Il laico Kiko fa l'omelia dall'ambone, con crocifero e candelieri, come se fosse un vescovo. Foto © cammino.info |
Ci permettiamo di evidenziare alcuni punti nel testo (e di aggiungere qualche link a pagine in tema), solo per far notare che ci sono persone che partendo da punti di vista molto diversi dai nostri sono giunte alle stesse nostre conclusioni. Ci permettiamo inoltre di inframmezzare nel testo alcune box di nostri "chiarimenti" poiché non tutti i lettori del nostro blog conoscono dinamiche e gergo del Cammino.
Man mano che gli studi sugli abusi di potere, psicologici e di coscienza nella Chiesa aprono nuovi orizzonti di interpretazione di un fenomeno che sembra aver risparmiato poche realtà ecclesiali organizzate, è sempre più netta la constatazione che, quando si parla di movimenti e nuove comunità, gli abusi vanno spesso ricondotti a una struttura, anziché a singoli individui, che spesso contiene in sé in partenza elementi abusivi. Che si tratti di confusione tra cariche direttive e ruoli di accompagnamento spirituale, spesso riuniti nella stessa persona, o di prassi come certe forme di confessione obbligata, esplicitata pubblicamente, per non parlare di forme devianti di spiritualità o di derive dottrinali, tali meccanismi vanno sempre più approfonditi, soprattutto ascoltando le vittime. Vittime che subiscono traumi spesso irreversibili, o che vengono isolate e punite o allontanate per il loro dissenso. Famiglie devastate, in una situazione di sofferenza che ne tocca tutti i membri, spesso in particolare le donne. [...] Nel documento che presentiamo, C. Degli Esposti, C. Sgaravatto e M. Van Heynsbergen hanno raccolto e contestualizzato diverse testimonianze di abusi subiti all’interno del Cammino Neocatecumenale.
La Chiesa, da Paolo VI a Papa Francesco, ha riconosciuto il Cammino come carisma frutto del Concilio Vaticano II [...] Eppure, nonostante la sua diffusione e l’adesione numericamente consistente dei fedeli, il carisma presenta aspetti di criticità, segnalati anche in molte pubblicazioni e articoli (4), dal punto di vista sia teologico-spirituale sia relazionale all’interno delle comunità, in cui si verificano vessazioni e umiliazioni in nome di Dio. Molti punti della spiritualità di Kiko sembrerebbero addirittura in contrasto col magistero della Chiesa.
Chiarimento: i riconoscimenti che il Cammino ha ricevuto non riguardano né i contenuti eretici e ambigui, né gli strafalcioni liturgici, né gli abusi (non solo psicologici) dei cosiddetti "catechisti". Tutti i principali punti della cosiddetta "spiritualità" di Kiko Argüello e Carmen Hernández sono stati dimostrati essere in netto contrasto col Magistero della Chiesa. Del segretissimo "Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale" fu approvata la sola pubblicazione, pubblicazione che però molto opportunisticamente non è mai avvenuta... Non sia mai che qualcuno possa scoprire che nel CamminoTra le critiche raccolte, quelle all’aspetto liturgico e dottrinale delle catechesi neocatecumenali, che in molti punti sembrano discostarsi dalla dottrina cristiana; l’autoreferenzialità del percorso spirituale, che connota il cammino come Chiesa parallela; la mancanza di formazione teologica dei catechisti, che diffondono solo i contenuti della spiritualità neocatecumenale; l’imposizione agli aderenti di abbracciare il carisma senza un percorso di libero discernimento; l’obbligo di versare denaro e beni alla comunità (la cosiddetta “decima”) e di confessare pubblicamente i peccati durante i passaggi da una tappa all’altra del cammino (i cosiddetti “scrutini”).
In questi ultimi anni i fuoriusciti si sono organizzati in gruppi di denuncia (5), con lo scopo di raccontare la loro esperienza di sofferenza all’interno del percorso spirituale intrapreso.
Nella nostra ricerca abbiamo raccolto statuti e scritti inediti di Kiko Argüello che denotano un’impostazione rigida e settaria nella conduzione delle comunità, che colonizzano intere parrocchie, senza lasciare spazio ad altre esperienze significative di condivisione e comunione fraterna.
