lunedì 30 agosto 2021

Dal Sacco Nero dei "cristiani adulti", alle quote pro capite. La brutta fine di un altro sogno neocatecumenale.


La musica è finita...
 Ci è pervenuta quella che hanno chiamata pre-prenotazione. Singolare innovazione di quest'anno, in cui ci chiedevamo se l'Inizio Corso avrebbe avuto corso. Avrà corso. I ritmi basilari del Cammino vanno mantenuti. Intanto di Kiko e delle sue attuali condizioni post-COVID nessuna notizia trapela dagli ambienti neocatecumenali. Un silenzio che dà da pensare. 

Stanno procedendo così. Non la solita Lettera di Annuncio della Convivenza di rito che inaugura il nuovo corso 2021/22. È comprensibile in ottemperanza alle norme di protezione in tempo di pandemia. Ma in questa letterina, sicuramente predisposta a livello centrale e poi diramata per zone dalle singole equipe itineranti responsabili di Regione, ci attira un passaggio che riteniamo cruciale. Una gran novità, che già da un paio d'anni si profilava all'orizzonte e da quest'anno diventa prassi.

 

 "Le quote per pagare l’albergo saranno raccolte dal responsabile prima della convivenza; i fratelli invitati alla convivenza che sono in difficoltà a pagare la quota possono rivolgersi al proprio responsabile che, nei limiti del possibile, farà in modo che la comunità li aiuti." (dalla Programmazione Convivenze Inizio Corso 2021/2022; Lettera dei catechisti itineranti ai responsabili di zona). 

 

 Non sembrano più loro! Sacco Nero mandato in soffitta? Sacco Nero sì. Un nome e un cognome perché è come fosse anche lui un fratello di comunità, un membro onorario! Il Sacco Nero non è un modo per gestire il lato economico del Cammino. È uno stile di vita. Una precisa identità. Senza, il C.N. non è più lo stesso. Su di esso tutto viene impiantato fin dai primordi; il suo senso più profondo, poi, ti sarà chiaro al termine del Secondo Scrutinio. Elemento portante di tutta la struttura. 

No, il Sacco Nero non può essere archiviato con tanta disinvoltura. Soprattutto senza rovinose ricadute su tutto l'impianto. 

Pur mettendo da parte il kikiano disprezzo atavico per tutte le altre realtà ecclesiali che da sempre ragionano, in via ordinaria, per quote, quando organizzano ritiri o raduni, ci chiediamo costernati: ma com'è che di colpo sono caduti tanto in basso e si sono completamente snaturati? 

 

Questa storia fa il paio con 'Nessun santo! Carmen santa!'... e, come se non bastasse, pure "di categoria superiore" con tanto di immaginette e preghiere di impetrazione. Aspettiamo a breve la statua da portare in processione per le vie di Madrid il 19 luglio con gran devozione e migliaia (vista la mole di miracoli dell'aspirante santa) di ex voto penzolanti, mentre una folla festante di neocatecumenali in delirio accompagna, con bonghi, chitarre e nacchere, danzando magari scalzi o in ginocchio. 

 

Attaccamento al denaro, radice di tutti i mali
 Neocatecumenali che pagano la quota di partecipazione - e la pagano a testa e anticipatamente al proprio responsabile - non sono più neocatecumenali; ancor meno cristiani adulti che hanno finito il Cammino... sono solo comuni mortali come tutti gli altri uomini. E devono prendere atto del loro totale fallimento. 

Dopo 50 anni di cammino non è ancora nata la creatura nuova.

Com'è? 

Il Signore non provvede? 

Ha smesso di provvedere il Signore? E questi, pur di continuare, provvedono loro. Hanno deciso di forzare la volontà di Dio. 

Le fondamenta dell'edificio sono la rinuncia ai beni (Kiko dixit). Il passaggio per eccellenza è il Secondo Passaggio: "Va, vendi quello che hai..." ...Chi non lo fa sul serio neanche entra nel catecumenato. Poiché tutto ciò che viene prima è chiamato pre-catecumenato

Quando anche in seguito le cose non vanno per il verso giusto o si va in crisi, la cura è sempre la stessa: vendere i propri beni: "Si vede che non hai fatto bene il secondo passaggio"...! (vedi scrutini della Traditio di Kiko). 

Un rapporto nuovo col denaro è di base. Funziona solo per collette e mai nulla è mancato, dicono. Cosa si è rotto? 

Le fondamenta dell'edificio. Poi si costruisce. E hanno costruito. Ma ora hanno messo una bomba sotto le fondamenta: le quote pre-pagate per convivenze pre-preparate

Saltate le fondamenta, tutto l'edificio crolla. 

"Non resterà pietra su pietra...!", ripeteva Carmen convinta. 

Ma lei si riferiva alle kikocostruzioni idolatriche. 

Qui crolla proprio il Cammino, di Carmen e di Kiko, il suo odioso, insopportabile, indigesto co-iniziatore. 

sabato 28 agosto 2021

Il carisma (bacato) del Fondatore

Il Carisma     del     Fondatore è:     “presenza e  azione dello Spirito Santo  in una persona da  lui  guidata per un cammino particolare di     sequela di Cristo e di scoperta del Vangelo fino a condurla ad un servizio specifico nella Chiesa”    (Ciardi, F. Il carisma del fondatore, in  Annales Theologici, 30 (2016) 144).

 

Riportiamo brani tratti da un editoriale di Tredimensioni 15 (2018), 9-17, rivista per formatori alla Vita Consacrata: riteniamo  che la trattazione di ciò che può succedere a un Istituto di vita consacrata o a una realtà laicale cattolica quando il 'carisma' del fondatore si scopre essere guasto, si adatta perfettamente al caso del Cammino Neocatecumenale.

Ci scusiamo per le tante evidenziazioni, ma questo articolo, oltre a fare un'analisi perfetta del caso in cui un carisma riconosciuto dalla Chiesa purtroppo si riveli perverso, di come esso sia inscindibile dalla personalità  umanamente deprecabile del fondatore e contamini ogni suo atto (catechesi, preghiere, canti, immagini...) traccia una possibile via di uscita nella totale rifondazione della realtà ecclesiale da parte di coloro che vi appartengono e che hanno saputo riconoscere e rifiutare in modo totale lo stile malato del fondatore.

La soluzione quindi, secondo questo editoriale, non starebbe, nel caso del Cammino Neocatecumenale, nato dal carisma bacato dei suoi fondatori Kiko Argüello e Carmen Hernández, nella sua chiusura, che provocherebbe una diaspora, all'interno della Chiesa, di tante 'mine vaganti', cloni dei fondatori dalla spiritualità corrotta, ma nella sua rigenerazione dall'interno della realtà ecclesiale stessa unita ad una forte presa di coscienza degli errori del passato.


In caso di carisma bacato è difficile dire: togliamo le mele marce e il resto si salverà.

Venuti a conoscenza degli scandali perpetuati dai fondatori e della loro doppia vita, per salvare il destino di un'opera si tenta spes­so l'operazione di scindere il carisma dell'Istituto dalla persona del fondatore. 

Ma questa è un'operazione ardua se non addirittura im­possibile. 

Il carisma nasce proprio perché ha trovato una persona che gli ha fornito il suo humus naturale per nascere. Senza quell'humus non sarebbe nato. Il carisma non è fatto solo di contenuti e proclami nati dalla parte intellettuale del fondatore ma è fatto di prassi, sim­boli, strutture, indicazioni comportamentali, modalità relazionali ... nate nell'intimo del fondatore preso nella sua interezza. Sono cose maturate lentamente e in silenzio dentro all'animo del fondatore e in quel carisma si riversa la totalità di quell'animo. 

Il nuovo vescovo del Callao visita il Seminario neocatecumenale:
è stato difficile trovare un'immagine cattolica da fargli benedire!

Il luogo d'incu­bazione del carisma non è solo l'area virtuosa del fondatore ma tutta la sua personalità, e nel caso questa abbia elementi bacati il marcio passa anche al carisma. 

