"Hanno abolito il latino per far posto al greco e ancor più all'ebraico", come diceva argutamente qualche sacerdote un po' preconciliare. Nel Cammino non si fa eccezione, anzi, credono di dare enfasi e importanza alle cose usando paroloni altisonanti, per lo più in ebraico.
Ne elenchiamo e spieghiamo i più gettonati qui sotto, spiegando anche alcuni termini che in italiano significano una cosa e nel Cammino ne significano una completamente diversa.
AGAPE: rinfresco, banchetto fraterno, solitamente ha luogo dopo celebrazioni più importanti. La spiritualità neocatecumenalizia è ossessionata dall'idea di mangiare in abbondanza, pasti luculliani in cui ingozzarsi fino a star male. (Inutile precisare che ciò fa gran presa sul popolino bue che ha come principale orizzonte di vita quello del farsi il più spesso possibile
Una Grande Mangiata).
ALLEANZA: celebrazione in cui ogni “fratello” proclama di fare alleanza col Signore su una parola specifica che viene celebrata. Alla fine, prima della benedizione (se c’è il prete, altrimenti il diacono, altrimenti il responsabile), ognuno si alza e dichiara a voce alta di voler
“fare alleanza perché…”. Tale celebrazione si conclude con una
cena (eh già:
La Grande Mangiata) che deve essere "obbligatoriamente" sontuosa e super elegante, denominata appunto "cena dell'Alleanza".
BERAKHAH: significa benedizione, ringraziamento, esultanza per gli ebrei. È lo stato di chi ha ottenuto benefici da parte del Signore.
“Questa beraka…”. Di solito lo dicono i cosiddetti "catechisti", mentre i cosiddetti "catecumeni" semplici lo usano poco.
BOTTINO: insieme dei valori in beni o denaro, che viene raccolto in seguito alla “rinuncia ai beni” nel rito del II° passaggio. Sebbene "volontaria", dipende fortemente da un ricatto morale (se non "molli il malloppo" significa
che non ti sei convertito).
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Bottino del II° passaggio… |
CARISMA: ogni ruolo e incarico all’interno della comunità viene chiamato carisma: cantore, ostiario, catechista… Nella Chiesa Cattolica il
carisma è un dono di Dio, non il frutto di organizzazione umana.
CATECUMENATO: nella Chiesa Cattolica indica il percorso (debitamente personalizzato caso per caso) che un adulto
non battezzato fa per prepararsi a ricevere il sacramento del battesimo (i bambini, infatti, per essere battezzati non hanno bisogno di catecumenato, in quanto saranno genitori e padrini e madrine a trasmettere loro la retta fede). Invece nel Cammino "catecumenato" è il termine con cui viene indicato il Cammino vero e proprio, insieme agli altri pomposi sinonimi "riscoperta del battesimo", "itinerario di iniziazione", eccetera. A rigor di logica, chiamare "catecùmeno" un battezzato (o anche "neo-catecumeno", cioè "catecumeno" in formato nuovo), significa ridicolizzare e ignorare il battesimo che ha già ricevuto. Nei primi anni '80
Giovanni Paolo II acconsentì a che il movimento neocatecumenale parlasse genericamente di
"neo-catecumenato", intendendo però non le tremende boiate inventate da Kiko e Carmen ma un generico percorso di approfondimento della fede cattolica e della liturgia cattolica. I membri del Cammino sono praticamente tutti già battezzati, pertanto vanno definiti "neocatecumenali" o "fratelli del Cammino", ma è sbagliato chiamarli "catecumeni" o "neocatecumeni", salvo che si stia ironizzando sul loro gergo da setta.
CHIESA DOMESTICA: la parodia di chiesa, addobbata per le occasioni con un tavolo/mensa provvisto di tutti gli orpelli
designed by Kiko, in cui si svolgono celebrazioni familiari (tipo
le Lodi a Kiko della domenica mattina). Anche in occasione di celebrazioni solenni della Chiesa Universale, da molti è utilizzata tale "chiesa-domestica" laica, senza sacerdote, per le cosiddette “messe del catecumeno”, senza sacramento, solo "parola".
