Cercando i discorsi dei Papi sul Cammino Neocatecumenale a partire da Paolo VI, che conosceva
zero questo movimento, mi sono imbattuta in una cosa
INAUDITA, per pura serendipità.
Sul sito web neocatecumenale neocatechumenaleiter.org, viene riportato come fatto da Paolo VI un discorso all’udienza generale del 12 gennaio 1977, totalmente falsificato, distorto e “neocatecumenalizzato”.
Se il titolo della pagina neocatecumenale fosse stato chiaro nel far intendere che il discorso riportato era da loro unilateralmente MODIFICATO, trasformato e “precisato”, non vi avrei proposto queste considerazioni.
Invece l'introduzione data dai kikos è proprio questa: “Il Papa Paolo VI alle Comunità Neocatecumenali 12-1-1977” - Durante l’Udienza generale di mercoledì 12 gennaio, il Santo Padre San Paolo VI ha pronunciato il seguente discorso...
E presenta un testo che sarebbe stato “pronunciato dal Santo Padre (San) Paolo VI durante quell’udienza generale”.
Sappiamo tutti che nelle udienze generali del mercoledì il Papa parla a tutta l’assemblea dei fedeli in modo generale e non si sognerebbe MAI di dedicare un’intera udienza ad elogiare o approfondire un movimento in particolare, dato che l’udienza generale è generale, per l’appunto, proprio perché si riferisce ad una “generalità” di fedeli, a tutta la Chiesa.
Vediamo come sul sito neocatecumenale è stato DISTORTO il discorso di Paolo VI.
Ma credevano davvero che prima o poi qualcuno non se ne accorgesse? Mentire è un conto, ma mentire su certe cose, mettendo in bocca ad un Papa cose che non ha mai detto, è INAUDITO.
Dannata impudenza!
Qui sotto il discorso riportato dal sito vaticano.
Evidenziazioni e grassetti sono nostri.
Facciamo anzitutto notare che «un gruppo» di neocatecumenali è stato solo l'occasione per parlare d'altro, di qualcosa che vale per tutti i cristiani (i neocat non hanno mica l'esclusiva dello Spirito).
Dopo il battesimo
La presenza a questa Udienza d’un gruppo, notevole per numero e per dignità di partecipanti [ndr. si riferisce alla dignità episcopale, cioè ai vescovi, naturalmente: segue poi una virgola e quindi anche la menzione delle comunità neocat], di appartenenti alle «Comunità neocatecumenali» ci offre l’occasione di richiamare l’attenzione dei nostri visitatori e di quanti si collegano all’ascoltazione di questa nostra familiare parola, su due avvenimenti della Chiesa cattolica...
[...] Siamo dunque in una fase apostolica, missionaria, didattica quanto mai accentuata nella vita della Chiesa; tutti vi dobbiamo essere impegnati: la edificazione del Corpo mistico di Cristo sulla terra, che è la nostra Chiesa presente, è dovere d’ogni credente (Cfr. Lumen Gentium, 33).
In questa visione è chiaro, è auspicabile che si vengano moltiplicando gli sforzi per attuare questo immenso e urgente programma: evangelizzare, catechizzare; e si assiste alla fioritura di opere e di mezzi per dare all’annuncio del messaggio evangelico la sua migliore diffusione [ndr. non del Cammino ma in generale]...
E poi diremo che coloro che con cuore semplice e generoso si mettono al servizio dell’evangelizzazione subiscono, certo per un segreto ma immancabile carisma dello Spirito Santo, una metamorfosi psicologica e morale caratteristica, quella che trasforma le difficoltà in stimoli, i pericoli in attrattive, le sconfitte stesse in titoli di merito e quindi di pace serena.
