LA VERGINE MADRE DI DIO
E IL CAMMINO NEOCATECUMENALE
articolo di Beati Pauperes Spiritu
Con questo terzo post, continuiamo lo studio riguardo la figura della Vergine Maria nel Cammino Neocatecumenale.
L'importanza di quest'analisi, che non vuole essere strettamente dottrinaria o teologica (chi scrive non pretende di averne i mezzi, a differenza di certi fondatori di nostra conoscenza...), risiede nel fatto che secondo Kiko il Cammino è essenzialmente mariano, dato che è stato fondato basandosi su una rivelazione intellettuale che l'iniziatore vanta di aver avuto l'8 dicembre del 1959.
Nel percorso neocatecumenale la figura della Vergine sarà "spiegata", "consegnata" - come di consuetudine nel Cammino - dopo un tempo di 15-16 anni, variabile in funzione del livello di "conversione" della comunità, nella tappa del "Padre Nostro".
Dopo anni tutto quello che si ottiene è un pastiche vuoto e banale, la cui funzione non è introdurre i neocatecumenali al culto di Maria (come auspicato per ogni cattolico da Giovanni Paolo II e Paolo VI) ma spiegare come il Cammino è santo e immacolato e addirittura rappresentante un "disegno eterno" (sic!). Abbiamo già parlato della blasfema esegesi del Vangelo di Cana (Prima parte e Seconda parte), ora affrontiamo il concetto di "devozione" mariana secondo Kiko.
Come sappiamo Kiko e Carmen sono sempre stati nemici giurati di qualsiasi cosa che possa accostarsi alla parola "devozione". Culto dei Santi e culto mariano, sono completamente spazzati via dalla vita del neocatecumenale od opportunamente reinterpretati secondo il bisogno. In ogni caso, l'accezione è sempre negativa e qualsiasi esperienza precedente del camminante viene ridicolizzata, sebbene non in modo esplicito. Vediamo ad esempio un passaggio emblematico del mamotreto del Padre Nostro ante-correzioni della CDF:
Chiaramente la gente è sempre "nevrotica", per Kiko, qualsiasi discorso faccia c'è sempre un fondo di giudizio temerario nelle sue parole.
Non ci soffermiamo comunque su queste esternazioni ben note, quanto sulla citazione dell'Esortazione Apostolica "Marialis cultus" di Paolo VI, che, secondo il falso profeta spagnolo avvalorerebbe le sue tesi sul "devozionismo". In particolare Kiko contesta alcuni aspetti della mariologia distorcendoli a bella posta e sostanzialmente definendoli non cattoliche:
- la devozione per la Santissima Madre di Dio (da notare che Kiko mai utilizza per la Madonna anche uno solo dei Suoi numerosi appellativi, tutti elencati nelle Litanie Lauretane, preziosa antichissima preghiera risalente al XII secolo);
- il ruolo della Vergine Maria come ausiliatrice del genere umano ("dove non arrivasse Cristo arrivava Maria"; affermazione attribuita arbitrariamente da Kiko a membri della Chiesa);
- il ruolo della Vergine Maria come Avvocata degli uomini che a Lei si affidano ("dove Cristo era un giudice Maria poteva aiutare...")
Esaminiamo le gravi affermazioni di Kiko una per una.
1. Il deprecato "devozionismo" per la Vergine.
Quando Kiko cerca di attaccare o ridicolizzare la pietà cattolica, al pari dei migliori protestanti luterani, lo fa prendendo ad esempio degli eccessi verificatisi in situazioni e luoghi particolari, o presso culture specifiche, e li assurge a metro di paragone universale per un intero aspetto della dottrina e della teologia. E' lo stesso meccanismo utilizzato dagli anti-cattolici per screditare la Chiesa, per i quali se in circolazione c'è un prete che ruba, allora tutti i chierici sono ladri.
Questo tipo di argomentazioni l'ha già applicato nel primo volume del Direttorio, ovvero le catechesi iniziali del Cammino per la fase di "conversione", ad esempio:
- quando vuole distruggere la pietà nei confronti del Cristo e il tributo di venerazione a Lui dovuto, irride al Sacro Cuore e ai santini "col sopracciglio rifatto";
- per demolire la pietà dovuta alla Natività si mette a cianciare di "bambinelli orribili";
- per scardinare dal cuore dei suoi interlocutori la venerazione per Gesù-Eucarestia realmente Presente nel Santissimo Sacramento, bestemmia contro i Tabernacoli e contro le Sacre Specie che avrebbero dovuto "essere pietre che non vanno a male".