CHUPPÀH: telo o
tallit ebraico sotto il quale, ad un certo punto della messa nuziale, si coprono gli sposi. Per l’ebraismo simboleggia la casa che gli sposi costruiranno insieme.
Per il cristianesimo non simboleggia nulla.
Non tutti lo utilizzano, ma molti. I più talebani, di solito. Molto scenografico.
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Sposi ebrei o neocatecumenali?
Neocatecumenali! |
CONVIVENZA: una specie di ritiro spirituale di uno o più giorni. Avviene in alberghi, possibilmente lontani e non proprio economici, e deve contenere qualche
Grande Mangiata, anche per giustificare l'insistenza con cui i cosiddetti "catechisti" esigeranno di farvi mollare il malloppo. Se fosse un vero ritiro spirituale, si terrebbe in una casa di spiritualità o più semplicemente nei locali della propria parrocchia. Ma agli autonominati "iniziatori" piaceva girare per alberghi, trovar tutto sempre pronto e pulito e cucinato, e farsi succulente
Grandi Mangiate a spese dei loro adoratori, e così la "convivenza" è diventata
un caposaldo del Cammino che resiste ancor oggi.
CORONA MISTERICA: un gruppo di brutti dipinti di Kiko Argüello che viene replicato (da gente malpagata o gratis) nelle chiese più neocatecumenalizzate. Vorrebbe significare la storia della salvezza. Ma il Redentore vi viene rappresentato con le fattezze di Kiko, così, tanto per capire chi è il vero dio dei neocatecumenali.
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Corona misterica del franchising kikiano | |
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Modello franchising McDonald's |
CROCE GLORIOSA: per i neocatecumenali dovrebbe rappresentare la propria croce individuale (nel senso evangelico di "sofferenze") quando è stata resa gloriosa dal Signore e quindi non fa più soffrire (cioè in Paradiso). È anche il titolo di un canto molto in uso, che si insegna al "II° passaggio", quando nello scrutinio viene chiesto ad ogni adepto neocatecumenale “quale è la sua croce” (bisogna rispondere in modo enfatico e spettacolaristico, ad esempio:
"la mia croce sono i miei figli"). È anche la
denominazione della brutta croce astile progettata da Kiko ("astile", cioè montata su un'asta: a Kiko piace recitare la parte del vescovo,
vedi foto qui), una specie di crocifisso-sogliola schiacciato ed esteticamente orrendo se non blasfemo:
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"Croce gloriosa" astile designed by Kiko
Obbligatoria nel franchising neocatecumenale |
DANZA (o DANZA EBRAICA): balletto-girotondo piuttosto infantile e triste (nonostante sia chiassoso), spacciato come di origine ebraica, che viene eseguito attorno alla "mensa" al termine delle celebrazioni eucaristiche neocatecumenali (vedi
imbarazzante video) ed anche in numerose altre occasioni, come le "100 piazze" (vedi
foto del povero nonnetto).
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Danza o balletto neocatecumenale attorno alla "mensa" |
DECIMA: implacabile tassa comunitaria equivalente al dieci per cento delle proprie entrate economiche (quindi non solo dello stipendio, ma di ogni entrata economica) che i catecumenali devono versare mensilmente a partire dal "II° passaggio". È la componente principale del fiume di soldi che entra nel Cammino. Ai cosiddetti "scrutini" la tipica domanda accusatoria è:
sei aperto alla vita? fai le Lodi la domenica? la dai la Decima? Per far infuriare qualche cosiddetto "catechista" che tenta di adescarti per farti aderire alla setta, è sufficiente fargli notare che
sai già dell'esistenza delle "decime".
