sabato 30 aprile 2022

Ma chette garantisci! - I garanti nel Cammino Neocatecumenale

Un contributo di FungKu, tratto dal blog Crux Sancta.

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Cari lettori del Blog, ma voi lo sapete cosa è un garante neocatecumenale? 

Ve lo chiedo perché una volta un tizio neocatecumenale della parrocchia, che diceva a mezza bocca di essere garante quell'anno, mi ha dato una lavata di capo a sfondo religioso, ma una roba che ho ancora la criniera tutta morbida, da quanto shampoo ci ha messo. Si divertono proprio, a lavare la testa all'asino. Allora mi sono ricordato di questo cazziatone ed ho chiesto delucidazioni alla redazione, che mi ha indicato dove leggere in proposito. Ecco lo screensiott della ciàtt con la redazione:

- Amici della redazione, ma cos'è un garante?

- Ah, Fung. Il garante è una specie di psico-poliziotto che ti sta alle costole e ti controlla. Fa le veci dei catechisti e riferisce a loro sui tuoi passi e progressi nel cammino. Ma questa cosa la vive solo chi è arrivato quasi alla fine del Cammino e credeva di vedere l'uscita.

- Ma non ne avete mai parlato? Dalla casella di ricerca del blog trovo poco o niente.

- Sì nei commenti ma tanti anni fa. Ma dicci, tu lo parli lo spagnolo?

- Eee, non esattamente. Perché, di che devo parlare?

- No, è che sull'argomento "garanti" trovi un post con molti commenti nel blog spagnolo. Anzi, te la sentiresti, oltre che di leggerlo, anche di tradurlo? Ne abbiamo parlato poco e ne varrebbe la pena.

- Iiiioooo?! Ma... che faccio, copio e incollo!?

- Sì, certo, col traduttore di google dovresti farcela. 

Allora mi mandano questo post in spagnolo sui garanti e, anche se non parlo la lingua, capisco già cosa si agita nel testo: non bastavano El Kiko Cabrón, i kikatekisti parapsicologi, i presbikiki neopreti... Ci sono davvero ancora altri pecorari in questo anti-presepe: gli psicopoliziotti, "i gaaaraaaantiiiii"... che pare anche un po' il titolo di un fumetto dell'orrore. (In calce al post scriviamo chi sono i garanti in realtà, per la Chiesa Cattolica).

Insomma, cose brutte. Vi ho avvisati, eh, prendetevela col Cammino e non con me. A parte per la traduzione. Quella sì, è colpa mia, oltre che di google. 

Procedamos adelante con la tradusion! (circacits.):



Alla tappa detta del Padre nostro, la comunità viene divisa in gruppetti di circa 6-8 persone, che si incontrano una volta al mese in quella che viene chiamata la 
Celebrazione dei Garanti.

Questi nuovi incontri non avranno scadenza, poiché, dal momento che diventa sempre più difficile reclutare nuovi fratelli, il triumvirato ha stabilito che il Cammino non finisce mai, e quindi nemmeno le riunioni con i garanti.

Ma cosa si celebra nelle celebrazioni dei garanti? Niente. Però si concludono con una sontuosa cena a notte fonda, una di quelle cene che meno sono digeribili, meglio è.

Si tratta di continuare a raccontarsi la vita partendo da quando si aveva una fede immatura fino all'ultimo mese trascorso. Nella fattispecie:

1. Quali problemi hai incontrato ed, in particolare, se quei problemi li hai avuti con gli amati fratelli della comunità e se hai confidato in Cristo o nelle tue forze per affrontarli;

2. Se ti fidi di Dio, cioè, se versi in comunità un decimo di tutti gli introiti, menta e cumino compresi, e se sei aperto alla vita;

3. Se preghi quotidianamente quello che i catechisti ti hanno detto di pregare, ad esempio, se vai a Messa tutti i giorni - ma se non te lo hanno detto i catechisti di andarci, la presenza non ti dà punti, anzi, getta su di te il sospetto di ti essere un religioso naturale;

4. Infine, aspetto fondamentale, se fai il tripode (parola, liturgia, comunità).

In ognuno di questi gruppetti, uno dei membri è il garante, cioè colui che dice l'ultima parola e nel quale risiede la sapienza di Dio, per disegno del catechista di turno. Gli altri sono i garantiti.

Nei passaggi che restano fino alla fine del Cammino, dopo l'obbligatorio scrutinio personale, il catechista interroga il garante sui meriti del fratello scrutato. È allora che il garante, in piedi davanti all'assemblea, deve dichiarare pubblicamente se la persona scrutata è fedele ed obbediente alla dottrina ricevuta dai catechisti: se il garantito non dà la decima, il garante deve dichiararlo. Se il garantito non fa il tripode, il garante, deve dichiararlo, se il garantito ha una questione aperta con un altro fratello, il garante deve dichiararlo. Eccetera.

Il catechista ti giudica, il garante ti garantisce (oppure no), e tu, fratello/sorella di comunità, aspetti sia il giudizio che la garanzia, comodamente seduto al tuo posto ed in perfetta tranquillità d'animo per il fatto di trovarti in sí buone - e niente affatto troppo numerose - mani.


Un commento dell'amica LaPaz ci fornisce ulteriori dettagli:

È bene affrontare il tema dei garanti. Peccato che per conoscerlo bisogna aver resistito nel Cammino fino all'ultima tappa, quella che si conclude con l'"Elezione". Quindi racconterò la mia esperienza generale in materia, perché la conosco e posso parlarne, al contrario di altri che non si sa dove vadano a pescare le informazioni!

In ogni comunità sono presenti diversi garanti. Di solito uomini, naturalmente. Innanzitutto esistono ruoli comunitari che sono anche "garanti naturali", come i componenti dell'équipe dei responsabili, cioè i sacerdoti ed i mariti delle coppie presenti nell'équipe. A seconda delle condizioni di ciascuna comunità, normalmente queste due o tre e persone sono più o meno sufficienti ma, se occorre formare sottogruppi di sei-otto fratelli e serve qualche garante in più, si sceglie per votazione un altro maschio della comunità: se una donna riceve molti voti ma c'è un tizio molto votato, viene scelto questo tizio. Tipica logica catecumenale.

Gli incontri dei garanti finiscono per diventare l'attività più importante di tutte, nella comunità, più delle convivenze mensili e della preparazione della Parola. Vai dal garante e hai fatto il tuo dovere. Fai tutto il resto ma salti gli incontri con i garanti e sei nei guai. E, come succede per altre cose in Camino, ci sono persone che non fanno neppure il minimo indispensabile (e quindi non fanno il cammino, ovviamente) ma, siccome vanno agli incontri con i garanti, godono della stessa considerazione riservata a chi è presente assolutamente a tutto.

Questo lo dico perché in ogni comunità ci sono persone molto laboriose che poi subiscono lo shock della loro vita... qui la paga è la stessa, quella concordata (nell'interpretazione kika del Vangelo), che tu abbia passato dieci anni a spaccare pietre sotto il sole, oppure a fare le ragnatele senza muovere un dito per nessuno.

In definitiva, il tuo garante può essere qualcuno a cui piaci, a cui stai simpatico e che muore dietro al budino di riso che porti al cenone dopo la celebrazione - perché non si tratta di cene alla buona, sono dei cenoni veri e propri! - oppure ti tocca uno di quei garanti che prendono il loro ruolo così sul serio che, se capita l'occasione, giocheranno a fare i catechisti di categoria superiore e ti sottoporranno ad uno scrutinio a secco ad ogni celebrazione. 

Meno male che i membri dei gruppetti di "garantiti" vengono estratti a sorte, quindi quei garanti che avessero preso di punta qualche fratello/sorella rimangono a bocca asciutta.

"Ne riparliamo alle prossime estrazioni! Vedrete!"

Ma qui non si tratta di favole, come credono alcuni intelligentoni anonimi [nei commenti in originale, n.d.r.], no, questa è vita reale. E stiamo parlando di persone che si trovano alla fine del Cammino... non di neofiti nella fede.

"Spero proprio che la prossima volta mi avrai come garante, te ne accorgerai"... come bambini, sono come bambini. Se non c'è niente di più pericoloso al mondo che dare fischietto e berretto ad un emerito signor nessuno, lo stesso succede con questa cosa del garante...

Ovviamente, al momento dell'assegnazione casuale dei fratelli della comunità ai diversi garanti (con i soliti bigliettini estratti dal solito sacchetto) la tensione si taglia con il coltello - anzi, con un pugnale, di quelli che si tengono nascosti nella manica, eheh. Alla fine, a seconda del garante che ti è toccato, potrai vivere un periodo più o meno sopportabile. Ci sono i soporiferi, che passano un'ora e mezza con ogni membro del suo gruppo, ci sono i morbidi, i conformisti, i totalitari, ecc.

