giovedì 28 novembre 2019

IL CAMMINO DISTORCE ALLA RADICE IL DISCORSO DI PAOLO VI DEL 1977

Cercando i discorsi dei Papi sul Cammino Neocatecumenale a partire da Paolo VI, che conosceva zero questo movimento, mi sono imbattuta in una cosa INAUDITA, per pura serendipità.

Sul sito web neocatecumenale neocatechumenaleiter.org, viene riportato come fatto da Paolo VI un discorso all’udienza generale del 12 gennaio 1977, totalmente falsificato, distorto e “neocatecumenalizzato”.
NULLA A CHE VEDERE, MA PROPRIO NULLA, COL DISCORSO RIPORTATO INVECE SUL SITO WEB UFFICIALE DEL VATICANO.
Se il titolo della pagina neocatecumenale fosse stato chiaro nel far intendere che il discorso riportato era da loro unilateralmente MODIFICATO, trasformato e “precisato”, non vi avrei proposto queste considerazioni.

Invece l'introduzione data dai kikos è proprio questa: “Il Papa Paolo VI alle Comunità Neocatecumenali 12-1-1977” - Durante l’Udienza generale di mercoledì 12 gennaio, il Santo Padre San Paolo VI ha pronunciato il seguente discorso...
E presenta un testo che sarebbe stato “pronunciato dal Santo Padre (San) Paolo VI durante quell’udienza generale”.

Sappiamo tutti che nelle udienze generali del mercoledì il Papa parla a tutta l’assemblea dei fedeli in modo generale e non si sognerebbe MAI di dedicare un’intera udienza ad elogiare o approfondire un movimento in particolare, dato che l’udienza generale è generale, per l’appunto, proprio perché si riferisce ad una “generalità” di fedeli, a tutta la Chiesa.

Vediamo come sul sito neocatecumenale è stato DISTORTO il discorso di Paolo VI.
Ma credevano davvero che prima o poi qualcuno non se ne accorgesse? Mentire è un conto, ma mentire su certe cose, mettendo in bocca ad un Papa cose che non ha mai detto, è INAUDITO.
Dannata impudenza!

Qui sotto il discorso riportato dal sito vaticano.
Evidenziazioni e grassetti sono nostri.
Facciamo anzitutto notare che «un gruppo» di neocatecumenali è stato solo l'occasione per parlare d'altro, di qualcosa che vale per tutti i cristiani (i neocat non hanno mica l'esclusiva dello Spirito).

Dopo il battesimo

La presenza a questa Udienza d’un gruppo, notevole per numero e per dignità di partecipanti [ndr. si riferisce alla dignità episcopale, cioè ai vescovi, naturalmente: segue poi una virgola e quindi anche la menzione delle comunità neocat], di appartenenti alle «Comunità neocatecumenali» ci offre l’occasione di richiamare l’attenzione dei nostri visitatori e di quanti si collegano all’ascoltazione di questa nostra familiare parola, su due avvenimenti della Chiesa cattolica...
[...] Siamo dunque in una fase apostolica, missionaria, didattica quanto mai accentuata nella vita della Chiesa; tutti vi dobbiamo essere impegnati: la edificazione del Corpo mistico di Cristo sulla terra, che è la nostra Chiesa presente, è dovere d’ogni credente (Cfr. Lumen Gentium, 33).

In questa visione è chiaro, è auspicabile che si vengano moltiplicando gli sforzi per attuare questo immenso e urgente programma: evangelizzare, catechizzare; e si assiste alla fioritura di opere e di mezzi per dare all’annuncio del messaggio evangelico la sua migliore diffusione [ndr. non del Cammino ma in generale]...


E poi diremo che coloro che con cuore semplice e generoso si mettono al servizio dell’evangelizzazione subiscono, certo per un segreto ma immancabile carisma dello Spirito Santo, una metamorfosi psicologica e morale caratteristica, quella che trasforma le difficoltà in stimoli, i pericoli in attrattive, le sconfitte stesse in titoli di merito e quindi di pace serena.

Adesso possiamo comprendere anche la testimonianza che i nostri odierni visitatori ci offrono: essa si svolge intorno al cardine della vita cristiana che è il battesimo, il sacramento della rigenerazione cristiana, il quale deve ritornare ad essere ciò che era nella coscienza e nel costume delle prime generazioni del cristianesimo [ndr. sta parlando in linea di principio, le stesse cose si possono dire a chiunque consideri sul serio il proprio battesimo]. La prassi e la norma della Chiesa hanno introdotto la santa abitudine di conferire il battesimo ai neonati, lasciando che il rito battesimale concentrasse liturgicamente la preparazione che, ai primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il battesimo, e che era detto catecumenato. Ma nell’ambiente sociale di oggi questo metodo ha bisogno d’essere integrato da una istruzione, da una iniziazione allo stile di vita proprio del cristiano, successiva al battesimo, cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa.

Ecco la rinascita del nome «catecumenato», che certamente non vuole invalidare né sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo, che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi. (ndr. Il “catecumenato” non è proprio del Cammino Neocatecumenale, ma è una prassi di lunga tradizione descritto nel documento noto come OICA; il Santo Padre lo sa e quindi parla di catecumenato in senso generico).

Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del sacramento ricevuto. E noi siamo lieti di vedere che questo bisogno oggi è compreso dalle strutture ecclesiastiche istituzionali e fondamentali, le Parrocchie. Si prospetta così una catechesi successiva a quella che il Battesimo non ha avuto; la «pastorale degli adulti», come oggi si dice, viene delineando, crea nuovi metodi e nuovi programmi; poi nuovi ministeri sussidiari sostengono la più esigente assistenza del Sacerdote e del Diacono nell’insegnamento e nella partecipazione alla liturgia; nuove forme di carità, di cultura e di solidarietà sociale accrescono la vitalità della comunità cristiana e ne fanno di fronte al mondo la difesa, l’apologia, l’attrattiva.(ndr. E qui è chiaro che non si riferisce al Cammino Neocatecumenale, dove “carità” e “solidarietà sociale” sono sempre state parole sconosciute).

Con la nostra Apostolica Benedizione. (ndr. A tutti i presenti, non solo al Cammino Neocatecumenale)

Confrontiamo ora quanto pubblicato su neocatechumenaleiter.org ed attribuito alle parole di Papa Paolo VI, con gli errori di scrittura lasciati come da testo.
Anche qui le evidenziazioni e i grassetti sono nostri.
In giallo le affermazioni contenute nell’originale della Santa Sede.
In verde tutte le aggiunte e le modificazioni neocatecumenali.
In celeste le nostre considerazioni.

(ndr. Se si chiama “San” Paolo VI, dà da pensare che questa pubblicazione non sia contestuale dell’epoca, quando Paolo VI era vivo e non era ancora Santo)

«Siate tutti salutati “in nomine Domini”. Nonostante che la stagione, siamo nel cuore dell’inverno, non sia propizia ai pellegrinaggi, alle escursioni, alle visite, alle riunioni, tuttavia Noi siamo lieti di salutare ancora la nostra sala che SI FA ONORE con la presenza così copiosa di visitatori che adesso nomineremo. (ndr. Il Papa, nella sua sala “si fa onore” della presenza dei visitatori che nominerà. Non sono i visitatori ad essere “onorati” della presenza del Papa).

Sappiate che vi salutiamo tutti veramente con la coscienza di essere relatori, di essere trasmettitori di una benedizione che ci trascende, cioè di essere dei rappresentanti, dei ministri di una grazia del Signore che vorremmo a tutti comunicare, e comunicare proprio con un senso di quella unione, di quella carità, di quella fusione di spirito, di quella unità che ci distingue per la nostra fede e per la fortuna che abbiamo tutti di appartenere al Corpo mistico di Cristo. (ndr. Questo mi sa che serve a “dimostrare” che anche il Cammino Neocatecumenale appartiene “al Corpo mistico di Cristo). A tutti il Nostro saluto benedicente. Accompagneremo poi con le nostre preghiere e con il ricordo spirituale il momento che voi, visitandoci, Ci procurate vera felicità di essere insieme e di essere con Cristo. 

I saluti: abbiamo, con il Nostro grande piacere e con Nostra commozione, un gruppo di Vescovi particolari, i quali saluteremo, per non prolungare troppo questa prefazione alla Nostra udienza, poi a parte nella sala attigua . . .(ndr. Un “gruppo di vescovi "particolari"? E davanti a loro il Papa si “commuove”? Un po’ come fece Morcillo quando andò nelle baracche… ma fanno proprio commuovere tutti, ‘sti neocatecumenali! Inoltre si capisce bene che nella sala attigua saranno salutati solo “i vescovi particolari”, non tutti i camminanti).

