giovedì 28 marzo 2024

Alcuni concetti elementari da ricordare ai "non addetti ai lavori"

"Allegria" neocatecumenale
in mezzo alle "icone" di Kiko
Per evitare di ritrovare in ogni spazio commenti sempre le stesse polemiche, ogni tanto ci permettiamo di riepilogare senza troppi fronzoli alcune cose che per i cattolici sono già ben chiare ma che i fratelli del Cammino sembrano ignorare completamente (se non deliberatamente).



Nostro Signore ha insegnato. Cioè abbiamo una dottrina. E ha santificato. Cioè abbiamo i sacramenti.

Nostro Signore ha istituito la Chiesa affinché proseguisse la Sua opera, opera di insegnamento, santificazione, guida spirituale. Ha scelto degli uomini precisi, a cui affidare una missione che durerà fino alla fine dei tempi: "pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle" (cfr. Gv 21,15-19).

Dunque la Chiesa origina da quegli uomini (e dai loro legittimi successori). La Chiesa è santa quando insegna quell'unica vera dottrina, è santa quando celebra i sacramenti, è santa quando guida spiritualmente le anime verso Nostro Signore.

Per sostenere tale santità della Chiesa, Nostro Signore inviò il Paràclito e garantì che le porte degli inferi non avrebbero prevalso. Cioè ci possiamo fidare che i sacramenti, celebrati come la Chiesa comanda, sono efficaci. Ci possiamo fidare che la dottrina universalmente insegnata dalla Chiesa lungo venti secoli, è proprio quella. Ci possiamo fidare che per comprenderla meglio vale la pena affidarsi al Magistero della Chiesa. Ci possiamo fidare che ciò che la Chiesa ha sempre e ovunque fatto e detto (cioè la Tradizione), è valido e utile per la nostra vita di fede: la verità non diventa obsoleta, non si finisce mai di riscoprirla.

Dunque il nostro rapporto con la Chiesa non è quello di "iscritti ad un'associazione" che devono ubbidire alle bizzarrie dei capi del momento adeguandosi ai "cambiamenti di programma" secondo le mode. Il nostro rapporto con la Chiesa è invece quello di figli che con gratitudine apprendono e seguono la dottrina che essa ha sempre insegnato, si santificano attraverso i sacramenti che essa ha sempre amministrato, vivono una vita cristiana guidati da coloro che Nostro Signore ha scelto (Pietro e gli Apostoli uniti con lui, e dunque i loro legittimi successori).

Per questo motivo non riteniamo "ostacolo alla fede" il fatto che certi uomini di Chiesa abbiano compiuto malvagità o abbiano praticamente perso la fede, pur deprecandoli. Per esempio, riguardo all'impenitente vescovo pedofilo neocatecumenale, siamo addolorati per le vittime, siamo addolorati per il suo non pentirsi adeguatamente, e siamo addolorati perché tutto ciò getta vergogna e disonore sulla nostra amata santa Chiesa. Ma la santità della Chiesa riguarda solo quella dottrina, quei sacramenti, quella guida spirituale, non le azioni dei singoli (che restano in ogni momento liberi di scegliere se andare verso Dio o verso la dannazione, e peggio per loro se scelgono quest'ultima).

La divina Rivelazione si è conclusa alla morte dell'ultimo degli Apostoli. Dunque istintivamente diffidiamo di ogni soggetto che voglia introdurre "novità" nella fede, e diffidiamo anche di ogni "novità" negli altri campi (dottrinale, liturgico, morale...), perché riteniamo impossibile che qualcuno "ne capisca più di tutta la santità della Chiesa". Chi presenta una qualsiasi "novità" in campo dottrinale, liturgico, morale, ecc., anche se fosse in perfetta buona fede, e non importa con quanta eleganza stilistica e successo di pubblico, sta pressoché certamente servendo il demonio.

