martedì 29 giugno 2021

Maria piccola Maria - mode depressive 'on'

Maria, piccola Maria,
figlia di Gerusalemme,
madre di tutti i popoli,
Vergine di Nazareth.
Tu sei il "luogo vicino a Me" (Es.32,21)...
dice il Signore a Mosè. 

In questa assenza insostenibile, 
in questo fuoco divoratore
del Signore che passa 
e ritira la sua mano dalla roccia:
la sua schiena.

Terribile brama di Dio 
che ci fa desiderare di morire. 
Tu, Maria, aiutami, 
proteggimi, abbi pietà di me. 

Venga il Signore con noi, 
se davvero abbiamo trovato grazia ai suoi occhi, 
anche se siamo un popolo malvagio e peccatore. 

Venga il Signore con noi 
e ponga sulla nostra malvagità la sua gloria. 
Perdoni i nostri peccati 
e ci accolga come sua eredità. 

Popolo di straccioni, 
popolo di maledetti dal mondo, 
di malvagi, di peccatori, di miserabili, 
popolo di dura cervice, 
popolo di lontani. 
"Il tuo popolo, Signore". 

 Tu, piccola Maria, 
In questo canto, 
Tu sei il rifugio dei peccatori. 
Aiutaci, costruisci una casa di preghiera, 
di perdono al mascalzone, 
di liberazione per pazzi e oppressi. 
Aiutaci! 

Brezza soave di Elia, 
sussurro dello Spirito, 
roveto ardente di Mosè, 
che porti il Signore della gloria 
e non ti consumi. 
Nube che protegge. 
Tuoni, lampi, densa nube,
poderoso risuonare di tromba. 
"Gloria di Yahveh", che riposa sul Monte Sinai. 

Tenda della riunione. 
Dimora di Dio nel deserto. 
Arca della Testimonianza. 
Decalogo dell'Alleanza. 
Santuario di Dio fra gli uomini.
"Gloria di Yahveh" che passa. 
Assenza di Dio incontenibile. 
Fenditura nella rupe 
che Dio copre con la sua mano. 

"Un luogo vicino a me". 

(Pieve di Cadore 18 luglio 1980)



Attraente retro di copertina
Sfogliando le pagine del 'libro nero' dei "Diari 1979 - 1981" di Carmen Hernàndez Barrera, iniziatrice del Cammino Neocatecumenale, mi sono imbattuta, al pensiero numero 323, in questo testo che ricalca in modo quasi identico il testo del canto 'Maria Piccola Maria', canto neocatecumenale di Kiko Argüello contenuto nella raccolta dei canti "Risuscitò".

Per capire la storia di questo canto e i motivi della sua composizione, è importante sapere che, pochi mesi dopo, venne convocata una Convivenza nazionale dei cantori del CNC e, dopo qualche ora di prove di questo e di altri canti kikiani, tutto il gruppone dei cantori capitanati dai due iniziatori, venne ricevuto verso l'imbrunire dal Papa Giovanni Paolo II, allora non molto convinto nei confronti di questo movimento laicale, probabilmente con l'intenzione di dimostrare al Papa del 'Totus tuus' la devozione mariana del Cammino, ai tempi tutta ancora da inventare e da costruire fittiziamente sulle macerie di una predicazione fieramente avversa al culto dei Santi e della più Santa tra i Santi, la Vergine Maria. 

Carmen infatti rivela le proprie intenzioni bellicose in quel giorno piovigginoso in cui tremila neocatecumenali si stiparono nel cortile di San Damaso scrivendo: "Assaltiamo il Vaticano con la Pasqua".


Non sappiamo se il testo del canto, destinato a propiziarsi i favori del Papa polacco, sia stato scritto da Carmen, se sia stato composto da Kiko (ma tendiamo ad escluderlo), oppure se è stato scritto da altri per poi essere opportunamente copiato e integrato con alcuni temi cari ai due iniziatori, come succede a tutti i canti del Cammino, che portano in sè una o più gravi mistificazione della Scrittura o dei testi tradizionali della Chiesa, come già abbiamo dimostrato a più riprese.

Notiamo infatti una disarmonia, che abbiamo evidenziato graficamente, tra i temi cattolici della prefigurazione della Madonna in particolari elementi dell'Antico Testamento (come il roveto ardente, la brezza in cui Dio si manifestò ad Elia, la nube che proteggeva popolo di Israele, l'Arca dell'Alleanza eccetera) e alcune frasi stonate e discordanti, legate a temi tipici del CNC  neppure tanto sottilmente eretici, a elementi autobiografici, uniti a lamenti deprimenti ed auto-distruttivi, centrati su se stessa e sulla propria asserita infelicità che costituiscono i nove decimi del contenuto dei Diari della Hernàndez (o di ciò che ne è rimasto dopo lunga e accurata revisione di Francisco Javier Sotil ed Ezechiele Pasotti). 

Supponiamo quindi che queste interpolazioni siano di mano della defunta Carmen Hernàndez e forse anche di Kiko Argüello (visto che in quei giorni erano in vacanza insieme tra le montagne del Cadore), mentre il testo rimanente -che poi è confluito nel canto così come oggi è riportato nella raccolta dei canti 'Risuscitò', presentato a Papa Woytila per rassicurarlo sulla devozione alla Madonna del Cammino -, o è stato scritto da uno dei due, o da ambedue, oppure, come è più probabile, è stato copiato da altra fonte. 


Fatte queste necessarie premesse, notiamo nel testo riportato nei Diari di Carmen al numero 323, tra i versetti poi censurati e non riportati nel canto da presentare al Papa, i seguenti spezzoni: 

"L'assenza insostenibile", "l'assenza di Dio incontenibile" e "la brama di Dio che ci fa desiderare di morire":

facciamo notare che queste esclamazioni nulla hanno a che vedere con Maria Vergine che non desiderò di morire neppure quando una spada le trapassò il cuore sotto il Calvario, ma accettò serenamente la volontà di Dio, e neppure hanno alcuna attinenza con l'episodio della rivelazione di Dio a Mosè, che assolutamente non riporta l'assenza di Dio, ma la Sua presenza, al punto che Mosè è l'unico profeta a vedere Dio in tutto l'Antico Testamento. Si tratta dei lamenti 'mistici' di Carmen che dovrebbero deporre a favore della sua santità e che invece sono i segnali allarmanti di una grave depressione.


Continuiamo con la lettura: 


"Popolo di straccioni, popolo di maledetti dal mondo, di malvagi, di peccatori, di miserabili, popolo di dura cervice, popolo di lontani. Il tuo popolo, Signore." 

Beh, siamo di fronte alla convinzione kikiana che il vero credente non solo deve essere peccatore, non solo miserabile, e maledetto dal mondo ma addirittura malvagio. Di consimili personaggi Dio disse che dovessero essere chiamati "NON mio popolo", non certo "'popolo mio" come in questi deliranti versetti.  


Ma attenzione: questo popolo si identifica con gli eletti del Cammino. Ce lo svela la frase, rivolta alla "piccola Maria" (che ci rifiutiamo di identificare con la Madonna): 


"Aiutaci, costruisci una casa di preghiera, di perdono al mascalzone, di liberazione per pazzi e oppressi." 

Ebbene, sempre dai Diari di Carmen sappiamo che risalgono a quel periodo gli accordi per l'ottenimento del terreno su cui costruire il "nuevo Vaticano", la casa dei mascalzoni, dei pazzi e degli oppressi, la Domus Galilaeae con vista sul lago di Genezareth in Israele. 

Casa di perdono del mascalzone con vista

 

Casa di preghiera del mascalzone: chiusa alla Domenica
 

Concludiamo l'analisi del testo. Nel ritornello del canto ripulito e presentato al Papa, si ammette "è vero che siamo peccatori" (non malvagi) e si chiede alla Madonna "ma prega tu per noi e saremo la sua eredità"

Nel testo originale contenuto nei Diari invece non si chiede la preghiera della "piccola Maria", ma solo un aiuto nel perseguimento dei propri scopi; non si presuppone una conversione o un cambiamento al fine di divenire accetti agli occhi di Dio ma anzi si afferma: "Venga il Signore con noi, se davvero abbiamo trovato grazia ai suoi occhi, anche se siamo un popolo malvagio e peccatore. Venga il Signore con noi e ponga sulla nostra malvagità la sua gloria. Perdoni i nostri peccati e ci accolga come sua eredità." 

Non solo non si sottointende nessuna conversione, nessuna metanoia, ma addirittura si auspica che che Dio "ponga sulla nostra malvagità la sua gloria", come se il Signore non curasse il peccato, non lo guarisse, come se il suo perdono non presupponesse la conversione di vita, come se la sua Grazia premiasse il malvagio inconvertito. 

Dio non pone i suoi piedi nel luridume Queste affermazioni finiscono per essere una negazione 'de facto' della verginità e della Immacolatezza della Madonna che si sostiene di voler onorare.

Praticamente, nei versetti originali del canto 'Maria piccola Maria', dedicata al popolo di mascalzoni del Cammino, il dio neocatecumenale si copre gli occhi e fonda la sua gloria sulla fogna peggiore dei loro peccati. 

Queste parole, questa eresia bella e buona non confluita nel testo del canto, avrebbe proprio dovuto sentirla Papa Giovanni Paolo II! E sicuramente la storia della 'approvazione' del Cammino Neocatecumenale avrebbe avuto un altro corso.

 

 

domenica 27 giugno 2021

Sacerdoti del Cammino: leggete più la Bibbia e meno Kiko

Prossimi sacerdoti: di Kiko o della Chiesa?
Qualcuno dovrebbe avvisare certi 'presbiteroni' che il libro del Risuscitò, raccolta di canti per il Cammino Neocatecumenale, non è la Sacra Bibbia.

