mercoledì 9 ottobre 2024

Il gatto & la volpe, da 50 anni negli USA

Lo scorso 7 luglio 2024, nel palazzetto dello sport Barclays Center di Brooklyn, New York, si è festeggiato il 50° del Cammino "dallo sbarco del Gatto e la Volpe" negli USA (nel 1974).

Il vostro adorato Kiko non ha partecipato allo show (né l'équipe dirigenziale), collegandosi soltanto via etere (in un video si vede una persona che esibisce un telefonino dove il Kiketto disfatto e con lo sguardo perso "partecipa" all'evento).

In un palazzetto dello sport che può contenere al max 19.000 persone, sfidando ogni accertamento sulla sicurezza (pena multe salatissime), si dice vi fossero oltre 20.000 neocatecumenali statunitensi e delle isole del Pacifico (figli compresi, a far numero). Fra i presenti, vescovi dal New Jersey a Brooklyn, ma niente O'Malley. Molto strano...

Nel suo collegamento, Kiketto ha rimembrato il suo sbarco negli USA (1974), dicendo che visitò molti parroci di un lista che gli aveva fornito il card. Terence Cooke.

Perché la lista gliela fornì proprio Cooke?
Mah...
Da quel che sappiamo questo cardinale (e molti altri negli USA) simpatizzava con la Massoneria, augurandosi che la Chiesa Cattolica finalmente abolisse il divieto di appartenervi.

Nel 1974, grazie ad un equivoco o mala interpretazione di una lettera che la CDF aveva fatto pervenire, si cantò vittoria e circolarono copiosi articoli sulla stampa americana in cui i vescovi affermavano che, finalmente, dopo il Concilio Vaticano II l'appartenenza alla Massoneria era permessa, salvo che la Loggia non andasse contro la Chiesa.

Il card. Cooke, nel 1976, fu il primo prelato cattolico romano di quel rango a parlare a un'importante assemblea di 3.000 massoni della Grand Lodge of Free and Accepted Masons.
Le parole usate suonano inequivocabili:
- deplorò i passati allontanamenti tra “i vostri antenati” e “alcuni chierici”
- "è stato un "evento gioioso" sulla "strada dell'amicizia" tra la Chiesa cattolica romana e la fratellanza massonica"
- "l’estraniamento tra la Chiesa e i massoni in passato” era dovuto in parte a un fallimento nella comunicazione"
- "molti dei problemi del mondo moderno sono dovuti a tali fallimenti. Nella carità dobbiamo perdonare tale errore umano. Qualunque cosa sia accaduta in passato, non dovrebbe influenzare il nostro futuro”.

Negli anni in cui si condannava la teologia della liberazione, il card. Cooke sosteneva pubblicamente la guerra in Vietnam e addirittura organizzò una contro-manifestazione, durante una manifestazione contro la guerra a Central Park nel 1968.

Un gruppetto di fedelissimi al cardinale ha iniziato una causa di beatificazione nel 2010, ma ad oggi ancora tutto è fermo anche se, come la supersanta neocatecumenale Sancarmen Santhernandez, ha ottenuto anch'egli il titolo di servo di Dio.

Insomma, nei primi anni '70 a favore del Cammino, il card. Cooke nel 1974, Bugnini nel 1976, e poi Poletti...

Ecco chi sosteneva lo sconosciuto Kiketto vostro: i prelati in odor di massoneria.
Grazie, internet, altrimenti queste cose non si sarebbero sapute mai.

Marco


p.s.: nel video vedrete i tavolacci dove le focacce neocatecumenali sono allineate in attesa della consacrazione, proprio sotto gli spalti alla mercé di qualsiasi passante e nel disprezzo di qualsiasi norma igienica minimale.

domenica 29 settembre 2024

La bufala della Decima "per i fratelli poveri" della comunità neocatecumenale

"Kiko si vuole incontrare con te"...
Però ci scrivono "Cristo" per ingannarti.
E per fregarti meglio, non ti scrivono che è un
reclutamento del Cammino Neocatecumenale
La questione della Decima ai "fratelli poveri" non è per niente come viene raccontata.

Innanzitutto la si può dare ai "poveri" solo se ne avanza, dopo il saldo di tutte le altre spese e degli anticipi.

Inoltre, se i "poveri" sono più di uno, è il responsabile che decide a chi darla, secondo criteri suoi.
Se uno chiede tutti i mesi, a volte non gli verrà data per darla ad altri, per esempio.
Se uno chiede una somma, può ricevere una somma inferiore per poter accontentare tutti.
Si può adottare il metodo del "chi primo arriva meglio alloggia", dandola soltanto a chi ne fa richiesta per primo e non agli altri.

Insomma, siccome la decima viene maneggiata solo dal responsabile, che sa anche quanto è l'importo, il fatto di ricevere o meno dipende dal ricavato, dalle spese e dalla gestione del responsabile.
Non è per niente scontato che il "fratello povero" ottenga ciò che chiede.

E poi, i furbetti, predicano di dare comunque la decima anche se si è in difficoltà, perché richiederla indietro sarebbe un "esercizio di umiltà".
In realtà è una trappola, perché non è assolutamente garantito che la si possa avere indietro.

Ed è anche un "esercizio di umiltà" stupido, dare per poi richiedere.
"Liberarsi da Mammona" per poi chiedere Mammona.

La questione è sempre questa: nelle comunità ci sono i ricchi e i poveri, nessuno mette i propri beni ai piedi degli "apostoli" perché vengano divisi secondo le necessità.

Io ho fatto 35 anni di cammino e chi ha iniziato da ricco è rimasto ricco, mentre chi ha iniziato da povero è rimasto povero.
Chi aveva molte case se le è tenute, come si è tenuto la casa al mare, per esempio, alla faccia di chi non possedeva nemmeno una casa.
Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui.

(Marco)

mercoledì 11 settembre 2024

Contrordine, fratelli di comunità: Kiko rivaluta la "religiosità naturale"... perché servono supporters per la falsa Sancarmen Santhernandez

Benedetto XVI accerchiato dai
«nuovi falsi profeti» Kiko e Carmen
(complimenti per il product placement)

Diceva Kiko: "Questa la nostra religiosità naturale: quella che ci fa rivolgere a santa Barbara quando tuona."

Oggi dice Kiko: "Se avete un problema, rivolgetevi a santa Carmen! Poi scrivete le grazie ricevute ed indirizzatele alla mail..."

Questi neocatecumenali sono tutti religiosi naturali: se nella loro vita tuona, si rivolgono addirittura a una che non è nemmeno santa!

Ma il primo religioso naturale è Kiko e tutta la sua banda apicale: raccomandano addirittura la religiosità naturale ai loro sottoposti, per risolvere problemi e problemucci presso la non ancora santa a cui sono devoti.

Ma santa Barbara morì martire. E nel 306 non c'era nemmeno una casella di posta a cui inviare le grazie ricevute. E la Carmen?... Come minimo non hanno le idee chiare, ma credo che si tratti di molto peggio. 

Marco

mercoledì 14 agosto 2024

La (inutile) lettera di Pasquale

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Giappone: pagliacciate kikolatriche
(il girotondino col "passetto" e i battimani)
inflitte dai "missionari" neocatecumenali

Premessa importante: il Cammino Neocatecumenale è «un cavallo di Troia... una setta protestante-ebraica, che di cattolico ha solo la decorazione». Le sue celebrazioni religiose sono molto diverse da quelle della Chiesa cattolica. Il suo insegnamento (le cosiddette "catechesi") è molto diverso da quello della Chiesa cattolica. Ma soprattutto, al suo interno vige tutta una serie di porcherie (per esempio l'obbligo di pagare le "Decime", l'ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti", le confessioni pubbliche, ecc.), per cui se qualcuno vi parla bene del Cammino dicendo di averlo frequentato, o lo ha frequentato troppo poco, o sta mentendo.

Qualche anno fa era comparsa sui social neocatecumenali la lettera di un certo Pasquale dalla comunità neocatecumenale del carcere di Poggioreale, a Napoli. Dal carcere, tale Pasquale aveva scritto nientemeno che a Kiko Argüello, autoeletto "iniziatore" del Cammino, parlandogli di certe cosiddette "catechesi" tenute da dei cosiddetti "catechisti" i quali avevano parlato di «un certo Kiko, spagnolo» che aveva fondato un certo «Cammino Neocatecumenale», di una certa "liberazione dalle schiavitù", dopodiché se ne sono andati a casa loro e i vari Pasquale sono invece rimasti in carcere. (i kikolatri chiameranno "miracolo" ogni conversione alla kikolatria, ma cala improvvisamente il silenzio tombale quando qualcuno abbandona la kikolatria per tornare alla Chiesa cattolica)

Il citato Pasquale è cascato nella trappola kikolatrica probabilmente solo perché l'ultima volta che aveva avuto a che fare con la Chiesa fu da bambino quando venne battezzato. Quando il Cammino dice di star convertendo i "lontani", in realtà sta dicendo che può far colpo solo su chi ignora le cose della fede. Se il citato Pasquale avesse avuto un po' di infarinatura dottrinale e un minimo di vita sacramentale, non avrebbe preso sul serio le corbellerie che i cosiddetti "catechisti" (dotati esclusivamente del mandato di Kiko, non certo "inviati dal vescovo" o "dal Papa" come -mentendo- sono soliti affermare) sono andati a propinargli.

La sua lettera, scritta in spagnolo e poi opportunamente svanita dal blog kikolatrico che l'aveva pubblicata (nonostante fosse il solito inutile peana pro-Kiko), era tutto un entusiasmo per "il Signore", "la celebrazione", "la Parola", "l'allegria", "la Bibbia"... Vorrei vedere la sua allegria quando gli pioverà addosso la tegola dell'obbligo delle Decime. Il Cammino è sostanzialmente una truffa: inizia con l'entusiasmo, prosegue col finto entusiasmo, continua in eterno a spolparti per bene con l'ipocrisia del fingere entusiasmo.