Infatti la dottrina può essere spiegata in tanti nuovi modi diversi, ma è sempre la stessa (e "spiegare" non implica mai "contraddire" o "confondere" o "rendere ambiguo"). Così pure i sacramenti: può cambiare il modo in cui la Chiesa li celebra (sono stati cambiamenti rari e mai sostanziali), ma sono sempre gli stessi sette. Così pure la vita morale, così pure le forme di "ossequio" verso i legittimi pastori, ecc. Dunque è naturale che alcuni più propensi alla vita di povertà abbiano come ispirazione un Francesco d'Assisi, e alcuni più propensi all'educazione dei giovani abbiano a cuore un don Bosco, e alcuni più propensi alla missione si affezionino a padre Kolbe o a Teresa di Lisieux... Dunque è naturale che nei periodi storici in cui la carne era un lusso e il digiuno era un faticoso sacrificarsi, la Chiesa raccomandava di digiunare e di astenersi dalle carni, mentre oggi può apparentemente "ammorbidire" un pochino quella "disciplina" senza che ciò sia in contraddizione l'insegnamento di sempre. La Chiesa si fonda su ciò che Nostro Signore ha fatto e ha insegnato, non su un elenco di 613 precetti scolpiti nel marmo (o modificabili secondo le mode).

Il termine dispregiativo "novità" venne applicato anche agli stessi protestanti, che nei primissimi anni venivano chiamati novatores, che in latino significa "gli innovatori", "coloro che introducono novità". Che è un appellativo molto più sprezzante di "protestanti": pretendevano di aver "capito" la fede meglio di 15 secoli di santità della Chiesa. Volevano introdurre "novità" che la Chiesa non si era mai neppure sognata di ideare. "Aboliamo (o banalizziamo) il sacerdozio!", chi sei tu per capirne più degli Apostoli e dei loro successori lungo tutta la vita della Chiesa?

"Novità" può anche non riguardare contenuti della fede ma una mentalità, ad esempio la pretesa di avere una specie di ricetta magica che fino a quel momento nessuno aveva scoperto, e che farebbe "finalmente" vivere la fede in modo adeguato. Per esempio il Cammino Neocatecumenale proclama di far vivere una fede finalmente "adulta", imponendo ai suoi adepti di sbarazzarsi della fede tradizionale (che malvagiamente ritiene inquinata di "religiosità naturale", "paganesimo", "devozionismo", ecc., disprezzando la transustanziazione, i confessionali, la presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento, il concetto di Sacrificio, ecc.).

Il Cammino si propone come "novità" nel panorama ecclesiale (proprio nel senso di considerare inferiori o addirittura sbagliate tutte le altre forme di vita cristiana), usando come foglia di fico il Concilio Vaticano II (e facendo dire al Concilio ciò che il Concilio non aveva detto). La Carmen, cofondatrice del Cammino, parlando di Kiko disse: «gli ho servito il Concilio su un piatto d'argento». Cioè il Concilio, che non tratta di "convivenze", di "decime", di canzonette urlate e grattugiate su chitarrelle e charangos, di "tappe", di battimani, di alberghi e di "alzate", di "scrutini" condotti da laici che scarnificano le coscienze, ecc., fu per Carmen e Kiko l'alibi per spacciare per "fede adulta" le novità che essi stessi vollero introdurre.

Nel caso neocatecumenale, tale "ricetta magica" viene chiamata equivocamente "riscoperta del battesimo" o addirittura "itinerario di iniziazione" (termine molto caro alle massonerie). Tale "riscoperta", però, non consiste nell'approfondire la dottrina cattolica sul sacramento del battesimo, ma consiste nell'effettuare un gran numero di attività (pagamenti di "decime", riunioni di "convivenza", celebrazioni delle "alzate", infinite "preparazioni"...) che la Chiesa non ha mai comandato né raccomandato, e che nel Cammino si effettuano idolatrando il fondatore Kiko (si cantano solo i canti di Kiko, si usano solo le suppellettili sacre designed by Kiko, si celebra solo nelle chiuse salette con seggiole pieghevoli e tavolinetti smontabili così come comandarono Carmen e Kiko, tutto dev'essere di Kiko, anche il copribibbia made in Kiko, la vestina bianca griffata da Kiko, persino la fascetta reggichitarra in Kiko-style, addirittura la foggia della barba come quella di Kiko...).

