Angelus del Papa (26 novembre 2017) |
Nel convocare davanti a Lui l’intera umanità, dice ancora il Pontefice, “Egli esercita la sua autorità separando gli uni dagli altri” rivelando “il criterio decisivo del suo giudizio, cioè l’amore concreto per il prossimo in difficoltà”: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
A commento della citazione del Vangelo, prosegue ancora: “Questa parola non finisce mai di colpirci, perché ci rivela fino a che punto arriva l’amore di Dio: fino al punto di immedesimarsi con noi, ma non quando stiamo bene”, “ma quando siamo nel bisogno. “In questo modo nascosto Lui si lascia incontrare, ci tende la mano come mendicante”, “si rivela il potere dell’amore, la regalità di Dio: solidale con chi soffre per suscitare dappertutto atteggiamenti e opere di misericordia”. [vedi nota 2]
Ma la parabola del giudizio prosegue presentando il Re che allontana coloro che nella vita non hanno aiutato i fratelli nel bisogno e Francesco sottolinea: “Anche in questo caso costoro rimangono sorpresi e chiedono: Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?. Sottinteso: “Se ti avessimo visto, sicuramente ti avremmo aiutato!”. Ma il re risponderà:Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me. L’amore è dunque il criterio su cui verremo giudicati e cioè “sul nostro concreto impegno di amare e servire Gesù nei nostri fratelli più piccoli e bisognosi”.
“Gesù verrà alla fine dei tempi per giudicare tutte le nazioni, ma - ricorda e avverte il Papa - viene a noi ogni giorno, in tanti modi, e ci chiede di accoglierlo”. Invocando l’aiuto della Vergine Maria, Francesco conclude invitando a incontrare e ricevere Cristo “nella Sua Parola e nell’Eucaristia, e nello stesso tempo nei fratelli e nelle sorelle che soffrono la fame, la malattia, l’oppressione, l’ingiustizia.
Ascoltando il Papa all'Angelus di domenica 26 novembre 2017, festa di Cristo Re, viene spontanea la domanda:
"Ma che cavolo dice Kiko nella sua catechesi su questa stessa Parola?
Trionfo di Cristo Re |
Com'è possibile che questo "profeta dei nostri giorni" ripeta senza pudore - in presenza di Vescovi e Cardinali che non lo smentiscono - di essere ispirato costantemente dallo Spirito Santo e poi interpreti il Giudizio di Cristo Re in un modo diverso e opposto a quello tanto chiaro e illuminante del Papa?
E, ancora una volta: si può sapere chi è il "GRANDE TEOLOGO" - non meglio specificato - a cui Kiko fa riferimento quando vuole propinare per "unica" o quanto meno "preferibile" la SUA INTERPRETAZIONE ad ogni altra? [vedi nota 1]
Una cosa sola comprendiamo subito:
Kiko, come sua abitudine, UTILIZZA la Parola di Gesù per il proprio personale tornaconto.
Kiko, come sua abitudine, UTILIZZA la Parola di Gesù per il proprio personale tornaconto.
Troppo comodo, allo sporco scopo di imporsi, addirittura identificarsi con Nostro Signore...
Kiko, non contento di accalappiare le menti e i cuori INCONDIZIONATAMENTE perché lui è il "Signore" stesso (blasfemia pura!), prosegue (ED È UN BENE SOTTOLINEARLO ANCORA, al solo fine di conseguire ciò che più gli sta a cuore, ossia "Mettere le mani nelle tasche degli adepti e SVUOTARLE TUTTE"):
Se Gesù si identifica con chi Lo annuncia (che siamo noi),
Se costoro sono i veri "piccoli" del Vangelo, i più piccoli (ossia sempre noi),
Quando Gesù dice "avevo fame e mi avete dato da mangiare" ecc. ecc.
significa che è noi che voi, fedeli camminanti, DOVETE sfamare...
[vedi nota 2]
Perché è chiaro... TUTTO QUELLO CHE DATE A NOI PICCOLI (autoproclamati unici "piccoli" del Vangelo) LO DATE A GESÙ STESSO.
NON SOLO, MA SU QUESTO SARETE GIUDICATI. PERCHÉ,
SE NON DATE AI PICCOLI (sempre A NOI, cioè Kiko, Carmen e scagnozzi vari), CRISTO VI ALLONTANERÀ DA SÉ, L'ULTIMO GIORNO, PER LA CONDANNA ETERNA.
Sintesi finale ed estrema di tutto il ragionamento di Kiko: date tutto a me: è questa la Volontà di Dio.
Catechesi esplicita o subliminale?
L'una e l'altra cosa insieme, forse... fate voi!
Da che parte la si veda veda, la faccenda è vergognosa.
Abbiamo o no il diritto di conoscere il suo nome?
Un vero tormentone!
Ultima annotazione a tal proposito:
Come si spiega che il Papa, in una catechesi tanto importante, ignora, come non esistesse affatto, un tal grande Teologo?
Cose da pazzi!
[nota 1] - Siamo stanchi delle ripetute citazioni di Kiko, generiche e altisonanti. del tipo appunto "Come ha detto un grande Teologo..." oppure "Come dice un padre del deserto...".
Tante volte abbiamo fatto accurate ricerche, senza mai trovare riscontri!
Conclusione a cui siamo arrivati:
Kiko non cita MAI puntualmente una fonte e, quando lo fa, come nel caso divenuto famoso di San Giovanni Crisostomo del "Quante volte devo ripetervi che nessuno può essere battezzato, se non compie la virtù senza sforzo!", viene, dopo un'analisi un poco attenta, clamorosamente smentito.
Comportamento scorretto oltre ogni dire, se ci mettiamo nei panni di chi lo ascolta, perché, al solo sentire "Come ha detto un grande Teologo...", egli cessa di pensare e ascolta, senza più opporre alcuna resistenza, con quel residuo di intelletto che magari ancora gli è rimasto, dopo tutti i "lavaggi di cervello" a cui, già infinite volte, è stato sottoposto in precedenza.
[nota 2] - Più volte ci siamo dedicati alla questione dell'avversione kikiano/carmeniana - su questa cosa i due erano complici di ferro - per le "opere di misericordia" considerate da entrambi degne del peggior religioso naturale della razza incurabile dei "moralisti" i quali, invece di approfondire la loro inguaribile attitudine al peccato UNICA VERITÀ, che si apprende alla scuola del "fango" neocatecumenale, si dilettano in opere di bene solo per sentirsi "buoni", per diventare migliori, magari "santi"; che orrore!
Ma, alla luce di quanto esposto, questo è ancora poco e ben più subdolo è l'intento finale:
assicurarsi che siano indirizzate unicamente a loro tutte le "opere di bene" dei fratelli camminanti, un vero e proprio monopolio.