DIDÀSCALO: maestro per i bambini, che viene
eletto al "II° passaggio" e si occupa dell’istruzione religiosa dei bambini della comunità. Alle "convivenze", durante la preghiera delle Lodi mattutine domenicali, porta a spasso i bambini (mentre gli adulti terminano il cerimoniale kikolatrico) e li istruisce sul Vangelo del giorno (in versione kikizzata) o su argomenti di sua scelta (sempre compatibili col neocatecumenalismo). Porta periodicamente i bambini in gita, al cinema o organizza giornate per loro. Insegna loro anche i canti neocatecumenali, specialmente durante la preparazione della Pasqua il sabato mattina.
ELEZIONE: penultimo "passaggio" del Movimento Neocatecumenale, in cui i catecumeni diventano
ELETTI. La divisa d'ordinanza è una costosissima vestina bianca, che fino a non molti anni fa era griffata da Kiko, e che serve a far sapere agli altri di avere una "Fede Adulta":
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Gli ELETTI neocatecumenali sfilano con le vesti bianche.
Laici di qualità superiore, tutti gli altri vestiti in borghese… |
FONTE BATTESIMALE: le chiese maggiormente neocatecumenalizzate lo costruiscono davanti alla mensa/altare. È una mini-piscina a base ottagonale e scavo a forma di croce quadrata, con scalini per la discesa dove, nella notte di Pasqua, si battezzano bambini e adulti per immersione totale. Poveri voi se avete la sfortuna di nascere qualche giorno dopo Pasqua. Nelle chiese in via di kikizzazione ma non ancora attrezzate si costruisce un fonte mobile, provvisto di disegni e simboli kikiani.
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Fonte battesimale Kiko style.
Anche in vendita nei negozi specializzati a prezzi esorbitanti. |
KÈNOSIS: vorrebbe indicare la discesa dell’uomo per
conoscere il proprio peccato ("conoscenza" in senso biblico, cioè esperienza totale) e sperimentarne le umiliazioni. Nella Chiesa Cattolica, invece, si insegna che il peccato va
evitato (e che l'uomo non deve
discendere nel peccato ma al contrario deve
elevare l'anima verso Dio). Tutta la pseudo-teologia neocatecumenale è una specie di "autorizzazione a peccare" (basta solo "fare bene il Cammino") perché tanto "il Signore mi ha salvato". Questa immaginetta di Kiko è un concentrato di gnosticismo, cioè la convinzione che per convertirsi e salire a Dio occorrerebbe prima scendere il più possibile nel peccato:
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La "kenosis" |
KETUBAH: contratto matrimoniale ebraico che i neocatecumenali “stipulano” con Dio e con la comunità nell’ultimo passaggio, il Matrimonio Spirituale. Nel Cammino è un gadget puramente scenografico, perché nella mentalità neocatecumenale bisogna sembrare più cristiani dei cristiani stessi.
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Ketubah ebraica, modello di quella neocatecumenale |
LIBRO DELLA VITA: è contemplato sia dal cristianesimo che dall'ebraismo. È il libro
(di natura spirituale) che contiene i nomi di quelli che si salvano e nella Bibbia vi sono vari riferimenti ad esso, sia nel Vecchio che nel Nuovo testamento. Invece nel Cammino è un vero e proprio volume cartaceo: nel "I° passaggio" dell'itinerario neocatecumenale, ogni catecumeno scrive il suo nome di battesimo su un foglio, a simboleggiare l'iscrizione nel "libro [kikiano] della vita [kikiana]". Questo foglio viene custodito all'interno della Bibbia della comunità (sperando di non perderlo). Tipico cerimonialismo neocatecumenale che non serve a nient'altro che a sentirsi "più cristiani dei cristiani".
Questa cosa apparentemente innocua è altissimamente fuorviante, perché in tutte le Scritture si deduce che il "libro della vita", dei salvati, non viene scritto dagli uomini, ma lo scrive solo Dio nella sua infinita giustizia.