Niente di nuovo dunque, ma leggerlo rivolgersi contro la Beatissima Madre del Redentore risulta particolarmente odioso per qualsiasi cattolico.
Che Kiko sia - come sempre - in grande errore lo dimostra la stessa Esortazione da lui citata, nella quale leggiamo:
«...la Chiesa in spirito e verità (cfr Gv 4,24) adora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, venera con particolare amore Maria Santissima, Madre di Dio e onora con religioso ossequio la memoria dei Martiri e degli altri Santi... Lo sviluppo, da Noi auspicato, della devozione verso la Vergine Maria, ... è elemento qualificante della genuina pietà della Chiesa. Per intima necessità, infatti, essa rispecchia nella prassi cultuale il piano redentivo di Dio, per cui al posto singolare, che in esso ha avuto Maria, corrisponde un culto singolare per Lei; come pure, ad ogni sviluppo autentico del culto cristiano consegue necessariamente un corretto incremento della venerazione alla Madre del Signore. Del resto, la storia della pietà dimostra come le varie forme di devozione verso la Madre di Dio, ... si sviluppino in armonica subordinazione al culto che si presta a Cristo .... Anche nella nostra epoca avviene così. La riflessione della Chiesa contemporanea sul mistero del Cristo e sulla sua propria natura l'ha condotta a trovare ... la stessa figura di Donna: la Vergine Maria, Madre appunto di Cristo e Madre della Chiesa. E l'accresciuta conoscenza della missione di Maria si è tramutata in gioiosa venerazione verso di lei e in adorante rispetto per il sapiente disegno di Dio
Cosa dice dunque il Pontefice? La venerazione per la Vergine non solo è dovuta, ma persino necessaria per un autentico sviluppo della pietà cristiana e tale devozione dovrebbe aumentare nel popolo di Dio per una più efficace comprensione del mistero della Salvezza che nella Santissima Vergine trova un punto cruciale. Fermi restando i paletti imposti dalla dottrina e dalla teologia, alla Vergine Maria è dovuto il massimo onore, il culto, la venerazione, la devozione, essendo Ella definita - nella stessa Esortazione - "Regina", un tributo che non è concesso a nessun altro Santo o Martire.
Kiko invece mai, nelle mefitiche esalazioni promananti dal volume del Padre Nostro, si degna di concedere alla Madre del Signore tale tributo di onore, tanto da chiamarla quasi esclusivamente "Maria".
Nel mamotreto del Padre Nostro naturalmente la dose contro la devozione viene rincarata più volte, per esempio:
«Ma attenzione: per ricevere la Madonna come tua madre in casa tua devi essere discepolo, e avere imparato a stare sotto la croce. La croce gloriosa del Signore risorto: alla sua ombra ho messo la mia tenda!, Noi non cominciamo dalla Madonna, facendo un devozionismo - "Fiori a Maria, che buona Mamma mia!" -, si puo' anche fare: "A Gesu' per Maria". Si puo' anche cominciare cosi', ma sono altre cose per gente molto pia, molto cristiana. Noi abbiamo cominciato con il Kerygma. E non c'e' bisogno che io ti parli della Vergine Maria perche' la conosci benissimo...»
Se fosse rimasto qualche dubbio che Kiko è un luterano impenitente, leggendo queste parole si dissolve all'istante. In soli due periodi l'Arguello associa una frase popolare insegnata ai bambini di 4 anni (...fiori a Maria...) con il motto di Luigi Grignon: Ad Jesum per Mariam che correttamente si traduce "a Gesù attraverso Maria". San Luigi che era davvero cattolico aveva capito tutto, a differenza dell'Arguello che rovescia - come sempre - ogni cosa. Chi vuole conoscere davvero Gesù deve necessariamente passare attraverso Sua Madre, che Egli rispetta e ama come il Figlio perfetto di una Madre perfetta. Chi non conosce la Santissima Vergine, non può dire di amare davvero Cristo.
In aggiunta, quel "si può anche cominciare così" detto a mezza bocca, in un inciso, viene subito smentito dall'affermazione successiva, ovvero che si tratti di roba da vecchiette, da baciapile: le accezioni "pio", "molto cristiano" sono dispregiativi nella lingua del neocatecumenale. Sta dicendo in sostanza che chi è ancora attaccato a queste forme di devozione è un "religioso naturale", per utilizzare ancora un termine abusato dai kikos.
