Dei commenti dell'anonimo c'è innanzitutto da sottolineare che uscire dal Cammino permette, a chi ha conservato un minimo di senso critico, di rivalutare le proprie certezze costruite artificiosamente in anni di indottrinamento e cominciare a mettere in dubbio la parola dei santissimi fondatori Kiko e Carmen.
La visuale di un ex-neocat è un punto di osservazione privilegiato.
Il commentatore fissa con grande lucidità uno degli aspetti più controversi della storia di Kiko, ovvero la presunta "visione" della Vergine Maria che è all'origine della sua missione di fondare "comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth". Scrive l'anonimo (riportiamo solo i passaggi salienti):
«(...) Vedi ad esempio l'annunciazione/visione della Madonna da parte di Kiko. Fino a pochi anni fa era "una luce che splendeva davanti" e la Madonna che parlava a Kiko direttamente, ora, lui ha raccontato che è stata una visione intellettiva. Cioè non l'ha mai vista la Madonna (altrimenti avrebbe dovuto sottostare a tutte le regole dettate dalla Chiesa per sottostare alla veridicità di questa apparizione) Infatti dire che è una visione intellettuale è notoriamente più facile, perchè esclude ogni altra forma di intervento "naturale" e fenomenologico. Quindi Kiko non ha visto la Vergine, non ci ha parlato, non ha ricevuto messaggi diretti, ma ha percepito la sua presenza. La Vergine era alle sue spalle, e Kiko ha percepito sia la presenza sia la volontà della Madonna. Kiko solo attraverso il suo intelletto ha recepito questa presenza e questa volontà. Se mi posso permettere, senza nessuna offesa per Kiko, percepire presenze potrebbe anche essere un sintomo di disturbo neurologico o una psicosi o addirittura dovuto ad un abuso di alcool o droghe (...) Va da sé che nessun camminante sente la necessità di dipingere o fare catechesi differenti da quelle infarcite da Kiko e Carmen e ora, povero, Padre Mario messo ai piedi di Kiko e Carmen anche dopo la morte. E così non si mette in discussione nulla e, anche se qualcuno lo fa, può prendere la porta ed andarsene. Il cammino NC, dicono, non è per tutti. "Meno male" aggiungo io.»Abbiamo già brevemente trattato la "novità" della "visione intellettiva" narrata, per la prima volta pubblicamente, da Kiko in persona alla Convivenza di Inizio Corso 2016 (vedi anche qui).
Riproponiamo un frammento di quel racconto (nota: il testo di seguito è l'esatta sbobinatura delle parole di Kiko; nel testo della convivenza le frasi del Sommo sono state sottoposte a correzione grammaticale e sintattica):
Mi hanno detto che non ho parlato dell'incontro, dell'apparizione della Madonna...va bene, vi dico due paroline. Allora, nell'anno '59, il giorno dell'Immacolata Concezione, dopo pranzo, la sera, ho sentito da Dio di andare a pregare nella mia camera, perché io ero molto buono, pregavo, ecc... E allora sono andato nella mia camera a pregare. Mi sono messo così... c'era il letto... a pregare con la testa... no?, in ginocchio... Ecco qui c'è la mia camera, questo libricino, la mia camera, qui... su questo letto... lì in ginocchio. E de pronto, non me l'aspettavo, s'è riempito di luce la mia stanza ed è apparsa la Madonna dietro di me. Misticamente! Perché non l'ho vista con gli occhi, l'ho vista con l'intelletto... si chiama "visione intellettuale" o "intellettiva". Però... fortissima! Dietro di me c'era la Madonna con il Bambino... e tutta la sento, la luce... come una specie di presenza reale, profondissima... e nella mia anima si aggiravano queste parole: "Hay que fare comunità come la Santa Famiglia di Nazareth, che vivano in umiltà, semplicità e lode: l'altro è Cristo". Ed è finito. Stava lì, de pronto... puff! Sparita la luce, sparita la Madonna. He (sono, ndr) rimasto... impressionatissimo.Questo racconto è interessantissimo per diversi motivi.
Primo: il tempo che passa
La presunta "visione intellettiva" è avvenuta l'8 dicembre 1959 dopo pranzo; l'ha detto Kiko, pubblicamente e nel suo libro "Il Kerygma", quindi è una data da considerarsi ufficiale.Secondo il suo racconto egli era un "pittore, esistenzialista e ateo", che a febbraio del '59 vinse un premio nazionale di pittura per giovani e adolescenti (Kiko allora aveva appena 19 anni). Del premio, egli disse, non gli importava gran che, avendo completamente perso il senso della propria vita e meditando persino il suicidio. Questo "pittore ateo", patito delle opere di Jean Paul Sartre, improvvisamente (nel racconto fatto a settembre 2016), dopo appena 7 mesi di tempo da febbraio a dicembre 1959, diventa un uomo "molto buono" che pregava molto - ma come?! Non era in crisi esistenziale? - tanto da "sentire da Dio" la necessità di inginocchiarsi in camera sua a pregare con un libricino di preghiere.