Ricordiamo infine alcuni fatti ineludibili - già largamente indicati nelle oltre 2800 pagine di questo blog -, e le loro conseguenze:

  • il Cammino contiene errori, eresie, strafalcioni liturgici, ambiguità, gravissime mancanze di carità verso i fratelli delle comunità, ecc.: sono cose che vengono dal demonio (quello vero, non il simpatico portasfortuna che ti fa trovare coda al casello quando vai alla "convivenza");
  • finché il Cammino non corregge quegli errori (e son passati sessant'anni senza correggerli, nonostante la massima autorità della Chiesa abbia ripetutamente comandato di correggerli), dovremo dedurre che il Cammino vuol piacere non a Dio ma al demonio; ed è diabolica l'ostinazione neocatecumenale nel ripetere sempre gli stessi errori anche dopo che sono stati ripetutamente dimostrati essere errori;
  • i riconoscimenti (Statuto, incoraggiamenti, ecc.) non autorizzano quegli errori: nessun documento della Chiesa, nessun intervento dei Papi, ecc., ha mai autorizzato gli strafalcioni liturgici, le ambiguità e le vere e proprie eresie, il bullismo dei cosiddetti "catechisti" nei confronti dei fratelli delle comunità, l'esazione fiscale-estorsiva delle "Decime", la pagliacciata delle "convivenze" e quella delle "alzate", ecc.;
  • i neocatecumenali sono idolatri: non riescono a pensare nulla se non ci mettono in mezzo il Cammino e i suoi cosiddetti "catechisti"; per questo li vedrete o darsi alla pazza superbia (volersi distinguere a tutti i costi dai cristiani "normali"), o mimetizzarsi nei contesti cristiani quel tanto che basta per introdurvi sottobanco la kikolatria (ed estrarre fedeli dalla Chiesa per convogliarli al Cammino);
  • lo "sgarro" peggiore, per il Cammino, è quando qualcuno abbandona la setta ma ritrova la fede e la serenità (alla faccia di Kiko e dei suoi pretoriani, che hanno sempre detto che chi lo lascia troverà solo la disperazione e la perdizione). La mentalità cupa e funerea dei neocatecumenali (insieme alla loro finta allegria, ai loro falsi sorrisi, alla loro ipocrita esibizione di mansuetudine) serve infatti a rendere schiavi del Cammino i fratelli delle comunità, serve a fare in modo che su qualsiasi questione della vita - anche le più banali - abbiano sempre come riferimento la comunità del Cammino e i suoi capicosca.

giovedì 21 marzo 2024

Il calvinismo di Kiko e del Cammino, nel negare la grazia santificante

Dettaglio di uno sgorbio kikiano:
"l'anima" è totalmente
"in braccio al demonio"...

Ho recentemente avuto uno scambio di messaggi con una donna che qui chiamerò "A.", statunitense, e che è stata nel Cammino per quindici anni. Fra le tante cose, nel parlare dei Novissimi, è emerso un aspetto scioccante di ciò che il Cammino Neocatecumenale insegna riguardo al peccato e alla grazia.

Nota: la questione "pecore e capri" riguarda la citazione del Vangelo di Matteo (cfr. Mt 25,31-33):

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.

Nota: l'escatologia è la scienza teologica delle "cose ultime", cioè sul destino definitivo e finale delle persone e del creato.



  • "Cosa hai imparato riguardo all'escatologia e specificamente riguardo al Purgatorio e al Giudizio finale?"

Di fatto, non molto sul Purgatorio. Non c'è stata nessuna spiegazione in termini chiari. Non era un argomento che [i cosiddetti "catechisti" del Cammino] hanno trattato in gran dettaglio, ecco. Direi che il Purgatorio era qualcosa di implicito. Il Giudizio finale era più riferito al tuo ultimo giudizio alla fine della vita, ma non mi sembra che fosse stato formalmente insegnato qualcosa contro gli insegnamenti della Chiesa. Cristo giudice è un'icona piuttosto comune... Ma perché mi chiedi del Purgatorio e del Giudizio finale?