Perchè sappiate almeno l’origine di questi Vescovi e l’importanza di questo gruppo di altri nostri fratelli nell’episcopato, che abbiamo oggi l’onore di avere con Noi, leggeremo, come Ci è suggerito, la provenienza: abbiamo due Vescovi del Messico, abbiamo un Vescovo di EI Salvador, di Guatemala, dell’Honduras, della Repubblica Dominicana, poi due Vescovi del Brasile, dell’Ecuador, del Perù, dell’Uruguay, delle Filippine, abbiamo un Vescovo dell’Inghilterra, uno della Spagna e uno del Portogallo; e alcuni altri d’Italia, che sono l’Arcivescovo di Rossano, poi il Vescovo di Sarzana e Brugnato, Macerata e Tolentino, di Fabriano, di Rieti, di Teramo, Crotone, e finalmente di Piazza Armerina. (ndr. e qui mi sbellico dalle risate: l’impronta neocatecumenale è inconfondibile. Il Papa fa le presentazioni come Kiko!? Ad un’udienza generale nomina i “vescovi particolari” ad uno ad uno! Ma come si fa… Addirittura direbbe: “l’importanza di questo gruppo che abbiamo oggi l’onore di avere con noi!” Maddai… E chi glielo ha “suggerito” di leggere la provenienza? Kiko?).

E’ un’udienza che HA VERAMENTE UN CARATTERE CATTOLICO (ndr. Casomai qualcuno fosse in dubbio, meglio precisare… A proposito: le altre udienze generali del Papa non avevano carattere cattolico? Questa lo ha VERAMENTE, le altre per finta?) per non dire ecumenico, ma cattolico vuol dire di più perchè è una perfezione già completa e già consumata, e quindi Noi salutiamo tutti questi confratelli, cerchiamo di leggere nel loro cuore il motivo della loro venuta e di corrispondere con tutta la nostra simpatia, col nostro incoraggiamento anche a questo loro atto tanto significativo del loro ministero. (ndr. Quale sarebbe l’ “atto significativo del loro ministero? Essere in rappresentanza del Cammino Neocatecumenale o essere vescovi? Perché se fosse per essere vescovi, che significato ha “simpatia ed incoraggiamento”? Ad un vescovo ci si rivolge così? “Ciao, sono il Papa, ti mostro simpatia ed incoraggiamento”…)

Accompagnano il GRANDE GRUPPO che adesso nomineremo subito (ndr. il Papa freme per nominare “subito” questo “Grande Gruppo”, non vi preoccupate…), e per il quale ABBIAMO RISERVATO la piccola allocuzione che siamo soliti tenere nelle Udienze generali. (ndr. La “piccola allocuzione c’è, ma è veramente vaga e minuscola, non è questo pappardellone neocatecumenale. Anche da qui si evince che non può essere stato il Papa a parlare: non avrebbe mai tediato i presenti così a lungo, come di regola i Papi non hanno MAI fatto). RIPETO, (ndr. Il Papa “ripete”, casomai non si fosse capita l’importanza del Cammino Neocatecumenale nel 1977) questi Vescovi siano tutti da Noi salutati, E STAREI PER DIRE, ABBRACCIATI; SIAMO TANTO UNITI di più per la loro presenza nel dare omaggio alla nostra Santa Chiesa, nell’onorare Gesù Cristo, nell’avere l’ansia dell’apostolato, di attingere le anime quali sono oggi nel mondo, e nella loro speranza comune che dura nel tempo e trascende il tempo, per l’escatologia finale dell’incontro visibile e pieno con Nostro Signor Gesù Cristo. (ndr. tutti questi elogi per i vescovi neocatecumenali).

A loro, il Nostro RIVERENTE RINGRAZIAMENTO per la loro partecipazione a questa udienza, il Nostro aiuto e la Nostra benedizione che vuol arrivare anche, carissimi confratelli nell’Episcopato, alle vostre Diocesi rispettive, e sappiate davvero che la preghiera, l’augurio, la speranza comune in Cristo accompagna questi nostri voti. .

Adesso, dunque, salutiamo innanzi tutto il GRANDE GRUPPO che fa la parte principale di questa udienza – e ne diremo poi qualche cosa -: sono parroci e missionari laici della comunità neo-catecumenale. Sono provenienti da diversi Paesi e, come vedete, sono componenti una comunità molto varia – sacerdoti, religiosi, laici, ecc. – e a tutti diamo un cordiale benvenuto. Diremo poi alcune parole per questa occasione e per lo scopo che li riunisce e li fa professanti la loro fede NELLA CHIESA, e infine la Nostra particolare benedizione. RIPETIAMO, COMUNITÀ NEO-CATECUMENALI DI PAESI E DI DIVERSI CONTINENTI. (ndr. il Papa ripete ancora, si vede che vuol vendere bene il prodotto, fosse stato davvero il Papa. Ma chi è che mette parole in bocca al Papa per vendere bene il prodotto?).

Salutiamo adesso il GRUPPO PRINCIPALE, dando loro quel PICCOLO REGALO, diciamo, che Noi siamo soliti dare nella Nostra udienza generale, cioè una parola, una parola che vorrebbe essere poi soggetto di meditazione, di riflessione, se non altro di prova della nostra simpatia per chi la ascolta. (ndr. Quinta volta che il Papa “saluta” il “Gruppo Principale”… Seguite bene, poi alla fine dell’articolo viene la BATTUTA, poveri neocatecumenali, che miseria! Poi il Papa dà ai neocatecumenali un “piccolo regalo”, prassi assolutamente neocatecumenale, come quando danno i santini dei “santoni”, i libri (a pagamento)… Ed il regalo che il Papa dà ai neocatecumenali cos’è? UNA PAROLA, prova della “nostra” simpatia per chi ascolta, cioè anche per i non neocatecumenali presenti all’udienza generale).

“La presenza, diciamo, a questa udienza di un gruppo, notevole per numero - siete quasi tutti voi - 
e per dignità dei partecipanti  - i vostri DIRIGENTI e soprattutto il gruppo di Vescovi CHE AVETE PORTATO CON VOI - di appartenenti alle comunità neo-catecumenali,Ci offre l’occasione di richiamare l’attenzione dei nostri visitatori e di quanti si cOlleganoall’ascoltazione di questa nostra familiare parola, intanto su due avvenimenti della Chiesa Cattolica, e cioè sul Sinodo dell’Episcopato del 1974,che ebbe per tema allora l’evangelizzazionel’evangelizzazione nel nostro tempo, COME SI FA ADESSO A PROPAGARE IL VANGELO: questo fu il tema del Sinodo del ’74, (ndr. Ma ve lo immaginate il Papa che per spiegare l’evangelizzazione dice “come si fa adesso a propagare il Vangelo?” Nemmeno “ad annunziare”, proprio a “propagare, la fissa dei neocatecumenali) che diede materia alla Nostra successiva Esortazione apostolica “Evagelii Nuntiandi”, che fu pubblicata l’8 dicembre del ’75.

 “Se avessimo la VELLEITÀ DI FAR LA RÉCLAME ai Nostri documenti, vorremmo quasi raccomandarvelo, perchè è tanto denso, è tanto tributario a tutto quello che i Vescovi hanno detto nel Sinodo. Ho cercato di interpretare, di raccogliere tutte le loro idee, di ordinarle e di renderle accessibili in linguaggio il più semplice possibile, ma anche il più importante e chiaro possibile, che ci fa arditi, ripeto, a raccomandarlo a voi e specialmente che volete essere i neocatecumenali, che volete, cioè, DARE ISTRUZIONE, evangelizzazione a queste GRANDI SCHIERE DI POPOLI CHE RIUSCITE AD AVVICINARE.”(ndr. Ma come? La raccomandazione ad attenersi alle risultanze di un Sinodo il Papa la chiama “velleità di far la réclame”? Ma stiamo scherzando…)
Credo che sarebbe buono per voi e buono per i vostri allievi, PER I VOSTRI DISCEPOLI. Fra due Sinodi: quello della “Evangelizzazione”, come evangelizzare oggi; 

II secondo avvenimento, invece, è ancora futuro, e cioè avrà luogo quest’anno, a cominciare dal 30 settembre: l’altro Sinodo dell’Episcopato.Avremo qui circa duecento Vescovi che vengono da tutte la parti del mondo, nominati dalle rispettive Conferenze episcopali. Quale sarà il tema? II tema riprende quello della evangelizzazione sotto un altro aspetto, cioè quello del “catechismo”; come si insegna la religione specialmente ai fanciulli, ai ragazzi, alla gioventù e anche agli uomini maturi, in questa stagione della nostra civiltà; e come si diventa maestri di catechismo. Sono i Vescovi che hanno voluto questo tema, lo riprenderemo e lo svilupperemo; questo per dire come voi catecumenali siete d’attualità. quello della “Catechesi”: come catechizzare i giovani e gli adulti in questa epoca Attualità del neocatecumenato...