L'aspetto tragicomico della faccenda è che questo Pasquale è uno dei pochi che potrebbe risultare almeno un pochino credibile qualora vantasse che il Cammino lo ha sottratto dalla droga, dalla tentazione di affiliarsi alla camorra, eccetera (a differenza del tipico travet neocatecumenaloide che prima viveva tranquillamente tutto casa e parrocchia e poi, dopo le cosiddette "catechesi iniziali", va vantandosi che il Cammino lo ha sottratto da una vita di aborti omicidi droghe divorzi discoteche eccetera). Magari Pasquale può vantarlo con sincerità, in seguito sarà obbligato a vantarsene (possibilmente inventando nuovi e più spettacolaristici particolari) perché il Cammino esige il tuo show da "Grande Convertito", esige liturgicamente che tu lodi senza sosta il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori" e la gerarchia di cosiddetti "catechisti", e nel frattempo - sempre attraverso ricatti morali - esige il pagamento di "decime" e collette e quant'altro. Pecunia non olet...

Lo scopo del demonio è quello di allontanare le anime da Dio, e generalmente gli conviene allontanarle a poco a poco, magari addirittura instillando un entusiasmo religioso (ma indirizzato subdolamente verso l'idolatria, come ad esempio il Cammino e i suoi due autoinventati "iniziatori" spagnoli), ed instillando una "allegria" che è fondata sul Signore solo a parole (ma nei fatti è fondata solo sull'identitarismo, solo sul proprio club di appartenenza, cioè si menziona "il Signore" ma si intende sé stessi, la propria attività, la propria etichetta, i propri autoproclamati "iniziatori" e "catechisti": tutta autoreferenzialità). Quel povero Pasquale, per quanto in trappola, prima o poi si sarà trovato di fronte al bivio, cioè di fronte alle ineluttabili domande: come mai nella Chiesa si insegna una cosa diversa da quella del Cammino? come mai nella Chiesa si celebrano i sacramenti in maniera diversa dal Cammino? mi conviene scegliere la Chiesa, o scegliere di rimanere nel Cammino? E chissà che la sparizione dal web della sua lettera non sia dovuta proprio a questo rendersi conto di essere stato buggerato dalla setta eretica di Kiko e Carmen.

Da notare che a far proselitismo in carcere sono non soltanto i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali, ma anche i protestanti e altre sètte. La sporadica presenza di qualche sacerdote cattolico non cambia la situazione. Grazie alla protestantizzazione dell'Italia, il sacerdote cattolico, quand'anche cappellano del carcere, è solo una minoranza tra le tante, e le "tante" sono immensamente più zelanti. Ce lo insegna in particolare un episodio della vita di santa Francesca Cabrini, che durante il viaggio in nave tentò di organizzare una raccolta fondi per i poveri, e fu superata in zelo, organizzazione, show, presa sul pubblico, successo, tempismo, incassi, da un ministro protestante. La giovane commentò: i ministri di satana sono sempre più zelanti dei ministri di Dio. Fu una lezione che la segnò per tutta la vita. Quelle sue parole le ricordo sempre ogni volta che qualcuno parla dell'apparentemente infaticabile attivismo proselitista dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. 


E invece, nella Chiesa cattolica...

Chiariamoci: è normale l'entusiasmo di chi riprende a poco a poco un percorso religioso a causa dell'imbattersi in una realtà ecclesiale (movimenti, associazioni, parrocchie, conventi, anche solo l'avere un'amica suora). È normale che uno possa considerare importante, meritevole, consigliabile, ciò che ha incontrato e che in qualche modo gli ha cambiato la vita. Ma per quanto buono, si tratta di uno strumento, non del fine. Il fine è la salvezza del singolo. La Chiesa non è una federazione di club, la vita di fede non è un campionato, la salvezza non la produce la tessera di appartenenza a tale o talaltro gruppo.

Di fronte a Dio non conta il club di appartenenza. Conta la propria fede: senza fede non ci si salva. E contano le proprie opere buone: la fede senza opere è vana. Dunque si deve necessariamente dedurre che movimenti e associazioni a volte possono essere un apprezzabile sostegno per la propria vita di fede, altre volte possono essere solo un'etichetta, un club a cui appartenere, seguendone le attività, il gergo, gli orari, ma che in fin dei conti aiuta poco o nulla la propria fede personale. Cioè, in quest'ultimo caso, o è uno spreco di risorse, o è addirittura la via per la perdizione. Davanti a Dio la validità di un movimento o associazione riguarda la crescita spirituale del singolo, non robette come i numeri degli iscritti ("500mila neocatecumenali in 293 paesi!"), delle attività ("abbiamo oltre 128 seminari! facciamo la convivenza mensile in albergo!"), degli applausi ricevuti ("da 153 grossi vescovi! Kiko evangelizza i vescovi con la Nueva Estetica che salverà la Chiesa!")...

Chiunque abbia avuto a che fare col Cammino, anche senza farne parte, scopre rapidamente che i neocatecumenali:

  • dietro la maschera di mansueti agnellini si nascondono persone ignoranti che vogliono restare tali, spesso ipocrite e arroganti (perché così vengono addestrate: quando la verità smentisce il cosiddetto "kerygma" di Kiko, quando il Magistero e la Tradizione letteralmente sbufalano le cosiddette "catechesi" del Cammino, l'unico modo di non correggere il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori" è quello di ricorrere alla fuga, all'ipocrisia, all'arroganza, al fintotontismo);
  • dietro il tanto ciarlare "ilsignore-ilsignore" si nascondono l'autoreferenzialità e l'idolatria (se il Signore fosse davvero "al primo posto", inevitabilmente tante ingiustizie del Cammino e dei suoi autonominati "iniziatori" verrebbero corrette o eliminate... specialmente se te lo chiede il Papa, come fece Benedetto XVI attraverso la lettera del 1° dicembre 2005, a cui ancor oggi i neocatecumenali disubbidiscono);
  • dietro l'attivismo neocatecumenale c'è solo l'espansione della propria setta: un kikolatra si rallegra non della conversione delle anime a Dio ma della conversione delle anime a Kiko. Per un kikolatra è gran festa l'adesione di un nuovo membro alle comunità neocatecumenali, ma resta indifferente di fronte alla conversione di un'anima all'unica vera fede dell'unica vera Chiesa;
  • dietro quell'affannarsi a voler sembrare più cristiani dei cristiani, si cela l'idea che sarebbe lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare tutte le volte che ciò sia utile al prestigio e ai soldi della setta e dei suoi capicosca.
In poche parole, il Cammino è una setta perché chiama "evangelizzazione" solo la propria crescita, chiama "conversione" solo l'aderire al kikismo-carmenismo, chiama "salvezza" solo il "far bene il Cammino", chiama "carisma" solo le elucubrazioni dei propri autonominati "iniziatori" spagnoli, chiama "dialogo" solo ciò che dà ragione (o prestigio, o soldi) al tripode Kiko-Carmen-Cammino, chiama "demonio" qualsiasi parola o azione che possa intaccare il prestigio, i soldi e il numero degli aderenti della setta.

domenica 28 luglio 2024

Il Cammino salva a grappoli o Gesù salva personalmente?

L’accostarsi dei laici alla lettura diretta delle Sacre Scritture è cominciato negli anni sessanta, quando la società era intrisa di spirito di contestazione che sarebbe esploso col Sessantotto.

Questo clima di demonizzazione del passato ha portato molti cristiani a “studiare” la Bibbia a “orecchio” senza tenere conto della Tradizione della Chiesa, un po’ come fanno i protestanti.

La pazienza della Chiesa nei confronti dei praticoni biblici ha permesso che molti cattolici, passata la sbornia di novità e anarchia, abbiano poi ritrovato la via dell’ovile. Ma in alcuni casi, soprattutto nelle realtà ecclesiali elitarie e poco propense a mischiarsi con gli altri cattolici, come il Cammino Neocatecumenale, a volte è ancora vivo un istinto protestantico dovuto all’imprinting degli inizi.

Fatto sta che molti di questi cristiani duri e puri, anche se credono nella Chiesa, alla prova dei fatti spesso sono sopraffatti dall’istinto protestantico, come Mr. Hyde quando prevaleva sul Dr. Jekyll, rischiando di “predicare” un vangelo diverso da quello della Chiesa.

Ricordo che, quando ero ancora un bambino, un giorno mio nonno mi portò a caccia con sé e col suo magnifico Setter irlandese, cane con un formidabile istinto predatorio verso i volatili che, però, era stato abituato a convivere pacificamente con papere e galline.

Quel giorno la caccia non andò bene e il cane, con l’adrenalina a mille ma frustrato nel suo istinto, passando vicino a una casa colonica, alla vista di una gallina fu vinto dall’istinto e non ci fu verso di farlo “ragionare”, e la gallina venne sbranata.

Allo stesso modo, il pericolo che corrono certi neocatecumenali è quello di sentirsi istintivamente attratti più dai "mamotreti" che dal Catechismo della Chiesa Cattolica, più dall’interpretazione privata della Scrittura, che dalla Sacra Tradizione, cosicché rischiano di “predicare” delle boiate pazzesche.

Ad esempio, l’enfatizzazione della salvezza a “grappoli” a scapito della salvezza PERSONALE.

Questo abbaglio può avvenire perché, al contrario della Tradizione della Chiesa, l’interpretazione “fai da te” della Bibbia spesso non fa la giusta distinzione tra l’Antico Testamento e il Nuovo, nel senso che confonde l’Antico Testamento inteso come libri biblici redatti prima di Cristo, che sono parola di Dio, con l’Antico Testamento inteso come Legge antica, che è stata abolita da Cristo.

Infatti, per essere capiti, i libri dell’Antico Testamento vanno interpretati alla luce della nuova legge portata da Cristo, che è la legge dello Spirito Santo, altrimenti avviene che non si parli di santificazione personale ma, proprio come prevede la legge mosaica, si parla principalmente di salvezza comunitaria, fatta di regole che, se applicate fedelmente, permettono al popolo di arrivare nella terra promessa, che però, per i cristiani, è solo la figura della salvezza.

Religiosità naturale o gesto magico-superstizioso?
Gli ebrei più antichi, infatti, quelli dell’Esodo e della conquista della Terra promessa, non concepivano una salvezza personale perché non avevano il concetto né di anima, né di vita eterna, ma credevano che, dopo la morte, rimanessero solo le “ombre” degli uomini che, incoscienti o semi incoscienti, vagavano nel regno dei morti, per cui, per loro, la salvezza si concretizzava soprattutto materialmente, sulla terra, attraverso il popolo. Perfino ai tempi di Gesù sussisteva ancora una minoranza che non credeva nella vita dopo la morte: i Sadducei.

Ma Gesù parla chiaramente di salvezza PERSONALE.

