sabato 27 novembre 2010

Il "giogo disuguale": chi distingue tra bue e asino e tra 'fedele' e 'infedele' e perché?

Piccolo saggio della predicazione kikiana e del suo portare dove intende lui attraverso discorsi che partono dalla realtà, ma una realtà abilmente assolutizzata in modo da opporre ad essa il cammino e i camminanti in esso. Badate bene che non è tutta la realtà, ma passa per esserlo attraverso lo stile incalzante e tagliente e i termini anche drammatici... Così come parte da un proverbio supportato da un passo della Scrittura per 'far passare' un messaggio che diventa prassi del cammino e condizionerà molte vite e molte storie di camminanti, avendo a che fare con la scelta del partner. Vedremo anche come il tutto sia disseminato di affermazioni categoriche, apodittiche, che qualificano il cammino in un certo modo (notare i caratteri in rosso)... E' bene iniziare a decriptare questo linguaggio abile, subdolo, ma ingannevole e strumentale: vedremo quanto e come.
Il brano è ripreso testualmente dalla convivenza d'inizio corso 2005-2006: un documento che non farà mai parte del Magistero ecclesiale esplicito; ma purtroppo si va diffondendo uno pseudo-magistero ecclesiale occulto, che di certo non è stato visionato da alcun vescovo, ma che è entrato e agisce nelle coscienze e nelle anime dei camminanti così come il loro iniziatore ha stabilito. Chi ha orecchie per intendere, si spera che intenderà....
Kiko: Il giogo "diseguale" vuol dire che non si possono mettere insieme un bue e un somaro, perché hanno stature diverse: si riferisce a questo. Tra un pagano e un non pagano c'è una disuguaglianza. In spagnolo dice: "jugo disegual". vediamo cosa dice l'italiano.

Legge 2 Corinti 6, 14-16: "Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la luce e le tenebre? (...) Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo"

[badate bene che parole, pesanti come macigni, come 'estraneo' (che diventa disuguale) ed 'infedeli', qui attribuite ai pagani, riguardano in realtà anche i cristiani praticanti che non "fanno " il cammino, cioè noi! E vediamo a che cosa lo applica!]

Il giogo "estraneo" mi sembrava una parola un po' strana e ho messo al suo posto "diseguale" ma posso cambiarla. Il parallelismo che pone qui il testo si riferisce esattamente all'Antico Testamento, quando si parla di mettere sotto il giogo, per arare la terra, un bue con un somaro. Lo dice Dt 22, 10: non è possibile arare con due bestie completamente diseguali, sbilanciate. Noi siamo un corpo nuovo, una nuova natura (!?) Questa è un'immagine ed un'affermazione molto FORTE, che va ben compresa e sviluppata... Se un ragazzo del Cammino ha passione per una ragazza carina dell'università, non si rende conto che lì c'è una realtà completamente diversa. C'è un santuario diverso dal tuo. (!?) Anche questa è un'immagine ed un'affermazione molto FORTE, che va ben compresa e sviluppata... Anche l'idea della sessualità che ha quella ragazza del mondo: che idea ha della sessualità? Pensate che in Spagna volevano dare la pillola del giorno dopo, la pillola abortiva, alle ragazzine a partire dai 10 anni, senza permesso dei genitori. ma come è possibile? Una ragazzina di 10 anni, forse ancora non ha le mestruazioni, e le vai a dare una pillola, nel caso che a scuola nel gabinetto qualche ragazzino la violenti. Che volete? Ma questo è così, storico: si dà gratuitamente la pillola abortiva alle bambine di 10 anni. Lo potete credere? Avete una figlia di 10 anni? Le devi dare la pillola abortiva perché possa fornicare. C'è stata una reazione tale che adesso sono saliti da 10 a 15 anni e col permesso dei genitori. C'è stata una reazione di qualcuno, non dei cristiani, perché in Spagna non ce ne sono. Nessuno protesta per nulla. Possono fare quello che vogliono quelli che ci governano in tutti i sensi, Mi hanno chiesto di andare alla manifestazione contro i matrimoni gay. Era la manifestazione contro l'approvazione della legge. La chiesa voleva fare una manifestazione perché non si approvasse quella legge che è contro la famiglia, perché debilita la famiglia cristiana. Ho parlato col card Rouco e siamo andati insieme.
Intanto viene portata come emblematica la realtà spagnola, che non è (almeno non ancora e speriamo mai) la nostra. Oltre che resa totalmente emblematica, essa viene portata alle sue estreme conseguenze e data come scontata per chiunque non è nel cammino; il che condiziona pesantemente, soprattutto nel clima di esaltazione che si crea in queste situazioni, la percezione della realtà e la ricezione dei messaggi che vi vengono calati in forte contrapposizione e con accenti enfatizzanti la positività del cammino (non di Cristo, pure ogni tanto citato, ma del Cammino: basterà vedere le pagine successive, che pure esamineremo).
Amici miei, capite qual è il succo di questo discorso e le conseguenze spirituali e pragmatiche che ne derivano? Quelli "di fuori" sono 'infedeli' (messa così somiglia molto al fondamentalismo islamico...) e la parola viene ripresa da San Paolo che nel prosieguo del testo è ancora più 'forte'... E' da qui (ed altre affermazioni simili) che deriva la scelta di matrimoni endogamici e si evidenziano le difficoltà che ogni coppia in diversa situazione si troverà a vivere se uno dei due vuole proseguire il cammino e l'altro no... Inoltre io mi porrei seriamente l'interrogativo su QUALE sia il giogo a cui mi sottopongo se è 'disuguale' o 'estraneo' che dir si voglia rispetto a quello che si ha nella Chiesa, che non ha bisogno di partire dall'Antico Testamento ma dal Nuovo e dalle parole del Signore Gesù "Il mio giogo è soave, il mio carico leggero..." (Mt.11, 30). Il giogo evoca l'immagine del bue che traccia solchi nel campo da arare, avendo presente che la funzione del giogo è quella di guidarlo nel procedere diritto nella direzione voluta da chi tiene il giogo: nel nostro caso il Signore Gesù... Se i gioghi sono diversi e a chi si assoggetta all'uno o all'altro si attribuisce fedeltà o infedeltà, non possiamo far a meno di chiederci:
  • fedeltà A CHI?
  • perché nel cammino si dà per scontata questa fedeltà, che non sarebbe presente nella Chiesa 'normale'?

Lux in tenebris...

Piccola pausa da riempire con una riflessione pescata su un altro blog, ma molto significativa:
L’illusion libérale (cap. 37) del grande Louis Veuillot, che ci può incoraggiare:
Se questo secolo sembra prometterci un lungo periodo di combattimenti mediocri senza vittoria apparente, delle umiliazioni di ogni tipo; se dobbiamo essere scherniti, beffeggiati, espulsi dalla vita pubblica; se è necessario, in questo martirio del disprezzo, subire il trionfo degli stolti, il potere dei perversi e la gloria dei malvagi, Dio da parte sua riserva ai suoi fedeli un ruolo di cui essi non rifiuteranno e non disconosceranno lo splendore fecondo e durevole. Egli dà loro da portare la sua verità sminuita e ridotta come una fiammella d’altare che si può mettere nelle mani di un bambino, e comanda loro di affrontare tutta questa tempesta; poiché, a patto che la loro fede non si affievolisca, la fiamma vivente non soltanto non sarà spenta , ma non vacillerà neppure. No, essa non sarà spenta e non vacillerà! La terra ci coprirà delle sue sporcizie, l’Oceano schiumerà su di noi le sue onde, saremo gettati davanti alle belve aizzate contro di noi, ma supereremo questo triste momento della storia umana. La piccola luce messa nelle nostre mani ferite non sarà stata spenta; essa riaccenderà il fuoco divino.”

Ritengo necessario precisare che la Luce non siamo noi ma ciò che della Verità che ha un Nome, quello del Signore Gesù, riesce ad emergere dalle nostre parole, semplici "fonti e ruscelli dall'Unica Fonte".

Auxilium Christianorum, ora pro nobis!

mercoledì 24 novembre 2010

Una sintesi di massima sul Cammino neocatecumenale

Intendo dare visibilità a questa riflessione, non inedita ma tuttora drammaticamente attuale, che in pratica ripropone in buona sintesi molte delle affermazioni desunte dalle analisi recentemente fatte sugli statuti e lascia aperti tutti gli interrogativi che andiamo ponendoci ormai da molto tempo.
Il neocatecumenato è un cammino gnostico, di iniziazione [vedi]; oltreché nei rapporti con l'esterno lo "scivolamento" concettuale viene praticato anche all'interno. Si passa ad esempio da una concezione "carnale", materiale del demonio (quella di Don Amorth, tanto per intenderci) ad una sua progressiva psicologizzazione, ma per gradi successivi e solo se l'adepto è ritenuto "pronto". Lo stesso vale per l'eucaristia neocatecumenale, prima "presenza reale" (per chi ci crede), poi per gradi si passa ad una concezione sempre più psicologizzata... si arriva infine a credere che è la comunità neocatecumenale e solo essa che "fa" l'eucaristia, e che solo essa può perdonare i peccati, che diventano peccati contro la comunità neocatecumenale. In questo modo una realtà, come "kerygma", "koinonia", "kenosis", "comunità", "messia", "comunione", "peccato", "chiesa", "demonio" vengono ad assumere significati sempre diversi e sempre più "perfetti". Fino ad arrivare ai vertici dove si sa molto bene cosa si intende per "messia".
Il modo di procedere è "gnostico", per illuminazioni successive. Si tratta di un cambiamento dolce e progressivo dei significati. E' chiaro che chi sta in basso ancora non sa... E' inutile cercare di far giustificare razionalmente la sua fede ad un neocatecumenale, di fargli definire concetti dottrinali. Il neocatecumenale, all'annuncio del kerygma (spoglio da "preconcetti dottrinali"), scopre dentro di sé, nella propria psiche, un anelito religioso. Questo anelito è qualcosa di "vivo" ma di generico. Le catechesi (che si basano su una teologia eterodossa, vedi gli orientamenti neocatecumenali) servirebbero non a dare un fondamento razionale a questa "fede" psichica, emozionale, ma a "farla crescere", in modo "personale" e "vivo": che sia qualcosa di psichico (nel senso dato al termine dalle scienze sperimentali) lo dimostra la cura compulsiva dello spazio e delle modalità liturgiche proprie, il clima iniziatico, l'iconografia propria e la propria musica. Da ricordare: per un neocatecumenale "illuminato" Dio non è conoscibile razionalmente in modo oggettivo, mai e in nessun caso: questo lo "assimila" ai laicisti e "facilita" l'"evangelizzazione neocatecumenale".
Il neocatecumenale disprezza le definizioni dottrinali e dogmatiche (anche se per convenienza rimanda a quelle della chiesa cattolica) perché imprigionano questo suo modo "vivente" di sviluppare il proprio sentire religioso, ad esempio dà valore a "comunione" e "penitenza", due termini generici che egli non finirà mai di precisare, appropriandosene con la ragione, in questo suo approccio "vivo"... Questa è la teoria. Ma in pratica la liturgia e le catechesi neocatecumenali, unite alle letture che circolano all'interno del cammino e che ben conosciamo e alla propaganda, conducono ad un progressivo "scivolamento" del significato di tutti i termini religiosi in senso fortemente eterodosso. Molti concetti subiscono provvisoriamente un "trattamento" similprotestante, che sfrutta abilmente certe posizioni ambigue di una certa gerarchia sull'ecumenismo, ma non è questo l'obiettivo dei capi. L'importante è che non si insegni ufficialmente una dottrina, ma che il neocatecumeno abbia l'impressione di sviluppare egli stesso in modo "vivente" questa sua "religione".
Naturalmente i concetti religiosi neocatecumenali ci sono eccome e nel loro "pieno significato" li conosce solo Kiko, colui che per primo è stato "illuminato" e che "è la via", e pochi suoi strettissimi collaboratori. L'arte di Kiko consiste nel suo "carisma personale" e nella incredibile poliedricità dei suoi discorsi che si comprendono in modo differente a seconda dell'"illuminazione": il Papa li capirà in un modo, l'adepto (a seconda del livello d'illuminazione) in un altro, il prelato ancora in un altro. Per questo, dalla Carmen in giù, tutti i neocatecumenali dicono che chi non ha fatto il cammino non può capire: e certo! E questo vale anche per il Papa, SOPRATTUTTO PER IL PAPA! Ma il Papa accoglie e corregge e tanto basta, perché nessuno verifica... D'altra parte si deve riconoscere che, in un periodo storico pervaso dal relativismo culturale e pratico, riesce ancora più difficile a chi ne è preposto riconoscere l'eterodossia del cammino se si considera che tutti i suoi concetti religiosi sono per loro stessa natura camaleontici.
Ricordiamo infine che il cammino - meminisse horret - forma i suoi propri presbiteri secondo i dettami sopra esposti e li immette nella gerarchia ecclesiastica...

martedì 23 novembre 2010

Le perle del Papa soffocate dal "mondo": dov'è la Vera Vocazione e dove la Vera Autorità?