Pensiamo, ad esempio, ai canti liturgici o al­le preghiere scritte dal fondatore:  

è davvero possibile che non lascino trasparire - anche se in maniera molto sublimata - il mondo irrisol­to delle sue pulsioni?  

È davvero possibile che, nello scrivere il testo, lui stesso fosse completamente dissociato dalla sua parte perversa, semmai attiva il giorno prima o il giorno dopo? 

E, per il discepolo, continuando a leggere quegli scritti sarà possibile ricostruire in sé quella figura del fondatore che lui aveva idealizzato ma da cui poi è stato ingannato, specialmente se quella autorità è stata il suo riferi­mento costante?

Non si può neanche scindere in due il carisma, tentando di sal­vare la parte buona e buttare via quella marcia. Il carisma non è un elenco né la somma di vari elementi, ma una proposta globale di vita che evapora se lo si frantuma conservandone solo alcune parti. 

Il carisma bacato è fatto di elementi che in sé, singolarmente presi, sono buoni, ma che in relazione fra loro e ad altri altrettanto giusti danno origine ad una rete di significati che è perversa.

Prendiamo, ad esempio, tre indicazioni: 

  1. Direzione spirituale a vita e solo con uno del proprio Istituto; 
  2. Condivisione comunitaria delle colpe; 
  3. Obbedienza al superiore. 

Le tre indicazioni, benché in sé buone, in interazione fra loro possono instaurare un clima di sequestro delle coscienze. Questo effetto non si realizza dopo, in un secondo tempo, semmai a causa delle resistenze di alcuni, ma è già all'inizio della co­stituzione del carisma stesso perché è la collocazione reciproca delle indicazioni che le rende già all'inizio sbagliate, nel loro stesso porsi. 

Ciò non dice che volutamente e maliziosamente il fondatore volesse il sequestro delle coscienze; questo non è e non era nella sua mente ma è una intenzionalità intrinseca ai suoi atti. Non è sua intenzione, ma comunque mette in moto un meccanismo che poi si incarica di dare i suoi frutti corrispondenti. Cambiare la rete delle indicazioni significa rivedere drasticamente il senso di quelle indicazioni e spes­so, per romperlo, bisogna sostituirle con delle diverse se non addirit­tura opposte.

È tipico di un carisma bacato il suo nesso con l'area del potere. 

Il nuovo vescovo del Callao visita il Seminario neocatecumenale:
è stato impossibile trovare un inginocchiatoio davanti al Tabernacolo!

Fra i seguaci più stretti ed intimi del fondatore (che di solito ha i suoi «preferiti») scattano dinamiche di controllo e copertura reciproca che, con il tempo, diventano dinamiche di boicottaggio reciproco. L'abuso del fondatore diventa complicità con i collaboratori che, con il tramonto del fondatore, diventa fra loro lotta per il potere. 

Se inter­viene un censore esterno, si troverà subito sotto gli attacchi di questo gruppo di potere e da solo gli sarà molto difficile assorbire gli ostru­zionismi che si concentrano su di lui e sottrarsi ai tentativi di «seque­stro» delle parti in lotta. Si tratta anche qui di uno stile difficilmente raddrizzabile finché quelle persone continuano ad avere posizioni di potere.

Anche qui la colpa non è loro; singolarmente prese sono delle brave persone ma vige un clima di aggressività coperta fatto di regole tacite che se venissero esplicitate sarebbero rinnegate da tutti eppure sono da tutti obbedite: un clima che tutti respirano ma che nessuno può apertamente verbalizzare, spesso contrabbandato come gestione carismatica (e quindi evangelica) del potere. 

Un esempio ovvio è la strumentalizzazione (in chiave di potere ma anche di erotismo) della direzione spirituale: chi si accorge di cosa veramente sta succedendo? Chi può smascherarlo apertamente e con quali conseguenze per se stesso? Chi può sottrarsi senza pericolo? Chi ha gli strumenti per rompere questa catena?

In caso di carisma bacato è difficile dire: togliamo le mele marce e il resto si salverà. O anche dire: aggiorniamo le costituzioni con dei tagli e delle aggiunte. 

No, perché la contaminazione partita dall'ori­gine si è estesa a tutta la realtà che ne è nata. 

Occorrerà invece aver il coraggio di porre in atto una vera e propria dinamica di rifondazione, che riesca a cogliere quel germe di motivo ispiratore intatto (presente in ogni carisma che abbia ricevuto un riconoscimento dalla Chiesa, a prescindere da chi lo riceve), e a partire da lì declinare e riempire di contenuti coerenti gli elementi essenziali del carisma: dall'espe­rienza mistica al cammino ascetico, dalla missione apostolica alla testimonianza dei voti. 

Non sarà certo un lavoro semplice né breve, e sarà legato, più che all'intuizione straordinaria di qualcuno, al lavoro d'insieme di coloro che non si sono lasciati contaminare dal virus del fondatore. 

Forse molti dovranno lasciare, e sarà un bene. Mentre pochi, o comunque meno d'un tempo, saranno quelli che entrano, ma anche questo sarà un bene.

L'istituzione avrà meno potere, sociale ed ecclesiale, e sarà un bene ancor maggiore

Cambierà soprattutto la logica di fondo: non più un'istituzione umana che cerca a tutti i costi un successo terreno con criteri mondani, ma un piccolo gregge che cammina verso il Regno con i piccoli e i poveri.

Il nuovo vescovo del Callao visita il Seminario neocatecumenale:
durante la Consacrazione, tutti devotamente si inginocchiano
fingendo devozione cattolica!

Il tema è più complesso di quanto un editoriale possa dire. Ma in questa sede interessava mettere in campo l'idea che di fronte a isti­tuzioni estremamente ferite il rimedio non sia la ricomposizione e il recupero del carisma iniziale ma la sua archiviazione

Al fondatore va tolto il suo alone di gloria e come fondatore gli va dato il diritto all'oblio, chi ha tenuto il potere deve lasciarlo anche per il futuro e non riprenderlo più, ciascuno deve distanziarsi da un passato che volutamente si vuole non conservare, va impedita la ricerca di nuovi protettori semmai in altre diocesi o nazioni. 

Del resto, anche alla vittima di abuso si consiglia di rompere con l'abusatore e denunciar­lo per dare a se stessa (ma anche all'abusatore) il diritto di ritornare normale.

Chiudere significa rimettere le persone in una posizione di libertà, da ri-giocare in modo diverso (con tutte le sofferenze che ciò com­porta). Chiudere significa anche risarcire economicamente le vittime. 

Chiudere non vuol dire «tutti a casa». Non è questione di restare o an­darsene: chi se ne va, va a perpetuare altrove lo stile malato e chi resta si contrappone stando dentro. Chiudere significa inserire una fase in cui ciascuno è chiamato a distanziarsi dal passato. 

È quel passato con il suo particolare tipo di spiritualità che deve morire. Il futuro, se ci sarà, dovrà essere qualcosa di nuovo e di diverso.

 

( Tredimensioni 15 (2018), 9-17, rivista per formatori alla Vita Consacrata)

giovedì 26 agosto 2021

"La svolta delle opere" nella gestione neocatecumenale. Trattasi di "annidamento delle truffe".

 

Mettiamo in evidenza un istruttivo commento di Mav:  


Spese spicciole neocat.

L'uso della decima da consegna iniziale era ad uso esclusivo dei fratelli della comunità, al massimo se ne restava la si dava al parroco, o ai catechisti ITINERANTI ( più avanti capirete il perché dell'enfasi ).

Infatti nel mamotreto del II scrutinio si fa riferimento al fatto che non ci può più essere il ricco ed il povero nella comunità. Tent'è che se non davi la decima ti dicevano che stavi rubando ai poveri della comunità. Non solo era proibito fornire un fisso a chiunque, ma andava diviso secondo le necessità del momento e bisognava liberarsi il prima possibile della cassa. 