Quante volte, facendo l’esame della storia che ha passato e ha caratterizzato i periodi della storia della Chiesa, si dice: “Ma di che cosa si occupavano?” O c’era la guerra fra i tali stati o c’erano davvero le tali questioni dogmatiche ecc., che interessavano sé e no l’opinione pubblica e l’apostolato pastorale. (ndr. Può un Papa in un’udienza dire queste cose, con questo linguaggio diretto e semplificato?).

La Chiesa è ritornata sopra le sue funzioni e i suoi doveri pastorali, e il primo dovere pastorale è quello di annunciare il Vangelo e andare incontro al mondo e dire: `Guarda, io ti porto il messaggio, il messaggio che GLI ANGELI HANNO PORTATO ALLA TERRA’: `Gloria a Dio e pace in terra’, e poi il messaggio di Cristo, annunciare il Vangelo, cioè la parola buona insegnataci da Gesù Cristo. (ndr. Il Papa direbbe che la Chiesa, che aveva abbandonato le sue funzioni e i suoi doveri, oggi vi è ritornata sopra, possibile? Potrebbe anche pensarlo, ma non lo direbbe mai)

La Chiesa torna sopra le sue funzioni: annunciare il Vangelo al mondo Questa coscienza, RIPETO, è vigile e operante nella Chiesa di oggi, e la impegna tutta –quello che è anche tanto bello– i ministri, cioè Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, ecc. e fedeli! I fedeli stessi diventano voce che deve propagare questo messaggio; il messaggio dell’annuncio evangelico che oggi più che mai è degno di essere annunciato per due titoli CHE SEMBRANO CONTRADDITORI
Uno, dobbiamo annunciarlo PERCHÈ IL MONDO È SORDO, e allora BISOGNA ALZARE LA VOCE, e allora BISOGNA TROVARE LA MANIERA DI FAR CAPIRE, e allora bisogna insistere, BISOGNA CONVOCARE TUTTI AD UNA SCUOLA NUOVA, ecc. La difficoltà diventa provocante, diventa un incentivo per diventare MAESTRI DEL NOSTRO CATECHISMO, cioè della Verità del Vangelo da annunciare. Perchè il mondo è sordo E, secondo motivo, che è proprio l’opposto del primo e cioè per chi sa vedere, per chi sa leggere nel cuore delle folle, nel cuore del mondo vede che in fondo c’è un malcontento, c’è un’inquietudine, c’è un bisogno di una parola vera, di una parola buona, di una parola che dica il senso della vita! che il mondo non sa più quale sia, che non ha più la forza di definire; vive come miope e come cieco in mezzo alle tenebre. (ndr. Ma figurati se il Papa parla così…).

Noi abbiamo la lanterna, noi abbiamo la lampada, noi abbiamo la Parola del Vangelo che diventa la luce del mondo. II Signore ha detto ai suoi apostoli: voi siete la luce del mondo. Ecco, se siamo la luce del mondo dobbiamo andare incontro a questa gente smarrita, così arrabbiata, così crudele, diventata perfino così sbandata, così senza principi, senza linee di con dotta buona e umana, e andare incontro e dire: ecco, guarda, questo è il sentiero, questa è la via. E ripeto, per queste due ragioni, l’una la difficoltà e l’altra l’opportunità di annunciare il Vangelo, ecco che la Chie sa prende la parola. ed ha bisogno di una parola che dica il senso della vita.

Noi abbiamo la Parola del Vangelo Siamo dunque in una fase apostolica, missionaria, didattica, quanto mai accentuata nella vita della Chiesa; tutti vi dobbiamo essere impegnati. L’edificazione del Corpo mistico di Cristo sulla terra, che è la nostra Chiesa presente, è dovere, come dice il Concilio, non soltanto dei preti, dei Vescovi ecc., ma di ogni credente; ciascuno deve essere testimone, deve saper tradurre, se non altro con l’esempio e con il suo appoggio ecc., il messaggio di cui è depositario.
Non esiste un cristiano muto, non esiste un cristiano sterile, non esiste un cristiano che viva per sé; DEVE VIVERE PER LA COMUNITÀ, per il Corpo mistico che si chiama la Chiesa. 

Ci sono tante iniziative parallele e UN PO' SIMILI A QUELLA VOSTRA, che adesso ascolta (ndr. ma che vuol dire: "iniziative un po' simili a quella vostra che adesso ascolta?" Forse vuol dire che adesso li lascia dare una testimonianza), e si assiste così alla fioritura di opere e di mezzi per dare all’annuncio del messaggio evangelico la sua migliore diffusione e interpretazione, potremmo dire. Noi osserveremo come questo multiforme fenomeno della Santa Chiesa non riguarda soltanto l’aspetto scolastico, didattico delle sue attività, non è soltanto insegnamento da MAESTRO a scolaro, è piuttosto quello più ampio, più pedagogico e più vitale, che riguarda anche lo stile della vita, nel quale l’insegnamento della verità religiosa è parallelo a quello scolastico, anzi è unito alla professione della vita di cui l’insegnamento è norma e principio.


In secondo luogo noteremo come questo dovere non assume in chi lo compie e anche in chi ne è favorito, la qualifica di un peso grave e difficile, anche se in realtà esso lo è.
Una delle grandi difficoltà che i preti incontrano, qual è? Eh, non vengono! MA CHE NOIA, SENTIRE LA PREDICA, SENTIRE LA LEZIONE, IMPARARE IL CATECHISMO, ma MI STANCA, a me piace andare a spasso, andare al cinematografo, giocare, ecc., MA INSOMMA QUESTA CHIESA CHE INSEGNA DIVENTA TANTO NOIOSA. Non è così! Diciamolo a noi stessi e diciamolo anche al nostro popolo. (ndr. Qui si tocca veramente l’apice: il Papa dichiarerebbe che i preti e la Chiesa sono una NOIA!).

Chi ha capito il segreto della Verità che le nostre parole contengono diventa come fulminato da questa luce, da questa verità, e si trasforma tanto nell’apostolo, il prete o l’annunciatore, quanto nel discepolo che ascolta: “AH! NON CREDEVO CHE FOSSE COSÌ BELLO, AH, MA È VERO, MA GUARDA…”. Si apre, ripeto, un orizzonte di luce e di bellezza che era quasi insospettato...
lo vorrei chiedere se ci sono dei missionari tra voi: perchè fate i missionari? MA PERCHÈ SIETE ESALTATI DAL SENSO DEL VANGELO, che cosa è annunciare la Verità, annunciare il segreto della vita, i disegni di Dio, le speranze che non muoiono! Ma diventa una tale bellezza che non ci si può più sottrarre e si diventa chiamati ad essere anche noi apostoli e annunciatori di questa verità! Il compimento di questo dovere dell’annunciare non è più noioso, come il compimento dell’ascoltare non è più fastidioso
ha in se stesso la rifusione della fatica che esso comporta e rende felici i suoi testimoni, li rende sicuri, li rende partecipi in anticipo dei beni di quel Regno di Dio che essi vanno annunziando.

Nel Nostro posto, qui al centro della Chiesa, noi abbiamo da ricevere tanti che vengono da lontano, dalle missioni, e soprattutto questi CHE RICEVIAMO CON TANTO PIACERE, li lasciamo parlare per avere da loro la testimonianza. Hanno difficoltà enormi alcuni, NON SI SA COME POSSONO VIVERE, campare, vincere le malattie, LE INIMICIZIE, i pericoli, ecc., eppure ve lo dico perchè siate contenti anche voi, quando loro dicono e definiscono se stessi dicono una felicità che non ha confronti con le altre felicità del mondo. E se Noi osiamo dire: “Ma lei resterebbe qui o vuol tornare?” “Tornare, tornare!”. E VANNO IN MEZZO A DIFFICOLTÀ ENORMI MA PERCHÈ SON PRESI DALLA GIOIA DEL VANGELO. (nrd. Tutta questa sviolinata sui “missionari” neocatecumenali nel testo originario è completamente ASSENTE) Dunque, e poi diremo che coloro che con cuore semplice e generoso si mettono al servizio della evangelizzazione, subiscono, certo per un segreto ma immancabile carisma dello Spirito Santo, una metamorfosi psicologica e morale che è caratteristica; è quella metamorfosi, quel cambiamento, che trasformale difficoltà in stimoliRIPETO quello che dicevo prima, i missionari perchè ritornano? Ma perchè c’è tanto da fare, ma perchè c’è quella povera gente da consolare, ma perchè c’è il pericolo, “devo andare io a guarire i lebbrosi, devo andare io a scongiurare che questa povera gente sia sopraffatta da altri movimenti sociali e diventi schiava di situazioni intollerabili”La difficoltà, l’ostacolo, diventa attrattiva, che prima faceva paura, faceva noia, faceva fastidioinvece poi diventa la forza che attrae, che impegna, che lega, e che rende l’apostolo, diciamo la grande parola, ma detta in un senso generale, “martire” cioè testimone.