Adesso possiamo comprendere anche la testimonianza che i nostri odierni visitatori ci offrono: essa si svolge intorno al cardine della vita cristiana che è il battesimo, il sacramento della rigenerazione cristiana, il quale deve ritornare ad essere ciò che era nella coscienza e nel costume delle prime generazioni del cristianesimo [ndr. sta parlando in linea di principio, le stesse cose si possono dire a chiunque consideri sul serio il proprio battesimo]. La prassi e la norma della Chiesa hanno introdotto la santa abitudine di conferire il battesimo ai neonati, lasciando che il rito battesimale concentrasse liturgicamente la preparazione che, ai primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il battesimo, e che era detto catecumenato. Ma nell’ambiente sociale di oggi questo metodo ha bisogno d’essere integrato da una istruzione, da una iniziazione allo stile di vita proprio del cristiano, successiva al battesimo, cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa.
Ecco la rinascita del nome «catecumenato», che certamente non vuole invalidare né sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo, che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi. (ndr. Il “catecumenato” non è proprio del Cammino Neocatecumenale, ma è una prassi di lunga tradizione descritto nel documento noto come OICA; il Santo Padre lo sa e quindi parla di catecumenato in senso generico).
Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del sacramento ricevuto. E noi siamo lieti di vedere che questo bisogno oggi è compreso dalle strutture ecclesiastiche istituzionali e fondamentali, le Parrocchie. Si prospetta così una catechesi successiva a quella che il Battesimo non ha avuto; la «pastorale degli adulti», come oggi si dice, viene delineando, crea nuovi metodi e nuovi programmi; poi nuovi ministeri sussidiari sostengono la più esigente assistenza del Sacerdote e del Diacono nell’insegnamento e nella partecipazione alla liturgia; nuove forme di carità, di cultura e di solidarietà sociale accrescono la vitalità della comunità cristiana e ne fanno di fronte al mondo la difesa, l’apologia, l’attrattiva.(ndr. E qui è chiaro che non si riferisce al Cammino Neocatecumenale, dove “carità” e “solidarietà sociale” sono sempre state parole sconosciute).
Con la nostra Apostolica Benedizione. (ndr. A tutti i presenti, non solo al Cammino Neocatecumenale)
Confrontiamo ora quanto pubblicato su neocatechumenaleiter.org ed attribuito alle parole di Papa Paolo VI, con gli errori di scrittura lasciati come da testo.
Anche qui le evidenziazioni e i grassetti sono nostri.
In giallo le affermazioni contenute nell’originale della Santa Sede.
In verde tutte le aggiunte e le modificazioni neocatecumenali.
In celeste le nostre considerazioni.
(ndr. Se si chiama “San” Paolo VI, dà da pensare che questa pubblicazione non sia contestuale dell’epoca, quando Paolo VI era vivo e non era ancora Santo)
«Siate tutti salutati “in nomine Domini”. Nonostante che la stagione, siamo nel cuore dell’inverno, non sia propizia ai pellegrinaggi, alle escursioni, alle visite, alle riunioni, tuttavia Noi siamo lieti di salutare ancora la nostra sala che SI FA ONORE con la presenza così copiosa di visitatori che adesso nomineremo. (ndr. Il Papa, nella sua sala “si fa onore” della presenza dei visitatori che nominerà. Non sono i visitatori ad essere “onorati” della presenza del Papa).
Sappiate che vi salutiamo tutti veramente con la coscienza di essere relatori, di essere trasmettitori di una benedizione che ci trascende, cioè di essere dei rappresentanti, dei ministri di una grazia del Signore che vorremmo a tutti comunicare, e comunicare proprio con un senso di quella unione, di quella carità, di quella fusione di spirito, di quella unità che ci distingue per la nostra fede e per la fortuna che abbiamo tutti di appartenere al Corpo mistico di Cristo. (ndr. Questo mi sa che serve a “dimostrare” che anche il Cammino Neocatecumenale appartiene “al Corpo mistico di Cristo). A tutti il Nostro saluto benedicente. Accompagneremo poi con le nostre preghiere e con il ricordo spirituale il momento che voi, visitandoci, Ci procurate vera felicità di essere insieme e di essere con Cristo.
I saluti: abbiamo, con il Nostro grande piacere e con Nostra commozione, un gruppo di Vescovi particolari, i quali saluteremo, per non prolungare troppo questa prefazione alla Nostra udienza, poi a parte nella sala attigua . . .(ndr. Un “gruppo di vescovi "particolari"? E davanti a loro il Papa si “commuove”? Un po’ come fece Morcillo quando andò nelle baracche… ma fanno proprio commuovere tutti, ‘sti neocatecumenali! Inoltre si capisce bene che nella sala attigua saranno salutati solo “i vescovi particolari”, non tutti i camminanti).
