quello di diventare idolatri. Le nostre parole ci ubriacano e ci rinchiudono nel creato. Incantati e prigionieri del rumore dei discorsi umani, corriamo il rischio di costruire un culto a misura d'uomo, un dio a nostra immagine. Le parole portano con sé la tentazione del vitello d'oro!

Saggio e illuminante in un breve passo il Cardinale ha provveduto a spiegare la realtà che serpeggia quest'oggi nella Chiesa, dimorando in Essa senza esserne parte, come nomadi, zingari con la chitarra alla mano che parlano, ossessionano e impongono la loro cultura. L'idolo kiko contamina le menti di parole sino ad ubriacarle e condurle ad adempiere azioni ed annunciare testimonianze che da sobri si guarderebbero dal compiere ed esprimere. Discorsi che portano gli adepti ad autodefinirsi maiali, che inducono ad odiare il prossimo e se stessi e a svendere un'intera vita per arricchire un dio umano.

Robert Sarah, pag. 151 Per parlare di Dio, bisogna cominciare dal tacere. Qui penso anche ai predicatori.

Entriamo nella Sua dimora!

Dio dimora e dimorerà sempre nella Chiesa; la Chiesa che è luce del mondo: la lampada! Il cammino neocatecumenale non è Chiesa, nè lampada nè parte della famiglia, ma contempla una diversa religione che presuppone un cambiamento della vigente..."con il tempo", come confermò un certo pastore neocatecumenale con più di 30 anni d' esperienza kikiana.

Robert Sarah, pag. 29 - Non c'è luogo al mondo in cui Dio sia più presente del cuore umano. E' il cuore dell'uomo la vera dimora di Dio, il tempio del silenzio.

Un silenzio che kiko ha abolito!

domenica 22 luglio 2018

"Il re è nudo": Kiko Arguello NON ha lo "spirito del cammino".

È una notizia - meglio "la notizia" - che fa scalpore!
Ragazzi abbiamo le prove, ed è lui stesso ad offrircele,
Kiko NON ha lo "spirito del cammino"!

Si espone in pubblico, convinto di sfoggiare il più bell'abito dell'«Uomo nuovo».
Fa le sue sfilate, tutto impettito, si esibisce volentieri, e gongola perché tutti lo esaltano, lo adulano, lo seguono docili e lo osannano.
Ma, tra le fila, serpeggia l'eco di un grido che è uscito dalla bocca di un bimbo che ha gli occhi limpidi per vedere quest'uomo splendidamente vestito, un piccolo che esclama per primo: "IL RE È NUDO!"
E moltissimi videro, come per incanto e con chiarezza, che è proprio così!


Solo il denaro resta, al "Re nudo"!
Che triste e miserevole eredità,
per uno che predica la "Vita Eterna"
e canta "Portami in Cielo"!
(da Bruno):

Un mantra del cammino è sempre "Dio Provvede", hai 20 anni ti sposi?, non hai casa nè lavoro sicuro?, nessun problema: Abbi fiducia in Dio e Dio ricompenserà questa fiducia facendoti trovare tutto quello che ti serve.
Viene scambiata quella che è una cosa buona "la fiducia in Dio" per una cosa cattiva che è "sfidare Dio" metterlo alla prova, vedere se è tutto risolvibile tipo lampada di Aladino.
Viene presa esattamente la frase del demonio "Buttati e Dio verrà a salvarti" (cfr. Mt 4,6-7) come un totale affidamento a Dio e non viene visto come un metterlo alla prova (non tenterai il tuo Dio: mi pare sia uno dei 10 comandamenti...!).

Il risultato è che poi a "salvare" questi sventurati devono arrivare i soldi di altri "poveri disgraziati" (*), e il tutto viene esaltato come una vittoria del cammino "visto che anche senza casa e senza lavoro non siete morti?"

Altro frutto del miracoloso cammino; anzi alcuni invertono pure il tutto e arrivano a dire che "Il cammino ti ha salvato grazie all'annuncio della parola di Dio" quindi chi agisce è il cammino che usa come mezzo Dio che risulta solo uno strumento nelle mani di Kiko.

Tutto questo è assurdo, ma ancora più assurdo è che questo ragionamento "demoniaco" viene chiesto a voi di applicarlo nella vostra vita.
Lui preferisce avere 1.000.000 di euro, molto più sicuri che un continuo sfidare Dio.

