Il Cammino Neocatecumenale tanto osannato dai suoi adepti e stimato dagli stessi come “migliore”, anche se nessuno di loro esternerà mai questa convinzione (che è poi la stessa di tutti i
LOS KIKOS, così chiamati in Spagna!), crea un
tunnel di vetro che, essendo trasparente, lascia guardare il mondo circostante, ma in cui le notizie giungono e sono filtrate a uso del Cammino stesso.
Per cui in questa Terra traviata, tutto è peccato, tutto è sporco; ma ci si può salvare...entrando nella
Frangia!
E’ opinione comune (perlomeno di quelli che sono stati capaci di uscirne), che il condotto a senso unico che si viene a formare, evochi un altro tunnel tristemente famoso: quello della droga, e come questa crea dipendenza al pari, il Cammino induce l’adepto a tornare sempre in seno alla sua Comunità.
La Frangia inizia a operare ancor prima di entrarvi con le catechesi, che sono unicamente “momenti d’ascolto” cioè, riunioni di circa un’ora
in cui non sono ammesse domande.
Le catechesi sono inizialmente proposte dai catechisti, che sono “profeti in terra” inviati dalla Chiesa, al sacerdote di una parrocchia.
La non accettazione del Cammino da parte sua (che è condannata quasi come eresia), equivale a rifiutarsi di elargire la possibilità di salvare le anime dei fedeli che si rendano conto di questa necessità.
Qualora il prelato decida di accogliere il Cammino all’interno della sua Parrocchia, i seguaci fidenti tendono ad egemonizzare la loro esperienza cercando di offuscare le altre realtà... se già presenti.
La Chiesa dove esso sia eventualmente accettato quale prima esperienza di Fede, difficilmente vedrà la nascita di altri percorsi Cristiani al suo interno.
Nell’arco di quattordici incontri (circa), è annunciato il kerigma, cioè il lieto annunzio della Morte e Resurrezione di Gesù Cristo Figlio di Dio che, grazie a questo mistero, riscatta e salva l’umanità tutta dal peccato e dal male.
Al termine di questo tempo, se il numero lo consente, in una “Convivenza” conclusiva, cioè, giorni di ritiro spirituale in cui quelli che hanno accolto le catechesi CON-VIVONO, viene avviata una nuova Comunità.
Col proprio Amen, l’adepto accetta di entrare a far parte del nuovo piccolo gregge.
Se l’assenso è sicuro e privo di tentennamenti, i problemi non esistono ma se la risposta è un tiepido “nì” o un titubante “no”
i catechisti, che divengono già dal primo incontro gli “esaminatori” del malcapitato, cominciano una sorta di convincimento che ha lo scopo di convertire quelle incerte repliche in un ”sì’” radicato.
Qualora però questo compito non dovesse essere coronato da successo, si è si lasciati liberi ma redarguiti in tal guisa:
“Ma la verità è questa e non v’è n’è un altra”.
Quindi si è già condannati per il solo fatto di aver conosciuto il kerigma, anatema che in realtà insinua nella mente del “frangista mancato”, una coercizione psichica che suona pressappoco così:
“Non sei voluto entrare in Comunità”.
I catechisti nell’arco di tutto il Cammino, che ha un inizio e una fine, hanno il compito di seguire il catechizzato per far crescere in lui la creatura nuova ma infante, che è nata con le catechesi.
Gli “scrutini”, cioè veri e propri “cimenti inquisitori” che si susseguono nelle molte tappe o passaggi di cui è composto il Tunnel, hanno lo scopo di mettere a nudo l’uomo vecchio con tutte le sue idolatrie, per lasciare il posto a quello nuovo.
La durata del Percorso è stabilita grazie al discernimento dei “profeti in terra” ma al suo termine, è mantenuta la promessa del
raggiungimento di una Fede Adulta diversa da quella del cristiano della domenica che si accontenta, a differenza del Frangista, della sola Messa di precetto.
Molto spesso lacrime di vero dolore sono versate dallo scrutinato sui propri peccati confessati di fronte a tutti i componenti della sua Frangia ma sovente, secondo l’oculato e quindi
divino giudizio dei catechisti, non sufficienti a farlo sentire uno schifo, condizione ritenuta pare necessaria, per considerarlo maturo per quel passaggio! Sentenza che si traduce così:
“Io sono un Profeta e il mio Santo parere mi consente di sapere anche a che punto si trova la tua Fede”!
La forza dei Frangisti è il numero.
Preso singolarmente il frangista dà la possibilità all’altro, che non sia del suo stesso partito, di esternare il proprio pensiero ma, qualora si abbia la sfortuna di capitare a tiro di un gruppo se si è al di fuori della Frangia, si è trattati da poveri peccatori meritevoli solo di compassione a differenza loro che, pur dichiarandosi malvagi, hanno però il Cammino cioè, LO STRUMENTO per la santificazione della propria anima.
Compito dei Los Kikos è quello di
attirare seguaci attraverso la predicazione.
Ciò porterà innegabili vantaggi sia al proselita che si vedrà consegnato “IL MEZZO”, sia al frangista che ha operato il dono “GRATUITAMENTE”.
Ma questa filantropia non sarà mai ammessa e chi dice una cosa del genere è un falso poichè il Los Kikos, essendo umile, difficilmente si ergerà al di sopra di un suo simile.
In Comunità esistono due tipi di vocazioni: o coppie sposate, o preti e suore.