Il Papa, poco dopo le riflessioni che si "accendevano" anche qui, sembra voler risponderci e "rassicurarci" con la sua Vera Autorità, conferitagli da Cristo come Successore del Primo tra gli Apostoli: San Pietro MARTIRE

Propongo alla riflessione alcune Perle, dalle Omelie del Santo Padre per il Concistoro e la Festa Liturgica di Cristo Re.

Dall'Omelia del Concistoro:
"Qual è allora la via che deve percorrere chi vuole essere discepolo? E’ la via del Maestro, è la via della totale obbedienza a Dio. Per questo Gesù chiede a Giacomo e a Giovanni: siete disposti a condividere la mia scelta di compiere fino in fondo la volontà del Padre? Siete disposti a percorrere questa strada che passa per l’umiliazione, la sofferenza e la morte per amore? I due discepoli, con la loro risposta sicura, “lo possiamo”, mostrano, ancora una volta, di non aver capito il senso reale di ciò che prospetta loro il Maestro. E di nuovo Gesù, con pazienza, fa compiere loro un passo ulteriore: neppure sperimentare il calice della sofferenza e il battesimo della morte dà diritto ai primi posti, perché ciò è “per coloro per i quali è stato preparato”, è nelle mani del Padre Celeste; l’uomo non deve calcolare, deve semplicemente abbandonarsi a Dio, senza pretese, conformandosi alla sua volontà.
L’indignazione degli altri discepoli diventa occasione per estendere l’insegnamento all’intera comunità. Anzitutto Gesù “li chiamò a sé”: è il gesto della vocazione originaria, alla quale li invita a ritornare. E’ molto significativo questo riferirsi al momento costitutivo della vocazione dei Dodici, allo “stare con Gesù” per essere inviati, perché ricorda con chiarezza che ogni ministero ecclesiale è sempre risposta ad una chiamata di Dio, non è mai frutto di un proprio progetto o di una propria ambizione, ma è conformare la propria volontà a quella del Padre che è nei Cieli, come Cristo al Getsèmani (cfr Lc 22,42). Nella Chiesa nessuno è padrone, ma tutti sono chiamati, tutti sono inviati, tutti sono raggiunti e guidati dalla grazia divina. E questa è anche la nostra sicurezza! Solo riascoltando la parola di Gesù, che chiede “vieni e seguimi”, solo ritornando alla vocazione originaria è possibile intendere la propria presenza e la propria missione nella Chiesa come autentici discepoli.
La richiesta di Giacomo e Giovanni e l’indignazione degli “altri dieci” Apostoli sollevano una questione centrale a cui Gesù vuole rispondere: chi è grande, chi è “primo” per Dio? Anzitutto lo sguardo va al comportamento che corrono il rischio di assumere “coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni”: “dominare ed opprimere”. Gesù indica ai discepoli un modo completamente diverso: “Tra voi, però, non è così”. La sua comunità segue un’altra regola, un’altra logica, un altro modello: “Chi vuole diventare grande tra di voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra di voi sarà schiavo di tutti”. Il criterio della grandezza e del primato secondo Dio non è il dominio, ma il servizio; la diaconia è la legge fondamentale del discepolo e della comunità cristiana, e ci lascia intravedere qualcosa della “Signoria di Dio”. E Gesù indica anche il punto di riferimento: il Figlio dell’uomo, che è venuto per servire; sintetizza cioè la sua missione sotto la categoria del servizio, inteso non in senso generico, ma in quello concreto della Croce, del dono totale della vita come “riscatto”, come redenzione per molti, e lo indica come condizione per la sequela. E’ un messaggio che vale per gli Apostoli, vale per tutta la Chiesa, vale soprattutto per coloro che hanno compiti di guida nel Popolo di Dio. Non è la logica del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio, la logica della Croce che è alla base di ogni esercizio dell’autorità. In ogni tempo la Chiesa è impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la vera “Signoria di Dio”, quella dell’amore."

E ancora, dall'Omelia della Festa di Cristo Re:

"Il primo servizio del Successore di Pietro è quello della fede. Nel Nuovo Testamento, Pietro diviene “pietra” della Chiesa in quanto portatore del Credo: il “noi” della Chiesa inizia col nome di colui che ha professato per primo la fede in Cristo, inizia con la sua fede; una fede dapprima acerba e ancora “troppo umana”, ma poi, dopo la Pasqua, matura e capace di seguire Cristo fino al dono di sé; matura nel credere che Gesù è veramente il Re; che lo è proprio perché è rimasto sulla Croce, e in quel modo ha dato la vita per i peccatori.
...In Gesù crocifisso la divinità è sfigurata, spogliata di ogni gloria visibile, ma è presente e reale. Solo la fede sa riconoscerla: la fede di Maria, che unisce nel suo cuore anche questa ultima tessera del mosaico della vita del suo Figlio; Ella non vede ancora il tutto, ma continua a confidare in Dio, ripetendo ancora una volta con lo stesso abbandono “Ecco la serva del Signore” (Lc 1,38).
...Ecco allora, cari Fratelli, emergere chiaramente il primo e fondamentale messaggio che la Parola di Dio oggi dice a noi: a me, Successore di Pietro, e a voi, Cardinali. Ci chiama a stare con Gesù, come Maria, e non chiedergli di scendere dalla croce, ma rimanere lì con Lui. E questo, a motivo del nostro ministero, dobbiamo farlo non solo per noi stessi, ma per tutta la Chiesa, per tutto il popolo di Dio.
...Sappiamo dai Vangeli che la croce fu il punto critico della fede di Simon Pietro e degli altri Apostoli. E’ chiaro e non poteva essere diversamente: erano uomini e pensavano “secondo gli uomini”; non potevano tollerare l’idea di un Messia crocifisso. La “conversione” di Pietro si realizza pienamente quando rinuncia a voler “salvare” Gesù e accetta di essere salvato da Lui. Rinuncia a voler salvare Gesù dalla croce e accetta di essere salvato dalla sua croce. “Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32), dice il Signore. Il ministero di Pietro consiste tutto nella sua fede, una fede che Gesù riconosce subito, fin dall’inizio, come genuina, come dono del Padre celeste; ma una fede che deve passare attraverso lo scandalo della croce, per diventare autentica, davvero “cristiana”, per diventare “roccia” su cui Gesù possa costruire la sua Chiesa.
...Anche il mio ministero, cari Fratelli, e di conseguenza anche il vostro, consiste tutto nella fede. Gesù può costruire su di noi la sua Chiesa tanto quanto trova in noi di quella fede vera, pasquale, quella fede che non vuole far scendere Gesù dalla Croce, ma si affida a Lui sulla Croce. In questo senso il luogo autentico del Vicario di Cristo è la Croce, persistere nell’obbedienza della Croce.
E’ difficile questo ministero, perché non si allinea al modo di pensare degli uomini – a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi. Ma questo è e rimane sempre il nostro primo servizio, il servizio della fede, che trasforma tutta la vita.
...Il Papa e i Cardinali sono chiamati ad essere profondamente uniti prima di tutto in questo: tutti insieme, sotto la guida del Successore di Pietro, devono rimanere nella signoria di Cristo, pensando e operando secondo la logica della Croce – e ciò non è mai facile né scontato. In questo dobbiamo essere compatti, e lo siamo perché non ci unisce un’idea, una strategia, ma ci uniscono l’amore di Cristo e il suo Santo Spirito. L’efficacia del nostro servizio alla Chiesa, la Sposa di Cristo, dipende essenzialmente da questo, dalla nostra fedeltà alla regalità divina dell’Amore crocifisso

Che dire? La Sapienza Divina Parla attraverso il Suo Servo Pietro! Ma chi l'ascolta? Forse la crisi attuale non deriva anche dal fatto che il Papa parla, indica, suggerisce, ma ha ridotto al minimo l'attività di governo? Non facciamo mancare la nostra preghiera...

lunedì 22 novembre 2010

A che punto siamo del nostro percorso?

Non accenneremo alle recenti parole del Papa sul preservativo, che -su tantissimi argomenti trattati- in questi giorni alimentano i superficiali proclami dei media, perché non si farebbe altro che distogliere l'attenzione dagli altri problemi. Utilizzando riflessioni non inedite, ma tuttora attuali, torniamo invece sul fatto che la recente notizia di cronaca conseguente all’udienza papale ha riportato all’attenzione la principale caratteristica del cammino: offrire alle chiese cristiane del mondo un "pacchetto" di evangelizzazione chiavi in mano.

Veri strateghi ed imbonitori dell'epoca odierna, costoro sono i figli scaltri della spettacolarizzazione mercificata della fede, i neo-venditori di una 'merce' paraspirituale che oggi ha un mercato potenziale gigantesco: l'intero universo della cristianità.

Questa merce consiste in una metodologia, sperimentata ormai in oltre quarantanni, che porterebbe come risultato, allettante agli occhi di ogni gerarchia cristiana di qualsivoglia latitudine, l'aumento delle adesioni, delle vocazioni e del flusso di risorse finanziarie verso le chiese. Come dire l'anima e la carne, considerato che 'senza denaro non si cantano messe'.

Ovviamente, i predetti imbonitori si guardano bene dallo specificare nel foglietto istruzioni del loro 'prodotto', in larga parte avvolto dal ‘segreto’ anche se ciò non viene subito specificato:
  • gli ingredienti adoperati (stravolgimento delle Sacre Scritture, sovvertimento delle Verità di fede, sostituzione dei simboli della tradizione cattolica, introduzione di rituali spuri nel ripercorrere le 'tappe' battesimali e arbitrarie inclusioni sincretistiche anche nel rito)
  • gli effetti collaterali (settarismo, separatismo, metodiche vessatorie e condizionanti, disturbi psicologici e psichici negli adepti, ecc.).
Questo Cammino neocatecumenale, man mano che lo si studia ed analizza, diventa sempre più sorprendente. Allo stato si propone come la sintesi più efficace di consumismo spettacolare e movimentismo pseudoreligioso, lucidamente preordinato secondo le regole inedite del marketing spirituale.

C'è ancora qualcuno che osa definirlo un itinerario di formazione cattolico cristiana? A volte dobbiamo avere la forza d'animo di dire tutta la verità che ci sentiamo dentro.