(*) Questo va rimarcato: Sempre i fratelli, col loro portafoglio, devono correre in aiuto, per consentire alle profezie kikiane il loro compimento. 
Kiko annuncia: "Fidati! Il Signore provvederà!"...e i fratelli pagano! È proprio così.

Un altro esempio ricorrente: molte famiglie vengono mandate in missione per il mondo, letteralmente allo sbaraglio. Le spese si moltiplicano per il mantenimento della famiglia numerosa, molte volte neanche la casa è assicurata dal Vescovo ad quem, cosa che, per le prime famiglie - inviate nel 1988 - era condizione imprescindibile. Ma si sa, le cose con Kiko possono sempre cambiare!
Così, totalmente alla mercé di un discernimento ballerino, le povere famiglie cadono, come pesi morti, sulle ancor più povere e agonizzanti comunità di appartenenza, che non sanno più se far fronte alla decima, alle collette per le convivenze, al mantenimento dei seminaristi della Parrocchia, inviati nei R.M. più improbabili sparsi anch'essi per il mondo, alle famiglie in missione della propria comunità (da non dimenticare i costi esorbitanti dei voli aerei intercontinentali, per una media di 10 persone per famiglia con al seguito ragazze in aiuto, le "non sposate", che vanno anch'esse spesate) e, ovviamente agli itineranti loro catechisti, oppure alle richieste a sei cifre delle lettere kikiane per la raccolta fondi per l'«Evangelizzazione del potente cammino», che oramai si rinnova a cadenza annuale.


Altro ordine di considerazioni:

Quando si parla di "denaro e cammino neocatecumenale" sempre rispunta fuori la decima (anche se, come nel nostro caso, si parla d'altro, ossia di raccolte per l'evangelizzazione itinerante).
Ma questo è normale, dal momento che la decima è quella che ritma il rapporto dei singoli fratelli con il denaro per tutto il percorso neocatecumenale e anche dopo la fine del cammino. Una consegna per la vita.
La decima è il termometro della libertà dalla schiavitù dei soldi, è quella cosa che ti consente, ogni mese, di metterti alla prova davanti alla domanda: "Chi è il tuo dio?".
"Non potete servire Dio e Mammona"

È interessante mettere a confronto quanto Kiko argomenta nella sua Lettera -per giustificare la richiesta di denaro e concludere con il fatidico "Capite bene che abbiamo bisogno dei vostri soldi..." - e lo "spirito" che Kiko consegna alle comunità sul senso della decima.

Tutto mi è apparso chiaro quando, leggendo Isaia Paolo Geremia nel post "Facciamo due conticini..." e il dettaglio accurato dei suoi conti, ho pensato che la decima, per le consegne del secondo scrutinio, non è quella che Isaia tanto bene descrive quando fa fare ai fratelli dei conti precisi, come Kiko fa per i costi dell'evangelizzazione neocatecumenale in quello che chiameremo, a questo punto, lo "spirito del cammino" secondo Kiko. Ossia, come Kiko stesso vive lo "spirito del cammino" che predica agli altri!, facendosi "esempio del gregge".

Alla consegna, dopo il secondo scrutinio, si dice:
Da ora in poi darete la decima tutti i mesi in comunità. La decima è la primizia di tutti i tuoi guadagni di quel mese.
Si spiega appunto lo spirito della primizia dicendo che, appena prendi lo stipendio, tu togli la primizia, la decima parte che è del Signore e la dai in comunità.
SENZA FARE NESSUN CONTO. Cosicché, se prevedi spese oltre i tuoi guadagni NON DEVI PREOCCUPARTI (i pagani si preoccupano del domani) tu confida nel Signore che provvederà. E se poi hai bisogno, non ce la fai quel mese, chiedi aiuto al responsabile e lui ti aiuterà.

Kiko, dunque, con tutti i suoi conti esposti nel dettaglio, con una previsione anche dei debiti futuri ed eventuali, per motivare una richiesta di denaro che, mantenendosi un poco larghi, viaggia sul milione di euro - così tutti stiamo più tranquilli - è di uno squallore ancora più grande.

Kiko ha paura, teme di doversi fermare nell'evangelizzazione perché senza soldi è impossibile tutto.


Una cosa è certa:

Kiko NON ha lo "spirito del cammino"


Ragazzi questa è proprio una grande notizia. Una di quelle notizie che fanno una impressione esagerata.

venerdì 20 luglio 2018

Una "tappa del silenzio"?