Questa era la consegna. 

Da qui in poi nascono le prime "eccezioni"

- Nasce la quota fissa da destinare ai catechisti ITINERANTI ( contro la consegna del se ce n'è la dai altrimenti pace

- Nasce l'uso di utilizzare la decima per non fare collette aggiuntive ( fiori e quant'altro ) 

Poi arriva la svolta epocale ( i primissimi anni 2000 ) sui lavori della Domus...

Di punto in bianco si convocano TUTTI i responsabili delle comunità di TUTTO il mondo che abbiano passato il secondo scrutinio ( e quindi dotati di decima ) per impegnare la decima a copertura di un prestito che doveva richiedere il responsabile per pagare dei lavori urgentissimi e non rimandabili. 

Da qui in poi le richieste simili non si possono più contare. 

In un botto sono stati sconfessati un paio di "dogmi" : 

"non fare debiti" 

"usare la decima solo per i fratelli" 

"non dare quote fisse" 

La radice di tutte queste eccezioni è "la svolta delle opere".

Infine, l'enfasi sulla parola ITINERANTI? 

E' presto detto. Col tempo alcuni catechisti hanno preteso dalle "loro" comunità gli stessi privilegi degli itineranti, senza averne alcun titolo.   (da Mav)


Le "opere" del Cammino

 

Valentina Giusti tira le somme:

 

Trattasi di "annidamento delle truffe"

Primo step: Catechesi iniziale - è tutto gratis, vieni e vedi! 

Secondo step: Convivenza dell'Amen: l'albergo va pagato, ma se non hai soldi non importa: ci pensa la Provvidenza (a forza di giri del sacco nero, qualcuno pagherà il doppio della propria quota, già opportunamente maggiorata; ma non la chiamano generosità né esasperazione nè ricatto, la chiamano appunto Provvidenza). 

Terzo step: già fin dall'inizio si fanno collette per fiori, bollette, arredi della saletta, eventuali GMG.

Quarto step: allo Shema - devi fare un 'segno' di rinuncia al danaro di cui ti viene chiesto conto. 

(ndr. il denaro che si raccoglie in tutte le convivenze dello Shemà è rigorosamente destinato all'itineranza. Si dice pure, nella corposa ammonizione alla colletta, che questa è l'unica volta che nel C.N. si fa una colletta per gli itineranti! Ahahahahah - che barzelletta!)

Quinto step: al secondo scrutinio - ti fanno vendere i beni e ti impongono la decima ogni mese oltre a tutte le collette ma ti dicono che è una specie di comunione dei beni in comunità

Sesto step: "la svolta delle opere" - la decima è un plafond che i catechisti usano per ogni tipo di spesa. 

 

"La decima è il minimo!" (Kiko dixit)
 

 

 Da tutto gratis a diventare lo sponsor obbligato di ogni iniziativa del guru spagnolo e di tutti i suoi gurini, è proprio un attimo!   (da Valentina Giusti)







martedì 24 agosto 2021

Dietro i falsi profeti (Kiko e Carmen) "emergono i peggiori tra gli uomini". Ma tutti aspirano alla canonizzazione anche se non hanno mai creduto nei santi.


Salmo 11 

Salvami, Signore! Non c'è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell'uomo. Si dicono menzogne l'uno all'altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio. 

Recida il Signore le labbra bugiarde, la lingua che dice parole arroganti, quanti dicono: «Per la nostra lingua siamo forti, ci difendiamo con le nostre labbra: chi sarà nostro padrone?». «Per l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - metterò in salvo chi è disprezzato». 

I detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiuolo, purificato nel fuoco sette volte. Tu, o Signore, ci custodirai, ci guarderai da questa gente per sempre. Mentre gli empi si aggirano intorno, emergono i peggiori tra gli uomini.


Giotto, Bacio di Giuda, dalle Storie di Cristo, 1303-5. 

Gesù fissa Giuda traditore e penetra la sua coscienza.

 

Questo solo ci mancava: Salvatore Morfino, santo subito. E come per lui chi sa per quanti altri. 

Già li sento nelle orecchie: 

"Lasciate in pace gli estinti! Vergogna!" 

Ma questa fissa neocatecumenale per le canonizzazioni proprio non si può sopportare.

A nessuno si nega un elogio funebre, la famosa "quercia caduta", ma qui si va oltre. Si finisce per cristallizzare la mutazione neocatecumenale del male in bene, della menzogna in verità, dell'ingiustizia elevata a dignità. Il trionfo del mondo alla rovescia neocatecumenale, incarnato in personaggi di spicco del Cammino alla Salvatore Morfino posti da Kiko a capo del suo popolo e proposti come esempi da imitare.

Ognuno deve fare la sua parte (uniquique suum), giusto? C'è chi ne raccoglie i "meriti" secondo lo "spirito del cammino". Noi diamo spazio alle testimonianze concordanti di chi questi personaggi - senza un futuro nella vita ed elevati da Kiko ai più alti ranghi - li ha conosciuti e sofferti sulla propria pelle. Negli anni sempre uguali a se stessi, come l'immutabile Kiko. 

Questa la corte di cui ha amato circondarsi. Davvero "emergono i peggiori tra gli uomini"

Elogi sperticati vengono tributati a questi pseudo-apostoli neocatecumenali e se ne elencano i meriti acquisiti. Se ne rivendica il riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, lo si pretende. Si aspira alla tanto invisa aureola di santità sul capo del de cuius. Sai quanto son carini, con quei ghigni neocatecumenali stampati in volto! Ma già, dimenticavo, intanto si sono specializzati in  photoshop, no problem! In mistificazioni, in questo sì che sono maestri imbattibili!


Testimonianza di Voce dello Ionio

Ohibò ma guarda un pò, si parla di nuovo, proprio di lui! L'ex sultano di Sicilia e Calabria, l'eminenza grigia del regno delle due Sicilie, il castigatore dei presbiteri "Faraoni" che osavano intralciare l'avanzare del potente Kammino nelle parrocchie della trinacria. 

Quanti parroci ha “misericordiosamente” fatto piangere fino a fargli sanguinare il cuore svuotandogli la polvere dei calzari con estemporanee deportazioni notturne fuori diocesi d'intere Komunità dopo decenni di permanenza nelle parrocchie! Prendere o lasciare: per tanti vescovi è stato fonte di orticarie con grattacapi da far cadere i capelli, del resto questo era il suo modo di fare e famoso era il suo motto: "fateli cucinare nel loro brodo"

Ovviamente queste sono solo dicerie metropolitane, anche se ad onor del vero, potrebbe esserci un fondo di verità se teniamo conto di quelle letterine che a suo tempo furono indirizzate dal Card. Pappalardo e dall'Arcivescovo Bommarito ai fratelli del CNC, ancor tutt'oggi attestano la “riconoscente gratitudine” che hanno avuto quei pastori nei confronti degli allora responsabili/e nelle diocesi di Palermo e Catania senza dilungarmi sui piccoli problemi avvenuti a Caltagirone ed Acireale. Prendere o lasciare: altri vescovi “meno rumorosi” hanno silenziosamente apprezzato il suo servizio nelle diocesi, perché per interi decenni ha garantito copiosi e costanti incassi provenienti da flussi in coincidenza dei passaggi, del resto lui dava il meglio di sé in concomitanza delle convivenze quando riusciva con le sue leggendarie capacità nel rastrellamento d'ingenti malloppi “strappati a mammona” consegnandone quota parte ai Vescovi spacciandoli come frutti di conversione.

