mercoledì 3 febbraio 2021

La Comunione sulle labbra

Consapevoli del fatto che Dio non abbandona mai l’umanità che ha creato, e che anche le prove più dure possono portare frutti di grazia, abbiamo accettato la lontananza dall’altare del Signore come un tempo di digiuno eucaristico, utile a farcene riscoprire l’importanza vitale, la bellezza e la preziosità incommensurabile. Appena possibile però, occorre tornare all’Eucaristia con il cuore purificato, con uno stupore rinnovato, con un accresciuto desiderio di incontrare il Signore, di stare con lui, di riceverlo per portarlo ai fratelli con la testimonianza di una vita piena di fede, di amore e di speranza.

Cardinal Sarah



Il digiuno eucaristico, afferma il Cardinale, è utile a farcene riscoprire l’importanza vitale, la bellezza e la preziosità incommensurabile.

A tal proposito desidero riportare un mio vissuto attuale che spero possa esser d' aiuto a quei kikos che pronunciano un risoluto "grazie ma passo" dinanzi alle esortazioni del Card. Sarah. Circostanza scaturente dalla loro convinzione d' essere una dimensione a parte, degli eletti privilegiati disposti ad ascoltare solo i kiko-rappresentanti.

Mi appartengono parole semplici, quindi spero di riuscire a trasmettere esaurientemente il messaggio che desidero inviare. Mi aiuterà Dio.

La vicissitudine che sto per esporre si aggancia all'esortazione del Card. Sarah che ho ripreso nell' input del mio commento: il digiuno eucaristico.

Vissi un tempo prolungato di digiuno eucaristico, ogni mio tentativo di ottenere la Particola sulle labbra si rivelò fallimentare. Ho molto sofferto, una frustrazione offerta all' Altissimo che però non mi concesse piena serenità.

Poi ieri, giorno del Signore, per una sorta di grande amarezza mi astenni dal dirigermi alla santa Messa, ma ancora non sapevo che sarebbe stata la Vergine stessa, Materna e Paziente, a condurmi all' Eucarestia.

Dopo aver saltato la Messa mattutina ed essermi ostinata a non frequentare quella serale, sentii in me un rilevante desiderio di accostarmi a Cristo. Ebbene, mi misi in macchina e mi diressi ad un santuario mariano. Appena giunta provai un' intensa emozione, un sentimento di profondo amore per l' Ostia Santa che il sacerdote elevava al cielo proprio in quell' istante. Giunsi nel momento della Consacrazione.


Mi disposi in adorazione desiderando la Comunione con grande ardore, ma la delusione sopraggiunse inesorabile. Un avvertimento: "La Comunione verrà dispensata soltanto nelle mani".

Assieme al celebrante era presente un sacerdote esorcista dal vistoso Crocifisso di San Benedetto sul petto, che notai dar concessione ai richiedenti della Comunione sulle labbra. Una luce nell' oscurità.

Così mi nutrii del mio Signore.

Mi sentii edificata e commossa. Gli attimi a seguire sostai riconoscente tra le braccia di una grande e consolante statua della Vergine Santissima posta in mezzo allo splendore del Creato, proprio ove la Santa Messa era in atto.

In seguito decisi di confessarmi, per tale mi rivolsi a quell'anziano che sostava con le mani giunte ad un angolo esterno del Santuario, con lo sguardo fisso sulla gente che frenetica si precipitava verso l' entrata della Casa del Signore per far visita. L' anziano signore era il sacerdote esorcista di cui prima. Ebbene, lo interruppi nella sua meditazione chiedendo che mi confessasse, questione che mi concesse all' istante con sguardo d' approvazione. Quindi mi invitò a seguirlo negli splendidi confessionali tradizionali completi di grata e inginocchiatoio. Mi confidai e lui mi espresse concetti edificanti inerenti i santi, principalmente San Pio, il significato della santa Messa, le tentazioni di satana, la realtà dell' Inferno, la sua contrarietà circa l' imposizione della Comunione sulle mani poiché "il modo degno di prendere la Comunione è in ginocchio e alla bocca", e la necessità di pregare incessantemente la Vergine Santissima.

Mi sentii pervadere da un gaudio inesprimibile.

"Grazie ma passo" risponderanno anche in questo caso i kikos, che mai, almeno finché rimarranno nel contesto neocatecumenale, avranno la gioia di assaporare il "ritorno all'Eucarestia con stupore rinnovato". E che mai vivranno in modo dignitoso la Comunione perché instancabili nella concretizzazione del sacrilegio kikiano del mantenere in ostaggio il Corpo di Cristo, senza opportunità né volontà di prostrarsi dinanzi alla Maestà Divina. Senza decoro e rispetto.


Le comunità spagnole sono meno accorte di quelle italiane, infatti non hanno temuto di pubblicare le foto delle focacce disposte sulle loro mense casalinghe durante le dirette streaming delle celebrazioni neocatecumenali.

Sorge immediato un quesito: se ne cibavano, ma erano consacrate oppure no? Opto per la seconda opzione essendo accaduto in un tempo proibitivo; e meno male (seppur il cammino abbia parlato ufficialmente della Comunione da asporto. Ricordate?)!

Quindi di cosa parliamo? Nel Cammino non sussiste il senso reale della Santa Messa, Kiko ha trasferito ai suoi sottoposti tutt' altro.

Per non parlare della "penitenziale" neocat che mortifica il sacramento e rende impossibile un' ideale riconciliazione. Il chiasso musicale proibisce il comprendersi tra sacerdote e penitente rendendo la circostanza un atto di mera apparenza. Quiete e sacralità estinte.

Un' ultima cosa al culmine di questo testo forse troppo prolisso, ma scritto con tutte le buone intenzioni possibili. Il sacerdote esorcista disse anche: "Durante la giornata, qualsiasi compito tu stia svolgendo, prega l' Ave Maria. Pronunciane tante nel corso del giorno, penserà il tuo Angelo Custode a farne un bel mazzo di rose da presentare alla Vergine".