Alcuni fratelli invidiano quelli del gruppetto col garante che gestisce queste riunioni come un orologio svizzero e finisce in un paio d'ore, cena inclusa. Non dimentichiamo che la celebrazione dei garanti va ad aggiungersi ai tanti impegni già pertinenti a quella tappa del Cammino, tanto che varrebbe la pena vivere direttamente nel villaggio dei Puffi-kiki, vestiti di bianco tutti i giorni, cantando, ballando, mangiando, eccetera.

Al Passaggio dell'Elezione in senso stretto, il garante parla al catechista (questo durante le votazioni e davanti a tutta la comunità, come sempre) dell'idoneità del "candidato cristiano" in questione. La cosa si svolge anche lì come in tutto il resto nel Cammino... ci sono garanti compassionevoli e ci sono altri che credono di comparire davanti al Sinedrio.

Perché quel "dover garantire la fede di un fratello" davanti al catechista è qualcosa di FANTASTICO (lo stile di vita di Kiko).... uff, a sua volta il catechista è il garante della fede di tutti i suoi catecumeni davanti al Vescovo, né più né meno... [...] Il Cammino finisce, vai in viaggio di nozze in Israele, bla, bla, bla.... e intanto continui ad avere garanti e catechisti come quando eri bambino nella fede. Un piccolo puffo!


- Tutta qui la decima? Un solo diamante? - Ma... Sig. Dott. Avv. Ing. Arch. Garante, questo mese ho avuto dei problemi... - E allooora? Più problemi hai, più ti devi affidare alla provvidenza!


Passiamo ad altre testimonianze. Durante questi incontri con i garanti emergono i giudizi più temerari :

Il caso di una vedova in difficoltà economiche, che non vuole dare la decima. (Condannata)

Ad esempio, è stata messa alla gogna una vedova che aveva smesso di dare la decima perché, trovandosi lei stessa nel bisogno, doveva anche sostenere i suoi figli. Questa scelta è stata, come da manuale, bollata come un inganno ordito dal diavolo per separare questa signora dalla comunità. Questa brava signora ha commentato che ormai dubitava della provvidenza di Dio, perché da anni sperimentava che il vaso vuoto rimaneva vuoto e non si riempiva magicamente. Il garante invece pronunciava un infame discorso sull'accettare la volontà di Dio, il piegare il collo, il crocifiggere la ragione e altri kikismi del genere. L'obiettivo del garante era che questa vedova non smettesse di frequentare il Cammino e che, meglio per lei, si mettesse interamente al servizio della comunità, perché era sicuramente ciò che Dio si aspettava da lei.

Il caso di una signora anziana tiranneggiata dalla figlia dalla "fede adultah". (Condannata)

Un'altra donna, già anziana, racconta i suoi problemi di coabitazione con la figlia, che la tratta come una bambina, non la lascia mai sola e non rispetta le sue opinioni. Questa figlia e suo marito hanno finito il Cammino diversi anni fa, motivo per cui si presume che il loro modo di agire sia impeccabilmente cristiano. Così, il garante sentenzia: "Hai ragione, ma anche se hai ragione crocifiggi la ragione, umiliati, fatti piccola e umile, perché tua figlia agisce in buona fede". Insomma arriva a dirle che "Alla tua età, le opzioni sono o l'ospizio o un comandante in campo. Ringrazia Dio di aver avuto la seconda”. 

Il garante non si accontenta ed incolpa la signora anziana delle immense sofferenze che ella provoca alla figlia con la sua ribellione, accanendosi sul fatto che la donna insiste per aver ragione pur sapendo che difendere le proprie ragioni ferisce la figlia. Agendo in questo modo la signora starebbe mostrando quanto sia intrappolata dal diavolo, secondo il garante, anche se prega e dà la decima e partecipa ai sacramenti.

Cinque giorni dopo l'incontro dei garanti, la povera anziana signora rimproverata di malvagità per volersi rifiutare di diventare la figlia di sua figlia, è stata colpita da un ictus. Un caso? "Qualcuno" ha detto che per i cristiani nulla accade per caso.

Non è giusto quel che è giusto ma è giusto quel che il kikatekista o il kikogarante decidono sia giusto. Se fai una cosa giusta e loro non ti avevano detto di farla, hai fatto la cosa sbagliata. Condannato.

Il caso di un fratello incolpato semi-ingiustamente sul lavoro. (Assolto)

Un altro fratello racconta al gruppetto di "garanzia" di un errore commesso sul lavoro. A quanto pare, il guaio è stato causato dalla combinazione di un suo intervento maldestro con quello di un'altra persona. Questo fratello coglie l'occasione per far sapere che questa persona, la prima vera responsabile del pasticcio, è l'amante del capo. Motivo per cui la responsabilità della donna è stata insabbiata, mentre al fratello neocatecumenale è stata addossata interamente la responsabilità dell'errore, con la relativa sanzione economica.

Inutile dire che, non essendo il capo né l'amante neocatecumenali, massima libertà di scuoiarli verbalmente a piacimento, per riaffermare la religiosa convinzione che tutti i non camminanti sono falsi, meschini, bugiardi, disonesti, immorali ed insignificanti. Ebbene sì, in questo caso non è necessario crocifiggere la ragione, né umiliarsi chiedendo perdono alla malvagia amante del malvagio capo, né ammettere l'errore. Qui si è ritenuto opportuno parlare male (nel senso di maledire) di tutti gli estranei al Cammino.

Il caso di un fratello che resiste subdolamente al male sul luogo di lavoro. (Assolto)

Un caso simile al precedente, ma di maggiore intensità. Un fratello racconta di rivalità tra colleghi sul posto di lavoro, dovuta al fatto che il cattivo della storia gli ha rubato dei risultati e li ha spacciati per suoi. In questa situazione, invece di circoncidere la ragione, dimenticare l'abuso e perdonare l'imbroglione, il fratello neocatecumenale ha approfittato di un' assenza del collega disonesto per far sparire i risultati di un lungo lavoro di costui, ottenendogli così una lavata di capo per inefficienza da parte del responsabile. Ed ecco come i neocatecumenali sanno mostrare agli esterni l'amore di cui traboccano. 

In sintesi, cosa garantiscono i garanti? Il grado di sottomissione dei catecumeni. Sic et simpliciter.

In questi incontri con i garanti emerge il fatto che puoi mettere in dubbio l'amore di Dio perché la vita non va come vorresti. Ti è consentito distruggere l'immagine di una persona, con l'argomentazione che, se è così disonesta da essere l'amante del capo, sarà anche un' inetta imbrogliona che incolpa gli altri dei suoi fallimenti. Vieni assolto se fai sparire il lavoro di un collega sleale per fargli capire che con te non si scherza. È normale che tu viva in un confronto feroce e continuo con il tuo coniuge e che tu perda la pazienza con la tua prole, che non sopporti.  

Quel che non devi osare, è rifiutarti di parlare dei fatti tuoi con la motivazione che non vuoi che i catechisti (palesemente peccatori) ne vengano successivamente a conoscenza. E non è considerato sufficiente riverenza il fatto di evitare accuratamente di esprimere giudizi sulle intenzioni dei catechisti, è troppo anche il solo ricordare alcune loro "gesta gloriose" a sostegno delle tue motivazioni.

Un bravo catechista ed un bravo garante di Don Rodrikiko attendono il parroco, Don Abbàndon, per parlare di catechizzazione e di garanzia delle anime.

Fine della traduzione* (e anche del temporaneo dono delle lingue a FungKu). Non so voi, ma io sono molto impressionato. Ma nel Cammino, vi sentite più garantiti (per esempio nella privacy) o più che vi è arrivato un avviso di garanzia? 

*Postilla per gli amici spagnoli: se avete letto questo post e volete riproporlo, ricordatevi che l'abbiamo preso dal vostro blog, non è necessario ri-tradurlo!




Dal Direttorio secretato: 1° Padre Nostro, istituzione dei garanti:



Cosa ti stanno dicendo: "Siccome pian piano ci scappate tutti ed i catechisti non possono starvi alle costole uno per uno, ramifichiamo ancora i ruoli e vi appioppiamo i garanti. Uno straccio di somiglianza col RICA lo troviamo. Ma non vi preoccupate, i garanti non sono "i migliori", anche perché non possono mica essere migliori dei catechisti. E se siete garanti, non vi mettete a fare i catechisti! Per questo si fa a rotazione. Dite fatti concreti, cioè parlate dei ### vostri accuratamente, peggio che in confessione ma non sbrodolate teorie! Il plagio, quello lasciatelo a noi".


Come te lo stanno dicendo (kikodixit): "Noi catechisti svolgiamo la funzione di garantire alla Chiesa sul vostro processo di educazione alla maturità della fede. Per questo noi catechisti dovremmo essere sempre con voi ma, come sapete, nel cammino neocatecumenale non si fa così. Perciò, ora che iniziate le ultime due tappe del cammino, sceglieremo alcuni fratelli della comunità che avranno, insieme a noi catechisti, la missione di essere garanti davanti alla chiesa. Questi garanti non è che siano i migliori, non è così, essi formano parte del piccolo gruppo ma aiuteranno gli altri del loro gruppo ad essere costanti nella preghiera nel combattimento di ogni giorno eccetera. [...]