Per Gesù il popolo di Dio è un popolo nuovo, quello costituito dalla Chiesa, che è il luogo e il mezzo attraverso cui ci si salva, perché dalla Chiesa scaturisce la grazia, ma a determinare la salvezza di ognuno è la risposta personale alla grazia.

Perciò il rischio è che i "camminanti" possano scambiare la Chiesa, che è un popolo che trascende ogni popolo senza annullarlo, per una comunità particolare che abbia le stesse tradizioni religiose, lo stesso linguaggio e faccia lo stesso cammino, come i popoli della Terra.

Cioè, il pericolo è che si possa scambiare il Cammino per la Chiesa, e la Chiesa per un popolo simile a quello dell’Antico Testamento.

Dichiarazioni quali: “noi siamo Chiesa” invece di “noi siamo parte della Chiesa”, lo lasciano supporre.

giovedì 18 luglio 2024

L'eresia neocatecumenale e la visione deformata di Kiko che la fa nascere: "Dio non c'entra"

Nostra traduzione di una pagina di Glaucon Jr dal blog Adventures in Tradition, pubblicata ad agosto 2016.

La visione deformata di Kiko
prima parte: la chiesa di Kiko

Avendo aperto la discussione su cosa c'è che davvero non va nel Cammino Neocatecumenale, inizierei col dire quanto mi sono sbagliato quando in un post recente pensavo che si potesse dialogare: non c'è alcuna possibilità di intavolare un dialogo con loro. La loro capacità di dialogo è quanto quella una figurina di terracotta. Dubito persino che con loro si possa parlare del meteo perché anche in tal caso vi risponderebbero a vanvera, dicendo che Tim è a capo di un complotto che lamenta che Hon fa piovere a Maina e uscire il sole a Ylig, e che se parlo loro del meteo non avrei abbastanza titoli di studio in metereologia a meno di non ascoltare le "catechesi" di Kiko sulle previsioni del tempo: solo così saprei di cosa sto parlando.

Insomma, parlare con loro è come parlare di aritmetica con un bambino di quattro anni che pensa che 2+2=22. Nella testardaggine e nella foga di dimostrare di sapere, si rifiuteranno di accettare spiegazioni: non conoscono né la "struttura" né la "logica" di ciò di cui stanno discutendo. Proprio ciò che succede coi neocatecumenali: non possiamo parlare, o dialogare, o arrivare a un minimo di intesa (o almeno un chiaro disaccordo) perché nonostante abbiamo in teoria una fede in comune, non abbiamo in comune una terminologia, un comune linguaggio della fede, con cui poter farci capire.

L'eresia e la sua causa

Alla luce di ciò devo dire che tutto questo parlare di Eucarestia e altari ha fatto emergere un accanitamente brutto isolamento da parte dei neocatecumenali sul loro blog. Anziché dire "sì, su questo e quello siamo d'accordo ma non su quell'altro", pubblicano cacofonie di dichiarazioni secondo cui Chuck non conoscerebbe l'insegnamento della Chiesa, don Hardon (di venerata memoria) non avrebbe conosciuto gli insegnamenti della Chiesa, scommetteteci pure che a detta loro non la conosceva neppure il cardinal Arinze e nemmeno il vescovo Sheen, nemmeno san Tommaso d'Aquino, nemmeno Garrigou-Lagrange. In altre parole, sono convinti di conoscerlo solo loro, devoti di Kiko, e tutti noialtri saremmo eretici.

E tutto questo è un problema perché i più non considerano cosa si intende esattamente per eresia:

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2089 spiega: L'incredulità è la noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso. « Viene detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».
In altre parole:
  1. devi sapere che viene insegnata una certa verità di fede
  2. che tale verità è necessaria (esempio: dobbiamo credere al dogma dell'Immacolata Concezione, ma non siamo tenuti a credere che Nostra Signora è apparsa a Fatima)
  3. devi ostinatamente rifiutare di accettare tale verità in virtù di tali altri fattori.
Per noi cattolici è importante ricordare che l'opinione dei Padri e Dottori della Chiesa è che la causa dell'eresia, in ultima analisi, è un'eccessiva attenzione su un aspetto particolare del dogma, a detrimento di qualche altro aspetto. L'eresia ariana ne è un chiaro esempio: Ario diede tanta enfasi all'umanità di Cristo da rifiutare categoricamente la Sua divinità, affermando che Cristo sarebbe stato la più importante e alta creatura anziché essere coeterno col Padre nella Santissima Trinità.

Allo stesso modo gli eretici monofisìti enfatizzarono talmente la Sua divinità che per loro la natura umana di Cristo sarebbe stata annullata dalla natura divina - quasi come estrema reazione ad Ario.

Vivendo nel XXI secolo siamo tentati di pensare semplicisticamente che alla lunga sarebbe solo una diversità di opinioni o inonimo di falsità. Ma l'eresia porta sempre -sempre!- alla distruzione morale in generale, e al peccato mortale o addirittura sacrilegio o blasfemie sataniche. Sempre.

Dunque, lo smodato attaccarsi ad un dogma mentre se ne esclude o banalizza un altro, comporta necessariamente che ne scaturisca peccato grave. Insisto a ripeterlo perché è necessario per comprendere ciò che stiamo per dire fra poco.

Ora, chiunque abbia prestato un minimo di attenzione sa che Chuck, Tim e altri hanno denunciato a lungo la pessima "teologia" neocatecumenale. Eppure, ogni volta che qualche portavoce del Cammino tenta di difendere i propri pessimi insegnamenti, tira in ballo il Catechismo in maniera esasperante. Non è questione di chi ha ragione e chi no. È questione che di fronte alla Verità, rifiutano tassativamente di ammettere di avere un qualsiasi torto, per poi subito condannarti perché non sei dalla loro parte e dunque saresti contro la Chiesa e contro Cristo.

Dunque la buona notizia di tutti questi screzi che abbiamo avuto con gente del Cammino è che molti fedeli hanno rafforzato la propria fede (proprio perché hanno dovuto difenderla contro i neocatecumenali, cioè hanno dovuto combattere per Cristo). Ecco perché è così importante approfondirla.

La brutta notizia è che coloro che hanno più bisogno di conoscere la fede - quei fratelli di buon cuore le cui menti sono ottenebrate dalle pessime "catechesi" del Cammino - sono del tutto impermeabili a qualsiasi insegnamento che non provenga dalla loro gerarchia di cosiddetti "catechisti". Quei fratelli sono in qualche modo "cattolici caduti". Ecco perché ritengo che il problema sia questo: cos'è che porta quella gente normale, intelligente, a perdersi così, a farsi fare un lavaggio del cervello? Non ho dubbi che amino il Signore e che desiderino essere fedeli (secondo la loro idea di fedeltà). Ma l'eresia scava dentro e riduce tutto a tenebre, perché nell'eresia si viene inevitabilmente portati verso errori più gravi e peccati più gravi.

Ora, chiariamo subito che Dio nella sua infinita misericordia è capace di usare il male (come l'eresia) per ottenere il bene (portare le anime a Lui, portarle alla conversione). Dunque una volta riavvicinatisi al Signore mediante il Cammino, dovrebbero abbandonare quei pessimi insegnamenti, giusto? E invece non accade. È una terribile tragedia che non accada. Se un'anima persiste in quell'eresia ne abbraccia suo malgrado le conseguenze: la morte delle virtù, peccati ancora più gravi.

In questione, qui, non sono le singole anime, ma l'intera visione del mondo data dal Cammino, il presupposto in cui sono stati "catechizzati", che porta necessariamente a perdere la fede, la speranza, la carità. Ecco perché è imperativo avvicinarli per riportarli alla pienezza della fede, rallegrandosi del loro tornare al Signore.

Non essendo tuttora pervenuti a quella pienezza, cos'è che li trattiene lì nel Cammino? Scoprendo cos'è che cattura e guida quelle povere anime, potremo spiegare quali sono i tre grandi semi di distruzione piantati dal "coltivatore" che li ha ingabbiati. E non avremo bisogno di cercare a lungo la risposta perché ce la dà nientemeno che lo stesso Kiko Argüello.

Kiko e la sua visione del mondo

È Kiko Argüello a indicarci la lente attraverso cui tutti i membri del Cammino devono vedere il mondo, e tale lente è la fonte di tutti i problemi che riscontriamo nel Cammino. È la base di tutti gli eccessi teologici che ispirano non solo le loro eresia me anche quell'allegro maneggiare falsi insegnamenti al pari di un ragazzino che ha trovato il fucile di suo padre.

Dunque come facciamo a scoprire ciò che non ci dicono, o che probabilmente non conoscono nemmeno loro stessi? Lo ammetto, mettere le mani sui primi pochi volumi del Direttorio Catechetico di Kiko e Carmen è stato un po' difficile, mentre mi è tuttora impossibile rimediare gli ultimi circa sei volumi. Impossibile nel senso di non possono proprio essere ottenuti, se sei uno dei los de afuera ("quelli di fuori", fuori dal Cammino). Così abbiamo da considerare ciò che leggiamo nei primi volumi, su cui Chuck ha pazientemente lavorato per avere indizi su cosa sta succedendo. Ci tocca essere sistematici e ricostruire il senso del sistema di Kiko basandoci sull'evidenza. Dunque, per capire meglio la maniera di Kiko, mi sono cimentato a leggere. E, nero su bianco, già dalle pagine che trattavano le catechesi iniziali, Kiko stesso rivela quale è la radice del problema. Riassumendo:

  • Cristo è stato inviato da Dio Padre per... "distruggere le barriere" che dividono gli uomini, e per formare una comunità
  • tale comunità sarebbe la Chiesa
  • queste barriere sono insormontabili perché siamo troppo deboli, solo Dio può riuscirci
  • così, Cristo viene nel mondo e muore e risorge cosicché possiamo essere la Chiesa in comunione tra noi, senza più quelle barriere
  • la grande barriera alla base di tutte le divisioni sarebbe la paura della morte
  • qualsiasi rifiuto di amare (non porgere l'altra guancia, non soffrire persecuzioni, non soffrire per gli altri) verrebbe dalla paura della morte
  • la paura della morte proverrebbe dall'esperienza del peccato
  • avendo Cristo vinto la morte, tutte queste barriere verrebbero annullate e quindi noi tutti potremmo divenire comunidad.
È una parlantina elegante, che perciò ti trae in inganno. I bei sentimenti sono spesso alla base di terribili conseguenze - e questo è uno di tali casi. C'è un madornale errore in quelle premesse di Kiko, ed è l'aver detto che Cristo sarebbe venuto espressamente per riconciliarci fra noi; Kiko non dice mai che ci dobbiamo riconciliare con Dio. Da nessuna parte. Mai.