L' Ave Maria, una preghiera tanto potente quanto evitata dal Cammino. Io non ho mai udito Kiko o Carmen pronunciarla.

Card. Roberth Sarah: "Continuiamo dunque ad affidarci con fiducia alla misericordia di Dio, a invocare l’intercessione della beata Vergine Maria, salus infirmorum et auxilium christianorum".


41 commenti:

  1. Un po' difficile che comprendano, i kikos, la riverenza verso il Corpo di Cristo! Il massimo del misticismo infatti attribuito ad un confratello è l'aver fatto la pizza con la stessa pasta del pan focaccia per l'Eucarestia!
    Non lo dico con disprezzo, ma con dispiacere. Sono gli stessi che definiscono la blasfema comunione seduti masticando con il sacerdote un 'piccolo adattamento del rito romano'...come se fosse un loro diritto deformare la liturgia ma soprattutto deformare lo spirito di chi vi partecipa.

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  2. Piccolo promemoria tecnico per i non addetti ai lavori.

    Questa pagina di testimonianza farà infuriare a morte gli adoratori dell'idolo Kiko, dimostrando così che disprezzano il Santissimo Sacramento.

    Infatti sotto sotto sanno che della fede del singolo, ne beneficia tutta la Chiesa. Chi cura la propria anima, è un benefattore della Chiesa - a volte perfino a propria insaputa. Chi prende sul serio le verità di fede, chi vive intensamente i sacramenti, chi onora Nostro Signore presente nel Santissimo Sacramento, chi mangia il Pane di Vita Eterna, arreca beneficio non solo alla propria anima ma anche a tutta la Chiesa. I kikos, nemici giurati del Santissimo Sacramento, hanno trasformato il gesto della Comunione in una carnevalata, un simboleggiare l'unità fraterna della Comunità, un "banchettare" come in osteria dimenticando il Sacrificio. La falsa spiritualità del Cammino esige che il prestigio di Kiko vada tenuto in maggior considerazione che lo stesso Sacramento: ed infatti trattano Gesù Sacramentato come se fosse un gadget, una "pizza da asporto", una specie di sacro snack di unità fraterna. Al punto che di fatto negano la Presenza Reale.

    Ricordiamo poi che la ricezione della Comunione "sulle mani" è un indulto, cioè un'eccezione temporaneamente tollerata. Anche se persino Bergoglio sembra favorevole, ancor oggi resta sempre un indulto - cioè qualcosa che non appartiene alla liturgia ma viene temporaneamente concesso senza che ciò costituisca un diritto per altri in futuro. Inoltre, vale a seconda del permesso del vescovo e della disponibilità del sacerdote: se in coscienza ritengono di avere gravi motivi per rifiutarsi, come ad esempio il timore di sacrilegi, sono tenuti a rifiutarsi e nessuno può opporsi. (Che poi la maggioranza assoluta preferisca acconsentire, beh, è uno dei tanti segni del crollo della devozione eucaristica causato dal vaticansecondismo rampante)

    Detto questo, ricordiamo che ricevere la Comunione "alla bocca" è molto più consigliabile per numerosi motivi (igienici, teologico, pratici, eccetera). La Comunione "sulle mani" cadde rapidamente in disuso già nei primissimi secoli, ancor prima che venissero "inventati" i tabernacoli come li intendiamo oggi. Salvo qualche rara eccezione (anche in tempi medievali), dovuta a circostanze particolarissime, nessuno si è mai più sognato di ricevere la Comunione "sulle mani": le mani che toccavano le sacre specie potevano essere solo quelle consacrate dal sacramento dell'ordine. Perfino l'eresiarca Lutero, agli inizi della propria ribellione contro la Chiesa, non volle spingersi troppo in là riguardo al Santissimo (ma una volta lanciata la valanga di dissacrazioni, non la fermarono più)

    Abbiamo dunque innumerevoli generazioni di santi che hanno consumato le ginocchia a furia di stare in adorazione al Santissimo, e che le mani le hanno tenute giunte (o a sgranare il rosario), e si sono santificati senza aver bisogno di "cammini di riscoperta dell'itinerario dei primi cristiani delle origini cristiane", hanno mangiato il pane di vita eterna senza trattarlo come un biscottino o uno snack, ricevendo dal sacerdote (unico intermediario tra i fedeli e Dio) l'Eucarestia, «vero cibo e vera bevanda», senza inquinare il gesto della Comunione con un metterci le mani per fare il "self-service".

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  3. Mi sono accorta con dispiacere che nel Cammino probabilmente non c'è la volontà di cambiare atteggiamento riguardo l'Eucaristia, ma anche si tende a non far sapere riguardo i vari ammonimenti; in 10 anni di cammino ad esempio nessuno ci aveva mai parlato dei rimproveri di Benedetto xvi a proposito delle celebrazioni eucaristiche, mai che ci abbiano parlato di celebrare in parrocchia; parlando con un neocat che gestisce una pagina instagram sul cammino ho fatto notare che il papa aveva vietato il ballo finale e gli altri abusi liturgici e mi ha risposto che non sapeva di queste cose nè della lettera di Arinze; io spero che capiscano l'importanza dell'Eucaristia e del ricevere la Comunione degnamente; ripropongo anche io di fare un'adorazione al Santissimo in riparazione di tutti gli abusi liturgici del Cammino

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    1. Considero davvero preziosi i commenti come questo ultimo di Gloria incentrato sulla sua esperienza. Questo vale tantissimo contro le reiterate accuse gratuite di Anonimi Pasqualoni infuriati ogni volta che si trattano temi come la disobbedienza neocatecumenale alla Chiesa. Per quel che riguarda l'Eucarestia, già lo dicevamo, non hanno mai obbedito. Si sono limitati, quando proprio non hanno potuto evitarlo, ad aggiustare piccole cose, come ad esempio - obtorto collo - reinserire il Gloria o la recita del Credo (per il quale si aspettava la Consegna del Credo alla Redditio, quindi almeno dieci anni di cammino, un poco come il Rosario che si riceve come consegna quasi alla fine del cammino - inconcepibile assurdità - per cui per venti anni circa di cammino il Rosario nelle comunità è inviso ).