Ciascuno dice al gruppo come marcia, come sta andando quel mese la sua vita spirituale: la preghiera, soprattutto quella delle lodi, il rapporto con il Signore e con gli altri, nella famiglia sul lavoro, eccetera. Se opponi resistenza al male, se sei iracondo, superbo, attaccato al denaro, combatti per mantenere la castità, eccetera, chiedi aiuto ai fratelli con sincerità, chiedi che preghino per te che digiunino per te. Le cose che si dicono nel gruppo sono segrete non devono uscire dal gruppo. Suppongo che tutti avete già maturità sufficiente per fare così. [...]

Il garante non è il catechista del gruppo né una specie di "spione" di noi catechisti. Il garante è uno dei tanti fratelli, ma a cui tocca fare l'umile servizio di essere il responsabile della marcia del suo gruppo. Quando vede che qualche fratello del gruppo, anziché dare la sua esperienza concreta, parla a livello teorico, dà lezioni, fa la catechesi al gruppo, deve aiutarlo a scendere ai fatti concreti della propria vita. Anche il garante dice la sua esperienza di vita al gruppo con sincerità. Se il garante crede di essere qualcosa, non serve come garante."

ULTIM'ORA - Riceviamo e ritrasmettiamo la testimonianza di Neo:

esiste un foglio con le domande che NON è riportato nei mamotreti, come al solito, e che è frutto della trascrizione delle consegne orali.

- Sei aperto alla vita
- Preghi
- Hai nemici
- Fai la volontà di Dio
- Sei in comunione con i fratelli
- Come stai riguardo al cammino ( non se fai il cammino quello lo decide il garante )
- Comunione dei beni ( decima )

La celebrazione è all'interno dei vespri e il giro si fa dopo un vangelo a caso e 15 minuti di preghiera silenziosa,
poi si chiude e via di cena



Un'ultima considerazione da parte nostra:

Desideriamo ricordare chi sia per la Chiesa Cattolica il garante e quale sia il suo compito. È una figura che noi conosciamo come il padrino (o madrina) di battesimo, alla quale nel Rito per l'iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA) (qui in PDF) viene dato speciale risalto.

Ci preme sottolineare il fatto che il garante o padrino del RICA non assomiglia al garante del Cammino, in quanto è scelto dallo stesso catecumeno, non è un catecumeno a sua volta ma generalmente persona più avanti nel cammino di fede e sicuramente battezzata. Non fa scrutini e non cambia tutti gli anni. Insomma, abbiamo un'ennesima caricatura, ad opera del Cammino, che si inventa un garante non necessario per la riscoperta ridondante di un battesimo già somministrato.

Di seguito, i paragrafi di interesse, tratti dal RICA:

8. Secondo la primitiva tradizione della Chiesa, per ammettere un adulto al Battesimo si richiede un padrino, scelto in seno alla comunità cristiana. Egli aiuterà il battezzando almeno nell'ultima fase di preparazione al sacramento e, dopo il Battesimo, lo sosterrà, perché perseveri nella fede e nella vita cristiana. Anche nel Battesimo dei bambini si richiede il padrino: egli amplia, in senso spirituale, la famiglia del battezzando e rappresenta la Chiesa nel suo compito di madre. Se è necessario, collaborerà con i genitori perché il bambino giunga alla professione personale della fede e la esprima nella realtà della vita. 

9. Il padrino deve intervenire almeno negli ultimi riti del catecumenato e nella celebrazione del Battesimo, sia per essere garante della fede di un battezzando adulto, sia per professare, insieme con i genitori, la fede della Chiesa, fede nella quale il bambino è battezzato. 

42. Il candidato, che chiede di essere ammesso tra i catecumeni, è accompagnato da un responsabile o "garante", cioè da un uomo o da una donna che lo ha conosciuto, lo ha aiutato ed è testimone dei suoi costumi, della sua fede e della sua intenzione. Può accadere che questo garante nel tempo della purificazione, dell'illuminazione e della mistagogia non possa adempiere l'ufficio di padrino: in tal caso sarà sostituito da un'altra persona. 

43. Il padrino, scelto dal catecumeno per il suo esempio, per le sue doti e per la sua amicizia, delegato dalla comunità cristiana locale e approvato dal sacerdote, accompagna il candidato nel giorno dell'elezione, nella celebrazione dei sacramenti e nel tempo della mistagogia. 

È suo compito mostrare con amichevole familiarità al catecumeno la pratica del Vangelo nella vita individuale e sociale, soccorrerlo nei dubbi e nelle ansietà, rendergli testimonianza e prendersi cura dello sviluppo della sua vita battesimale. Scelto già prima della "elezione", esercita pubblicamente il suo ufficio dal giorno dell'"elezione", quando rende testimonianza sul catecumeno davanti alla comunità; il suo ufficio conserva tutta la sua importanza anche quando il neofito, ricevuti i sacramenti, ha ancora bisogno di aiuto e di sostegno per rimanere fedele alle promesse del Battesimo.



Sulle storpiature neocatecumenali del RICA, vedi anche:
RICA, catecumeni e confessioni pubbliche: facciamo un po' di chiarezza



E, a conclusione delle conclusioni, i consigli ai naviganti dalla Redazione del Blog: state attenti al Garantide Religioso! Una specie senza pregiudizi, in cui il maschio è pericoloso quanto la femmina.

Voci nel villaggo dei Puffi: - Ma chi è quello lì? - Boh? Dice di essere il nuovo Grande Puffo in mezzo a noi e sta distribuendo promesse di futuro immenso a destra e a manca - Ma il Grande Puffo, quando torna dal congresso degli anziani? - La settimana prossima - Cos'è che va promettendo sto tizio vestito di nero? - Il centuplo quaggiù - Ma il centuplo di che? - Non ne ho idea e non voglio chiedergli spiegazioni, vestito di nero com'è - E pare pure uno che magna parecchio! - Vero, non vorrei che fosse un altro Gargamella... - Hai ragione! Ma lo sai che gli ho sentito dire...

mercoledì 27 aprile 2022

"Adotta un pellegrino neocatecumenale, riceverai il centuplo!"

 

Giuseppe Gennarini, il catechista responsabile del Cammino Neocatecumenale  negli USA, durante l'annuncio di quaresima, chiedeva:

 "Che dobbiamo fare con i pellegrinaggi per i giovani, che sono importanti?"
 
In tale occasione non se ne parlò, e nell'annuncio di Pasqua i pellegrinaggi dei giovani consigliati erano anche solo all'interno della propria città  o a breve distanza.
Eppure Giuseppe Gennarini, per gli USA, aveva un'altra idea: quella di fare un mega pellegrinaggio  in Israele "sulle orme di Carmen".
Chi ce lo fa sapere è una fonte un po'  particolare e inusitata: la piattaforma Gofundme, attraverso la quale si possono gestire le raccolte di danaro per gli scopi più diversi: feste, matrimoni, compleanni e iniziative d'ogni genere.
Ebbene, i giovani statunitensi sono ricorsi a questa piattaforma per auto  finanziarsi e poter partecipare a questo pellegrinaggio, alcuni senza rivelare chi l'avesse organizzato, altri invece chiarendo la propria appartenenza al Cammino neocatecumenale.

Si preoccupano, i giovani, per le alte cifre da raggiungere (ma di chi è stata l'idea di proporre una meta così dispendiosa per le tasche dei giovani e dei loro genitori?), parlano di famiglie con molti figli, impossibilitati a partecipare; d'altra parte ritengono questo pellegrinaggio addirittura un'esperienza indispensabile per la propria stessa vita, visto l'importanza di andare alla riscoperta delle "radici del Cammino" e pontificano che è  importante che nessuno sia lasciato indietro a causa del denaro, anche perché da questi pellegrinaggi sanno che nasceranno delle vocazioni (e per forza: faranno le famose -o piuttosto famigerate- alzate vocazionali: ma questo gli ignoti donatori non è necessario lo sappiano).

L'impegno finanziario per il viaggio in Israele è  grande: hanno fede però  che Dio provvederà e darà ai loro benefattori il centuplo. E mentre, introducendolo con le stesse frasi, in comunità si fa passare il sacco nero per l'ennesima questua, i giovani figli del Cammino su Gofundme  fanno passare il sacco nero virtuale, basta premere il pulsante "Dona" e tirare fuori la carta di credito.

Leggiamo di seguito alcune di queste richieste di finanziamento (rivolte ai cattolici della domenica?) dei giovani neocatecumenali.

