Caro Stefano a carissimi tutti,
Ho deciso che non farò alcun nuovo punto della situazione perché ho già spiegato in lungo e in largo motivazioni intenti e invitato ad un linguaggio più consono ad una comunicazione efficace nel senso di non usare, sia pur tenendo conto del temperamento di ognuno, contenuti e toni di invettiva che, comunque non mi sembra siano mai stati né lo siano ora la caratteristica di questo blog. D'altronde, sia pure in ordine sparso, le mie riflessioni sono già contenute nel thread precedente. Nel frattempo è arrivata la conclusione di Emma, che mi sembra la più adatta a tirare le fila della situazione. La inserisco qui e riprendo il discorso che avevamo aperto sullo statuto, riproponendo, di seguito, i post sommersi, dai quali ripartire, perché i punti che toccano sono 'centrali' e significativi per introdurre molti altri aspetti dell'entità-cammino nc. Ora, nel tread precedente, è seguita la sentita e vibrante conclusione di Sofia, che vi invito a leggere.
Eravamo, siamo, nel cuore di una discussione importante che tocca i metodi usati all'interno del cammino, le testimonianze ci mostrano che NIENTE È CAMBIATO, se siamo ancora qui a dovere ripetere e confermare ciò che già è stato detto non è perchè siamo fossilizzati, fissati, ma perchè purtroppo abbiamo la conferma che NIENTE CAMBIA perchè NIENTE PUÒ CAMBIARE, se un vescovo tentasse di modificare una virgola alle prassi neocat, il cammino se ne andrebbe altrove.
Le situazioni non sono cambiate, gli strumenti nemmeno. All'esterno si potrebbe dire che la situazione è cambiata perchè c'è uno statuto, che a sua volta sarebbe uno strumento nuovo. Per favore, cerchiamo almeno di non essere ingenui, lo statuto serve solo e unicamente ai neocatecumenali per imporsi, è uno strumento per loro e solo per loro. Una facciata giuridica dietro la quale continuare COME PRIMA. Quello Statuto è zeppo di riferimenti ad un direttorio che non è pubblicato, contiene diversi articoli, che costituiscono altrettanti rischi di manipolazione psichica e mentale, ed è grave.
Chi è riuscito ad imporre quel testo al Vaticano, credete che accetterà che un vescovo qualunque venga ad esigere cambiamenti?
Questo sito, grazie alle testimonianze di chi generosamente sceglie di condividere la sua esperienza, grazie all`informazione che mette in luce le distorsioni neocat sempre alla luce della retta Dottrina, del Magistero della Chiesa, della teologia liturgica, è in costante movimento, con ritmi diversi, stili diversi, energie diverse.
Personalmente preferisco le testimonianze dirette, personali, di chi ha fatto il cammino e le analisi di chi ha le conoscenze per poterle fare.
Penso anche che i testi di riferimento debbano sempre avere un nesso con la discussione in corso, inserirsi nella discussione, ma sempre privilegiando l`apporto personale.
Penso sia importante, mantenerci sempre nei limiti del rispetto, insomma, ognuno con il proprio stile e temperamento, rispettando anche la cornice che mic vuole dare al sito di cui è il gestore e responsabile.
Per Campobasso, chi denuncia questa nuova deriva che vede la pastorale diocesana trasformarsi in pastorale neocatecumenale?
Chi?