Nonostante la visione di quel giorno (sulla quale ci soffermiamo dopo) Kiko continua a essere "in crisi esistenziale" fino ai primi anni '60, lo dicono le sue agiografie ovunque su internet (e sappiamo che i corifei di Kiko sono attivissimi su tutte le piattaforme per correggere ogni presunta inesattezza, pertanto, se fosse un errore, lo avrebbero già modificato). Si può dedurre che nel 1962 Kiko fosse quel giovanotto "bigotto" e "in pieno cursillismo" descritto dalla Carmen nel celebre incontro al bar di Plaza de Cibeles a Madrid, periodo nel quale, sempre secondo la Carmen, lo stesso Kiko era impegnato a "flirtare con una svedese".
Sono passati ben 3 anni dalla supposta visione e, secondo l'opinione di Carmen, Kiko è "bigotto", "messianista", animato da una spiritualità cupa e funerea (lo definisce fermo al "servo di Jahvé"), "cursillista" - nel linguaggio di Carmen ciò è interpretabile come "religioso naturale": Kiko stesso definisce i cursillisti "poveracci" nel proprio racconto - e "ci prova con una tipa".
Un po' curiosa come elaborazione del dono della "visione intellettiva"!
Secondo: il racconto che si modifica
Nella prima versione, la più antica, del racconto della apparizione della Vergine Maria a Kiko - come ci ricorda l'anonimo e come ricordano quasi tutti gli ex di lungo corso - si parlava di una visione vera e propria con forme sensibili; la Madonna sarebbe infatti apparsa a Kiko nella forma che i camminanti vedono tutti i giorni nella loro icona "Maria-Kiko", detta "Madonna del Cammino", col velo in capo e in braccio il Bambino Gesù.Dopo ben 52 anni, Kiko modifica questo racconto e definisce l'apparizione "visione intellettiva". Questa definizione non è data a caso!
Terzo: l'improvvisa scelta di una definizione teologica
Facciamo una breve digressione. Per Sant'Agostino esistono tre tipi di visioni: la visione corporea, definibile come un primo gradino nella mistica delle visioni, che coinvolge direttamente i sensi. Di questo tipo è la apparizione della Vergine Maria ai pastorelli di Fatima (prendete nota: stiamo parlando di una delle più grandi e importanti apparizioni sensibili della Madonna), la visione della Madonna a La Salette o la stessa apparizione dell'Angelo a Maria.Il secondo "gradino" è la visione immaginaria o spirituale, nella quale l'apparizione si verifica nella mente, cioè non coinvolge i sensi in modo diretto. Si tratta di una visione più elevata di quella corporale, più estesa: non è limitata al momento presente ma coinvolge spesso la visione di cose passate o future; può comprendere simboli o immagini di difficile interpretazione. Di questo tipo sono le visioni profetiche, come ad esempio quella del profeta Isaia, Daniele, le visioni di San Giovanni Apostolo, di San Giovanni Bosco o quelle della Beata Caterina Emmerich.
Il terzo e più elevato grado è la visione intellettuale o intellettiva, vantata da Kiko. Guarda caso è il più grande dono che si possa ricevere nella vita mistica e consiste nell'acquisizione o comprensione di una verità per diretto intervento divino, verità sulla quale non ci si può ingannare, ed è tipica delle estasi dei Santi, anche se molto rara. Santa Teresa la testimonia nei suoi scritti, ad esempio quando le fu concesso di comprendere il mistero della Trinità Divina; se ne possono supporre tracce anche nei profeti dell'Antico Testamento e in Giovanni il Battista. Chi riceve una visione intellettiva è assimilabile a un profeta, che è illuminato da Dio stesso, è un eletto, ha ricevuto una conoscenza superiore.
Dunque Kiko è superiore, nel Cammino, ecco perché, come faceva notare il commentatore D.D., i due fondatori non hanno avuto necessità di fare nessun "cammino"; sottolinea - tristemente - l'anonimo:
Possono i 2 Fondatori eletti dalla Madonna stessa essere scrutinati da un comune mortale, sia questo anche Catechista di primo livello? Certamente no.E' ovvio che, nella mentalità di Kiko, una persona che abbia ricevuto una illuminazione di grado così elevato, estatica, è ad un livello altro rispetto ai comuni cristiani. Kiko è uno gnostico, è bene non dimenticarlo, dunque egli si comporta come un essere superiore, dotato di capacità maggiori degli altri, di doni soprannaturali e si permette di scrutinare, giudicare e soprattutto umiliare i suoi sottoposti, i quali come gli impiegati dei film di Fantozzi devono anche ringraziare per il trattamento ricevuto dal Sommo, ed essere felici di aver potuto godere di un briciolo di considerazione.