Ascoltando distrattamente infatti i video di questo presbitero pubblicati  su un blog di ispirazione cattolico - kikiana (perché in questi tempi di pandemia, molti, anche i più inadatti, si sono scoperti una vocazione da youtuber), gli ho sentito citare Efesini 6,12 ("La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti") assai disinvoltamente con la storpiatura di Kiko nel canto "Rivestitevi sull'armatura di Dio" in cui gli spiriti del male "abitano in questo mondo di tenebra".

Al di là del fatto che da un sacerdote che si mette a fare i video catechetici ci si aspetterebbe se non altro una citazione corretta della Sacra Scrittura, proprio Lino Lista ci ha spiegato come il far abitare gli spiriti del male in questo mondo invece che nelle regioni celesti, è un grave errore non casuale, ma derivante da un pessimismo nella capacità di riscatto della natura umana tipico della visione luterana di Kiko.

Sempre nello stesso video, altra citazione dal Resuscitò "La croce gloriosa del Signore Risorto", attribuita all'inno, contenuto nel trattato sulla Santa Pasqua dello Pseudo-Ippolito, da cui Kiko ha tratto il canto.

La croce "gloriosa"
Ebbene, nell'inno, questa espressione "croce gloriosa" non c'è. Altra topica del presbitero che dimostra di fidarsi di Kiko a tal punto da non aver mai letto, o da ritenere meno importanti o sgnificativi, i testi originali.

Perché, se li avesse letti, avrebbe trovato scritta non la furbesca traduzione kikiana, riferita alla croce, "nel timore la difesa" ma, esattamente, "quest'albero é la mia protezione quando temo Dio".

Anche questa alterazione non è casuale per un personaggio, Kiko, che ritiene di dover essere protetto anche se peccatore e che il santo timor di Dio l'ha abolito da bel principio. 

Visto che questo presbitero è nostro attento lettore, spero che per il futuro si corregga: più Sacra Scrittura, meno Risuscitò. Più Gesù, meno Kiko. Più fede in Dio, meno idolatria al Cammino.

Auguriamo anche a tutti gli altri presbiteri del Cammino di rispolverare i propri studi e di evitare di fare le proprie catechesi sulla base delle invenzioni del pittore Kiko Argüello.


venerdì 25 giugno 2021

Prontuario di neocatecumenalese 2 (da FungKu)

Ci riscrive il lettore FungKu:

Caro Blog,

in seguito alla Vostra gentile pubblicazione del Prontuario di Neocatecumenalese, quelli delle altre Sette l'hanno letto ma non si decidono ancora a mettersi in Cammino, tranne qualcuno di Meditazione  Confinata, ma più che altro perché si sono stufati di star seduti sul divano a meditare e vogliono camminare un po'.
Essendo che i Vostri gentili lettori hanno inviato alcune aggiunte, motivo per cui mi trovo ad oggi di nuovo a scriverVi, eccoVi gli aggiornamenti al prontuario, per promuovere l'Ecumenismo Settario!

Cordialmente,

FungKu, Commissione per L'Equiparazione Del Sincretismo Settario al Sincretismo Religioso.
(Anche Dietro Congruo Pagamento in Nero)


SUPPLEMENTO AL PRONTUARIO DI NEOCATECUMENALESE:

Abbandonare finalmente il Cammino: "Se esci da qua la benedizione si trasformerà in maledizione!"  È uno psicodramma da telenovela de categoria superiore, con ululati zingareschi e lamenti purtroppo anche cantati, ricatti morali e minacce di punizioni divine per costringerti a non lasciarli. Frégatene e àndaleNon è che hanno preso Dio in ostaggio e fuori Lui non c'è, eh, anche se te lo dicono. Ma metti che Dio un giorno passa per davvero nelle salette a vedere cosa dicono di Lui? Io vorrei essere a casa a vedere la partita quella sera, non nelle salette.

Kikatekista Neocatecumenale alla notizia che due dei suoi vogliono lasciare la Comunità.
Ma fa così anche se voglio saltare una convivenza perché sono testimone ad un matrimonio.

L'altro: i catechisti dicono sempre che è la tua croce, ma a guardarlo bene pare proprio una persona.

Anotaciones: 
C'è scritto anotaciones e penseresti che è un blocco-note, invece lo apri e scopri che dentro è già tutto scritto da Kiko. Ha scritto tutte le pagine! Riportato in cartolibreria il giorno stesso dell'acquisto. Dopo che lo avevo ridato mi hanno spiegato che con quel libro ci va fatta la bibliomanzia ma io, per il poco che l'ho sbirciato, lo lascerei bello chiuso, che sono tutte profezie di soffrimenti. Invece il Diario di Carmen per non rischiare non l'ho neanche guardato, ho preso quello degli Avengers.

Assemblea: Viva la semplificazione, il Cammino è passato al sacramento unico, il sacramento dell'assemblea, che è facile da ricordare e va a sostituire tutti i precedenti sacramenti tranne l'Unzione degli Infermi, che non esiste più, visto che il Purgatorio e l'Inferno sono stati aboliti: non è giusto che qualcuno va in Paradiso e qualcun altro no!

- Chi sei tu senza il Cammino? ma che domande, caro catechista, vuoi l'elenco? Siediti comodo, che ci impiego un paio di giorni. Questo gli dovete rispondere, cari fratelli! Ma lo vedete come fanno? Ti ricattano con questa frase per metterti in difficoltà e farti dire che non sei nessuno. Scriviti una lista di chi sei e appena ti fanno la domanda tiri fuori la pergamena e li lasci senza catechesi! Volevo dire, senza parole.

Il Cammino non è per tutti! Ti rispondono così quando tu sostieni che il Cammino non è per nessuno. È il loro modo di mercanteggiare con i numeri. In realtà, per ora non è da tutti uscirne, però aspettiamo ancora e vedrai che escono anche i pochi che sono rimasti.

Frasario per Catechisti: "Dio mi ha creato come tuo catechista prima della fondazione del mondo! Dio mi ha inviato alla tua vita! Dovete ringraziare Dio ogni giorno di avere dei catechisti! Voi avete avuto il dono grande di avere catechisti! Nessuno ha questo, nel mondo!" ...vabbèèè, ma perché si chiamano catechisti, che non sanno neppure il catechismo! (Ma poi, quando finisce sta convivenza, che s'è fatto tardi, è ora di cena e la domenica c'è arrosto e patatine, cavolo.)

Comunità di comunità: Quando all'inizio in Parrocchia ci sono 15 comunità e dopo qualche anno sono diventate solo tre perché si sono fuse tra loro. Ecco, quelle tre sono comunità di comunità. Però qualcosa deve essere andato storto perché all'inizio era la Parrocchia a dover diventare una comunità di comunità, e non le comunità. Non lo so quand'è che hanno cambiato idea.

Nella nostra comunità non succede! Dicono tutti così, eppure succede. Ma allora, dov'è che succede.

Evangelizzazione: Non me la nominate, mi ricorda quella volta che mi hanno mandato in Russia e parlavano tutti cirillico e non vi dico il freddo per strada. Ma proprio gli Ortodossi mi mandate ad evangelizzare? Ma siete scemi? Alla fine mi hanno evangelizzato loro e al ritorno i catechisti mi hanno fatto il cazziatone e mi hanno pure fatto tagliare il barbone da Pope.

FARE: verbo universale del Cammino Neocatecumenale: Tutti gli altri verbi sono stati aboliti d'ufficio perché erano borghesi e fascio-medievali: non è mica da tutti imparare un sacco di verbi, e se non c'è riuscito Kiko in 60 anni che sta in Italia, vuoi sapere più verbi di lui?

Chettenepuffa di puffarti la testa a puffare tanti verbi diversi quando ti basta puffare un po' il tono della voce e tutti puffano benissimo di cosa stai puffando? ... e noi che puffi siamo, puffiam puffiam puffiamo!!
Coniugazione del verbo fare, modo indicativo, tempo presente:

Io faccio le lodi
Tu fai la Parola / un'esperienza
Dio fa una storia con te
Noi facciamo Eucarestia / una convivenza / un canto 
Voi fate una colletta / le lodi / una risonanza
Loro fanno una penitenziale

Però se dici "non posso fare la convivenza perché ho da fare" ti segnano errore e ti becchi il cazziatone. Penso perché c'è ripetizione ma non ho controllato.

Accettare la storia che Dio fa con te:

 I catechisti ti spiegano da parte di Dio che devi accettare la storia che Dio fa con te.
Tu devi solo dire che hai capito e che va bene, sennò te lo rispiegano.

Fatti concreti: participio passato del verbo unico di cui sopra. Quando hai fatto, lo dici durante gli scrutini e loro giudicano la tua fede, se è forte o debole.

Fede forte: si distingue da quella debole dei cristiani della domenica e dei religiosi naturali. Consiste nell'accettare la storia che Dio fa con te e nel fare i fatti concreti. Però se ti allontani dal Cammino ti viene una fede debole anche a te.

Fede debole: le credenze magiche primitive dei selvaggi urbani che leggono il Catechismo di San Pio X e parlano il Latino, che è una lingua preistorica in quanto parlata prima del Concilio Vaticano II. (Per carità, chiamatelo semplicemente ìlcóncìlio, che sennò loro vi bollano come fascisti-medievali).

Frutti di conversione: Dopo averti detto per decenni che non puoi evitare di peccare, cambiano idea all'improvviso e ti spediscono all'ambone a dire davanti a tutta la parrocchia che non sei più un peccatore: questi sono i frutti di conversione. Voglio consigliarti di stilare una lista dei frutti di conversione da subito o di copiare da qualcuno, perché all'ultimo momento è difficile. Io non mi ero preparato allora ho detto le stesse cose della persona che ha parlato subito prima di me ma non mi ha creduto nessuno, perché si trattava di una signora che ha partorito otto volte.