MATRIMONIO SPIRITUALE: termine che nel Cammino indica un legame “contrattuale” con Dio e con la
COMUNITÀ, legame che viene sottoscritto dal cosiddetto "responsabile" e dall’equipe di "catechisti" durante l’ultimo passaggio, che avviene all’incirca dieci anni dopo l’Elezione. (Dobbiamo precisare
"all'incirca" sia perché i cosiddetti "catechisti" possono bocciare e far impiegare più tempo a completare una "tappa" del Cammino, sia perché Kiko inventa sempre nuove "tappe"; una volta il Cammino finiva in 5-7 anni, quindi sono diventati 15-20 e più, quindi 30 e più...).
MENORÀH: candelabro ebraico a sette o nove braccia (quello ebraico ne ha sette; Kiko volle fare di più e ne aggiunse altre due) che viene posto sulla mensa/tavolinetto/altare per le celebrazioni e nelle "chiese domestiche" (cioè negli allestimenti in casa). Normalmente nessun catecumeno sa cosa voglia significare, esistono interpretazioni libere e diverse. Una volta Kiko disse che
"nove è il numero dell'evangelizzazione", ma sembrò una battuta inventata lì al momento solo per
mettere a tacere un interlocutore che aveva fatto una legittima domanda:
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Menorah ebraica (7 braccia)
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Hannukah ebraica (9 braccia)
Nel Movimento Neocatecumenale si usano
indifferentemente sulle mense per l'Eucarestia
o nelle "chiese domestiche".
Tanto chiamano tutto "menorah",
non sapendo minimamente la differenza tra
Menoràh e Hannukkàh…
Basta che sembrino "ebraiche" ed abbiano più braccia… |
MENSA: tavolinetto centrale attorno al quale i neocatecumenali si siedono in cerchio a simboleggiare la “cena” attorno alla mensa eucaristica, come dei commensali che consumano le due sacre specie del sacramento (specie del pane e specie del vino). Normalmente si ottiene con l’accostare tavoli pieghevoli non consacrati, e nelle chiese maggiormente neocatecumenalizzate sostituisce stabilmente l’altare:
MERKABÀ: termine ebraico che indica il “carro” della visione del profeta Ezechiele. Nel Cammino invece indica un carro virtuale su cui si imbarcano i
sorteggiati (cleromanzia) per le missioni neocatecumenali o per i seminari neocatecumenali Redemptoris Mater, disposti ad andare “da ogni parte”, dovunque i capi del Cammino vogliano. Il carro di Ezechiele e il carro di fuoco di Elia, così come il misticismo ebraico, non c'entrano nulla con la pagliacciata neocatecumenale delle "estrazioni" (già famose per dare
inspiegabilmente destinazioni comode ai figli dei VIP neocatecumenali, e destinazioni remote e scomode ai fratelli delle comunità sprovvisti di
pedigree kikiano).
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Merkabah ebraica. Sorpresi?
Non è solo il "carro", nell'ebraismo.
È anche "il cuore pulsante della Kabbalah,
il suo centro segreto…" |
MIDRÀSH: termine ebraico che indica un metodo di esegesi biblica (e modalità di presentazione) della tradizione ebraica. Nel Movimento Neocatecumenale, invece, il termine viene usato per indicare i raccontini devozionali (ma in stile kikiano) per “passare la fede ai figli” e si raccomanda l’acquisto dei libriccini che li contengono, anche come regalo da fare ai bambini (poverini). A volte i
"midràsh" neocatecumenali vengono inflitti nelle "catechesi degli adulti" con l'intento di far intendere come il popolo ebreo interpretasse certi eventi della sua storia.
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Midrash ebraici |
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Lo dice il titolo "Trasmissione della fede". Quale?