  • Ciao, mi chiamo  Alejandra Herrera. Ho 16 anni e mio fratello ne ha 14. Il motivo per cui ho creato questa pagina è  che mio fratello ed io siamo stati invitati ad un pellegrinaggio a luglio 2022. Siamo ambedue in una Comunità al Corpus Christi di San Francisco. Camminiamo nel Cammino Neocatecumenale che è stato una iniziativa di Kiko Argüello e Carmen Hernández. Ogni anno Kiko annuncia dei pellegrinaggi a cui i giovani possono partecipare per sentire la vicinanza di Dio. In questo caso, mio fratello ed io vogliamo seguire le orme del Signore. Vi prego di tener presente che questa NON è una vacanza. Ambedue vorremmo partecipare, ma sfortunatamente non abbiamo la somma si danaro necessaria. Con il vostro aiuto potremmo realizzare questo progetto. Qualsiasi tipo di contributo verrà  apprezzato. Dio vi benedica tutti.
  • Cari amici e familiari vicini  e lontani,


I giovani della chiesa cattolica Holy Cross Catholic, stanno progettando di partecipare al pellegrinaggio Neocatecumenale in Israele il prossimo luglio per incontrarsi con migliaia di pellegrini da tutti gli USA. L'obbiettivo del pellegrinaggio è riscoprire le radici della nostra fede e cultura nella terra in cui Gesù ha vissuto, è morto ed è risorto, per riscoprire la nostra chiamata alla fede cattolica e discernere la vocazione che Dio dà a ciascuno di noi. In passato, simili pellegrinaggi hanno portato a molte vocazioni al sacerdozio ed al convento.
Come sapete, il mio compleanno è  prossimo. Vi sarei molto grata se poteste aiutarmi con una donazione.
Pregheremo per voi benefattori durante il nostro viaggio.
Vi prego di farmi pervenire intenzioni specifiche in messaggio privato, così posso pregare per le vostre intenzioni quando sarò  in Terra Santa.
Pace
Shannon McLoughlin

  • La pandemia è stata un tempo di sofferenza, in cui ci siamo ritrovati pieni di paura, ansietà, pessimismo, disperazione.un tempo in cui la nostra fede è stata testata e trovata carente.

Ora Dio ha visto la nostra sofferenza, udito il nostro pianto e ci sta offrendo la possibilità di avere un incontro con Cristo Risorto!
Il prossimo luglio, il Cammino neocatecumenale sta organizzando un viaggio in Terra Santa in risposta alla crisi corrente.
E noi, i giovani della chiesa  Sacred Heart di Lyndhurst, New Jersey, vi chiediamo il vostro generoso aiuto per potervi partecipare.
Potete stare sicuri nella nostra preghiera in Terra Santa!  Siamo certo che Dio vi renderà il centuplo.
"Perché qualunque cosa abbiate fatto per uno di questi piccoli, l'avrete fatta a me" Matteo 25,40

  • Figli del Cammino
    e salette in minatura
    Siamo un gruppo di giovani del Cammino Neocatecumenale 
    della parrocchia di Saint Charles Borromeo in Bridgeport, Connecticut. Stiamo raccogliendo fondi per il pellegrinaggio estivo in Terra Santa. È un pellegrinaggio per i giovani di tutti gli USA. Sappiamo per esperienza personale che questo pellegrinaggio può  cambiare le nostre vite per sempre.

Ci sono tanti ragazzi in questo mondo che stanno soffrendo e sentono di essere alla fine o di avere solo un'ultima speranza.
Molti ragazzi che non trovano significato nella vita. In un pellegrinaggio  come questo possono avere un incontro con Dio ed è importante che nessuno sia lasciato indietro a causa del denaro. Ci sono famiglie con molti figli che non hanno abbastanza denaro per mandarli tutti. Abbiamo fede che Dio provvederà. Per favore, aiutate i nostri giovani, Dio vi ripagherà.


Sulle orme dei loro confratelli americani, anche i giovani italiani hanno pensato di usare la piattaforma Gofundme, sempre per andare in pellegrinaggio, ma alla volta di Madrid, anche se  sempre "per riscoprire il Cammino"!
Questo il loro appello:

  • Adotta un pellegrino!

Una meta del pellegrinaggio:
la cameretta di Kiko a Madrid
Dal 20 al 26 Aprile i giovani del cammino neocatecumenale di Ferro di Cavallo (Perugia) andranno in pellegrinaggio a Madrid, a riscoprire le origini del cammino. Il costo è di 480€ a pellegrino. Il tuo aiuto concreto, di qualsiasi cifra, permetterà a qualche giovane che non può permetterselo di partecipare.
Aiuta i giovani a incontrare Cristo, unica vera sorgente di pace in questo mondo.


Nutriamo le nostre buone perplessità che andare a visitare la tomba di Carmen nel Seminario RM di Madrid o la lugubre cameretta con le pareti scarabocchiate in cui Kiko Argüello sostiene di aver avuto una apparizione mariana, mai messa al vaglio della Chiesa, possa essere d'aiuto giovani per incontrare Cristo!

Prendiamo atto, invece, che il Cammino, che dovrebbe servire a riscoprire il battesimo, debba a sua volta essere riscoperto: forse si teme che questi giovani non siano sufficientemente fidelizzati al culto dei fondatori Kiko e Carmen e debbano rinverdirlo in pellegrinaggio nei luoghi in cui sono vissuti, come Madrid, e in quelli che hanno visitato, come la Terra Santa sulle orme di Carmen. E, per farlo, si chiede il contributo del cattolico della domenica su internet. 

Ormai, le iniziative del Cammino sono troppo onerose perché riesca a finanziarsele con i propri mezzi: le famiglie sono allo stremo, le nuove comunità , zeppe di figli del Cammino, non si reggono da sole e ormai i parrocchiani non li "beccano più". 

Nonostante per un paio d'anni si sia potuto risparmiare un po' a causa dello stop forzato causato dalla pandemia, i risparmi non sono sufficienti a star dietro alle esose iniziative dei big del Cammino. 

domenica 24 aprile 2022

Triduo Pasquale da neocatecumeni, neofiti e “adulti nella fede”: Giovedì Santo: “Lavanda dei piedi tra fratelli”; Venerdì Santo: “Adorazione del kikiano scrutinio”; Veglia Pasquale: “Jahvè che passa”. E alla fine tutti a “latte e miele” festosamente danzanti. Per Cristo non c’è posto...



Veglia Pasquale nella Notte Santa 

La liturgia non è coreografia, ma presenza viva, nei segni, dell’evento cardine della salvezza: la morte-risurrezione del Signore. «ci rappresenta quasi visivamente il ricordo dell’evento» (s. Agostino).

— Liturgia eucaristica: Il popolo rigenerato nel battesimo per la potenza dello Spirito, è ammesso al convito pasquale. Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo.
 



Al centro il Sacrificio 

Partecipando al corpo e al sangue del Signore, la Chiesa offre se stessa in sacrificio spirituale per essere sempre più inserita nella pasqua di Cristo.  

Questo il popolo rigenerato nel Battesimo, questo il compimento della Parola lungamente proclamata nella Notte Santa, questa la Luce del Cristo Risorto che squarcia le tenebre. 

Questa la vera libertà: poter offrirsi in Cristo Signore, totalmente.

Il ‘sacrificio spirituale’, immolazione, offerta, sull’esempio della ‘Vittima Immolata per la nostra Redenzione’: “Lo Spirito Santo faccia di noi un sacrificio perenne a Te gradito, perché possiamo ottenere il premio promesso…”. Questo è il ‘cibo solido’ per i fedeli adulti, non più latte, come i bambini.
Pretendono di essere i cristiani veri, quelli che fanno sul serio, eppure questo linguaggio è ostico per loro, oscurantista.
(L’aspetto sacrificale avrebbe oscurato nei secoli il fulgore, lo splendore del Sole della Pasqua, quella delle origini che solo loro hanno riscoperto e che si innesta sulla Pasqua Ebraica.)

 Altro che tutto ridotto a ‘Jahvè che passa’ e ti trascina e tu ti senti popolo eletto con la veste bianca che come te nessuno. Con quella protervia arrogante e presuntuosa di chi ha finito il cammino: le prime comunità di Kiko Argüello cui tutto è dovuto. La Veglia è vissuta solo come un crescendo e un’esplosione di una chiassosa felicità svuotata di sostanza.
Cosa c’è della maturità della Fede nella Veglia Pasquale neocatecumenale da celebrare per comunità nelle salette e saloni della Parrocchia o anche fuori Parrocchia, pur di stare da soli?
Che poi, il fatto stesso di voler celebrare per conto proprio in un totale isolamento dal contesto ecclesiale comporta già di per sé una profonda distorsione. 

Per tanti, troppi anni ho vissuto il Triduo Pasquale nel Cammino! 