Perchè sappiate almeno l’origine di questi Vescovi e l’importanza di questo gruppo di altri nostri fratelli nell’episcopato, che abbiamo oggi l’onore di avere con Noi, leggeremo, come Ci è suggerito, la provenienza: abbiamo due Vescovi del Messico, abbiamo un Vescovo di EI Salvador, di Guatemala, dell’Honduras, della Repubblica Dominicana, poi due Vescovi del Brasile, dell’Ecuador, del Perù, dell’Uruguay, delle Filippine, abbiamo un Vescovo dell’Inghilterra, uno della Spagna e uno del Portogallo; e alcuni altri d’Italia, che sono l’Arcivescovo di Rossano, poi il Vescovo di Sarzana e Brugnato, Macerata e Tolentino, di Fabriano, di Rieti, di Teramo, Crotone, e finalmente di Piazza Armerina. (ndr. e qui mi sbellico dalle risate: l’impronta neocatecumenale è inconfondibile. Il Papa fa le presentazioni come Kiko!? Ad un’udienza generale nomina i “vescovi particolari” ad uno ad uno! Ma come si fa… Addirittura direbbe: “l’importanza di questo gruppo che abbiamo oggi l’onore di avere con noi!” Maddai… E chi glielo ha “suggerito” di leggere la provenienza? Kiko?).
E’ un’udienza che HA VERAMENTE UN CARATTERE CATTOLICO (ndr. Casomai qualcuno fosse in dubbio, meglio precisare… A proposito: le altre udienze generali del Papa non avevano carattere cattolico? Questa lo ha VERAMENTE, le altre per finta?) per non dire ecumenico, ma cattolico vuol dire di più perchè è una perfezione già completa e già consumata, e quindi Noi salutiamo tutti questi confratelli, cerchiamo di leggere nel loro cuore il motivo della loro venuta e di corrispondere con tutta la nostra simpatia, col nostro incoraggiamento anche a questo loro atto tanto significativo del loro ministero. (ndr. Quale sarebbe l’ “atto significativo del loro ministero? Essere in rappresentanza del Cammino Neocatecumenale o essere vescovi? Perché se fosse per essere vescovi, che significato ha “simpatia ed incoraggiamento”? Ad un vescovo ci si rivolge così? “Ciao, sono il Papa, ti mostro simpatia ed incoraggiamento”…)
Accompagnano il GRANDE GRUPPO che adesso nomineremo subito (ndr. il Papa freme per nominare “subito” questo “Grande Gruppo”, non vi preoccupate…), e per il quale ABBIAMO RISERVATO la piccola allocuzione che siamo soliti tenere nelle Udienze generali. (ndr. La “piccola allocuzione c’è, ma è veramente vaga e minuscola, non è questo pappardellone neocatecumenale. Anche da qui si evince che non può essere stato il Papa a parlare: non avrebbe mai tediato i presenti così a lungo, come di regola i Papi non hanno MAI fatto). RIPETO, (ndr. Il Papa “ripete”, casomai non si fosse capita l’importanza del Cammino Neocatecumenale nel 1977) questi Vescovi siano tutti da Noi salutati, E STAREI PER DIRE, ABBRACCIATI; SIAMO TANTO UNITI di più per la loro presenza nel dare omaggio alla nostra Santa Chiesa, nell’onorare Gesù Cristo, nell’avere l’ansia dell’apostolato, di attingere le anime quali sono oggi nel mondo, e nella loro speranza comune che dura nel tempo e trascende il tempo, per l’escatologia finale dell’incontro visibile e pieno con Nostro Signor Gesù Cristo. (ndr. tutti questi elogi per i vescovi neocatecumenali).
A loro, il Nostro RIVERENTE RINGRAZIAMENTO per la loro partecipazione a questa udienza, il Nostro aiuto e la Nostra benedizione che vuol arrivare anche, carissimi confratelli nell’Episcopato, alle vostre Diocesi rispettive, e sappiate davvero che la preghiera, l’augurio, la speranza comune in Cristo accompagna questi nostri voti. .