Cocomero da altare con effigie kika, che a sentire loro sarebbe il volto di Gesù Cristo.
È un esempio di frutto di conversione neocatecumenale, ma c'è anche tutto l'ortofrutta sul tavolone della mensa.

Lontani: sono quelli che col cavolo che si avvicinano al Cammino. I lontani sono sempre di più, perché molti lontani prima erano vicini che poi sono diventati lontani a causa del Cammino. E valli a riacchiappare tutti, adesso!

Tu non mi obbedisci a me? È quando Kiko, dopo 60 anni che vive in Italia, dice ancora a me mi, ma vuole che tu gli obbedisci lo stesso, anche se non hai mai fatto voto di obbedienza e lui non è il tuo priore e in più ripete pure i pronomi. Ma con me non funziona, perché a me non mi devono comandare, mi devono far credere che è un'idea mia!

Pregaci sopra! Quando non puoi più riderci sopra e tutte le risposte sono finite. In alternativa ti dicono "Ci penserà il Signore!" che vuol dire: "E chissenefrega? Che, sono problemi miei?". Quindi sarebbe meglio pregarci sopra prima che loro ti dicano di pregarci sopra, ma con tanti Rosari, non le preghiere inventate che ti fa recitare Kiko. Anche se ci preghi dopo va bene, basta che non preghi come dicono loro altrimenti finisce che ci preghi sotto, invece che sopra.

S@t4n@ (non facciamo nomi che porta male): Se leggi il catechismo di nascosto e poi rispondi a tono ai catechisti, poi loro lo scoprono, ti ricattano facendo il muso lungo da profeta di sventura e ti dicono che  S@t4n@ ti ha fregato con la sua furbizia. Ma che ne sanno che il catechismo lo ha scritto S@t4n@, non lo ha mica firmato. Poi, se rifiuti il Cammino o i catechisti, ti dicono con aria di sfida che stai in braccio a S@t4n@... ma se vogliono sfidare, che vadano a sfidare quelli di Rinascita Savonarolana che agli eretici vi rispondono che a S@t4n@ gli finite in ###, altro che in braccio. Ma che scrivo a fare se devo censurare tutto? Basta co st'argomento.

Uno. Dovete essere UNO... Cosa vi manca per essere UNO? Questo è uno a cui Kiko si rivolge in tutte le sue catechesi: tu sei Giacobbe! Tu sei Abramo! Noi ci guardiamo intorno ma non abbiamo capito a chi cavolo parla perché nessuno di noi si chiama così. Allora, pare che è un tizio immaginario che lo vede solo Kiko, forse allo specchio. Però, se i fratelli non somigliano tutti quanti al tizio immaginario, Kiko si arrabbia perché, siccome non si ricorda mai chi è chi, allora facciamo che i fratelli sono tutti uguali, così per lui è più facile.

Terra Promessa: Ma davvero stai ancora camminando? Ormai i quarant'anni sono passati da dieci anni, non la vedi più la terra promessa, ma perché non c'è mai stata! E comunque questa terra è promessa solo per te, perché per loro che te la promettono è la Terra Mantenuta (però sei tu che gliela mantieni).

Foto del mio amico neocatecumenale Lucignolo insieme a Carmen, dopo quindici anni
nella Terra dei Balocchi, cioè volevo dire la Terra Promessa (promessa da Kiko e Carmen).

mercoledì 23 giugno 2021

È in uscita la biografia di Carmen Hernández (ma in realtà tratta di Kiko e del suo Cammino)

Lunedì  21 giugno 2021, sulla testata on line 'Religion  Confidenciál', è uscito un articolo in cui si annuncia la prossima pubblicazione della 'prima biografia di Carmen Hernández, iniziatrice del Cammino Neocatecumenale con Kiko Argüello' prima dell'apertura del processo di beatificazione: il volume verrà presentato ufficialmente a settembre.

'È una biografia chiave per comprendere la storia di questo Cammino di Iniziazione Cristiana' specifica l'articolo, che descrive la Hernández come    'una donna che è stata fondamentale nella vita della Chiesa nell'epoca contemporanea'.

Kiko è la star:
Carmen sempre in secondo piano
Pare che l'idea di fare questa biografia sia nata da Kiko Argüello  dal momento che si tratta di una 'persona che ha avuto un ruolo fondamentale nella vita del leader carismatico del Neocatecumenato';  l'autore sarebbe addirittura  un professore di Filosofia morale, Aquilino Cayuela , 'che ora insegna in vari centri accademici tedeschi e in numerosi seminari Redemptoris Mater in tutto il mondo' (da altri articoli risulta essere un padre di famiglia in missione in Germania, prefetto degli studi del Seminario RM di Berlino).
Pare che il professor Cayuela abbia preparato la biografia (di Carmen, ma soprattutto di Kiko e del Cammino) in tre anni, producendo un volume di oltre quattrocento pagine.
Il vecchio amico cardinale Antonio María Rouco Varela, ex arcivescovo di Madrid,  nella introduzione sottolinea principalmente 'l'importanza del Cammino nella storia della Chiesa'.

Chi non avesse mai sentito parlare di lei, del soggetto della biografia, la Hernández, si rassicuri:  oltre alla famosa frase intrisa di sensibilità femminile 'la donna è la fabbrica della vita', di lei nella Chiesa, al di fuori del Cammino neocatecumenale, non si sa nulla di nulla.

La presentazione del volume della biografia a settembre avverrà dopo che sarà stata 'celebrata' la convivenza degli Itineranti del Cammino, nell'ambito della quale l'opera verrà presentata in anteprima. 
L'attenzione, più che sulla biografia di Carmen Hernández,   si concentra, come sempre, sulla storia ufficiale delle origini del Cammino Neocatecumenale e sul rapporto con  Kiko Argüello. Viene nominato pure  'padre' Mario Pezzi, bontà loro, vedremo quanti paragrafi dedicheranno alla sua ingombrante personalità.

Ma naturalmente  il fulcro del libro non poteva essere che la storia del Cammino neocatecumenale.
Continua infatti l'articolo dichiarando che la storia del Cammino è stata raccontata da Kiko Argüello in diverse interviste e interventi, (a noi risulta che abbia sempre e solo raccontato la sua storia personale), mentre nel libro di Cayuela la storia del Cammino verrà presentata 'nel contesto della vita della Chiesa'.

L'articolo informa che l'autore ha lavorato con documenti originali ed  anche indagato su archivi privati ​​e pubblici per sviluppare questa che, a quanto pare, non è tanto una biografia della Hernandez , quanto un'opera 'molto importante per la storia del Cammino Neocatecumenale'. 

Il professore  comunque, oltre che delle magnifiche sorti progressive del Cammino, sembra essersi occupato anche del soggetto della biografia ed ha pure intervistato un centinaio di persone con cui Carmen Hernández 'ha avuto una relazione per tutta la vita': aspettiamo con ansia proprio le dichiarazioni di chi ha avuto a che fare con questo soggetto balzano e intemperante, capriccioso, mutevolissimo nelle proprie preferenze personali, che dalla amicizia passava disinvoltamente al disinteresse se non alla vendicativa malignità.

Dal momento che nel sottotitolo dell'articolo si specifica che 'molte persone che si rivolgono alla sua intercessione stanno ricevendo grazie' , a questo punto ci chiediamo se queste persone -tutte neocatecumenali, alle quali è stato specificamente ordinato di chiedere l'intercessione della Hernández- stanno pregando Carmen, o non piuttosto il 'carismatico' onnipresente Kiko Argüello e il Cammino, che già considerano una istituzione 'santa', una vera Chiesa parallela.

lunedì 21 giugno 2021

Catechesi iniziali: una tempesta di errori

Dal libro "Verità sul Cammino neocatecumenale": raccolta di documenti e testimonianze a cura di padre Enrico Zoffoli, vi presentiamo la relazione stilata da un fedele cattolico sulle Catechesi iniziali tenute da una équipe di catechisti del CN nella sua parrocchia.
 
È il primo di una serie di contributi che intendiamo proporvi tratti dalle testimonianze e dai documenti che  il teologo passionista padre Zoffoli raccolse da tutta Italia ormai trent'anni fa.
Nel frattempo ne è passata di acqua sotto i ponti: sono  stati approvati lo Statuto del Cammino e il Direttorio delle sue catechesi. Ma il Cammino neocatecumenale è rimasto esattamente ciò che era, e lo dimostra la grande attualità delle trascrizioni, delle descrizioni, delle impressioni, delle denunce e delle lacrime di tanti fedeli e sacerdoti coinvolti in esso a vario titolo fin dal suo primo apparire nelle parrocchie italiane .
Prima della relazione, vogliamo evidenziare una citazione di padre Rotondi in quarta di copertina:
 
"Si può dire in breve che nel pensiero di Kiko e Carmen errori teologici antichi e nuovi confluiscono in un vulcano tale di contraddizioni, che non è possibile non solo dedurne una logica di verità , ma neppure un sistema coerente di errori.
Nessuna originalità, ma ripetizioni critiche di aberrazioni teologiche antiche e nuove senza alcun riferimento a quanto la Scrittura e il Magistero della Chiesa hanno da sempre professato o rigettato".