Ed è stupendo questo fenomeno, che chi sa vedere i fenomeni della Chiesa – Noi abbiamo questa responsabilità e questa fortuna – non può non dire: grazie, Dio, perchè hai dato a me questa visione, di vedere appunto tanti che sono gli entusiasti del Vangelo, del Vangelo difficile, del Vangelo penoso, del Vangelo che costa, del Vangelo che non rende, del Vangelo che URTA CONTRO TUTTE LE MENTALITÀ E TUTTI I VIZI E GLI OSTACOLI DEL MONDO. (ndr. Sono davvero “fenomeni” della Chiesa, ma da baraccone. Fortunatamente il Papa ha “la responsabilità e la FORTUNA di poterli vedere e ringraziare Dio perché gli ha dato la visione per vedere che gli ENTUSIASTI del Vangelo difficile sono tanti e sono neocatecumenali).

II Vangelo, ripeto, rende felici coloro che lo predicano (ndr. Il Papa ancora “ripete”…)e trasformale difficoltà in stimoli, i pericoli in attrattive, e le sconfitte stesse?sembra un paradosso ? le sconfitte stesse cioè il non riuscire, in titoli di merito (però ho fatto quel che potevo!) quindi anche di pace che discende serena in questi cuori che non hanno avuto neanche la soddisfazione dell’esito delle loro fatiche. (ndr. Apologia degli insuccessi) Adesso possiamo comprendere anche la testimonianza che i nostri odierni visitatori ci offrono: essa si svolge intorno al cardine della vita cristiana che è il Battesimo.

La parola “catecumenato” è riferita al Battesimo: catecumenato era il periodo di preparazione al Battesimo. Adesso il Battesimo non ha più, almeno diffusivamente e didatticamente, questo sviluppo. Assistiamo alla fioritura di nuove forme per l’annuncio del Vangelo E allora questi dicono: “Beh, lo faremo dopo il Battesimo”.
NON È BASTATA LA GRAZIA SANTIFICANTE, anzi la grazia santificante non ha fatto che accendere un fuoco che deve essere poi illuminante e propagantesi nella vita. S. Agostino ha un accenno a questo: “non possiamo anticipare? facciamo dopo il Catecumenato”, cioè l’istruzione, il completamento e l’educazione, tutta la parte educativa della Chiesa, dopo il Battesimo (ndr il Papa dice che “la grazia santificante non basta”. Maddaiiii. Magari non è la grazia che “NON BASTA”, ma l’uomo che volge le spalle a Dio).

ii sacramento della rigenerazione cristiana deve ritornare ad essere ciò che era nella coscienza e nel costume delle prime generazioni del cristianesimo, la preparazione che i primi tempi, quando la società era profondamente pagana, precedeva il Battesimo e che era detta catecumenato.
Dopo la Chiesa ha concentrato questo periodo; perchè? Ma perchè le famiglie erano tutte cattoliche, erano tutte buone, tutte cristiane, la società era in fondo orientata cristianamente; impareranno lungo la via. Ma adesso che la nostra società non è più uniforme, omogenea, è pluralista, anzi è tutta piena di contraddizioni e di ostacoli al Vangelo in se stessa, nell’ambiente sociale di oggi, questo metodo ha bisogno di essere, DICEVOintegrato da una istruzione, da una iniziazione postuma, allo stile di vita proprio del cristiano: questa deve essere successiva al Battesimo.Cioè da un’assistenza religiosa, da un allenamento pratico alla fedeltà cristiana, da un inserimento effettivo nella comunità dei credenti, che è la Chiesa. (ndr. Questa VERA frase del Papa è stata del tutto omessa).

Il Catecumenato: preparazione al Battesimo. Il. Neocatecumenato “dopo il Battesimo” QUESTO IL SEGRETO DELLA VOSTRA FORMULA, cioè: dà una assistenza religiosa, conferisce un allenamento pratico alla fedeltà cristiana e compie un inserimento effettivo nella comunità dei credenti che è la Chiesa, dopo che uno è già effettivamente, soprannaturalmente entrato nella Chiesa, ma è stato come un seme che non ha ancora avuto il bene di svolgersi Realizza un effettivo inserimento nella Chiesa Ecco la rinascita quindi del nome “catecumenato”, che certamente non vuole invalidare nè sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente, ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo che ricorda e rinnova in certo modo il catecumenato d’altri tempi.
Chi è stato battezzato ha bisogno di capire, di ripensare, di apprezzare, di assecondare l’inestimabile fortuna del Sacramento ricevuto... Si prospetta così una catechesi successiva a quella che il battesimo non ha avuto: “la pastorale degli adulti”, come si dice oggi, viene delineando, crea nuovi metodi e nuovi programmi, poi nuovi ministeriquanto bisogno c’è di chi assista: ecco i catechisti, ecco le suore stesse, ecco le famiglie che diventano anche loro MAESTRE di questa evangelizzazione postuma al Battesimo – “la pastorale degli adulti”, come oggi si dice, viene delineando e crea nuovi metodi e nuovi programmi, poi nuovi ministeri sussidiari sostengono la più esigente assistenza del sacerdote e del diacono nell’insegnamento e nella partecipazione alla liturgia, nuove forme di carità, di cultura e di solidarietà sociale accrescono la vitalità della comunità cristiana e ne fanno di fronte al mondo la difesa, l’apologia e l’attrattiva.

Bisogno compreso dalle parrocchie Tanta gente si polarizza verso queste comunità neocatecumenali perchè vede che là c’è una sincerità, c’è una verità, c’è qualche cosa di vivo e di autentico: c’è Cristo che vive nel mondo. E questo avvenga con la

Nostra apostolica benedizione». (ndr. Pare che la benedizione finale sia indirizzata ai soli neocatecumenali: “questo avvenga con la nostra benedizione apostolica”).


Questi i due testi a confronto. Se in verde sono le aggiunte neocatecumenali…Mistificazione pura.

Ma la BATTUTA che vi avevo promesso, è ancora più spassosa.

Dopo tutte le filippiche e le sviolinature che i neocatecumenali attribuirebbero al Papa, avendole invece scritte loro, si legge su Zenit, in una rimembranza di quella lontana udienza del 1977, che il Papa “nell’incontro di saluto avuto con gli Iniziatori del Cammino, Kiko e Carmen, al termine di quell’Udienza" chiese: “Chi è Kiko?”. “Sono io”, rispose Kiko.”

Bella conoscenza del Cammino Neocatecumenale!

Il Papa, nel 1977, nemmeno sapeva chi era Kiko… Eppure, quando arrivò nel 1968, nove anni prima, Kiko ce lo trovò come pontefice.
Nove anni di anonimato…

40 commenti:

  1. «In questa linea giustamente il Catechismo della Chiesa Cattolica stabilisce: "Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla comunione". Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell'apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell'Eucaristia, "si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale"». [Ecclesia de Eucharistia, 36]

    ...segnalo anche un ottimo articolo di don Ariel Levi di Gualdo riguardo un vescovo asino e apostata...

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    1. Riallaciandomi a quanto scritto da padre Ariel, mi viene da pensare: a questo punto Gesù dovrebbe chiedere scusa per aver detto all'adultera, perdonata, va e non peccare più; chiedere scusa per aver detto al Sinedrio: si lo sono, ecc,ecc.
      Purtroppo hanno il cervello bruciato, si stanno giocando il Signore ai dadi. Badate bene, per chiarezza, io sono favorevole al perdono, Dio ha perdonato me, per cui.... Ma far passare il Peccato per non Peccato: No!
      (da IPG)

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    2. A voi che avete scelto di essere famiglia e avete attraversato situazioni che vi hanno portato alla separazione o anche al divorzio e, oltre questo, a iniziare nuove esperienze di unione per cui alcuni hanno scelto di risposarsi civilmente o di non sposarsi… a voi tutti giunge questa lettera!
      a voi tutti giunge questa lettera!
      a voi tutti giunge questa lettera!
      a voi tutti giunge questa lettera!

      Roma, 21 novembre 1774 - 5 febbraio 1825

      Elisabetta Canori nasce nel 1774 da un’agiata famiglia romana. A 22 anni sposa un giovane avvocato, Cristoforo Mora, il quale cede alle lusinghe di una donna di bassa condizione e riduce la famiglia all’indigenza, pur non abbandonando il tetto coniugale. Elisabetta decide allora di vivere in totale fedeltà al marito e alle due figlie che mantiene faticosamente col proprio lavoro. La sua forza scaturisce da una preghiera intensa, dalla propria fedele appartenenza al Terz’Ordine Trinitario e dalla persuasione che il sacramento del Matrimonio l’ha veramente legata a Cristoforo in maniera preziosa e indissolubile. Dona se stessa per la conversione del marito, per il Papa, la Chiesa e la sua città di Roma, dove muore il 5 febbraio 1825. Cristoforo Mora, in seguito, divenne sacerdote e francescano conventuale. Elisabetta Canori Mora è stata beatificata il 24 aprile 1994 a Roma da san Giovanni Paolo II. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane (San Carlino) a Roma.