Poiché le nostre disquisizioni hanno interrotto il filo della discussione e chi legge stenterebbe a trovare i punti significativi, sono questi che 'ripesco' dal mare magnum del thread precedente per ripartire da essi:
COMUNITA' E SVUOTAMENTO DI SE'
Sì, con tristezza e amarezza e anche una "santa collera", ringrazio jonathan per la sua testimonianza (quella messa in risalto nel penultimo thread). Quando avevo letto il documento diocesano (ma non è il solo), da subito avevo capito i rischi potenziali che conteneva, jonathan li conferma, una volta ancora, insieme a tante altre testimonianze. È scioccante che la Chiesa lo abbia permesso, e così dunque tutti i membri della comunità, i catechisti, i responsabili sono dei psicologi? Posseggono gli strumenti indispensabili, la formazione necessaria per accompagnare una persona in quel cammino di "svuotamento di sè"? Svuotamento di sè? Ma che ne sanno, che cosa sanno di quella persona, della sua storia, dei suoi ritmi, delle sue ferite, delle sue cicatrici, delle sue protezioni, o non protezioni, delle sue memorie ferite, con che diritto vanno a toccare quei punti sensibili, a violentare quella intimità ? È questo che vuole veramente il neocatecumeno? Lo ripeto è scioccante e vergognoso che ciò sia autorizzato nella Chiesa cattolica. È scioccante che le numerose testimonianze che sono arrivate in Vaticano non abbiano suscitato nessuna reazione. E così oggi, come ieri e come domani, il foro intimo di molti cattolici, di molte persone fiduciose e inermi, continuerà ad essere aggredito, nell'indifferenza di chi dovrebbe vegliare e proteggere.
Il problema è che i catechisti non solo non sono psicologi, ma sono catechisti improvvisati, perché formati dalla dottrina di Kiko Arguello e non dalla Chiesa. Oltre che giusto e pertinente, è indispensabile 'guardare' a questo aspetto del problema.
Si DEVE essere consapevoli che quando si innescano meccanismi psicologici, si 'entra' anche nell'inconscio delle persone e si possono smuovere o far emergere ricordi rimossi, ferite, energie, che poi, se non hai gli strumenti di una affinata e maturata competenza, non riesci nemmeno a gestire. Quanti casi di grave disagio psichico indirizzati agli psicologi "interni", e purtroppo perfino casi di suicidio testimoniati proprio per situazioni di squilibri gestiti con la rigida uniformità degli schemi metodologici e senza competenza, ma con improvvisazione, mentre il metodo non può essere lo stesso per tutti indiscriminatamente, perché le persone non sono fatte con lo stampino, i tempi e gli 'stati interiori' non sono uguali per tutti: si ha a che fare con persone di temperamenti e livelli di maturazione diversi, che hanno storie diverse ed esigenze particolari: c'è chi può aver bisogno di fermezza, ma c'è anche chi in quel particolare momento ha bisogno invece di tenerezza, di accoglienza e non del dito puntato... Non che accoglienza nel cammino non ci sia, ma è limitata al love bombig iniziale, quando ti accettano come sei e non ti sembra vero... è dopo che cominciano i dolori.
Insomma, se non si hanno gli strumenti indispensabili, la formazione necessaria per accompagnare una persona in quel cammino di discutibile (vedremo più avanti) "svuotamento di sè", intervengono incoscienza e pressapochismo inauditi nel farlo senza le necessarie competenze, oltretutto solo a fini strumentali per rendere malleabili e dominabili le persone ad usum cammini. Anche se il fine fosse buono, il metodo è inaccettabile comunque!
E' molto grave la responsabilità di chi dovrebbe avere a cuore, oltre alla salute spirituale dei fedeli, anche quella psicologica e il rispetto della loro sfera esistenziale!
Noi vogliamo essere proprio "voce di chi non ha voce", sia per chi è dentro il cammino con i propri dubbi e disagi e difficoltà, all'interno di esso non confrontabili e non risolvibili se non entro i rigidi schemi che non ne tengono conto o ne danno 'nomi' arbitrari (il demonio, la superbia, la mancanza di umiltà... e non sempre è così!); sia per chi riesce a sottrarsi, ma una volta uscito dal cammino, si trova abbandonato a se stesso e barcolla fino a che la nuova stabilità e 'centratura' finalmente sana non comincia a prender consistenza...
COMUNITA' ED EUCARISTIA
art. 19.1.1- l’Eucaristia e la comunità aiutano gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, che li perdona e li ama."
COM'E' POSSIBILE attribuire all'Eucaristia, mettendola sullo stesso piano della Comunità, qualcosa di tanto riduttivo e di tanto poi arbitrariamente e scorrettamente affermato e perseguito?