Quella è la "catechesi iniziale" di Kiko per portare gli uomini a Cristo. Anche quando menziona il peccato, non spiega mai che a causa del nostro peccato ci siamo allontanati da Dio. Ma sul serio? Dunque i nostri mali, la nostra cecità nelle cose della vita, sarebbero da attribuire a barriere fra gli uomini, e viceversa?

Il motivo di tutto ciò è che Kiko non crede alla possibilità di riconciliarsi con Dio. Per Kiko non c'è bisogno di riconciliarsi con Dio perché Dio non ne ha alcun bisogno, e il peccato non offenderebbe Dio in alcun modo, a Dio non importerebbe nulla dei nostri peccati, "Dio perdona sempre". Per Kiko, dunque, la Chiesa come Corpo di Cristo è fondamentalmente una Chiesa orizzontale - cioè una comunità di credenti, una comunità di amore che ha vinto le barriere che impedivano di amarsi tra fratelli. E... il peccato? Per Kiko sarebbe solo l'esperienza della morte al livello più profondo. Tutto qui?

Ma il salario del peccato è la morte - la morte c'è a causa del peccato, e perciò l'esperienza della morte e l'esperienza del peccato non possono essere risanate. Kiko inverte i due fattori e dice che l'uomo avrebbe fatto "esperienza della morte" per aver mangiato i frutti dell'albero, che simboleggerebbero il peccato (giorno 3 delle "catechesi"), e l'esperienza del peccato causerebbe le divisioni.

In realtà quelle divisioni fra gli uomini derivano dagli effetti del peccato. Kiko batte anche sul tasto che il peccato causerebbe divisioni dentro di noi, che è pure vero, ma non c'entra con la sua tesi riguardo alla morte, alle fragilità e alle barriere da superare. Tesi kikiana che non ha nulla a che fare con la rottura della comunione fra l'anima e Dio, rottura davvero reale e deliberata. La parola "peccato", per Kiko, indica solo il contrario dell'amore (a sé stessi e agli altri). È una visione molto riduttiva perché esclude Dio dalla questione.

In altre parole, ogni peccato è "solipsistico", nel senso ermeneutico del "riguarda esclusivamente me stesso", moltiplicato per un miliardo di volte in una Chiesa che "riguarda esclusivamente noi", quando in realtà tutto riguarda la Santissima Trinità, dalla quale noi tutti dipendiamo.

In fin dei conti, persino nel punto più generale, Kiko dice che tutto il peccato ha un impatto esclusivamente orizzontale (nel senso di sociale, nel senso che non riguarda Dio). A meno di sfumare per bene questo concetto oltre i limiti imposti dalla coerenza, non si può assolutamente far "funzionare" la teologia di Kiko.

Il problema con la sua visione del mondo

Senza voler essere troppo teologico ma cercando di far comprendere la questione: la teologia della Chiesa secondo Kiko - cioè la sua ecclesiologia - è centrata su "noi"; anche presentandola come informata da Cristo e imbevuta dello Spirito, è solo una comunità che ha superato le barriere fra uomini, e non ha nulla a che vedere col riconciliarsi con Dio. La Chiesa è una comunità di credenti, non il vero Corpo di Cristo: non è un corpo che soffre per Lui e con Lui. Invece la chiesa di Kiko è una dove la Passione è solo un pit-stop verso la Resurrezione, e la Resurrezione è funzionale solo alla comunidad. La Crocifissione è ridotta ad uno sfortunato episodio su cui i credenti non dovrebbero mai indugiare (per timore che scivolino in qualche perverso rifiuto della Risurrezione e del suo trionfo).

In altre parole, e al di là di altre questioni, il problema fondamentale è che nel descrivere la chiesa in questo modo, Kiko cancella completamente il valore dell'Incarnazione e l'atto della Redenzione (motivo per cui gente come Zoltan loda così spesso Lutero, con la cui dottrina sulla salvezza i neocatecumenali son tanto d'accordo).

Con la sua visione, questa lente attraverso cui Kiko vede il mondo e la Chiesa, non c'è più bisogno di preti, solo presbìteri; niente altari, solo mense per il banchetto; niente arte sacra, solo le "icone" di Kiko; niente canti, solo i canti di Kiko; niente teologia, solo il Direttorio Catechetico; niente organo, solo chitarre e tamburelli; niente penitenza, solo accettazione; niente vero Dio-vero uomo crocifisso, solo il Signore Risorto.

In gergo più teologico, Kiko sta  imponendo una separazione radicale fra il Dio trascendente e la Chiesa immanente (perché la presenta in modo fondamentalmente "orizzontale"), che è il madornale errore di ogni credo non-cristiano. Ma la Chiesa ha sempre insegnato che il Dio trascendente si è fatto davvero immanente nella Chiesa (l'Eucarestia, ecc.) in una maniera reale e letterale (non solo "spiritualizzata"); allo stesso modo, la Chiesa immanente diventa davvero trascendente perché è davvero il Corpo Mistico di Cristo, non semplicemente la comunidad, ed è Chiesa Militante, Chiesa Purgante, Chiesa Trionfante - una Chiesa che vive e muore come il suo Signore, la Sposa che aspetta un giorno di essere crocifissa col suo Signore che la grande festa di nozze all'Eschaton possa essere compiuta nella sua perfezione.

E se comprendi che la venuta del Figlio di Dio nel mondo è per la redenzione e la riconciliazione dell'uomo con Dio, e che solo da ciò può avvenire la riconciliazione dell'uomo con l'uomo, allora Kiko e i suoi ti accuseranno di essere un "quasi-catechizzato", o addirittura un "paganizzato".

Kiko accusa tutti (anche i suoi seguaci) di essere aggrappati a pratiche praticamente superstiziose (ciò che san Tommaso d'Aquino chiamerebbe "osservanza vana", come il sacrificare un capretto a Pasqua solo perché gli israeliti facevano così), pratiche che Kiko/Pius/Diana chiamano "religiosità naturale". In altre parole, i neocatecumenali credono che la nostra fede sia infantile e immatura. San Francesco d'Assisi avrebbe avuto una fede immatura, padre Pio avrebbe avuto una fede immatura, il curato d'Ars una fede immatura... Quanta presunzione, quanto orgoglio hanno i neocatecumenali: credono di essere i più veri cattolici, gli unici con la fede adulta, solo perché hanno ricevuto gli insegnamenti di Kiko!

Questo è il loro concetto di Chiesa e, tranne per una questione di apparenze formali, non sono sicuro che Kiko pensi davvero che anche noi siamo parte della Chiesa.

giovedì 11 luglio 2024

Chiamano "provvidenza" le loro furbette malversazioni

Ricordiamo ai nuovi lettori che la Parlantina Neocatecumenale è ingegnerizzata proprio per veicolare inganni e menzogne.

Esempio tipico di tale parlantina:

"abbiamo un Grosso Progetto ma non abbiamo soldi, non abbiamo risorse, non abbiamo appoggi, quindi è il progetto su cui Dio può operare; ne abbiamo parlato al parroco/vescovo/cardinale/papa e ci ha incoraggiato, tutti pensavano che il progetto sarebbe fallito e invece la Provvidenza lo ha realizzato!"

Vedete? Anzitutto è un atteggiamento contrario al Vangelo. Nostro Signore, infatti, ci raccomanda il buonsenso: «...Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo...» (cfr. Lc 14,28-30).

Dunque è bene confidare nella Divina Provvidenza nei momenti di difficoltà ma è sbagliato avviare un "progetto" con la pretesa che Dio supplisca alla volontaria mancanza di impegno, di tempo, di fondi. È come voler costruire una torre senza prima fare le giuste valutazioni. È come un crearsi appositamente difficoltà pretendendo che poi la Provvidenza produca una soluzione, come se fosse un tappabuchi, una bacchetta magica. È come un dare più valore alla propria idea che alla realtà, è un tentare Dio, oltre che un dimenticare che la Provvidenza agisce per vie che "non sono le nostre vie".

Ma notate anzitutto come la prima grande menzogna neocatecumenale sia in quella terminologia ambigua: sul Grosso Progetto di cui sopra, Dio "potrebbe" (sottinteso: "deve!") operare. Come se Dio fosse al servizio del Cammino.

La seconda grande menzogna riguarda i presunti "incoraggiamenti". Correranno in udienza dal parroco, vescovo, sommo pontefice, per dirgli "abbiamo questo Grosso Progetto". Cosa potrà rispondere? Non potrà certo scoraggiare chi gli sta presentando in pompa magna il Grosso Progetto senza sembrare un disfattista prepotente e incompetente. Dunque, se rispondesse anche soltanto "ah, bene", i neocatecumenali suoneranno le trombe per dire "il parroco ci approva! il vescovo ci incoraggia! il Papa ci chiede di realizzare il nostro Grosso Progetto!" (e non parliamo di cosa escogiteranno per estrarre soldi a chi "incoraggia").
Ci manca solo che dicano che Dio li implora di andare avanti.

Chiaro il punto? quando i neocat vantano qualche presunto "incoraggiamento", si tratta nel migliore dei casi di una risposta di cortesia, cioè di un prendere atto che i kikolatri gli hanno detto qualcosa, e soprattutto un guardingo tentativo di evitare che chiedano soldi, risorse e approvazioni che non sei disposto a dare.

Ed infatti quando il parroco-vescovo-papa non molla neanche un centesimo, la propaganda kikiana si limita a soggiungere: "ci ha incoraggiati! ha detto che è per l'evangelizzazione! le missioni! i seminari!..." (non lo aveva mai detto, ma ai neocatekikos piace tantissimo mettere nella bocca altrui molti elogi alla kikolatria).

Seguirà poi la terza grande menzogna, menzionando la Provvidenza: "mentre eravamo in mezzo a tanti guai, all'improvviso ci son piovuti addosso un sacco di milioni, e grazie alla Provvidenza il Grande Progetto è andato in porto!" 

I kikolatri sono ottimi pianificatori. Ma nei loro discorsetti, non potendo menzionare le porcate (non solo finanziarie) fatte per raggiungere l'obiettivo, si sentono autorizzati ad ingannare i propri seguaci (e possibilmente anche i fedeli cattolici) con la parlantina di cui sopra.