E conclude, tristemente, con "non c'è bisogno che io ti parli di Maria". Ovviamente non può, perché non ne sa assolutamente nulla. Tutto ciò riduce l'amore per la Madre del Signore a un vaghissimo e confuso sentimento religioso, monco del necessario insegnamento su come si può pregare la Santissima Vergine, in quali occasioni, in quali mesi, quali sono le feste a Lei dedicate e perché... e così via.
Se Kiko avesse davvero visto la Vergine Maria, se L'avesse davvero incontrata, allora L'amerebbe con tutto il cuore e vivrebbe solo ed esclusivamente per far sì che tutti La conoscano.
Il cammino sarebbe un'opera spiccatamente mariana.
Basta leggere una citazione di San Luigi Maria Grignon - che peraltro non vide mai la Madonna e che addirittura chiese espressamente nelle preghiere di non ricevere visioni, né estasi, né alcunché di simile - per rendersi conto della distanza abissale, incolmabile che separa Kiko dai veri santi mariani:
« [Desidero] continuamente con preghiere una piccola e povera Compagnia di preti che [...] sotto lo stendardo e la protezione della Santissima Vergine Maria, vadano in maniera povera e semplice, a fare catechismo ai poveri della campagna e ad incitare i peccatori alla devozione a Maria. »Ma quale "gente molto pia"? I peccatori! Sono i peccatori che hanno assolutamente bisogno della protezione, assistenza, consiglio e consolazione della Santissima Vergine Madre del Signore. Se Kiko fosse davvero innamorato della Madonna, saprebbe che uno dei Suoi augusti titoli è "Rifugio dei peccatori", e invece che dedicarLe quei canti orrendi, urlati e offensivi, invece che dipingere quelle "icone" oscene e blasfeme, ne raccomanderebbe la devozione, insegnerebbe le pie pratiche del mese di Maggio!
Il cammino, ben lungi dall'essere movimento cattolico, è chiaramente una colossale truffa.
2. Richiedere aiuto alla Vergine risulterebbe "idolatria".
Kiko ignora, o colpevolmente omette, il ruolo fondamentale che la Vergine ha nel cammino del cristiano verso la salvezza. Tutti i grandi santi lo avevano capito benissimo e non trascuravano mai di onorare la Madre di Dio. Come può piacere a Dio, a Cristo, uno che non ama e non venera Sua Madre? E' consolidata tradizione della Chiesa, confermata dall'esperienza diretta, concreta di una miriade di Santi, che l'unione fra Cristo e la Madonna Sua Madre è tanto perfetta che Gesù nulla nega alla Madre che glieLo chiede. E' per questo che nella Chiesa è diventata celebre la frase “Chiedi alla Madre, che il Figlio risponde”.
Non per nulla, nel miracolo di Cana, che Kiko dimostra di non aver capito affatto, è la Madre che si rivolge per prima al Figlio, il quale, per onorarla, acconsente ad anticipare la Sua ora.
Nessuna grazia arriva a noi senza passare per Maria: non è una limitazione imposta al Signore, non è "idolatria", ma il desiderio stesso di Dio, dicono i santi, perché Dio vuole onorarla oltre misura.
La ragione è logica: la maggiore “Grazia” che la terra ha ricevuto dal cielo è Gesù, il Salvatore degli uomini, giunta a noi attraverso Maria, per intervento dello Spirito Santo. I Santi concludono allora facilmente che se la “maggiore” Grazia (Gesù) è giunta “attraverso Maria”, allora le altre, che sono minori, non potrebbero venire se non attraverso di lei.
San Bernardo la definisce “acquedotto di Dio”, San Luigi di Montfort riassume tutto dicendo che “Dio ha riunito tutte le acque e ha dato il nome di mare, ha riunito tutte le grazie e ha dato il nome di Maria”. Maria è l’oceano delle grazie di Dio.