      E ce ne sono tanti altri di casi simili. Purtroppo la lettera del Vescovo è rivolta a tutti, senza distinzioni, per cui sappiamo come composta la società. Persone che si mettono i crocifissi dentro la parte posteriore, che odiano la Fede, e che fanno altro. Per cui, non ci sono scusanti. Non vi fate buttare il prosciutto agli occhi, un pastore deve sapere ciò che fa e ciò che scrive. Chi non è con voi, è contro, e siccome noi apparteniamo a Cristo, questi sono contro Cristo. Carissimi, è arrivata l'ora di alzare la nostra voce, forte e chiaro, li dobbiamo allontanare da in mezzo a noi, costoro stanno bestemmiando Dio.Ricordatevi una cosa, la Chiesa è Casa di Nostro Padre, per cui non siamo noi che dobbiamo allontanarci o altro, sono loro che se ne devono andare da dento la Chiesa.

      aggiungo un commento, un pò forte, ma è per dare il senso:

      Lettera di scusa da IPG.

      Caro Caino, Giuda Iscariota, Nerone, carissimo Hitler, carissimo Stalin, e carissimi persecutori di ogni genere e tipo e di ogni epoca,, e anche carissimi che avete ucciso cristiani, stuprato suore, ammazzato bambini ecc,ecc: Ascoltate!

      Vi chiediamo scusa perchè abbiamo sparlato per tanti anni di voi, purtroppo ci siamo irrigiditi, e abbiamo commesso degli errori di valutazione. Non abbiamo capito che avevate in quel momento dei piccolissimi problemi interni, e per cui, invece di accogliervi a braccia aperte e fare altro, non vi abbiamo capiti. Vi comunichiamo che ci mancate tanto e siamo lieti di accogliervi e così ci darete il vostro contributo.sarà un incontro amichevole, portate anche tutti i vostri amici di tavola e seguaci, così passeremo dei bei momenti con Gesù, e poi usciti, potrete tornare tranquillamente a fare ciò che vi è sempre piaciuto. Vi ripeto: vi chiedo scusa a nome di tutti, siete stati giudicati da persone che non hanno capito nulla del Vangelo e di Gesù. SCUSATE!

      (da IPG)

      Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.


      (da IPG)

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  2. Carissimi, mi dispiace davvero tanto per quello che sto per scrivere, ma, conoscendo di persona l'odio neocatecumenale, vi consiglio di cancellare il post prima possibile.
    Sono in possesso dell'audio originale dell'Udienza (una musicassetta del 1977) e di fatto, è proprio il sito del Cammino a riportarla integralmente, parola per parola. Ve lo assicuro, e se volete ulteriore conferma sono disposto a digitalizzare l'audio e inviarlo a voi tramite mail.
    Capisco le ottime e sante intenzioni di Libera, ma questo articolo potrebbe risultare controproducente.
    Con affetto

    Tomista ex NC

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    1. Ah, qui non abbiamo certo paura della verità, per cui se riesci a inviare da qualche parte (su youtube?) il contenuto audio di quella musicassetta, aggiorneremo volentieri la pagina. Poi magari qualcuno che conosce Paolo VI meglio di noi potrà aggiungere considerazioni più estese.

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    2. Resta anche il fatto che è sempre giusto fidarsi delle fonti ufficiali (come il sito web della Santa Sede), perché la mens del Papa potrebbe talvolta non coincidere con quello che risulta da una registrazione audio (a chi non è mai capitato di pronunciare una parola e poi magari rammaricarsi per l'ambiguità involtontaria e per non aver avuto tempo di precisare il contesto?) o addirittura da una lettera firmata (come l'epico caso del "Riconosco il Cammino" del 1990).

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    3. ...cosa ti fa essere sicuro che il nastro audio non sia stato tagliuzzato a mestiere?...

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    4. Io non so. Premetto. Però se il Vaticano riporta una cosa, e poi è altro, la cosa è strana. Ma vorrei dire una cosa che ho notato, che può significare tutto e nulla.
      Se voi vi vedete i video sulle udienze generali, e seguite i discorsi del Papa, e andate allo scritto, ecco che è riportato tutto fedelmente. Spesso sono andato per riprenderemi un passaggio su quanto ascoltato sul video. Per cui, ripeto, no so più di tanto. Ma la cosa è strana. Non metto in dubbio Tomista, ma rimango così.
      (daIPG)

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    5. E.P, non è da escludere che il nastro possa essere stato tagliuzzato, ma ti assicuro che le sottolineature in verde non sono aggiunte NC, ma trascrizioni letterali del discorso papale. Lo scrivo con dolore. Farò di tutto per farvi avere l'audio originale.

      Tomista ex NC

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    8. Un'ipotesi può essere che il discorso pronunciato dal Papa gli sia stato preparato e dato in un secondo momento da un suo collaboratore che voleva favorire il CN, mentre quello pubblicato dal Vaticano era quello ufficiale, preparato in precedenza, che avrebbe dovuto essere letto dal Papa se nessuno si fosse intromesso.

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    9. Ma proprio per questo vorrei capirne di più. È lecito avere qualche perplessità per vari motivi:

      1) negli anni '70 non era ancora giunta nella cultura popolare di massa l'idea che la registrazione audio di un discorso potesse confermare (o smentire) la sua trascrizione scritta, tanto più nei confronti del Papa (ma dai, un "bootleg" di Paolo VI presumendo aggiustamenti in fase di stampa? roba che neanche nei telefilm di spionaggio...). È un fatto culturale innegabile (e difficile da capire per chi è vissuto solo nell'era della condivisione di audio, foto e video su internet). Se i capicosca del minuscolo (all'epoca davvero minuscolo) Cammino ebbero la notevole premura di registrare l'audio del discorso, è perché di "qualcosa di grosso e di impensabile" doveva rimanere traccia, perché magari sapevano che la versione ufficiale avrebbe ripulito per bene ciò che non era nella mens del Papa; (suggerimento: le espressioni "a braccio" del Papa non sono considerate parte dei discorsi del Papa, poiché sono dettate da emozioni del momento, non da riflessione);

      2) nella storia della Chiesa, è stato fin dai Vangeli (dunque almeno fin dall'anno 40, stando a fonti archeologiche, e anche almeno dal 35, se consideriamo le lettere paoline) che si è sentita la necessità di lasciare per iscritto "versioni ufficiali" ripulite da possibili equivoci; sarebbe bello recuperare i discorsi degli altri Apostoli, ma a quanto pare nella Chiesa primitiva si ritenne non necessario tramandarne i contenuti (nulla togliendo alla loro santità, si lascia per iscritto ciò che deve "fare testo"; ed è una cosa che sanno bene soprattutto gli eretici);

      3) quel nastro non è stata un'iniziativa "dal basso", non è nato dalla pietas di qualche kikos, visto che negli anni '70 erano pochi quelli che potevano permettersi uno stereo con piastra mangiacassette;

      4) ancora nell'ipotesi che quelle frasi siano state veramente pronunciate da Paolo VI, bisognerebbe chiedersi come mai nella parlantina neocatecumenalizia se ne fa menzione assai sporadicamente e senza far leva sul "grosso". Conoscendoli, mi sarei aspettato vedere i kikos pubblicare e ripubblicare su internet quella traccia audio anche se sanno che il testo ufficiale dato dalla Santa Sede è diverso. Perché non lo hanno fatto? Se non ci fosse stata Libera a spulciarsi quella pagina web e a verificare i virgolettati sul sito della Santa Sede, i cari fratelli pasqualoni non se ne sarebbero mai accorti. Al contrario, su un caso molto più facilmente smentibile (come la lettera Ogniqualvolta del 1990), i kikos fanno una caciara instancabile;

      5) tutte queste ipotesi non eliminano la possibilità che i kikos, da sempre amici della menzogna, abbiano accuratamente tagliuzzato un nastro togliendo espressioni sgradite e sfruttando parole "a braccio" (possibilmente destinate ad altri). Se fosse così, si spiegherebbe il motivo per cui i kikos da ben 42 anni hanno conservato tale "cimelio" solo per uso interno, senza pubblicarlo ai quattro venti come hanno fatto nei confronti di qualsiasi altra cosa che sembrasse lode al Cammino.