Campionario di succubi consenzienti

tra Calabria e Sicilia

Negli anni detti riconoscimenti sono diventate collaborazioni strutturali che hanno prodotto per le parti contraenti reciproci benefici con conventi trasformati in alberghi esclusivi per convivenze e dati in gestione ad associazioni, creati ad hoc; ma sicuramente l'operazione più prestigiosa a livello nazionale è stata la realizzazione del seminario R.M. di Cosenza inaugurato dall'allora Nunzio Apostolico Nunzio d'Italia, successivamente Cardinale e oggi Arcivescovo emerito di Palermo. In qualità di responsabile “gitano” itinerante vicerè del regno delle due Sicilie, l'eminenza grigia ha avuto un ruolo non indifferente nella realizzazione del seminario R.M. Cosenza, quanto affermato è attestato da svariati documenti di pubblico dominio. Il successo dell'operazione R.M. e la personale golden share nella gestione dell' approvvigionamento delle vocazioni per la produzione di presbikiki in tutto il sud Italia, ha permesso al nostro protagonista di stabilizzare il suo rango di stella di prima grandezza nazionale allo stesso livello dei numerosi “...ini” - “...aggio” della corte di Kikolandia. 

Ritengo quindi lo spessore del caro estinto di tale levatura da renderne la sua dipendenza da Kiko puramente formale, la sua autonomia decisionale era totale, tant'è che i suoi diktat erano come i fulmini caduti dal cielo e durante la sua vita un contrordine di Kiko e soci non si è mai palesato, poiché alla triade andava benissimo quel modo di fare almeno fintanto che le decime arrivavano copiose a via del Mascherino. S.M. non era un yesman qualsiasi della triade, lui era ben altro: lui era uno dei 72 grandi elettori, catechizzato a fine 1971 direttamente da un equipe dei Martiri Canadesi, per anzianità era coevo a P. Mario tant'è che non faceva parte dell'equipe catechistica che fece nascere la sua comunità, la prima in Sicilia. Badiamo bene che quello che nasce a cavallo del 1971-72 è l'embrione di quello che stabilmente si chiamerà CNC solo nel 1974, quindi lui è stato un fedelissimo della prima ora ed un complementare fondatore del CNC contribuendo a strutturarlo così come lo conosciamo oggi. 

Lui era il CNC in Sicilia, lo testimoniano 50 anni di gestione esclusiva del territorio, le sue conoscenze all'interno delle curie di mezza Italia fino ai più alti livelli, era idolatrato e temuto da tutti i catechisti subalterni ( fare convivenza con lui poteva essere un sogno o un incubo, ma tutti successivamente se ne vantavano), nessuno permaneva a catechista oltre lo shemà se non da lui conosciuto e confermato, era l'occhio onniveggente ed il pensiero unico ispirato dalla triade fondatrice ed in qualità di “degno primogenito”, eccelleva come i genitori “nelle migliori qualità”, quali la sfrenata presunzione, alterigia, cafonaggine, anaffettività, megalomania, vendicatività e l'ignoranza, aggiungerei che il coacervo di tali qualità lo rendevano superiore nei raffronti dei singoli genitori. 

Nei fatti ritengo il suo più un ruolo da degno comprimario e l'ipocrita umiltà dovuta agli iniziatori faceva parte del gioco, e pazienza se durante i raduni di Porto San Giorgio, doveva presenziare nel posticino assegnato a corte con la scodinzolante chitarrella appesa al collo dietro le spalle del Leader Maximo ed all'odierna Sig.na aspirante santasubito, per lui stare lì era semplicemente un dovere e contestualmente un piacere, poi si ritornava in Sicilia a raccontare le ultime novità dalla corte di Kikolandia ai fedelissimi con estemporanee mungiture di quattrini. Concludo dicendo che l'ipocrisia è l'eredità più cospicua che S.M. lascia di un impero in decadenza ai suoi fedelissimi sopravvissuti, naturalmente per prenderne il posto vincerà il peggiore che eccellerà nelle “migliori qualità” di colui che è stato un vero viceré ed incontrastata eminenza grigia da Trapani fino a Rocca Imperiale. 

L'ipocrisia è il vero carisma del CNC lo testimonia il fatto che la dipartita terrena di S.M. ha talmente turbato il Leader Maximo che lo ha immediatamente promosso con il titolo di servo inutile, concedendo la sua commossa assenza ai funerali quale riconoscente ricompensa dopo mezzo secolo di dedizione alla causa.   (da: Voce dello Ionio)

domenica 22 agosto 2021

Quello che i neocatecumenali non dicono

Non si può parlare del candelabro della festa ebraica inserito arbitrariamente nella liturgia Eucaristica; 
 
non si può dire che le liturgie Eucaristiche neocatecumenali sono aperte a tutti, da statuto, ma in realtà sono chiuse alle sole comunità neocatecumenali; 
 
non si può parlare della "decima"obbligatoria imposta come tassa di appartenenza al CN; 
non si può parlare dei mamotreti, alias Direttorio catechetico neocatecumenale, segreto e segregato; 
 
non si può parlare delle prescrizioni del Messale che i neocatecumenali non rispettano;
 
non si può parlare dello statuto approvato dalla Chiesa ma non rispettato dal CN; 
 
non si può dire che Kiko Arguello ha musicato i salmi della Bibbia cambiandone alcune parole per adattarlo alla dottrina neocatecumenale; 
 
non si può dire che nelle liturgie neocatecumenali si devono cantare solo ed esclusivamente i canti di Kiko;
 
non si può dire che nelle salette parrocchiali, usate anche dai neocatecumenali, ci sono solo icone di Kiko; 
 
non si può parlare degli annunci segretissimi di inizio anno e dei tempi forti; 
 
non si può contestare l'obbedienza cieca e totale ai catechisti laici neocatecumenali; 
non si può contestare l'apparizione Kikiana della Madonna di cui non è stata fatta alcuna richiesta alla Chiesa; 
 
non si può contestare la presunta santità di " categoria superiore" di Carmen; 
 
non si può scrivere che Apuron è un ladro pedofilo; 
 
non si può scrivere che Mac Carrick è pedofilo difensore dei pedofili; 
 
non si può scrivere che entrambi questi personaggi sono stati condannati dalla Chiesa ma Kiko li tiene nei suoi seminari e li definisce "perseguitati"; 
 
non si può dire che in Giappone il CN non lo vogliono; 
 
non si può dire che ormai in comunità entrano solo i figli dei camminanti; 
 
non si può dire che le parrocchie neocatecumenalizzate sono deserte perché i parrocchiani frequentano altre parrocchie; 
non si può dire che sempre più parroci non vi vogliono; 
 
non si può dire che sempre più parroci vi cacciano; 
 
non si può dire che sempre più Vescovi non vi accettano nelle loro diocesi; 
 
non si può dire che sempre più Vescovi vi mandano via dalle loro diocesi; 
 
non si può dire che il Papa vi bacchetta;
 
non si può dire che strumentalizzate i discorsi dei Papi; 
 
non si può dire che i neocatecumenali che fanno servizio nelle parrocchie lo fanno solo per portare proseliti al CN,;
 
non si può dire che i seminari neocatecumenali RM servono per sfornare preti fedeli a Kiko ma pagati dalla Chiesa;
 
non si può dire che le famiglie in missione all'estero, non frequentano le parrocchie ed i parrocchiani e servono solo per formare comunità neocatecumenali;
 
non si può dire che il CN è una multinazionale ricca e potente che sfrutta gli adepti per avere denaro senza obbligo di rendicontare nulla;
 
non si può parlare degli avvocati al soldo di Kiko&C, impegnati a difendere il CN contro tutto e contro tutti, mentre agli adepti si predica di non resistere al male e di non denunciare gli abusi ricevuti; 
 
non si può dire che il CN è in crisi nera;
 
non si può dire che il CN predica una dottrina diversa da quella cristiana; 
 
non si può dire che il CN non ha linee guida per gli abusi perché non è una associazione non è un movimento non è confraternita ( ma allora che cos' è?). 
 