Adesso, dunque, salutiamo innanzi tutto il GRANDE GRUPPO che fa la parte principale di questa udienza – e ne diremo poi qualche cosa -: sono parroci e missionari laici della comunità neo-catecumenale. Sono provenienti da diversi Paesi e, come vedete, sono componenti una comunità molto varia – sacerdoti, religiosi, laici, ecc. – e a tutti diamo un cordiale benvenuto. Diremo poi alcune parole per questa occasione e per lo scopo che li riunisce e li fa professanti la loro fede NELLA CHIESA, e infine la Nostra particolare benedizione. RIPETIAMO, COMUNITÀ NEO-CATECUMENALI DI PAESI E DI DIVERSI CONTINENTI. (ndr. il Papa ripete ancora, si vede che vuol vendere bene il prodotto, fosse stato davvero il Papa. Ma chi è che mette parole in bocca al Papa per vendere bene il prodotto?).
Salutiamo adesso il GRUPPO PRINCIPALE, dando loro quel PICCOLO REGALO, diciamo, che Noi siamo soliti dare nella Nostra udienza generale, cioè una parola, una parola che vorrebbe essere poi soggetto di meditazione, di riflessione, se non altro di prova della nostra simpatia per chi la ascolta.” (ndr. Quinta volta che il Papa “saluta” il “Gruppo Principale”… Seguite bene, poi alla fine dell’articolo viene la BATTUTA, poveri neocatecumenali, che miseria! Poi il Papa dà ai neocatecumenali un “piccolo regalo”, prassi assolutamente neocatecumenale, come quando danno i santini dei “santoni”, i libri (a pagamento)… Ed il regalo che il Papa dà ai neocatecumenali cos’è? UNA PAROLA, prova della “nostra” simpatia per chi ascolta, cioè anche per i non neocatecumenali presenti all’udienza generale).
“La presenza, diciamo, a questa udienza di un gruppo, notevole per numero - siete quasi tutti voi -
e per dignità dei partecipanti - i vostri DIRIGENTI e soprattutto il gruppo di Vescovi CHE AVETE PORTATO CON VOI - di appartenenti alle comunità neo-catecumenali,Ci offre l’occasione di richiamare l’attenzione dei nostri visitatori e di quanti si cOlleganoall’ascoltazione di questa nostra familiare parola, intanto su due avvenimenti della Chiesa Cattolica, e cioè sul Sinodo dell’Episcopato del 1974,che ebbe per tema allora l’evangelizzazione; l’evangelizzazione nel nostro tempo, COME SI FA ADESSO A PROPAGARE IL VANGELO: questo fu il tema del Sinodo del ’74, (ndr. Ma ve lo immaginate il Papa che per spiegare l’evangelizzazione dice “come si fa adesso a propagare il Vangelo?” Nemmeno “ad annunziare”, proprio a “propagare, la fissa dei neocatecumenali) che diede materia alla Nostra successiva Esortazione apostolica “Evagelii Nuntiandi”, che fu pubblicata l’8 dicembre del ’75.