      Quello che sottolineo della esperienza di Gloria è la conferma fondamentale che ci offre:

      "in 10 anni di cammino ad esempio nessuno ci aveva mai parlato dei rimproveri di Benedetto xvi a proposito delle celebrazioni eucaristiche"

      Grazie Gloria, e questo vale per tutto.

      Io stessa lo confermo, coi miei 30 anni di cammino, Kiko e Carmen e tutti gli itineranti PER LORO ESPLICITA DISPOSIZIONE, non riferivano MAI al popolino camminante le vere parole che la Chiesa rivolgeva loro, in incontri privati o per iscritto.

      Basta considerare come sono riusciti a disinnescare la Lettera di Arinze VANIFICANDOLA del tutto. Cosa che nessuno può negare. Qualcuno mi spieghi il PERCHE'.
      Certamente hanno ritenuta indebita l'ingerenza ed errato l'intervento. Arinze aveva concesso loro due anni ancora con gran benevolenza, perchè si adeguassero in tutto e per tutto al modo ordinario nella Chiesa di distribuire la Santa Comunione.

      Quei due anni li hanno fatti diventare per sempre, il termine ultimativo addirittura una approvazione indiretta e definitiva del "modo invalso" nelle comunità neocatecumenali di comunicarsi.

      Mi fermo qui per ora, giò ho la nausea.

      Pax

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    2. Ti ringrazio Pax,
      purtroppo le cose che mi addolorano maggiormente della mia esperienza in cammino (insieme al fatto che ci si appropi indebitamente delle vicende più personali) sono il fatto di non aver ascoltato la mia famiglia quando mi mettevano in guardi e di aver creato dei litigi in famiglia per difendere il Cammino, e anche quello di aver ricevuto la Comunione in quel modo per 10 anni, convinta che fosse approvato e normale; proprio di recente ho chiesto al necocat con cui parlavo su facebook di postare un link in cui si affermi che la lettera di Arinze sia superata (lui diceva così) e non ho mai ricevuto risposta...

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    3. Cosa vuoi che ti risponda. Lo stupido che è. Così fanno: si ecclissano. Anche io sto male quando penso a come per anni mi sono accostata al Corpo e Sangue di Cristo. E' vero che più ti allontani dalle tenebre del falso insegnamento e più gli occhi si aprono alla Luce della Vera Fede. Si prende coscienza dei peccati e di quanto di sbagliato abbiamo commesso per aver creduto.

      Pax

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    4. Non credo sia stupido, ma piuttosto plagiato inconsapevolmente. Comunque ti capisco benissimo, ma stai tranquilla che il Signore sà bene che lo hai fatto in buona fede; il peccato è tale solo se c'è piena volontà e consapevolezza. Ho letto in un post di una santa che appoggiava un antipapa ma lo faceva in completa buona fede; l'importante ora è essere ritornati alla celebrazione della domenica in modo normale

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  4. Ogni sera e non solo il sabato, si rinnova nelle salette la dissacrante eucarestia neocatecumenale. In cinquant' anni nessuno si è mai inginocchiato o ha preso la comunione in bocca nell' eucarestia NC.
    Da quando sono fuori sono "libera di pensare, libera di parlare, libera di dire le cose come stanno, libera di andare o di venire, libera da stereotipi, libera dalla sottomissione ai catechisti laici, libera dalle decime e dalle collette, libera di utilizzare la ragione e l'intelletto, libera del mio tempo...
    LIBERA.
    LIBERA come Dio ci ha pensati, liberi.
    E' una sensazione che solo chi è stato oppresso può apprezzare."

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    1. Non so perché il commento è venuto a metà, per piacere completatelo con il link. Non sapevo come esprimermi ma ricordavo che c'era questo commento di Libera MS che mi è rimasto impresso.

      https://neocatecumenali.blogspot.com/2019/06/veglia-convivenza-di-pentecoste-asfissiante-esclusivismo.html?m=1

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  5. Da ex-fedele (sono uscito dalla Chiesa ormai da anni, per quanto non sia nemmeno ateo) con passato da ciellino (ma non sono un ex di quelli non arrabbiati, anzi, se una cosa mi è rimasta di quegli anni è proprio la stima per il movimento e per molte persone che ne fanno parte), quando leggo questi articoli, che attaccano il cammino neocatecumenale non tanto sugli aspetti più "settari" quanto sugli aspetti prettamente liturgici, non posso fare a meno di chiedermi come mai diate a essi così tanta importanza.
    Nella mia parrocchia per anni abbiamo avuto un parroco con grande simpatia per il cammino, pertanto da che mi ricordo c'è sempre stato come altare un grosso tavolo posto in mezzo all'assemblea, al centro del transetto (spero di aver usato bene il termine), e la comunione la si è sempre fatta ricevendo la particola sulle mani e portandola alla bocca da soli (e si fa tuttora così, anche se negli ultimi 25 anni ci sono stati altri 2 parroci non appartenenti al cammino). Per me è sempre stata la normalità, e quindi non riesco proprio a percepire la tragicità con cui trattate alcune deformazioni della liturgia fate dal cammino: non sto parlando ovviamente della messa per soli eletti del sabato, del vivere una vita in una sorta di Chiesa parallela a quella del resto dei credenti, o delle allucinanti veglie pasquali (aneddoto: abbiamo avuto il momento in cui il parroco, pur di fare in modo che i neocatecumentali non si facessero la Pasqua per conto loro, gli ha concesso di imporre il loro rito all'intera parrocchia... con tanto di comunione al posto fatta in due specie, con piadina e coppone di vino, orribile canto dei bambini più stonati del mondo, risonanze a rischio eresia dopo ogni lettura, durata ai limiti della soportazione umana. Però "Precipitò nel mare cavallo e cavaliere" era divertente e la apprezzavo, lo ammetto), ma per l'appunto di quelle "minori" come quella della comunione sulle mani, che ho visto fare grossomodo ovunque sia andato, quindi in fondo tanto neocatecumenale non è.