 
Cari neocatecumenali, ma allora se vogliamo parlare del CN, spiegateci voi: di cosa si può parlare liberamente? 
Possibile che non c'è un argomento che vi stia bene? 
Possibile che non c'è un argomento che non è segreto o segregato? 
Possibile che voi siete perfetti ed è sempre il blog che sbaglia e vi perseguita? 
Dov'è la decantata umiltà neocatecumenale, dov'è il decantato amore al nemico neocatecumenale, dov'è il "perdonismo ad oltranza" neocatecumenale, dov'è il sentirsi "servi inutili", dov'è il non denunciare, dov'è l'accettazione della croce e delle persecuzioni? 
Dov'è la lettura della volontà divina nei fatti concreti della vita? 
Cosa leggete nel corona-virus? 
Cosa leggete nel fallimento delle vostre opere? 
Cosa leggete nell'incoerenza dei comportamenti del vostro guru e dei suoi luogotenenti? 
Possibile che la maggior parte dei neocatecumenali che rispondono su questo blog non si rendano conto di mostrarsi come gente superba, piena di orgoglio, offensiva, ignorante, presuntuosa, sorda alle critiche, anche a quelle più documentate ? 
Possibile che non si possa ragionare con queste persone che rifiutano di accettare anche l’evidenza più evidente? 
Sono questi i "Cristiani dalla fede adulta"
Sono questi il "piccolo resto", gli eletti,il sale, il lievito, la luce del mondo? 
Ma per favore, rappresentate esattamente quel tizio fermato dai carabinieri nella storiella dell’anonimo del 18 marzo alle 21:31, vi arrampicate sugli specchi all’infinito, pur di non ammettere la VERITA’. 
 
(da: LUCA)

venerdì 20 agosto 2021

Poveri neocatecumenali! Dalla padella alla brace...

 

Alla Celebrazione del 5° Anniversario della morte di Carmen Kiko non ha partecipato. Dopo il COVID non ha fatto più pubbliche apparizioni. È stata letta la sua Nota indirizzata ai fratelli per l'occasione. La prendiamo dal Sito Ufficiale del Cammino:

Nota di Kiko Arguello per la Celebrazione del 5º anniversario della morte di Carmen nella cattedrale di Madrid. 

Cari fratelli, 

La pace di Gesucristo sia con voi. 

Oggi, 19 luglio 2021, celebriamo il 5º anniversario della morte di Carmen, preghiamo per il suo riposo eterno, perché possa godere eternamente della presenza del Signore. 

Carmen era una donna eccezionale, innamorata di Cristo, della Scrittura e della Eucaristia. Rendo grazie a Dio per Carmen, Era una donna profonda, autentica e libera nella sua relazione con tutti. Amava Cristo e la Chiesa; e il Papa, al disopra di tutti. Per amore alla Chiesa e ai fratelli, è rimasta vicino a me durante 50 anni; portando avanti questa Iniziazione Cristiana che è il Cammino Neocatecumenale. 

Crediamo che Carmen sta con il Signore, sta già nella festa. Donna eccezionale, veramente, con una generosità enorme. Una donna importantissima per la Chiesa! Ha vissuto sempre innamorata di Cristo. Se leggete i suoi diari, tutto quello che diceva: «Gesù, ti amo, ti amo!». In ogni pagina: «Ti amo, ti amo!». Amare Cristo è l’unica verità: «Ama Cristo e ti seguiranno a migliaia», dicono i Padri del Deserto. Io credevo che seguivano me, ma scopro che migliaia di fratelli stanno nel Cammino grazie a Carmen e grazie all’amore che Carmen aveva per Cristo. 

Per questo chiedo a Carlos Metola, come postulatore della fase diocesana, che compia tutte le gestioni necessarie presso il Cardinale di Madrid, D. Carlos Osoro, per chiedere che si possa iniziare la sua Causa di Beatificazione. 

Vi salutano anche P. Mario e Ascension Romero. Pregate per noi. La Pace del Signore. 

Kiko Argüello 

19 luglio 2021

Si persegue strenuamente la via della canonizzazione mentre il saluto iniziale già ci lascia basiti: 

La pace di Gesucristo sia con voi.

E' questo il modo di scrivere il Nome di Nostro Signore? 

(Piccola parentesi:
Spezziamo una lancia, per non essere accusati di eccessiva pedanteria. Può essere che l'irriverenza sia stata causata da un'errata traduzione dal testo originale in spagnolo. Ma la Nota è pubblicata sul Sito Ufficiale del Cammino già da un mese! E ci chiediamo "Se la inesatta traduzione avesse riguardato il nome del sommo iniziatore? L'avrebbero tollerata?". Se Kiko fosse stato tradotto in chicco o cocco? E anche in minuscolo: chicco Arguello, che carino!)

Mentre accampano pretese per meriti acquisiti e virtù innate che decantano da soli per se stessi. Niente di nuovo. 

Ma c'è un passaggio che la dice lunga sul kikocentrismo: 

"Io credevo che seguivano me, ma scopro che migliaia di fratelli stanno nel Cammino grazie a Carmen e grazie all’amore che Carmen aveva per Cristo." 

 

Kiko la padella, Carmen la brace.


Qui Kiko si è proprio superato; ancora una volta. 

Va sempre ricordato che il Cammino Neocatecumenale ha più di mezzo secolo di vita. E Kiko dice ancora: 

"credevo che seguivano ME"! 

Nelle comunità si segue Kiko Arguello, senza di lui niente, e se lo dice da solo. 

Doveva morire Carmen per fare la strabiliante scoperta che 

"migliaia di fratelli stanno nel Cammino grazie a Carmen" ...e non a LUI (il Sommo). 

E, conoscendo Kiko, è da dire che, per una volta almeno, è stato decisamente generoso! 

Insomma, poveri neocatecumenali! Sono passati "dalla padella alla brace"

E' anche detto "grazie all’amore che Carmen aveva per Cristo". Ma è chiaro che il ruolo di Gesù nella loro testa è puramente strumentale. Questo lo ha dimostrato Kiko in tanti passaggi irrispettosi, e lo dimostra la stessa Carmen. 

Dai suoi Diari - mentre subisce e disdegna la forzosa collaborazione con Kiko, manco qualcuno gliel'avesse imposta - ostenta ardita : 

"E colui che sta collaborando con me è Gesù Cristo". 

Peccano sempre nel modo di esprimersi? (magari fosse solo in quello!). 

Sfrontati è dir poco "collaborazione eccezionale" (così Carmen la chiama) che, a suo dire, "sta dentro tutta la tradizione della Chiesa"

E' innegabile: al primo posto, sulla ribalta, stanno Kiko e Carmen. Senza di loro, nulla. 

 

La Triade immortale

 

Questo il vulnus insanabile del Cammino Neocatecumenale e il suo tallone di Achille. Mentre in filigrana si legge che se Carmen è santa, Kiko lo è molto, ma molto di più. Ha davanti la strada spianata. Un'autentica autostrada per la sua futura, certa, canonizzazione. 

E noi, come le stelle, dovremmo stare a guardare!

mercoledì 18 agosto 2021

È vero che uscire dal Cammino significa "restare soli"?

Qualcuno ha scritto ( ma non è la prima volta, è un tam tam che ripetono fino allo sfinimento):

Anonimo 12 agosto 2021 13:52
Una domandina a chi dice che lascerà la comunità? In cosa si trasformerà la tua vita cristiana? Si sa che la fede non si vive da soli, in modo individuale, privatamente, facendo riti individuali. Si sa che questo non è cristianesimo ma religiosità naturale, la fede si vive nella comunità e insieme ai fratelli e sorelle, come pensi di realizzare questo, una volta fuori dal Cammino? Dove troverai una comunità che ti accompagna? Fatti concreti. Grazie

Premessa, e riflessione con la Parola di Dio:

"Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. 4Se infatti il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo..."

Mia piccola introduzione:
Quando alcuni introducono il veleno, perché di questo si tratta, ecco che bisogna ragionarci sopra un pochettino, e si vedrà il veleno della menzogna sparire con la verità. Infatti il Signore ci ha dotati e ci ha messi nella condizione di ragionare.