Kiko ha percepito la Madonna (non l'ha vista, ripeto) e Carmen era "teologa" quindi non interessa minimamente se hanno fatto i "passaggi", gli scrutini e se hanno indossato o meno la veste bianca.
"L'operaio ha diritto alla sua Mercede(s)" |
Purtroppo per lui, però, dalla descrizione che fa dell'evento emerge solo una grande confusione:
1. la Madonna gli sarebbe apparsa "alle spalle": questo dettaglio spaziale è insensato rispetto a quanto la tradizione ci dice delle visioni intellettive: Santa Teresa mai parlò di spazi o luoghi, anzi, escluse totalmente che l'esperienza mistica avuta (e lei ne ebbe innumerevoli) si potesse descrivere con mezzi umani; disse che non si trattava né di occhi del corpo, né di occhi dell'anima ma di una vista soprannaturale, simile a ciò che, forse, possiederemo nell'aldilà. Del resto è logico che non ci sia dimensione spaziale o temporale: questo tipo di visione trasporta l'anima nella dimensione celeste dove non ci saranno né l'una né l'altra.
2. la Madonna gli affida una missione: ma nessuna visione intellettiva, come ci sono state riportate dai Santi, coinvolgeva messaggi verbali o compiti materiali da eseguire, per i quali non ci sarebbe necessità di ricevere nessun superiore livello di comprensione. Santa Teresa, per intervento della grazia divina, ebbe a capire intimamente cosa realmente sono le tre Divine Persone e come sono in relazione fra Loro e come si comunicano in chi fa la Loro volontà, senza nessuna missione speciale. Al contrario, Santa Maria Margherita Alacoque vide fisicamente Gesù, e da Lui ricevette il comando di far conoscere la devozione al Suo Sacro Cuore.
La "missione", in questo caso, serve a Kiko per completare il quadro e legittimare il proprio operato: eletto dalla Vergine Santissima, latore di verità rivelate a lui solo (comprensione superiore), investito di un compito celeste. Come contraddirlo? Kiko ha il carisma! Chi sei tu per giudicarlo?
3. La missione sarebbe far "nascere comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth": sembra come minimo curioso che tutto quello che Kiko riceve dalla Santissima Vergine sia questa "verità". Non c'è, nella Tradizione della Chiesa nessuna interpretazione che accosti la Famiglia di Nazareth a un modello di primitiva "comunità" cristiana che vive in "umiltà, semplicità e lode, dove l'altro è Cristo". E' un nonsenso teologico e dottrinale. La famiglia di Gesù - celebrata il 27 di dicembre nella festa della Sacra Famiglia - è casomai modello della famiglia e prima fondamentale cellula della Chiesa.
[Per inciso, se si fa una piccola ricerca su internet con la chiave "Santa Famiglia di Nazareth" e "comunità cristiana" o "cellula cristiana", guarda il caso escono fuori quasi esclusivamente siti web dedicati al cammino, a Kiko e alle parrocchie CNC-approved... Un tantinello sospetto, no?]
A livello teologico sembra una grossa forzatura e la Santa Vergine Maria di sicuro non può errare in teologia....
4. Queste considerazioni ci portano a un ulteriore ragionamento
La "visione intellettiva" è sempre stata riservata ai livelli più alti della mistica. Solo grandissimi santi, per quanto se ne ricorda nella tradizione, hanno avuto l'enorme privilegio di vedere svelati i segreti e i misteri di Dio, il che ha perfettamente senso: solo un'anima elevata, che mira alla perfezione e alla santità, alla purezza e all'umiltà, ai grandi carismi, può essere pronta a ricevere un dono simile: benché non esista merito umano che possa guadagnare una simile intima unione con Dio, non si può pensare che l'uomo non debba fare qualche sacrificio verso di Lui, verso il Cielo per ottenerla.
E se pure volessimo trascurare questo aspetto, non possiamo ignorare i criteri positivi più importanti che la Chiesa utilizza per studiare la veridicità delle apparizioni e delle visioni:
- il messaggio deve essere concorde con il Vangelo, la Tradizione e il Magistero (non può contenere elementi di novità);
- l'apparizione deve corrispondere a un radicale cambio di vita o comunque deve accrescere le virtù del soggetto;
- deve suscitare desiderio di obbedienza vera all'Autorità della Chiesa, timore di essere ingannati, diffidenza verso di sé e verso soprattutto questi fatti;
- l'apparizione suscita frutti spirituali in sé e negli altri, conversioni e contemporaneamente non deve rimandare a se stessi, all'amore di sé ma alla Chiesa e alla piena adesione ad essa.