Quanto a pecore e capri... mi sembra che stai toccando la questione della confusa dicotomia neocatecumenale riguardo alle anime scelte da Dio e all'incapacità del singolo di essere perfetto. Per loro non esistono livelli intermedi: sei contemporaneamente un prescelto e un "incapace di non peccare". Nessuna gradualità. Nel Cammino non mi è mai stata data una spiegazione della differenza fra peccato mortale e peccato veniale: perfino il più remoto giudizio nei pensieri veniva considerato grave come il sesso prematrimoniale. Era tutto ugualmente cattivo e vergognoso. Così la loro definizione di santità non riguardava l'anima che si è impegnata a praticare le virtù e a peccare di meno (poiché ciò sarebbe impossibile in quanto siamo tutti peccatori), ma riguardava semplicemente l'aver riconosciuto le proprie debolezze, il proprio status di peccatore, la propria indegnità, abbandonandosi tutto alla misericordia di Dio. Dunque, direi, che le pecorelle lì non ci sono perché sarebbero un'illusione.

  • "Tempo fa avevo già notato che il concetto di «grazia santificante» e l'essere «in stato di grazia» sono assenti dalle catechesi neocatecumenali, e ciò che mi dici sembra chiarirne il motivo... È come se Kiko e i cosiddetti «catechisti» siano considerati il carisma e la grazia, il che forse spiega perché si danno da fare a declassare la vera grazia attuale e santificante". 

C'è davvero una linea confusa fra il messaggero e la grazia stessa. Per di più, la causa che i fratelli di comunità indicano come motivo di svolta nella loro vita morale, non è nei sacramenti, ma nella comunità stessa. Ora, comunità e interazione sociale sono state scientificamente dimostrate la "cura" per manie, ansietà, depressioni, e altri problemi. Così, in un certo qual senso, si sentono liberati dai demoni, ma senza ricevere una chiara guida su come far permanere la propria anima in uno stato di grazia santificante. È stato qualcosa che mi ha molto confuso durante la mia crescita, e sì che io sono una persona che studia ed è capace di ascoltare. Adesso so come rimanere in stato di grazia (attraverso la frequente confessione e la devota comunione), ma prima di ciò non mi era così chiaro. C'era quel loro continuo ripetere che stai sempre dispiacendo a Dio, che per certi versi potrebbe anche essere vero, ma quanto è davvero utile insistere semre su quello.

La tensione verso la santità, la ricerca della perfezione lungo tutto il proprio pellegrinaggio terreno, sono concetti totalmente assenti nel Cammino. Per loro è "o tutto o niente", e il concetto di "perfezione" (nel senso di virtuosa imitazione di Cristo), è semplicemente considerato impossibile. Ciò è estremamente contraddittorio. È importante distinguere fra peccato veniale e mortale, fra la grazia santificante e la grazia attuale (la grazia per agire). Sono fortemente convinti di abbisognare della grazia attuale per poter fare qualsiasi cosa, ma il concetto di grazia santificante è praticamente assente, se non del tutto.

Con l'ignorare o negare la realtà della grazia santificante, Kiko Argüello e il Cammino Neocatecumenale sono pericolosamente vicini all'insegnamento calvinista della "totale malvagità dell'uomo". In quell'ottica, le anime non hanno bisogno di santificarsi perché la santità viene "imputata" solo da Dio.

giovedì 14 marzo 2024

FACCIAMO IL GIOCO DELLA LAVANDA DEI PIEDI

In una pagina UFFICIALE del Cammino Neocatecumenale in Brasile, sottolineiamo “ufficiale”, si parlava della Pasqua 2020 che, a causa del lockdown da coronavirus, ha visto la maggior parte dei fratelli neocatecumenali celebrare il Triduo Pasquale e la Pasqua stessa nelle loro case, moltissimi in totale autosufficienza, senza ricorrere nemmeno alla visione online o in Tv dell’Eucarestia pasquale generosamente trasmessa dalla Chiesa Cattolica o, al più, da presbiteri neocatecumenali secondo le loro modalità.