    Ai tempi in cui frequentavo CL una delle cose di cui mi resi conto è che il movimento non ha ritualità particolari, né dà alla ferrea esecuzione dei riti troppa importanza. Per questo non applica sue cose particolari alla messa, e le messe fatte dal movimento al di fuori delle parrocchie (in occasione di convivenze, esercizi spirituali, vacanze e momenti comunitari) sono identiche a quelle "normali", con la sola esclusione dei canti. E mi è sempre stato insegnato che se ci si attacca troppo al rito in sè e per sè e a come va eseguito, il rischio è quello di fermarsi al rito, senza riuscire ad andare oltre esso, ad arrivare al significato del gesto.
    Il punto è che non vedo questa gran differenza "spirituale" tra il prendere la comunione sulle mani rispetto a quello classico, e l'intestardirsi su una cosa del genere ai miei occhi fa apparire l'articolista come un'integralista, squalificando in parte anche il resto del fantastico lavoro di denuncia dei mali del cammino che qui viene fatto. Da questo articolo io non riesco a capire perché chi scrive ritenga, citando le parle del sacerdote esorcista, che "il modo degno di prendere la Comunione è in ginocchio e alla bocca", specie se il metodo alternativo è utilizzatissimo e approvato, perché non lo spiega, dice che è così e basta. Mi sta bene che possa avere una preferenza personale per questo o quel metodo, ma arrivare al punto da soffrirne così tanto ("la delusione sopraggiunse inesorabile", "Una luce nell' oscurità", come a dire sulle labbra = paradiso, nelle mani = inferno) se non puoi averla nel modo che preferisci, a me creerebbe prima di tutto una domanda su me stesso e sul modo in cui mi accosto alla comunione.

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    1. Hai ragione Pikappa, sei un ex fedele e lo si capisce benissimo il motivo per cui ti rimane difficile comprendere lo stile avverso nel consumare l'Ostia-Dio. Non a tutti è dato, e più ci si allontana dalla Verità di Cristo, meno si comprendono le altezze spirituali infinite. Ti auguro di leggere con più attenzione il post di Rebel perché a mio avviso è davvero uno scrigno preziosissimo stracolmo di gemme da incastonare sul cuore. Ciao. S.R.

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    2. Sul fatto che la Comunione sulle mani non sia un divieto assoluto ma solo una raccomandazione ti dò ragione, ma molti sacerdoti e santi insistono sul ricevrla degnamente, possibilmente in ginocchio o comunque senza mani (cose che ad esempio in Polonia sono obbligatorie), in quanto un indegno accostamento alla Comunione anche solo ricevendola sulle mani può richiedere il Purgatorio; il fatto non è che ci scandalizza la Comunione sotto due specie, ci sconvolge che Kiko abbia reinventato un modo tutto suo di ricevere la Comunione (con il pane azzimo da preparare secondo un rito ideato da lui), mentre c'era già il metodo canonico, e soprattutto ci preoccupa il rischio di dispersione di particelle e briciole sacre; ti invito a tal proposito a cercare su questo blog dei post relativi alla celebrazione Eucaristica nelle Chiese protestanti e vedrai tu stesso quante analogie ci sono con i neocat

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    3. Sono d'accordo con te su diversi punti del tuo commento.
      Non è importante come ci si comunica ma è importante come ci si predispone alla comunione.
      La Chiesa dà la possibilità di comunicarsi direttamente sulle labbra o nella mano, cosa che in questo anno di pandemia mondiale è pratica doverosa.
      Io ho sempre contestato al CN l'obbligo di ricevere la Comunione solo e solamente sulla mano.
      Ma,come fai notare anche tu, il problema del CN è umano.
      Il CN è una struttura settaria parassita della Chiesa, che sfrutta e fà del male alle persone.
      Questo è il problema principale del CN.
      Come dici tu, nel CN c'è una scrupolosa applicazione di tutti i loro dettami liturgici inventati di sana pianta.
      Per loro, l'adempimento della liturgia come Kiko comanda, è fondamentale.
      In questo rivelano il loro inutile fanatismo, il loro inutile fondamentalismo, la loro inutile sfrontatezza a non adeguarsi alla liturgia Eucaristica della Chiesa, cosa che per gli altri movimenti non rappresenta un problema.
      Qui rivelano la loro vera natura, la loro impossibilità di rinunciare ai loro formalismi inventati per sentirsi diversi dagli altri.
      L'altra cosa che toppano di brutto e che crea grossissimi problemi alla gente è la mistificazione della dottrina cristiana.
      Nel CN c'è una ignoranza grassa verso i principi fondamentali del cristianesimo.
      Vengono stravolti gli insegnamenti della Chiesa e non è possibile fare nulla per correggere gli errori, anzi gli errori vengono sbandierati come "ritorno alla Chiesa primitiva".
      Si fà un rimpasto assurdo sulle basi del cristianesimo con l'assunto di conoscerne la vera essenza.
      Viene stravolto tutto senza spiegare da dove viene lo stravolgimento.
      Si afferma senza vergogna che sia Dio che ispira personalmente la gerarchia del CN.
      Quindi niente regole, niente scritti sulle dottrine neocatecumenali,perché il Signore di volta in volta ispira la gerarchia neocatecumenale che provvede a cambiare regole e dottrine.
      C'è questo ricorso continuo alla ispirazione divina della spirito santo che parla solo e solamente alle orecchie della gerarchia neocatecumenale.

