mercoledì 31 maggio 2006
La situazione, oggi
Aspetti critici
- la riduzione della figura del sacerdote da ruolo guida a mero esecutore liturgico
- il pessimismo e l'impoverimento della virtù cristiana della speranza nelle catechesi
- il separatismo rispetto ai cattolici non Neocatecumenali
- il "metodo" dei Neocatecumenali, da loro ritenuto "insuperabile"
- le dolorose divisioni nelle parrocchie dove il Cammino è presente in modo consistente
- gli "scrutini", confessioni pubbliche che "scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe".
Nella citata lettera Bommarito parla del rischio di cadere nel fondamentalismo integralista e vi allega "puntualizzazioni" di altri ecclesiastici italiani e americani.Ciò che maggiormente pare preoccupare la gerarchia ecclesiastica sono gli abusi in campo liturgico. A dicembre 2005 la Congregazione del Culto divino, a firma del cardinale Arinze, ha inviato una lettera a Kiko Argüello, Carmen Hernández e don Paolo Pezzi per comunicare le "decisioni del Santo Padre" a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale, raccomandando anzitutto di seguire "i libri liturgici approvati, senza omettere né aggiungere nulla" e chiedendo, fra le altre cose:
- che "almeno una domenica al mese" le comunità del Cammino partecipino alla Messa della parrocchia
- che le "eventuali monizioni" previe alle letture della Messa siano "brevi"
- che l'omelia sia "riservata al sacerdote o al diacono"
- che il modo di ricevere la Santa Comunione diventi entro "due anni" lo stesso di tutta la Chiesa.
Lo Statuto approvato nel 2002 rinvia ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e la prassi del Cammino; il materiale (quattordici volumi) è tuttora in fase di verifica da parte delle congregazioni vaticane.