Chiassata "liturgica" neocatecumenale
Salve, mi chiamo Fabio e avrei una "piccola" domanda da porvi. Mi sono imbattuto nel vostro blog a seguito di una "frequentazione", se così si può definire, con una ragazza neocatecumenale, che adesso credo sia al "secondo passaggio". Il vostro blog mi ha aiutato a unire tanti pezzi che prima non riuscivo a incastrare.

L'estate scorsa ho conosciuto questa ragazza, come dicevo, facente parte del cammino. Inizialmente, seppur in forma d'amicizia, ci siamo legati molto. Finita l'estate restammo d'accordo sul fatto di voler cominciare a uscire insieme. Arrivati al momento in cui veramente sarebbe potuta nascere questa relazione, qualcosa è cominciato a cambiare. Freddezza a giorni alterni, battibecchi continui, distanza. Senza mai arrivare a una chiusura definitiva, soprattutto da parte sua. Ovviamente ho pensato fossero le solite dinamiche di una frequentazione che per tanti motivi non va. Può capitare, fa parte della vita. Ma cominciai a notare in lei cose troppo strane.

Una delle sue scuse più frequenti era la mancanza di tempo a causa degli studi universitari e di tanti altri impegni, compresa la comunità. Ma soprattutto mi disse per ben due volte che aveva il bisogno di stare da sola in quanto era arrivata a una certa tappa del cammino detta "del silenzio", e che non poteva spendere energie per non so che motivo. Ad ogni modo ci incontrammo qualche altra volta senza che il rapporto si evolvesse mai. Una di queste uscite avvenne una settimana dopo che lei aveva partecipato ad una "convivenza", impegno che appresi essere inderogabile. Venni quindi invitato a prender parte a dei loro eventi aperti al pubblico.

Fu qui che cominciai a sentir puzza di bruciato e a sospettare che lei volesse verificare quanto io fossi disponibile ad entrare nel cammino. Rimase molto male quando dissi sinceramente che alcune cose del Cammino non mi piacevano e chiuse immediatamente il discorso (ciò avvenne nonostante lei mi avesse sempre detto di essere aperta al dialogo).

Potrei elencare tante altre stranezze, ma preferisco fermarmi qui e non perdere il focus della questione. Prima di passare alla domanda concludo con le cose che credo possano essere degne di nota vissute o scoperte in questi mesi:

  • in presenza delle sue amiche neocatecumenali non si aggregava mai per più di quindici secondi quando ci incontravamo, trattandomi come un conoscente qualsiasi e millantando che una di loro avesse problemi di salute (falso). Ho scoperto che accadeva la stessa cosa anche in presenza delle sue amiche non della comunità. Una volta ammise che queste amiche neocatecumenali erano sempre pronte ad accusarla di perdere troppo tempo a parlare con la gente.
  • Le suddette "amiche" l'hanno accusata gravemente durante le riunioni comunitarie, di essersi assentata alle funzioni del sabato sera per seguire i propri impegni. Questo l'ha fatta stare parecchio male.
  • La prima volta che uscimmo insieme era di sabato. Lei inizialmente aveva declinato l'invito perché certe sue amiche le avevano fatto storie per non essere uscita con loro nelle ultime settimane. Fu già il giorno che cominciarono i suoi strani comportamenti, quasi a voler mantenere una distanza nei miei confronti, distanza che difatti mi sembrava forzata e non sincera. Col tempo ho scoperto che le amiche fossero le solite e che evidentemente l'essere uscita con un ragazzo (seppur non fossimo neanche da soli) di sabato piuttosto che andare in comunità è stato un fatto evidentemente sacrilego.

La mia domanda sarebbe principalmente cosa sarebbe questa tappa del silenzio, è l'unica cosa che non riesco a trovare, magari ha altri nomi.

mercoledì 18 luglio 2018

Novena carmeniana

Il 10 di questo mese ha avuto inizio la novena dedicata a Carmen, dalla cui dipartita sono trascorsi due anni. Essa avrà termine il 19 per poi celebrare in grande il compimento del secondo anno della "santa" neocatecumenale.
Il tutto avviene con fragore e a suon di chitarre e cembali, il che snatura il reale senso del Santo Rosario, che piuttosto richiede meditazione e preghiera dignitosa. Ma poco importa, in fondo Carmen ha sempre avuto una certa allergia alla Coroncina della Vergine Maria, forse rispettano il suo modo di concepire la Madonna, pregando per lei (o proprio lei, chissà...) con atteggiamento irrispettoso!