Il libro è scritto da
una figlia di itineranti neocatecumenali,
non da un'ebrea… |
OBBEDIENZA: nella Chiesa Cattolica è quel rispetto dovuto all'autorità poiché l'autorità viene da Dio (infatti non si deve ubbidire quando ti comandano di peccare, perché Dio non ti comanda di peccare). Nel Cammino, invece, consiste in un'
ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti" e soprattutto al sommo "catechista" più grosso, cioè Kiko (che si vanta di essere
"il Vostro Catechista"). La scusa per chiedere tale
ubbidienza cieca è che i cosiddetti "catechisti" sarebbero ispirati dallo Spirito Santo e perciò ti farebbero del bene anche quando ti fanno volontariamente del male. A chi disubbidisce al "catechista"
gliela fanno sempre pagare cara, in un modo o nell'altro, fino ad arrivare all’estromissione dalla comunità ad opera di quest'ultimo, mobilitando l'intera comunità contro di te, all’infliggere umiliazioni e ostacoli, stigmatizzazioni e diffamazione, accuse infondate, forme di costante persecuzione alla persona, divieto persino di salutarti, isolamento...
OSTIARIO: pomposo titolo nobiliare neocatecumenale assegnato nel Cammino al suo membro che nella Chiesa Cattolica verrebbe definito sagrestano. Ovviamente il nobile ostiario agisce esclusivamente per la propria comunità neocatecumenale: si occupa di cucinare le pagnottone (dette "pane azzimo") per l’Eucarestia, di preparare la sala delle celebrazioni, di tenere puliti tutti gli orpelli kikiani… Può anche delegare alcune delle sue mansioni.
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"Piccola guida per l'ostiario" trovata su facebook.
Iniziativa personale, che ha suscitato contrastanti reazioni:
"Non inviate la vostra e-mail,
Kiko non ha scritto nessun libro per quanto riguarda gli ostiari!"
Spassosissima discussione, ma sospettiamo che la censureranno presto. |
PADRINO: nella Chiesa Cattolica è la figura che accompagna il cresimando a ricevere la Cresima e che garantisce per quest'ultimo una formazione spirituale. Nel Cammino invece è una figura da
padrino di mafia che entra in funzione col cosiddetto corso di "post-cresima", corso fatto a gruppi di 7/8 ragazzi (spesso anche meno) per attirarli ad aderire al Cammino o almeno kikizzarli. Tale
padrino è incaricato di "entrare in confidenza" coi ragazzi affinché possano confidargli le loro angustie e le loro necessità... con tutti i rischi che ciò comporta, visto che il
padrino di solito è un soggetto (o una coppia) avente zero studi teologici e zero competenze in fatto di educazione. I ragazzi vanno "accompagnati" (verso il Cammino) fino al compimento dei 18 anni, ma talvolta si va anche oltre. I
padrini accompagnano i loro “figliocci” in un pellegrinaggio finale gratuito.
PALMA DELLA VITTORIA ("palme alte"): gadget onorifico neocatecumenalizio che si "riceve" alla conclusione del "passaggio della
Redditio" e sostituisce l’olivo benedetto la domenica delle Palme. Tutti coloro che hanno superato questo passaggio, invece dell’olivo che spetta a tutto il resto della parrocchia, ottengono la palma, che poi hanno il dovere di esibire all'esterno delle loro case, in modo che chi passa sappia che “lì vive un cristiano [kikiano]”. Vi è
Grande Onore neocatecumenale per
coloro che hanno Ricevuto le Palme Alte.
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Palma "della vittoria neocatecumenale" ad un balcone.