“Se avessimo la VELLEITÀ DI FAR LA RÉCLAME ai Nostri documenti, vorremmo quasi raccomandarvelo, perchè è tanto denso, è tanto tributario a tutto quello che i Vescovi hanno detto nel Sinodo. Ho cercato di interpretare, di raccogliere tutte le loro idee, di ordinarle e di renderle accessibili in linguaggio il più semplice possibile, ma anche il più importante e chiaro possibile, che ci fa arditi, ripeto, a raccomandarlo a voi e specialmente che volete essere i neocatecumenali, che volete, cioè, DARE ISTRUZIONE, evangelizzazione a queste GRANDI SCHIERE DI POPOLI CHE RIUSCITE AD AVVICINARE.”(ndr. Ma come? La raccomandazione ad attenersi alle risultanze di un Sinodo il Papa la chiama “velleità di far la réclame”? Ma stiamo scherzando…)
Credo che sarebbe buono per voi e buono per i vostri allievi, PER I VOSTRI DISCEPOLI. Fra due Sinodi: quello della “Evangelizzazione”, come evangelizzare oggi;
II secondo avvenimento, invece, è ancora futuro, e cioè avrà luogo quest’anno, a cominciare dal 30 settembre: l’altro Sinodo dell’Episcopato.Avremo qui circa duecento Vescovi che vengono da tutte la parti del mondo, nominati dalle rispettive Conferenze episcopali. Quale sarà il tema? II tema riprende quello della evangelizzazione sotto un altro aspetto, cioè quello del “catechismo”; come si insegna la religione specialmente ai fanciulli, ai ragazzi, alla gioventù e anche agli uomini maturi, in questa stagione della nostra civiltà; e come si diventa maestri di catechismo. Sono i Vescovi che hanno voluto questo tema, lo riprenderemo e lo svilupperemo; questo per dire come voi catecumenali siete d’attualità. quello della “Catechesi”: come catechizzare i giovani e gli adulti in questa epoca Attualità del neocatecumenato...
Quante volte, facendo l’esame della storia che ha passato e ha caratterizzato i periodi della storia della Chiesa, si dice: “Ma di che cosa si occupavano?” O c’era la guerra fra i tali stati o c’erano davvero le tali questioni dogmatiche ecc., che interessavano sé e no l’opinione pubblica e l’apostolato pastorale. (ndr. Può un Papa in un’udienza dire queste cose, con questo linguaggio diretto e semplificato?).
La Chiesa è ritornata sopra le sue funzioni e i suoi doveri pastorali, e il primo dovere pastorale è quello di annunciare il Vangelo e andare incontro al mondo e dire: `Guarda, io ti porto il messaggio, il messaggio che GLI ANGELI HANNO PORTATO ALLA TERRA’: `Gloria a Dio e pace in terra’, e poi il messaggio di Cristo, annunciare il Vangelo, cioè la parola buona insegnataci da Gesù Cristo. (ndr. Il Papa direbbe che la Chiesa, che aveva abbandonato le sue funzioni e i suoi doveri, oggi vi è ritornata sopra, possibile? Potrebbe anche pensarlo, ma non lo direbbe mai)
La Chiesa torna sopra le sue funzioni: annunciare il Vangelo al mondo Questa coscienza, RIPETO, è vigile e operante nella Chiesa di oggi, e la impegna tutta –quello che è anche tanto bello– i ministri, cioè Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, ecc. e fedeli! I fedeli stessi diventano voce che deve propagare questo messaggio; il messaggio dell’annuncio evangelico che oggi più che mai è degno di essere annunciato per due titoli CHE SEMBRANO CONTRADDITORI.
Uno, dobbiamo annunciarlo PERCHÈ IL MONDO È SORDO, e allora BISOGNA ALZARE LA VOCE, e allora BISOGNA TROVARE LA MANIERA DI FAR CAPIRE, e allora bisogna insistere, BISOGNA CONVOCARE TUTTI AD UNA SCUOLA NUOVA, ecc. La difficoltà diventa provocante, diventa un incentivo per diventare MAESTRI DEL NOSTRO CATECHISMO, cioè della Verità del Vangelo da annunciare. Perchè il mondo è sordo E, secondo motivo, che è proprio l’opposto del primo e cioè per chi sa vedere, per chi sa leggere nel cuore delle folle, nel cuore del mondo vede che in fondo c’è un malcontento, c’è un’inquietudine, c’è un bisogno di una parola vera, di una parola buona, di una parola che dica il senso della vita! che il mondo non sa più quale sia, che non ha più la forza di definire; vive come miope e come cieco in mezzo alle tenebre. (ndr. Ma figurati se il Papa parla così…).
Noi abbiamo la lanterna, noi abbiamo la lampada, noi abbiamo la Parola del Vangelo che diventa la luce del mondo. II Signore ha detto ai suoi apostoli: voi siete la luce del mondo. Ecco, se siamo la luce del mondo dobbiamo andare incontro a questa gente smarrita, così arrabbiata, così crudele, diventata perfino così sbandata, così senza principi, senza linee di con dotta buona e umana, e andare incontro e dire: ecco, guarda, questo è il sentiero, questa è la via. E ripeto, per queste due ragioni, l’una la difficoltà e l’altra l’opportunità di annunciare il Vangelo, ecco che la Chie sa prende la parola. ed ha bisogno di una parola che dica il senso della vita.