 CRITICA AL 'CAMMINO NEOCATECUMENALE '
VERA TEMPESTA DI ERRORI
 
 Città (...), senza data
 
Premessa 
 
Ogni considerazione che seguirà si basa esclusivamente sull'esperienza da me vissuta durante il periodo di due mesi introduttivi alla catechesi relativa al Cammino Neocatecumenale che si è svolta nella parrocchia di San Leone Magno in Firenze dal ottobre al dicembre 1992. 
In tutto cercherò di seguire un ordine cronologico degli argomenti trattati a partire dal giorno in cui il parroco presentò all'assemblea dei fedeli il gruppo di catechisti che si sarebbe incaricato della catechesi. 
 
1 - Voglio cominciare dal giorno della presentazione ufficiale che avvenne durante la celebrazione eucaristica domenicale perché mi stupì il loro modo di comportarsi al momento della consacrazione; infatti mentre tutta l'assemblea era inginocchiata come di consueto e come del resto è indicato anche nel foglietto della Messa, loro fecero un semplice inchino con la testa, tutti insieme. Si capiva bene che era una loro consuetudine il non inginocchiarsi.
Perché?
 
2 - Per seconda cosa pongo l'attenzione sul fatto che la catechesi è stata tenuta da catechisti laici anziché da presbiteri
La cosa di per sé potrebbe significare ben poco se queste persone non si fossero presentate come angeli del Signore inviati per la salvezza generale.
Con molta poca delicatezza, e piuttosto con una buona dose di presunzione nel modo di parlare, l'annuncio è avvenuto come se prima di allora non si fosse mai ascoltato niente; è stato infatti rigettato tutto il passato della nostra parrocchia Francescana senza che queste persone conoscessero minimamente la storia e le innumerevoli esperienze vissute insieme ai frati in 100 anni di storia.
La sensazione netta è stata che questi catechisti fossero gli unici depositari della fede e possessori dello Spirito Santo in maniera esclusiva (come se lo Spirito si facesse imbrigliare da qualcuno!)
Questa la prima sera, poi più avanti, nel corso, è stato affermato senza mezzi termini "noi siamo angeli del Signore", si badi bene non "come angeli" ma "angeli" forse dimenticandosi o non sapendo proprio che gli angeli sono creature di Dio ben diverse dagli uomini.
Forse, nella migliore delle ipotesi, ma sempre con una buona dose di presunzione, avrebbero potuto definirsi "profeti", rimanendo un po' più con i piedi per terra.
 
3- È stato presentato uno schema di parrocchia cosiddetto "atomizzato", dove ogni anno nasce una comunità

formata al massimo da 50 persone che gravitano intorno non si sa bene a che cosa dal momento che il grosso della popolazione parrocchiale, che non si avvia al cammino, è stato ignorato in ogni considerazione che è stata fatta. Questi gruppi sembrano vivere isolatamente gli uni dagli altri allo scopo di esercitare l'amore reciproco sul serio e non in maniera superficiale (così hanno detto) come fanno i normali cristiani. 
 
La critica che a mio parere deve essere mossa a queste considerazioni estremamente superficiali è la seguente:
innanzitutto non dovrebbero permettersi di dare giudizi di questo tipo sugli altri perché è impossibile essere nell'animo delle persone e poter valutare il tipo di rapporto che fra esse intercorre; cosa ne sanno degli infiniti, grandi e piccoli atti di sacrificio e di amore di saluti da ciascuno nei confronti di altri fratelli? Forse però trattandosi di angeli siamo di fronte anche al dono della chiaroveggenza... 
 
4- Fra le altre cose sono state pronunciate le seguenti affermazioni, che mio giudizio contraddicono in modo palese al tradizionale insegnamento della Chiesa Cattolica, ma che piuttosto sono più consone alla dottrina protestante:
  • L'uomo non può fare niente per conseguire la vita eterna. 
  • Dio fa tutto senza che tu debba sforzarti, anzi qualunque sforzo è inutile. 
  • L'uomo può incrociare le braccia perché fa tutto Dio.
  • Tu non puoi evitare il male e ti è impossibile, da te, fare il bene. 
  • Tu non sei responsabile del tuo peccato. 
  • Dio ti ama così come sei e non occorre che tu faccia niente per migliorarti. 
  • È sufficiente riconoscersi peccatori per conseguire la salvezza. 
 
In queste affermazioni è totalmente negato il libero arbitrio dell'uomo di fronte alle scelte da fare e da parte di qualcuno si ironizza sulle opere di misericordia come acquisizione personale di meriti quasi si trattasse di forare una tesserina appunti per conquistarsi il paradiso. 
Sono affermazioni in grave contraddizione anche alla luce del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica recentemente apparso nel quale anzi si invita il Cristiano ad una continua ascesi per un miglioramento personale da attuarsi con la Grazia di Dio e col proprio deciso sforzo. 
"Tutto è predestinato" si dice. 
Mi domando se questa affermazione è diversa dalla tesi di fondo di Martin Lutero o Calvino. 
La conseguenza psicologica provocata dalle affermazioni di cui sopra non può essere che il lassismo e un incentivo al disimpegno nei confronti di qualsiasi forma di impegno e ascesi personale. Assomiglia molto al quietismo già condannato dalla Chiesa. Da tutto questo scaturisce una figura di uomo che assomiglia in tutto ad un burattino mosso da fili manovrati da Dio. Credo invece che l'uomo sia qualche cosa di più di un burattino ("ci hai fatto poco meno degli Angeli" si legge nella Scrittura). Il

peccato dunque c'è, ma non si può evitare, hanno sostenuto,
e vengono anche annullate le differenze di gravità nei confronti dello stesso peccato da parte di chi lo compie, ignorando in questo gli impegni personali che ciascuno ha preso con Dio. Si è sostenuto infatti che, ad esempio, l'andare con una donna, costituisce la stessa gravità tanto per un laico che per un sacerdote (perché non anche per il Papa aggiungo io?), quando fino ad ora c'è stato insegnato che non solo è più grave quello del sacerdote, ma che addirittura quello commesso dal frate lo è ancora di più proprio in virtù del voto di castità che costituisce un impegno più forte della promessa di castità. 
Il concetto della predestinazione è frequentissimo, anche se non sempre espressamente enunciato, come quando si dice che non tutti sono predestinati ad essere cristiani. Anche fra chi ha ricevuto il messaggio, solo alcuni sono gli eletti per destino, in ciò basandosi sulla frase "tutti sono i chiamati pochi gli eletti". 
Con questa interpretazione si conferma la sostanza del l'idea secondo cui non sono io che col mio libero arbitrio e le mie volontà decido di essere cristiano ma è Dio che unilateralmente mi elegge.
Gesù ha detto che "pochi sono gli eletti" perché nella sua sapienza prevedeva già che molti avrebbero rifiutato la chiamata di Dio, ma solo per un loro preciso atto di volontà e non perché predestinati a rifiuto. 
Se una predestinazione c'è, e c'è, è che tutti siamo predestinati alla vita eterna, ma questo non si compie senza il consenso dell'uomo. 
 
5 - Si è affermato: "Non c'è tempio nè altare nè sacerdote". 
Mettendo insieme un po' tutti i discorsi fatti dall'inizio alla fine del ciclo di incontri, mi è parso di capire che non c'è un buon rapporto con le regole, i dogmi, la gerarchia e altro in quanto, secondo loro, sono responsabili di non far spaziare liberamente lo Spirito. 
Io penso che questo atteggiamento, oltre che condannato dalla Chiesa (l'obbedienza al magistero e alla gerarchia non è affatto un optional, ma è condizione indispensabile per la salvezza), e anche molto pericoloso per chi si avvia ad un cammino di Fede. 
Questo semmai può essere un punto di arrivo dopo una lunga pratica d'ascesi e di autentico incontro con Dio e sempre che a Dio piaccia. Praticato invece fin dall'inizio, allorquando si è digiuni di ogni cosa, significa solo insegnare un atteggiamento di disobbedienza alla Chiesa istituita. 
 
6 -
È stato tracciato un grafico rappresentante la "storia della salvezza" sul quale sono state puntualizzate le tappe più importanti. 
Del tutto incomprensibile è risultata l'affermazione secondo la quale si è avuta una specie di sospensione appunto della storia della salvezza dall'Editto di Costantino fino al Concilio Vaticano II, come se in questo lunghissimo arco di tempo non fosse successo niente di importante, si è operato inspiegabilmente un taglio di oltre 1000 anni. 
 
7 - Se il cristianesimo è amare, ovvero la ricerca del bene e della felicità degli altri prima della nostra, nei due mesi introduttivi al cammino ho notato che l'obiettivo da raggiungere è la propria felicità: gli altri, il prossimo, non sono quasi mai stati nominati. 
 
8 - Ho avuto più volte l'impressione che questo cammino possedesse quasi l'esclusiva per la salvezza. 
Infatti le persone chiamate da Dio per essere un "segno" sono quelle che entrano a far parte delle comunità neocatecumenali, come se le persone "segno" non potessero stare da tutte le parti!
 
9 -
È stato presentato il seguente schema: 
  • al centro il SALE (le comunità) 
  • al contorno i SALATI, 
  • all'esterno i GIUDA. 
 
Mi domando: chi non gravita intorno alle comunità neocatecumenali è considerato un Giuda? Un traditore? Di chi? Di Gesù forse? 
Si deve allora confermare che questo "cammino" sia l'unico che salva?
 
10 - Si è affermato che è necessario fare un'esperienza diretta di Dio, ovvero sperimentare nella propria vita, in modo tangibile, Dio.
Tutto parte da qui, la tua fede si fonda qui; se tu non hai fatto esperienza di Dio la tua fede è niente, è fasulla. La fede cioè deve essere comprovata dall'aver sperimentato direttamente nella tua vita Dio.
Un'affermazione cosi contraria al concetto di fede l'ho sentita poche volte.