Se all’esterno l’esperienza neocatecumenale appare evangelica e gioiosa, all’interno, nelle relazioni tra i catechisti e i catecumeni, si attuano pratiche manipolatorie e vessatorie per indurre gli aderenti a vivere in totale obbedienza alle indicazioni rigorose impartite durante le catechesi e gli scrutini. Questo porta a manifestazioni di forte disagio e di crisi psicologiche significative che inducono anche, in molti casi, a problemi di salute compromessa.
"Prima Comunione" stile neocatecumenale: distribuzione del "sacro snack di unità fraterna" in una saletta asettica imbottita di simboli kikiani e cosplay-decorazione vagamente cattolicheggiante |
In occasione del secondo scrutinio i catecumeni vengono invitati a spogliarsi di tutti i loro beni, azzerando il loro conto corrente e consegnando da quel momento la decima parte del loro stipendio mensile, pena l’impossibilità di procedere nel cammino di catecumenato. Per le famiglie numerose questo impegno si dimostra particolarmente gravoso, perché impedisce di poter provvedere adeguatamente al bisogno dei figli. Per partecipare alle convivenze e alle riunioni, inoltre, è necessario pagare qualcuno che accudisca i figli, perché non è previsto nessun servizio di assistenza all’infanzia durante gli incontri. Le spese quindi richieste sarebbero particolarmente ingenti, ma non evitabili, per il senso di colpa indotto nel non aver fatto la volontà di Dio.
Chiarimento: l'esistenza di babysitter del Cammino, dei cosiddetti "didàscali" del Cammino, di argomenti come "ma dai nonni è gratis", non cambia l'importanza e la verità della questione: la partecipazione al Cammino implica obblighi decisamente onerosi inflitti agli aderenti infischiandosene della loro situazione familiare, economica, lavorativa. Proprio come in una setta, le necessità personali e la libertà personale vengono calpestate pur di ubbidire ai dettami dei capi.Abbiamo raccolto una testimonianza che dichiara di aver assistito da parte dei catechisti alla circonvenzione di una persona anziana per obbligarla a un lascito testamentario in favore del Cammino. All’interno delle comunità sono presenti avvocati, notai o professionisti vari che permettono il raggiungimento degli scopi spirituali, anche se in molti casi con modalità discutibili.
L’adesione avviene, come per tutte le realtà settarie, attraverso il love bombing. «Eravamo presi dalla grandezza… dalla capacità dei catechisti, cantori e responsabili che ti facevano sentire importante – racconta A. – con dipinti di Kiko, canti e addobbi floreali». Tuttavia, una volta intrapreso il cammino, ci si accorge che le modalità di catechesi producono una sorta di lavaggio del cervello, giocando sul senso di colpa e sul condizionamento religioso. Gli affetti fuori dalla comunità sono considerati negativi, le contrapposizioni non sono ammesse, si è obbligati ad aderire senza discutere ai principi fondanti del carisma. Molte persone aderiscono per fragilità personali con il desiderio di risolvere i loro problemi grazie all’intervento di Dio nella loro vita.
«Le catechesi sono molto belle – ci spiega un ex aderente –, si sente che c’è qualcuno che ti ama, che la sofferenza ha un senso, ma è nel momento in cui si è innamorati di questa novità che avviene la manipolazione. Ci sono occasioni di convivenza in cui si forma la comunità; durante le celebrazioni liturgiche ognuno può far risuonare la parola nell’omelia; tuttavia, nel passaggio da una tappa all’altra (gli scrutini), si verifica una vera e propria violenza psicologica».
Chiarimento: Il "far risuonare la parola nell'omelia", anche in buona fede, è la pessima abitudine di inquinare la Parola di Dio con parole umane, al punto che la lettera con le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI del 1° dicembre 2005 dovette precisare ai neocatecumenali che l'omelia spetta al solo ministro ordinato (sacerdote o diacono). Quel "risuonare" diventa infatti un inutile e logorroico fiume di parole.
Gli scrutini sono momenti di confessione comunitaria che delineano il passaggio da una tappa all’altra del cammino, ma, a dispetto di quanto indicato all’art. 19 dello Statuto (6), i catecumeni sono obbligati a confessare i loro peccati, anche più intimi, con minacce psicologiche. Attraverso l’accompagnamento spirituale i catechisti, che tuttavia non hanno una preparazione di carattere né teologico né psicologico, obbligano a far emergere situazioni intime in cui si verifica la commistione tra foro interno e foro esterno, invadendo la sfera della privacy, che dovrebbe essere invece tutelata anche a livello giuridico, proponendo soluzioni irragionevoli ai problemi personali o di coppia dei catecumeni. Le soluzioni proposte più frequenti sono la preghiera, l’offerta a Dio dei propri peccati e la richiesta pubblica di perdono, senza tener conto della sensibilità delle persone.
