A Rebel, al suo dolore e al suo coraggio,
e alle tante vittime silenziose del cammino,
che lo stesso coraggio non hanno!
e alle tante vittime silenziose del cammino,
che lo stesso coraggio non hanno!
La vittima viene calpestata due volte, rendendola anche responsabile della "ripulitura" della coscienza (quale coscienza???). Ribrezzo e ripugnanza sono sentimenti datici per riconoscere il male e mai come in questo caso sono appropriati.Torno, non senza dolore, ad un post pubblicato di recente sul nostro blog:
(da Simonetta)
"E voi pregate per il vostro "catechista" neocatecumenale?"
Analizzando il Cammino Neocatecumenale tanto accuratamente, come qui facciamo, col contributo di tanti - ex camminanti e non - siamo mossi dal desiderio che aria pulita e luce invadano le salette della segregazione kikiana. Vorremmo, nel nostro piccolo, contribuire al risveglio dei poveri "indottrinati".
Speriamo che tanti, leggendo e riflettendo in se stessi, liberamente confrontandosi con l'esperienza personale e con i dubbi, che magari già serpeggiano numerosi, si riapproprino di quella dignità, che Kiko nega e che spetta di diritto ad ogni essere umano. Essa si fonda sul sano discernimento di ognuno che, a sua volta, prende forma nella piena libertà della propria coscienza, rettamente formata e radicata nella "Fede vera".
Piccola Premessa:
Sempre più raccogliamo numerose e puntuali conferme da parte di "camminanti convinti", Anonimi chi più chi meno, che si avvicendano, con i loro commenti, qui sul nostro blog. Si tratta, come è ovvio e proprio per questo, di autorevoli conferme, al di là delle stesse intenzioni di tali camminanti imprudenti.
È evidente che i paladini del cammino intervengono qui con il preciso intento di contestare le nostre argomentazioni, e tutto quanto portiamo alla luce li fa imbestialire; si dichiarano, di volta in volta, offesi o incompresi o calunniati. Ma alla fine della fiera, quando aprono bocca in difesa del cammino, sortiscono sempre l'effetto opposto a quello che si prefiggevano.
Infatti "la bocca parla dalla pienezza del cuore": ciò è sempre vero e finiscono per esplicitare, con i famosi «fatti concreti» (che sono loro stessi, così come si mostrano), e con esempi molto tangibili, quanto qui andiamo argomentando. Sostegno fantastico, insperato e incontestabile alle nostre tesi, per il quale nutriamo, nei loro confronti, profonda gratitudine.
Vale la pena, di tanto in tanto, riproporli.
Questo commento è emblematico:
"Ciao Rebel, non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male anzi ha giustificato perché non sapevano quello che facevano."
(da: Saverio)
Gesù non accusa, Kiko Argüello accusa. |
Fondamentale è il contesto.
Da un lato i racconti di Rebel(1) che testimoniano, ancora una volta, l'arcinota mala gestione, tanto diffusa nel cammino, dei casi di abusi e violenze subìte dai camminanti nel contesto del neocatecumenato stesso; dall'altro le perle di saggezza che ci elargisce il "Saverio" di turno a conferma, se ancora ce ne fosse bisogno (e suo malgrado), del pessimo discernimento kikiano, che tutto è fuorché "discernimento".
La prima parte:
"non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male"senza dubbio è ambigua a prescindere .
Che significa che Gesù "non accusa chi gli ha fatto del male"?
Gv 19:
8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura 9ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».Allora: "non mi sembra che Gesù abbia accusato chi gli faceva del male": è un'affermazione senza senso.
Gesù in generale non condanna nessuno (Gv. 12, 47b: "non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo"). Gesù, nella sua missione, si offre per tutti: in ciò stesso si attua un "giudizio". Gesù è la pietra angolare "pietra di scandalo e sasso d'inciampo", ed esiste un solo, vero, giudizio: accogliere o non accogliere la Verità che è Cristo stesso, la Parola che Egli ha portato.