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    11. Forse sfugge una cosa.Credo sia importante.
      Anche io sono stato una volta all'Aula Paolo VI, e il Papa ha detto tante cose. Per cui avrei potuto registrare, e dire in giro: vedete cosa mi ha detto il Papa!
      Ma, dobbiamo cercare di essere nelle verità, e cioè che è reale che i nc vanno spesso dal Papa, e il Papa ha anche parole buone. Non solo buone, ma anche le "tirate d'orecchie" come si usa dire, e avviene anche atro.
      Il punto non sono le parole del Papa, che le direbbe a chiunque, a chiunque si presentasse come loro. Il Papa fa il Papa, come un malato che ha la febbe e va dal dottore, il malato va, il dottore prescrive la medicina. Anche se entra un secondo malato, ecco che il dottore da la medicina anche a questo. Ma il punto è: ma il malato è veramente malato, o dissimula, oppure è malato ma non si va a prendere la medicina?
      Perchè queste persone hanno ricevuto tanti elogi, tanti indirizzamenti, tanto altro, ma non fanno quanto detto, cioè non lo fanno, sicuramente, pienamente. Una dimostrazione sono le cose viste e udite da noi, per cui nessuno le potrà smentire. E ne abbiamo viste tante di cose, dagli abusi verso le persone, alle menzogne, al condannare il prossimo, alle calunnie, ecc, ecc.
      Cioè, se tu fai del bene ( per capirci: Domenica delle Palme) e poi fai del male ( Venerdì Santo, sempre per capirci), ecco che non va bene. Cioè se una persona ti accoglie, ti dice tante cose: siamo una comunità, ti parlano di Dio, si prega, spese in comune come se fossimo una famiglia, ecc, ecc, ma poi: calunnie, appropriazioni, sfruttamenti, manipolazioni, giudizi, ruberie, ipocrisie, ecc, ecc. Ripeto: non va bene!
      (da IPG)

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  3. Qualche nota tecnica per i kikos che si imbufaliranno come belve ancor prima di leggere il titolo di questa pagina:

    1) Kiko e Carmen si sono installati a Roma ai primi di novembre 1968. Meno di nove anni dopo, in quel gennaio 1977, il Cammino è ancora un'entità numericamente irrilevante. Quante comunità "camminanti" potevano stare esibendosi lì davanti al Papa? Chi e perché ha convinto Paolo VI a menzionarle?

    2) le udienze del mercoledì sono sempre state zeppe di fedeli, notevolmente anche quelli con dignità episcopale (avviene ancor oggi: non è che qualsiasi vescovo che passa per Roma ottiene automaticamente udienza dal Papa). È mai possibile che un Papa rivolga in maniera pressoché esclusiva ad un gruppetto che costituisce la minoranza dei fedeli presenti? E se anche fosse avvenuto così, come mai Paolo VI prima e dopo quell'evento non si occupò dei kikos nemmeno di striscio? Chi era il "suggeritore" di Paolo VI?

    3) il fatto che i Pontefici amino salutare anche le entità minuscole fa parte di quello che qui definiamo "abbraccio paterno". Ora, come considerare dei presunti fedeli che sul loro sito web semi-ufficiale scrivono che quel discorso del Papa era diretto a loro e serviva solo ad elogiare loro? Come considerare il fatto che il discorso è stato abbondantemente taroccato da loro per far credere al prossimo e ai propri stessi adepti che "il Papa ci loda"? Come mai in quella precisa occasione del 1977 fu così urgente registrare l'audio del Papa mentre in tantissime altre occasioni c'è stato bisogno di qualche capocosca del Cammino a "spiegare" (reinterpretare e censurare) quello che le orecchie dei kikos avevano sentito?

    4) curiosità tecnica: si chiama Oxford comma ("la virgola che si usa all'università di Oxford") l'abitudine di aggiungere una virgola alla fine di una lista in modo da non lasciare ambiguità ("la presenza di A,B,C, ci offre..."). Nel discorso di Paolo VI tale virgola non compare ("la presenza di A,B,C ci offre...") ma questo non significa che la mens di Paolo VI sia all'estremo opposto ("la presenza di C ci offre...");

    5) curiosità ecclesiale: quando un fedele "dei movimenti" va dal Papa in udienza, si rallegra per gli eventuali saluti, e prende le menzioni dirette come se fossero rivolte a tutta la cristianità, sì, anche qualora il Papa parlasse esplicitamente del movimento. Infatti per uno "dei movimenti" se il Papa dice qualcosa a me, allora vale anche per tutti gli altri, per cui potrò ricordare agli altri "non del movimento": il Papa dice questo, vale per me, e a conti fatti vale anche per te, quantomeno per invitare quelli "non del movimento" a pensare che il movimento ha qualcosa di buono/utile/interessante. Invece i kikos dicono direttamente "il Papa ci loda" col sottinteso che il Papa disprezzerebbe (o almeno avrebbe poca considerazione di) chi non aderisce al Cammino, e che la "lode" sarebbe esclusiva del Cammino;

    6) curiosità teologica: il termine "catecumeno" definisce chi non è ancora battezzato (e il termine "catecumenato" indica il relativo percorso didattico di preparazione al battesimo). Se un battezzato si proclama "catecumeno" (o proclama di fare il "catecumenato"), sta di fatto disprezzando il battesimo che ha già ricevuto. Dovrebbe al più dire: "faccio un itinerario di riscoperta un po' come i catecumeni, un po' come nel catecumenato" (sempreché ciò abbia almeno un fondo di verità).

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    1. Quando si usa l'espressione enfatica "come i catecumeni, come nel catecumenato" si rimarca l'aspetto didattico di quel percorso: sei adulto, sei chiamato a conoscere le verità di fede da professare e a conoscere il modo di vivere la liturgia, la morale, ecc. (per questo, battezzando dei bambini, non c'è la preoccupazione di insegnare le verità di fede: ognuno è chiamato a conoscerle a seconda delle proprie capacità intellettuali, a seconda dei talenti donatigli dal Signore).

      La definizione "Cammino Neocatecumenale" (che secondo certe pasqualoniche leggende kikiste-carmeniste sarebbe stata voluta nientemeno che da Giovanni Paolo II) è un compromesso che esprime sia il fatto che il Cammino non è un catecumenato ("neo" = nuovo, novità, non quello di prima), sia il fatto che il Cammino non è paragonabile a un catecumenato ("cammino" = percorso talmente diverso dal catecumenato da non poter esservi confrontato direttamente).

      Purtroppo, notoriamente, nel Cammino si insegnano fior di eresie e si celebrano fior di strafalcioni. Per il Cammino, l'unico modo per acquisire almeno un pochino di dignità davanti alla Chiesa, è quello di rigettare completamente gli insegnamenti di Kiko e Carmen - troppo inquinati, non si salva praticamente niente - e di rigettare completamente le liturgie e le para-liturgie (scrutini, ecc.), abbracciando esclusivamente la liturgia della Chiesa celebrata nei luoghi che la Chiesa ha consacrato allo scopo (chiese, cappelle, ecc.) anziché nelle polverose salette. Ma questo avverrà solo se Kiko si convertirà alla fede e si pentirà (pubblicamente) del male fatto ai suoi seguaci (parecchi dei quali, con grande probabilità, purtroppo già dannati, a partire da certi supercatechistoni storici, a partire dalla Carmen stessa).

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  4. E così i neocatecumenali sono dei veri e propri "romanzieri" .. più che il discorso di un Papa sembra un sunto delle catechesi iniziali neocatecumenali.

    Comunque, noto (e la cosa mi suscita tutt'altro che ilarità) che gli organi ufficiali della Chiesa, oggi come negli anni '70, si guardano bene dal correggere o smentire frasi FALSAMENTE attribuite al Papa o ad altri pezzi grossi o strumentalizzate (vedi ad es. elogio di non proselitismo , Kiko è 1 santo , telefonata di incoraggiamento ecc.).

    Scusate ma questo atteggiamento "pretesco" o "chiesaiolo" (questi sono i termini che mi viene da usare) lo trovo molto consono alla politica ma poco a Gesù Via, Verità, Vita.
    E volete ancora rimproverarmi che non è legittima la mia domanda:
    ma la Chiesa AMA ancora la VERITÀ?

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    1. Aspettiamo di sentire l'audio del nastro, sperando che i kikos dell'epoca abbiano saputo coprire bene eventuali taglietti non accidentali...

      Poi magari lo facciamo ascoltare a qualche grande estimatore di Paolo VI e vediamo cosa ne pensa.

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  8. Le alte sfere del cammino hanno sempre mentito. Basti pensare ai "tempi mitici" delle baraccopoli, ai "titoli" di Kiko (concorsi vinti, anni di insegnamento). Poi ricordiamoci che per anni e anni hanno detto che i mamotreti non esistevano e che i catechisti MIRACOLOSAMENTE dicevano le stesse cose per virtù dello Spirito Santo (se non è una bestemmia questa...)

    Insomma, non c'è da stupirsi se in pratica META'del discorso di Paolo VI è inventato di sana pianta. Se Tomista ha l'audio lo metta di pubblico dominio..io problemi non ne ho. La verità prima di tutto.