Gesù dice a Tommaso "beati coloro che crederanno senza vedere" e in un certo senso gli tira le orecchie perchè aveva voluto mettere la mano nella
piaga del costato.
Credere che sia pretendere troppo da Dio che si faccia "toccare dalla tue
mani" e magari senza che tu neanche lo abbia cercato.
Queste cose sono successe raramente e solo con persone particolari con le quali Dio ha scandito le tappe più importanti della Storia della Salvezza.
Anche a te comune mortale può accadere tutto questo, ma salvo casi eccezionali tutti i santi riferiscono che tale esperienza di cui si parla è possibile solo dopo un lungo cammino di dura ascesi e sempre che a Dio piaccia. Non si può banalizzare così l'esperienza di Dio che invece sembra tutti loro (catechisti) abbiano fatto, nessuno escluso.
Sarà vero che Dio vuole darci una prova concreta della sua esistenza?
Forse sì, anzi certamente sì, ma la strada è quella del discernimento, come dice la Dei Verbum: Dio si può riconoscere dalle cose create.
Dunque è il mondo che ci circonda che ci parla di Dio e l'uomo saggio, libero da pregiudizi, lo può trovare su questa strada e non su quella della ricerca di una manifestazione diretta e personale, praticamente un miracolo.

11 - Il buon seme, è stato detto, si vede dai frutti: giusto.
Sulla scia di questa affermazione si è sostenuto da parte dei catechisti
che l'esperienza del "cammino" cambia la vita.
Può essere, però curiosamente uno di essi ha riferito, a mo' d'esempio, che con la moglie litigava ancora violentemente, "fino a giungere quasi alle mani", litigi che poi si concludevano col perdono.
Mi domando chi non fa la stessa cosa e forse senza essere giunti "quasi al
le mani" anche senza appartenere al "cammino"?

Comunque stiano le cose, se i rapporti fra marito e moglie sono ancora,
dopo "la vita cambiata", al livello delle liti violente "fino quasi alle mani", mi domando in cosa consista il cambiamento? Forse prima volavano le seggiole?
E poi che esempio per chi abita sullo stesso pianerottolo!

12 -
Altra affermazione quanto mai sorprendente: l'uomo è racchiuso in un "cerchio di morte", per cui gli è impossibile amare gli altri, non ne è
capace.

Forse il catechista si è dimenticato del comando di Gesù: "Amatevi gli uni gli altri", e se è un comando significa non solo che è possibile farlo, ma che dipende da un preciso atto della volontà sostenuto anche dall'aiuto di Dio.

12 - Il cristianesimo non è una religione, è stato detto, e non è una morale!
Che cos'è allora? Risposta: un avvenimento.
E perché mai, mi domando?
Da sempre si parla di cristianesimo come di una parola di "dialogo con le 'altre' religioni" a riprova che anche il cristianesimo è una religione; nelle
scuole c'è l'ora di "religione".
Religione o religioso è tutto ciò che pone l'uomo in relazione con Dio, lo orienta a Lui; se poi vogliamo limitarci freddamente alla stretta definizione di "religione", non si capisce perché il cristianesimo non dovrebbe essere
una di esse. Infatti si definisce una "religione" l'insieme di verità, preghiere, riti, dogmi e pratiche di pietà: mi domando quali di questi ingredienti
manca al cristianesimo per dire che non è una religione? E allora perché tale affermazione?

Perché la religione cristiana in generale e quella cattolica in particolare hanno in sé una morale per cui negando la responsabilità dell'uomo nei confronti del peccato (è impossibile fare il bene, è impossibile evitare il male perché siamo racchiusi in un cerchio di morte) è evidente che per l'uomo sussiste il problema morale della scelta fra bene e male ovvero il cosiddetto libero arbitrio.
Tutto quello che compone una religione è un appesantimento che imbriglia la Spirito e se ne conclude che il cristianesimo non è una religione (quest'ultimo periodo è una mia deduzione).

14 - Che dire di quest'altra affermazione?
"Dio non si può offendere con i peccati".
Si vuol presentare all'attenzione dell'ascoltatore qualcosa di nuovo a tutti i costi, tanto per polarizzare l'attenzione, oppure all'interno di questa affermazione ci siano dei contenuti dottrinali?
lo credo uno e l'altro, solo che la dottrina sottesa non è quella cattolica.
Fino a prova contraria, nel Sacramento della Riconciliazione, la Chiesa
cattolica invita il penitente, dopo l'accusa dei peccati, a recitare l'Atto di
dolore in cui si dice "perché ho offeso te..." e anche "prometto col tuo santo
aiuto di non offenderti mai più..." e allora perché Dio non si può offendere?
La spiegazione è stata questa: Dio non si può offendere perché non è possibile sottrarre a Lui qualcosa; e chi ha mai detto il contrario? Dio, senza dubbio, continua ad essere Dio intatto anche se noi pecchiamo contro di lui ("contro te solo ho peccato"), anche se a dire il vero una cosa gliela sottraiamo: I'amore e il rispetto di cui ha diritto.
E allora perché hanno detto che Dio non si può offendere? Credo che il problema si ricolleghi al punto 4 perché secondo tutta questa strana serie di affermazioni, gravemente in antitesi con quanto insegnato dalla Chiesa cattolica, si vuol dire che se non sono responsabile del mio peccato, non posso neanche offendere perché ciò implicherebbe una mia capacità decisionale che non ho.
Detto questo ne deriva che, se non ho offeso nessuno, non ho neppure l'obbligo della riparazione e del pentimento.

Da un compitino svolto in una delle serate è emerso con sufficiente chiarezza che l'assemblea dei fedeli gioca un ruolo importante nell'assoluzione dei peccati forse quanto quella del sacerdote, non ricordo le parole esatte della domanda formulata nel questionario, ma in buona sostanza si chiedeva se l'assoluzione dei peccati competeva al sacerdote o alla comunità e in che misura.
Forse pecco troppo di fantasia, ma collegando quest'ultima questione con
il punto 5, là dove si dice che "non c'è sacerdote", forse il volo fantastico trova una spiegazione!

15 - Si è fatta ironia circa l'impegno nello studio qualunque esso fosse sostenendone una inutilità, una perdita di tempo il prepararsi e impegnarsi seriamente. "I tuoi genitori ti hanno detto 'studia!, che tu diventi ingegnere!' Come se questo fosse importante!".
Che cos'è allora importante per loro, il disimpegno personale e attendere la manna dal cielo?
Ma non hanno saputo cogliere l'importanza che ha invece lo studio e la preparazione personale, la professionalità che così tanto è raccomandata in quasi tutti gli ultimi documenti della Chiesa!
Possibile che ciò che dice il Magistero venga mutilato e contraddetto in tante parti e che in questo caso non si capisca che ogni uomo ha un compito da svolgere in questa società secondo il disegno di Dio e che ad esempio servano anche gli ingegneri?

È evidente che l'ingegnere non esaurirà tutto il suo essere nel fatto di essere ingegnere, ma cercherà di entrare nella sintonia attraverso il suo lavoro competente di servire gli uomini nelle loro necessità e in questo adempiere alla volontà di Dio.

16 - Non voglio commentare quest'ultima affermazione uscita direttamente dalla bocca del sacerdote accompagnatore dei catechisti quale "garante" dell'ortodossia cattolica: 
"Si può diventare sacerdoti anche senza la fede". 
La commenti pure chi legge queste pagine!

17 - Osservo inoltre che le "catechesi" si sono svolte a senso unico, salvo rarissime eccezioni, ovvero non c'è stata la minima possibilità di intervenire su quanto detto. Ciò è stato giustificato col fatto che si era nella "fase di ascolto"; ma quando ci sono state quelle minime possibilità di parlare e di porre domande per mettere in evidenza quelle tesi che, secondo me, divergevano dall'insegnamento cattolico, la risposta era "dai frutti si riconosce la pianta".
Giusto, ma non ci si può limitare a guardare solo in casa propria; i frutti
sono quelli che maturano su tutto l'albero della Chiesa e quando un gruppo, di qualsiasi natura esso sia, provoca intorno a sé terra bruciata, astio, incomprensioni, divisioni (come si sente dire in tutte le parrocchie dove c'e il "cammino neocatecumenale"), dubbi ai quali non si dà volutamente risposte, non può essere una buona pianta.


Conclusioni
 
Termino qui le mie considerazioni intorno ai due mesi introduttivi al "cammino neocatecumenale" dal quale ne ho tratto un'esperienza del tutto negativa e che mi ha impedito di proseguire in quella direzione.
Io ritengo che la dottrina proposta contenga diversi punti che andrebbero
verificati alla luce del l'ortodossia cattolica; certo è che questo "cammino" riscuote il plauso di numerosi Vescovi e addirittura del Papa per cui d'istinto dovrei dire che non ho capito niente. Confidando invece di aver capito abbastanza non so, per il momento, dare una spiegazione a tutto questo.
Dichiaro davanti a Dio che ho seguito questi incontri libero di pregiudizi e assolutamente aperto a ricevere qualcosa di buono, ma la mia trascorsa formazione cristiana e in particolare francescana mi hanno creato una barriera istintiva che, man mano andavano avanti gli incontri, diventava sempre più spessa.

sabato 19 giugno 2021

L'attivismo clericale non converte, nemmeno quello neocat

Condividiamo questa "lettera aperta a un prete", che sta girando sul web e che dà voce a tanti giovani assetati di verità e di bellezza… Anche se riferita in generale alle realtà parrocchiali, è applicabilissima ai neocatecumenali, che complicano la crescita spirituale e la rallentano.

Caro Sacerdote,
non te la prendere, ma due paroline te le devo proprio dire…

Non mi interessano i campetti di calcio, i cineforum, i teatrini, le conferenze, i baretti con videogiochi e biliardini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, il grest, le pizze dei sabato sera.