Ammirate e applaudite e dite: "lì vive un cristiano!" |
PANE ÀZZIMO: significa "pane di frumento, non lievitato, e senza aromi o ingredienti aggiuntivi", ed è quello che si usa nella Chiesa Cattolica per la Comunione. Le ostie, nella Chiesa, sono di piccole dimensioni in modo da facilitare la ricezione ai comunicandi e in modo da evitare dispersione di briciole (che costituirebbe sacrilegio). Nel Cammino, il termine
pane àzzimo è stato invece abusivamente messo in contrapposizione a
ostie piccole e adoperato per indicare le pagnottone neocatecumenali, grosse e sbriciolose, cucinate dai cosiddetti
OSTIARI secondo la ricetta dello
chef Kiko, rintracciabile anche su Youtube (i
KIKO-SHOP vendono anche uno stampo preconfezionato):
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Pane azzimo con relativa ricetta su youtube
Cammino Neocatecumenale. |
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Ostia
Chiesa cattolica |
REDDITIO: per i neocatecumenali significa “rendere ciò che si è ricevuto” ed è un "passaggio" durante il quale il cosiddetto "catechista" fa un approfondito
scrutinio (cioè interrogatorio) per evidenziare come il soggetto è cambiato rispetto al “prima” del Cammino. Terminato il passaggio, nel tempo di Quaresima, coloro che dai "catechisti" vengono reputati “promossi”, riportano la loro esperienza davanti a tutta la parrocchia, invitando ad ascoltarli anche parenti ed amici. Talvolta vengono confessati anche peccati seri, relativi al foro interno, come tradimenti o peccati capitali, nell’intenzione di mostrare il “cambiamento”. Spesso invece le persone si scandalizzano nel sentire peccati che dovrebbero essere menzionati esclusivamente nel segreto del confessionale...
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Addirittura la torta della Redditio!
Su facebook, cliccando sull'immagine, compaiono dei nomi,
probabilmente di coloro che faranno la "solenne professione di fede"… |
REDEMPTORIS MATER: indica i seminari neocatecumenali sparsi per il mondo, in cui vengono "formati" (secondo spiritualità, liturgia e metodo kikiani-carmeniani) i futuri sacerdoti ("presbìteri") in servizio al Cammino. È stato necessario inventarli perché le cosiddette "vocazioni" neocatecumenali venivano puntualmente sbattute fuori dai seminari e dai conventi, in quanto una vera vocazione cattolica è al servizio di tutta la Chiesa (non esclusiva al Cammino) e ubbidisce ai propri superiori religiosi (anziché esclusivamente ai cosiddetti "catechisti" del Cammino). È uno dei rari casi in cui il Cammino adopera un parolone in latino anziché in ebraico. C'è da notare che se uno o due "seminaristi" e un "presbitero" neocatecumenali abitano in una stessa casa, per i vertici del Cammino è già sufficiente per proclamare che quello è nientepopodimeno che un
"seminario missionario diocesano internazionale Redemptoris Mater al servizio del vescovo e della diocesi bla bla bla". Vedi approfondimento.
RISONANZA o "eco della parola". Consiste nel pronunciare qualche fervorino spontaneo, vere e proprie omelie laicali estemporanee che i neocatecumenali fanno durante le loro celebrazioni, anche dell'Eucarestia (sebbene i documenti liturgici le prevedano solo con grosse restrizioni perché il culto a Dio non può essere annacquato da parolame umano). In queste stupide omelie, uno sterile spontaneismo da bigotti, i fratelli del Cammino dicono ciò che la parola ascoltata ha loro "suscitato". Così, tragicomicamente, molte volte si ascoltano risonanze che distorcono completamente il Vangelo appena ascoltato, come ad esempio il sentirsi "giudicati" da un Vangelo di speranza. È un'applicazione alla carlona del principio protestante del
"sola fide e sola scriptura". Nel Cammino è tutto un cerimonialismo parolaio, un diluvio di parole umane che offusca e annacqua la Parola di Dio.
SCRUTATIO: lettura della Bibbia avvalendosi di riferimenti e note a margine, seguendo un filo conduttore che - a loro dire - “Dio traccia”. Ora, sebbene il clero e i vescovi spesso consigliano di leggere la Bibbia, non intendono certo trasformarla in un giocattolino magico da cui estrarre portentose ricette e inauditi suggerimenti. Invece nel Cammino vige questo cerimonialismo della
scrutatio - anche durante le "convivenze", o nelle domeniche per i giovani a questa dedicate, così che i giovani si trovano due domeniche mensili occupate, una per la Scrutatio (ma ormai moltissimi non ci vanno) e una per la convivenza mensile. Il Cammino è tutto un affannarsi di attività e di preparazioni.