Anzitutto hanno falsamente etichettato "Provvidenza" il tam-tam dei capicosca della setta per estrarre quanti più soldi è possibile dalle tasche del popolo bue dei neocatecumenali. E quando la richiesta è urgente, sbuca sempre fuori dal nulla un "anonimo donatore" che molla un malloppo di milioni e milioni senza battere ciglio (cioè solitamente un prestanome a cui era intestata un sacco di roba, roba estratta dalle tasche dei fratelli delle comunità a suon di ricatti morali, riceve l'ordine dal "cerchio magico" di Kiko, e per non dare spiegazioni sugli strani grossi movimenti di denaro i capicosca della setta blaterano di "Provvidenza").

Cosplay religioso neocatecumenale
In secondo luogo hanno furbescamente nascosto che la realizzazione non è né completa, né pagata: i Grandi Progetti neocatecumenali sono sempre indebitatissimi, e le varie spese mensili (bollette, affitti...) vengono sempre accollate agli altri. Per esempio il seminario neocatecumenale di Takamatsu, soppresso dai vescovi giapponesi molti anni fa, era in una grossa struttura in affitto a spese dei cattolici (cinquemila cattolici, era la diocesi più piccola del Giappone, prima di venir accorpata a quella di Osaka). Letteralmente il Cammino derubava i cattolici pur di tenere in piedi l'avamposto kikolatrico in Giappone. (Così come a Guam, quando tentarono di derubare la diocesi di un asset multimilionario che costituiva l'avamposto kikolatrico a Guam).

Dunque era logico che quei "tutti" pensassero che il Grosso Progetto neocatecumenale sarebbe fallito. Era letteralmente la tipica cialtroneria (non solo neocatecumenale) del "ehi, ho in mente un Grosso Progetto, presto, qualcuno ci metta i soldi, il tempo, e le risorse!".

Semplicemente non sapevano che i neocatecumenali sono ottimi pianificatori... oltre che abituati alle più vergognose malversazioni. E alle più squallide menzogne: ingannare e mentire, nella loro mentalità, sono azioni sante qualora adoperate per difendere il prestigio e i soldi della setta e dei suoi capicosca. 

Un esempio dal blog del Taniguchi:

«...Nel 1988 è stato fondato a Roma il primo Seminario Redemptoris Mater. È stata una collaborazione tra Giovanni Paolo II e Kiko, il fondatore della Comunità Neocatecumenale... Il Seminario Redemptoris Mater di Takamatsu, in Giappone, è stato purtroppo chiuso da Mons. Mizobe, successore del suo fondatore, Mons. Fukahori. Papa Benedetto XVI se ne pentì e lo portò a Roma come suo seminario... nell'autunno del 2019 il Vaticano ha trasformato il seminario per il Giappone, che era in esilio a Roma, in "Pontificio Seminario per l'Asia" e lo ha restituito al Giappone... Ma, ancora una volta, l'idea non venne realizzata a causa dell'opposizione dei vescovi giapponesi. Papa Francesco ha trasferito a Macao frettolosamente la sede del “Pontificio Seminario Redemptoris Mater per l'Asia”... Nessuno sa quale sarà il suo destino in futuro. Il piano di Dio è incommensurabile... i paesi che non hanno accettato [il seminario neocatecumenale] continuano a languire a causa della mancanza di vocaziani...»
Letteralmente panzane su panzane: è quello il gergo ampolloso ed enfatico che i cosiddetti "catechisti" usano nelle comunità neocatecumenali.

  • Kiko decide di aprire i suoi seminari? "Collaborazione fra il Papa e Kiko!"
  • I vescovi giapponesi sopprimono il seminario di Takamatsu? "Benedetto XVI se n'è pentito e lo trasferisce a Roma!" (lo hanno trasferito i kikolatri per non dispiacere Kiko)
  • Il cerchio magico dei collaboratori di Kiko tenta di riaprirlo a Tokyo? "Il Vaticano lo vuole restituire al Giappone!"
  • I vescovi giapponesi si accorgono della furbata? "Papa Francesco lo ha trasferito a Macao!" (è stato Filoni, ubbidendo agli ordini del "cerchio magico")
  • La situazione a Macao non è così florida? "Il piano di Dio è incommensurabile!"... (il piano di Kiko è incommensurabile!) 
  • In certi paesi non si riesce a corrompere nessun vescovo? "continueranno ad aver mancanza di vocazioni!" (vocazioni al kikismo-carmenismo al servizio esclusivo del Cammino)

Letteralmente panzane su panzane: attribuire al Papa e a Dio quelle che sono le convenienze, le manovrine e le furbate di Kiko e dei suoi più fanatici scagnozzi.
La spiritualità del Cammino è la spiritualità degli inganni e delle menzogne.

giovedì 4 luglio 2024

Come ve la raccontano sul soppresso seminario neocatecumenale di Takamatsu

Dal blog dell'anziano presbikiko Taniguchi traiamo altre notizie che conviene spiegare e commentare ai nostri lettori prima che qualcuno sia tentato di credere a tutto ciò che lui logorroicamente dice. Infatti, insieme a ricordi personali e a menzioni di fatti, aggiunge anche una poderosa dose di favolette neocatecumenali, non sappiamo in che misura dovute alla propaganda kikiana e in che misura dovute a reinterpretazioni di comodo dovute alla "distorsione cognitiva" tipica degli appartenenti al Cammino, ma comunque favolette che da fonti e testimonianze sappiamo con certezza essere basate su cattive interpretazioni e vere e proprie fandonie, soprattutto quando attribuisce a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, quella che invece era la volontà di Kiko e Carmen.


Sarà lunga ma sono argomenti noti a chi ha letto nel corso di tanti anni le pagine che abbiamo dedicato al Giappone. Il seminario neocatecumenale aperto furbescamente a Takamatsu (Giappone) nel 1990, che già nei suoi primissimi anni di vita creò problemi alla Chiesa in Giappone, fu felicemente soppresso nel 2008 (ma ci saranno altri due o tre anni di strascichi), rovinando la "festa" dell'autoapprovazione dello Statuto neocatecumenale.

Kikolatria in Giappone:
striscione col volto di Kiko
anche se menziona "Gesù"
Anzitutto non fatevi distrarre da elementi autobiografici del suddetto soggetto (pressoché coetaneo di Kiko, ha abbondantemente passato gli 80 anni), che non contribuiscono in maniera sostanziale a quanto esposto qui. In sintesi, da giovane, in seguito a ciò che oggi chiameremmo "ritiro vocazionale" organizzato dai gesuiti, stava per entrare nei gesuiti ma non vi fu accettato (e fu una doppia delusione per suo padre che intendeva mandarlo all'università, salvo poi vederlo fallire anche in termini vocazionali). Ha poi lavorato per istituti bancari all'estero (inclusi USA e UK) e ottenuto altri rifiuti quando ha tentato di entrare in altre comunità religiose cattoliche. Infine, tornato in Giappone, dopo un non meglio chiarito periodo di "purificazione" e l'ennesimo tentativo fallito di entrare nel seminario diocesano a Tokyo, a metà degli anni ottanta, ormai quarantacinquenne contatta direttamente il vescovo Fukahori (1924-2009) e incredibilmente viene accolto a braccia aperte. E verrà spedito a Roma per la formazione teologica e per il seminario neocatecumenale Redemkikos Mater di Roma (che venne attivato nel 1988 e approvato dal cardinal massone Poletti in fretta e furia a fine 1990, mentre in pompa magna Kiko e Carmen vi facevano entrare prima i "12" e poi i "72" seminaristi kikolatri).

Ora, non ci sembra inusuale che un soggetto adulto venga rifiutato da numerosi seminari e comunità religiose: basta per esempio essere fedeli alla Messa tridentina. Oppure, dall'altro versante, basta aver problemi psicologici piuttosto facili da notare (anche solo piccole ma significative disubbidienze del tipo "sono adulto, non potete mica mettermi nei turni dei lavapiatti"). È anche possibile che gli ultimi rifiuti siano stati motivati dalla ferrea ubbidienza a Kiko ("non potete impedirmi di andare alla liturgia della comunità neocatecumenale il sabato sera! siamo approvati! abbiamo lo Statuto!"), possiamo solo fare ipotesi. Certo è che se dopo una vita di rifiuti uno viene accettato solo da un seminario neocatecumenale... vuol dire che non solo è un comprovato fedelissimo di Kiko, ma che anche i propri cosiddetti "catechisti" del Cammino glielo hanno "consigliato", cioè imposto. E magari vuol dire anche che sussistevano ancora quegli imprecisati importanti motivi per cui non fosse piazzabile in un normale seminario diocesano o religioso.

Dunque si deve dedurre che c'è stata un'ampia parentesi di cui Taniguchi nel blog non parla, durante la quale ha aderito al Cammino, che lo ha indirizzato all'unico vescovo filoneocatecumenale del suo paese d'origine, il quale lo ha poi spedito a Roma. Nel giro di circa 9 anni, ormai 54-55enne, viene ordinato prete a Takamatsu proprio dal Fukahori. Tornerà subito dopo a Roma per ulteriori studi teologici (presumibilmente per la "licenza", cioè il biennio supplementare di teologia necessario ad avere il requisito minimo per insegnare in facoltà teologiche). Racconta un episodio molto significativo, databile quasi certamente alla fine degli anni '80: a Roma vi erano presenti i vescovi giapponesi per la visita ad limina a Giovanni Paolo II (ogni 5 anni la conferenza episcopale fa una visita al Papa a Roma; la più recente è stata tre mesi fa, ad aprile 2024), e che un imprecisato "membro della Comunità Neocatecumenale" «raccomandò a mons. Fukahori» di istituire un seminario neocatecumenale a Takamatsu.