Prete con paramenti sacri
si presta alle 'estrazioni del lotto' (truccate)
per le assegnazioni ai Seminari kikiani

In una parola, tutto il ribollente attivismo che ruota intorno alle parrocchie, lo trovo anche fuori, nel freddo "mondo", e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, efficiente, coinvolgente, appassionante. Non c'e' concorrenza: il "mondo" è specializzato in divertimenti, passatempi, sport, intrattenimenti vari, in cui ha profuso studi, energie e investimenti.

Voi curatemi l'anima. Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione. Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio.

Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata nei Tabernacoli d'oro ad aspettare mentre brucia d'Amore.

Dissetatemi col Vangelo dei semplici, non spiegatemi troppo, sono piccolo, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene a casa con la perla preziosa.

Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di superba autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello Spirito.

Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, inquinato la mente, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perché, fatemi scoprire quel filo segreto che li legava alla SS. Trinità.

Il rosario, ho fame di rosario. Perché non lo recitate più? Persino nelle veglie funebri, a volte ci si ferma a tre decine, come se quello intero fosse troppo lungo anche per chi davanti ha l'eternità. Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene, beneditemi e consacratemi ai SS. Cuori di Gesù e Maria.

Incoraggiatemi nella via della carità, dell'altruismo, dell'occuparmi del prossimo, nel nome di Cristo. Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità.

Pregate per me qualche volta. Come sarebbe edificante per me trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza!

Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile. Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità.

Che abbia 4 o 100 anni, non starò con voi per il grest o il bel campetto o gli amici che ho incontrato. Ci starò per quel banco consunto in cui mi sono inginocchiato e per quel santo sacerdote che ho incontrato. Ci starò perché Cristo, per mezzo loro, mi ha convertito. Ecco Chi mi salverà l'anima!

Ti prego, sacerdote,
torna ad essere nuovamente
ciò che devi essere!
Ti prego, sacerdote,
torna ad essere nuovamente
ciò che devi essere
perché io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre.

In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perché mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.

giovedì 17 giugno 2021

12 buoni motivi per non entrare in Cammino

Così, una cosa leggera per sorridere. Rielaboro una divertente discussione nell'Osservatorio, con un suggerimento proposto da Michela. 

DODICI BUONI MOTIVI PER NON ENTRARE NEL CAMMINO.

  • 1) Certamente i vostri parenti vi ruberanno una eredità e voi NON POTRETE fare causa 
  •  2) Certamente i ladri vi deprederanno la casa, e voi NON POTRETE denunciarli 
  • 3) Certamente in famiglia molti cari diventeranno vostri NEMICI, affinché voi possiate amare il nemico 
  • 4) Certamente il vostro MATRIMONIO ENTRERÀ IN CRISI, affinché il Cammino possa salvarlo
  • 5) Certamente tu darai tutti i tuoi BENI al Cammino, magari vendendo la casa, così poi potrai sperimentare che Dio provvede restituendoti il centuplo, anche in case. Diventerai un neocatecumenale immobiliarista. 
  • 6) Certamente vi dichiarerete aperti alla vita secondo Kiko, per poi ritrovarvi con DICIOTTO FIGLI di cui otto in Cielo, una moglie distrutta ma fuori tutte le sere. Tanto i figli li cresce la babysitter o i fratelli maggiori. 
  • 7) Certamente, dopo che avrai venduto i beni, ti rimarrà qualcosa ma dovrai versare anche la DECIMA. Per sopravvivere, tu e tuo marito, e crescere i dieci figli viventi, dovrai chiedere la carità al catechista e al responsabile che restituiranno parte della DECIMA. 
  • 8) Certamente, anche se eri assolutamente ateo e negavi l'esistenza di Dio, oppure agnostico, dopo qualche anno di Cammino racconterai che eri arrabbiato con Dio e con la storia che Dio aveva fatto con te. 
  • 9) Certamente, anche se ti eri chiuso a chiave nel salotto di casa dopo aver preparato sul tavolino pop corn, patatine e birra a volontà perché c'era la finale della FIFA World Cup, e i catechisti sono venuti a tirarti fuori nel bel mezzo di un rigore assegnato all'Italia minacciandoti di retrocessione alle catechesi iniziali, quando sarai nella saletta dirai: "il Signore mi ha portato qui".
  • 10) Certamente, se sei donna, ti verrà chiesto dai catechisti se sei una MOGLIE SOTTOMESSA e interrogheranno tuo marito per averne conferma. 
  • 11) Certamente, qualora tu dovessi criticare una catechesi balorda di Kiko scritta in spagnolo e in italiano da V elementare, anche se tu dovessi coinvolgere nella comprensione del testo l'anima gnostica di Umberto Eco e i sommi esegeti e filologi defunti e viventi, credenti e non, i catechisti di Kiko ti diranno: "Se non hai fatto il Cammino non puoi capire". 
  • 12) Certamente vi diranno: "venite e vedete", "non venite, domandate, ragioniamo". Della Parola prendono solo quello che gli conviene. Delle mille argomentazioni di Cristo con scribi, farisei, guardie che schiaffeggiano, apostoli che dicono sciocchezze, non prendono niente. Soltanto detti tranchant, come nei vangeli gnostici senza capo né coda. Quando farete una domanda, vi diranno: "Sei un superbo, non ti fidi. Come Cristo, devi circoncidere la ragione". E ti spiegheranno che questo significa la corona di spine: la circoncisione della ragione. Io mi fermo qui. Chi conosce altri motivi li aggiunga nei commenti :-)  
 
(Lino Lista)

martedì 15 giugno 2021

Quando il nemico sei tu. Dalla "Catechesi sul Cammino" del secondo scrutinio neocatecumenale (V)

Proseguiamo con la lettura della Catechesi sul Cammino dagli Orientamenti alle équipes di catechisti per il secondo scrutinio battesimale del Cammino Neocatecumenale (1977)In questa catechesi Kiko tratteggia le modalità di proseguimento successive al secondo passaggio, in un lungo e contorto discorso dal quale abbiamo estrapolato sette aspetti salienti. Kiko presenta ai fratelli un Cammino di:

2) Opposizione agli sforzi verso la santità, considerati idolatrici.
3) Sovversione della giustizia divina e del libero arbitrio.
4) Accettazione supina (salvo privilegi) dei peccati altrui, presentata come amore al nemico.
5) Inclusione di criminali impenitenti, perché nessuna vittima è migliore del suo carnefice. (Qui di seguito)
6) Precarietà, spirituale e materiale, imposta come stile di vita. (Parte I, Parte II)
7) Liberazione dai Estorsione dei beni materiali, coperta dall'arcano.

Siamo alla quinta parte: Un cammino di inclusione di criminali impenitenti, perché "nessuna vittima è migliore del suo carnefice".
"Se poi tu ami l'iniquità e mandi in rovina te stesso, non è possibile che tu pretenda ti sia affidato il prossimo da amare come te stesso, perché come perderesti te stesso con il tuo modo di amarti, così faresti perdere il tuo prossimo amandolo allo stesso modo."

Sant' Agostino
Nelle parti precedenti abbiamo visto che, secondo il "copione di scena" del Secondo Passaggio, il cammino del popolo neocatecumenale prosegue d'ora in poi per una discesa agli inferi segnata da una controversa libertà di peccare e da un eretico dovere di lasciar peccare; e che, come una vera setta, il Cammino si serve di questi torbidi insegnamenti per garantirsi la sussistenza.

In questo clima di grande comprensione verso peccato e peccatore, quale rimedio ha in serbo il Cammino per i fratelli danneggiati dai peccati altrui? Poco o niente di consolante, alla faccia della fraternità. 

Risalta, lungo tutto il mamotreto, l'insistente pressione ideologica esercitata sulle vittime sia presenti che future allo scopo di inibirne, anche preventivamente, il retto giudizio. Le vittime sono chiamate al perdono incondizionato ed all'accettazione lassista, cioè ad agevolare la vita terrena del nemico ma non quella spirituale: salvo fugaci eccezioni (pagg. 90, 102), non si parla con altrettanta insistenza del dovere di arginare o di correggere il peccatore. Il pericolo pubblico che arreca danno al prossimo va lasciato imperversare. Si occuperà Dio della sua conversione.

Con stridente contrasto prendiamo atto del desolante quanto miserabile silenzio normativo nei confronti del peccatore, il quale non viene esortato, con la sollecitudine che sarebbe dovuta, a considerare le gravi conseguenze del suo peccato, né a pentirsi e tantomeno a riparare, come invece Madre Chiesa comanda. L'ideologia neocatecumenale ne protegge persino la reputazione: vietato pensare alcunché di male del nemico e persino del criminale, figuriamoci esprimere un retto giudizio: viene immediatamente squalificato come "mormorazione" (pagg. 31, 36,  52, 57, 65, 73, 82, 103,  160, 214).

Il pretesto pseudo-religioso di siffatta asimmetria è quello di farsi testimoni, nel senso di emulatori ed interpreti, di una caricatura di amore divino che il Cammino spaccia per incondizionato, cioè privo di giustizia di fronte al peccato dell'uomo. Nella visione neocatecumenale Dio non è giudice e non retribuisce. Egli desidera tuttavia la nostra conversione e ciò deve passare attraverso i guai che Egli stesso ci manda e la passiva sottomissione alla libertà dei peccatori (pagg. 82, 88, 89, 103-108, 136, 150). La dottrina neocatecumenale assicura che la non-resistenza al male convertirebbe gli animi.