Chiarimento: non ci sono solo gli "scrutini" ma anche altre occasioni (i "giri di esperienze", le "testimonianze", ecc.), spesso con un cosiddetto "catechista" autoincaricatosi di ravanare nella tua coscienza a scopo spettacolaristico. Quello degli "scrutini" è solo la punta dell'iceberg. Anche se le soluzioni proposte sono preghiera, offerta, richieste di perdono, il danno è fatto (cfr. testimonianza di Francesca qui sotto) e lo scandalo - specialmente ai semplici - è stato già dato, anche se (come spesso succede in mancanza di peccatoni super-giganti) si fosse trattato di peccati inventati.Le famiglie sono invitate a procreare, vietando l’uso di qualsiasi mezzo anticoncezionale, anche quando vi sono situazioni di salute fisica o rischi per le donne. I problemi economici per le famiglie numerose sono risolti dalla provvidenza di Dio.
Chiarimento: quando nel Cammino si parla di "invitare", si intende "obbligare", perché - come dice lo stesso Kiko - «l'ubbidienza al catechista è tutto». Pertanto quando il cosiddetto "catechista" ti invita a far qualcosa, anche contro coscienza, devi ubbidire, perché lo dice Kiko, e "Kiko ha il carisma", perché lo dice il cosiddetto "catechista" "per il tuo bene", cioè devi tassativamente ubbidire. Ricordiamo inoltre che la Chiesa vieta qualsiasi mezzo anticoncezionale ma consente i "metodi naturali" (che rendono "meno probabile" ma non impossibile la procreazione). Ricordiamo poi che riguardo ai problemi economici delle famiglie neocat, i cosiddetti "catechisti" usano sempre il metodo di "due pesi e due misure": nel Cammino la virtù della carità è sostituita dall'ipocrisia...
Il rapporto di coppia viene concepito secondo una visione arcaica, in cui la moglie deve concedersi al marito senza condizioni, anche quando questo turba la sua situazione psicologica. Il cammino è connotato da una fortissima misoginia. In un discorso al Family Day nel 2015, Kiko Argüello sostenne che il femminicidio sarebbe stato colpa delle mogli che lasciano i mariti (7).
I genitori educano i figli ai valori del carisma neocatecumenale (8) con le stesse rigidità vissute nella comunità.
Kiko Argüello, nella sua "nueva estetica", produce autoritratti spacciandoli per il Volto del Redentore |
I genitori sono molto severi nell’educazione dei figli, li obbligano a rispettare i valori del carisma con punizioni o violenza psicologica. Ai bambini viene inculcata l’idea che il mondo è cattivo e caratterizzato dalla presenza del demonio, pertanto non è possibile frequentare amici che non siano appartenenti alla comunità.
Anche i bambini vengono iniziati al cammino attraverso un progressivo indottrinamento. I didatti si occupano della catechesi dei figli dei catecumeni, ma senza aver svolto nessuna formazione di carattere dottrinale né pedagogico. Se i figli si allontano dal cammino spesso vengono rifiutati.
Poiché la famiglia è sacramento di Dio, i single non sono ben visti all’interno del cammino, pertanto i maschi vengono inviati ai seminari Redemptoris Mater, le femmine ai conventi di clausura o peggio vengono organizzati matrimoni combinati con enorme sofferenza, laddove non nasca spontaneamente una relazione amorosa.
I catechisti si pongono come figure di accompagnamento spirituale, ma non hanno nessuna preparazione specifica a questo ruolo: vengono scelti tra coloro che si distinguono per la devozione al carisma.
Abusi nel Cammino Neocatecumenale
Anche il Cammino Neocatecumenale è stato travolto dallo scandalo degli abusi sessuali su minorenni (9). Un catechista è finito a processo nel Tribunale di Roma per violenza sessuale su una giovane cresimanda, ospitata nella sua abitazione.