L'Esortazione citata da Kiko stesso, la Marialis cultus, dà platealmente torto al predicatore spagnolo anche su questo aspetto. I passi nei quali il Beato Paolo VI spiega ciò che la Vergine può concedere a chi La invoca con cuore puro, in stato di grazia, sono molteplici e non è possibile citarli tutti. Vale la pena però riportare questo passo estremamente commovente:
«La pietà verso la Madre del Signore diviene per il fedele occasione di crescita nella grazia divina (...) La Chiesa cattolica, basandosi sull'esperienza di secoli, riconosce nella devozione alla Vergine un aiuto potente per l'uomo in cammino verso la conquista della sua pienezza. Ella, la Donna nuova, è accanto a Cristo, l'Uomo nuovo, nel cui mistero solamente trova vera luce il mistero dell'uomo, e vi è come pegno e garanzia che in una pura creatura, cioè in lei, si è già avverato il progetto di Dio, in Cristo, per la salvezza di tutto l'uomo. All'uomo contemporaneo, non di rado tormentato tra l'angoscia e la speranza, prostrato dal senso dei suoi limiti e assalito da aspirazioni senza confini, turbato nell'animo e diviso nel cuore, con la mente sospesa dall'enigma della morte, oppresso dalla solitudine mentre tende alla comunione, preda della nausea e della noia, la Beata Vergine Maria, contemplata nella sua vicenda evangelica e nella realtà che già possiede nella Città di Dio, offre una visione serena e una parola rassicurante: la vittoria della speranza sull'angoscia, della comunione sulla solitudine, della pace sul turbamento, della gioia e della bellezza sul tedio e la nausea, delle prospettive eterne su quelle temporali, della vita sulla morte.»e ancora:
«La missione materna della Vergine spinge il Popolo di Dio a rivolgersi con filiale fiducia a colei, che è sempre pronta ad esaudirlo con affetto di madre e con efficace soccorso di ausiliatrice. Esso, pertanto, è solito invocarla come Consolatrice degli afflitti, Salute degli infermi, Rifugio dei peccatori, per aver nella tribolazione conforto, nella malattia sollievo, nella colpa forza liberatrice; perché ella, che è libera dal peccato, a questo conduce i suoi figli: a debellare con energica risoluzione il peccato.»Ciò rende particolarmente scandalosa l'insistenza di Kiko riguardo al peccato come mezzo di conoscenza di se stessi: tale condotta è inconciliabile con la Santissima Madre di Dio, che è la più pura di tutte le creature e la più perfetta. Lo stato di peccato non permette di usufruire delle innumerevoli grazie che sono veicolate attraverso la Madre del Signore.
3. La Vergine non è Avvocata del genere umano.
Secondo Kiko l'idea che la Vergine Maria possa essere un aiuto grandioso presso il Cristo, Suo Figlio, è "superficiale" e idolatrica. Anche in questo caso si prende un particolare vero (alcuni eccessi nella venerazione della Vergine, o cattive interpretazioni del pensiero dei Padri e dei Santi) e lo si trasforma in pietra di paragone per tutta la mariologia passata e presente, una tattica squisitamente luterana. Supponiamo ci sia lo zampino di Carmen in tutto questo, la quale prese il "bigotto cursillista" per plasmarlo in esecutore fedele del suo pensiero. La nostra esperienza diretta ci testimonia di come Carmen fosse allergica alle immagini "devozionali" della Madonna, pur raccomandate da tutti i santi, come la "medaglia miracolosa". Questa in particolare le risultava odiosa, tanto da cercare persino di strapparla dal collo di chi la portasse in evidenza.
Contrariamente al pensiero di Kiko e della defunta Carmen, la storia dei Santi (quelli veri) è costellata di espressioni forti, profonde, nei riguardi della Vergine e della Sua specialissima condizione nel Cielo e verso il genere umano. Le citazioni potrebbero essere molteplici, ne riportiamo solo alcune.
San Bonaventura afferma: « Maria ha il grande privilegio di essere potentissima presso suo Figlio». perché le preghiere di Maria sono preghiere di una madre. Per questa ragione san Pier Damiani dice alla Vergine: « Ti è stata data ogni potenza in cielo e sulla terra. Tu puoi tutto quello che vuoi, poiché ti è possibile sollevare alla speranza della salvezza anche i disperati ». E aggiunge che il Figlio tiene così gran conto delle preghiere di Maria che ha tanto desiderio di accontentarla. Così Gesù vuole onorare la sua cara Madre che lo ha tanto onorato durante la sua vita, accordandole subito tutto ciò che domanda e desidera. San Germano lo conferma dicendo alla Vergine: « Madre di Dio, tu sei onnipotente per salvare i peccatori e non hai bisogno d'altra raccomandazione presso Dio, poiché sei la madre della vera vita». Sant'Anselmo così si rivolge a Maria: « Vergine santa, il Signore ti ha innalzato a tal punto che con il suo favore puoi ottenere tutte le grazie possibili ai tuoi devoti »
Santa Brigida udì un giorno Gesù che parlando con Maria le disse: « Madre mia, tu sai quanto ti amo; perciò chiedimi quello che vuoi, perché qualsiasi tua domanda non può non essere esaudita da me ». E Gesù ne spiegò mirabilmente la ragione: « Poiché non mi hai negato nulla sulla terra, non ti negherò nulla in cielo ».