Noi abbiamo la Parola del Vangelo Siamo dunque in una fase apostolica, missionaria, didattica, quanto mai accentuata nella vita della Chiesa; tutti vi dobbiamo essere impegnati. L’edificazione del Corpo mistico di Cristo sulla terra, che è la nostra Chiesa presente, è dovere, come dice il Concilio, non soltanto dei preti, dei Vescovi ecc., ma di ogni credente; ciascuno deve essere testimone, deve saper tradurre, se non altro con l’esempio e con il suo appoggio ecc., il messaggio di cui è depositario.
Non esiste un cristiano muto, non esiste un cristiano sterile, non esiste un cristiano che viva per sé; DEVE VIVERE PER LA COMUNITÀ, per il Corpo mistico che si chiama la Chiesa.
Ci sono tante iniziative parallele e UN PO' SIMILI A QUELLA VOSTRA, che adesso ascolta (ndr. ma che vuol dire: "iniziative un po' simili a quella vostra che adesso ascolta?" Forse vuol dire che adesso li lascia dare una testimonianza), e si assiste così alla fioritura di opere e di mezzi per dare all’annuncio del messaggio evangelico la sua migliore diffusione e interpretazione, potremmo dire. Noi osserveremo come questo multiforme fenomeno della Santa Chiesa non riguarda soltanto l’aspetto scolastico, didattico delle sue attività, non è soltanto insegnamento da MAESTRO a scolaro, è piuttosto quello più ampio, più pedagogico e più vitale, che riguarda anche lo stile della vita, nel quale l’insegnamento della verità religiosa è parallelo a quello scolastico, anzi è unito alla professione della vita di cui l’insegnamento è norma e principio.
In secondo luogo noteremo come questo dovere non assume in chi lo compie e anche in chi ne è favorito, la qualifica di un peso grave e difficile, anche se in realtà esso lo è.
Una delle grandi difficoltà che i preti incontrano, qual è? Eh, non vengono! MA CHE NOIA, SENTIRE LA PREDICA, SENTIRE LA LEZIONE, IMPARARE IL CATECHISMO, ma MI STANCA, a me piace andare a spasso, andare al cinematografo, giocare, ecc., MA INSOMMA QUESTA CHIESA CHE INSEGNA DIVENTA TANTO NOIOSA. Non è così! Diciamolo a noi stessi e diciamolo anche al nostro popolo. (ndr. Qui si tocca veramente l’apice: il Papa dichiarerebbe che i preti e la Chiesa sono una NOIA!).
Chi ha capito il segreto della Verità che le nostre parole contengono diventa come fulminato da questa luce, da questa verità, e si trasforma tanto nell’apostolo, il prete o l’annunciatore, quanto nel discepolo che ascolta: “AH! NON CREDEVO CHE FOSSE COSÌ BELLO, AH, MA È VERO, MA GUARDA…”. Si apre, ripeto, un orizzonte di luce e di bellezza che era quasi insospettato...
lo vorrei chiedere se ci sono dei missionari tra voi: perchè fate i missionari? MA PERCHÈ SIETE ESALTATI DAL SENSO DEL VANGELO, che cosa è annunciare la Verità, annunciare il segreto della vita, i disegni di Dio, le speranze che non muoiono! Ma diventa una tale bellezza che non ci si può più sottrarre e si diventa chiamati ad essere anche noi apostoli e annunciatori di questa verità! Il compimento di questo dovere dell’annunciare non è più noioso, come il compimento dell’ascoltare non è più fastidioso, ha in se stesso la rifusione della fatica che esso comporta e rende felici i suoi testimoni, li rende sicuri, li rende partecipi in anticipo dei beni di quel Regno di Dio che essi vanno annunziando.