I tanti interventi pubblicati su questo blog ed altri similari testimoniano come la comunità cattolica viva oggi un'ansia ed un disagio gravi provocati essenzialmente dalla discordanza tra i fatti qui ripetutamente denunciati e la calma imperturbabile, quasi l'indifferenza e l'insensibilità delle gerarchie, quando non addirittura i ponti d'oro nella pastorale, nell'ufficialità.

Ora, dopo l'approvazione dello statuto ed eventi conseguenti, le tante foto che circolano sui giornali e in rete ci mostrano un rapporto amichevole e confidenziale tra il Santo Padre ed il movimento neocatecumenale: il Papa in udienza con la triade Kiko, Carmen e don Pezzi; in udienza con le famiglie missionarie NC; in posa con il quadro ricevuto da Kiko, ecc. ecc.

E' chiaro che c'è stata una pressione fortissima ed una strategia mirata dei capi del Cammino per accreditarsi e vendersi mediaticamente come "amici" e sostenitori del Pontefice.

Ma è pur vero che, se un Papa che per anni è stato il difensore della fede, anzichè lasciare fuori dalla porta movimenti destabilizzanti per la Chiesa come il Cammino neocatecumenale, li accoglie, incoraggia e benedice, qualcosa non quadra oppure non si è capito. Sinceramente e lo confessiamo con animo triste e deferente, si poteva comprendere un atteggiamento tollerante da parte di un pontefice di diversa esperienza, ma non dall'ex prefetto della congregazione per la dottrina della fede, ovvero del custode dell'ortodossia cattolica, che un tempo affermava (1993), rispondendo ad una precisa domanda rivoltagli in un conferenza:

Eminenza reverendissima, il catechismo del neocatecumenali (redatto da Kiko e Carmen) è in sintonia col catechismo della Chiesa Cattolica, nella perfetta ortodossia della Fede? A parere di affermati teologi tra i quali il Padre Enrico Zoffoli, passionista (di cui ci permettiamo unire l’estratto di un suo libro), sembrerebbe di no. I neocatecumenali portano a loro sostegno la benedizione del Papa. Si pone, quindi, il problema di coscienza e si richiede un’indicazione sicura. Voglia benedirci di cuore!
Un folto gruppo di fedeli cremonesi.
Fidenza, 22 Marzo 1993
Sua Eminenza, pubblicamente, al termine della suindicata Conferenza, ha così risposto:
... La domanda è naturalmente molto delicata e riguarda il Catechismo dei neocatecumenali. Innanzi tutto è da dire che i neocatecumenali, cioè hanno detto alla nostra Congregazione e al “Consiglio per i Laici”: competenti dal punto di vista dottrinale siamo noi; dal punto di vista del cammino di comunità, il Consiglio per i laici – hanno detto che questo ciclostilato non è il catechismo dei neocatecumenali; hanno insistito moltissimo su questo punto: che sarebbe un grave errore considerare il manoscritto come un catechismo; che sarebbero riscritte queste pagine, secondo i nastri delle loro catechesi e offerte come modello, come un aiuto. [evidente che il card Ratzinger presta fede a questa versione dei neocat e non conosce l'uso massiccio e diffuso che veniva fatto - come del resto avviene tuttora - di quei contenuti]
Ma dicono che mai si realizza catechesi proprio nella traccia di queste parole e che il catechista (ha) diversi altri materiali e deve anche sempre rispondere alla situazione e naturalmente tenersi alle indicazioni della Chiesa [sappiamo quanto, tuttora, tutto questo non accada. E' per questo che siamo ancora qui!]. Dato questo, abbiamo insieme col Consiglio per i laici e anche insieme con la congregazione per il Clero, che ha la competenza per la Catechesi, un dialogo con il cammino neocatecumenale, nel quale abbiamo detto che, dopo tempi di maturazione e di sperimentazione, dovrebbe creare un Direttorio o un manuale (il nome non importa tanto, importa la cosa), una specie di Direttorio, di manuale di Catechesi, per i loro catechisti; e oggi, che abbiamo in mano il Catechismo della Chiesa Cattolica, naturalmente questo manuale da scrivere deve strutturarsi, orientarsi al Catechismo della Chiesa Cattolica. Questo principio è accettato ed è iniziato il processo di redazione. Il dialogo continua e mi sembra che si può sperare che, in un futuro non lontano, avremo a disposizione questo Direttorio per i catechisti, ed anche per i catechizzandi neocatecumenali, orientato al Catechismo della Chiesa universale, e così mi sembra si risolverà, con l’aiuto di Dio, il problema posto da questi fogli redatti da Kiko e Carmen. (Dalla registrazione eseguita in cattedrale).

Oggi siamo consapevoli che il problema non è riposto solo in quei fogli ma soprattutto negli insegnamenti realmente veicolati contenuti nella “tradizione orale” e nelle prassi ‘iniziatiche’ rimaste immutate, sulla base di metodi spuri e discutibili.

Questo è il nodo cruciale delle ansie e dei dubbi che investono oggi l'animo di tanti credenti.

Sia chiaro, non si chiedevano allora e non si chiedono ora scomuniche, per quanto ampiamente meritate dal momento che nessuno che fosse sano di mente poteva pensare di mettere mano ad un solo dogma della Chiesa senza esserne messo fuori senza troppi preamboli. Ma ci si aspettava tuttavia maggiore polso e fermezza e chiarezza, in difesa dei dogmi, delle verità di fede e dunque dell'integrità della Chiesa e della comunità dei fedeli. Invece, finora vi è stata una incomprensibile contraddizione tra i richiami formali al Cammino ed i comportamenti tolleranti nei suoi confronti, così da denotare nei fatti acquiescenza ed apertura verso un movimento eversivo per la Chiesa a causa dei contenuti svianti dalla retta fede.

Il che ha generato e continua a generare sconforto e scompiglio tra i credenti più fedeli alla Tradizione Apostolica. Poi, si possono fare tutti i discorsi ottimistici sull'infallibilità papale, sulla vittoria finale di Dio ed il non praevalebunt. Anche se la metafora delle 'armi corte' (sogno di Don Bosco) già nella Casa di Dio, che ovviamente non riguarda solo il Cammino nc, non lascia spazio ad ottimismi.

La situazione generalmente percepita è quella sopra esposta. Ed è una situazione che non porta di certo serenità nella Casa del Signore. Una schiarita rasseneratrice poteva venire solo dall'approvazione di uno statuto neocatecumenale completamente normalizzato e coerente con la dottrina della Chiesa cattolica ed anche da un conseguente atteggiamento di verifica sull’attività del cammino. Statuto e attività che, purtroppo, abbiamo visto nelle più recenti analisi, prestano ancora il fianco a molte ambiguità e patenti disapplicazioni di alcuni dei correttivi richiesti.

La data del 13 giugno 2008, insieme a quella del 10 gennaio 2009, è carica di gravidi significati, rappresentando un tremendo spartiacque tra un prima ed un dopo della Chiesa cattolica!

domenica 21 novembre 2010

21 Novembre. Domenica di preghiera per i cristiani dell'Iraq

I vescovi italiani hanno indetto per oggi, domenica 21 novembre, una giornata di preghiera straordinaria per i cristiani dell’Iraq, colpiti nuovamente in questi giorni.

Ricordiamo chel 31 ottobre scorso un commando di Al Qaeda ha fatto irruzione nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad, intitolata a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. I terroristi si sono fatti esplodere nella chiesa, provocando la morte di 52 persone e decine di feriti. Un massacro - l’ultimo di una lunga catena di episodi di efferata violenza che sta mettendo a durissima prova la comunità cristiana irachena - che testimoni oculari hanno descritto nei particolari, trasmettendoci tutta l’angoscia della popolazione.

Mondo e Missione ha riportato una versione del Padre Nostro della liturgia caldea, per pregare con le parole di chi rischia la vita per mantenersi fedele al Vangelo.

Riportiamo di seguito la preghiera:

Padre nostro invisibile che sei nei cieli
sia santificato in noi il tuo Nome
perché tu ci hai santificato
attraverso il tuo Spirito Santo.
Venga su di noi il tuo regno,
regno promesso agli amanti del tuo Amore.
La tua forza e le tue benevolenze
risposino sui tuoi servi
qui nel mistero e là nella tua misericordia.
Dalla tua tavola inesauribile
dona il cibo alla nostra indigenza
e accordaci la remissione delle colpe
perché tu conosci la nostra debolezza.
Noi ti preghiamo:
salva coloro che hai plasmato
e liberali dal maligno che cerca chi divorare.
A te appartengono il regno
e la potenza e la gloria, o Signore:
non privare della tua bontà i tuoi santi.
(dal breviario caldeo)

sabato 20 novembre 2010

Lettera di diffida per il catechista neocatecumenale che scrive col nick "La verità vi farà liberi"

Abbiamo esitato a lungo prima dare spazio su questo blog ad una comunicazione del genere. Tuttavia molti lettori continuano a segnalarci, dal blog di cui è responsabile questa persona della quale ci è nota l'identità, contenuti che veicolano pertinaci scorrette falsità reiterate ad ogni articolo. Ci risolviamo dunque a questa pubblica puntualizzazione, che riguarda non solo la redazione di questo blog e molti collaboratori, ma anche una Organizzazione esterna inopinatamente e del tutto falsamente chiamata in causa.

Diffidiamo dunque il conduttore del blog "Chi sono gli "osservatori" del Cammino Neocatecumenale" dal continuare a servirsi dell'identità delle persone che qui intervengono per le sue meschine manovre diversive a difesa di un contesto che gli sta a cuore; il che non giustifica in alcun modo la sua rozza scorrettezza, così come non giustifica, in luogo di un civile dibattito, le calunnie e le falsità che ha inserito e continua ad inserire nei suoi articoli. Nè egli può giustificare le sue falsità continuando a tacciare di falso nei confronti del cammino, senza peraltro dimostrarlo in maniera qualificata, chi si esprime esibendo documenti soprattutto di Magistero ed un 'sensus fidei' autenticamente cattolico...

Questa Redazione non ha alcun rapporto né è implicata in organizzazioni politiche di alcun genere né tantomeno ha alcun legame con l'Organizzazione culturale alla quale la si collega, ma è costituita da persone che in modo libero e indipendente condividono le motivazioni e gli intenti di questo blog che mirano essenzialmente a diffondere e difendere la Fede Cattolica. Pertanto, se il diffidato non provvederà - immediatamente - a togliere ogni riferimento attuale e pregresso, sia ai nomi di tutte le persone chiamate in causa che alla Effedieffe, sarà presentata formale querela nei suoi confronti.

Egli arriva addirittura al punto di accusare di antisemitismo un contesto coinvolto da anni nel dialogo ebraico cristiano e nello studio delle radici ebraiche del cristianesimo, con la conduzione di un sito molto seguito e stimato anche da parte ebraica.

Ebbene, deve cessare immediatamente questa azione denigratoria e calunniosa, che oltrettutto viola la privacy, ben sapendo che sulla Rete un granello malgestito può diventare qualcosa di davvero sgradevole e inopinatamente dannoso.

Se questa lettera di diffida non comporterà i risultati dovuti, si procederà nelle sedi opportune.