      Continua........

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    4. Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se non fosse che gli adepti del CN prendono come oro colato ogni stupidata che gli raccontano i loro catechisti laici neocatecumenali.
      Poi c'è l'interferenza settaria della struttura neocatecumenale che mette bocca e pretende di istruire gli adepti in ogni ambito, personale, matrimoniale, familiari, lavorativo, patrimoniale.
      C'è una ingerenza gravissima ed ambigua nella vita degli adepti che devono conformarsi continuamente alla struttura del CN.
      C'è un sistema di carota e bastone anche e soprattutto psicologico, che induce, applicato a lungo termine, a comportanti anomali quanto stereotipati. È incredibile come in pochi anni questa organizzazione possa separare le persone dalla loro vita precedente al CN.
      La loro ascesa negli anni passati è stata basata sulla segretezza delle dottrine neocatecumenali e sulla segretezza imposta agli adepti di non rivelare tali dottrine, anzi, di non rivelare proprio nulla sulle modalità di vita spirituale e organizzativa del CN.
      Ora questa strada non è più percorribile, si conosce molto di più di questo movimento pseudo-cristiano ed i risultati sono evidenti nel crollo delle nuove entrate nel CN.
      Il CN cresce solo ed esclusivamente a livello demografico, sfruttando ad arte la politica della apertura indiscriminata alla vita, imposta, da sempre, all'interno del movimento.
      Questi "figli del cammino" , rappresentano, ormai, il futuro del movimento.
      Il post-cresima neocatecumenale rappresenta una nuova invenzione che serve a questo: rimpolpare il movimento spompato di nuova linfa vitale.
      Non funziona, lo sappiamo noi e lo sa la gerarchia neocatecumenale, ma almeno dà l'impressione di fare qualcosa per impedire la tendenza.
      Le nuove generazioni sono meno malleabili e più informate, segreto e arcano non funzionano più, ci vorrebbe altro che il movimento neocatecumenale oggi non può dare.
      Forse nel dopo Kiko potrebbe cambiare qualcosa, se non provvede la Chiesa a chiedere prima baracca e burattini.

      LUCA

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    5. Con rispetto parlando, è proprio perché sei uscito dalla Chiesa che non puoi capire.

      Chi sta fuori dalla Chiesa è convinto che le liturgie siano una "attività religiosa" imposta da qualche regolamento (o addirittura uno spettacolino sacro con palcoscenico e attori e costumi di scena e scenografia), e che la dottrina sia il frutto di elaborazioni e accordi. Ma questo è estraneo dal pensiero cattolico.

      Perciò avviene in ogni setta - e dunque anche nel Cammino - che si ritengano accettabilissime delle variazioni abusive sulla liturgia (anche quando plateali e imbarazzanti), e delle variazioni arbitrarie sulla dottrina. Ad una setta che si spaccia per cattolica importa solo sembrare parte della Chiesa, non importa credere in tutto ciò che crede la Chiesa e celebrare esattamente come la Chiesa comanda. Quando infatti i kikos si vantano dei loro cosiddetti "frutti", parlano sempre di numeri: quanti adepti, quante attività svolte, quante liturgie effettuate (e in quali giorni e in quanti minuti), quanti libri venduti, quante comunità presenti in quanti paesi...

      Noi, invece, in qualità di cattolici, siamo convinti che la liturgia è il culto dovuto a Dio - e, per definizione data dalla stessa Chiesa, «l'unico culto a Dio gradito», quello che Dio ha comandato e che l'autorità della Chiesa ha garantito come valido ed efficace. Il modo in cui celebri la liturgia è inevitabilmente specchio del modo in cui credi. Una fede approssimativa non darà alla luce una liturgia sobria o solenne, ma verrà inevitabilmente accompagnata da una liturgia approssimativa, parolaia, chiassosa, fumosa, che varia col passare degli anni e delle mode.

      Chiunque va inquinando la dottrina della Chiesa finisce per adeguarsi a ciò che va proclamando. Per esempio Kiko predica che la confessione dei peccati mortali sessuali sarebbe facoltativa e rinviabile a piacere: dunque i giovani kikos si sentono "autorizzati a peccare". Cioè una predicazione eretica produce clamorosamente una morale anticattolica. Comodissimo mettere a tacere la coscienza alla luce del fatto che Kiko ha ufficialmente detto: «domani [non oggi], se vuoi [solo se vuoi], sigillerai [sigillerai il perdono nel sacramento della confessione, sacramento che pertanto è facoltativo e rinviabile a piacere]". Comodissimo darsi da fare a peccare e poi, quando proprio ti va a genio andare a confessarti, allora ci vai. Risultato: Kiko ti ha autorizzato a vivere nel peccato (e perbacco, peccato sessuale! sfido io che i giovani idolatri lì presenti erano tutt'orecchi! quale predicatore cattolico avrebbe mai autorizzato a peccare? il loro orizzonte spirituale non è quello di rendere gloria a Dio attraverso una vita di fede, speranza e carità, ma è quello di rendere gloria a Kiko, coi benefit umani conseguenti).

      Insomma, la dottrina (ciò che va creduto per esser cattolici) e la liturgia (ciò che va celebrato per esser cattolici) sono non solo lo specchio di come uno vive la fede, ma sono anche indizio di come uno vive la vita morale. Anche perché quell'«autorizzazione a peccare» viene subito sfruttata anche per altri peccati: per chi appartiene a una setta, è lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare pur di difendere il prestigio della setta e dei VIP della setta, è lecito fare stalking, mobbing, doxxing e ogni altra forma di violenza contro chi non loda la setta, è lecito fare qualsiasi porcata purché non interferisca con la setta e i suoi VIP.

