domenica 7 gennaio 2018

Dopo oltre trent'anni la setta neocatecumenale non è cambiata

Il "Galactus" di Kiko,
ovviamente con braccio
massonico a squadra...
Riportiamo qui sotto la testimonianza di Friedrich, un cattolico austriaco, traducendola da una sua lettera inviata a Thoughtful Catholic, a proposito del Cammino Neocatecumenale che lui e sua moglie hanno incontrato a Vienna nel 1986 e poi a Londra qualche anno dopo.


LA MIA ESPERIENZA NEL CAMMINO NEOCATECUMENALE
di Friedrich Griess

Verso il 1986 mia moglie Poldi ha aderito ad una comunità neocatecumenale a Vienna. Ciò avvenne per due motivi: primo, una coppia che era stata con noi nel Movimento Cattolico Internazionale per le Coppie Cristiane Sposate aveva lasciato tale gruppo per aderire al Cammino, e Poldi voleva restare in contatto con loro; secondo, nostra figlia era entrata in un gruppo che sarebbe poi confluito nella comunità protestante di Brunstad e Poldi voleva capire se il Cammino le sarebbe stato più adatto. Poldi ovviamente sapeva che il Cammino era settario, ma credeva che fosse possibile migliorarlo dall'interno.

Quando quella coppia di amici celebrò le proprie nozze d'argento mi invitarono come ospite. La Messa non fu celebrata in chiesa ma in una saletta del complesso parrocchiale e si poteva sentire al di là dei muri che un altro gruppo in un'altra saletta stava cantando gli stessi canti. Dopo la Messa chiesi come mai i due gruppi non avessero celebrato insieme. La risposta fu che «loro non hanno ancora fatto tutto il percorso che abbiamo fatto noi».

Durante l'agape una signora disse: «Poldi è sempre presente ma suo marito solo di rado. È un cristiano tiepido e deve essere convertito». E cominciò a parlarmi per convincermi ad aderire al Cammino. Le risposi che essendo membro del consiglio parrocchiale e avendo molti impegni, non avrei potuto assumermene un altro. La sua reazione fu: «ma lì non c'è fede... solo qui c'è fede».

Come già mi aveva fatto notare Poldi, notavo parecchie strane abitudini nel Cammino. La coppia di nostri amici agli inizi fu eletta come responsabile (lui) e viceresponsabile (lei). Quando una sera lui non fu presente per condurre l'incontro di studio della Bibbia, fu lei a presiedere, il che fu considerato scandaloso perché, stando all'usanza neocatecumenale, se è presente anche un solo uomo, non importa che competenze abbia, dev'essere lui a presiedere.

Il leader responsabile per tutte le comunità di Vienna era un italiano, Giovanni Gucci. Quando veniva a visitare la comunità portava sempre una grossa Bibbia sotto il braccio, ma non l'apriva mai. Una volta, credendo di non essere visto, aprì quella Bibbia: era scavata all'interno e conteneva un registratore col quale lui registrava le conversazioni.

Una volta un givane "catechista" chiese a Poldi di fare non so cosa ma lei aveva qualche buona ragione per rifiutare. Lui le rispose: «Non sei cristiana se non fai ciò che un fratello ti chiede».

Quando infine Poldi lascerà il Cammino, le fu detto: «se lasci la comunità, sei perduta».

Nel 1989 la IBM, l'azienda per cui lavoravo, mi impose una trasferta di lavoro a Londra per due mesi. Lì trovai una parrocchia molto attiva, quella dell'abbazia benedettina di Ealing. La parrocchia offriva un corso di introduzione al Cammino Neocatecumenale e io aderii, per lo più per vedere se fosse stato diverso dal Cammino visto a Vienna. E invece...

Ennesimo sgorbio di Kiko
- Una "catechista" disse: «se siamo pronti a morire solo per i nostri amici, questo non ha valore per il Signore. Dobbiamo essere pronti a morire anche per i nostri nemici». Le feci notare che il Vangelo di Giovanni (Gv 15,13) dice diversamente, ma lei ribatté: «non è questo ciò che diciamo sempre? di fare più di quanto la stessa Bibbia ci dica?»