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    1. Già m'immagino il tam-tam del club dei pasqualoni: "aah! finalmente sembra che sul blog che ci toglie il sonno hanno detto qualcosa di finalmente contestabile! aaah! ora diremo loro che non sono più credibili! finalmente! erano tantissimi anni che aspettavamo questo momento! però non entrate in tema, perché loro hanno il nastro e potrebbero subito capire se diciamo cavolate! limitatevi a dire che si sono squalificati da soli e che non sono più credibili! aaah, animo, fratelli del Cammino! Paolo VI ci loda! siamo approvati! aaah! ogni volta che intervenite su quel blog ricordatevi di ripetere lo slogan: «e allora Paolo Sestoooh?»"

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  10. Mi permetto di intervenire perché c'è la possibilità che le cose stiano come dice il sito del cammino.
    Mi dispiace parlare così di un papa canonizzato ma bisogna dire pane al pane e vino al vino.
    Purtroppo Paolo VI era noto per le sue doppiezze. E' stato il papa del Credo del Popolo di Dio ed è stato lo stesso papa che proclamò Credo nell'Uomo davanti all'ONU. E' stato il papa della Humanae Vitae ed è stato insabbiato uno scandalo riguardante un suo presunto amante omosessuale. E' stato una figura ieratica e composta ed è stato il promotore della nuova liturgia in italiano. Un anno prima del discorso qui esaminato ebbe la certezza che Bugnini era massone e lo mandò in esilio in Iran ma ormai i danni erano fatti. Forse l'esilio era una misura di cautela perché mi hanno riferito che non perse la fiducia in Bugnini. Due anni prima dell'esilio Bugnini aveva lodato il cammino.
    La canonizzazione di Paolo VI è stata accelerata troppo perché tra i sacri palazzi c'è fretta di canonizzare il Concilio. Ma su Paolo VI esiste un dossier molto critico e molto documentato: il libro Paolo VI Beato?, scritto da don Luigi Villa. Nessuno ha potuto smentire Villa. Si può non credere alle tante comparsate di simboli massonici ma la carriera di Montini aveva sempre avuto qualcosa di sospetto.
    Nessun fedele è obbligato a essere devoto di un determinato santo. Forse un giorno vedremo ridimensionare tutte le canonizzazioni veloci di questi ultimi decenni. Paolo VI potrebbe essere giunto alla santità negli ultimi momenti di vita. Santo non significa incapace di fare errori. I suoi malvagi collaboratori lo avevano fatto morire di crepacuore. Sembra lo stesso caso di Benedetto XVI che lo stesso ha fatto tanti errori. Ricordiamocene quando sarà il momento.

    Nell'udienza generale del 31 maggio 1972 Paolo VI ha insegnato sulla transustanziazione:

    Dovremmo, Figli carissimi, approfondire il mistero dell’Eucaristia, proprio in ordine alle condizioni interne ed esterne della Chiesa ai nostri giorni: circa la presenza di Cristo sotto le specie del pane e del vino, e perciò circa quella sua realtà viva e vera che la teologia cattolica chiama «transustanziazione»; circa il significato non solo di cena, ma anche di vero sacrificio, ch’è l’immolazione incruenta della carne e del sangue di Cristo, raffigurata nell’oblazione del pane e del vino (Cfr. M. De LA TAILLE, Mysterium Fidei, p. 457: «l’Eucaristia non è sacramento, se non in quanto è sacrificio»); circa la necessità d’un divino potere ministeriale, cioè sacerdotale per operare un così prodigioso mistero; circa l’esigenza d’avere l’anima purificata da ogni grave peccato prima di accedere alla mensa eucaristica (Cfr. Matth. 22, 12; 1 Cor. 11, 28-29); circa la comprensione della carità e dell’unità, come effetto specifico dell’Eucaristia, cioè come sacramento ecclesiale per eccellenza (sempre devono risuonare nei nostri spiriti le celebri esclamazioni di S. Agostino: O sacramentum pietatis! o signum unitatis! o vinculum caritatis! (S . AUG. In Io. tract. 26, 13; PL 35, 1612-1613); e sempre dobbiamo ricordare come S. Tommaso veda l’effetto proprio, la grazia, la res dell’Eucaristia nell’«unità del corpo mistico, senza la quale non vi può essere salvezza; a nessuno infatti è aperto l’ingresso della salvezza, fuori della Chiesa» (S. TH. III, 73, 3).

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    1. Che vergogna parlare così di un Papa canonizzato!Siete proprio satanici.

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    2. Come già spiegato mille volte, "santo" non significa automaticamente "impeccabile". Nel libro La setta neocatecumenale questo concetto è chiarito molto bene; ma all'anonimo coniglio delle 16:12 farebbe bene leggerlo anche per capire qualcosa di più del Cammino Neocatecumenale.

      L'anonimo ed eretico coniglio delle 16:12, inoltre, non ha notato la lunga citazione in cui Paolo VI contraddice Kiko e Carmen riguardo alla "parolina" transustanziazione.

      Infine, bisogna riconoscere che è un coniglio accecato dall'ira perché ha un grosso conflitto di interessi riguardo alla canonizzazione della cosiddetta "santa di categoria superiore" (che santa non è) ed allo stesso SanKiko autocanonizzatosi ancora vivente.

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    3. Fermo restando che ritengo molto più sataniche persone che trattano il corpo di Cristo così come lo trattano i neocatecumenali...ritengo che le considerazioni di Urgentissimo non siano condivisibili 1) perchè parlare di Paolo VI facendo chiacchere di corridoio (l'amante omosessuale...ma non mi dire) è esattamente quello che fanno i neocatecumenali con tutti quelli che gli danno fastidio. 2)sinceramente l'estratto sull'Eucarestia dice proprio quello che i neocatecumenali non vogliono sentirsi dire ovvero che l'Eucarestia è un sacrificio e che bisogna approfondire questo aspetto

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  13. E' l'ora che vi faccio una confidenza che ho. Ho voglia di aprirmi con tutti voi.
    Mi sento molto sconfortato e abbattuto, perchè sto vedendo la situazione molto nera. Parlo di ciò che ha riportato padre Ariel. Cioè sto riflettendo a quello che sta accadendo. Non è il punto colui che si risposa, o altri, cioè la persona, ma è ciò che si muove sotto, dietro, nascosto. Noi abbiamo una Madonna, Maria, che al tempo di Gesù, ha detto il : SI. Con tutto ciò che ne è seguito,. Conosciamo la storia: Egitto, precarietà, preoccupazione, persecuzione, il rischiare di essere presa come adultera, invece era la Santa, fino alla Croce. OK! Per cui Lei è come un faro per noi. Non ha mai abbandonato Gesù, e l'ha sempre seguito, tant'è che era sotto la Croce quel giorno. E possiamo immaginare che aria tirava quel giorno, un uomo sconfitto, crocifisso, suo figlio, e per cui lei era lì, e possiamo immaginare quanti giudizi si è presa su di se e quanti dolori. Lei è un faro di purezza, lei è un faro di luce. Vedendo la Madonna, e vedendo ciò che è nel mondo, ecco che non dobbiamo condannare, ma neanche far finta di no vedere. Ma, sapete cosa mi fa male, è il fatto che i tanti, cioè ( è difficile da spiegare, a cercate di capire cosa noto nella società) costoro che si vogliono trovare in alcune situazioni, come quelle descritte nell'Isola di Patmos, sono proprio loro che condannano. Cioè, ho notato, che la gente che vuole vivere liberamente, a 360°, si fa passare per gente offesa, come se qualcuno avesse scagliato loro delle pietre ( realmente noi cristiani perdoniamo, ma affermiamo la verità, ritorno alla purezza di Maria, per capirci), ma realmente, e subdlamente, le pietre le scagliano loro, con l'odio, perchè vedono in te che non sei d'accordo su quelle posizioni, ripeto senza condannare ma che non le condividi, e per cui si crea come un voler a forza farti pensare e vedere ciò che loro vogliono ( non vi ricorda nulla il Cammino e seguaci- come vedete siamo sempre lì-). Per la verità anche Dio, similmente, fa così, ma Lui è Dio, noi no. Cioè il Signore cerca di portarci verso di Lui, ma se andiamo verso il Signore, sappiamo che è quella la direzione. Questo è il punto. Cioè se io seguo Dio, anche se mi amputano completamente, sono apposto, se seguo il mondo, anche se prospero sono un morto che cammina. Perchè sono molto avvilitò? Perchè, cari miei, la vedo molto brutta, ma veramente. Ora si sta perdendo il senso di ciò che è fermo, cioè ciò che sappiamo sia così, per dirla bene: si stanno disgregando le basi della Fede. Si stanno diffondendo forze in mezzo a noi, le quali stanno cercando di disgregare tutto, e tutto questo viene fatto con l'usare parole come: Amore, Carità, Dio, ecc, ecc. Cioè, se il figliol prodigo si allontanava, sapeva di essersi allontanato, e per cui poi, dopo il ravvedimento, è ritornato a Casa. Oggi, si sta cercando di mettere a credere che la stalla sia la Casa, e la Casa sia la stalla. Vi ripeto, per coloro che potrebbero capire male: tutti abbiamo diritto al perdono, e al rientro nella Casa del Padre, tutti. Ma oggi si sta facendo l'operazione inversa, cioè si sta dicendo che la baldoria, il paese lontano, del figliol prodigo, non è più lontano, ma è la casa del Padre. Cioè si sta affermando che dentro la Casa del Padre si possano fare alcune cose, perchè lecite. Io, carissimi, ne ho fatte di cotte e di crude, ma ho sempre chiesto perdono a Dio, e mi sono sentito perdonato e riammesso, sempre. Ma, al vedermi alcuni in mezzo a noi, che mi vorrebbero dire, quelle cose, o altre, ecco che sono più illecite, ma sono ammesse, per cui non devi chiedere perdono: NO!
    (segue)