Nella realtà dei fatti l'obbligatorietà di tale sottomissione cieca e perlopiù non sorretta da vocazioni mistiche, danneggia la fede cattolica, lobotomizza i fratelli e ripugna i cattolici detti "della domenica".

L'ingiustizia programmatica del Cammino si fonda non in una presunta "spiritualità superiore" e "più impegnativa dello sciocco cattolicesimo della domenica" - come i "catechisti" sono tenuti ad insegnare ai loro catechizzati - ma nella natura intrinsecamente "quartomondista" dell'iniquo sistema neocatecumenale. 

Il popolo in cammino si divide in una maggioranza di vittime ed una minoranza di carnefici, questi ultimi essendo, in definitiva, i beneficiari materiali di tutta l'operazione neocatecumenale (v.  articoli di riepilogo). L'ideologia su cui si regge questa dittatura unisce in sé il comunismo delle colpe, a detrimento dei fratelli semplici e meno colpevoli, ed il capitalismo dell'immunità (anche penale!) di cui beneficiano solo pochi VIP.

"Vuoi conoscere qualcuno che ti ama così come sei? Vieni e vedi!",
così recitava la locandina anonima del Cammino Neocatecumenale.

Il comunismo o egualitarismo delle colpe è il pregiudizio ideologico dell'uguale colpevolezza per tutti, per il quale nessuna vittima ha il diritto di sentirsi meno peccatrice del suo carneficeLe colpe dei grandi peccatori vengono costantemente sminuite, mentre sono esagerate quelle dei fratelli più innocenti, che devono "convincersi di peccato" (pag. 63 - che significa, in gergo neocatecumenale, "riconoscersi peccatore davanti ai fratelli, ben oltre i fatti reali"). Vengono enfatizzate anche e soprattutto le colpe delle vittime, alcune delle quali vengono persino inviate a chiedere perdono al loro persecutore prendendosi così la colpa del suo peccato, con la scusa della "riconciliazione". 

Dice infatti Kiko, a pag 77 (attenzione - allerta eresia) :

Ma voi credete che sono assassini solo quelli che stanno in galera! Voi siete anche assassini quando dite alla vostra moglie: tu sei pazza. E voi credete che sono adultere solo le prostitute. Quando voi guardate una donna desiderandola già siete adulteri.

Ma voi dite: non con la stessa intensità! Bisogna guardare la intensità, la gradualità del peccato, le circostanzeQuesto lo dite voi. Questo non lo dice il Vangelo.  

No, questo non "lo dite voi" ma lo dice  il Catechismo della fin troppo paziente Chiesa Cattolica che Kiko millanta pubblicamente di voler servire mentre in realtà la sta sovvertendo. Da madre giusta e protettiva, la Chiesa ci insegna precisamente lgradualità del peccato, e della penitenza  corrispondente. All'eretico egocentrico e mormoratore che predica il contrario, rispondiamo che, così come non tutti gli angeli sono caduti giù dal cielo insieme a Satana, allo stesso modo non è automatico che, se un grosso peccatore tocca il fondo del marciume dei suoi peccati e continua a scavare, la stessa cosa debba inevitabilmente succedere a chiunque altro. Non è questa la vera prudenza a cui Madre Chiesa ci invita.

Bisogna sempre tenere a mente che i 
grossi peccatori, spinti da satanica invidia, predicano ed augurano la loro stessa caduta a chiunque. Quando essi adocchiano qualcuno in grazia fanno di tutto per trascinarlo nel loro stesso fango, all'unico abietto scopo di dimostrare che la virtù (altrui) è semplice decorazione, avendo come fine ultimo il tentativo di diminuire o sporcare la perfezione di Dio stesso.  

Il capitalismo delle immunità è un privilegio di alcuni VIP neocatecumenali e magnati del peccato che si macchiano anche ripetutamente di lordure particolarmente spregevoli: vi troviamo  pedofili, truffatoriassassini (cfr. pagg. 77, 82, 150) eccetera. Essi godono di una protezione incredibile da parte della "base", la quale viene appositamente manipolata tramite credenze opprimenti ed eretiche: Gesù Cristo quale esempio e modello di come ci si lascia distruggere dai peccati altrui senza opporre la minima resistenza (pagg. 50, 52, 54, 55, 59, 60, 66, 82, 105, 106, 124, 132, 149, 211) e Dio Padre indifferente ai nostri peccati, salvo farsi presente "in fondo alla palude", a "kenosis" completata, per manifestare la sua potenza (pag. 29, 77). 

Leggiamo a pag. 145 (v. 
anche a pagg. 76, 89, 90, 141, 144, 148):

[...] Tutto il mondo è scandalizzato. Da che cosa? Dalla libertà. Da quale libertà? E' scandalizzato dal peccato. E' scandalizzato dal fatto che un uomo possa peccarepossa far del malepossa far dannoNon lo sopporta. Non lo sopportiamo. Invece Dio lo sopporta.

Nominare la divina sopportazione fa rivolgere il pensiero del cattolico a Dio lento all'ira, qualificazione dell'Altissimo che ricorre più volte nella Bibbia. Tuttavia, alla luce di 50 anni di incongruenze e di misfatti, sappiamo che Kiko non sta alludendo alla pazienza di Dio: qui si tratta né più né meno di un'altra formulazione del ben noto mantra "non resistete al male!!(pagg. 20, 44, 50, 51, 52, 55, 74, 75, 76, 103-108, 132).

Nel Cammino viene predicato che ogni male che Dio ci manda, compresi i peccati degli altriè per la nostra conversione, e contiene quindi anche del bene. Fin qui sembrerebbe di essere ancora nei dintorni del cattolicesimo (Rm 8, 28) se leggiamo la cosa nel senso che Dio, infinitamente buono e perfetto può in virtù della Sua santa volontà trarre il bene dal male che procuriamo a noi stessi ed agli altri a causa del vizio della nostra umana volontà

La dura realtà è che siamo invece sull'orlo di un abisso: il salto eretico arriva nel momento in cui diventa obbligatorio in ogni caso accettare l'operatore di iniquità nella propria vita come un redentore nelle mani di Dio e portatore della salvezza contenuta nel male stesso. Motivo per cui va permesso al "nemico" di dirigere il gioco, sull'esempio del falso Gesù Cristo predicato da Kiko. Tale eresia funge da potentissimo lasciapassare in mano ai peccatori autorizzati dal Cammino.

Questi autorizzati sono, purtroppo, anche "catechisti" e presbiteri ai quali mai dovrebbero essere affidate delle anime. Essi tradiscono la vocazione dei "più grandi tra voi" (Lc 22, 24-27) rinunciando a quell'ultimo posto nel mondo che è legato alla promessa dei primi posti nel Regno dei Cieli e preferendo i beni terreni: denaro, potere, sicurezze, privilegi, favori, impunità, prestigio, ... quegli stessi beni che ipocritamente gli stessi VIP fanno disprezzare e rifiutare ai fratelli semplici ed a proprio beneficio.

La predicazione kikiana: tanto orribile quanto assurda.
E infatti conoscendola se ne rimane tanto perplessi quanto orripilati. (Dipinto di Chris Austin)

Con satanica inversione, le dottrine del Cammino fanno accomodare i peccatori peggiori al posto d'onore ed allontanano verso il fondo i fratelli semplici, quelli che sarebbero i veri primi. A pag. 150 del mamotreto, nella Catechesi sul Cammino, Kiko introduce i fratelli nell'agevolazione della categoria dei carnefici tramite due esempi ad alto impatto emotivo ed appositamente incastrati l'uno nell'altro: quello di un pedofilo processato e quello di un linciaggio di piazza:

Mi ricordo che un ragazzo era stato processato perché l'avevano visto con una bambina: un ragazzo, mezzo mostro, che aveva il problema che gli piacevano* le bambine, che aveva di questi problemi, era un uomo perseguitato ecc.
Quest'uomo cominciò a convertirsi perché io gli dimostrai di non essere migliore di lui. Lui infatti pensava - guardate ciò che fa il demonio - che nessuno lo poteva amare. La solitudine quasi lo distruggeva e cosi era stato sul punto che lo impiccassero. Non era una cosa irrefrenabile in lui, non era malato, non era un vizio. Ma la società voleva farlo fuoriPerché si trattava di una bambinaperché poi la bambina rimase traumatizzata...
E se la gente trova un tipo così, lo afferra e lo lincia, non è vero? "E' uno schifoso, bisognerebbe ammazzarlo".

[NOTA *gli piacevano - ci vuole stomaco per minimizzare in questo modo le inclinazioni acconsentite di un pedofilo processato. Altrove però Kiko non usa la stessa delicatezza linguistica quando bestemmia il nome di Nostro Signore Gesù Cristo - chiediamo scusa ma a questo punto è doveroso riferire - definendolo "cr*tino"imb*cille"  "miser*bile seduto alla destra di Dio"  (Mamotreto del Primo Scrutinio, pagg. 19 e 20) - certo, per bocca d'ipotetici altri - ma intanto l'ha detto ed è scritto. Così come lo stesso guru non esita a dichiarare, testuali parole, che possiamo "scacciare a pedate" lo Spirito Santo  (pag. 172). La bocca parla dalla pienezza del cuore (Mt. 12,33-35) - e la sua è una fossa biologica in trabocco.]

Kiko interrompe a questo punto il racconto della vicenda del pedofilo per inserirne un'altra, non collegata alla prima ma ugualmente incresciosa: una folla, presa da una furia cieca e pregiudizievole, lincia un innocente sulla pubblica piazza. L'effetto di questo inserto speciale è di seminare nei fratelli un germe di senso di colpa a priori, il timore di essere un pezzo inanimato di quella folla assassina che lincia un innocente. Questo timore, instillato in modo del tutto irrazionale ed emotivo, sarà pronto ad accendersi ogniqualvolta si presenti il rischio di valutare il peccato altrui.