Alcune luci dal Concistoro... Ma le ombre restano

Torniamo ad occuparci di attualità, per 'leggere' nelle notizie alle quali viene data rilevanza mediatica, le sottolineature, di solito soffocate dal dramma della pedofilia e dai numerosi richiami al relativismo, che maggiormente richiamano l'ottica della Tradizione. Non che le due tematiche accennate non riguardino anche la Tradizione -questo è ovvio-, ma di solito l'enfasi su alcuni problemi che fanno più notizia anche perché abilmente strumentalizzati dai nemici dichiarati della Chiesa (non dimenticando che quelli nascosti sono i più pericolosi) fa correre il rischio di trascurarne altri non meno importanti.
E quindi ne spigoliamo due di notizie (fonte AGI - 19 novembre 2010), che inseriamo con le nostre chiose:
  1. "L'importanza della fedelta' alla vigente disciplina liturgica" in tutte le celebrazioni cattoliche e' stata richiamata oggi dal card. Antonio Canizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto, che ha tenuto la seconda relazione di base all'incontro straordinario dei cardinali di tutto il mondo voluto dal Papa. Il porporato, riferisce la Sala Stampa della Santa Sede, "ha ricordato l'importanza della preghiera liturgica nella vita della Chiesa, richiamandosi alla dottrina del Concilio Vaticano II ed al magistero dell'attuale Pontefice Benedetto XVI". Nel successivo dibattito, informa la nota vaticana, "alcuni interventi si sono soffermati anche sul tema della liturgia, in particolare sulla centralita' della celebrazione eucaristica nella vita della Chiesa e sul rispetto dovuto al sacramento dell'Eucaristia".
    [Siamo edificati e felici di questo richiamo all'Eucaristia, "fonte e culmine della nostra Fede", ma purtroppo, se nemmeno il Papa è riuscito ad imporre al Cammino nc la Liturgia della Chiesa cattolica, se non interviene per imporre la pubblicazione del direttorio CORRETTO, come possiamo essere ingenui al punto di credere che si possa chiedere e ottenere il rispetto della dottrina della Chiesa, della sua Liturgia? Abbiamo visto tutti il video della Messa (ora fatto sparire da YouTube) con il card. Canizares l'11 gennaio 2009, il giorno seguente l'incontro con il Papa a San Pietro, col candelabro ebreo a 9 braccia (che simboleggia "i ricostruttori della vera chiesa" (!?) sulla tavola, che non è un altare, al posto della Croce! Siamo stati male, sbigottiti, indignati, ma questa è la realtà. Nemmeno davanti al Prefetto della Congregazione per il Culto divino hanno tolto la Hannukiah! Ma perché toglierla e mettere in riga tutto il resto, se il Prefetto nella sua omelia li ha addirtittura lodati e incoraggiati? Abbiamo l'immagine della Consacrazione, che non commento... Ancora una volta siamo in presenza di una predicazione corretta (mi riferisco a quanto sottolineato nel Concistoro) e di una prassi priva di santa coerenza... Ci rimproverano perché ci permettiamo riferirci ad Autorità ecclesiastiche; ma può farlo solo chi non avverte la gravità della situazione in cui la Chiesa sta precipitando sempre di più, tolte alcune oasi tuttora sane, e non capisce che non ci avventuriamo in critiche sterili o pregiudiziali, ma ci limitiamo a constatare discrepanza tra parole e fatti, sulla base del Magistero cattolico e sulla stessa Sacrosanctum Concilium, esprimendo interrogativi e sconcerto... il resto è nelle mani del Signore.]
  2. "Anzitutto l’Arcivescovo Angelo Amato ha parlato su “La Dichiarazione “Dominus Iesus” della Congregazione per la Dottrina della Fede a dieci anni dalla pubblicazione”. Ha osservato che essa ha fatto chiarezza su alcune fondamentali verità cristologiche ed ecclesiologiche e ha rilanciato i dialoghi ecumenici ed interreligiosi a partire da una precisa identità cattolica; allo stesso tempo non ha chiuso le vie di ricerca positive indicate dal Concilio sulla grande questione della salvezza dei non cristiani. La Dominus Iesus, mettendo in guardia da un malintesto pluralismo, resta un valido richiamo di chiarezza dottrinale e pastorale, come base della catechesi, della nuova evangelizzazione e della “missio ad gentes”."
    [Siamo ben lieti del richiamo al 'malinteso pluralismo' ed alla chiarezza dottrinale e pastorale. Tuttavia, sottolineiamo come ciò sia riferibile non soltanto all'ecumenismo esplicito con le altre confessioni cristiane, ma anche a certe presenze di 'diversamente cristiani' purtroppo all'interno della Chiesa stessa. Il nostro impegno, insieme alla fedele custodia e diffusione dell'identità cattolica, focalizza l'attenzione proprio sulla presenza e sull'incidenza del Cammino neocatecumenale sulla prassi e sulla dottrina cattolica, oggi. E, occhio alla nuova evangelizzazione ed alla "missio ad gentes"! Che sia quella che diffonde la Rivelazione Apostolica, e non quella Kikiana, come di fatto sta avvenendo in molte diocesi d'Italia e del mondo...]

giovedì 18 novembre 2010

Conseguenze dell'udienza del Papa al 'Tripode' neocatecumenale... Cosa succede a Trieste?

Pubblico con alcune chiose ed un approfondimento sull'istituendo Seminario Redemptoris Mater a Trieste, la notizia, che riceve veste ufficiale in quanto data da Zenit, sia pur filtrata dalle dichiarazioni del portavoce del Cammino neocatecumenale in Spagna, sull'udienza concessa dal Papa il 13 novembre scorso agli iniziatori del Cammino. Rileviamo che i contenuti sono tutti di fonte neocatecumenale, rispecchiano la abituale enfasi promozionale sulle loro attività, che faranno il giro del mondo nei termini da loro prefissati e voluti, mentre non esiste da nessuna parte una dichiarazione Vaticana dalla quale risulti una qualche indicazione del Santo Padre, il quale viene esplicitamente dichiarato "entusiasta"... Dobbiamo tenere ben presente che di tutto ciò non abbiamo alcuna versione ufficiale della Santa Sede, la quale del resto non è nuova, purtroppo, ad assordanti silenzi a questo riguardo... che hanno l'unico risultato di lasciar tutto immutato e anzi, di mettere sempre più i fedeli di fronte ad ulteriori 'fatti compiuti', dai quali essi non possono salvaguardarsi e neppure osar parlare, in presenza di un'approvazione, per quanto anomala essa sia...

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CITTA' DEL VATICANO, martedì, 16 novembre 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha ricevuto sabato mattina in udienza privata gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, gli spagnoli Kiko Argüello e Carmen Hernández e il sacerdote italiano Mario Pezzi. Secondo quanto ha confermato a ZENIT Álvaro de Juana, portavoce del Cammino Neocatecumenale in Spagna, uno dei temi trattati è stato quello della nuova evangelizzazione in Europa, un argomento al quale questa realtà ecclesiale ha sempre dato grande importanza. “Il Pontefice si è mostrato in ogni momento molto contento per l'opera del Cammino Neocatecumenale”, ha affermato de Juana.
  1. Gli iniziatori del Cammino hanno spiegato al Papa l'opera che i neocatecumenali svolgono da alcuni anni in città di Olanda, Germania e Francia – dove la presenza della Chiesa è a volte scarsa – mediante la missio ad gentes. La missio ad gentes è una forma di evangelizzazione che consiste nella implantatio ecclesiae, cioè nell'invio di missionari volontari (in genere due o tre famiglie con i loro figli e accompagnate da un sacerdote) in luoghi decristianizzati, dove la Chiesa è già scomparsa o è sul punto di scomparire. L'Esortazione Apostolica Verbum Domini, pubblicata di recente, allude alla necessità della missio ad gentes nel paragrafo 95, in cui i Padri sinodali ribadivano l'importanza che la Chiesa non si limiti “ad una pastorale di 'mantenimento'”. In questo senso, Kiko Argüello, che stato proprio uditore al Sinodo sulla Parola di Dio, ha spiegato come la pratica del Cammino si rifletta al punto 73 di questa Esortazione, quando si afferma che “è bene che nell’attività pastorale si favorisca anche la diffusione di piccole comunità, formate da famiglie o radicate nelle parrocchie o legate ai diversi movimenti ecclesiali e nuove comunità”.
    [non possiamo far a meno di notare con quale abilità vengono richiamati aspetti peculiari del Magistero, solitamente ignorato e disatteso, per legittimare e rafforzare le loro attività. E ci piange il cuore al pensiero che il Papa possa non sapere (!?) che, quando parlano di implantatio ecclesiae in realtà ciò che viene attuata è l'implantatio cammini; sostanzialmente: la riproduzione delle cellule del cammino, che non si integreranno mai con la Chiesa locale, dove c'è, e che la sostituiranno dove non c'è... Il che significa nient'altro che la proliferazione di un'"altra" chiesa e l'oscuramento sempre ulteriore delle verità cattoliche]

  2. Un altro dei temi trattati dal Papa e dagli iniziatori del Cammino Neocatecumenale è stata la prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011. Secondo quanto ha spiegato Argüello a Benedetto XVI, più di 200.000 giovani di questa realtà ecclesiale provenienti da tutto il mondo percorreranno itinerari di tutta Europa evangelizzando e realizzando missioni per 10 giorni. Dopo aver partecipato agli atti della GMG di Madrid, assisteranno a un incontro con gli iniziatori del Cammino in cui ci si attende che migliaia di giovani esprimano la propria volontà di consacrarsi a Cristo. “Questi giovani sono frutto della comunità cristiana e, in concreto, di piccole comunità radicate nella parrocchia e che salvano la famiglia”, ha sottolineato Argüello.
    [Si parte da dati reali, per "promettere" le solite "alzate vocazionali" tipiche dei megaraduni NC che fanno seguire l'incontro con Kiko -vero clou dell'evento per ogni neocat- a quello con il Papa, e che si svolgono in un clima di esaltazione, per non parlare di terrorismo psicologico, impensabili in un contesto ecclesiale e nei confronti di una cosa così seria e intima come una scelta vocazionale [vedi], sui quali pure abbiamo molto testimoniato e dibattuto...]

  3. I rappresentanti neocatecumenali hanno infine comunicato l'avvio, su richiesta dei Vescovi locali, di tre nuovi seminari diocesani missionari Redemptoris Mater, a San Paolo (Brasile), Bruxelles (Belgio) e Trieste. Con queste tre nuove fondazioni, i seminari Redemptoris Mater nel mondo diventano 78. Queste realtà, dipendenti da ogni Vescovo locale e aperte su sua richiesta, hanno la vocazione specifica di formare sacerdoti per la missione in qualsiasi parte del mondo, in base alla spiritualità propria del Cammino Neocatecumenale. [Questa notizia non fa che lasciar immutata la realtà sulla formazione dei presbiteri neocatecumenali che, diversamente da tutti gli altri sacerdoti, non ricevereanno una formazione diocesana, ma secondo l'iter di iniziazione proposto dal 'Tripode' del cammino, che prevede l'assoggettamento anche dei sacerdoti allo strapotere dei catechisti prima durante e dopo l'ordinazione, annullando il munus regendi del sacerdozio cattolico. [vedi]
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Riporto alcune riflessioni emerse sull'altro thread: "Questo articolo sta dicendo, tra le altre cose, che si vuole istituire dei seminari RM all'interno dei seminari diocesani. Questo vuol dire che tanta nostra informazione non è servita... Era meglio quando si costruivano seminari ex-novo, piuttosto che vedere antiche strutture abitate da seminaristi nc. Un conto è vedere e sentire i ncn chiusi nelle loro salette, un conto è vederli occupare i luoghi della Chiesa di sempre".