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    6. Occhio anche al fatto che le pessime abitudini sono le più difficili da sradicare. Quando un parroco neocatecumenale rimane qualche tempo in una parrocchia, abituerà i fedeli alle brutture artistiche del proprio fondatore, alla celebrazione su tavolacci smontabili, alla "comunione sulle mani"... Quando arriva il parroco successivo, ammesso e non concesso che riesca subito a mettere i facinorosi kikos ai margini, resta comunque il fatto che tutti gli altri fedeli sono già abituati (mentalmente e visivamente) a celebrare su tavolacci, a ricevere la Comunione "sulle mani", a considerare "roba da vecchiette" le devozioni, adorazioni eucaristiche, eccetera. E il parroco successivo farà ancora più fatica, perché ben due suoi predecessori hanno acconsentito all'andazzo. E quando poi arriva un parroco non dico "tradizionalista" ma almeno attento ai "diritti di Dio", i più gli daranno contro, perché si sono già abituati.

      Come già fatto notare molte volte su questo blog, perfino il modo di ricevere la Comunione ("alla bocca" anziché "sulle mani") è "qualcosa che fa teologia" sia nel breve termine che nel lungo termine, è qualcosa che evangelizza perché "parla" di come si crede in Dio, e del dogma della presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Diamine, perfino dei cuscini sugli inginocchiatoi fanno teologia, perché consentono a più persone di inginocchiarsi, cioè indicano che non sono solo i "fanatici" ad inginocchiarsi. E il gesto dell'inginocchiarsi è quello che storicamente ha rappresentato l'umiltà di fronte al proprio signore (umano o divino). Se un parroco è indifferente, ci può ancora stare bene - perché non impedisce la libertà dei fedeli di inginocchiarsi e di ricevere la Comunione "alla bocca"; se invece un parroco è ostile, sta facendo teologia - pessima teologia - perché sta insegnando ai fedeli che non bisognerebbe onorare il Santissimo Sacramento... E quindi figurarsi i kikos che deliberatamente spazzano via altari, inginocchiatoi, arte sacra (la rimpiazzano con le putride esternazioni del loro idolo spagnolo) e tutto il resto: sono letteralmente nemici della fede cattolica (e questo diventa comprensibile quando ti rendi conto che la menzogna non è solo l'esatto opposto della verità, ma è anche qualsiasi verità distorta e piegata ad altri fini).

      Qui ripetiamo sempre che la liturgia non è uno spettacolino, tanto meno uno spettacolino da animare a seconda di quanta caciara riescono a fare i presenti. Nostro Signore ha detto «fate questo in memoria di Me» e l'autorità della Chiesa, lungo i secoli, ha stabilito che per "fare quello" occorre seguire esattamente un certo schema, quello descritto dal Messale in tutti i dettagli: il Messale è prescrittivo (cioè tutto ciò che non contempla è automaticamente vietato), poiché per "fare quello in memoria di Lui" non si può improvvisare, non si può dare spazio all'estroso di turno che ha l'ùzzolo di mettere in scena una roba che sembri "più vissuta, più sentita, più partecipata, più viva"... cioè con uno schema diverso da quello che la Chiesa garantisce e comanda.

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    7. È davvero bizzarro ricevere un giudizio sulla mia spiritualità da una persona che si auto definisce "ex-fedele" perché uscita dalla Chiesa - sei tu pikappaz a sottolineare questa circostanza sin dal principio segnando per intero il tuo pensiero -.
      Diciamo che scorgo una presunzione similare a quella dei ncn, i quali salgono con facilità sullo sgabello dell'arroganza per poi scivolare penosamente.
      - Allora...ogni volta che il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione è Gesù Cristo che lo fa e rende presente il suo corpo e il suo sangue, la sua Persona divina. Perché Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.
      Essendo Gesù Cristo Dio e essendo presente nell'Eucaristia, allora gli si deve adorazione, da qui l'affermazione dell'esorcista che osteggi: "il modo degno di prendere la Comunione è in ginocchio e alla bocca"; e da qui anche il mio bisogno di adorare con più devozione il Signore.
      - "Sacro" significa separato, inaccessibile, intoccabile, mentre la parola "profano" significa, al contrario, manipolabile, toccabile. Da ciò si può dedurre perché ritengo di non avvalermi della dispensa (ti invito a leggere il bellissimo ed esaustivo commento di Tripudio che esplicita la questione) che consente di acquisire il Corpo di Cristo sulle mani.

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  6. Grazie Rebel, penso che questo post sia uno tra i più belli che ho letto su questo blog. Hai dato una spiegazione sintetica e magistrale di un fatto che scuote tutti. Mi auguro che i neocat. si fermino a leggere.

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    1. Sì, perchè come sempre Rebel non ci comunica teorie, ma dà carne con la sua esperienza. Incarna proprio, per questo è efficace e credibile. Mette la vita nelle sue testimonianze e non può essere confutata. Per questo è tanto invisa da chi difende il Cammino a spada tratta e che a leggerla si dimena come il diavolo asperso dall'acqua santa. A me fanno solo ridere di pietà!
      Il loro dimenarsi è segno della loro disfatta totale di cui sono ben consci.
      C'è dell'eroismo nell'esporsi così, fondato sulle sofferenze vissute a causa di un sistema disumano e violento che lascia ferite e morte.
      Per una Rebel che ha coraggio da vendere ce ne sono tante e tanti altri rimasti che si sono rassegnati, purtroppo, all'oblio a cui il cammino condanna inesorabilmente le sue vittime.
      Per questo opera meritoria è l'opera di Rebel e degna di essere sostenuta. Non è ammissibile che chi ha tanto sofferto sia lasciato ancora alla mercè di gente senza cuore e senza coscienza.
      A costoro direi inoltre: pensa se fosse tua figlia o tua sorella. Ma per chi ha Timor di Dio non necessita tanto. Neanche per chi è uomo, semplicemente, e non bestia.