- Chiesi loro di poter leggere qualcosa sul Cammino. Mi diedero un libro, in inglese, stampato a Roma, nel quale il loro sistema veniva descritto solo in appendice, ma tutto il resto del libro parlava esclusivamente delle udienze del Cammino col Papa. Quel libro riportava che in un incontro con Giovanni Paolo II un membro del Cammino gli aveva detto: «Santo Padre, la mia vita è finita con la morte di Pio XII ed è ricominciata col suo pontificato: dei papi intermedi non m'interessa niente». Un cattolico che non è interessato a Giovanni XXIII, capite?

- C'erano parecchie altre strane abitudini. Ad un incontro di quelle catechesi iniziali, dato che l'uditorio era di sole 15 persone, mi sarei aspettato che ci sedessimo in cerchio così da poterci vedere gli uni gli altri. Ma i posti erano disposti in linea dritta, a tre a tre. Quando una volta tentai di disporle in modo un pochino più curvo prima della lezioncina, la disposizione venne immediatamente corretta da uno dei "catechisti".

- Non erano ammesse né discussioni, né domande.

Prima di lasciare Londra inviai una lettera con alcune mie osservazioni al parroco, che era stato presente in tutte le sessioni (ma che praticamente non pronunciò mai una parola). Mi dispiace di aver perso l'originale di quella lettera. Parecchi anni dopo, quando tornai a Londra, andai a fargli visita. Fu molto amichevole ma si rifiutò di parlare di quella lettera.

Nel frattempo stavo diventando un esperto di sette. Nel 1992 io e Poldi partecipammo ad un incontro tenuto a Zurigo da Steven Hassan, di cui conoscevo le pubblicazioni. Nel 1993 partecipai ad una conferenza internazionale sulle sette tenuta a Barcellona, sostenuta principalmente dalla American Family Foundation (quella che poi sarebbe diventata la ICSA, Associazione Internazionale di Studi sulle Sette). In quell'occasione una donna spagnola testimoniò la sua esperienza col Cammino Neocatecumenale. Alcuni dei presenti decisero di stabilire un network europeo di centri di studi e ricerche sulle sette, il FECRIS, del quale poi dal 2005 al 2009 sono stato anche presidente e ancor oggi sono membro del board. Nel 2013 ho pure ricevuto dalla ICSA un Lifetime Achievement Award.

Sono stato chiamato parecchie volte per consulenza riguardo all'introduzione del Cammino in qualche parrocchia di Vienna. In certi casi il Cammino veniva introdotto non come un gruppo al pari degli altri, ma addirittura col piano di convertire tutte le attività parrocchiali al sistema neocatecumenale. In certi casi abbiamo avuto la possibilità di impedire tutto questo.

Una volta un insegnante di religione in una scuola elementare di una di queste parrocchie mi telefonò per dirmi che aveva un'alunna la cui famiglia era invischiata nel Cammino. La bambina si mordeva le mani a sangue perché voleva andare in ospedale piuttosto che a casa. Potete immaginare quanto fossero fanatici i suoi genitori (probabilmente la madre in modo particolare)!

Sfortunatamente l'arcivescovo di Vienna, il cardinale Schönborn, e uno dei suoi vescovi ausiliari, erano assai favorevoli al Cammino. Pensano che il Cammino sarebbe il futuro della Chiesa. Sotto il suo predecessore, il cardinale Groër (quello noto alle cronache per uno scandalo pedofilia), l'ufficio pastorale diocesano aveva pubblicato un opuscolo che tra le altre cose condannava le discutibili pratiche del Cammino. Tale opuscolo non è più disponibile... ma pare comunque che l'entusiasmo neocatecumenale iniziale si sia fortunatamente un po' ridotto.