Vi ricordo che il portavoce spagnolo, nell`articolo di zenit, dice:
"Queste realtà, dipendenti da ogni Vescovo locale e aperte su sua richiesta, hanno la vocazione specifica di formare sacerdoti per la missione in qualsiasi parte del mondo, in base alla spiritualità propria del Cammino Neocatecumenale."
Devo capire che la spiritualità secondo Kiko Arguello entrerà nei nostri seminari diocesani?
Ed ecco le notizie da Trieste.
"Da giugno si sa che il vescovo ha mandato via dal seminario diocesano, una scuola superiore cattolica (l'unica in città), per far posto a un seminario neocatecumenale. Tutto è avvolto da un rigoroso segreto; ma Trieste è piccola, ,e persone sono molto attente alla cosa pubblica e quel che dirò è venuto fuori.
Voci ben informate (anche se ufficialmente c'è il segreto più stretto) dicono che il vescovo si è accordato perchè il 50% dei nuovi sacerdoti resti in diocesi. Questo vescovo, in diocesi da un anno, ha incontrato in primavera tutti i neocatecumenali di Trieste (mi dicono circa un migliaio). Gennarini (il fratello del portavoce ufficiale del Cammino) gli ha presentato il cammino, i numerosi figli ecc. ecc. Poi è stato invitato al seminario di Pola, col quale ci sono commistioni perchè il parroco della Cattedrale di Trieste, neocatecumenale doc, segue quei seminaristi. Il vescovo vi è ritornato recentemente per inaugurare il nuovo anno, concelebrando al modo neocatecumenale, su un grande tavolo, con calici e pane azzimo.
Quest'anno ha scritto una lettera ai fedeli, veramente molto bella, ma c'è scritto in modo chiaro che il cristiano deve "riscoprire il proprio battesimo", altrimenti non può essere un cristiano; linguaggio perfettamente riconoscibile...
Lo avevamo conosciuto come il vescovo più fedele al papa, che abbiamo avuto dal 1975, ma è anche quello che sta spalancando le porte al cammino come nessun altro. D'altra parte è un vescovo che viene dalla curia romana e forse non pensa al dolore di noi triestini al vedere il seminario, voluto dal valoroso mons. Santin, che ha guidato con coraggio la città dalla guerra (=occupazione nazista - Risiera- esodo dall'Istria con l'uccisione di santi sacerdoti) fino al 1975, che viene occupato da arroganti neocatecumenali, al posto di una scuola chiusa all'improvviso e senza motivazioni, mentre i seminaristi della zona di Trieste vengono convogliati ad Udine in quanto effettivamente pochi. Ma non possiamo credere che tutto si giochi sulla quantità piuttosto che sulla qualità! Ovviamente non si può non pensare che oltre ai sacerdoti, il cammino fornirà al vescovo molto denaro, che in una diocesi povera come la nostra sarà utile per i convegni che sono già in programma. Inoltre, la diocesi stessa sarà invasa da nuovi parroci e conseguenti comunità neocateciumenali in virtù del 50% delle nuove ordinazioni.
E dire che il vescovo precedente, pur non fermando il cammino, aveva dato disposizioni che i parroci non potevano essere neocatecumenali. Ora invece non è più così...
Molti fedeli sono andati in crisi a questa notizia. Io finora non ho ancora chiesto udienza. Questo vescovo è la persona più colta e preparata e competente che abbia visto in diocesi. Adesso ho pensato di parlare con un suo collaboratore, che credo non schierato e obiettivo e vedrò come procedere."
Qui finiscono le notizie da fonte più che attendibile.
Ricordiamo che Crepaldi è il vescovo che, in difesa del Papa, scrisse tra l'altro: La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli Istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse tra loro, che non si comprendono ormai quasi più, come se fossero espressione di due Chiese diverse e procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli. [..]". Oggi tuttavia egli sembra non accorgersi che il Cammino neocatecumenale è una Chiesa parallela che risulta posta in prima linea, ma vive un 'altrove' che non si integra mai con la Chiesa 'normale'.
Le parole che seguono emergono dalla rivista diocesana che informa sul 'mandato' recentemente conferito ai catechisti:" Il catechista, così come il predicatore, ha la grande e travagliata responsabilità di preservare la Dottrina cattolica dall’errore. Mons. Crepaldi ha ricordato che questa responsabilità è nata con l’inizio della Chiesa, quando si dovette contrastare la gnosi dei primi secoli dell’era cristiana. Gli gnostici di allora erano un gruppo persuaso di possedere una privata illuminazione. Costoro disprezzavano coloro che vivevano con semplicità la fede nel Signore. «L’intelligenza della fede» fu decisiva, fin da allora, nel contrapporsi all’eresia."
Cosa di più rassicurante? L'ultima lettera pastorale alla Diocesi: "Essere lettera di Cristo a Trieste" è quanto di più edificante e cattolico si possa leggere, riporta anche la preoccupazione esplicita di un Magistero fedele alla "tradizione grande" della Chiesa, con citazioni del Concilio che diventano un crescendo di esortazioni ed affermazioni che si leggono con speranza e che sembrano confermarci e incoraggarci nel nostro 'sentire' cattolico incardinato "al Magistero ed alla Tradizione Apostolica" (espressioni testuali)... ma non possiamo non rimanere ancora una volta disorientati nel constatare dai fatti che stiamo registrando che forse mons. Crepaldi ignora quanto il Cammino nc rifletta e rappresenti la dinamica di discontinuità col Magistero ed una interpretazione, che è divenuta attuazione concreta, di inequivocabile rottura con esso e la non obbedienza al Papa mascherata da proclami di fedeltà e da una morale farisaica... e così egli nei fatti sembra legittimare ciò che a parole combatte. Forse è pensabile che una morale farisaica e famiglie inusitatamente numerose nonché una testimonianza derivante da una presenza aggressiva ed entusiasta, che insieme alla morale è solo una faccia della medaglia, possa far dimenticare o annulli tutte le difformità dottrinali e pragmatiche diffusamente evidenziate?
La lettera pastorale porta scritto anche: "Il primo passo sulla strada della santità è la riscoperta del battesimo...Un primo elemento per lasciar crescere il nostro battesimo è di non stancarci di percorrere il nostro cammino catecumenale, quasi tornando sui banchi dell’asilo o delle elementari quando imparammo le prime nozioni di catechismo. Queste, sufficienti allora per l’infanzia, ora non bastano più. Le uniche cose che sanno e si ricordano della religione cristiana tanti cristiani di Trieste, pur laureati, sono quelle imparate nell’infanzia! Ora, per dar spazio al battesimo, che ci caratterizza come cristiani, non possiamo tralasciare la nostra formazione permanente. Ciò implica che tutti dobbiamo cercare, con la lettura e la meditazione dei Vangeli e del Catechismo della Chiesa Cattolica, di conoscere meglio la nostra fede. Più conosceremo la nostra fede, più l’ameremo e più ancora saremo motivati a testimoniarla nella vita.
Forse non abbiamo evidenziato più che chiaramente -documenti alla mano- quanto il percorso neo-catecumenale che sta entrando sempre più anche nella parrocchie di Trieste, come in quelle di tutto il mondo, è ben diverso dell'autentico catecumenato delle prime comunità cristiane?
Dov'è allora la santa coerenza? Leggiamo quanto di più bello possiamo sentirci dire e farci sperare e poi vediamo anche attraverso le informazioni attendibili che vengono direttamente da Trieste, quanto i fatti smentiscano le parole... Chi ci darà spiegazioni e/o chiarimenti? Quanto vorremmo essere smentiti rispetto ai nostri motivati timori e disorientamenti!

martedì 16 novembre 2010

Il 'Tripode' dal Papa... numeri e ancora numeri... e pubblicità ingannevole

... da “La Razòn"

«Benedetto XVI ha ricevuto in udienza privata ieri gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello, Carmen Hernández e un sacerdote italiano Mario Pezzi.

MADRID - Il Papa, ad una settimana della visita in Spagna, ha un occhio di riguardo per la GMG di agosto prossimo ed i responsabili di questo cammino di riscoperta del Battesimo, gli hanno annunciato che 200.000 giovani provenienti da tutto il mondo, per dieci giorni, andranno ad evangelizzare in tutta Europa. Tale annuncio si concluderà con la veglia, la Messa di chiusura della GMG e col raduno dei giovani per le chiamate vocazionali.
Il Papa è stato molto entusiasta per quanto detto dagli iniziatori del Cammino.

Arguello informato inoltre il Papa dell'apertura di tre nuovi seminari diocesani missionari "Redemptoris Mater" nelle città di São Paulo, a Bruxelles ed a Trieste.
Con questi, i seminari di questo tipo, sparsi in tutto il mondo, sono arrivati a 78; durante la conversazione con il Santo Padre, ha parlato anche della necessità di una nuova evangelizzazione, che interesserebbe più specificatamente l'Europa e che a tal fine, il Cammino Neocatecumenale, ha già in corso, in alcuni luoghi, la "missione ad gentes” , dove attuare la Chiesa cattolica lì dove c’è una scarsa presenza come in Olanda, Germania e Francia.»
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Numeri, numeri e numeri ... anche “La Razòn” tiene a trasmettere più i numeri di Kiko che le parole del Santo Padre ...
Non posso credere che il Papa abbia ricevuto K&K soltanto per ripassare i “numeri nc” e gongolare per i “frutti” imboniti dal solito monologo fritto e rifritto.

Beatissimo Padre, ma quale è stato il Suo pensiero?

Fino a che punto, per non creare scandalo e divisione, si può far passare la spocchiosa arroganza senza esprimere chiaramente l’orientamento da prendere?
Fino a che punto La informano che i camminanti portano ad gentes non la Chiesa con la sua Tradizione ed il suo Magistero ma soltanto un’esperienza indotta dall’ammiccate pensiero sincr-ebraico e neo-protestante degli iniziatori?
Quanto tempo ci vorrà, se la nuova evangelizzazione si avvarrà di questi strumenti, per ri-cattolicizzare l’Europa?
Larus


Oggi siamo in grado di aggiornare lo status della pubblicità ingannevole, fulcro di espansione del cammino. La sezione spagnola di Zenit pubblica un resoconto dell'udienza, che non dice nulla sul Papa né su alcuna sua parola, ma enfatizza il cammino e la sua missio ad gentes, che purtroppo sappiamo cos'è: implantatio di nuove cellule del cammino, con le proprie strutture, regole di architettura sacra, insegnamenti (segreti!), prassi, rito... che non si integreranno mai con la Chiesa locale oppure si sostituiranno ad essa dove non c'è! E dunque, continuiamo a parlarne, registrando i fatti nella loro attualità, visto che il thread precedente -già esaustivo di per sé- sembra aver esaurito l'interesse immediato; ma anch'esso farà parte dell'apposita sezione del sito sugli statuti, in corso di realizzazione. Dov'è chi dovrebbe vigilare, nella Chiesa?

lunedì 15 novembre 2010

L'Arcano: esiste un "arcano della dottrina" nel Cristianesimo?