È questa Verità che ci convince di peccato, ma è per portarci al pentimento, al dolore che nasce dalla vera contrizione, al desiderio di cambiare, di riparare al male commesso.
Premessa necessaria per incontrare la Misericordia: "va’ e non peccare più"
Gesù non ha bisogno di accusare nessuno. Ognuno può trovare in se stesso chi lo accusa quando uccide l'Amore, in una qualunque delle svariate forme che assume il male.
Gesù ha dato una Parola a Pietro, egli si pentì, pianse e trovò misericordia.Dunque si comprende come Saverio, ammaestrato dalla pessima catechesi del cammino, artatamente presenta un "Gesù che non accusa chi gli fa del male" per inculcare che, allo stesso modo, le azioni di violentatori e abusatori di innocenti e indifesi non vanno messe sotto accusa e, per ciò stesso, non sono azioni deprecabili e di conseguenza nessuno le denunci: nessuno provi a fare giustizia, nessuno chieda giustizia, poiché il cristiano - questo il punto cruciale - è colui che "ama il peccatore", che non si scandalizza di nessun peccato perché "conosce" - grazie alla terapia neocatecumenale del "fango del cieco nato" a cui tutti i camminanti indistintamente vengono sottoposti - che lui stesso è capace anche di peggio.
Gesù ha dato una Parola a Giuda, Giuda la rifiutò, si scandalizzò, non conobbe pentimento e scelse da solo la sua condanna.
Questa conoscenza, ben radicata in lui, è aver raggiunto la "Fede adulta", promessa ai camminanti disciplinati e obbedienti.
Questa realtà la smaschera per noi il prezioso neocatecumenale Saverio: nel Cammino le vittime vengono chiamate a conversione se non perdonano, poiché non perdona chi giudica, sentendosi migliore degli altri. Questi è un fratello molto indietro col cammino, che di certo non passerà al prossimo scrutinio che lo attende! Perché egli è un peccatore che ancora non "conosce" di esserlo!
Saranno, dunque, i katechisti che metteranno davanti a chi ha subito violenza che, se giudica, e perché NON HA ANCORA CONOSCIUTO di essere capace di fare di peggio.
Questa è la verità a cui il cammino porta il fedele camminante.
L'assurda conclusione, se chiudiamo, infine, la nostra deduzione, è che per i neocatecumenali lo stesso Signore che ha concesso al porco di conoscersi tale permettendo per lui il peccato, ha permesso per la vittima di subire il peccato e restare cieca per sempre, piena di giudizi e di rancore, con la violenza subita e l'incapacità di perdonare chi gli ha fatto tanto male!
Il paradosso è che alla vittima resterebbe una sola speranza: che un giorno il Signore - nella sua misericordia per la sua incurabile ignoranza - faccia cadere anche lui in un peccato schifoso, peggiore di quello che ha subito a sua volta e con cui distrugga un altro innocente, lui che si sentiva tanto bravo.
Finalmente anche per lui la gnosi si compirà e conoscerà la salvezza.
Origini del cammino a Palomeras Altas |
E' questa formazione de-formante alla base del regime di complice omertà, così diffuso nel cammino.
In quanti abbiamo detto le stesse cose?
L'isolamento in cui la vittima si viene a trovare, all'interno stesso delle comunità, può evitarla in un sol modo: chiudendosi per sempre la bocca, tenendosi dentro segregato il suo dolore e tutta la devastazione per il male subito.
Non gli resta che aspettare che Dio permetta... che sia insozzato dal fango e si vada a lavare dall'«inviato»... e scopra...
La seconda parte: "anzi ha giustificato perché non sapevano quello che facevano" - è una affermazione inaccettabile in un simile contesto.
È qui che Saverio, il fedele camminante, dimostra, al di là delle sue intenzioni e in senso totalmente opposto ai suoi "santi" propositi, che la frase di Gesù dalla Croce "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" è usata anch'essa, nella prassi ormai consolidata del Cammino Neocatecumenale, in forma strumentale, per sigillare definitivamente la bocca, già chiusa, a chi ha subito abusi, violenze, soprusi di ogni tipo.