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Adesso i Kiko-shops vendono anche il
"quaderno per la Scrutatio" dotato nientemeno che
di scritta "SCRu+aTIO" col font di Kiko Argüello.
Evidentemente i quaderni comuni per annotare
passi biblici e pensieri, non erano sufficienti… |
SCRUTINIO: questo termine, nel Cammino, denota sia l'interrogatorio da parte dei cosiddetti "catechisti" che il ritualismo del "passaggio" da una tappa all'altra del percorso iniziatico. L’interrogatorio avviene ad opera dei cosiddetti "catechisti" contro il singolo "neocatecumeno" che è tenuto a rispondere sinceramente anche alle domande più vergognose e imbarazzanti e in presenza di tutta la comunità. Il più importante di questi avviene al "II° passaggio" e può durare anche più di un'ora. Il sorteggiato si siede al centro della stanza, davanti ai cosiddetti catechisti e con la croce kikiana accanto, e il "catechista" scrutinante gli
interpreta la vita, dando consigli e stimolando il neocatecumeno ad "aprirsi" su ogni qualsivoglia aspetto personale. Durante questi scrutini spesso e volentieri si viola il foro interno da parte dei "catechisti" (facendo domande invadenti, specie su temi imbarazzanti, soprattutto su temi sessuali) o si danno consigli che poi si rivelano deleteri per la persona. È una delle principali fonti di scandalo, ben nota fin da quando padre Zoffoli la documentava negli anni '80.
SHEKINÀH: secondo la tradizione ebraica significa la presenza "fisica" di Dio. Siccome si utilizza questo termine anche per indicare il Tempio di Gerusalemme, non di rado viene impropriamente utilizzato nel Movimento Neocatecumenale per indicare la Chiesa cristiana.
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Canto neocatecumenale "Maria piccola Maria".
Intanto "piccola" Maria. Piccola?!
Poi tutti gli attributi di Maria nella strofa finale.
Maria, per i cattolici Madre della CHIESA,
per l'Argüello è la "nube che protegge ISRAELE",
il "santuario della sua SHEKINÀ".
CHIESA, il Kiko non riesce proprio a dirlo… |
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Shekina SAS, Società in Accomandita Semplice.
Pagina facebook di un kiko-shop. Notare il font kikiano e il logo ottagonale.
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SHEMÀ: è una delle più importanti preghiere della Liturgia Ebraica e significa “Ascolta”.
Shemà Israel = Ascolta Israele. Per i neocatecumenali, siccome la “fede viene dall’ascolto”, il termine Shemà è onnipresente nei discorsi e nelle cosiddette "catechesi". Esiste una tappa, dopo il "I° passaggio", che si chiama appunto
Shemà ed è preparatoria all’importantissimo "II° passaggio" che promuove, per chi lo supera, dal neocatecumenato al cosiddetto "catecumenato" (cioè si diventa
Paganti Decima). In tale occasione si insegna il canto kikiano
Shemà, che i neocatecumenali cantano spessissimo in ogni occasione. Sull’”ascolto” ebraico vi sono continue catechesi.
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Shemà Israel, Ascolta Israele.
ISRAELE.
È infatti la preghiera per eccellenza dell'ebraismo |
SHÉOL: termine poco usato, ma che ogni neocatecumenale conosce perché indica l’«inferno» ed è contenuto anche in un canto di Kiko:
“mi hai tratto dal profondo dello shéol…”. In ebraico infatti, shéol indica il regno dei morti, in greco è l’Ade. Il neocatecumenalismo ha una vera fissazione nel menzionare l'inferno, ma non si tratta dell'inferno secondo la dottrina cattolica, ma solo di un concetto di infelicità meramente terrena, infelicità dovuta solo al... non aver fatto abbastanza bene il Cammino.