Vi proponiamo la novena carmeniana:

- Primo giorno, martedì 10, misteri del dolore carmeniano:
Gli innocenti (che rappresentano Gesù), agonizzano sudando sangue a causa delle vessazioni neocatecumenali.
Dopo un lungo e tortuoso cammino vengono caricati su una croce composta di angherie, soprusi, offese e ingiurie.
Vengono uccisi ingiustamente.

- Mercoledì 11, misteri della gloria carmeniana:
Ma Carmen, nonostante la sua dipartita fisica, risorge per grazia kikiana in modalità santa.
Si divulga sempre di più il suo autodefinirsi: "benedetta tu tra le donne" ed i neocatecumenali eseguono un cambiamento di icone, riponendo l'ormai vecchia "madonna di kiko" nello sgabuzzino e collocando santa Carmen beata tra le donne in rilevanza.
Carmen viene incoronata regina del cammino.

- Giovedì 12, misteri della luce carmeniana:
Quindi Carmen diviene madrina di ogni nuovo battezzando kikiano.
Vi è l'annuncio del regno di kiko con invito alla katekesi.
Mentre kiko ubriaca di vino Porto gli adepti, la discutibile icona carmeniana sembra orientarsi verso arguello, la quale faccia risplende come il sole; le sue vesti divengono da nere da nere a bianche di un brillante mai visto in terra. Trasfigurazione? No, sbronza, stordimento e confusione da eucarestia neocatecumenale.

-Venerdì 13 ripetere i misteri del dolore carmeniano.

- Sabato 14, misteri della gioia carmeniana:
L'annunciazione - da parte di un'allarmante ed enigmatica visione sovrannaturale - della nascita del cammino a kiko.
kiko visita gli zingari e loro sentono sussultare la loro spiritualità basata su superstizioni e magie.
Carmen trova kiko che si era perso e insegnava in tempi gitani. Insieme si insediano nella Chiesa.


Giovedì 19, ultimo giorno di novena, misteri della LUCE:
Guarda caso la novena si conclude con i misteri luminosi, un preludio di luce che va ad illuminare il marcio facendo risaltare la realtà. Fossi in kiko & co. mi preoccuperei. Nulla avviene per caso.


Maria S.S. è incoronata Regina dell'Universo.
Non si sfugge, il serpente è sotto i Suoi piedi.

TUTTO SARÀ LUCE IN CRISTO!

lunedì 16 luglio 2018

Perché il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione acattolico

L'eresia della kenosis secondo Kiko  

Farabutti, canaglie, ladri, delinquenti
sono i "preziosi agli occhi di Kiko"
Se non fosse stato eccessivamente lungo, il presente post avrebbe potuto intitolarsi "Perché Giovanni Paolo quando firmò la lettera «Ogni qualvolta» non aveva letto i mamotreti, come ne fu certo padre Enrico Zoffoli". La tesi del passionista, però, sarà dimostrata.

Conosciamo il concetto di kenosis secondo il fondatore del Cammino. Lo apprendiamo da una sua intervista rilasciata nel 1996 nella città di Assisi:
«Bene, Dio permise che io facessi un'esperienza di ateismo, o, se volete, una kenosis, una profonda discesa nell'inferno della mia esistenza, un'esistenza senza Dio. Dio ha permesso che io tagliassi tutti i lacci con la trascendenza».
Nel volume per il secondo scrutinio l'idea era già stata esposta:
"La prima cosa che ha il Battesimo è una Kenosis, cioè ci porta al fondo di noi stessi, a conoscere la realtà di chi siamo noi; ma questa Kenosis, questa discesa non si può fare senza lo Spirito dei Signore. Ci distruggerebbe se Cristo non si accompagnasse in questa discesa. Bene. Quando tu hai toccato il fondo e stai vicino alle acque della morte e hai conosciuto te che cosa sei: che tu sei un assassino capace degli stupri, delle barbarità, delle mostruosità più grandi..."
Nel mio saggio "Il fango e il segreto" ho riferito che questa "discesa nell'inferno" si rifà a concezioni pagane e gnostiche; proprio sembra che sia rinnovata la discesa all’Ade e resurrezione di Elémire Zolla, divulgatore di dottrine esoteriche. Cristo è mostrato come una sorta di Mercurio Psicopompo che accompagna i viandanti neocatecumenali nell'Ade.