Sono stato contattato anche da uno psicologo francese, Sebastien Nicolas, che ha attivato un sito web multilingue con una critica completa sul Cammino (le traduzioni dal francese sono però fatte dal Google Translator, per cui la traduzione in tedesco è orribile). Vi troverete anche il mio nome, con altre mie testimonianze.

Friedrich Griess

Austria

12 commenti:

  1. Un'altra caratteristica tipica dei catecumeni in ogni luogo e tempo è la presunzione, arroganza, incapacità di ascoltare e con cui non si può ragionare...
    Ex fratello

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  2. Poldi ovviamente sapeva che il Cammino era settario, ma credeva che fosse possibile migliorarlo dall'interno.

    Pia illusione di cui molti siamo stati vittima. Questa illusione ha prolungato l'agonia continuando a tenerci a lungo nel cammino al quale abbiamo dato mille e una possibilità di riscatto, collezionando, alla fine, solo altre amarezze e cocenti delusioni.
    Aver prolungato gli anni di permanenza in questa, che oramai è chiaro, è soltanto una setta verniciata di cattolicesimo - il che la rende ancor più subdola e devastante nei suoi effetti - oggi serve ad una sola cosa: le nostre critiche sono più puntuali, documentate e documentabili e quindi difficilmente attaccabile, in più le mettiamo al servizio del disvelamento della menzogna, a vantaggio di chi è invischiato in questa "tela di ragno" e non è in grado ancora di formarsene un'idea corretta.

    Quello che la testimonianza racconta del capo itinerante di Vienna, Giovanni Gucci, con la sua Bibbia enorme sotto il braccio - abitudine clonata direttamente da Kiko (sempre con la sua Bibbia sotto il braccio) - ostentando un ridicolo atteggiamento da profeta con ispirazione stabilmente incorporata ma che invece nasconde un registratore, tipo inquisizione, lascia senza parole.
    Che gente ha prodotto il cammino neocatecumenale e quanto male hanno seminato al loro passaggio!
    Giuggi da poco tempo è morto, come altri grandi capi di nazioni europee, si può provare solo una pena infinita....a che giova trafficare tanto, quando poi si dovrà rendere conto a Dio? Senza Kiko che possa difenderti? Per compiacere il quale hai fatto di tutto e di più?
    Per essere il primo, quello che porta più bandierine da mettere sulla mappa della sua zona? Quello che è riuscito a fare suo grande amico il Cardinale della Nazione?

    Signore, pietà!

    Pax

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  3. "Quando una volta tentai di disporle in modo un pochino più curvo prima della lezioncina, la disposizione venne immediatamente corretta da uno dei 'catechisti'."

    Le testimonianze veritiere si comprendono dai particolari. L'autore riferisce di aver lavorato per IBM, azienda nella quale l'education e il training sono di casa.
    Nei gruppi in formazione di piccole dimensioni, per favorire soprattutto le discussioni di gruppo e con il docente, si dispongono i posti a sedere dei discenti in semicerchio, attorno alla cattedra. E' la prima operazione che ho sempre fatto compiere ai tutor, prima di iniziare una lezione orientata a 15-20 persone. Nella prassi del Cammino questo non avviene: la comunicazione deve essere one-way, unidirezionale dal "catechista" ai catechizzati, guai a stimolare domande, a consentire interventi che potrebbero mettere in crisi gli ignorantissimi catechisti del Cammino.

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  4. Apprendiamo pieni di gratitudine al Signore che il seminario neocatecumenale di Guam è ufficialmente chiuso.

    La notizia è stata già ripresa ieri dal blog Il sismografo, blog "non ufficiale" (ma molto ben ammanigliato) nei sacri palazzi (per chi fosse curioso, c'è un articolo di Magister).