Quel che è stupefacente è che questi neocatecumenali “ufficiali” dichiarano e mostrano senza timore ciò che hanno fatto nelle loro case, addirittura vantandosene, chiaramente evidenziando che hanno ormai perduto ogni rimasuglio (se mai ce ne fosse stato uno) di legame con la Chiesa Cattolica.

Si legge:

Nel 2020, il Signore ha OFFERTO una PASQUA DIVERSA. Incapaci di riunirsi in comunità a causa della nuova pandemia di coronavirus, i fratelli che compiono il Cammino Neocatecumenale hanno celebrato il Triduo Pasquale nelle loro case. Ogni famiglia ha vissuto la Veglia nell'intimità della Chiesa domestica, celebrando la Parola, cantando i salmi, con i genitori che trasmettono la fede ai propri figli, “facendo la Pasqua” e terminando con il banchetto pasquale.

PASQUA DIVERSA: Già qui ci sembra alquanto libera l’affermazione di “Pasqua diversa” OFFERTA dal Signore (come se esistesse una "Pasqua normale" che non è "offerta" dal Signore...). La Pasqua NON PUÒ ESSERE MAI DIVERSA, casomai sono le circostanze nelle quali viene celebrata che possono cambiare: a causa dell'imposizione governativa dei lockdown, infatti, non si è potuta celebrare nelle Chiese, ma solo facendo "comunione spirituale" e collegandosi attraverso i mezzi telematici. Però  per noi cattolici non era una Pasqua diversa: è sempre la stessa Pasqua che Gesù stesso istituì, e così deve essere, anche se le circostanze te la fanno vivere in modi imprevisti.

INCAPACI DI RIUNIRSI IN COMUNITÀ: non si dice in Chiesa, ma “in comunità”, visto che le loro Pasque vengono celebrate ovunque, anche nei saloni degli alberghi, ma mai insieme ai "cristiani della domenica" (cioè i cattolici): i neocatecumenali si isolano proprio nel giorno eucaristico per eccellenza da tutto il resto della comunità parrocchiale. (È un problema che riemerge ogni anno, quello delle "veglie separate" neocatecumenali, con le solite ripetute - e inascoltate - lamentele da parte di parroci, vescovi e curie)

I NEOCATECUMENALI NEL 2020 HANNO CELEBRATO IL TRIDUO PASQUALE NELLE LORO CASE: purtroppo, non solo loro, ma tutta la comunità cristiana l’ha dovuto fare, sicuramente però quest’ultima UNITA alla Chiesa attraverso la comunione spirituale e non autosufficientemente improvvisando come ministro sacerdotale il capo-famiglia.

Poi c’è il culmine: 

«OGNI FAMIGLIA HA VISSUTO LA VEGLIA NELL'INTIMITÀ DELLA CHIESA DOMESTICA, CELEBRANDO LA PAROLA, CANTANDO I SALMI, CON I GENITORI CHE TRASMETTONO LA FEDE AI PROPRI FIGLI, “FACENDO LA PASQUA” E TERMINANDO CON IL BANCHETTO PASQUALE.»

Ci chiediamo in tutto questo dove stia la Chiesa e la necessaria figura ministeriale, mai nemmeno rammentate una sola volta. 

Anche le azioni descritte, benché si riferiscano all'aver "VISSUTO LA VEGLIA", non fanno alcun cenno al Santissimo Sacramento: "celebrando la Parola", "cantando salmi", "terminando col banchetto pasquale" (che non può mai mancare...).
Questa sarebbe la Veglia Pasquale Neocatecumenale nella chiesa domestica neocatecumenale.

La frase finale è tutta un programma:

Molte famiglie hanno inviato foto, video e lettere al Centro Neocatecumenale di Brasilia in cui hanno condiviso l'esperienza della Pasqua celebrata a casa, tutte benedicendo Dio per questo evento che sarà una pietra miliare nella storia di ogni famiglia e del Cammino Neocatecumenale.