      Pax

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  7. Riprendo dal commento di Tripudio questo paragrafo che mi è piaciuto particolarmente:

    Abbiamo dunque innumerevoli generazioni di santi che hanno consumato le ginocchia a furia di stare in adorazione al Santissimo, e che le mani le hanno tenute giunte (o a sgranare il rosario), e si sono santificati senza aver bisogno di "cammini di riscoperta dell'itinerario dei primi cristiani delle origini cristiane", hanno mangiato il pane di vita eterna senza trattarlo come un biscottino o uno snack, ricevendo dal sacerdote (unico intermediario tra i fedeli e Dio) l'Eucarestia, «vero cibo e vera bevanda», senza inquinare il gesto della Comunione con un metterci le mani per fare il "self-service".

    Mi sembra il miglior commento all'articolo di Rebel.
    Ho appena ricevuto la notizia che ormai in quasi tutte le parrocchie della mia città, in sordina e alla spicciolata, i sacerdoti hanno ripreso a dare la Comunione in bocca ai fedeli che lo desiderano.
    Gli atti di devozione in qualche modo riparano agli atti di blasfemia, quindi mi auguro che ogni comunione in ginocchio ripari ad una o più comunioni sedute e masticate.

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  8. Come dice Tripudio, il ricevere la Comunione sulla mano è solo un INDULTO. Una "concessione" che non è detto che duri sempre.
    A questo riguardo il problemi del Cammino sono due.

    1) I camminanti non rispettano l'indulto e non rispettano nemmeno l'indulto dell'indulto, cioè la concessione, riportata nel loro statuto, di rivece la Comunione al loro posto (è il sacerdote che passa a distribuire la Comunione).
    Essi, infatti, dopo averla ricevuta, non la consumano subito, anzi si mettono seduti e aspettano... finché, da seduti, la consumano insieme al sacerdote.
    Per non parlare della noncuranza riguardo i frammenti della pagnotta consacrata...
    Una vera serie di gravi abusi.

    2) Per il Cammino l'INDULTO è la regola e la regola non è affatto contemplata. Cioè non è nemmeno considerata come indulto.
    Infatti mentre nelle celebrazioni cattoliche c'è chi fa la Comunione secondo la regola e chi la fa secondo l'indulto, nelle liturgie del Cammino la Comunionme si fa solo e soltanto ricevendola sulle mani.
    Chi provasse a volerla ricevere in bocca, sarebbe "annichilito" dai "catechisti" come i comandanti delle truppe dell'Impero che fallivano la missione venivano annichiliti da Dart Fener.

    Che poi anche nelle liturgie parrocchiali la distribuzione dell'Eucaristia si faccia senza tante attenzioni e spesso con degli abusi, è un dato di fatto.
    Ma nel Cammino l'abuso, anzi gli abusi, sono proprio una regola che, come tutte le regole, producono dei frutti. E in questo caso il frutto è lo sprezzo del Corpo del Signore.

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    1. @ Luca 3 febbraio 2021 13:26

      Il tuo commento Luca mi dà occasione di fare alcune riflessioni.

      “Non è importante come ci si comunica ma è importante come ci si predispone alla comunione.”
      Questa affermazione non mi trova d’accordo. In certe cose la forma è sostanza. A parte che, come ben ha spiegato Pietro al cui commento mi accodo (non avrei saputo far meglio), “il ricevere la Comunione sulla mano è solo un INDULTO” – e questo non va mai dimenticato.
      Dico che la forma è sostanza. E questa verità spiega anche il perché nel Cammino SI DEVE FARE per forza come disposto dalla riforma di Carmen Hernandez. Se la forma non fosse anche sostanza perché tanto accanimento? Perchè tanta avversione al modo normale di comunicarsi? Non è letteralmente consentito nel Cammino comunicarsi in altro modo se non nella forma stabilita dagli Iniziatori e oggetto di precisa consegna. Ad essa gli adepti vengono introdotti con una catechesi ad hoc, articolata in due parti, che si tiene nella Convivenza di nascita della comunità, una vera iniziazione! Una catechesi che non rispetta in nulla la dottrina della Chiesa in materia, una vera rivoluzione con la scusa di “tornare alle origini”. E dunque nel c.n., come spiega Pietro, non si rispetta l’INDULTO, ma neanche l’INDULTO DELL’INDULTO! Dal momento che non è scritto da nessuna parte (se non nella summenzionata catechesi iniziale di Carmen, che non è stata mai rinnegata dagli Iniziatori) che, come in un convito, si debba riceve la Comunione nelle mani, al proprio posto, la si debba trattenere fino a quando poi la si consuma tutti insieme, compreso il sacerdote che presiede dopo che anche lui col Pane ancora nelle mani si è seduto al suo posto. Una aberrazione totale!

      ........

      Elimina
    2. ........

      Ma è da evidenziare che – altro che INDULTO – nel Cammino è semplicemente inconcepibile comunicarsi in altro modo. Si provi solo a pretendere, come è sacrosanto diritto di tutti i fedeli, di ricevere la comunione sulle labbra (magari in ginocchio) o anche solo di consumarla appena ricevuta! Tutti sono OBBLIGATI, se partecipano all’Eucarestia del Cammino, a comunicarsi così come loro dicono e fanno. (NB anche chi si trovi a partecipare una volta per avventura, viene istruito lì per lì per adeguarsi anche lui). Tertium non datur. Già questo è un abuso insopportabile, liturgico e sulle coscienze. Ma sappiamo che la coscienza lì dentro viene offuscata, annichilita dal pensiero unico instaurato. Punto e basta. Ecco come la forma è sostanza.