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  5. L'esperienza del cammino fatta da Griess e dalla moglie assomiglia a quella di tanti cattolici entrati in cammino per poi uscirne, molto presto o comunque nei primissimi anni di frequentazione.
    Intanto i motivi per cui si entra: in questo caso Poldi, la moglie, ha seguito una coppia di amici e, pur conoscendo la settarietà del cammino, voleva valutare se la figlia, instradata in un'esperienza che l'avrebbe condotta al Protestantesimo, avrebbe potuto "accontentarsi" del cammino (in quanto brutta copia di comunità protestanti, immagino).
    Ai primi tentativi di forzare la sua volontà, comunque, ne esce. Nel frattempo però sono tanti gli elementi acquisiti che individuano ancor più l'esperienza come non cattolica, che non hanno la possibilità di emergere alla luce, come succede nella stragrande maggioranza dei casi: per non rovinare il rapporto con gli amici che ancora la frequentano, ad esempio.
    In questo caso, il signor Griess è diventato un esperto di sette ed ha potuto trarre delle conclusioni specifiche ed anche fornire consulenze in proposito.
    Quanti invece tengono per sè tutti i dubbi e dimenticano? In particolare, quanti lo fanno per un malinteso rispetto dell'arcano, cioè della segretezza che fin dall'inizio caratterizza le attività del gruppo.
    Ecco perché questa realtà ha potuto continuare nonostante siano tanti coloro che ne conoscono gli aspetti critici. Naturalmente, lascia l'amaro in bocca il silenzio dei sacerdoti, vedi il parroco austriaco, silenzioso durante la catechesi iniziale che Griess frequentò per comprendere meglio il cammino, che si rifiuta persino di dimostrare d'aver letto la lettera con i rilievi di Griess.
    Il silenzio è il grande alleato del cammino.

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  6. Il "Galactus" di Kiko,
    ovviamente con braccio
    massonico a squadra...

    Veramente sembra un compasso....

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  7. Un pauroso elemento di settarismo che distingue il cammino appunto in quanto setta è senza dubbio la suddivisione del mondo in noi-loro. In particolare, se sono con noi o contro di noi. Se un vescovo li ostacola, ecco che diventa un persecutore, se li incensa è ispirato dallo Spirito. Mi sembra uno schema di pensiero particolarmente infantile, nel senso proprio del termine, cioè come di comportamento attribuibile a un bambino di 6-8 anni, non in grado di cogliere le sfumature del vivere umano. In questo senso credo che il cammino conduca oltre che a una fede errata, anche a una forma di fede infantile. Un regresso, mascherato da sapienza. Ho trovato argomenti molto più elevati alla "banale" messa della parrocchia. Nel cammino il pensiero si fossilizza sempre sugli stessi concetti ripetuti alla noia.
    Il cammino è dannoso, sotto tutti i punti di vista.

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  8. La suddivisione del mondo in "noi vs. loro" è uno degli elementi di base di ogni setta degna di questo nome. Serve per vari scopi, tutti funzionali al controllo degli adepti:
    1) creare coesione nel gruppo;
    2) rafforzare l'illusione che il gruppo stia "combattendo una giusta battaglia" contro il male, ed eventualmente anche contro la "corruzione" dei fedeli della stessa religione ma che non sono parte della setta;
    3) creare una specie di filtro automatico verso le notizie, i commenti e le critiche costruttive che vengono dall'esterno ("se qualcosa viene da fuori, non è qualcosa degno di essere ascoltato, anzi è pure dannoso");
    4) creare isolamento: il mondo esterno è visto come un luogo brutto e cattivo, pieno di degenerazione e perdizione, e solo il gruppo è un rifugio sicuro da tutto questo marciume (da qui la frase già sentita "fuori dal CNC non c'è salvezza");
    5) creare un clima di paura perenne e di paranoia costante: tutto questo sistema di "noi vs. loro" crea infatti l'effetto di trovarsi in mezzo a un mondo totalmente ostile e maligno. Per fare un paragone, è come un soldato che viene paracadutato oltre le linee nemiche, in territorio ostile: quando atterra, tutto ciò che lo circonda è contro di lui, i soldati nemici lo vogliono far fuori, i civili se si accorgono che è straniero potrebbero avvertire le autorità e farlo ammazzare. Ogni adepto di setta ha questo atteggiamento mentale che lavora in sottofondo, e non si percepisce parte del mondo in cui vive, bensì come uno straniero in territorio ostile;
    6) creare capri espiatori e nemici assolutamente malvagi: corollario al "noi vs. loro", è l'identificazione di nemici esterni che vogliono ostacolare il gruppo. Gli adepti dirigono il loro odio verso uno o più soggetti precisi, additati come "malvagi" dalle alte sfere, e un nemici comune crea ulteriore coesione all'interno del gruppo. Purtroppo, il lavaggio del cervello è fatto così bene che gli adepti dimenticano che "nessuno è totalmente buono o cattivo", e il nemico di turno è un semplice essere umano.