In una delle segnalazioni alla Chiesa da parte di un gruppo di neocatecumenali, inviata al card. Ruini, allora presidente della CEI (10), si rilevano errori dottrinali già segnalati a vescovi e presbiteri ma, nonostante gli interventi del Vaticano volti a garantire maggiore rispetto dei fedeli nei cammini dei movimenti ecclesiali, la Chiesa sembra continuare ad approvare il nucleo fondamentale dell’impianto carismatico del Cammino, favorendo in questo modo la perpetrazione degli abusi in seno ad esso.
Come accade in altre congregazioni religiose o movimenti, alla morte del fondatore i seguaci si attivano per l’apertura delle cause di canonizzazione. È successo anche per Carmen Hernández, morta a Madrid nel 2016 all’età di 86 anni.
La causa di canonizzazione, presentata all’arcivescovo di Madrid, card. Carlos Osoro il 19 luglio 2021 da Kiko Argüello, p. Mario Pezzi, Ascensión Romero, Fondazioni Famiglia di Nazareth di Roma e Madrid, che vede come postulatore Carlos Metola, si è aperta il 4 dicembre 2022.
Le denunce pubbliche da parte dei fuoriusciti hanno l’obiettivo di documentare le esperienze di abuso vissute all’interno delle comunità, in modo che la Chiesa possa controllare e intervenire sulle situazioni che si pongono in contrasto con lo spirito evangelico, ma anche supportare chi si è allontanato con enorme sofferenza, disorientamento e soprattutto isolamento da parte degli amici della comunità.
Per una maggior tutela e rispetto dei valori cristiani è importante segnalare alla Chiesa (Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita) sia collettivamente che individualmente, attraverso una petizione diretta al Prefetto del Dicastero ai sensi del Canone 57 del Codice di Diritto Canonico.
Molte delle condotte individuate inoltre potrebbero integrare situazioni di reato o illecito civile; in questi casi è importante sapere che è possibile anche una tutela giurisdizionale, denunciando direttamente alla Procura della Repubblica. Abbiamo infatti riscontrato che, laddove sono avvenute denunce ufficiali, si è provveduto a garantire un maggior rispetto delle persone. Se il rispetto non avviene per spirito di carità, occorre sollecitarlo con le denunce, solo in questo modo infatti – ci pare – i vertici dei movimenti ecclesiali saranno portati a modificare l’impostazione delle loro pratiche di vita, per evitare che si diffonda un’immagine negativa della loro esperienza spirituale.
La storia di Giacomo
Giacomo (nome di fantasia) [...]
Nostra nota: ce ne eravamo già occupati in diverse pagine del nostro blog, tra cui questa (con video) con persino la furente lettera di un avvocato del seminario. Dalla documentazione raccolta da Adista emergono altri dettagli su ulteriori abusi e sull'intimorire i testimoni.
La storia di Isabella
Isabella vive in Australia, essendosi trasferita lì con il marito dopo il matrimonio. In parrocchia conosce una coppia inviata dall’Italia in missione per evangelizzare. In quella parrocchia nasce poi una comunità neocatecumenale.
«Abbiamo camminato in questa comunità per 28 anni – racconta Isabella – credendo che tutto il loro insegnamento provenisse dal magistero della Chiesa cattolica. Purtroppo, dopo molti anni, tra shock e incredulità, ci siamo ritrovati a dubitare di questo itinerario di fede, di questa iniziazione al cristianesimo, come viene definita negli statuti. Mi sentivo sempre più giudicata dai catechisti e sempre più infelice. Si sono create dinamiche familiari che mi hanno fatto dubitare della legittimità del Cammino e dei metodi dei catechisti, che fanno di tutto per denigrarti come essere umano e come cristiano».
"Nulla è impossibile a Kiko": sui loro inviti non dicono mai che è il Cammino, altrimenti i fedeli si informerebbero su cos'è e scoprirebbero subito tutte le fregature |
Tuttavia si sperimenta spesso solitudine, depressione, assenza di comunione. In molti casi si viene isolati, ignorati o, peggio, rifiutati dagli altri. «Spesso abbiamo avuto molti contrasti tra di noi, litigi, incomprensioni, gelosie – condivide Isabella; si mettono al centro solo il peccato, le imperfezioni e le debolezze delle persone». Tutti i discorsi tenuti dal catechista responsabile delle comunità vengono trasmessi da Kiko stesso e imparati a memoria dai catechisti, che poi li trasmettono a tutte le comunità del mondo. Solo il responsabile di ciascuna comunità ne riceve una copia, insieme ai catechisti eletti di quella comunità.