Altri tipi di Elezioni Divine sono satelliti delle due principali; se un ragazzo o una ragazza che si trovano in Cammino sono nubili, sono spronati a fare una scelta e, qualora chiamati al matrimonio per volere Supremo, invitati a cercare il compagno/a
all’interno della Frangia, o a portarlo/a
nel tunnel qualora facente parte della vita quotidiana o assorto in un’altra realtà ecclesiale.
Il fidanzamento della coppia che eventualmente si viene a formare dovrà essere, sempre secondo il divino consiglio dei “profeti in terra”, non troppo lungo poichè il lasciarsi andare alla Provvidenza, è sinonimo di completo abbandono nelle mani di Dio.
E allorché i due giovani decidano di convolare a giuste nozze,
la “paternità e maternità responsabile” mai verrà nominata poichè i coniugi del Cammino sono “aperti alla vita” e in rari casi, qualora sussistano serie motivazioni, viene consigliata una contraccezione rigorosamente naturale e tassativamente limitata nel tempo.
E’ buona cosa, anzi indispensabile, che ambedue i coniugi seguano il Cammino poichè l’abbandono di uno dei due, crea una lotta interna alla coppia al limite della separazione.
Non esistono mezze misure nel tunnel e i piedi vanno tenuti su una staffa sola.
O si è cittadini del mondo quindi bisognosi di conversione, o facenti parte della Frangia cioè, consci di questa necessità e quindi operanti insieme alla grazia per l’elevazione della propria anima.
Il Perdono dei peccati è un concetto molto amato dai Los Kikos poichè esso manifesta la misericordia, la bontà e la pazienza di Dio sempre ben disposto ad accogliere il figliol prodigo che, ravveduto, ritorna ad assaporare il sublime amore del Padre.
Il Sacramento della Riconciliazione impartito durante le “Penitenziali”, funzioni che vedono la presenza di più sacerdoti, non è diverso da quello dispensato in Chiesa normalmente.
La presentazione però riveste la sua peculiare importanza.

Come tutte le celebrazioni all’interno del Cammino, i segni la fanno da padrone e quindi i canti accompagnano tutta la funzione, la confessione vera e propria è preceduta da una breve introduzione e, poichè al rito partecipa tutta la Comunità, si raccomanda la brevità e l’invito a chiamare i peccati col loro nome.
Per un suggerimento spirituale un pò più profondo, si consiglia un altro giorno e possibilmente da un
prelato frangista (che sa come tirare l’acqua al proprio mulino!).
I frangisti si riconoscono per il gergo comune dal sud al nord della penisola.
Il modo di dire “
ribellato alla propria storia”, per esempio, è insistentemente usato per indicare una situazione dalla quale si vorrebbe fuggire e la certezza dell’adepto convinto, è che l’assenza prolungata dalla Frangia sia sinonimo di avversione verso il Padre che in quel determinato periodo e con quella situazione dona il meglio per la propria salvezza.
E non vi è altro modo di essere...
non si può essere arrabbiati o delusi...si è ribellati.
Si evince, perciò, che andare in Comunità, anche se di malavoglia, aiuta ed è cosa buona, ma qualora si decida invece di lasciare anche solo per un pò il tunnel...si è
ribellati!
Nella Frangia tutti sono fratelli o sorelle e la parola “sacerdote” ha lasciato il posto al termine
presbitero.
Se dopo anni e anni di Cammino non si risponde alle direttive dei Catechisti tacitamente approvate da tutti gli adepti convinti,
si è bollati come “fichi secchi”, cioè alberi che non danno frutto come la pianta del brano Evangelico.
È sollecitato con
frequenti martellanti ripetizioni, l’odio verso tutto quello che diviene idolo (per esempio il lavoro, qualora divenga Dio della propria vita, i beni che da esso possano derivare, l’amore verso il marito o la moglie o i figli quando consenta di distogliere lo sguardo da ciò che mai deluderà, ovvero dal Padre Eterno),
si parla spesso di Kiko che con le sue intuizioni fa il volere dello Spirito Santo (perciò icona da seguire e poichè tale, gli adepti convinti ne scimmiottano le movenze, il modo di vestire e di parlare!), e da ultimo, la segretezza.
Nessuno sa, o deve sapere, cosa si farà nel prosieguo del Cammino...se lo vuoi sapere...vieni e vedi!
Se perciò qualcuno decide di lasciare la Frangia perchè è riuscito ad incrinare
il vetro del tunnel, che diviene sempre più spesso man mano che i Los Kikos inculcano nella psiche dello sfortunato i loro insegnamenti, e si accorge della manipolazione mentale che mettono in atto, è bollato come un
Giuda, come un individuo che rifiuta la Grazia di essere salvato.
E
peggior giudizio e conseguente sorte, subirà se induce qualcun altro non a discostarsi dagli insegnamenti della Santa Madre Chiesa, bensì a non avvicinarsi al Cammino.
Quindi, pur non volendo allontanare nessuno dai precetti Divini, sono già un morto che cammina...(e male pure!).
Santo Padre, vi imploro a nome mio e di tutti coloro che volendo uscire definitivamente dalla Frangia stanno arrancando per risalire la china:
fermateli!
Giacché i catechisti sono profeti inviati dalla Chiesa cui va la più cieca obbedienza, si presume e si spera che a Voi si sottometteranno essendo Suo Vicario in terra e, come tale, Capo Supremo del corpo Mistico della Sua Sposa.
Non so se mai questo scritto vedrà la luce tuttavia, qualunque sarà il suo futuro prossimo, mi auguro che mai più nessuno debba sentirsi dire:
“La tua malattia in confronto alla tua ferita spirituale, è un raffreddore!”.
citazioni da: Marco Aurelio Bianchi,