“La Pasqua è il centro di tutto” ripetono spesso, come fosse una loro scoperta, prerogativa esclusiva; e così l’Eucarestia del sabato sera, Pasqua della settimana.
“Se ci toccano l’eucarestia, distruggeranno il Cammino”; "Se ci privano della Pasqua, siamo perduti!".
La Pasqua è il perno di tutto l’impianto, tutto le gira intorno. La Pasqua, completamente rivisitata da Carmen Hernández . 

Ma nella Veglia di Pasqua del Cammino è assente Cristo. 

Prima operazione di Kiko e Carmen, prodromica a tutto il resto: isolare le comunità dal popolo di Dio, allontanarle dalla Chiesa e separarle da essa, primariamente in occasione della Pasqua.
Una delle prime consegne kikiane: “il Triduo Pasquale si celebra per comunità”. Ne va della vita e salute delle comunità stesse e dell’intero Cammino.
(Chi non ricorda le lotte gigantesche ingaggiate ogni anno col proprio Parroco per tentare di ottenere, ad ogni costo, la celebrazione in forma separata dell’intero Triduo? Così come ti istigavano a fare i catechisti, che preferivano tenersi nell’ombra e mandare te in avanscoperta. Che poi ti chiedevano conto dell’esito e ai quali dovevi portare risultati confortanti; se andava male di sicuro ti incolpavano di essere stato poco convincente). 


Liturgia del Giovedì Santo – Cena del Signore 

L’istituzione dell’Eucaristia è certamente l’aspetto più evidente della celebrazione odierna. Lo stesso messale romano invita a meditare su altri due aspetti del mistero di questo giorno: l’istituzione del sacerdozio ministeriale e il servizio fraterno della carità. Sacerdozio e carità sono, in effetti, strettamente collegati con il sacramento dell’Eucaristia

 1. a proposito dell’ Istituzione dell’Eucaristia, cuore di tutto: 

Prefazio della SS. Eucaristia I
Sacerdote vero ed eterno,
egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza,
e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa. 

2. a proposito del servizio fraterno della carità, che si innesta in quel cuore pulsante del Sacrificio Eucaristico: 

Partecipare consapevolmente all’Eucaristia, memoriale del Sacrificio di Gesù, implica avere per il corpo ecclesiale di Cristo quel rispetto che si porta al suo corpo eucaristico

3. a proposito dell’ Istituzione del Sacerdozio Ministeriale

Chi «presiede» la comunità e ne è responsabile, presiede anche l’Eucaristia. 

Il Concilio Vaticano II afferma:
«I Presbiteri... ad immagine di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote, sono consacrati per predicare il vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino, quali veri sacerdoti dei Nuovo Testamento... Esercitando, secondo la loro parte di autorità, l’ufficio di Cristo Pastore e Capo, raccolgono la famiglia di Dio, quale insieme di fratelli animati da un solo spirito, e per mezzo di Cristo nello Spirito li portano al Padre... » (LG 28). «Il senso ultimo del sacerdozio di Cristo e di ogni sacerdozio che da lui trae origine, è quello di essere modello per tutti coloro che offrendosi in lui, con lui, per lui in sacrificio a Dio gradito, mettono la loro vita a servizio dei fratelli.... Cristo e il suo mistero vive e perdura nella Chiesa; la Chiesa non fa altro che rendere attuale questo mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti, mentre riceve in sé per la forza dello Spirito Santo, la vita del suo Signore da testimoniare nel mondo... Da questa sacramentalità della Chiesa... scaturisce il significato essenziale della consacrazione-missione di quanti sono chiamati a predicare il Vangelo, a presiedere le azioni di culto e a svolgere un ruolo di guida del popolo di Dio»
(Ordinazione del Vescovo, dei Presbiteri e dei Diaconi, Premesse, p. 12). 




Al centro l’Istituzione dell’Eucaristia 

e, intimamente connessa ad essa, l’Istituzione del Sacerdozio e la dignità che ne discende, sul quale a sua volta si modella il “sacerdozio comune” di tutti i battezzati, che si offrono anch’essi “con Cristo, per Cristo ed in Cristo a Te Dio Padre Onnipotente” mettendo a loro volta la loro vita a servizio dei fratelli. 

Cosa c’è di tutto questo nel Giovedì Santo del Triduo neocatecumenale da celebrare per comunità nelle salette

Il Giovedì Santo è la “Lavanda dei piedi tra i fratelli della stessa comunità”

Non solo gesto simbolico, fatto dal presidente ad alcuni componenti dell’assemblea. Se c’è il Presbitero deve lavare i piedi a tutti i fratelli della sua comunità, idem il Responsabile (mai sia che sia da meno del prete!). Di seguito, ciascun fratello deve lavare i piedi a tutti quei fratelli che ha giudicato, verso i quali ha nutrito rancore, come gesto di riconciliazione (non dunque di servizio, sull’esempio di Gesù – se non è stravolgimento questo! - stravolgimento nello stravolgimento) e per umiliarsi davanti a lui e a tutta la comunità. Insomma, il Giovedì Santo rischia di diventare nella comunità – come di fatto diventa - una sordida corrida, una sceneggiata penosa; la notte in cui ci si smaschera a vicenda, per kikiana volontà.
Chi oserà opporsi?
Celebrazione preceduta da pena e seguita da lunghi strascichi che rischiano di restare insanabili e insanati per lungo tempo. Sempre, poi, si lascia sul terreno almeno una vittima designata: il fratello (o più di un fratello) insopportabile di turno, immancabile in ogni comunità, il quale, dopo essersi visto lavare i piedi da mezza comunità, si ritira a casa, col segreto desiderio di suicidarsi o di farla pagare a qualcuno.

Giuda presente in una cena post-resurrezione

      Un’altra macabra stramberia kikiana

Grazie Lino Lista per la tua illuminante analisi

Non ricordo mai di aver sentito dai catechisti che il Giovedì Santo fosse qualcosa d’altro o che bisognasse andare in Chiesa per la funzione parrocchiale “In Coena Domini”, che neanche si sapeva cosa fosse (nelle catechesi nulla di memorabile da segnalare in proposito).
Si è cambiato debolmente indirizzo solo molti anni dopo, in seguito a qualche tirata di orecchie da parte della Chiesa, di cui si sono sempre guardati bene dal renderne edotti in maniera chiara noi camminanti, ché andavamo tenuti nella più crassa ignoranza, sempre.

Intanto venivano, sempre più spesso, riprovati dagli stessi Parroci e dai Vescovi. Ma, anche in seguito al cambiamento di rotta (indotto), le cose non sono poi mai cambiate più di tanto.

Alla chetichella si è tentato ogni volta di riportare tutto al nastro di partenza (ut semper, d'altronde!). In definitiva tutto è rimasto sempre più o meno uguale, e non si è mai radicata una assiduità ecclesiale tra i camminanti, come prassi diffusa e caldeggiata dai vertici del C.N.. 

Per i neocatecumeni il Giovedì Santo è nella sostanza, in ogni caso, questo macabro rito comunitario da notte dei lunghi coltelli, forzato e infruttuoso. E basta. 

Nella Liturgia neocatecumenale del Giovedì Santo è assente Cristo. 


Venerdì Santo: Passione del Signore 

L’azione liturgica è dominata dalla Croce; manifestazione luminosa dell’amore divino spinto alla follia, la Croce lascia spazio solo al silenzio e alla contemplazione. 

Contemplazione del seguente Mistero: Gesù come agnello innocente, carico dei delitti del suo popolo, si lascia condurre in silenzio al macello. Gesù muore nel momento in cui nel tempio si immolano gli agnelli destinati alla celebrazione della Pasqua: la sua è un’immolazione «reale», un sacrificio compiuto una volta per tutte, perché la vittima «spirituale» ha reso inutili le vittime materiali. Dal suo fianco trafitto sgorga il sangue da cui sono misteriosamente segnati gli appartenenti al nuovo popolo, quelli che Dio salva (cf Es 12,7.13). Cristo crocifisso è dunque il «vero Agnello pasquale», è lui la «nostra Pasqua» immolata (cf I Cor 5,7). «Vero» perché è la realtà di ciò che i sacrifici antichi esprimevano: l’alleanza con Dio e l’inserimento nel suo progetto di salvezza. 

 


 

L'ostensione della croce

Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, salvatore del mondo.
Venite, adoriamo. 

Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit
Vénite, adorémus.. 


 

Adorazione della Croce

Adoriamo la tua Croce Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.

Crucem tuam adorámus, Dómine,
et sanctam resurrectiónem tuam laudámus et glorificámus:
ecce enim propter lignum venit gáudium in univérso mundo. 


Al centro Cristo Crocifisso 

imperscrutabile mistero di Dio che ama fino al sacrificio totale di Suo Figlio, fino alla morte.
Questo il Mistero posto alla nostra adorazione/contemplazione. Vittima realmente immolata nel Sacrificio cruento della Croce e nel Sacrificio incruento dell’Altare.
Questo il fulcro della nostra preghiera, del nostro amore.