L'iniziazione al cristianesimo secondo Kiko è possibile solo all’interno del Cammino Neocatecumenale, che contiene tutto il necessario per la pratica della fede.
«Durante le convivenze mensili – continua Isabella – si condividevano le nostre vite in modo molto profondo e personale, anche in aspetti dettagliati e intimi del rapporto tra marito e moglie, al punto che poi si manifestavano paura, rabbia, depressione, ansia. Purtroppo poi i fratelli parlavano di quanto condiviso anche al di fuori della comunità. Così ho cominciato a sentirmi molto vulnerabile, anche perché esprimevano giudizi su di noi. Mi hanno detto che ero una moralista, una vittima insopportabile e che cercavo la giustizia perché ricevevo tante ingiustizie e soprusi. Ho condiviso tutto della mia vita e, quando non ho avuto più voglia di farlo, il catechista mi ha detto che il demonio del mutismo voleva che mi tenessi tutto dentro.
I catechisti pretendono di essere consultati come accompagnatori nel discernimento in qualsiasi occasione di stress, problemi o difficoltà. I catecumeni sono così resi dipendenti da loro al punto da idolatrarli come “inviati da Dio”. Non era permesso avere un'opinione propria o un dubbio riguardo al cammino, altrimenti si veniva ritenuti attaccati dal diavolo, ingannati o disobbedienti a Dio o ai catechisti. Ora che siamo usciti – conclude – abbiamo solo i nostri figli, i quali hanno abbandonato la fede cattolica per i traumi subiti nel CN. Inoltre avendo cresciuto otto figli solo nella vita della comunità e non avendo avuto modo di fare altre amicizie, ci siamo ritrovati senza amicizie e completamente soli. Stiamo lavorando sui rapporti con i figli, danneggiati dell'insegnamento del CN con la speranza che possano migliorare. Tutto il nostro tempo era dedicato alla comunità, anche al post cresima in parrocchia organizzato sempre dal CN con gli stessi catechisti sempre a capo di tutto. I catechisti ci hanno sempre ripetuto che fuori da esso c'era la dannazione e la perdita della fede».
La storia di Francesca
Racconta Francesca (nome di fantasia): «Ho conosciuto il movimento neocatecumenale attraverso una compagna di classe che conosceva il mio percorso familiare fatto di violenze da parte di mio padre, anche sessuali, sui figli e su mia madre. Ero una adolescente ferita e l’annuncio del CN mi colpì: era il 1982. Nel movimento c’erano persone di ogni età, quasi tutte sofferenti. Le catechesi sono molto rincuoranti; la manipolazione avviene nel momento in cui ti sei innamorata e quando passi nella comunità a un altro livello. Ci si trova due volte alla settimana, si legge la Parola, nelle case e il sabato c’è la celebrazione in parrocchia preparata da un gruppo: la consegna del kerigma, la luce, tutto bello. Poi dopo circa tre anni, compreso lo stile del Cammino, ecco che arriva il secondo passaggio. Ormai sei dentro e qui inizia la violenza psicologica, patrimoniale e fisica. Una volta la settimana nella sala della parrocchia ci sono gli “scrutini”, necessari per accedere alla parte finale del secondo passaggio. Al centro della sala c’è il presbitero, i catechisti, una croce e tutti sono seduti in cerchio. La persona da scrutinare viene sorteggiata e messa a sedere a sinistra della croce, davanti agli scrutinanti, come in tribunale. Poi viene fatto promettere di dire la verità tenendo la croce con la mano. Io non avevo mai confidato gli abusi subiti da mio papà e sono stata costretta a parlarne, perché dovevo mostrare quale era la mia croce. Una esperienza devastante. Non ero mai andata neppure da uno psicologo. Se non dici quale è la tua croce, non puoi andare avanti nel cammino. Dura ogni volta due ore a persona. Poi hanno fatto alzare mio marito che era al corrente degli abusi da me subiti e gli hanno chiesto come mi comportavo dal punto di vista sessuale. Mio marito rivela che ci sono problemi e che abbiamo rapporti per lui non soddisfacenti. Presbiteri e catechisti mi ingiungono di perdonare mio padre per avere giudicato il suo peccato al posto di Dio e di chiedere perdono a mio marito per non concedermi: devo alzarmi di notte e pregare, andare in ginocchio davanti a mio padre a chiedere perdono. Mi ingiungono di digiunare. Poi inizia il giudizio dei fratelli che dicono la loro e sostengono mio marito. Ti senti peccatrice e in colpa e chi è con te non ti aiuta, ma ti condanna. Al ritorno volevo suicidarmi, aspettavo la mia quarta figlia.