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  9. Una delle testimonianze più belle che ci hanno lasciato i santi è la LIBERTA'.
    Una situazione simile i santi la possono affrontare, sempre restando fedeli al Vangelo, in modo diverso, spesso apparentemente opposto, a seconda del proprio temperamento, delle circostanze, di propri carismi, ecc.

    Così Padre Pio, che pure era molto mansueto, poteva trattare male un peccatore perché non aveva le giuste disposizioni del cuore per ricevere la grazia di Dio, mentre don Bosco poteva intrettenersi in conversazione con un massone, sempre però perché la grazia potesse toccarlo.

    Nel Cammino, invece, non solo tutto è standardizzato, ma di fatto (le parole di circostanza non contano se poi non seguono i fatti) non si riconoscono altre vie se non quella proposta dal Cammino.

    Ricordo che una volta un camminante mi chiese chi fosse Gesù. Io gli detti varie risposte, tutte giuste. Ad esempio: "E' il Signore" o "il Messia", ma a lui non adava bene. Non che negasse che fosse il Signore, o il Messia, ma dovevo dire che era l'"Unto", che significa, appunto, Messia, come avevo già detto, perché lo aveva da poco sentito in una catechesi del Cammino.

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  10. Il Camminante con la finta Bibbia sotto il braccio con dentro un registratore mi ricorda quei western in cui un pastore, o un falso pastore, dentro l'involucro a forma di Bibbia, teneva la pistola.

    Chiedo ai camminanti: secondo voi Gesù si comporterebbe così?

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  11. Strano come il Cammino è lassista colle tradizioni della Chiesa, che pure, a parole, dice di amare, mentre è rigorista colle tradizioni del Cammino, che sono tradizioni di uomini, in quanto inventate di sana pianta da Kiko.
    I camminanti riescono ad essere, a un tempo, modernisti e tradizionalisti.

    Perfino quando prendono posizioni in se stesse giuste, come la difesa dell'Humanae vitae di Paolo VI, riescono a instillare errori teologici, come quando affermano che la paternità e la maternità responsabile consiste nel non fare calcoli, cosa che i PAPI hanno SMENTITO più volte.

    Di fatto in quelle pratiche tipiche della fede dei semplici, che è la più genuina, sono lassisti.
    Digiunare? Macché! Tranne che dal Venerdì santo alla mattina di Pasqua, quando non mettono nulla di solido in bocca. Ma un camminante mi ha raccontato che alcuni avevano escogitato il trucco di frullare la carne, in modo da mangiare... senza masticare. Carne "liquida". Tipico dei camminati.

    Genuflessione davanti all'Eucaristia? NESSUNO di loro la fa, come fosse peccato!
    Tutte le pratiche "normali" della Chiesa sono vissute con sufficienza, quando non con disprezzo. Anche la confessione. Anche, a volte, da parte dei preti del Cammino.

    Ricordo quando su questo post un ex del Cammino ha testimoniato come un sacerdote del Cammino una volta lo avesse assolto con parole non di rito, tipo "Va pure che sei stato perdonato".
    Ricordo questo episodio perché proprio oggi, leggendo le risposte del grande teologo padre Angelo Bellon, mi sono imbattuto in un caso simile.
    Nella sua risposta padre Angelo usa parole molto dure riguardo a tali sacerdoti, come qui riportato: https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=5121

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