TORÀH: per gli ebrei è l’insieme degli insegnamenti scritti (Pentateuco: i primi cinque libri della Bibbia) e orali di interpretazioni e narrazioni rabbiniche. Per i neocatecumenali, insieme al Talmùd (altro testo sacro dell'ebraismo), è semplicemente il riferimento generico all’Antico Testamento, al rotolo della legge e spessissimo, nelle cosiddette "catechesi", vi viene fatto riferimento (sono talmente fissati con l'ebraismo da non riuscire a fare a meno di infilare paroloni ebraici in ogni frase). Un prezioso rotolo della Torah è gelosamente ostentato anche alla
Domus Galiaeae (ennesimo monumento che Kiko ha fatto erigere a sé stesso), quartier generale neocatecumenale in Terra Santa: anziché esporre il Vangelo, espongono la Toràh.
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La Torah preziosissima custodita nella
Domus Galilaeae di Kiko in Israele. Per loro è più importante del Vangelo... |
TRADITIO: è un "passaggio" del Cammino in cui i neocatecumenali vanno a bussare alle porte delle case (come i testimoni di geova) per portare la “buona novella” (cioè per tentare di adescare nuovi proseliti per Kiko). Tale iniziativa estremamente imbarazzante dura normalmente due anni. Le persone coniugate col coniuge fuori dal Movimento, fanno la
Traditio a casa propria e quindi stanno lontane dalla comunità per tutto il tempo della
Traditio, tranne in occasioni particolari.
Traditio, in latino, significa “trasmissione”, che è poi l’intenzione di coloro che bussano alle porte: trasmettere il messaggio di Kiko, la pace di Kiko, la fede in Kiko... Così i neocatecumenali vanno a
“tràdere” - non ciò di cui pensano di essere in possesso (la fede) ma il kikismo-carmenismo.
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Yeshivah ebraica = sessione di studio della Scuola Rabbinica
Yeshivah neocatecumenale = Santuario della Parola di Kiko |
YESHIVÀH: per gli ebrei è un'istituzione educativa che si basa sullo studio dei testi religiosi tradizionali, quali Talmud e Torah ed è generalmente diretta da un rabbino. Di solito tale termine definisce anche una “sessione” di studio della Scuola Rabbinica. Per i neocatecumenali è invece il luogo della preghiera e della
scrutatio che si trova in ogni seminario Redemptoris Mater, dove si trova anche il
tabernacolo “
a due piazze” che oltre al Santissimo contiene anche la Bibbia. La chiamano Santuario della Parola. Nel delirio della
spiegazione fornita dal seminario neocatecumenale Redemptoris Mater di Perth, Australia, si legge che: i sedili sono “troni perché il trono è sempre il luogo utilizzato da un re. La scrittura infatti, ci fa re..." e altre supreme asinerie.
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Trono presidenziale nella Yeshivah del seminario Redemptoris Mater di Perth,
completo di "croce gloriosa" astile designed by Kiko e "Madonna del Cammino" dipinta by Kiko. Kiko e le sue deiezioni sono sempre il centro di tutto. |
Il tabernacolo "a due piazze" contiene sia la Bibbia che il Santissimo Sacramento, che è un modo tutto neocatecumenale per dire che nel Santissimo Sacramento
non vi sarebbe la Presenza Reale di Nostro Signore.
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Tabernacolo a "due piazze"
Santissimo e scrittura insieme.
Pari dignità, secondo loro… |
Di fronte al Tabernacolo si trova l’imponente struttura chiamata Bemà (oppure Bimah), il luogo in cui si canta e si proclama la Parola. Nei riti neocatecumenali è tutto uno spettacolino di omelie laicali, grattugiamenti di chitarrella e di canzonette, letture bibliche a sostegno delle omelie laicali, eccetera. Nel Cammino si è voluto prendere un po’ dal cristianesimo e un po’ dall’ebraismo (e aggiungere parolame a iosa) per mescolare il tutto in un insieme ibrido che ha dato come prodotto una religione ibrida: il kikianesimo. Totalmente diversa nei contenuti e nel credo da quella della Chiesa cattolica.