Ero obbligata ad andare nelle case a evangelizzare (reditio symboli) dicendo una frase fatta apposta per me del tipo: “Io sono stata violentata da mio papà, ma Dio mi ama”.
C’era pure la creditio symboli in cui alla messa, dopo l’omelia del sacerdote, si viene costretti a raccontare la propria esperienza.
[...] Molti matrimoni sono combinati e fonte di grande dolore: viene raccomandato di non sposare chi è fuori dal Cammino Neocatecumenale. Nel matrimonio le donne non possono rifiutare il rapporto sessuale con il marito e assentarsi senza il marito per più di 15 giorni proprio per garantire le prestazioni sessuali. C’è una enorme ingerenza in quella che è la gestione della vita matrimoniale. Nel movimento le donne sono concepite al servizio dell’uomo: sono invitate a non lavorare per meglio accudire la famiglia o a licenziarsi se già lavorano e la gestione del denaro è demandata all’uomo: durante gli scrutini una delle domande che viene fatta agli uomini è se le mogli sono brave donne di casa (“È la donna responsabile della felicità dell’uomo”).
Con una gravidanza sono stata 22 settimane in coma e la comunità ha preso possesso della casa al mio posto, estromettendo i familiari dalla gestione. Con la quarta gravidanza nessun ginecologo voleva seguirmi, ma nel movimento mi spronavano a proseguire perché “Dio ti sostiene” e mi hanno mandata da un ginecologo del Cammino.
Continuamente mi veniva chiesto se avevo chiesto perdono e mio marito doveva controllarmi: questo ha cominciato a limitare la mia presenza perché non riuscivo più a obbedire. Sono stata convocata e ho sopportato di tutto: visite in casa a qualsiasi ora, all’improvviso. Ho subìto anche l’isolamento, un isolamento giudicante che mi impediva di parlare con quelli che erano stati amici e amiche dentro il movimento e ora erano contro di me. Sono uscita e mi sono separata da mio marito, quasi contemporaneamente.
Mio marito è rimasto protetto dalla comunità nella sua integrità morale. Dopo la separazione, durante l’adozione della mia ultima figlia, in tribunale la Comunità ha testimoniato contro di me: mio marito ha sottratto i miei diari e li ha consegnati alla comunità che li ha estrapolati dal contesto e fatti leggere ai giudici. Mi si sono rivolte contro anche le colleghe di lavoro neocatecumenali: per due anni non sono riuscita ad uscire di casa. Sono stata aiutata da un centro antiviolenza e l’elaborazione della mia storia mi ha resa una persona migliore».
Note:
[...]
4. E. Marighetto, I segreti del cammino neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 2001. Don E. Zoffoli, Eresie del Cammino Neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 1992. Neocatecumenali sul viale del tramonto, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 1992. Ariel S. Levi di Gualdo, La setta neocatecumenale: l’eresia si fece Kiko e venne ad abitare in mezzo a noi, Edizioni L'Isola di Patmos, 2019. Lino Lista, Il fango e il segreto, gnosi del peccato e nuova estetica del Cammino neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 2015. Gino Conti, Un segreto svelato, Ed. Segno, Tavagnacco (UD), 1997.
5. http://www.internetica.it/neocatecumenali/index.html; https://neocatecumenali.blogspot.com/
6. Art. 19 Statuti CN - Gli scrutini, ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA, aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica.
7. Davide Falcioni, “Family-day, Kiko Argüello: ‘Femminicidio, colpa delle mogli che lasciano i mariti’”, in Fanpage, 23/6/2015.
8. Kiko Argüello, “Intervento sulla trasmissione della fede ai figli”, in https://www.scrutatio.it/archivio/articolo/camminoneocatecumenale/2115/Il-Cammino-Neocatecumenale-KikoArguello-trasmissione-della-fede-ai-figli.
9. Alessio Campana, “Ha abusato di un’allieva minorenne”: catechista a processo. La moglie lo difende in aula: “Ha avuto una debolezza”, in La Repubblica, 10 gennaio 2024.
10. http://www.internetica.it/neocatecumenali/testimonianze.html