lunedì 19 aprile 2010

Insegnamenti non cattolici di Kiko Arguello: IV - "Peccato impossibile"

Siamo al IV capitolo del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

IV
PECCATO IMPOSSIBILE

La Chiesa, impegnata a distribuire alle anime i tesori della Redenzione, di fatto non farebbe né otterrebbe nulla, se è certo che la Redenzione suppone il peccato, es e il peccato non è stato né sarà possibile all'uomo in quanto questi non può evitarlo, come sostiene Kiko.
Infatti: secondo lui -fedelissimo discepolo di Lutero - «l'uomo non può fare il bene perché si è separato da Dio, perché ha peccato ed è rimasto radicalmente impotente e incapace, in balia dei demoni. E' rimasto schiavo del Maligno. il Maligno è il suo signore. Per questo non valgono né consigli né sermoni esigenti. L'uomo non può fare il bene (...). Non puoi compiere la legge: la legge ti dice di amare, di non resistere al male, ma tu non puoi; tu fai quello che vuole il Maligno» (p. 130 Cf. p. 135)-
L'uomo «è profondamente tarato. E' carnale. Non può fare a meno di rubare, di litigare, d'essere geloso, di invidiare, ecc. non può fare altrimenti. E non ne ha colpa...» (p.138).
Per questo, appunto «non servono discorsi. Non serve dire: "Sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi"! E se qualcuno ci prova, si convertirà nel più gran fariseo... » (p. 136)
- Kiko è in perfetta linea con Lutero, che ha lasciato scritto: «Acconsenti dunque a ciò che tu sei, angelo mancato, creatura abortita. Il tuo compito è di mal fare, perché il tuo essere è malvagio!» (da J. Maritain, Tre Riformatori, Morcelliana, 1964, p.48).
Dunque:
  1. se non posso evitare il male che mi tiranneggia, neppure posso compiere il bene. Ciò significa che non sono libero; e se non posso disporre di me, non si può dare né bene né male morale, mancando la responsabilità. Ed ecco l'uomo ridotto alla condizione della marionetta, per la quale non ha senso la «conversione», non dice nulla il dovere di corrispondere alla grazia della penitenza; grazia che deve far sempre leva su di una volontà sostanzialmente normale, sana, che ponga l'uomo nella possibilità di rispondere di sé, di acquistarsi dei meriti, di piacere a Dio...;
  2. contro il protestantesimo, il Concilio di Trento aveva rivendicato energicamente il libero arbitrio, ossia la facoltà di assecondare o di rifiutare la grazia (D-S 1554-1555). Fin dal 413, i Capitula pseudo-clementina avevano sottolineato che noi siamo cooperatori della grazia di Dio, la cui bontà agisce in modo che il suoi «doni» si trasformano in altrettanti nostri «meriti» (iv. 248). Kiko però - come vedremo - respinge il Concilio di Trento, mentre tesse ampi panegirici del Vaticano II, che anche a questo riguardo continua ed anzi approfondisce il grande solco della Tradizione (cf. GE 10; DH 1,2,5,7,; GS 4,6,9,13,17,31,37,39,68,74,75, ecc.).
  3. Stando alle perentorie dichiarazioni del fondatore del movimento neocatecumenale, i Santi, che si sono sforzati di correggere la propria natura, dominarne gli istinti, accogliere e assecondare la Grazia, raggiungere un notevole grado di maturità interiore, realizzare un invidiabile livello di intimità con Dio..., sarebbero stati dei presuntuosi illusi.... Ma, nell'ipotesi, la prima ad illudersi sarebbe stata la Chiesa, loro Madre e Maestra, che poi li ha proposti al culto e all'imitazione dei fedeli...
  4. Se l'uomo non può fare il bene né evitare il male, quale beneficio avrebbe tratto dalla redenzione di Cristo, buon Pastore che cerca e ritrova la pecora smarrita (Lc 15,6). Medico venuto per guarire i malati (Mt 9,12), Buon Samaritano che salva il viandante aggredito dai ladroni (Lc 10, 29-35), ecc.? A che scopo avrebbe sacrificato se stesso per lasciare poi gli uomini ladri, assassini, adulteri, ecc.? Se egli non ha vinto il peccato, meritando la grazia che rigenera, trasformando le pietre in figli di Abramo, il Vangelo è tutto un'utopia, il Cristianesimo un'impostura, la Chiesa una società inutile.

4 commenti:

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  4. Il papa Benedetto XVI ai vescovi brasiliani: "Sottovalutare il culto del Santissimo Sacramento costituisce il segno e la causa dell'indebolimento del senso cristiano del mistero, come se Gesù non fosse più al centro durante la Messa, e la comunità fosse presa da molte cose invece che raccogliersi e lasciarsi attrarre dall'unico elemento necessario: il suo Signore".

    Parlava ai vescovi brasiliani in visita "ad limina" il 15 aprile 2010, ma sono parole più che mai adatte ai neocatecumenali... Ne riparleremo.

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