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  14. Carissimi, mi trovo molto d'accordo con un'affermazione che fa Tripudio, infatti afferma, spesso, che non serve fare esperienza del peccato per capire che sia sbagliato, parlando del Cammino ( capitene il senso, cioè quando parla delle storture in esso contenute), parola sacrosanta, e benedetto colui che non ne fa esperienza, perchè il Peccato ti avvilisce e ti ferisce, ti senti ferito. Ma se ne fai esperienza, e per cui hai toccato con mano lo schifo che ne deriva, ecco che sai proprio che non si deve fare. Come una persona che mette la mano sotto una pressa, meglio non metterla, perchè avrà la mano sana, ma se ce la mette, e per cui avrà la mano distrutta, ecco che ha fatto l'esperienza diretta e ne ha patito i dolori. Per cui, il mio sconforto deriva dal fatto che ci siano persone in mezzo a noi, che stanno proponendo il Peccato, come se fosse bere un bicchiere d'acqua, addirittura devi andare a chiedere scusa e perdono per aver detto di non mettere la mano sotto la pressa. La mano sotto la pressa va curata, non va rimessa sotto la pressa. Non so se capite cosa vorrei dire.
    A dimostrazione di ciò, cioè della pericolosità del Peccato vi metto un passo:

    Quel giorno però era un sabato. 10 Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». 11 Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». 12 Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?». 13 Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. 14 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». 15 Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.

    4 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    4 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    4 Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    Dobbiamo sempre cercare di migliorarci, santificarci, per cui allontanare il Peccato da noi. Nessuna condanna,ci rialziamo, se cadiamo, chiedendo perdono e aiuto, ma chiamando per nome il Peccato, e con volontà di escluderlo dalla nostra vita.
    Per coloro che saranno contrari a quanto scritto da me, che troveranno da ridire, o cercheranno di mettere in cattiva luce: è un vostro diritto, ma sappiate che ve la vedrete con mio Padre e il mio Signore. Il punto, ripeto, per non farvi mettere il prosciutto agli occhi dai decaduti è che ha scritto similmente così: chiedo scusa a tutti, a tutti.
    Sappiamo come è composta la società. Se avesse detto a coloro che sono contriti, e per cui cerchiamo di fare un percorso e di riavvicinarci o di sbrogliare la matassa, sarebbe stato diverso. Dire tutti: NO!

    (da IPG)

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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    1. Così è il titolo sul sito della Diocesi:
      Lettera del Vescovo ai coniugi separati o divorziati o sposati civilmente o non sposati
      Una parola da confidarvi: Scusate!

      E' rivolta a tutti come potete vedere dal titolo inserito.Per cui, la vera intenzione, primaria, era di rivolgersi a TUTTI. Ora hanno inserito un post che sta rigirando la situazione, ovviamente incolpando gli altri di ciò che si fa, tanto siamo adulti, l'arte la conosciamo.
      Cioè a chi ha deciso di non sposarsi, per ovvi motivi, di non credere, ma anche di odio a Dio, alla Chiesa, e ai preti, così li chiamano, ecco che siamo noi che dobbiamo andare a chiedere scusa. Scusate se credo a Gesù, perchè la verità siete voi che non credete, non è Gesù la via, la verità e la vita.
      Vi faccio una confidenza, un giorno parlai con una persona, vista così, non ci avevo mai parlato, ed è uscito il discorso su Dio, quella persona, senza battere ciglio, e istantaneamente mi ha detto così ( ora vado a ricordi, ma il senso è questo); Dio non esiste, e se esite, di sicuro non è Gesù Cristo. Questa persona credo, ma non so più di tanto, sia facente parte del gruppo non sposati del titolo della lettera presa sul sito della Diocesi di Belluno.
      Per cui, qui sta il nocciolo, carissimi, ripeto per cui: sono io che devo chiedere scusa a quella persona, perchè credo a Gesù. Per farvi capire, dopo la rincontrai, e dissi con un certo modo: sicuramente gli atei non sanno nulla, perchè essendo vuoti, credono al vuoto, ecco che hanno la testa vuota.
      Mi rimase a fissare. Quando ci incontriamo mi saluta, e da lontano mi fissa. Gli sono rimasto impresso.

      (da IPG)

      Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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    2. a dimostrazione di quanto detto, e cioè che una persona alla quale si dice in faccia la verità, senza condanne,e si prospetta un percorso, e quella persona è disposta a seguirlo, ecco che la strada c'è. Per cui, quel vescovo e il compare del sito: cosa si stanno inventando?

      https://www.amicidomenicani.it/cio-mi-tormenta-e-se-saro-degno-di-ricevere-questo-sacramento-con-i-miei-trascorsi-e-se-non-posso-confessarmi-perche-convivo-come-faccio-ad-accostarmi-al-matrimonio/

      (da IPG)

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    3. Sento di dover puntualizzare un paio di cose.
      Io se ho scritto ciò che leggete, è per il fatto di andare a chiedere scusa a tutti, proprio tutti, e senza distinzione. Vi è la persona divorziata, che voleva una famiglia, cristiana, oppure si è pentita seriamente, che si è sposata, o non sposata,e poi è crollato tutto, o ha deciso di cambiare strada, a questi nostri fratelli, sarei d'accordo per un cammino d'inserimento, alla luce di Dio. Oltre che d'accordo dico, nel mio piccolo, che la Casa del Padre è aperta. Ma c'è la persona divorziata, che ha voluto rompere il matrimonio, con intenzionalità, perché è , faccio un esempio, voluta andare con una ragazza giovane, o uomo pieno di soldi, e vogliono avere ragione, e persistono in quello stato, e vorrebbero giudicare chi rimane fedele, anzi lo giudicano come insensato. E questi, ultimi due, sono dei piccoli esempi, tra i meno sporchi, sappiamo che c'è di peggio, ve li devo inserire: scambisti, senza distinzione di sesso, ecc,ecc. Questo è il punto del mio dire. E che fa: dobbiamo andare a chiedere scusa!?
      Anche se fossi io un colpevole, vi dico, che non vorrei che venissero a chiedermi scusa. Il vescovo deve essere accorto a quanto dice e scrive. A posto suo chiarirei la lettera.
      (da IPG)

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  15. OT: padre Angelo Bellon, nel sito "un sacerdote risponde", ieri ha risposto a un ex del Cammino che gli ha posto due domande sulla Messa.
    Riassumo molto sinteticamente.

    L'ex del Cammino gli ha chiesato se si può dire che la Messa è un sacrificio di lode, e padre Bellon, pur ribadendo che la Messa è il sacrificio di Cristo, lo è in virtù della sua risurrezione, per cui è corretto dire che è un sacrificio di lode (ma l'ex del Cammino non ha accennato al banchetto che equivarrebbe al sacrificio).

    Poi ha chiesto se era lecito dare poca considerazione all'offertorio come si fa nel Cammino, in cui è stato quasi eliminato, e padre Bellon ha spiegato perché è teologicamente sbagliato eliminare o ridurre a un'inezia l'offertorio.

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    1. quell'ex del Cammino mi pare Tomista ex nc.

      Se non sbaglio!?
      Se Tomista ci risponde.
      (daIPG)

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    2. Caro IPG, ho deciso di assumerti come investigatore privato :) Scherzo, comunque si, sono io, ma il messaggio, pur essendo stato pubblicato l'altro ieri, risale ad un paio di anni fa...come puoi notare dal tono poco polemico. Ho cercato di descrivere in modo sintetico la dottrina eucaristica NC senza lasciarmi trascinare dal rancore e forse ho mancato di incisività, non sottolineando abbastanza l'eterodossia degli insegnamenti di Kiko.
      Penso che Padre Angelo mi abbia risposto dietro le righe.

      Tomista ex NC

      OT: Spero di riuscire a inviare ai gestori del Blog l'audio dell'udienza di Paolo VI entro Natale.

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  16. https://gloria.tv/post/8eXHKHoe89dN1rutdEZTcYQdH

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