Alcuni vanno scrivendo (ma lo dicono nelle loro convivenze, a partire dal loro grande capo e maestro) che in comunità neocatecumenale non si sia soli (famoso slogan come la fine delle parrocchie) mentre gli altri cristiani della domenica (così chiamati dai super nc) siano soli.

OK! Analizziamo il tutto.

Per loro noi siamo soli e quindi viviamo una fede solitaria, mentre loro sono in compagnia, cioè formano comunità, la famosa comunità cristiana, e per cui è scontato che se dessimo valore a questa loro conclusione a questo punto noi, solitari ( come ci dicono loro), siamo in errore, e loro sono quelli che sono nel vero.

Mi chiedo e chiedetevi: ma quando questi sono comunità e quando noi siamo soli?
Penso, e credo di non sbagliare, che per loro l'essere comunità sia quando si riuniscono il sabato sera e sia durante la settimana e sia nelle loro convivenze. Sappiamo come si svolgono e cosa fanno, perché abbiamo partecipato anche noi. Per cui senza che scrivo nel dettaglio come si svolgono i loro incontri.
Bene! 

Per cui analizziamo la loro compagnia e la nostra solitudine. Metto Tizio è un neocat, Caio è un cristiano della domenica.

Tizio ( o single o con famiglia) esce di casa per andare il sabato sera nella sua Celebrazione, entra nella saletta, si siede nella sedia di plastica e attende che si inizia. Normalmente si inizia quando fa comodo ad alcuni, spesso in ritardo rispetto all'orario prestabilito. Sapete come si svolge la Celebrazione, senza che scrivo. Poi Tizio uscito scambia due parle con i partecipanti.
Caio ( o single o con famiglia) esce di casa per andare la domenica mattina alla Santa Messa, entra nella chiesa, si siede sulla panca e attende che si inizia, ma attenzione a un punto, Caio ha davanti a se il Tabernacolo, e prima dell'inizio parla con Gesù, gli confida tutto, chiede perdono, prega per i famigliari e altri, insomma dialoga con Gesù. Si inizia ad orario, in alcune chiese si fa la Processione, ci si inginocchia davanti a Dio che si fa presente. Sapete come si svolge la Santa Messa. Poi uscito Caio scambia due parole con i partecipanti.

Notate che Tizio sia in compagnia e Caio sia solo? Io noto l'opposto, Tizio è solo, in quanto ha relazioni solo umane, Caio ha relazioni umane e divine, cioè parla con Dio perché in chiesa lo ha presente davanti a se nel Tabernacolo e poi anche durante la Santa Messa.
Ma sappiamo che vi è la celebrazione della parola, e per cui durante la settimana ci si incontra dentro una stanza. Il fatto si ripete, Tizio esce di casa, va nella stanza, scambia due parole, inizia la celebrazione, la conosciamo, usciti si scambiano due parole. Poi rienta a casa.

Caio non va a questa celebrazione, ma lavora, e durante la giornata scambia parole con tutti, ma nello stesso tempo quando passa davanti ad una chiesa, ecco che si ferma e va cinque minuti a scambiare due parole con Gesù. Finita la giornata lavorativa rientra a casa e prima di andare a dormire prega il Signore.
Premetto che sto facendo esempi comuni, perché le sfumature potrebbero essere molte, in quanto Caio potrebbe frequentare un Gruppo di Preghiera, o CL, o altro.
Anche qui vedete che Tizio sia un vero cristiano e Caio no?

Passiamo alle loro convivenze.
Tizio esce di casa e va in albergo, per tre o quattro giorni si siede dentro una stanza e ascolta catechesi dalla mattina alla sera, dove per lo più si raccontano fatti umani ( infatti lo pseudocatechista, di cui ho avuto la sfortuna di subirmelo, raccontava ogni volta di se, della sua esperienza di fede, così si gonfiava sempre più) e altre cose legate alla Chiesa e al Vangelo e altro. Per tre o quattro giorni ecco che sei bombardo da un fiume di parole, a senso unico, dove sei costretto a subire. Ovviamente durante tutto questo si mangia, si fuma, si beve, si ride, si creano gruppetti, si è soli sopra un divano dell'albergo, si è soli in stanza ( perché non è che stai sempre in compagnia h24, è un dato di fatto che ci sono momenti in cui sei solo), ecc, ecc.
 


Caio non va in queste convivenze, ma ogni tanto si prende un fermo biologico, le ferie per chi non capisse, e se ne va ad un santuario, o eremo. Non subisce per tre giorni valanghe di parole a senso unico, ma prega e si mette davanti a Dio a dialogare. Poi esce e va in giro, mangia e fa colazione, e gira nel posto e ogni tanto scambia una parola con qualcuno, tipo al bar mentre si prende il caffè. Ogni tanto prega, e parla con qualche sacerdote per quache direzione spirituale o confessione.
Notate, anche qui, che Tizio sia un vero, e Caio sia ingannato perché non è in comunità neocat?

Mi fermo qui, perché il senso si è capito. Ora da questo piccolo esempio possiamo capire come alcuni siano talmente di parte, cioé dei talebani del sistema, che non riescono a vedere oltre il proprio naso, hanno lo sguardo mozzato e il ragionamento compresso nelle loro quattro cose. Non riescono proprio a capire e ragionare, neanche si chiedono cosa stiano formulando dentro la loro mente. 
 
Ma, mi dispiace scriverlo, perché non voglio deludere qualcuno (non mi piace, ma in alcuni casi lo si deve fare), bisogna ammettere che vi è sempre un emittente che emana il messaggio e gli altri lo ricevono, e poi lo ritrasmettono in giro. Per cui vi è qualcuno in mezzo a loro che inserisce questi ragionamenti nei cuori. Ora sappiamo chi è e chi sono, è inutile che facciamo finta di nulla.
 
E noi? Noi non siamo soli, siamo sempre in compagnia della Santissima Trintà, la Madonna l'Angelo Custode, i Santi del Paradiso, le Anime Purganti, la Chiesa tutta, la famiglia, i Fratelli di quaggiù, nel blog, e altro. 
Qualcuno di voi si è dato la Fede da sè? Non mi pare. Ovviamente ritorna il solito slogan di parte e senza senso, lo scopo è quello di sottomettervi alla loro volontà decaduta nell'errore. 
Usano ogni mezzo, come gli scritti dei Padri e altro, e manipolano il prossimo per piegarlo. 
Ma non ci preoccupiamo, noi abbiamo dentro di noi lo Spirito Santo che non lo permette, infatti lo Spirito brucerà ogni azione iniqua. Rimaniamo sempre uniti alla Santissima Trinità, chiediamo allo Spirito Santo di bruciare tutto nel Suo Fuoco Divino.

(da: Cristiano Della Domenica)

lunedì 16 agosto 2021

"Catechesi per adulti", "catechesi per giovani e adulti ", "catechesi per bambini, giovani e adulti ". "Venite, ascoltate, a qualsiasi età!" ... E si inventano pure i didascali.


Pubblichiamo un interessante contributo di LUCA:

Tra Il CN ed i giovani non c'è mai stato feeling.

Ed è giusto così, il CN è un percorso nato per gli adulti.

Per 30-40 anni il CN si è presentato nelle parrocchie sotto le mentite spoglie di "catechesi per adulti".


I seduttori

A Kiko Arguello non è mai importato granché dei giovani.
In comunità i giovani sono i figli dei camminanti, costretti dai genitori, a partecipare agli incontri del CN.

I catechisti sono stati chiarissimi in più di una occasione durante la mia esperienza nel CN :
ai bambini prima ed ai ragazzi dopo va "inculcata" la fede, chiaramente la fede nel CN.

Devono partecipare alle Eucarestie neocatecumenali appena sono in grado di stare appena un po' calmini ed appena un po' in silenzio e devono entrare in una loro comunità a 12-13 anni.
Queste sono le consegne precise.

La figura del didascalo nasce proprio per questa esigenza, tenere buoni i bimbi e prepararli all'entrata in comunità.