Si dice dunque che Maria è onnipotente nel modo che può intendersi di una creatura, la quale non può possedere un attributo divino. Ella è onnipotente perché con le sue preghiere ottiene tutto quello che vuole. Dice anche Sant'Anselmo: « Qualunque cosa tu voglia, o Vergine, è impossibile che non avvenga ». A tale proposito il beato Alberto Magno fa parlare così Maria: « Io debbo essere pregata di volere; perché se voglio, è necessario che avvenga ».
E Sant'Alfonso de' Liguori, spiega dolcemente: « Oh bontà davvero meravigliosa del nostro Dio, che assegnò te Signora come avvocata ai suoi rei, perché tu ottenga quello che vuoi! Peccatori, fratelli miei, se ci troviamo rei colla divina giustizia e già condannati all'inferno per li nostri peccati, non ci disperiamo, ricorriamo a questa divina Madre, mettiamoci sotto il suo manto, ed ella ci salverà. Buona intenzione ci vuole di voler mutar vita: buona intenzione e confidenza grande in Maria, e saremo salvi. E perché? perché Maria è un'avvocata "potente", un'avvocata "pietosa", un'avvocata "che desidera di salvar tutti". »
E, per venire a tempi più recenti, prendiamo due Santi del nostro secolo: Massimiliano Maria Kolbe e Pio da Pietrelcina.
Scrive il primo: « una preghiera elevata a Dio per le mani dell’Immacolata non può rimanere senza effetto, come è detto nell'invocazione di san Bernardo: “Ricordati, o pietosissima Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno, dopo aver fatto ricorso alla tua protezione, sia stato abbandonato da te”. Innanzi tutto, perciò, la preghiera umile, fiduciosa, costante (... ) Preghiamo bene, preghiamo molto, sia con le labbra che con il pensiero e sperimenteremo in noi stessi come l’Immacolata prenderà sempre più possesso della nostra anima, come la nostra appartenenza a Lei si approfondirà sempre più sotto ogni aspetto, come le nostre colpe svaniranno e i nostri difetti si indeboliranno, come soavemente e potentemente ci avvicineremo sempre più a Dio (...) Le cadute ci insegnano a non fare affidamento su noi stessi, ma a riporre tutta la nostra fiducia nelle mani di Dio, nelle mani dell’Immacolata. Non affliggerti mai per i tuoi difetti, ma affidali completamente all’Immacolata, affinché Ella stessa li trasformi in un bene maggiore.
E Padre Pio: « Quante volte ho confidato a questa madre le penose ansie del mio cuore agitato! e quante volte mi ha consolato!… Nelle maggiori afflizioni mi sembra di non aver più madre sulla terra; ma di averne una molto pietosa nel cielo». Nella stessa lettera, espone addirittura la delicatezza della Madonna che lo accompagna all'altare: « Povera Mammina, quanto bene mi vuole! L’ho constatato di bel nuovo allo spuntare di questo bel mese. Con quanta cura mi ha ella accompagnato all'altare questa mattina. Mi è sembrato ch'ella non avesse altro a pensare se non a me solo col riempirmi il cuore di santi affetti ».
Il più grande desiderio della Madonna - confermato direttamente ai santi pastorelli di Fatima - è che tutte le anime siano preservate dal fuoco dell'inferno e per questo comandò che si pregasse impetrando, nel Rosario, con la frase "porta in cielo tutte le anime, specialmente quelle più bisognose della Tua misericordia".
La distanza fra il pensiero cattolico e le deiezioni di Kiko è innegabilmente incolmabile. I mamotreti, anche al netto dell'operazione di chirurgia estetica operata dai Cardinali della Curia, sono incorreggibili perché basati su un pensiero fondamentalmente non cattolico. L'unica soluzione per depurarli, come disse saggiamente Lino, è il fuoco.