Nel Nostro posto, qui al centro della Chiesa, noi abbiamo da ricevere tanti che vengono da lontano, dalle missioni, e soprattutto questi CHE RICEVIAMO CON TANTO PIACERE, li lasciamo parlare per avere da loro la testimonianza. Hanno difficoltà enormi alcuni, NON SI SA COME POSSONO VIVERE, campare, vincere le malattie, LE INIMICIZIE, i pericoli, ecc., eppure ve lo dico perchè siate contenti anche voi, quando loro dicono e definiscono se stessi dicono una felicità che non ha confronti con le altre felicità del mondo. E se Noi osiamo dire: “Ma lei resterebbe qui o vuol tornare?” “Tornare, tornare!”. E VANNO IN MEZZO A DIFFICOLTÀ ENORMI MA PERCHÈ SON PRESI DALLA GIOIA DEL VANGELO. (nrd. Tutta questa sviolinata sui “missionari” neocatecumenali nel testo originario è completamente ASSENTE) Dunque, e poi diremo che coloro che con cuore semplice e generoso si mettono al servizio della evangelizzazione, subiscono, certo per un segreto ma immancabile carisma dello Spirito Santo, una metamorfosi psicologica e morale che è caratteristica; è quella metamorfosi, quel cambiamento, che trasformale difficoltà in stimoli, RIPETO quello che dicevo prima, i missionari perchè ritornano? Ma perchè c’è tanto da fare, ma perchè c’è quella povera gente da consolare, ma perchè c’è il pericolo, “devo andare io a guarire i lebbrosi, devo andare io a scongiurare che questa povera gente sia sopraffatta da altri movimenti sociali e diventi schiava di situazioni intollerabili”. La difficoltà, l’ostacolo, diventa attrattiva, che prima faceva paura, faceva noia, faceva fastidio, invece poi diventa la forza che attrae, che impegna, che lega, e che rende l’apostolo, diciamo la grande parola, ma detta in un senso generale, “martire” cioè testimone.
Ed è stupendo questo fenomeno, che chi sa vedere i fenomeni della Chiesa – Noi abbiamo questa responsabilità e questa fortuna – non può non dire: grazie, Dio, perchè hai dato a me questa visione, di vedere appunto tanti che sono gli entusiasti del Vangelo, del Vangelo difficile, del Vangelo penoso, del Vangelo che costa, del Vangelo che non rende, del Vangelo che URTA CONTRO TUTTE LE MENTALITÀ E TUTTI I VIZI E GLI OSTACOLI DEL MONDO. (ndr. Sono davvero “fenomeni” della Chiesa, ma da baraccone. Fortunatamente il Papa ha “la responsabilità e la FORTUNA di poterli vedere e ringraziare Dio perché gli ha dato la visione per vedere che gli ENTUSIASTI del Vangelo difficile sono tanti e sono neocatecumenali).
II Vangelo, ripeto, rende felici coloro che lo predicano (ndr. Il Papa ancora “ripete”…),
e trasformale difficoltà in stimoli, i pericoli in attrattive, e le sconfitte stesse?sembra un paradosso ? le sconfitte stesse cioè il non riuscire, in titoli di merito (però ho fatto quel che potevo!) quindi anche di pace che discende serena in questi cuori che non hanno avuto neanche la soddisfazione dell’esito delle loro fatiche. (ndr. Apologia degli insuccessi) Adesso possiamo comprendere anche la testimonianza che i nostri odierni visitatori ci offrono: essa si svolge intorno al cardine della vita cristiana che è il Battesimo.
La parola “catecumenato” è riferita al Battesimo: catecumenato era il periodo di preparazione al Battesimo. Adesso il Battesimo non ha più, almeno diffusivamente e didatticamente, questo sviluppo. Assistiamo alla fioritura di nuove forme per l’annuncio del Vangelo E allora questi dicono: “Beh, lo faremo dopo il Battesimo”.