L’Adorazione della Croce del Venerdì Santo ci fa staccare da noi i nostri occhi, per fissarli in Cristo Signore, Luce, Verità e Vita, Amore che vince la morte, già nel momento del Suo Sacrificio supremo. Amore che a Sé ci attira con potenza

Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pepéndit
Vénite, adorémus..

“Guarderanno a colui che hanno trafitto” (Zaccaria, 12, 10) 

“Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Giovanni 12, 32) 

In Lui solo dobbiamo fissare il nostro sguardo, Lui solo fare presente alla nostra anima, a Lui solo fare spazio nel nostro cuore. 

Cosa c’è di questo nel Venerdì Santo del Triduo neocatecumenale da celebrare per comunità nelle salette? 

Il Venerdì Santo nel Cammino è quello che oggi non riesco a definir meglio che come “L’adorazione dello scrutinio dei kikatekisti”. Costoro, tra i loro primi compiti istituzionali, hanno quello preminente di illuminarti sulla “tua croce” e farti capire, o aiutarti a capire, qual è. Tu devi darle un nome. Alla croce va dato un nome, sempre, altrimenti i tuoi catechisti ti dicono che sei fuori dalla realtà, fuori dalla TUA storia e non hai discernimento

Il Venerdì Santo ci si deve riunire nuovamente in comunità – per kikiana disposizione - per l’adorazione della croce, appunto. Intanto interessante è chiarire bene in cosa consista per loro questa celebrazione annuale. Bisogna che ogni comunità abbia una bella croce lignea abbastanza grande, da porre al centro dell’assemblea, ben preparata sul solito tappeto e sollevata e riposta su un bel drappo rosso. 

Dopo la celebrazione della Parola e il canto del salmo 21 in versione kika, ciascun fratello procederà all’adorazione personale, inginocchiandosi davanti alla croce e contemplando in essa non il Cristo Crocifisso, ma la propria croce concreta di quel momento della propria vita: “Noi non adoriamo Cristo sulla croce, ma ciò che ci fa soffrire, ciò che non riusciamo ad accettare: quella che è la nostra propria croce. Questa nostra croce concreta, croce gloriosa, dobbiamo contemplare, adorare e amarla e entrare in essa.” (questa più o meno la consegna).
Si sosta un tempo, si bacia e si torna al posto.

Se pure questa seconda sera c’è un presbitero a celebrare con la comunità, anch'egli vivrà la liturgia allo stesso modo.
Neppure il Venerdì Santo è stato mai raccomandato a nessuno di partecipare ‘anche’ alla Celebrazione in Parrocchia. Anzi a maggior ragione lo si ritiene inutile, perché - si dice in aggiunta - che “Tanto la funzione è proprio la stessa. Che senso ha fare una doppia adorazione?"

Ma anche nella Celebrazione del Venerdì Santo in Parrocchia, come il Giovedì Santo, la Chiesa non ci priva del Corpo di Cristo – del quale non sembrano tenere un gran conto - a cui possiamo comunicarci. Mentre la Chiesa ci indica, diversamente da loro, la vera via: Adorare Cristo Signore e non noi stessi con i nostri guai attuali. Adorare Cristo Crocifisso che, per amor nostro, è stato inchiodato ed è morto sulla Croce. Mistero incommensurabile. 

Nella Liturgia neocatecumenale del Venerdì Santo è assente Cristo. 


Storica Parrocchia neocatecumenalizzata di Scandicci


E siamo giunti infine alla Settimana in albis

e i neocatecumenali continuano la loro sceneggiata. pasquale. 

Biancovestiti, in fila verso la Cinquantina

Pensiamo ai neonati/neofiti che nell’ultima Veglia hanno appena rinnovato - in forma solenne - il battesimo e ricevuta l’agognata veste bianca.
Pensiamo a tutte le comunità che, già da tempo, hanno finito il cammino.
Tutti sono impegnati nella Cinquantina, a prolungare e confermare l’auto-esclusione e auto-isolamento dei ‘kikiani adulti’ dalla comunità ecclesiale.
E’ come un sigillo del loro futuro ineluttabile destino, tanto più ingiustificabile ora che hanno finito il cammino.

Non sono più catecumeni/apprendisti ma fedeli e basta. E dunque?

Kiko e Carmen, con questo dei lontani da formare pian piano, hanno preteso di tutto e legittimato qualunque cosa: salette e riti a parte, piccoli gruppi e relativi scrutini, celebrazioni ‘autoctone’, Eucaristie a modo loro, Santa Pasqua e Triduo rigorosamente fatti su misura per la ‘piccola comunità’.

Ma una volta finito il cammino, tutto questo che senso ha? Non ha alcun senso.
Ci hanno preso gusto, questo sì purtroppo! 

E poi… loro sono gli ‘eletti’! Vogliamo scherzare? 

Perchè non ci fate vedere la coppa? Ah, l'arcano!
 La Cinquantina: Eucarestia da celebrare tutti i giorni, comunità per comunità, indossando la veste bianca e, nella prima settimana, con l’inserimento ulteriore di un altro rito inventato di sana pianta: il latte e miele. Una grande coppa di cristallo con dentro latte e miele caldo, su cui si recita una preghiera di benedizione che richiama la ‘terra promessa dove scorre il latte e il miele’, da passare nell’assemblea come il calice, alla fine dell’Eucarestia, però, mentre si canta “Come stilla”

E così, non contenti, continuano sempre sulla stessa linea di totale autonomia, anche quando hanno finito il cammino, che – lo ricordiamo ancora - aveva come scopo di inserirli finalmente nella Chiesa e nella Parrocchia in cui dovevano dissolversi alla buon’ora.
Continuano, in piena autonomia, a inventarsi cose impensabili, totalmente arbitrarie e strampalate. 

Non sanno proprio farne a meno, si vede, delle loro esilaranti trovate. Pur di distinguersi, pur di rimarcare la loro unicità. Insomma, sono gli altri che, caso mai, devono andare a loro, loro non vanno verso nessuno. 

La formazione che hanno ricevuto li ha portati a questo e, forse, a questo punto dobbiamo amaramente riconoscere che era inevitabile! 


Il cammino ha forgiato disadattati, gente capace di vivere solo tra di loro. Solo tra di loro si capiscono, tra di loro acquista senso ciò che fanno; insensatezze a cui danno un valore assoluto. Questo gli è stato inculcato, roba di cui non si può fare a meno ma che produce solo altri danni. Come se quelli già prodotti dal Cammino fossero pochi! 

Un rigido cerimoniale di corte imposto dal sacerdote/profeta che continua indisturbato a regnare su di loro per averli sapientemente legati a sé a vita con un vincolo sempiterno di obbedienza cieca che non conosce eguali. 

Ma quello che più stupisce è osservare come Kiko - di fatto - ha cancellato Cristo.

Lui, il “Giovanni Battista in mezzo a voi!” ante litteram, astutamente, ha ignorato “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv. 3, 30) e ha estromesso Gesù. A chi gli dovesse chiedere: “Sei tu il messia che deve venire?” (cfr. Lc.3, 15s.), sicuro risponderebbe: “Sì, io lo sono!” ...”il messia è abitante in me”. Per questo tutto di sé ha intriso.

Ho vissuto 30 anni nel Cammino e oggi ho coscienza: nella liturgia delle comunità tutto parla di lui, di Kiko, e te lo mette costantemente davanti.

Cristo Gesù non c’è, per Lui non c’è mai posto nell'albergo... (a cinque stelle)!

"Madre Nostra Addolorata, donaci il tuo sguardo d'Amore che penetra il Mistero"




giovedì 21 aprile 2022

Canti deprimenti, inadatti, eseguiti senza alcuna tecnica vocale, quindi calanti e inascoltabili: lo scempio neocatekiko a Loreto

Ringraziamo un giovane Sacerdote che ha segnalato il video, che abbiamo postato sotto, accompagnandolo con queste parole: "Com'è stata possibile una cosa simile nella Basilica della Santa Casa di Loreto? Grottesca, imbarazzante, abietta".

Rimaniamo anche noi allibiti sia per le "variazioni creative" al Messale Romano (guardare il video dal min. 13,54... con il canto Il Signore è la luce...) che soprattutto per la scelta adottata per il canto del Preconio Pasquale. 

Invano cerchiamo, pur con tantissima nostra buona volontà, di comprendere le "manovre " con le quali l' Arcivescovo Delegato Pontificio S.E.Mons. Fabio Dal Cin cerca di reagire alla consistente diminuzione dei fedeli che si recano nel celebre Santuario della Santa Casa.

Avendo invitato alla Veglia Pasquale un gruppo ecclesiale molto ben organizzato, con cantori, chitarristi, espressioni di tante famiglie "numerose" con bambini e giovani, il numero dei fedeli presenti in Basilica è considerevolmente aumentato.

L'esecuzione tuttavia del Preconio Pasquale nella versione di Kiko Argüello, icona-simbolo di quel compatto gruppo ecclesiale, eseguita all'ambone da un laico che si accompagnava con la chitarra è stata la "sorpresa" che ha sconvolto un po' tutti...