E' ben altra la funzione dell'Eucaristia, che innanzitutto è il VERO CULTO DA RENDERE A DIO, che è la primaria funzione della Chiesa, dalla quale discende tutto il resto... è per mezzo dell'Eucaristia che diviene operante per noi e per il mondo intero la Redenzione del Signore Gesù e riceviamo ogni bene escatologico e cioè anche tutte le Grazie necessarie per conoscerci meglio e diventare uomini e donne autentici, crescendo nella pienezza di Vita e sviluppando l'Immagine del Figlio di Dio in noi: a Lui 'configurati', come dice l'Apostolo Paolo...
Questo è il cristianesimo, altro è la scimmiottatura NC o addirittura eresia, nel senso che si prendono alcune cose e se ne escludono altre (ad esempio, si enfatizza la Risurrezione - che però, se rimaniamo inesorabilmente peccatori e davvero non veniamo trasformati dalla Grazia - non viviamo ma indossiamo luteranamente come un vestito. E parole come Redenzione, Espiazione, Grazia Santificante, non 'entrano' nel gergo né, conseguentemente, nello spirito degli adepti NC)
Invece, nel Cammino NC, un Rito sacro come la Santa e Divina Liturgia, viene arbitrariamente piegato alle esigenze della comunità, alla quale 'serve' e dalla quale è 'fatto' ("senza Assemblea non c'è Eucaristia", ripete l'iniziatore") e non è opera del Signore, immersi nel Suo Mistero...
A cosa serve, altrimenti - a parte tutte le altre storpiature e teologia distorta - la sfilza delle 'risonanze' dopo il vangelo, che interrompono il ritmo del rito distorcendone anche la funzione e corrispondono ad una sorta di pseudo-terapia di gruppo, mentre contribuiscono, insieme ai canti coinvolgenti, al ballo finale e al clima di festa e di allegria che non è l'unica forma della vera 'lode', a cementare e costruire la comunità?
Ed è la comunità, a sua volta, che ingloba e 'forma' le persone in base a modelli prefabbricati che creano una sorta di identità di gruppo e non corrispondono alla preziosa e irripetibile identità personale di ogni creatura di Dio...
Questo è il cammino e anche da questa frase dello statuto è deducibile... come può un cattolico aderire a qualcosa del genere? E sono 'approvati' e anche 'mandati'!
E Campobasso ci mostra cosa avviene e cosa avverà sempre più nelle diocesi!
Tornando al concetto di sé: dove sta scritto che tutti abbiano -secondo quanto affermato nello statuto- necessariamente dei "falsi concetti di sé e di Dio"? E' mai possibile che l'unico vero concetto di te e di Dio lo possiede il cammino e te lo scodelli 'prefabbricato' da Kiko?
Non è invece che, piuttosto che parlare di "falso concetto di sé e di Dio", che serve solo per affermare che la Chiesa fino ad oggi ha insegnato tutte cose sbagliate (se lo annotino i Sacri Pastori!), si tratta di una realtà che nessuno di noi possiede mai interamente e che va gradualmente scoperta e costruita -a partire dai punti fermi dalla Rivelazione Apostolica- attraverso un VERO cammino di Fede nella Chiesa con l'aiuto insostituibile della vita sacramentale 'sana', della preghiera, dell'Adorazione e delle relazioni 'sane' che ci aiutano a crescere come persone (oltre che come comunità), che il Signore salva e conosce "ad uno ad uno" e non "a grappolo", cioè comunità per comunità, come insegna il cammino?
La consapevolezza di sé e la 'conoscenza' di Dio (che è ben di più del 'concetto' perché nella Bibbia 'conoscere' è il verbo della relazione intima, sponsale, quella che il Signore VUOLE con ogni uomo che chiama in questo mondo) si sviluppano proprio grazie ad una autentica vita di Fede nella Chiesa e non attraverso 'metodi' o 'addestramenti' uguali per tutti, neanche fossimo dei robot!