Il permesso che Dio avrebbe concesso a Kiko di fare una esperienza di profondo ateismo, la discesa nell'inferno dei propri peccati, è un paradigma del Cammino Neocatecumenale. Un paradigma che è strettamente connesso con la mistificazione del fango attuata da Argüello nella sua catechesi sul cieco nato.

La concessione di peccare la ritroviamo spesso negli scrutini; eclatante è il caso del sedicente maiale, il quale riferisce che "il Signore ha permesso che io commettessi adulterio". Ciò con la finalità di fargli conoscere la sua natura viziosa:
Kiko predica un Dio che incombe minaccioso, pronto a mandare il cancro alla madre dell'adepto che non si "alza" nelle adunate, disponibile però a permettere peccati di ogni genere quando c'è in gioco la conoscenza di se stessi.

Che c'entra san Giovanni Paolo II?

C'entra: nell'Enciclica Veritatis Splendor il Sommo Pontefice insegnò:
"80. Ora la ragione attesta che si danno degli oggetti dell'atto umano che si configurano come «non-ordinabili» a Dio, perché contraddicono radicalmente il bene della persona, fatta a sua immagine. Sono gli atti che, nella tradizione morale della Chiesa, sono stati denominati «intrinsecamente cattivi» (intrinsece malum): lo sono sempre e per sé, ossia per il loro stesso oggetto, indipendentemente dalle ulteriori intenzioni di chi agisce e dalle circostanze. Per questo, senza minimamente negare l'influsso che sulla moralità hanno le circostanze e soprattutto le intenzioni, la Chiesa insegna che «esistono atti che, per se stessi e in se stessi, indipendentemente dalle circostanze, sono sempre gravemente illeciti, in ragione del loro oggetto»"
"56. [... ] si pretende di fondare la legittimità di soluzioni cosiddette «pastorali» contrarie agli insegnamenti del Magistero e di giustificare un'ermeneutica «creatrice», secondo la quale la coscienza morale non sarebbe affatto obbligata, in tutti i casi, da un precetto negativo particolare.
Non è secondario che nella medesima enciclica GP II citi l'Humanae Vitae di Paolo VI:
"In verità, se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell’intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali".
I Comandamenti di Dio sono prescrittivi. Non è lecito quindi, anche volendo supporre per assurdo che la "conoscenza di se stessi" possa configurarasi come un bene spirituale individuale, sprofondare nell'ateismo ("Io sono il Signore tuo Dio"); Cristo si incarnò per essere accolto, non negato (Gv 1:9-14). Non è dato sperimentare l'adulterio (Mt 5:27-28), addirittura motivando la trasgressione con una concessione accordata dal Signore.

Si riesce a immaginare, allora, quale lettera "Ogni qualvolta" avrebbe mai potuto firmare Giovanni Paolo II se gli fossero stati dati in lettura il mamotreto del Secondo Scrutinio e gli scrutini del Cammino, con il permesso di peccare in virtù della "grazia" del fango?

Pagina del mamotreto della Traditio
Nella kenosis secondo Kiko c'è in primo luogo il solito appiattimento di categorie del Nuovo Testamento (lo "svuotamento" di Cristo" in Filippesi 2, nel caso) alle vicende esistenzialiste dell'uomo.

C'è la psicologia gnostica della "discesa nell'inferno e ritorno" di Jung.

C'è la negazione del libero arbitrio, sostituito da un millantato permesso a peccare accordato da Dio.

C'è anche, alla luce dell'enciclica Veritatis Splendor, una concezione contraria alla dottrina cattolica: da un volontaria opzione di ateismo, da un adulterio non può scaturire nulla di buono, il peccato rimane un peccato e Dio non lo permette, lo vieta.

La kenosis secondo Kiko è un teleologismo gnostico che schizza molteplici eresie.

Padre Enrico Zoffoli, nella sua apologia del Papa, ritenne impossibile che a Giovanni Paolo II fossero noti gli insegnamenti impartiti nel Cammino; non c'è dubbio che ebbe ragione.

Nemmeno c'è da dubitare che quella del CNC sia una vera e propria dottrina, differente dal cattolicesimo. Una dottrina – che ho definito "gnosi del peccato" – la quale ha per genitrice la kenosis secondo Argüello. Il bereshit di Kiko e del Cammino è: "Nel principio era la kenosis". Le mistificazioni della guarigione del cieco nato, della conversione di Zaccheo, e di molto altro, sono operazioni di adeguamento del Vangelo al teorema kenotico del pittore spagnolo.

(Lino Lista)