Il testo, la musica e quel modo di cantare hanno indubbiamente un significato fortemente emotivo per un gruppo omogeneo nel contesto di un'azione liturgica "particolare" (approvata per la sua limitata specificità) uno "stile" che non può essere tuttavia esteso, senza provocare disorientamento, traumi e disgusto, ai fedeli "normali" che non appartengono cioè ad un determinato gruppo.

Stiamo parlando di un Pontificio Santuario che, come tale, dovrebbe essere rispettoso delle indicazioni liturgiche che inneggiano e sottolineano l'elegante compostezza dell'Exultet: "Forse non esiste altro esempio di un discorso teologico così esatto, sostenuto da un’onda così alta e potente di poesia, dove l’immagine e l’idea siano così perfettamente legate alla corrente di gioia e d’amore che il canto eleva.Teologia, poesia, musica sono allora una sola cosa al servizio della preghiera sacramentale." (Cfr. Romualdica Exultet, o beata nox! QUI)

Purtroppo l'incredibile recente distruzione dell'antica eredità gregoriana e polifonica della Cappella Musicale della Santa Casa (leggere MiL QUI ) ha rotto i margini facendo in modo che il cattivo gusto abbia prevalso a sulla devota compostezza della Musica Sacra.

E' inammissibile che il ricchissimo patrimonio, antico, moderno e contemporaneo, della Cappella Musicale Lauretana non trovi posto nelle attuali celebrazioni liturgiche: quel che è accaduto la notte di Pasqua ne è la conseguenza!

Gli altri canti del video sono deprimenti, inadatti, eseguiti senza alcuna tecnica vocale, quindi calanti e inascoltabili: un compiacimento solo per la suora che "dirige" mentre i fedeli rimangono muti e scocertati che rispondono alle invocazioni solo se fortemente sollecitati (min.1:55:53). Ascoltate ad esempio il lungo canto del Gloria... al min.55:13, da rimanere allibiti!!!

Un'accordatina all'Organo monumentale Mascioni (soprattutto alle ance e ai ripieni...) sarà possibile? Qualcuno può insegnare al talentuoso ragazzo-organista che alla fine della Messa si suona con i Ripieni e non con la Voce Celeste?

La pandemia del Covid19, con le continue limitazioni del culto, ha  accellerato ed evidenziato un processo che purtroppo era in corso da anni: i pellegrini si sono allontanati da Loreto.

Fra le cause della disaffezione dei fedeli ci sono le disastrose, menzognere ed antistoriche "variazioni sul tema" del miracoloso trasporto angelico della Casetta della Beata Vergine Maria di Nazaret che hanno poi provocato le negligenze devozionali che costituivano l'ossatura e l'impalcatura della Felix Civitas Lauretana. (Cfr. MiL QUI)

Viene spontanea la considerazione: migliaia di pellegrini, nonostate il timore per la pandemia, si recano puntualmente nell'altra parte del mare Adriatico in una "spoglia" e "disadorna" cittadina per fare penitenza, con quelle forme della tradizione cattolica che l'esegesi moderna aveva cercato di cancellare: pellegrini della penitenza e della preghiera così come lo furono per secoli i fedeli che si recavano da ogni parte del mondo a Loreto, nel più importante Santuario Mariano, che per volere divino conserva miracolosamente la Casa dell'Incarnazione del Verbo.
Non temiamo: la devozione lauretana risorgerà!

(articolo pubblicato da AC
ieri 20-4-2022 sul blog Messainlatino)

 

 
 
Sulle tante vicende lauretane e sulla rimozione dalla Santa Casa del Tabernacolo (la Madre separata dal Figlio) leggere su MiL QUI e QUI
 
Degno di nota, per la competente professionalità con cui è gestito, lo splendido Museo Pontificio della Santa Casa QUI.

lunedì 18 aprile 2022

Con i Sacramenti non si scherza!

Leggiamo dall'interessante fatica letteraria del noto teologo e liturgista don Nicola Bux, dal titolo "Con i Sacramenti non si scherza", un paragrafo dedicato proprio al percorso post battesimale proposto e praticato nell'ambito del Cammino neocatecumenale:

«Circa la catechesi post battesimale, ci si chiede se il concepire la vita cristiana come un catecumenato permanente sia da considerarsi un punto a favore delle proposte neocatecumenali.
Chi ha già ricevuto i sacramenti non è sullo stesso piano di chi non li ha ricevuti: sarebbe come affermare che la grazia di Dio è stata inutile. Pertanto, la prassi neocatecumenale è debole su questo punto e questo favorisce una concezione giudaico-gnostica dei sacramenti, perché suppone che vi si debba arrivare attraverso una conoscenza quasi esoterica.
È noto che i neocatecumenali hanno catechismi ufficiali e altri ufficiosi, per dir così, con i quali insegnano cose diverse dalla dottrina cattolica: ciò è molto grave.
La “rievangelizzazione” di coloro che sono già battezzati non può essere confusa con il catecumenato, perché si tratta di risvegliare la fede e non di farla conoscere per la prima volta; rifare il percorso del catecumenato antico va molto bene, purché sia chiaro che chi è già battezzato ha già ricevuto la grazia divina.
Dunque, non si può trattare il battezzato che non aderisce al cammino neocatecumenale come se fosse un pagano.
Soprattutto, va detto che i sacramenti, come dice il Vaticano II, sono atti della Chiesa, non di un gruppo.»

A conferma dell'analisi e di monsignor Bux, leggiamo dal Catechismo della Chiesa Cattolica la definizione di cosa sia il Battesimo:

«1213: Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito («vitae spiritualis ianua»), e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione.»
Leggiamo ora il "Catechismo" di Kiko Argüello e Carmen Hernàndez ("Orientamenti per la fase di conversione" - 1972):
«Nella Chiesa primitiva, al termine del catecumenato, il vescovo col Battesimo veniva a confermare se c'era nel catecumeno una creatura nuova. Nel Battesimo è dato alla luce questo bambino. E chi non l'ha non può entrare nel Battesimo, ha una gravidanza isterica, e non può dare alla luce nulla. Per quanto si sforzi, se Dio non l'ha eletto per essere sale… E non succede nulla, non importa. Non è nè peggio nè meglio di nessuno.»
È evidente che il Battesimo per Kiko è solo una conferma formale di un cambiamento che è già avvenuto: non è un sacramento efficace che libera dal Peccato Originale rendendoci nuove creature.

E se il Battesimo viene ricevuto da neonati (come la Chiesa odierna preferisce e approva)?

Allora, dice sempre Kiko, il Battesimo può essere efficace solo ricevendo continuamente la Catechesi [di Kiko]. Anche in questo caso al Battesimo non viene riconosciuta nessuna efficacia propria, né al battezzato viene riconosciuto lo status di nuova creatura e di figlio di Dio. Come abbiamo letto sopra: "non è meglio né peggio di nessun altro".
«Il Battesimo è dato a noi dalla Chiesa prendendo in prestito la fede dai genitori o dai padrini, ma affinché il Battesimo possa realmente spogliarci dello uomo vecchio e darci gratuitamente l'uomo nuovo, secondo quello che dice la Scrittura, occorre che noi riceviamo continuamente la Catechesi, cioè la Fede della Chiesa, e occorre la nostra libertà per accettare questa catechesi.» (p.42 "Orientamenti per lo Shemà".

 

Soliti allestimenti per battesimi neocatecumenali

Dopo aver chiarito quale valore sia attribuito al Battesimo dal fondatore del Cammino Neocatecumenale, leggiamo un avviso apparso nel sito della Diocesi di Phoenix (Arizona) a gennaio 2022 in seguito quale si ha chiaro invece il valore che attribuisce al Battesimo la Chiesa Cattolica; nella fattispecie riflettiamo sul valore e sulla efficacia di tutti i Sacramenti e sul potenziale distruttivo degli abusi liturgici che tanto leggermente si perpetrano in alcune realtà della Chiesa Cattolica, tra cui spicca per ostinazione e disobbedienza proprio il Cammino Neocatecumenale.

Avviso sulla validità dei battesimi

Siamo rattristati nell'annunciare alcune difficili informazioni sui battesimi compiuti dal Rev. Andres Arango, sacerdote della diocesi di Phoenix, che era stato anche membro della comunità religiosa eudista. Dopo un attento studio, è stato determinato che la forma (parole) p. Andres usato per il sacramento del battesimo non è stato corretto e tutti i battesimi che ha eseguito fino al 17 giugno 2021 sono ritenuti non validi. Eventuali battesimi compiuti da p. Andres dopo il 17 giugno 2021, sono presunti validi e non necessitano di essere ripetuti.
Vi assicuriamo che cose del genere sono già successe nella storia della Chiesa, e la diocesi di Phoenix è pronta a fare tutto il possibile per rivolgersi a ogni persona che è stata battezzata invalidamente da p. Andres.