È una figura a metà tra un baby-sitter ed un catechista ma "senza portafoglio" nel senso che non conta nulla.



Crescono immersi totalmente

nel neocatecumenalismo...

 

È un ruolo, o carisma come lo chiamano loro, secondario, spessissimo riservato alle donne o alle ragazze neocatecumenali e molto snobbato in comunità.

I genitori e di conseguenza i bambini non hanno alcun rispetto della figura del didascalo.
Anche perché è costretto ad essere, come tutti i ruoli in comunità, una figura pallosissima che si muove in schemi angusti e senza soluzioni alternative.




e si alzano per i seminari R.M.

ancora piccolissimi;

ma a che tappa di cammino staranno mai?

 I compiti del didascalo sono sempre gli stessi, fatti esattamente allo stesso modo.
Durante i tempi forti della Chiesa i didascali delle comunità più avanti di cammino, prendono la gestione di tutti i bambini e fanno delle "lezioni di ebraismo", lezioncine, sempre uguali che si trasmettono dai didascali delle comunità più "anziane" ai didascali delle comunità più "giovani".

Faccio alcuni esempi del tempo di Pasqua e di Natale:

A Pasqua si parla e si spiega la Pasqua ebraica, con le solite domandine dei bambini ai genitori durante la veglia e le solite canzoncine trite e ritrite, sempre le stesse da decenni, "che cosa c'è di diverso in questa notte.....".


A Natale, l'importanza data ai Magi che portano doni, con altre canzoncine trite e ritrite, sempre le stesse "i bambini di Betlemme....", con i Magi che regalano caramelle e cioccolatini ai bambini.

Un copione sempre uguale che è diventato una tradizione neocatecumenale che non si può assolutamente cambiare.

Forse qualcuno ricorda quello che è successo a Daniel Lifschitz, per aver tentato di introdurre un qualcosa di diverso dalla solita preghiera di ringraziamento prima delle agapi e dei pasti in comune dei neocatecumenali? (*)

Catechesi dei tre giovani nella fornace

ripetuta fino allo sfinimento


Altra catechesi sempre uguale dei didascali neocatecumenali è quella dei tre giovani nella fornace che viene ripetuta da sempre nelle convivenze neocatecumenali.

Ed è strano che un intero movimento laico non cambi di uno iota le proprie tradizioni interne, mentre pretende dalla Chiesa la massima elasticità sulle norme liturgiche dell'Ordinamento del Messale Romano.

Tornando ai giovani, da quando è cominciata la crisi delle nuove entrate nel CN, Kiko Arguello ha deciso di correre ai ripari e si è "inventato" il post-cresima neocatecumenale.

Questo post_cresima è funzionale al CN, ma è anche un comodo cuscinetto per ammorbidire l'obbligo della entrata dei figli dei camminanti in comunità.

In pratica è un pre CN, in cui, oltre ai figli dei camminanti che da consegna tassativa devono entrare in comunità, consente anche di "acchiappare" qualche ragazzo dalle Cresime o qualche amico dei figli dei camminanti.



Con la crisi nera del CN, il post-cresima neocatecumenale è diventato una boccata di ossigeno per la spompatissima e disastrosa propaganda neocatecumenale.

Annuncio buono per ogni età

Ora sui manifesti per "acchiappare" nuovi adepti viene scritto " catechesi per giovani ed adulti " e viene riportato con la massima naturalezza, come se quel "giovani" ci fosse sempre stato.
Ovviamente non è così, noi lo sappiamo ed anche i neocatecumenali più "anziani".

Vabbe le cose cambiano, il CN cambia solo quando gli conviene, od è costretto.

Eppure il CN ha avuto la possibilità di fare qualcosa di buono per e con i giovani.

Ha avuto la fortuna o l'illuminazione dello Spirito Santo ( maiuscolo giusto e assolutamente intenzionale) di ritrovarsi tra i suoi presbiteri un grandissimo sacerdote che sapeva parlare ai giovani.

Sappiamo come è finita.
Sono stati dedicati ampi spazi, anche su questa blog, a Don Fabio Rosini ed ai suoi 10 Comandamenti. (**)


Venite!” ... “Ascoltate!”...

 

Kiko Arguello ha indirizzato Don Fabio Rosini verso i giovani e Kiko Arguello ha processato e costretto all'uscita dal CN Don Fabio Rosini per invidia e gelosia.

Perché Rosini attirava troppi giovani nel suo percorso formativo di 1 anno e poi non li indirizzava solo al CN, ma, gli consigliava di fare un qualsiasi percorso di approfondimento della fede nella loro parrocchia.

In pratica Rosini è stato reo del fatto di lasciare liberi i giovani di decidere.

Questo è stato il suo crimine:
non obbligarli ad entrare nel CN.

Ora Kiko ha Don Gianvito Sanfilippo, responsabile unico del suo post_cresima neocatecumenale, suo fedelissimo servitore, obbediente yes-man neocatecumenale, che gestisce un percorso formativo per i giovani, che dura sei anni e che è solo una mera preparazione all'ingresso nel CN.


... quanti anni avete avete...

Per fortuna i giovani non sono stupidi, sfruttano il post-cresima neocatecumenale come possibilità di incontrarsi e stare insieme e lo snobbano alla grande con la pesantezza delle sue impostazioni neocatecumenali, tipo le penitenziali di gruppo (confessioni) decise a tavolino una al mese o la scrutatio neocatecumenale inventata da Kiko Arguello, sempre decisa a tavolino una al mese, per far dire alla Bibbia, quello che fa comodo al CN, sulla vita e le decisioni future dei ragazzi.

Non è un caso che già dal 2-3 anno di post_cresima neocatecumenale i ragazzi si dimezzano.
Rimangono i fedelissimi figli dei camminanti, costretti da "contratto" a partecipare.
Alcuni di questi "figli del cammino" iniziano, anche da subito, una doppia partecipazione, post_cresima e comunità neocatecumenali.

Poi è chiaro che qualcosa devono mollare, tra la scuola, li CN ed il post-cresima, finisce che mollano il post-cresima.

Poveri giovani!!!! 


Bambini Neocatecumenali ascoltano il Kerigma kikiano e…


lo annunciano per le strade...



Ingabbiati a 12-13 anni in un pesantissimo ed inutile percorso per adulti.
Tra incudine (genitori neocatecumenali) e martello ( catechisti e padrini neocatecumenali).
I più sfigati sono sicuramente i figli dei catechisti neocatecumenali.

E ne conosco tanti che davvero avrebbero bisogno di essere liberati.

 

                                                         (da  LUCA)

_______

(*)




Il libro di Daniel Lifschitz: "L'immondizia ama Dio. Storia di un cattolico ebreo.".
In esso è ben spiegata la sua storia e la sua esperienza di catechista neocatecumenale itinerante.




(**)

Alla domanda "Qual è stato il motivo dell'allontanamento di don Fabio Rosini dal Cammino?" risponde Marco in un commento ad un articolo del 2015:

Ti rispondo in maniera chiara:
1) Alcuni di noi conoscono ancora o hanno avuto la fortuna di conoscere PERSONALMENTE Don Fabio Rosini.
2) Alcuni di noi che erano di Santa Maria Goretti HANNO VISSUTO MOLTO DA VICINO TUTTA LA STORIA ed il clima pesante che c'era nella Parrocchia e nelle Comunità a quel tempo. E questo clima c'è ancora oggi (rileggiti Lucio alle 23:08).
3) Don Fabio Rosini è stato allontanato dal Cammino, ed è stato definito un "GIUDA" ed anche ripetutamente (sia in sua presenza che innumerevoli volte dietro le sue spalle) un "DEMONIO" solo perché si rifiutava di distruggere la sua (o meglio di DIO) opera di evangelizzazione dei "10 Comandamenti" che toglieva e toglie sempre più giovani al Cammino e li porta alla CHIESA. E' stato allontanato da Kiko solo perché voleva seguire GESU' CRISTO e non kiko. E' stato allontanato solo per INVIDIA di Kiko, il quale lo accusava di distruggere l'opera di Kiko.
Motivazioni assolutamente simili le potrai trovare leggendo la storia di Daniel Lifschitz.
Ma per Kiko non vale il fatto che "non è INVIDIOSA la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse"?