NON È BASTATA LA GRAZIA SANTIFICANTE, anzi la grazia santificante non ha fatto che accendere un fuoco che deve essere poi illuminante e propagantesi nella vita. S. Agostino ha un accenno a questo: “non possiamo anticipare? facciamo dopo il Catecumenato”, cioè l’istruzione, il completamento e l’educazione, tutta la parte educativa della Chiesa, dopo il Battesimo (ndr il Papa dice che “la grazia santificante non basta”. Maddaiiii. Magari non è la grazia che “NON BASTA”, ma l’uomo che volge le spalle a Dio).
ii sacramento della rigenerazione cristiana deve ritornare ad essere ciò che era nella coscienza e nel costume delle prime generazioni del cristianesimo, la preparazione che i primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il Battesimo e che era detta catecumenato.
Dopo la Chiesa ha concentrato questo periodo; perchè? Ma perchè le famiglie erano tutte cattoliche, erano tutte buone, tutte cristiane, la società era in fondo orientata cristianamente; impareranno lungo la via. Ma adesso che la nostra società non è più uniforme, omogenea, è pluralista, anzi è tutta piena di contraddizioni e di ostacoli al Vangelo in se stessa, nell’ambiente sociale di oggi, questo metodo ha bisogno di essere, DICEVO,
integrato da una istruzione, da una iniziazione postuma, allo stile di vita proprio del cristiano: questa deve essere successiva al Battesimo.Cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa. (ndr. Questa VERA frase del Papa è stata del tutto omessa).
Il Catecumenato: preparazione al Battesimo. Il. Neocatecumenato “dopo il Battesimo” QUESTO IL SEGRETO DELLA VOSTRA FORMULA, cioè: dà una assistenza religiosa, conferisce un allenamento pratico alla fedeltà cristiana e compie un inserimento effettivo nella comunità dei credenti che è la Chiesa, dopo che uno è già effettivamente, soprannaturalmente entrato nella Chiesa, ma è stato come un seme che non ha ancora avuto il bene di svolgersi Realizza un effettivo inserimento nella Chiesa Ecco la rinascita quindi del nome “catecumenato”, che certamente non vuole invalidare nè sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi.
Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del Sacramento ricevuto... Si prospetta così una catechesi successiva a quella che il battesimo non ha avuto: “la pastorale degli adulti”, come si dice oggi, viene delineando, crea nuovi metodi e nuovi programmi, poi nuovi ministeri –quanto bisogno c’è di chi assista: ecco i catechisti, ecco le suore stesse, ecco le famiglie che diventano anche loro MAESTRE di questa evangelizzazione postuma al Battesimo – “la pastorale degli adulti”, come oggi si dice, viene delineando e crea nuovi metodi e nuovi programmi, poi nuovi ministeri sussidiari sostengono la più esigente assistenza del sacerdote e del diacono nell’insegnamento e nella partecipazione alla liturgia, nuove forme di carità, di cultura e di solidarietà sociale accrescono la vitalità della comunità cristiana e ne fanno di fronte al mondo la difesa, l’apologia e l’attrattiva.
Bisogno compreso dalle parrocchie Tanta gente si polarizza verso queste comunità neocatecumenali perchè vede che là c’è una sincerità, c’è una verità, c’è qualche cosa di vivo e di autentico: c’è Cristo che vive nel mondo. E questo avvenga con la
Nostra apostolica benedizione». (ndr. Pare che la benedizione finale sia indirizzata ai soli neocatecumenali: “questo avvenga con la nostra benedizione apostolica”).
Questi i due testi a confronto. Se in verde sono le aggiunte neocatecumenali…Mistificazione pura.
Ma la BATTUTA che vi avevo promesso, è ancora più spassosa.
Dopo tutte le filippiche e le sviolinature che i neocatecumenali attribuirebbero al Papa, avendole invece scritte loro, si legge su
Zenit, in una rimembranza di quella lontana udienza del 1977, che il Papa “nell’incontro di saluto avuto con gli Iniziatori del Cammino, Kiko e Carmen, al termine di quell’Udienza" chiese: “Chi è Kiko?”. “Sono io”, rispose Kiko.”
Bella conoscenza del Cammino Neocatecumenale!
Il Papa, nel 1977, nemmeno sapeva chi era Kiko… Eppure, quando arrivò nel 1968, nove anni prima, Kiko ce lo trovò come pontefice.
Nove anni di anonimato…