Ecco che vorremmo concludere idealmente questo Excursus sulla prassi del CnC, raffrontata con quella ecclesiale, chiarendo definitivamente un discorso su cui siamo tornati spesso: l'Arcano. Che cos'è? Esiste un "Arcano della dottrina Cristiana"? Se esiste come si attua? Il CnC fonda sul concetto di "Arcano" la segretezza delle sue tappe e delle sue catechesi. Che sono ancora "private" (nonostante il Papa abbia chiesto la loro pubblicazione). Il fondamento di questo metodo, viene fatto risalire al solito "Catecumenato Antico", a cui il Cnc dice di riferirsi in senso esclusivo. Abbiamo già visto cosa fosse e come si svolgesse il Catecumenato Antico, ovvero in antitesi con la prassi Cnc. Ma adesso analizziamo questo elemento, l'Arcano, su cui basilarmente si instaura tutta la prassi del Cammino. Allora, cos'è "L'Arcano". Anzitutto occorre dire che se di Arcano si può parlare, nel Cristianesimo non può essere la Dottrina. Infatti l'Annuncio del Vangelo di Cristo Signore, è un fatto che è PUBBLICO dal momento in cui si è verificato! Dal momento stesso in cui Gesù lo ha predicato (pubblicamente, come Lui stesso più volte afferma e sollecita!), il Vangelo è per sua stessa natura pubblico, per l'intenzione che ha di SALVARE l'Uomo. L'Annuncio del Vangelo, infatti, sebbene abbia una specificità diversa a secondo se è primo Annuncio o meno, NON HA ELEMENTI SEGRETI E INDICIBILI che debbano essere nascosti all' "uditore"! Chiunque esso sia. Anzi! Diremmo che è l'esatto contrario! Addirittura più si esplicita del Santo Vangelo, meglio è per chi ascolta! Ora, l'Arcano però è effettivamente presente in un ambito specifico del Cristianesimo: l'ambito LITURGICO. Infatti i Cristiani sono chiamati a partecipare dei SANTI MISTERI, ovvero dei sacri Riti nei quali il Vangelo (Cristo) REALIZZA ciò che promette (la SALVEZZA!). Ebbene nei Sacri Riti esiste una componente Arcana, e riguarda specificatamente il loro significato intrinseco. Infatti il Cristianesimo conosce un termine, MISTAGOGIA, per indicare il valore "istruttivo" del Rito stesso, nel momento in cui si dischiudono i suoi tesori. Ebbene questo Arcano NEI RITI, non è un elemento ESCLUSIVISTA riguardo a chi vi accede sia come convertito che come "ravveduto". Ovviamente il convertito e il ravveduto sono in due condizioni differenti, e questo non può non essere considerato. Ma la Mistagogia dei Riti è un Tesoro per entrambi, Tesoro a cui si PUO' e si deve accedere, e non in modo ESCLUSIVISTA. Ovvero: non secondo lo schema di una élite, ma secondo l'abbondanza del Dono di Cristo che è rivolto a TUTTI. Dunque, in questo senso torniamo a parlare dello Scrutinio Nc, che è considerato PARTE INTEGRANTE di questo "Arcano" che il Cammino attua. Un "Arcano" che si sposta dai RITI alla dottrina stessa. Deviando dalla sua autenticità. Ebbene c'è uno studio molto interessante che vado a Linkarvi e che vi consiglio di leggere : "Il modello catechistico del Catecumenato antico". Scritto da Mons. G. Cavallotto, Docente di Catechetica nella Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana. In questo interessante documento sul Catecumenato Antico, citando i padri della Chiesa, viene analizzato propriamente il metodo Catecumenale e le modalità del suo svolgimento. Si chiarisce che il tempo Catecumenale era un tempo Penitenziale per il suo stesso essere (come potrebbe essere altrimenti?) e che detto tempo era scandito da pratiche di Penitenza e di Carità che venivano disposte per i Catecumeni come sostegno alla loro conversione. Ovviamente il "giudice" del Catecumeno, come ci perviene in modo convergente DA TUTTE LE FONTI PATRISTICHE, che anche il documento che ho linkato riporta, era il Vescovo il quale era solo COADIUVATO dai Padrini e dai garanti che riferivano A LUI dei progressi spirituali o dei problemi del Catecumeno in modo da poterlo AIUTARE. Leggiamo uno stralcio del documento: "Gli esercizi ascetico-penitenziali erano numerosi, severi, sempre più frequenti con l’avvicinarsi del battesimo. Abituale era la richiesta del digiuno, a cui si aggiungeva sovente l’invito all’astinenza dalle carni e dal vino, alla moderazione nel cibo e nelle bevande, in alcune testimonianze anche alla rinunzia temporanea per gli sposati ai rapporti matrimoniali. Erano proposte elemosine, opere di carità e solidarietà fraterna, distacco dai beni materiali. Grande risalto veniva dato alla preghiera. Erano previsti diversi esercizi di mortificazione corporale: oltre al digiuno e all’astinenza,si raccomandava la frugalità, talvolta la rinunzia all’acqua, il cilicio, prostrazioni, lacrime, veglie notturne, dormire per terra, in alcune Chiese anche la privazione del bagno. Ancora più insistente era la richiesta di un’ascesi spirituale: confessione dei peccati [A CHI POTEVA RIMETTERLI, ndr. Cfr Misericordia Dei, Giovanni Paolo II], perdono delle offese, freno della lingua e degli occhi, lotta contro le passioni, correzione di vizi e difetti. La severità di queste forme penitenziali è paragonata da Agostino alla macinazione del grano218. Questi diversi esercizi, proposti dalla Chiesa e testimoniati dai fedeli, erano un efficace sostegno al cammino spirituale dei catecumeni. Avevano un valore ascetico: si mortifica la carne per liberare lo spirito, ci si esercita in un combattimento spirituale per rompere con le cattive abitudini e per acquisire un comportamento evangelico219. Favorivano un’apertura e disponibilità a Dio e agli altri220. Erano, poi, un via di purificazione. “Imponendo sofferenze e afflizioni al nostro corpo e al nostro spirito, scrive Tertulliano, noi rendiamo soddisfazione dei peccati commessi”221. E Agostino ricorda che i competenti “si purificano con l’astinenza, i digiuni e gli esorcismi”222." Quindi il Catecumeno era assimilato al PENITENTE e gli si raccomandava, mediante una attenta e premurosa CURA da parte dei Vescovi, di esercitare la penitenza e la Carità, come mezzo principale per il distacco dal peccato. Ovviamente, gli esempi di "vita peccaminosa", nell'antichità erano molto più drammatici rispetto a quelli attuali. Quindi bisogna vedere le pratiche ascetiche e penitenziali proposte non sotto il profilo dell'immutabilità ma come espressione contingente per coloro che si macchiavano costantemente di peccati come l'omicidio, il pubblico adulterio, la poligamia, la violenza bruta, ecc, ecc. Ora, soffermiamoci sull'ultima frase, ripresa dal Santo Vescovo d'Ippona, e approfondiamo. Il brano continua così: "Il cammino catecumenale, inoltre, era sostenuto da riti e celebrazioni, sempre più numerosi nella tappa che precedeva il battesimo. In Occidente si incontra il rito dell’accoglienza dei nuovi credenti tra i catecumeni: segno di croce, sale e imposizione delle mani. Universale era la prassi dell’esorcismo ripetuto con frequenza: si invocava l’aiuto del Signore per liberare il catecumeno dalle catene del male. Rivestiva particolare rilievo, all’inizio della Quaresima, il rito di ammissione dei catecumeni tra gli eletti o illuminandi, seguito dalla nomendatio in Occidente o dalla onomatographia in Oriente. Si avevano, quindi, gli scrutini, una sorta di celebrazioni penitenziali comunitarie con l’inserimento dell’esorcismo, che a Roma e a Milano venivano celebrati tre volte nelle domeniche quaresimali. Anche gli esorcismi, che prevedevano la partecipazione dei fedeli, avevano lo scopo di purificare i candidati al battesimo e di sostenerli nel loro combattimento spirituale223. Verso la fine della Quaresima erano comunemente previste la traditio del Simbolo e, dopo alcuni giorni, la sua redditio. In alcune Chiese si incontrava anche un’analoga traditio e redditio del Padre Nostro. A tutto ciò si deve aggiungere la pubblica preghiera per i nuovi credenti durante l’eucaristia domenicale per i catecumeni. Tutti questi riti e celebrazioni, mentre esprimevano la presenza materna della Chiesa e introducevano progressivamente alla vita liturgica della comunità cristiana, nello stesso tempo sostenevano e alimentavano la risposta di fede ricordando che la crescita spirituale è primariamente un dono dall’Alto." In questo brano si parla degli Scrutini come "Celebrazioni Penitenziali Liturgiche (comunitarie)". Esattamente come riportato dal Rica attuale. Ma vediamo cosa specifica il Docente in nota, perchè è molto importante e FUGA OGNI POSSIBILE FRAINTENDIMENTO O ESTENSIONE della definizione di "Scrutinio". Eccola: Solo eccezionalmente allo scrutinio viene attribuito anche il significato di verifica della crescita spirituale: NICETA DI REMESIANA, Catechesi preparatorie al battesimo, p. 29; GIOVANNI DIACONO, Lettera a Senario, ed. WILMART, 175. Anche se Victor Saxer afferma che lo scopo degli scrutini “era di verificare se l’insegnamento della fede e dei costumi cristiani fosse stato ben compreso, ritenuto a memoria e recepito come regola di vita” ( Cf. “Introduzione”, in CIRILLO E GIOVANNI DI GERUSALEMME,Catechesi prebattesimali e mistagogiche, EP, Milano 1994, 107-108), gli storici della liturgia vedono negli scrutini una celebrazione più solenne degli esorcismi. Si può menzionare la netta opposizione di Adrien Nocent verso la visione degli scrutini espressa da Giovanni Diacono: “Qui Giovanni si sbaglia e considera gli scrutini come una sorta d’esame del catecumeno sulla fede e sulla sua conoscenza degli elementi del cristianesimo; mentre la tradizione mostra che si tratta di esorcismi” (in PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO S. ANSELMO, Anàmnesis. 3/1, La liturgia e i sacramenti. Teologia e storia della celebrazione, Marietti, Genova 1986, 42). Tra le testimonianze antiche di Roma si può ricordare quella di Leone Magno, del Sacramentario gelasiano, dell’Ordo Romano XI. Anche l’OICA colloca gli scrutini tra le celebrazioni. Essi “tendono a purificare la mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell’amore di Dio da parte dei catecumeni” (n. 154). A voi le considerazioni

domenica 14 novembre 2010

Ancora due testimonianze convergenti, che rispecchiano esperienze condivise da un esercito di persone, alle quali la Chiesa non dà voce