I neocatecumenali erano contenti, benedicevano Dio per l’”esperienza della Pasqua celebrata a casa”, per questo, come nei più squallidi social mondani, hanno inviato le loro foto ed i loro video per immortalare questo evento che “SARÀ UNA PIETRA MILIARE” nella storia delle famiglie neocatecumenali.
Pietra miliare di cosa? Dell'imposizione governativa dei lockdown?

Queste parole “UFFICIALI” dei neocatecumenali brasiliani hanno già odore di autosufficienza, quindi di scisma, cioè di nessun legame con la Chiesa Cattolica.

Siccome sono così contenti di mostrare le loro foto, li accontenteremo, anche se vedremo delle aberrazioni.

Ci limiteremo alla “celebrazione” della Lavanda dei piedi, che già sappiamo essere una rivisitazione-spettacolo anche quando viene effettuate nelle salette neocatecumenali.

In casa ancora di più.

Non vorremmo ribadire come la Chiesa Cattolica intende e vive la celebrazione in coena domini del giovedì Santo e che significato ha la lavanda dei piedi fatta dal SACERDOTE, lo sappiamo già tutti.

Nemmeno vorremmo dilungarci nell’esposizione della lavanda dei piedi neocatecumenale, fatta con spirito di letteralismo biblico, “tra fratelli” nelle salette, massimamente senza la presenza di un sacerdote, le cui veci vengono fatte dal responsabile LAICO della comunità. (Nella Chiesa Cattolica la lavanda dei piedi avviene in un contesto liturgico preciso e non richiede che sia fatta a "tutti").

Mi chiedo perché non prendano letteralisticamente anche le parole evangeliche: “Se la tua mano ti scandalizza, tagliala, se il tuo piede ti scandalizza, taglialo, se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo via da te…”. Forse perché tutti rimarrebbero menomati?

Quel che ci turba è vedere che “nelle loro case”, fanno giocare alla “lavanda dei piedi" anche i bambini, che non possono avere contezza del grande mistero contenuto nelle celebrazioni del Triduo e della Pasqua, troppo piccoli per comprendere.

Adesso i bambini, non più al chiuso delle salette, ma delle case private, da ascoltatori sono diventati attori di una sceneggiata che di puntata in puntata diviene sempre più spettacolo e meno celebrazione, fino al punto da assomigliare a una fiction televisiva.

Quando ero nel Movimento Neocatecumenale, essendomi totalmente bevuta il cervello e la ragione nell’assunto di essere in presenza di una chiesa “viva”, ero tra i più osservanti, cioè tra i più cretini, perché i furbi sono quelli che parlano bene ma non praticano altrettanto, si tutelano.

Ultimamente, dopo anni che ormai ho lasciato l’esperienza, ho subito un notevole contraccolpo quando mio figlio maggiore, ancora nel Movimento, mi ha confessato con naturalezza che fino all’età dell’adolescenza credeva che il Movimento Neocatecumenale al quale appartenevamo fosse “una delle tante chiese”, come i protestanti, gli evangelici, i calvinisti, i cristiani, i neocatecumenali…

Che danno!

Ma purtroppo è la nuda e cruda realtà.

Trasmettevamo il Movimento Neocatecumenale, non la Chiesa Cattolica.

giovedì 7 marzo 2024

UN PAIO DI ESEMPI RIGUARDO ALLA CRISI FINANZIARIA NEOCATECUMENALE

Per sgombrare subito il campo da ostili fraintendimenti, precisiamo che il presente articolo non si fonda sul sottile senso di godimento che molti neocatecumenali ci attribuiscono quando andiamo a focalizzare aspetti che preferirebbero rimanessero nascosti.