Il Cammino Neocatecumenale in Giappone:
chitarrelle kikiane, tamburo bongo kikiano,
drappo kikiano con l'autoritratto di Kiko,
facce occidentali che cantano in itagnolo...
Questo "raccomandare" è evidentemente un comandare e il "membro" è di sicuro qualche grosso super-catechista del "cerchio magico" di Kiko, un pezzo grosso a cui non si poteva assolutamente dir di no. Tant'è che nel colloquio personale con Giovanni Paolo II Fukahori parla già al Papa di quel progetto (ma guarda tu, un imprecisato "membro" gli butta lì un'idea e subito lui, che è in visita ad limina, ne parla in privato col Papa anziché parlargli del gregge di Takamatsu: le priorità neocatecumenali sono sempre più urgenti di tutto, anche del proprio dovere di vescovo e pastore di anime). Giovanni Paolo II avrebbe "incoraggiato", detto che è una "buona idea", addirittura chiesto "per favore vai avanti". Si tratta chiaramente di favolette neocatecumenali, e che per quanto favorevole ai movimenti e al Cammino possa essere stato Giovanni Paolo II, è improbabile che il Papa abbia risposto con tanto entusiasmo a quello che evidentemente era solo il comando del grosso super-catechista - tanto più riguardo una povera diocesi di 5000 anime sita in un paese che non gode di alcun "otto per mille".

Gli altri vescovi giapponesi si sentirono (giustamente!) turlupinati (in quanto disponevano già di diversi seminari attivi a Tokyo e altrove). Fukahori a loro insaputa ha preso ordini da un "membro del Cammino" proprio durante la visita ad limina ed ha approfittato per fabbricarsi subito l'alibi del "il Papa mi ha incoraggiato e detto di andare avanti" (ecco perché il "membro" ha scelto quel momento per comandarlo: durante la visita ad limina, era pianificatissimo costruire l'alibi senza destare subito sospetti, in modo da mettere i vescovi giapponesi di fronte al "fatto compiuto"). Tale seminario fu aperto ufficialmente a febbraio 1990 e già a febbraio 1992 i vescovi giapponesi avevano convocato una riunione straordinaria della conferenza episcopale lamentandone l'apertura e la sua esclusiva finalità di «formare nuovi sacerdoti per le comunità neocatecumenali» (cioè di assolutamente zero beneficio per la diocesi, nonostante i seminari Redemkikos Mater vengano vantati per "diocesani missionari"). Naturalmente Fukahori continuò ad ubbidire al Cammino anziché alla Chiesa.

A metà degli anni '90, tornato a Takamatsu con in tasca la "licenza in teologia", Taniguchi può diventare non solo il responsabile di tale seminario ma anche docente. All'epoca era un edificio in affitto "con un notevole deficit, e i conti della diocesi sono in rosso". Il neocatecumenalismo ladrone ruba sempre i soldi dei cattolici (oltre che quelli dei fratelli delle comunità neocatecumenali), pur di installare un "avamposto" kikolatrico in ogni paese (i seminari kikiani, infatti, fungono anche da strutture ricettive per i catechistoni neocat "itineranti", come rifugio per i kikolatri VIP che hanno compiuto cose gravi altrove, e come casa-vacanze per i VIP neocatekiki in transito).

Insomma, i vescovi giapponesi avevano molti motivi per chiudere il seminario neocatecumenale di Takamatsu:

  1. è al servizio esclusivo del Cammino e delle magagne neocat
  2. è a spese di tutti i cattolici (e spese piuttosto importanti)
  3. è stato istituito in modo furbetto, mettendo i vescovi giapponesi di fronte al fatto compiuto
  4. non dà alcuna utilità né beneficio ai cattolici giapponesi.
Imbarazzantissima (specie per i giapponesi)
"liturgia" neocatecumenale con girotondino
attorno al tavolinetto smontabile kikolatrico
Taniguchi spiega di aver progettato di costruire un nuovo edificio per alloggiarvi il seminario, in modo da non pagare più l'affitto. Anche se basato su elementi prefabbricati, sarebbe stata una spesa folle. Folle ma non del tutto ingiustificabile: nella sua mentalità da "ex bancario", l'iscrivere al patrimonio diocesano un edificio (seppur gravato di debiti) rappresenterà un asset, non una spesa. Naturalmente i capicosca neocatecumenali furono subito d'accordo, come se fossero stati loro ad escogitare il trucco, e magari già si leccavano i baffi pensando a come operare la stessa truffa che verrà tentata a Guam: una "restrizione di utilizzo" dell'immobile, tale da assegnare diritto di veto a qualche grosso super-catechista neocatecumenale. Cioè la diocesi costruisce a proprie spese un edificio di cui quatti quatti se ne impossessano i neocatecumenali con trucchetti furbetti molto complessi da stanare. Poco importa che promettano di raccogliere fondi (dalla promessa al bonifico ne passa tanta di acqua sotto i ponti!), poco importa che farciscano i discorsetti autocelebrativi di "Dio vuole, volontà di Dio, Dio provvede", poco importa che nel transito del fiume di soldi neocatecumenali molti soldi restino misteriosamente attaccati alle mani dei soliti capicosca e intrallazzieri.

(C'è da notare che in Giappone le leggi sull'edilizia sono molto meno restrittive dei severi piani regolatori italiani, e ottenere permessi di costruzione e pagare le relative tasse prima di iniziare, è molto più semplice che qui in Italia

Taniguchi afferma di aver ordinato i materiali per la costruzione quando ancora non aveva i soldi e l'appaltatore avrebbe accettato "perché sono cattolici" e non azzarderebbero truffe. Un anno dopo, alla scadenza per il pagamento, afferma che sarebbe arrivata all'improvviso una donazione di 100 milioni di yen (all'epoca corrispondenti a circa un miliardo di lire, cioè un potere d'acquisto di oltre 1,05 milioni di euro di oggi). Si deve dedurre che l'appaltatore era non solo neocatecumenale ma anche ubbidientissimo al proprio cosiddetto "catechista", perché il "sono cattolici" può andar bene quando rischi poca roba, non quando devi anticipare una milionata di euro. (A parte il fatto che una donazione così consistente farebbe scattare una tempesta di controlli fiscali per controllare la legittimità, a cominciare dalla stranezza dell'assenza -o presenza nascosta o minimale?- di acconti e anticipi; insomma, anziché credere alla favoletta neocat del "DioProvvede", si direbbe che i kikos abbiano finto di credere alla "donazione" per meglio nascondere i debiti, i movimenti e le provenienze - specie diocesane -, un po' come avverrà nel caso del Monte degli Ulivi e di un anonimo "donatore" comparso improvvisamente al momento giusto...).

Al termine della costruzione i vescovi giapponesi si ritrovano di nuovo di fronte al "fatto compiuto" neocatecumenale. Si aspettavano la chiusura della vecchia sede in affitto (costoso affitto), scoprono che il neocatecumenalismo ha costruito una nuova sede a loro insaputa. Scoprono che Fukahori era venuto meno alla parola data (inventandosi un alibi a posteriori sulla "libertà dei singoli vescovi" e sulla presunta "volontà del Papa" fabbricata nella visita ad limina, alibi evidentemente suggeritigli dal solito grosso super-catechista: i kikolatri sono talmente avvezzi alla menzogna e all'inganno, che chiedono ai vescovi di mentire e ingannare per difendere gli interessi della setta). Ma la notizia trapela e la sporca faccenda del seminario neocatecumenale diventa di pubblico dominio fra i cattolici giapponesi. (Taniguchi afferma pure che "almeno 4 o 5 vescovi" non erano ostili, il che ci fa pensare che sia ben possibile che siano stati oliati e rabboniti dai kikolatri, per creare divisione fra i vescovi giapponesi, quanta ne basterebbe per derubricare la discussione a una questione di opinioni; in questo dobbiamo riconoscere che i kikolatri sono eccellenti nella pianificazione dei dettagli, sanno già che le loro furbate e le loro perfidie verranno riconosciute come tali, e quindi si premuniscono corrompendo e "oliando" per difenderle).

Il presbikiko giapponese non può non menzionare il fatto che due laici della diocesi querelarono il vescovo Fukahori ma si guarda bene dal chiarire il vero motivo. Il motivo, di cui parlammo sul nostro blog già molti anni fa è che Fukahori nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 li aveva pubblicamente diffamati (nel Cammino funziona sempre così, ti fanno l'omelia "contro", ti fanno la lettera pastorale "contro", facendo pure nomi e cognomi), per cui lo avevano denunciato anche in sede civile.

Riguardo all'evoluzione della denuncia, Taniguchi ricama molto sulle già poco credibili favolette insinuando che i due querelanti fossero "molto litigiosi" e che in passato avessero portato avanti altre querele (nel Cammino infatti si sconsiglia fortemente di querelare per difendersi, "Non Resistete Al Male"...). Ma l'argomento "molte querele", anche se fosse vero, non implicherebbe automaticamente che sei "litigioso": potresti benissimo aver avuto validi motivi ogni volta. Specialmente nella querela più recente. Taniguchi menziona poi il rischio che il caso venisse portato avanti fino all'equivalente giapponese della Cassazione, con un'escalation legale che la conferenza episcopale giapponese certamente non avrebbe gradito: dobbiamo dedurre che la vera paura di Taniguchi e dei neocatecumenali fosse invece veder attivarsi un pubblico dibattito sulle porcate neocatecumenalizie (immaginate che spasso se un telegiornale menziona l'obbligatorietà della "decima" o le confessioni pubbliche), o che ci fossero altri sconcertanti segretucci da mantenere (l'edificio non era del tutto a norma? il giro di soldi non era del tutto limpido? i debiti inflitti alla diocesi non erano del tutto giustificati? e le comunità neocatecumenali non avevano esattamente rendicontato le "decime" e raccolte fondi?...).

E quindi Fukahori accettò il verdetto e pagò il risarcimento, grosso modo equivalente a parecchie migliaia di euro. Taniguchi ce lo indica come accordo extragiudiziale suggerito dallo stesso giudice che si sarebbe rifiutato di intervenire in una questione interna ad una comunità religiosa ma è lo stesso Taniguchi che ha paura dell'escalation, è come se volesse nascondere che la proposta di risarcimento (letteralmente usare soldi per mettere tutto a tacere) sia partita invece dal Fukahori e dai neocatecumenali, quasi a dire "mi basta che ritiriate la querela (altrimenti i grossi super-catechisti me la faranno pagare cara)".

Da buon neocatekiko, Taniguchi ha l'istinto pavloviano di blaterare di Gesù davanti a Pilato, tipica foglia di fico dei cosiddetti "catechisti" quelle rare volte che son costretti a pagare per qualche loro porcata - e addirittura di parlare di sconfitta dei querelanti perché presuntamente costretti a pagare il 90% delle spese processuali... come se avessero accettato l'accordo e intascato il risarcimento e ritirato la querela).