Nell'estrarre dal thread precedente la testimonianza di Carmen ed anche quella di Elisa che la conferma, che pubblicherò di seguito come suggerito da Francesco ed in attesa che Stefano inserisca direttamente o voglia concordare l'argomento con cui proseguire la nostra analisi, mi permetto una esternazione a caldo...
Mentre le comunità cristiane d'oriente [vedi Gloria TV] stanno subendo persecuzioni di ogni genere e nel frattempo il Sinodo dei Vescovi propone di far scempio delle loro millenarie liturgie, leggo sull'Osservatore Romano di oggi un dotto ed esaustivo articolo sul Pellegrinaggio dei musulmani alla Mecca, nell'imminenza dell'evento...
Ancora pochi giorni fa si è permesso, sempre dal giornale del Papa (!?) al rabbino Gattegna di partire dalla fiction su Pio XII, per tornare alla carica con lo sterminio e con la preghiera (una preghiera!) del venerdì Santo... (non è che davvero a qualcuno in Curia mancano gli 'attributi' per indignarsi?)
Credo che i commenti siano superflui; ma una esternazione immediata viene spontanea: continuiamo a 'calarci le braghe', a rinnegare su tutti i fronti la nostra identità cristiana prima ancora che cattolica, continuiamo a costruire 'cortili dei gentili' e a dialogare ad ogni costo, con inclusioni anomale che permettono si mandi ad evangelizzare cani e porci... cos'altro dovremo vedere ancora?
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Testimonianza di Carmen
Da un pò di tempo seguo questo blog, più o meno da quando, due anni fa ho lasciato il cammino nc, dopo tredici anni; ma solo adesso, sollecitata dagli interventi sul II scrutinio, ho deciso di intervenire. Rileggere i vostri commenti, infatti, mi ha fatto un pò rivivere quei momenti e, ancora di più, mi sono resa conto di come quello che ora mi sembra assurdo, allora mi sembrava perfettamente normale.
In realtà avevo avuto sin dall'inizio qualche dubbio sul cnc, ma lo autocensuravo poichè come mi dicevano i catechisti "i dubbi sono insinuati nella mente dal demonio che vuole farvi lasciare il cammino", ed io, certamente, non avevo nessuna intenzione di essere considerata un'indemoniata.
Per esempio non capivo perchè i catechisti avessero sempre quell'aria così seria nonostante predicassero la gioia; non capivo perchè non rinunciassero alle belle case, ai fuoristrada e a tante altre piccole e grandi cose, nonostante ci invitassero a rinunciare praticamente a tutto; non capivo perchè catechisti itineranti che tornavano da paesi poverissimi dell'Africa, non avevano perso niente dell'aspetto borghese con cui erano partiti e si ripresentassero alle convivenze regionali ingioiellati e con i vestiti firmati (ho letto infatti che esperienze di missione in quelle terre cambiano la vita e di conseguenza anche il modo di relazionarsi con la ricchezza); ancora non capivo perchè ci dicessero che "il cristiano" non accetta "raccomandazioni" in ambito lavorativo, ma tra di loro e nelle loro famiglie questa fosse una pratica consolidata.
Molti altri dubbi mi sono venuti nel corso degli anni: ad esempio quando, in occasione dell'approvazione degli Statuti, i catechisti chiesero una colletta straordinaria perchè per accelerare tale approvazione avevano inviato una quantità di dolci tipici siciliani tale da "addolcire" tutto il Vaticano e così si erano ritrovati con un grosso debito da assolvere. Mah! Era proprio necessario? Ma non potevo certo fare prevalere il mio "attaccamento al denaro" e così andavo avanti facendo tacere in me ogni perplessità.
E poi, quell'abitudine di nominare il demonio per ogni cosa mi dava proprio fastidio: se non potevi andare in celebrazione era colpa sua, se andavi, ma non eri attento, era colpa sua, se dopo la celebrazione avevi un incidente era lui che ti voleva togliere la pace che avevi ricevuto in comunità, se litigavi con il marito era colpa sua, ma se non litigavi era sempre colpa sua pechè per "loro" se non litighi chissà cosa covi, sotto, sotto...
Comunque, anche se adesso quasi ci rido su, in effetti ci sono stati momenti in cui sono stata veramente male da un punto di vista psicologico, forse perchè dentro di me c'era, in quei tredici anni, una coscienza sempre vigile che non sopportava quella mancanza di coerenza tra la teoria e la pratica e che, soprattutto non sopportava che anch'io, come catechista, stavo diventando come i miei catechisti. Ma più di tutto non sopportava quella mancanza di libertà spirituale, morale e nella vita quotidiana tanto che, quando il mio parroco, in confessione, mi chiese come mi sentissi fuori dal cammino, io gli risposi, senza pensarci un attimo: "liberata!". 13 novembre, 2010 23:25

Testimonianza di Elisa

Quanta gioia mi da la testimonianza di Carmen! Proprio così mi sono sentita anch'io, dopo un paio di mesi di sofferenza: "liberata". Libera di disporre del mio tempo e del denaro senza sensi di colpa, pur essendo sempre convinta che entrambi sono doni di Dio e vanno usati in modo cristiano. Libera di amare i miei cari senza sentirmi accusare di idolatrarli. Libera di non giudicare, perché nel cammino si giudica, eccome!
Appena uscita dal cammino ho ripreso a frequentare un corso che mi stava molto a cuore ed avevo abbandonato per mancanza di tempo, ho cominciato ad andare al cinema e mi sono procurata una gran quantità di libri da leggere.
In cammino non avevo dei veri propri amici, ma comunque uscendo mi sono sentita piuttosto sola: ho dovuto quindi, in età non più giovanissima, mettermi a cercare nuove amicizie.
Tutto questo non mi ha allontanata dal Signore, come avevano predetto i catechisti. Non è vero che chi lascia il cammino lascia la Chiesa, posso testimoniare che molti miei ex-fratelli che sono usciti prima di me sono tuttora presenti alla Messa e spesso si impegnano attivamente in ambito parrocchiale.
Carmen tocca un tasto dolente nel parlare del rapporto tra catechisti e denaro. Condivido in pieno le sue perplessità, perché in più occasioni mi sono stupita nel vedere come nella vita privata alcuni catechisti di mia conoscenza sono ossessionati dai soldi, in particolare dal timore di essere truffati. Il fatto di parlarne in continuazione anche in comunità (così come si fa con il sesso) è comunque indice di un rapporto non proprio sereno con il denaro.
Tutto questo è umano e non lo voglio giudicare, solo mi è sembrato molto strano: ma come, mi dicevo, in tanti anni di cammino non si superano queste dipendenze? Ma allora che cosa ci sto a fare in comunità?
Infine anch'io non capivo le espressioni troppo serie, così come non mi andavano giù le convivenze nei locali chiusi, con le tende tirate e la luce elettrica mentre fuori splendeva il sole. 14 novembre, 2010 11:05

giovedì 11 novembre 2010

Quale Iniziazione? Sul Catecumenato antico e sulle sue modalità

La "giustificazione" più ricorrente sulle due caratteristiche fondanti il cammino, ovvero la Gnosi (con conseguente uso FUNZIONALE dei riti sincretistici) e lo Scrutinamento pubblico delle coscienze, vengono fatte risalire ad una presunta pratica "Cristiana antica". A parte il fatto che abbiamo sottolineato più volte come questo sia un non-senso, visto che la Chiesa è un organismo Vivo e non MORTO, per cui OGGI la Chiesa Vive e non ha NESSUN SENSO il FISSISMO ad un momento X della sua Storia, dove in teoria sarebbe "vera Chiesa"! Oltrettutto questa pretesa, si fonda solo su ILLAZIONI personali dei fondatori del Cnc, i quali non dimostrano nulla delle loro prese di posizione, staccandosi dalla Tradizione Apostolica VIVA, che è ININTEROTTA per definizione e su cui per dogma ci si dovrebbe sempre basare! In questo sono molto simili agli "ermeneuti della rottura", che vedono nel Vaticano II un "punto 0" dove la Chiesa è stata "ri-fondata" su ciò che presumono sia "vera Chiesa"...

Ebbene in questo presunto "Catecumenato Antico" sarebbe stato componente "fondamentale" il SEGRETO sulla Dottrina (esoterismo) e lo Scrutinamento PUBBLICO della Coscienza per "favorire" (MAH!) la Conversione del battezzando (si parla sempre di NON BATTEZZATI, lo ricordo. Differenza NODALE con i neocatecumeni che invece lo SONO!). Ora: il CnC dice che i suoi metodi interni sono tali perchè non possono mimare il Catecumenato che varrebbe solo per i battezzati. Ma se è così, come potrebbe essere che si attua il presunto "Catecumenato antico", che consisterebbe nelle componenti di cui sopra, che come Catecumenato era rivolto ai non battezzati? Delle due l'una: o il Cammino attua ciò che indica l'Oica, ovvero l'adattamento di RITI LITURGICI per battezzati (senza dunque riprodurre i riti battesimali), oppure non lo fa ed è in grave errore! E se non lo fa, e attua riti e metodi per battezzandi, c'è un'altra domanda: li attua fedelmente? Il Catecumenato antico era davvero come Kiko ce lo "presenta"? Senza togliere un altro fatto non irrilevante: i Catecumeni non accedevano al Sacrificio Eucaristico, mentre il Cammino si nutre della SUA Eucaristia, perchè è un elemento funzionale, come dice Kiko, per portare i fratelli "dalla tristezza all'allegria" e per formarli alla dottrina del Cammino (anche per il Cnc vale il fondamento "lex orandi, lex credendi").

Prendiamo spunto da questo Documento Pastorale, per approfondire il discorso sul Catecumenato Antico e le sue modalità. Cito un brano:

"L’ammissione al catecumenato, stando alle testimonianze di Origene e della Tradizione apostolica, era preceduta da un esame sulle motivazioni del richiedente, per verificarne la sincerità, e sulle sue condizioni di vita, per assicurarsi che non rendessero impossibile la pratica del Vangelo.
Per la Tradizione apostolica (Vedi Sant'Ippolito Romano) si tratta di valutare le motivazioni della scelta cristiana, la capacità di ascolto della parola di Dio, l’impegno a rispettare la visione cristiana del matrimonio, la disponibilità ad abbandonare professioni o occupazioni che contrastano o possono mettere in pericolo l’adesione a Cristo7. Origene prevede l’entrata dei nuovi credenti nella comunità quando hanno mostrato sufficientemente la volontà di vivere bene8. Secondo la Didascalia degli apostoli i pagani che si pentono, si allontanano dai loro errori, promettono di fare penitenza e affermano di essere cristiani, li riceviamo nella comunità, perché ascoltino la Parola9.
I catecumeni, già considerati cristiani, erano ammessi a partecipare alla liturgia della parola insieme agli altri fedeli, ma erano esclusi dalla liturgia eucaristica. Per essi si teneva una regolare catechesi sui libri santi, mentre l’ultima fase della preparazione era dedicata alla spiegazione del Simbolo della fede e della Preghiera del Signore, rimandando a dopo la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana la loro spiegazione teologica e spirituale.
...
Coloro che manifestano alla Chiesa la volontà di diventare suoi membri, sono pubblicamente accolti attraverso il rito di ammissione al catecumenato, una celebrazione con la quale la Chiesa notifica la loro accoglienza e la loro prima consacrazione (rica, 14).
Prima del rito di ammissione previsto un giudizio di idoneità dei candidati. Spetta ai pastori, con l’aiuto dei garanti, dei catechisti e dei diaconi, giudicare i segni esterni della giusta disposizione (rica, 16).
Decisivo l’apporto dei garanti, che, dopo avere conosciuto e aiutato i candidati nel loro cammino, li presentano alla Chiesa e testimoniano dei loro costumi, della loro fede e delle loro intenzioni (cf. rica, 42 e 71)."

Il Catecumenato Antico, dunque, non ha le caratteristiche di quello attuato da Kiko. Infatti il SEGRETO SULLA DOTTRINA (leggasi Orientamenti), è un altro NON SENSO, poichè uno prima di diventare Catecumeno deve diventare ciò che in gergo si chiama "Simpatizzante" e per esserlo OCCORRE CONOSCERE LA DOTTRINA, anche se non in tutte le sue articolazioni. Per conoscerla, come dice San Paolo, occorre predicarla (e sappiamo che la predicazione degli Apostoli si svolgeva anche per iscritto)! E per predicarla, occorre PRATICARLA PUBBLICAMENTE.

Leggendo le Opere del Santo Vescovo d'Ippona, si nota, soprattutto nella Catechesi rivolta ai Catecumeni sulla consegna del CREDO, il metodo di Annuncio: un metodo che comprende TUTTI i dogmi fondamentali del Cristianesimo: La Trinità, l'incarnazione di Cristo, la Vita, la Passione, la Morte, la Risurrezione, l'Ascensione, il Dono dello Spirito, la fondazione della Chiesa Cattolica, il Battesimo e i Sacramenti.

In secondo luogo parliamo dell' esame pubblico di Coscienza.
Esso non era praticato MAI! Infatti nella Tradizione Apostolica Viva erano I VESCOVI i "giudici" del Catecumeno e della sua condotta di Vita. L'Esame non era del foro INTERNO, ma del FORO ESTERNO, ovvero della situazione PUBBLICA del Catecumeno (dedizione alla prostituzione, ladrocinio, assissinio, vita dissoluta, ecc, ecc). Il ruolo dei Catechisti e dei garanti era ben definito E NON ANDAVA OLTRE CIO' CHE ERA STABILITO.