Se si parla di "crisi finanziaria", problematica che ad oggi affligge non solo molti singoli, ma interi stati e territori, è solamente perché vorremmo evidenziare come un sistema che si regge primariamente sul denaro sia destinato ad accusare duri colpi quando il denaro inizia a scarseggiare. E ci pare proprio il caso del Movimento Neocatecumenale che nel corso di sessant'anni di vita ha estratto dalle tasche dei "fratelli delle comunità" una quantità inimmaginabile di soldi (di cui le "Decime" sono solo un aspetto), soldi sui quali non viene mai fatta alcuna rendicontazione, mai trasparenza.

Che nel Movimento Neocatecumenale sia d’uso batter cassa in continuazione è noto a tutti fin dalla "convivenza" che avviene al termine delle "catechesi iniziali". Ma sappiamo anche che quando gli interessi sono alti, il modo di sopperire alle necessità interne l’hanno sempre trovato indipendentemente ed oltre gli introiti derivanti dai camminanti.

Qualche anno fa i capicosca della cricca neocatecumenale aveva speso parecchi milioni di euro per acquistare un appezzamento di poco più di mezzo ettaro sul monte degli Ulivi, con la prospettiva di costruire la seconda Domus kikolatrica in Israele che costerà chissà quante altre decine di milioni, oltre a tutte le spese annuali fisse per le "convivenze" dei cosiddetti "itineranti", dei seminaristi, dell’implantatio di qualche nuovo seminario Redemptoris Mater multimilionario, convivenze spesate per vescovi…

Eppure qualche anno fa la pandemia del 2020 deve aver prosciugato parecchio le casse, perché ci giunsero notizie che alcuni seminari Redemkikos Mater navigavano in acque piuttosto incerte. Per esempio, il Redemptoris Mater di Belem, Brasile, deve sloggiare dall’edificio che occupava solo da 6 anni: i kikos brasiliani implorarono donazioni a tambur battente.

Il vecchio Redemkikos Mater a Belém

Il fatto è che questo seminario dovette lasciare l'edificio (messo in vendita) e -che strano!- non avevano i soldi per acquistarlo. Da un video sulla loro pagina Facebook risulta che a fine 2021 trasferirono il seminario "IN UNA PARROCCHIA".

In una parrocchia?

Seminaristi nel 2020

Invece si incaponirono su quel seminario, tra l’altro neocatechumenal style ma, evidentemente, ”transitorio”.



Per essere provvisorio,
niente male...






In facebook si leggeva:

“Il nostro seminario non ha un reddito fisso e non riceve aiuto da nessuna istituzione. Viviamo di donazioni e generosità delle persone.”

Eppure, quando elencano gli enti su cui versare le contribuzioni, parlano di “nostri account”, ne hanno ben 4: Sem. Redemptoris Mater de Belém, BANCO DO BRASIL, BANCO ITAÚ, BANCO PAGSEGURO 290 (PagBank).

Per essere un organismo che vive di donazioni, finanziariamente sono molto ben organizzati. Anzi, ci chiediamo proprio come mai a loro non basti un solo conto corrente.

Di certo si rendono conto di star chiedendo molto, in un tempo difficile per tutti com’è questo:

“Cari amici, stiamo vivendo un periodo di crisi finanziaria che è già visibile in molte case.”

Siamo nel 2024 e ancora organizzano cenette di beneficenza e riffe, sempre senza soldi. Intanto ci chiediamo come mai, se la struttura non era stabile, ed il seminario era stato eretto solo pochi anni prima, abbiano speso così tanti soldi per adeguarlo alle architetture kikiane, per poi buttare tutto all’aria a fine 2021 per traslocare. Soldi buttati.

Forse non credevano di dover sloggiare così presto?

Da notare che il primo presbitero neocatecumenale di quel seminario fu ordinato solo ad agosto del 2017, quindi non può nemmeno vantare radici storiche.

Nell’articolo che parla dell’ordinazione di questo presbitero cinquantenne, si attribuisce al vescovo di Belém, mons. Alberto Taveira Corrêa, la dichiarazione fatta addirittura nell’omelia, che sarebbe stato proprio Papa Francesco a chiedergli di aprire un seminario missionario in Amazzonia.