Qui Kiko sta mescolando i colpevoli tra gli innocenti ed abituando i fratelli al noto spirito del "grappolo" che si salva tutto insieme: o tutti o nessuno. Il retto giudizio che ci insegna la Madre Chiesa invece è innanzitutto personale e sottomesso alle virtù teologali e cardinali ed assume un carattere sociale di conseguenza.

Dopo la suggestione del linciaggio collettivo, Kiko prosegue con il racconto del pedofilo, giungendo al punto che intende "dimostrare": 

Stavo parlando di quel ragazzo. Cominciò a convertirsi ed ora è un uomo sposato, normale, perché il cristianesimo lo aiutò totalmente. Perché ha creduto che io non ero migliore di lui, e perché io non mi credevo migliore di lui, veramente. II Signore me lo ha concesso...
Il fatto è che io non sono migliore di qualsiasi degeneratoChe colpa ne ha lui [e quindi "che colpa ne ho io che non sono migliore di lui" n.d.r.]poveretto, se ha dei conflitti che gli vengono dal fatto che magari* sua madre voleva abortire perché lui era il quinto figlio? Che colpa ne hail poveretto, di queste cose? E poi soffrono conflitti, angosce e non so che altro. 
No, "Questo è un mostro, bisogna ammazzarlo!", così pensa il mondoPerché vi rendiate conto; se tu ami il mondo è questo quello che tu amiSe tu sei figlio di mamma tua non puoi essere cristiano, perché cosi la pensa tua madre, tua cognata, tua cugina, tuo padre. La Chiesa ti sta togliendo dal mondo e ti metterà nel mondo come sale** perché il mondo ha bisogno del contrario. Ha bisogno di misericordia e di comprensione.   
*magarie magari no: ecco un tipico esempio di giustificazionismo pervertitore. Per giudicare rettamente bisogna innanzitutto conoscere.

**sale: V. Catechesi del sale (pagg. 93-112) in cui Kiko chiama i neocatecumenali a lasciarsi "macinare e dissolvere" dai peccati altrui, assicurando che la sottomissione alla propria rovina farà convertire i nemici. Kiko ha dissolto abbondantemente il sale altrui ma il buon esempio non l'ha mai dato; neppure il pro-forma minimo di lasciare la direzione del Cammino a qualcun altro, come, per esempio, fece San Francesco quando fu il suo turno di "lasciarsi dissolvere".

È da sottolineare che nessuna parola viene spesa in favore della piccola vittima innocente, se si esclude una rapida menzione, in tono quasi colpevolizzante, del trauma della piccina, che ha attirato al pedofilo l'indignazione - ben meritata (Mt. 18,6) - della folla. Travisando intenzionalmente il concetto di carità cristiana, la dottrina neocatecumenale millanta che la conversione del peccatore passerebbe tramite il comunismo della colpa e l'inclusione incondizionata del "fratello criminale", salvandogli innanzitutto l'autostima e le relazioni (fine ultimo: salvare il Cammino): una volta salvate queste, il peccatore automaticamente si convertirà e non peccherà più. A modo suo, Kiko sta recitando la parte del Messia che salva l'adultera dalla lapidazione senza insistere sul dovere di smettere di peccare "vai e non peccare più" (cit.: in tutti i Vangeli, una pagina sì e una no).

In conclusione, per i fratelli diventa doveroso includere non solo il generico peccatore ma persino il pericoloso criminale, e come se fosse innocente. Avendo il Cammino negato la gradualità nel peccato, nessuna vittima è migliore del suo carnefice. Se poi il peccatore viene giudicato e, poverino, invece di mettersi in discussione alla luce dei comandamenti continua a peccare per non essere stato accettato, la colpa del suo peccato ricade su chi non l'ha accolto. Ed è così che il Cammino mette la volpe nel pollaio.

Vecchio volpone entrato nel pollaio con l'inganno.
 Spadroneggia finché può. Poi lo fanno smettere.

Tra le notizie che arrivano dal mondo reale, invece, sappiamo bene che il guru della setta neocatecumenale  disobbedisce sfacciatamente alla gerarchia ecclesiastica ma, quanto a lui, non si lascia disobbedire, né interrogare né contraddire da alcuno: figuriamoci se si lascia "offendere nell'onore profondamentecosa che egli prospetta invece del tutto seriamente ai fratelli semplici (pag. 51). Del resto, anche volendolo aggredire nell'onore, andrebbe prima risolto il problema tecnico di capire dove sia, il suo onore.

Vittime e carnefici, le parti sono assegnate, il mercato è aperto: la merce di scambio è il peccato, i carnefici vendono, le vittime comprano. Il Cammino, nelle persone di Kiko e cloni catechisti che si sostituiscono alla Giustizia Divina (pagg. 20, 21, 25, 74, 126, 184), regola gli scambi di questa merce. I ruoli sono strettamente stabiliti in completa autonomia rispetto alla Santa Chiesa. Leggiamo a pag 25: 

Questa parabola [del fico sterile n.d.r.] non si potrebbe capire assolutamente al di fuori di un contesto catecumenale [...]. Allora dice al giardiniere: "Taglialo!" Il giardiniere, leggasi catechista*, dice: "No Signore, aspetta un poco, lasciamolo ancora un anno, lo poterò, gli zapperò la terra; ecco, farò catechesi, gli farò ascoltare la Parola di Diogli urlerò, lo picchieròandrò a mangiare con luigli farò uno scrutiniogli dirò che è un cretino, che si va a condannare. Se dopo un anno non troverai ancora frutti** lo taglierò".

*"catechista" neocatecumenale, ripetitore di mamotreti, selezionato dai vertici del Cammino per ubbidienza agli stessi. Nel Cammino gli viene attribuita un'importanza superiore a quella del Sacerdote. **Il cammino chiama frutti di conversione il grado di conformità, nei fratelli, agli ordini dei catechisti, cioè ai mamotreti.

Sant'Agostino (354 - 430) - Vita e Opere

Quando il nemico sei tu: agevolato, raccomandato, protetto, trasferito, ospitato, coccolato dal Cammino... ti dichiari "cattolico" sebbene non sia in alcun modo previsto per un cattolico (o sedicente tale) accomodarsi nella categoria dei carneficipedofili, stupratori, sodomiti, fornicatori, impuri, ladri, rapinatori, estorsori di decime, avari, ubriaconi, violatori del foro interno, maldicenti, sacrileghi, idolatri, oltraggiatori... (cfr. 1Cor 6,9-10) si devono tutti decidere: o cattolici o carnefici, tertium non datur. Le cose che Kiko non ti ha mai detto, te le dice Sant'Agostino, dal Discorso sulla Disciplina Cristiana, al punto 4.4: 
"È scritto appunto: Chi ama l'iniquità, odia la propria anima. Mi riferisco all'anima, ma potrei dire lo stesso quanto alla carne, che è la parte di minor valore dell'uomo: chi ama l'iniquità e odia la propria anima, tratta con turpitudine la propria carne.
Se poi tu ami l'iniquità e mandi in rovina te stesso, non è possibile che tu pretenda ti sia affidato il prossimo da amare come te stesso, perché come perderesti te stesso con il tuo modo di amarti, così faresti perdere il tuo prossimo amandolo allo stesso modo.

Ti proibisco dunque di amare alcuno, perché sia tu solo a perderti. Ti pongo l'alternativa: o correggere il tuo modo di amare o astenerti da ogni rapporto con altri."
Al punto 6.6:
"Dunque ama il prossimo, e questo è sufficiente. Amalo con lo stesso amore che hai per te stesso, non con lo stesso odio. Ma per amare il tuo prossimo come te stesso, importa prima che tu ami veramente te stesso. [...] Se chiederai in che modo tu debba amare te stesso, ti sentirai rispondere: Ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima. Come infatti l'uomo non poté crearsi da sé, così non è in grado di darsi da sé la felicità." 
Sant'Agostino da bravo Padre della Chiesa mette decisamente un freno a chiunque si costituisca nemico, e non lo fa di certo coccolandogli l'autostima ed il sentimento di inclusione ma intimandogli di smetterla di rovinare se stesso ed il prossimo. Il Santo ci ricorda che il collante che impedisce all'uomo di andare in pezzi non è il fatto di non venire squalificati a causa del proprio peccato (pretesa superba, nella fattispecie della vanità) ma l'amore a Dio, da cui scaturisce l'amore per se stessi e per il prossimo, avendo come strumento (e non come fine, come pretende Kiko), l'osservanza della legge che Dio ci ha dato, che vale per tutti, ed è quindi anche somma carità farla rispettare.

È necessario ribadire che Madre Chiesa, con le schiere dei suoi Santi, ci ricorda di tener presente costantemente che, messi nelle stesse condizioni di un altro che pecca, per piccolo o grande che sia il suo peccato, rischiamo di fare peggio di lui, in particolar modo se la Grazia Divina non ci sostiene. In questo senso non dobbiamo giudicare, cioè ritenerci a priori migliori di chiunque altro ed al sicuro da ogni caduta, seguendo l'esempio dei Santi che, nella loro grande chiaroveggenza, si ritengono sempre inferiori a tutti gli altri figli di Dio sotto il cielo.

Allo stesso modo e con lo stesso fine e cioè 
la salute dell'anima di tuttiè con grande umiltà e pari fermezza che dobbiamo evitare di metterci nelle condizioni di peccare, arginando peccato e peccatore (sia in noi stessi che negli altri), proprio perché nessuno, neppure un ipotetico "buono", può ritenersi superiore a qualcun altro.

Sap 1,13
Perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.