Ulteriore aggravante è che, molto spesso, avviene proprio ad opera delle persone più accreditate nello stesso cammino. Figure forti di riferimento, prese ad esempio dal gregge, contano molto agli occhi incantati degli ingenui camminanti, mentre commettono la grande iniquità di usare il loro ruolo non per servire, né per edificare, ma per spadroneggiare sul prossimo, abusare degli altri, dando così solo scandalo.
È noto a tutti che, nel cammino, coloro che hanno un ruolo di guida (ossia i catechisti, gli itineranti e Kiko stesso) godono di una smisurata ammirazione e di un potere assoluto e indiscusso, potere che potremmo definire quasi "necisque vitae".
Queste persone non vanno mai corrette, non vanno mai messe davanti alle loro responsabilità. Se le si allontana, per un tempo breve, dall'esercizio del ruolo che ricoprono, è sempre e solo per scongiurare la ricaduta dello scandalo sul cammino stesso. Il cammino va sempre preservato, sopra ogni cosa, questa la parola d'ordine. Ma anche i suoi pezzi grossi vanno sempre difesi, a prescindere. Una defenestrazione senza appello creerebbe un precedente che farebbe traballare fin dalle fondamenta il potere indiscusso del "catechista", irrinunciabile e qualificante nel cammino; dopo una breve quarantena, lungo la quale il detronizzato per colpe gravi viene tenuto nascosto agli occhi del popolino, questi tristi figuri vengono sempre rimessi in sella e al posto che occupavano prima delle nefandezze di cui si sono resi responsabili. Questo è fondamentale, perché tutti comprendano molto bene come le cose funzionano nel cammino, per volontà degli iniziatori stessi.
Da un'altra parte, la infallibilità dei catechisti è cosa indiscutibile, assistiti come sono, senza ombra di dubbio, dallo "spirito santo" che accompagna tutti quelli che operano nell'evangelizzazione neocatecumenale quando sono inviati da Kiko (e Carmen) e fortemente "uniti a loro".
(Ricordiamo Carmen, perché lei sempre ripeteva questa cosa: inviati da NOI e uniti a NOI, come unico fondamento di tutto l'impero).
Anche per questo motivo è inconcepibile che non ci sia, alla fine, la riabilitazione anche per i recidivi/seriali.
Moltissimo abbiamo trattato e in tanti di noi questo tema spinoso! Ma il commento dell'incommentabile "Anonimo Saverio" ci costringe a tornare, ancora una volta, sull'argomento.
Quanto afferma certamente non gli fa onore come persona. Questo è lampante e non richiede spiegazioni.
Non gli fa onore neppure come "camminante fedele" del neocatecumenato, perché non rende di certo un buon servizio al buon nome della premiata ditta targata Kiko Argüello. Certe cose, per il bene della società o meglio del "sistema" a cui Saverio appartiene, avrebbe fatto bene, per la sua parte e come fanno molti altri, più avveduti di lui o semplicemente più scaltri, a lasciarle celate nell'arcano, senza venirle a sbandierare qui a sua vergogna (e vergogna del cammino)!
Celate, dico, in quell'arcano al quale, non per caso, possono accedere solo gli "iniziati", o meglio "lobotomizzati" e annichiliti camminanti fedeli e convinti: gli unici ad essere in grado di "comprendere", poiché hanno rinunciato a ragionare, quella che, invece, per i comuni mortali è una "scienza troppo alta". Comuni mortali, come noi stessi siamo, che veniamo costantemente accusati, da Saverio e compagni, di non capire, come di fatto non capiamo, come si possa osare addirittura di attribuire alle parole e all'operato di Gesù la giustificazione, anzi la vera e propria legittimazione, delle numerose nefandezze che si consumano tra le mura di sale e salette delle "piccole comunità" di Kiko e Carmen, proprio a danno di quei poveri e piccoli con cui Nostro Signore si identifica.