Da come vediamo parlare ed agire Papa Francesco ci risulta difficile crederlo, ma forse voleva riferirsi ad altro tipo di seminario missionario. Non ne esistono solo di neocatecumenali.

Per dichiarazione esplicita, nel 2013, quel seminario ospitava solo 13 seminaristi.

Fatto sta che oggi son tempi di magra e il fiume di soldi neocatecumenali è sempre più striminzito, son finiti da tempo gli sciali e gli sfarzi dei neocatecumenali.

Nel frattempo, in quegli stessi anni, doveva correre ai ripari anche il Redemkikos Mater di Rio de Janeiro, con un video youtube altamente specializzato in raccolta fondi.

Spiegazione delle carte di credito e di debito:
è la "riscoperta del battesimo", fratelli!

E che dire di quando chiesero soldi per restaurare la chiesa di San Michel a Beirut, in Libano?

Estremi per le donazioni
da facebook

Pochi anni fa la situazione non era questa, al punto che per finire di costruire il seminario Redemkikos Mater di Beirut, nel 2018 ancora servivano 2 milioni e mezzo di euro, dato che l’intenzione era di ricostruirlo ex novo da un edifico enorme irrimediabilmente danneggiato dalla guerra e rimasto solo uno scheletro di macerie.

Inizio lavori di ristrutturazione



Ruderi da ristrutturare per il nuovo
Redemkikos Mater a Beirut

Non pare che il progetto, ad oggi, sia stato portato a termine, ma solo pochi anni fa si presumeva che i soldi ci fossero: si parlava di diversi milioni di euro solo perché, come diceva padre Guillaume Bruté de Rémur, rettore del Redemptoris Mater libanese, non volevano restare dov’erano già, cioè in una zona più confortevole e straborghese vicino al Patriarcato e alla Nunziatura. Attualmente pare ci sia meno di una decina seminaristi (come visibile dalle immagini facebook).

Nel 2018 padre Guillaume rivelava che il seminario si era già trasferito, anche se non ultimato:

“A Beirut, noi stavamo nella zona straborghese e cristiana di Ashrafieh. La domanda è stata: rimanere in quel posto confortevole e sicuro, vicino al mare e a due passi dal Patriarcato e dalla Nunziatura, oppure fare questa pazzia di prendere due vecchi palazzi distrutti dalla guerra, su un cimitero profanato dagli islamici, per ristrutturarli e metterci qui? SIAMO VENUTI QUI. A fare da ponte fra musulmani e cristiani. A proporci come un punto chirurgico, di quelli che cuciono una ferita mai chiusa... Il seminario è in costruzione, bisogna trovare ancora due milioni e mezzo di euro, ma i lavori procedono bene."

Mirabile intento (sarà davvero stata una loro eroica scelta anziché essere obbligati dalle circostanze?), ma come tutti gli intenti neocatecumenali... ha sempre bisogno di fiumi di soldi. "Armiamoci e pagate!"

La Chiesa di St. Michel El Nahr
devastata da un'esplosione

Forse davvero il "fiume carsico" di soldi neocatecumenali è in serio rinsecchimento.

A questo punto, però, ci viene in mente che non sia solo quello prodotto dalle impoverite famiglie neocatecumenali con le loro decime, bottini e collette straordinarie, ma forse anche quello proveniente da benefattori vari. Che i "benefattori" del Cammino abbiano smesso di essere di manica larga?

Spendere milioni di euro all’anno per costruire seminari, chiese kiko style, convivenze internazionali ed acquisti milionari di terreni in Terra Santa, dimostra che il giro di soldi annualmente si aggirava intorno alle decine di decine di milioni di euro.

Adesso invece, da più parti, stanno tutti chiedendo aiuti, siamo letteralmente al "ci paghi chi può": i Redemkikos Mater non hanno potuto fare le loro annuali cene di gala per precettare benefattori ed incamerare introiti, ogni iniziativa di autosostentamento è divenuta impossibile e queste strutture in qualche modo devono campare…