A suo tempo avevamo già ricordato di come fu Fukahori a perdere e pagare (chissà in che percentuale di soldi neocatekiki e della diocesi), e che i due fedeli si definirono non contenti del risultato perché non desideravano i soldi ma di gettar luce sulle porcate neocatecumenali e del seminario. (Taniguchi insiste a dire che i due avrebbero cantato vittoria su un giornale cattolico minuscolo, come se la verità fosse talmente insopportabile per il Cammino da aver ancor oggi urgenza di infangare quei due fedeli, come se quei due avessero contribuito seriamente a rovinare i piani kikiani a Takamatsu).

Quando la panzana kikolatrica
è così urgentemente ufficiale
da diventare... cartellonistica
Taniguchi involontariamente ci rivela che alla conferenza episcopale giapponese non presero molto bene la figuraccia di Fukahori (l'avrebbero forse presa un po' meglio se fosse uscito totalmente innocente). A maggio 2004, ormai alle soglie degli 80 anni, diede le dimissioni da vescovo di Takamatsu, ritirandosi a vita privata e, stando a notizie che abbiamo ottenuto altrove, venendo ospitato a Roma nel seminario neocatecumenale a spendervi i suoi ultimi giorni. (Taniguchi dice che è sepolto in Giappone)

Alla guida della diocesi di Takamatsu, a maggio 2004 Fukahori fu succeduto dal vescovo salesiano mons. Mizobe (1935-2016), che conosceva le porcherie del Cammino e la sporca faccendaccia del seminario neocatecumenale e si diede subito da fare per chiuderlo. Mizobe agiva ovviamente concorde con la Conferenza Episcopale Giapponese e non è irrealistico pensare che sia stato scelto proprio per questo. Quel che Mizobe non si aspettava, è che i dicasteri romani pullulassero di amiconi del Cammino, specialmente il neocatecumenalissimo Filoni alla guida di Propaganda Fide. Taniguchi racconta la favoletta secondo cui Benedetto XVI avrebbe addirittura difeso il seminario di Takamatsu, quando in realtà sappiamo che Benedetto XVI non voleva nemmeno riconoscere uno Statuto al Cammino e che pur conservando un atteggiamento di paterna benevolenza, dopo la prima volta che era stato fregato (quando lo invitarono a celebrare al Redemkikos Mater di Roma e gli fecero trovare i copponi e le pagnottone) si era sempre rifiutato di visitare qualsiasi struttura neocatecumenalizia o di celebrare coi neocatecumenali (neanche un anno dopo faceva infatti inviare la lettera contro la liturkikia, il 1° dicembre 2005). Taniguchi ha un bel daffare a riscrivere la storia in versione neocatecumenalizzata, con la tipica faccia di bronzo del kikolatra in full damage control.

Quando il seminario di Takamatsu fu finalmente soppresso (la sede verrà poi assegnata ad una comunità di recupero tossicodipendenti), i neocat inventarono la favoletta del "è stato solo trasferito a Roma", perché l'idolo Kiko non tollera sconfitte. Nella nuova struttura di Roma (chi la paga?) sfruttarono come rettore l'ex vescovo della diocesi giapponese di Oita (evidentemente Fukahori non era l'unico che i kikolatri avevano soggiogato in Giappone). Nel periodo di maggior espansione, il seminario di Takamatsu aveva contato una ventina di seminaristi di cui solo due giapponesi.

A Takamatsu il vescovo Mizobe fu succeduto nel 2011 dal vescovo Suwa, che pure conosceva bene le porcate del Cammino e pure dovette soffrire molto a causa delle divisioni create dalla setta eretica di Kiko e Carmen. Mons. Suwa ha retto la diocesi fino al suo ritiro per limiti di età nel 2022, dopodiché il Vaticano ha stabilito che la diocesi di Takamatsu, istituita nel 1963 (prima, fin dal 1904, era solo "prefettura apostolica"), venisse unita alla diocesi di Osaka. Unione che certamente non ha rallegrato i neocatecumenali, bramosi di reinsediarsi in Giappone (tra cui per esempio il Pbrò italiano kikolatra che ancora vive a Takamatsu: evidentemente l'ordine di scuderia neocatecumenale è di mantenere un avamposto anche minimo, visto che il vescovo di Osaka non dà neppure uno yen per pagare affitti e spese dei kikolatri).

La favoletta inventata da Taniguchi (o dai suoi cosiddetti "catechisti") prosegue affermando che "il Vaticano" (in realtà qualche grosso super-catechista del Cammino) attorno al 2018 aveva stabilito di insediare un seminario neocatecumenale a Tokyo (giacché l'idolo Kiko non può accettare sconfitte, nemmeno parziali). Pressato e intimorito dall'idolo Kiko, e dopo chissà quante faticose preparazioni e furbate sottobanco, l'ineffabile Filoni fa inviare ai vescovi giapponesi una "lettera del Papa" (firmata dal Papa ma scritta in gergo neocatecumenalizio) e i vescovi giapponesi vennero messi di nuovo "davanti al fatto compiuto" neocatecumenale. Con severa eleganza il vescovo di Tokyo annuncia il contenuto di quella lettera definendosi eufemisticamente "sorpreso" che di tale strombazzato nuovo seminario non ne sapessero niente né lui, né il suo predecessore, né i vescovi giapponesi, né il clero diocesano di Tokyo. E per farsi meglio capire, soggiunge: «È difficile per me capire perché si vada ricreando un seminario in Giappone esclusivamente per il Cammino Neocatecumenale senza aver studiato e riflettuto sulla sua storia». Una storia di laceranti divisioni, disubbidienze, liturgie "caserecce", di inganni, addirittura nel 2008 i pretonzoli kikolatri stanziati in Giappone pretesero e ottennero la nomina di un intermediario neocatecumenale (un "vicario" che contrattasse presenza, ministero e servizio dei presbikikos) perché completamente incapaci di ubbidire ai vescovi giapponesi... "Abbiamo lo Statuto!", cioè i kikos si sono dati da soli l'autorizzazione a disubbidire alla gerarchia ecclesiale.

Anni fa, per spiegare come nacque quella lettera-furbata, spiegavamo senza troppa ironia:

"immaginate la seguente scenetta: mentre il Papa sta uscendo indaffaratissimo, oppure è in ascensore e si stanno chiudendo le porte, un kikos gli dice a mezza voce (senza neppure essere sicuro di farsi sentire): «beh, poi magari potremmo presentarle l'idea di un nuovo seminario missionario, magari per l'Asia...» Il Papa non risponde neppure (può darsi che nemmeno ci abbia fatto caso), il giorno dopo Filoni invia la roboante lettera al vescovo di Tokyo dicendo: «in accordo col Santo Padre abbiamo deciso di aprire un seminario R.M. per evangelizzare l'Asia, e abbiamo già parlato con vescovi e preti coinvolti...» Mettere il Papa e i vescovi davanti al fatto compiuto: tipica strategia neocatecumenale..."

"Prima comunione" neocatecumenale,
ovviamente "sulle mani" e comprensiva
di "alzatina ipocrita" dalla seggiola pieghevole:
la liturkikia-horror alla conquista del Giappone

Taniguchi rosica parecchio sia lamentando che il Giappone è uno dei "pochi paesi" che non ha un seminario kikolatrico (il mappamondo di Kiko contiene un vistoso buco sul Giappone! povero Taniguchi, che sufrimiento!), sia ricordando che l'opposizione unanime dei vescovi giapponesi a farsi incistare un seminario kikolatrico dalla filoniana Propaganda Fide in Kiko sarebbe avvenuta "all'ultimo momento" quando già stavano identificando un immobile dove erigerlo e la visita di Bergoglio era già stata decisa. Taniguchi sul suo blog si concede un momento di involontario humour surreale raccontando che l'immaginario aereo del Papa (che simboleggia i progetti della cricca del Cammino), appena sfiorata la pista dell'aeroporto di Tokyo-Haneda, riparte immediatamente in un touch-and-go (cioè non prosegue l'atterraggio ma riprende il volo) verso Macao (l'idolo Kiko non tollera sconfitte e nemmeno pareggi: fallito il tentativo per Tokyo, immediatamente applicarono il piano B per Macao). In realtà Bergoglio visiterà il Giappone (Nagasaki, Hiroshima e Tokyo) poco più di un anno dopo, a novembre 2019... senza che il Cammino potesse sfruttare la visita come "timbro di approvazione pontificia" per il progettato seminario-avamposto kikolatrico. (Il seminario kikiano di Macao ha comunque avuto una storia piuttosto sgangherata, almeno quanto la sede - spostata temporaneamente a Taiwan durante la pandemia -, a cominciare dal non potersi fregiare dell'aggettivo "pontificio").

La significativa rosicata finale di Taniguchi è che il Giappone non sarebbe stato ancora raggiunto dal "Concilio Vaticano II".

Sipario.

giovedì 27 giugno 2024

Le "pecore nere" schiaffate nel bunker della Domus Galilaeae a lavorare gratis

Leggendo il blog di un anziano pretino neocatecumenale giapponese, tale Yukinori Taniguchi, che celebra la liturkikia, fra diverse affermazioni sbagliate ed eretiche riguardo ai santi, alla resurrezione ed altro, ho scoperto una pagina sul bunker della Domus di Kiko in Galilea.

Sul suo blog Taniguchi dice di sé di essere stato parroco a Takamatsu e di abitare a Roma, ma in pagine più recenti del blog spiega di essersi trasferito a Macao (sottinteso: sempre al servizio di Kiko). A suo tempo, infatti, fu grazie al Redemkikos Mater di Roma e al vescovo neocatecumenalizzato Fukahori, che riuscì a farsi ordinare all'età di 54 anni.
Utilizzo il traduttore di Google e quindi la traduzione può non essere perfetta, ma si capisce comunque bene il senso (cercare nella pagina tradotta le parole "pecora nera" per trovare l'inizio del testo che commenteremo qui sotto).

Ultimamente ho letto dei suoi viaggi in Israele con relativa permanenza alla Domus Galilaeae dove, come tutti ben sappiamo, vengono mandati i ragazzi neocatecumenali "difficili" per una sorta di riabilitazione.
Li ho visti anche io tutte le volte che sono stato alla Domus e sapevo di questa "modalità".

Non credevo però che questa "riabilitazione" avvenisse in certe condizioni a dir poco illegali.
L'ho scoperto da padre Taniguchi, con relative foto allegate al suo blog.