Come potrebbe mai il Signore stesso "autorizzare" qualcuno a peccare? |
Riferendosi a loro Gesù ha detto "guai a chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli"... meglio per quest'uomo mettersi al collo una macina di mulino e gettarsi in mare!
Quei poveri al cui grido Dio tende l'orecchio e ai quali renderà giustizia, dei quali Egli stesso si fa scudo e baluardo.
La venuta del Signore è sicura come l'aurora!
Quando la notte è più oscura e più sembra impossibile, quello è il momento in cui la luce inizia a spuntare. Bene lo sanno le sentinelle, che fanno il turno di guardia nella notte.
Quante volte, con le lacrime agli occhi, abbiamo ripetuto le parole del profeta?
Fino a quando, Signore, implorerò
e non ascolti,
a te alzerò il grido: "Violenza"
e non soccorri?
Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?
Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l'iniquità,
perché vedendo i malvagi, taci
mentre l'ampio ingoia il giusto?
Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Il Signore rispose e mi disse:
"Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà".
Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede.
(dal profeta Abacuc, 1-2)
(1) (da: Rebel)
Pregare per un catechista? Cosa dovrei augurargli e per quale catechista dovrei pregare tra i tanti che ho avuto la disgrazia di incontrare?
Bene, quindi ne scelgo uno, forse colui che più mi ha leso, quindi mi segno con un sano Segno della Croce recitando innanzitutto una meravigliosa Ave Maria, giusto per infondermi coraggio. Mi adagio sulla mia seggiola dinanzi al quadro raffigurante la Madonna di Fatima, stringendo fra le dita quel Santo Rosario tanto criticato dai componenti più alti e principali del cammino. A questo pensiero sgrano il mio Rosario con le dita perdendomi nei pensieri, riflettendo sulle intenzioni che hanno condotto le azioni del catechista in questione, che corrispondono unicamente al farmi del male.
Quindi rifletto ulteriormente, osservando la Croce della Santa Corona raffigurante il Cristo crocifisso e penso alla mia di croce, quella che con dignità ho sempre portato mai accettando, però, che il male venisse per questo giustificato. Una croce adattata alla mia persona da gente che annunciava un Regno di Cristo conquistabile solo tramite la conoscenza delle proprie meschinità. Falso! Pronunciano balordaggini! Quelle meschinità ledono il prossimo, non possono condurre alla santità!
Quindi scuoto un po' il capo per abbandonare queste considerazioni e provo nuovamente a pregare per il catechista, non ce la faccio, così ripercorro il tempo passato rimembrando il momento in cui ha ben pensato di approfittarsi della mia giovane età e del mio essere sola, senza famiglia al seguito, pensando bene (anzi male) di pronunciare in seguito alla balorda e schifosa violenza: "perdonami, mi faccio schifo da solo, esaudirò ogni tuo desiderio pur di togliermi questo peso. Non dire niente ti prego". Parole mai dimenticate per lo sdegno e la nausea che mi provocarono.
Quindi nuovamente apro gli occhi, infilo al collo il mio Rosario, ripropongo un' Ave Maria rivolta a me e tutte le vittime di questi reietti e ricomincio a respirare aria pura.
Ho provato a pregare ma è impossibile, la loro persona, quella dei catechisti immersi totalmente nel kikianesimo, non ammette Cristo, né le preghiere a loro rivolte.
Troppa crudeltà e altrettanta riluttanza per il sacro.
Per un catechista kikiano non si può quasi neanche pregare, il male proveniente da loro prevalica ogni buona intenzione riducendo l' animo a rivivere una tortura. Meglio non inoltrarsi, sarà Dio a condizionare la preghiera a momento opportuno.
Per ora suscita soltanto ansia generata dall' ovvio disgusto verso le loro inique azioni e intenzioni.
So che si tratta di un post sarcastico ma è inevitabile si subentri nelle questioni nella loro essenza in todo, anche la più crudele.