Ora approfondiamo insieme.

mercoledì 10 novembre 2010

Neocatecumenato: quale iniziazione? Sintesi di quanto analizzato fin qui e preludio di quanto ancora analizzeremo

Premessa.
Francesco, a fine agosto, ha proposto un thread molto interessante: "Quale iniziazione cristiana?" che è bene riprendere ora che siamo quasi tutti presenti e possiamo dare il contributo di approfondimento che è mancato in quei giorni di "vacanze". Oltretutto si tratta di una riflessione che viene a integrare quanto detto in questi ultimi thread sullo Statuto e sui vari "scrutinii" con i relativi "riti di passaggio": vere e proprie tappe iniziatiche, delle quali è necessario chiarire il senso... Consideriamolo un intervallo pertinente, una sorta di sintesi intermedia che prelude alla ripresa delle analisi così 'sapientemente' introdotte da Stefano.
Vi invito a consultare l'articolo linkato e a considerare queste parole di Francesco e la mia riflessione successiva.
L'articolo dimostra che le analogie "di metodo" tra l"iniziazione" intesa, in ambito antropologico, come graduale passaggio da una situazione esistenzale ad un'altra completamente difforme e l"iniziazione cristiana" proposta da Kiko Arguello sono fortissime, tanto che il termine usato per definire il Cammino (appunto "iniziazione cristiana") non ha alcuna significanza tra quelle contemplate dal CCC a proposito dei tre sacramenti della vera iniziazione cristiana.
Il gioco al massacro (delle parole e dei significati o dei segni, se non altro) è molto scoperto se si riflette attentamente su questa dimensione che in qualche modo ho cercato di delineare nel thread linkato.
Se il "Cammino Neocatecumenale" è "iniziazione cristiana" e i sacramenti dell'iniziazione cristiana sono Battesimo, Cresima ed Eucarestia, non si comprende come mai Kiko abbia elaborato il suo itinerario esclusivamente sulla "riscoperta" del Battesimo (che in realtà si conclude al Giordano dopo decenni di "iniziazione") mentre, quanto all'Eucaristia, abbia introdotto un rito sincretistico pieno di inclusioni arbitrarie.
Credo sarà interessantissimo tornare criticamente insieme su "I riti di passaggio" studiati da Van Gennep mettendoli a confronto con le ritualità degli "scrutini" o "passaggi" fortemente presenti nel Cammino Neocatecumenale. A me preme osservare e far riflettere sul fatto che un volgarissimo percorso iniziatico sperimentato da sempre in tutte le sette venga spacciato per "iniziazione cristiana", che è evidentemente tutt'altra cosa. Perdonate l'eccessiva chiarezza. [Caro Francesco, la chiarezza non è mai eccessiva]
Il cristianesimo è il Mistero della Grazia, non quello della gnosi
Il cristianesimo non è una religione misterica nel senso di quelle presenti anche all'epoca della sua diffusione. Più che misterica il cristianesimo è una religione di misteri, da conoscere e approfondire vivendo e testimoniando la fede nella Chiesa Apostolica che ne è la custode. Esso infatti è esperienza di Fede indefettibile in una Persona, Cristo Signore Vivo e Vero, ed insieme anche delle dinamiche, delle ragioni e della chiarezza ideali che ne scaturiscono attraverso il rapporto vivo e fedele che si instaura con Lui; ciò che caratterizza peculiarmente il cristianesimo è l'originalità e la Soprannaturalità umano-Divina introdotta dal Signore con la Sua Incarnazione, Morte espiativa, e Risurrezione...
E' proprio la Soprannaturalità che oggi viene purtroppo maggiormente trascurata nell'orizzontalità antroprocentrica che caratterizza le prassi gli insegnamenti ed il rito neocatecumenale.
Nel cristianesimo, "iniziazione" acquista il senso proprio di "introduzione" ai misteri del Regno, che non sono nascosti, ma espliciti e derivano tutti dal Kerigma: Annuncio 'forte' iniziale, nucleo di tutta la Fede accolta e vissuta: "Gesù, Figlio di Dio Signore e Messia è Risorto".
Colui che è risorto, è il Verbo, la seconda Persona della SS. Trinità, che si è fatto uomo incarnandosi nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, è vissuto insegnando e guarendo e condividendo ogni aspetto della nostra vita fino a morire in Croce per espiare il nostro peccato e renderci possibile la nostra re-introduzione nel Disegno d'amore del Padre.
Questa re-introduzione è avvenuta con la Sua Ascesa al Cielo, mentre la nascita della Chiesa 'luogo' della Sua Presenza e della Sua Opera di Salvezza che si perpetua nei secoli fino alla fine dei tempi, è avvenuta e tuttora continua per effetto dell'invio del Suo Spirito a costituirla, vivicarla e sostenerla nella sua funzione: rendere il vero culto a Dio per la fecondazione della storia e della vita su questa terra fino alla fine dei tempi.
Non c'è altro da sapere, basta interiorizzare e riconoscere e accogliere come vere e salvifiche per sé queste verità ed approfondirle nella vita sacramentale (Eucaristia e Penitenza), nella preghiera, nell'Adorazione, nella frequentazione della Scrittura (lectio meditatio contemplatio ruminatio)... è la Grazia Santificante ricevuta dalla vita di fede nella Chiesa, con l'intercessione e la protezione potente della Vergine Maria divenuta nostra Madre ai piedi della Croce e di tutti gli Angeli e Santi che ci hanno preceduto ('Comunione dei Santi'), che consente di approfondire e 'conoscere' sempre più e sempre meglio i "misteri del Regno", che non sono altro che le opere di Dio nella nostra vita e nella storia attraverso la nostra testimonianza, se "rimaniamo" nel Suo amore. Rimanere nel suo amore significa mettere in pratica i suoi insegnamenti, che non sono gli stessi dei falsi profeti...
Non ci sono tappe misteriche, conoscenze segrete, esoteriche, per eletti: tutti i fedeli sono eletti, in quanto chiamati (oltre ad essere stati chiamati a condividere questa vita con tutta l'umanità) nel Battesimo, che rispondono con la vita di fede. Viene Rivelato tutto e subito. Nostro compito è accogliere e vivere approfondire e incarnare il Regno, inserendolo così nella nostra vita e nella nostra storia e, attraverso questa, nel mondo, secondo la Volontà del Padre, alla quale impariamo e diveniamo capaci, per Sua Grazia, di uniformarci sempre di più...
KIKO CAVALCA LA SCRISTIANIZZAZIONE
Kiko ha cavalcato la scristianizzazione, reintroducendo il catecumenato, che era la preparazione dei 'neofiti' per il battesimo. Essendo improprio chiamare 'catecumenato' una formazione per dei battezzati, l'ha dovuto chiamare neo-catecumenato... Ha abilmente preso riferimenti e guscio dell'OICA, ma li ha riempiti con suoi contenuti e prassi, che via via stiamo smascherando. Ma se poteva esser buona e giusta l'intenzione di istruire fedeli che non vivono pienamente il loro battesimo
  1. non c'era bisogno delle sue tappe misteriche, del segreto e di tutti gli ammennicoli giudaizzanti che propina
  2. Bene la frequentazione della Scrittura, ma secondo la Chiesa e non con interpretazioni 'fai da te', senza sacerdote o col sacerdote in subordine, con guide che non sono formate dalla Chiesa. Con interpretazioni 'strumentali' al cammino soprattutto nei 'passaggi' e relativi rituali, che conservano un 'guscio' ecclesiale, ma sono infarciti di testi di conio vetero-testamentario, arbitrariamente introdotti dall'iniziatore.
  3. La 'consegna' del credo e del Padre nostro o altro avevano senso solo quando si veniva da un mondo pagano. Ma oggi, anche persone totalmente scristianizzate e lontane, non hanno bisogno di 'strategie' e di 'passaggi' per essere catechizzate: basta dare l'Annuncio autentico e aiutarle e accompagnarle nel viverlo nella Chiesa (avete visto quanto sono semplici ma anche rivelative e veritative le catechesi sul Padre nostro - [vedi anche], sull'Ave Maria e sul segno di croce, senza tante enfasi e sottolineature "altre"), non all'interno di un percorso e, soprattutto, di un ambiente settario e massificante?
  4. non c'era bisogno di un rito sincretistico funzionale a cementare la comunità in un'atmosfera di esaltazione dell'Assemblea, desacralizzazione, banalizzazione, ben lontano dal rendere il vero culto a Dio e operare la santificazione dei partecipanti.
  5. neppure c'era bisogno di tutti gli altri rituali avulsi dalla vita sacramentale della Chiesa (lavanda dei piedi e tutto quanto succede nelle comunità nella settimana santa), nonché degli abominevoli scrutinii, che violentano le coscienze e ancora non riescono a suscitare né nella Chiesa né nelle persone lo sdegno che meritano...
Ho limitato le cose all'essenziale. Andando più in fondo c'è molto di più da dire -c'è un intero sito per questo- e mi chiedo come si fa a non vedere e quindi a non affermare che ci sono due chiese parallele... e ricordiamo che le parallele non si incontrano mai... non bastano alcune verità buttate dentro e proclamate con enfasi (che traggono in inganno i semplici), quando intorno ad esse viene poi costruita una nuova rivelazione e nuove prassi che deformano la mente e lo spirito delle persone!
Concludendo. C'è poco da 'riscoprire' a addirittura da 'ratificare' come dicono oggi i neocat a proposito del Battesimo !
Basta sapere che: il Battesimo è il sacramento che ci fa cristiani cioè seguaci di Gesù Cristo, figli di Dio e membri della Chiesa. Conferisce la prima grazia santificante e le virtù soprannaturali, togliendo il peccato originale e gli attuali, se vi sono (quando ricevuto da adulti), con ogni debito di pena per essi dovuta; imprime il carattere di cristiano e rende capace di ricevere gli altri sacramenti.
Semmai è l'Eucaristia che è il vero culto a Dio e rende attuali e conferisce tutte le Grazie di cui abbiamo bisogno che va meglio conosciuta e vissuta, insieme alla Penitenza che ci rende capaci di viverla con animo purificato dal perdono sacramentale... ma nella fedeltà al Magistero e non nell'immaginifica fabbricazione di un convertito laico che pretenderebbe condividere con tutto l'orbe cattolico la sua "originale sintesi" del cristianesimo! il resto, per dirla con S.Paolo, è solo 'spazzatura'
La cosa più anomala è che, mentre nel catecumenato primitivo i 'neofiti' (che erano i non-battezzati) non erano ammessi all'Eucaristia, nel cammino i neo-convertiti (convertiti al cammino, c'è da dire, alla fine) vengono ammessi alla pienezza dell'eucaristia, cioè alla comunione, anche se si trovano in situazioni esistenziali che non lo consentirebbero: divorziati-risposati, ad esempio e comunque non si va molto per il sottile, tutti ricevono la comunione senza che sia fatta interiorizzare la necessità di una vera 'riconciliazione' col Signore.
Le penitenziali, la confessione individuale, vengono all'inizio vissuti in maniera meccanica, senza interiorizzazione profonda. Del resto sappiamo cosa insegna Carmen sulla penitenza, no?
Successivamente la penitenza perderà sempre più d'importanza, perché il perdono si ha nella comunità, orizzontalmente... non che anche questo non sia importante; ma può discendere solo dal perdono trascendente ricevuto dal Signore per mezzo di un suo ministro, il sacerdote, che anche in questo caso agisce "in persona Christi"
E sappiamo anche qual è il senso del peccato nel cammino...