Questo prete scrive a proposito delle "pecore nere" e delle "pecore bianche" che vivono alla Domus, intendendo per "pecore nere" i ragazzi in riabilitazione e per "pecore bianche" i seminaristi.
Dice:

"In rare occasioni, in una famiglia del genere (neocatecumenale) nasce un bambino con un mantello diverso (pecora nera). Fin da piccolo si è ribellato ai suoi genitori, è diventato violento, è diventato un delinquente, non è andato in chiesa, ha marinato la scuola, ha fumato droghe con cattivi amici, ha rubato, ha avuto una relazione illecita con una ragazza e ha fatto piangere i suoi genitori...

I genitori, sopraffatti, consultano il signor Kiko, che decide di portare temporaneamente il figlio alla Domus Galilea. La maggior parte delle spedizioni proviene dall'Europa e dall'America, ma a volte vengono inviate anche dai paesi in via di sviluppo...

Il posto in cui vivono è all'interno del BUNKER. Bunker è la parola tedesca per bunker sotterraneo o, in termini moderni, un rifugio nucleare sotterraneo. Il governo israeliano richiede per legge che i luoghi e le strutture ricettive in cui si riuniscono un gran numero di persone siano dotati di rifugi in caso di attacchi con armi nucleari, batteriche o chimiche da parte del mondo arabo. Qui alla Domus Galilea c'è anche un BUNKER SOTTERRANEO abbastanza grande e PRIVO DI FINESTRE.

Il signor Kiko è stato MOLTO PREMUROSO NEL TRASFORMARE QUESTO BUNKER, inutilizzabile in tempo di pace, in una ZONA NOTTE PER LA PECORA NERA. TUTTO QUELLO CHE DEVI FARE È NUTRIRLI BENE, DARE LORO ABITI DA LAVORO E USARLI COME FORZA LAVORO CAPACE CON COSTI DI MANODOPERA PARI A ZERO. Pertanto, SE i giovani vengono miracolosamente riabilitati e diventano indipendenti, è a dir poco una grande idea che può prendere tre piccioni con una fava, o anche quattro piccioni con una fava...

[All'ingresso del bunker] c'è una pesante porta ermetica in ferro, come una paratia all'interno di un sottomarino. All'interno c'è una caserma.
SEMBRA UN DORMITORIO SORVEGLIATO DALLA YAKUZA.
I LETTI A CASTELLO RICORDANO IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ.

Lontano in Israele, su una collina isolata sulle rive del Lago Galilea. Non c'è recinzione, ma se non hanno soldi, passaporti o automobili, anche se scappano, non c'è modo che possano integrarsi nella società israeliana e sopravvivere per il resto della loro vita.
Questo è un grande miracolo che avviene ogni giorno qui a Domus Galilea, anche se non si nota.
Allegate foto del bunker, della porta ermetica in ferro e dei letti stile Auschwitz.

Non conosco le leggi di Israele, ma queste mi sembrano condizioni in violazione dei minimi diritti umani.
Alloggiare in un bunker senza finestre in una camerata unica con tanti letti vicini, per giunta con lo sfruttamento del lavoro, mi sembra pazzia.

Eppure questo pretino giapponese (ora molto anziano) ne parla come di "miracolo", di cosa buona per le "pecore nere".

Tutto ciò avviene mentre i vescovi simpatizzanti (e non) del Cammino Neocatecumenale si riuniscono nelle lussuose sale superiori (racconta anche di questo, il pretino), serviti e riveriti da questi schiavi privati di ogni dignità e libertà.

Sarebbero da denuncia.

Naturalmente, ho tutto salvato, casomai il blog del pretino dovesse sparire improvvisamente (come già successo quando glielo fecere chiudere, salvo caparbiamente aprirne un altro), o casomai le "pecore nere" venissero trasferite dal sotterraneo ai "piani alti".

Anche ad Auschwitz, come paragona il pretino neocatecumenale, lavoravano gratis ed alloggiavano in ambienti inidonei, infatti la scritta all'ingresso falsamente annuncia (ancora oggi) "Il lavoro rende liberi".

C'è di che meditare approfonditamente.
Ho i brividi.

Marco

 

Per capire il personaggio: in altre pagine del suo blog, Taniguchi parla di mons. Fukahori come suo "benefattore". Fukahori era il vescovo che consentì l'apertura del seminario Redemkikos Mater a Takamatsu, assegnando proprio a Taniguchi la responsabilità di realizzarlo. (Fukahori, una volta lasciato l'incarico, si ritirò a Roma, ospite di un seminario neocatecumenale).

Mons. Mizobe, il successore di Fukahori, propose a Taniguchi un anno sabbatico a Roma e una nomina a parroco. Taniguchi accettò di mala voglia l'anno sabbatico a Roma, prevedendo che Mizobe intendesse smantellare il seminario kikolatrico e le comunità neocatecumenali. Per la cronaca, mons. Mizobe e i vescovi giapponesi avevano tentato per anni con ogni gentilezza e diplomazia, senza risultato, di risolvere la questione "seminario neocatecumenale pagato dai cattolici" evidenziando come i neocat portassero solo dolorose divisioni e tantissimi problemi. Mons. Mizobe conosceva fin troppo bene il Cammino ed infatti sospese il Cammino finché la situazione non si fosse chiarita (erano anni che gli amiconi del Cammino a Roma ostacolavano i vescovi giapponesi).

Da notare che l'anno sabbatico, specialmente in terre dove c'è scarsità di clero, è un lusso che raramente viene concesso. Taniguchi non solo lo ottenne, ma in seguito ottenne persino un'autorizzazione ad essere "itinerante", senza più lo "stipendio" da prete e senza incarico. Taniguchi si lamenta del suo vescovo: «il mio crimine è quello di aver cercato di proteggere l'eredità di mons. Fukahori di una “comunità neocatecumenale” e di un “seminario”». Non fatevi ingannare dall'elegante parlantina: i neocatecumenali sono disposti a qualsiasi sacrificio (e qualsiasi disubbidienza, e qualsiasi inganno, e qualsiasi menzogna) pur di promuovere il triplice idolo Kiko-Carmen-Cammino.


giovedì 20 giugno 2024

Che fine ha fatto "Tony"?

Nostra traduzione di un articolo di Jungle Watch riguardo a "fratel Tony" (così veniva chiamato il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron dai "fratelli" della sua "comunità" neocatecumenale a Guam).


Un amico mi ha recentemente inoltrato un link dal blog del cardinale O'Malley, arcivescovo di Boston.

Prima di spiegare ciò che ho da dire, devo riconoscere al Cardinale la validità del suo blog. Non solo è un buon mezzo per restare in contatto col suo gregge, ma anche un modo per presentarsi come responsabile di tale gregge dal momento che i suoi post sul blog generalmente riguardano la sua attività quotidiana di pastore.

Ho una vecchia connessione col Cardinale. Fu nominato vescovo della diocesi di St. Thomas nelle Isole Vergini quando io vivevo e lavoravo lì nei primi anni '80. Anche se chiamata "diocesi di St. Thomas", la diocesi includeva l'intero territorio americano delle Isole Vergini che consisteva delle tre isole principali (St.Thomas, St.Croix e St.John); io vivevo a St. Croix.

In più, ebbi qualcosa da fare riguardo a quella nomina di O'Malley.

In breve, avevo accidentalmente scoperto un traffico di droga attivo nelle scuole superiori cattoliche in cui insegnavo, traffico che a quanto pare era coperto e protetto dall'allora preside, seppur ricattato. Il preside era uno dei favoriti del vescovo di lì (predecessore di O'Malley), al punto che qualsiasi lamentela contro il preside fatta al vescovo finiva invariabilmente nella completa immunità di quel preside.

Informai allora un sacerdote locale di ciò che avevo sospettato e scoperto, e per farla ancor più breve il sacerdote si diede da fare e ottenne la rimozione di quel preside. Ma nel farlo, emersero altre cosacce oltre al traffico di droga - piuttosto terribili - e il vescovo si ritirò non molto tempo dopo l'allontanamento di quel preside. (Ne ho parlato più estensivamente in un mio post del 2013).

O'Malley, all'epoca, era giovane e "ultimo arrivato", ed era stato mandato a rimettere le cose in ordine, un po' come quando avvenne qui a Guam alcuni anni fa [quando nominarono il vescovo Byrnes, ndt]. Fatto interessante, sia O'Malley che Apuron provengono dall'ordine dei Cappuccini. C'è solo un altro vescovo Cappuccino negli USA, ed è l'arcivescovo Chaput.

Fatto ancor più interessante, tutti e tre hanno stretti legami col Cammino Neocatecumenale - e specialmente O'Malley:


Ad agosto 2016 O'Malley aveva presenziato ad un evento tenuto da Kiko Argüello, proprio mentre Kiko spiegava che le accuse contro Apuron erano "persecuzioni" (Chuck ne ha parlato a questo link):

Ecco uno screenshot da un notiziario in cui si vedono O'Malley ed Apuron seduti accanto ad un meeting vaticano di settembre 2015. All'epoca Apuron era già sotto accusa per aver revocato gli incarichi di don Paul e mons. James, mentre J. Toves lo aveva già pubblicamente accusato di aver molestato suo cugino, ed era venuta alla luce la truffa neocatecumenale del certificato di proprietà farlocco (quello riguardante l'allora seminario neocatecumenale di Guam):


Per qualche strano motivo, lo screenshot dei due seduti accanto in Vaticano fu il post col maggior numero di visite su Jungle Watch, sebbene sia solo un'immagine senza un articolo, molto più di altre pagine:


Torniamo a O'Malley.

In un post del 14 giugno 2024, O'Malley parla ben due volte del Cammino Neocatecumenale:

1) visita il seminario Redemptoris Mater di Boston per istituire nuovi accoliti e lettori (ministeri laicali, sono passi intermedi verso il sacerdozio):

2) presenzia ad una cerimonia per un "progetto di espansione" dello stesso seminario:


All'inizio pensavo che non ci fosse nulla di importante. O'Malley è stato amicone del Cammino da lungo tempo. Ma poi ho ricordato che se Apuron ha trovato un posto dove nascondersi, potrebbe essere col suo collega Cappuccino e in una diocesi dove - con l'aiuto di O'Malley - il Cammino è piuttosto presente.

È solo un sospetto, probabilmente ne riparleremo.