Cosa è successo esattamente?
La formula (o le parole) p. Andres era abituato ad usare durante il Rito del Battesimo in inglese e spagnolo sia per i bambini che per gli adulti la frase “ti battezziamo nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
La parola in questione è l'uso di "noi" al posto di "io". Non è la comunità che battezza una persona e la incorpora alla Chiesa di Cristo; piuttosto, è Cristo, e Cristo solo, che presiede a tutti i sacramenti; perciò è Cristo che battezza. La Formula battesimale (le parole usate nel Rito) è sempre stata custodita per questo: quindi è chiaro che riceviamo il nostro battesimo attraverso Gesù e non la comunità.
Se sei stato battezzato usando le parole sbagliate, significa che il tuo battesimo non è valido e non sei battezzato. Avrai bisogno di essere battezzato.
Se sei a conoscenza di qualcuno che è stato battezzato da un sacerdote o da un diacono usando “noi” invece di “io” diverso da p. Andres Arango, per favore contattaci .

Perché il battesimo è  importante?
Il battesimo è un requisito per la salvezza . Gesù inizia il battesimo essendo battezzato da Giovanni Battista ( Matteo 3:13 , Luca 3:21 , Marco 1:9 ). Dice ai discepoli: «Nessuno può entrare nel regno di Dio senza essere nato da acqua e Spirito » ( Gv 3,5 ). Il Cristo risorto dice: «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato; chi non crede sarà condannato» ( Mc 16,16 ). Dice agli apostoli: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» ( Mt 28,19 ).
CCC 1257 dice:  il Signore stesso afferma che il Battesimo è necessario per la salvezza . Egli comanda anche ai suoi discepoli di annunziare il Vangelo a tutte le nazioni e di battezzarle. Il battesimo è necessario per la salvezza di coloro ai quali è stato annunciato il Vangelo e che hanno avuto la possibilità di chiedere questo sacramento. La Chiesa non conosce altro mezzo che il Battesimo che assicuri l'ingresso nella beatitudine eterna; per questo si preoccupa di non trascurare la missione che ha ricevuto dal Signore di far sì che tutti i battezzabili rinascano d'acqua e di Spirito. «Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo , ma lui stesso non è vincolato dai suoi sacramenti».

Che cosa ha detto il Vaticano sull'uso delle parole appropriate per conferire il Sacramento?
Nel 2020, la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha risposto alle domande sulla validità dei battesimi in caso di modifica di parole. Hanno stabilito autorevolmente che dire “Ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” non veicola il sacramento del battesimo. Piuttosto, i ministri devono permettere a Gesù di parlare attraverso di loro e dire: “Vi battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Nel fare questo chiarimento, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha fatto riferimento all'insegnamento del Concilio Vaticano II , il quale ci ha ricordato che nessuno, anche se sacerdote, può aggiungere, togliere o cambiare qualcosa nella liturgia di propria autorità. La nostra stessa consultazione con la CDF ha portato alla stessa conclusione in questo caso: battesimi compiuti da p. Andres che usa "noi" non è valido.

Non è  legalistico dire che un Sacramento  non è  valido per una sola parola?
Può sembrare legalistico, ma le parole che vengono pronunciate (la forma sacramentale ), insieme alle azioni che vengono eseguite e ai materiali utilizzati (la materia sacramentale ) sono un aspetto cruciale di ogni sacramento. Se modifichi le parole, le azioni o i materiali richiesti in uno qualsiasi dei sacramenti, non sono validi. Ad esempio, se un sacerdote usa il latte al posto del vino durante la Consacrazione dell'Eucaristia, il sacramento non è valido. Il latte non sarebbe diventato il Sangue di Gesù Cristo.
È importante notare che, mentre Dio ha istituito i sacramenti per noi, non è vincolato da essi. Sebbene siano il nostro accesso più sicuro alla grazia, Dio può concedere la Sua grazia in modi conosciuti solo da Lui. Secondo san Tommaso d'Aquino, Dio si è legato ai sacramenti, ma non è vincolato  dai  sacramenti . Ciò significa che mentre possiamo essere certi che Dio opera sempre attraverso i sacramenti quando sono adeguatamente conferiti dal ministro, Dio non è vincolato dai sacramenti in quanto può estendere la sua grazia in qualsiasi misura e modo voglia. Possiamo essere certi che tutti coloro che si sono avvicinati a Dio, nostro Padre, in buona fede per ricevere i sacramenti non se ne sono andati a mani vuote.

Cosa sono forma e materia e perché sono importanti?
I sacramenti sono  segni efficaci* della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, mediante la quale ci viene dispensata la vita divina. In altre parole, i sacramenti sono segni esteriori di grazia interiore, istituiti da Cristo per la nostra santificazione. Sono efficaci in quanto, quando i Sacramenti sono celebrati degnamente nella fede, conferiscono la grazia che significano: fanno ciò che dicono, e Cristo stesso è all'opera (CCC 1127).
La  forma di un sacramento sono le parole con cui si attua. Nel battesimo, la forma per un sacramento valido è “Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.“
La  materia di un sacramento è ciò che vi sta alla base, così come la materia fisica sta alla base della sostanza. Nel caso del battesimo, la  materia per un sacramento valido è il versamento dell'acqua.
I segni efficaci del battesimo si vedono molto facilmente. A causa degli errori dei nostri progenitori, siamo tutti macchiati dal peccato originale . Queste macchie non ci permettono di vivere nel giusto rapporto con Dio anche se siamo stati creati per quello scopo. Da quella rottura, Dio ha continuamente richiamato il Suo popolo a Sé. Finalmente, attraverso il mistero pasquale e l'istituzione del sacramento del battesimo, possiamo togliere la macchia del peccato originale ed essere nuovamente purificati.
*  Efficace : avere il potere di produrre un risultato o un effetto desiderato.

In che modo il battesimo influisce sugli altri Sacramenti?
Il Battesimo è il primo dei tre Sacramenti dell'Iniziazione (seguito dalla Cresima e dall'Eucaristia). È il rito di accoglienza alla Chiesa di Cristo, il sacramento che dà accesso a tutti gli altri.
«Il battesimo è la base di tutta la vita cristiana, la porta della vita nello Spirito ( vitae spiritualis ianua ), e la porta che dà accesso agli altri sacramenti» ( CCC 1213 ). Come punto di accesso ad altri sacramenti, un battesimo invalido invalida quindi tutti i sacramenti successivi, in particolare la cresima, il matrimonio e l'ordine sacro (ordinazione sacerdotale o diaconale).
Ciò significa per te che, se il tuo battesimo non era valido e hai ricevuto altri sacramenti, potresti dover ripetere alcuni o tutti quei sacramenti anche dopo essere stato validamente battezzato.




Questa storia mostra tutti i frutti malati del liturgismo fai da te.

In particolare, molti battesimi del Cammino, se dovessimo andare a visionare i filmini tra i battiti di mani, le urla su un certo cavallo e cavaliere precipitati nel mare, sarebbero come minimo da ripetere con riserva, visto che, senza nessun motivo di grave impedimento, l'acqua battesimale va a battezzare il sedere del bambino piuttosto che la sommità del capo, come previsto e disposto ("Occorre piuttosto ammonire che deve essere bagnata non una qualsiasi parte del corpo, ma precisamente il capo, centro di tutti i sensi esterni e interni" Catechismo di S.Pio V; "Si dà il Battesimo versando dell'acqua sul capo del battezzando, e se non si può sul capo, su qualche altra parte principale del corpo" Catechismo di San Pio X; "conferito versando per tre volte l'acqua sul capo del candidato" CCC).

Alcuni di quei bambini sono ora diventati sacerdoti di Kiko e amministrano a loro volta Sacramenti, con il rischio che questi siano invalidi non solo per gli abusi liturgici commessi in Cammino, ma anche per il fatto che il loro stesso Battesimo è di dubbia validità ("un non battezzato non può ricevere validamente il sacramento dell'ordine" - canone 1024 del CJC - per cui...).

Inoltre, questa vicenda ci fa riflettere su quanto ricordato dal mons.Nicola Bux nella citazione del suo libro "Con i Sacramenti non si scherza" che abbiamo riportato a inizio di articolo:

"i sacramenti, come dice il Vaticano II, sono atti della Chiesa, non di un gruppo".

Il gruppo, in questo caso il cammino neocatecumenale, non può né dare né  togliere valore ad un Sacramento che è  donato dalla Chiesa, la quale non conosce altro mezzo per assicurare la beatitudine eterna.

D'altra parte, chi ha ricevuto questo Sacramento, non può essere posto, sempre nell'ambito di questo gruppo, che si differenzia dalla Chiesa pur dichiarando di rappresentarla, sullo stesso piano di chi non l'ha ricevuto, sarebbe come affermare che la grazia di Dio è  stata inutile.