- il veggente non deve mostrare desiderio di far conoscere a tutti questo evento
Non è raro infatti che fenomeni simili siano generati dalla propria "isteria religiosa", dal fanatismo, e che quindi siano frutto di allucinazioni, esaltazione.
Non possiamo non notare che al contrario la presunta "apparizione" di Kiko:
- veicola un messaggio che non ha riscontro con la tradizione, al contrario ha suscitato le sbobinature del 1972 che sono notoriamente piene di strafalcioni, espressioni eterodosse e vere e proprie eresie;
- non ha prodotto nessun cambio di vita per più di 3 anni, anzi il veggente ha continuato la propria vita tranquillamente - notare che Jacinta Marto morì come una santa pochi mesi dopo le apparizioni della Vergine, offrendo le proprie sofferenze per i peccatori, a soli 10 anni;
- non ha suscitato obbedienza alla Chiesa, anzi, il veggente ha sempre sospettato della gerarchia ecclesiastica, resistito, nascosto e spesso mentito a parroci, Vescovi e persino al Papa, utilizzando amicizie influenti per raggiungere i propri scopi seguendo la logica del "fine che giustifica i mezzi" - i pastorelli di Fatima rispettarono il silenzio imposto dal Parroco e dal Vescovo per anni e anni
- Kiko, invece di conservare il segreto sulla visione, l'ha spiattellata in un bar nel pieno centro di Madrid a una perfetta sconosciuta.
In conclusione dati i fatti non possiamo accettare che Kiko (o Carmen) abbiamo realmente ricevuto messaggi dalla Santissima Vergine perciò non possiamo che avanzare tre ipotesi, riguardo la visione:
a) Kiko se l'è completamente inventata
b) Kiko non ha visto la Madonna ma qualcos'altro
c) Kiko ha creduto di vedere la Madonna, ma ha solamente avuto un'allucinazione, preda di una crisi mistico-religiosa.
Dato che la prima e la seconda ipotesi ripugnano al solo pensiero - significherebbe che l'intero castello neocatecumenale è fondato su una completa menzogna, il che trasformerebbe all'istante il CNC nella peggiore setta del XXI secolo, o addirittura che il cammino fonda su un'origine diabolica - propendo per la terza ipotesi. Kiko, pittore esistenzialista ateo, investito da una grave crisi religiosa e forse psicologica, potrebbe aver avuto un'allucinazione, frutto della propria autoesaltazione mistica. Diversamente non si spiegherebbe nessuno degli errori successivi (che la Madonna non può aver suggerito - nella migliore delle ipotesi se per assurdo gli fosse davvero apparsa, come minimo Kiko non ha capito un fico secco di quello che la Madonna voleva dirgli), non avrebbero senso l'ego mostruoso, la resistenza all'autorità costituita della Chiesa, l'arroganza, l'oppressione dei più piccoli e soprattutto gli strafalcioni liturgici e gli errori dottrinali. E non si spiegherebbe la sua nueva estetica, fonte di bruttura, contraria persino alla dottrina più elementare (vedere la inquietante Cena pascual col Cristo già risorto) o assurdità come quella delineata da Lino:
Quando Kiko dipinge Cristo con le proprie fattezze, non lo fa perché è totalmente pazzo e crede di essere il Messia anziché Napoleone o Garibaldi. Lo fa secondo una intenzione evidentissima quando si analizzino molteplici icone: l'adepto vede sì il volto di Cristo, ma viene anche rinviato a quello dell'iniziatore. Sul piano della comunicazione verbale, è la medesima tecnica che sta nel "santino" nel link sopra mostrato: "Il Messia presente in noi", dice Kiko. Un'altra frase, questa, che si sta diffondendo: il presbitero Francesco Voltaggio dice "Il Messia che sta crescendo in noi".
La tecnica è sempre la medesima: riprodurre nelle icone concezioni neocatecumenali, creare una relazione stretta tra il Sacro e il Cammino. L'icona diviene specchio del Cammino, non è più "porta regale" verso l'Altro e l'Altrove, "confine fra il mondo visibile e il mondo invisibile" per dirla con padre Pavel Florenskij. Questo il problema serio, oltre il giudizio sulle forme.Il Cammino è incentrato solo su sé stesso e su Kiko Argüello, il suo fondatore. La Santa Vergine non può aver ispirato questo livello di egomania...