Sai qual è il più grande nemico del Cammino? KIKO stesso, il suo egocentrismo e la sua infinita superbia.
Come ha detto Daniel Lifschitz (e come ha ricordato Lucio alle 11:03) "il cammino è Kiko, ed il becchino del cammino sarà Kiko".

Marco



                                                                 

sabato 14 agosto 2021

La Madonna contestata

«Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz' ali.»
Canto XXXIII del Paradiso (Dante Alighieri)

Chiunque voglia la grazia divina e non ricorra alla Vergine Santissima, nutre un desiderio vano, come di chi voglia volar senz'ali. Chi, infatti, meglio della Madre di Dio e Madre nostra - sottolinea anche Dante - può intercedere per noi e ottenerci da Dio le grazie necessarie dato che la sua "benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fïate liberamente al dimandar precorre"? La Sua bontà non solo soccorre chi la invoca, ma molte volte previene la preghiera. La Madonna è la Madre di Gesù e Madre nostra, sublime per dignità, eccelsa per santità, ricchissima di “doni celesti molto più di tutti gli spiriti angelici e molto più di tutti i Santi” (Pio IX, Bolla IneffabilisDeus), pertanto, se si desidera beneficiare efficacemente lo spirito, si deve necessariamente venerare questa sublime Creatura uscita dalle mani di Dio per l'incanto del Cielo e della Terra. 

Ma c'è una donna che con maliziosa destrezza ha preso in carico molte anime, un popolo di "eletti" (così si autodefiniscono), la cui novella dottrina - un intruglio di varie credenze - allontana dai dogmi e dai comandamenti; quindi distanzia dall'unica Verità esistente, quella che conduce a Cristo per mezzo di Maria. Ella sostituisce egoisticamente la Verità con il suo personalistico e utilitaristico messaggio. La sua dottrina è un'ampia raccolta di eresie che un cristiano non può approvare senza rinunciare alla fede genuina in Cristo e senza compromettere la propria salvezza eterna. 
La donna in questione è Carmen Hernández, la metà della mela del visionario Kiko Argüello e l'acerrima nemica della devozione mariana (certezza sorta dai suoi pensieri, scritti, atti, divieti, catechesi e conseguenze).
Lei, con la complicità decisiva di Argüello, ha sottratto ai membri del suo movimento la popolare devozione mariana del rosario, dichiarando che tale pratica non fosse altro che "superstizione!". Che gran fatica per i nc riuscire ad aggrappare un rosario tra i numerosi servigi pretesi dalla comunità e la convinzione che questa santa preghiera sia di importanza miserrima rispetto ai rituali previsti dal cammino. Chi accede alle catacombe nc. deve mettere in conto, semmai fosse sua consuetudine, che non sgranerà più il rosario, poiché si impegnerà ad esaudire una tutt'altra fede rispetto a quella creduta.

La Santa Vergine ci aiuta a vivere legati alla dottrina ed alla fede, quelle cristalline e vere che nulla c'entrano con quelle blasfeme di Carmen, le cui catechesi son zeppe di errori e in pieno contrasto con il Magistero della Chiesa di sempre. Una scienza, quella neocatecumenale, mai ritenuta ortodossa perché in gran parte segregata, quindi mai vagliata dalla Chiesa Madre, ed in parte severamente corretta.
Sicché risulta chiaro il motivo per cui Carmen abbia cancellato il Nome di Maria dalla sua storia che, ahimè, coincide con quella delle anime impigliate nelle maglie soffocanti del cammino. 

Come abbiamo già sottolineato, i due iniziatori del cammino hanno sempre sostenuto come anti-evangelico il ruolo di intermediari che la pietà tradizionale attribuisce ai Santi poiché, secondo loro, comportanti l'idolatria. Pertanto appare sospetta queste notevole e repentina inversione di rotta che vede i kikos praticare d'improvviso un'enfatica (falsa) devozione mariana. Chiaramente c'è di mezzo una necessità che vogliono perseguire con tutta l'anima, vale a dire quella di dare maggiore credibilità al contesto che li ospita ponendo un'aureola fittizia sul capo di Carmen. E per riuscirvi debbono realizzare l'ennesimo recital. 

Imprecano affermando che il cammino sia sorto in virtù di un desiderio mariano che, come scintilla improvvisa e sovrannaturale, ha ispirato Kiko e diretto Carmen. Eppure Carmen, nonostante ne avesse le facoltà, non ha mai offerto alla Madonna grandi atti e opere di venerazione. Ma neanche gli atti ordinari di venerazione che sono alla portata di tutti gli uomini, come la preghiera quotidiana alla Madonna, il culto delle immagini di Maria, la visita ai santuari, alle cappelle, agli altari della Beata Vergine, il saluto alle edicole mariane che si incontrano lungo la strada, la recita di pie giaculatorie alla Celeste Mamma, la gentile premura di ornare con fiori le immagini di Maria Santissima, il culto di un piccolo altarino o di un quadro della Madonna nella propria casa, di un Rosario portato con sè, di una medaglina al collo, di un’immaginetta della Madonna nel portafogli, nel libro di studio, sul tavolo di lavoro...chi non potrebbe fare queste cose? Ma Carmen mai volle! 

Chi ha acquistato 'I diari' della Hernández può appurare con semplicità che ella schiva il Santo Nome di Maria, evitando di nominarLa addirittura per l'intero periodo di maggio, il mese per eccellenza dedicato alla Vergine. I messaggi custoditi in quelle pagine balbettano solo di rado un pensiero striminzito e incomprensibile rivolto alla Vergine. L'unico giorno in cui rimembra, a suo modo, che la Madre di Dio esiste, è la festività dell'Assunta. Infatti notiamo una singolare coincidenza: Carmen farfuglia qualche parola sulla Madonna (concetti incompleti; riferimenti ai suoi 'fantasmi', quindi ai demoni che la attanagliano ed altro di spiacevole) proprio in uno dei giorni maggiormente avversati da Kiko, il 15 agosto. Kiko invero, durante l'annuncio di Avvento 2017, eliminò dal credo neocatecumenale l'Assunzione di Maria al Cielo in anima e corpo (e nel 2019 anche la festività dell'Immacolata Concezione), reiterando la bestialità in oggetto durante la Quaresima del 2018. Siccome Kiko e Carmen dubitano palesemente dell'invece indiscutibile dogma di Maria Assunta alla gloria celeste in anima e corpo, sarebbe consigliabile evitare di meditare sugli elaborati di Carmen, per non soccombere nello spirito e non rischiare un infelice esito eterno. 

Per concludere ritorniamo al canto XXXIII del Paradiso. San Bernardo si rivolge alla Vergine e la invoca come la più alta e la più umile di tutte le creature, Colei che ha nobilitato la natura umana a tal punto che Dio non ha disdegnato di incarnarsi nell'umano. È facile osservare come tutte le lodi rivolte a presentare le qualità della Madonna siano compendiabili sotto le categorie della fede e della carità: dell'amore totale verso Dio e dell'amore premuroso verso il prossimo.
La Vergine Maria è 'avvocata di grazia e modello di santità per il suo popolo', pertanto, chi vuole davvero giungere alla santità, deve prenderLa come modello e prepararsi vigilante nella preghiera. Un modello traboccante d'amore che Carmen non ha mai contemplato, circostanza resa evidente dai suoi atteggiamenti aggressivi sforniti di carità. Ecco perché seguire le maniacalità di Carmen svia e danna.  

- L'orazione di S. Bernardo alla Vergine è il momento finale dell'esperienza poetica di Dante prima della sublime visione di Dio: sottolinea dunque la funzione della Madonna quale supremo, necessario tramite fra l'uomo e Dio. -