      Quando tu Luca dici, giustamente, che il Cammino è eminentemente un problema umano poiché devasta la vita delle persone (di questo abbiamo fatto esperienza personale!) non parliamo di due cose distinte. Gli abusi liturgici, come le rigide regole instaurate, sono strettamente connessi con gli abusi sulle persone. Se le persone non le guasti spiritualmente in modo sistematico, neanche puoi spadroneggiare su di loro. Come dimostrano quelli che sono riusciti a sfuggire alle loro grinfie. Per la gran parte aiutati da una spiritualità cattolica pura coltivata a prescindere e fuori dal Cammino e in “disobbedienza” ai kikatekisti. I quali se ne venivano a conoscenza ti facevano “nuovo nuovo”, come suol dirsi.

      Su cosa poggiano tanta supponenza? Qui Luca lo spieghi benissimo. Il fulcro, il cuore pulsante è la loro insindacabile ispirazione. Ecco perché battono sempre sul fatto che “hanno lo spirito”, che “il signore mi ha detto per te” (tutto minuscolo). Questa la loro forza. Poi devono ficcare di forza le persone nel loro mondo, nelle loro LITURGIE diverse, immersi nella loro parola, canti, ambiente. Da cosa traggono la legittimazione se non nel fatto che sono ispirati da Dio senza alcun dubbio?

      Proprio per questo voglio concludere, rifacendomi a quanto ha scritto molyo bene S.R. (commento delle 12:45) “più ci si allontana dalla Verità di Cristo, meno si comprendono le altezze spirituali infinite”. Ed è per questo che solo dopo essersi disintossicati del tutto, liberati dai gas tossici del Cammino, sempre più si riacquista il proprio spirito, sempre più si recupera sensibilità, sempre più si ha accesso ai Sacri Misteri e alla ricchezza immensa dell’autentico Depositum Fidei.

      Pax

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  9. Immaginate Lucifero che furioso grida: «non serviam!» ("Non servirò [il Signore]"), unico a non inginocchiarsi (OK, è un angelo - e pure decaduto -, non ha un corpo fisico, perciò non può inginocchiarsi; però, se avesse potuto farlo, non si sarebbe inginocchiato, avrebbe gridato "non servirò il Signore" e sarebbe rimasto in piedi).

    Funziona proprio così nel Cammino, dove ogni scusa è buona per inginocchiarsi davanti al laico Kiko, ma hanno in odio profondo l'inginocchiarsi davanti al Signore, specialmente presente nel Santissimo Sacramento. Questo rifiutarsi ostinato e ossessivo si ciba talvolta di libercoli "teologici" e di interpretazioni furbesche dei padri della Chiesa e del Vaticano II, estrapolate dal contesto e adeguatamente confuse (eh sì che lo sappiamo tutti che l'inginocchiarsi è anche un gesto q uaresimale e che a Pasqua non si fanno gesti quaresimali, però ai kikos l'unica cosa che interessa è denigrare chi si inginocchia davanti al Santissimo Sacramento).

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    1. Nota tecnica: la verità è incontrovertibile.

      Chi odia la verità aggredisce il messaggero perché non può niente contro il messaggio. Aggredisce il messaggero, oppure tenta di confondere le acque, o ancora si difende da accuse che nessuno aveva posto (in modo da deviare le discussioni altrove)... i propugnatori della menzogna fanno di tutto pur di mettere a tacere chi dice la verità.

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    2. Aggiungo solo che l'ultima moda dei troll che tentano di metterci a tacere è di essere professorali sulle cose che riguardano la disposizione del cuore verso Dio, e spiritualoidi sulle cose che se trattate con tono "professorale" verrebbero smontate brutalmente. Che poi è la stessa cosa di quando "giuridicizzano" mentre sono disubbidienti, e reclamano l'ubbidienza assoluta al cosiddetto "catechista" anche quando costui pecca o disubbidisce alla Chiesa. Si direbbe che non c'è eresia senza ipocrisia...

      Il che ricorda anche di un seminarista che si beccò un trenta e lode all'esame di Spiritualità perché aveva studiato a fondo il libro di testo. Il prof, tutto gasato, gli chiese un giudizio su tale libro e il giovinotto si lasciò sfuggire "molto preciso, ma non scioglie il cuore". Il prof, incuriosito, chiese cos'è che sciogliesse il cuore, e il povero seminarista dovette ammettere che a leggere Storia di un'anima si resta folgorati, e a leggere un librone precisone del professorone si resta al massimo con un po' di cultura in più. Non saprei dire con che parole si espresse, ma so per certo che il professorone dovette inghiottire un rospo gigantesco.

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    3. Mi dispiace se sono stato percepito come troll (al punto da non vedermi pubblicato il secondo commento, ma pazienza), posso solo assicurarvi che non era mia intenzione. Ho solo pensato di portare un punto di vista "da esterno con una qualche cognizione di causa", visto che di vita di Chiesa ne ho fatta per parecchi anni e quindi di cose al riguardo ne ho sentite, imparate e provate in prima persona, ponendo domande e cercando di capire se quello era il mio posto: poi nel mio caso è andata come è andata. Non credo che la mia posizione attuale squalifichi ogni mia opinione sulla fede religiosa che ho praticato per anni, al punto da meritare di non essere nemmeno ascoltata.

      Detto questo, chiarisco che non c'è alcun intento "aggressivo" (almeno non volutamente) nei miei commenti, solo domande su questioni e posizioni personali che trovo poco chiare, domande che mi sarei posto anche all'epoca in cui ero nella cerchia dei credenti esattamente come me le pongo ora. Se il problema è che sto chiedendo qualcosa di troppo personale a una persona che, in effetti, nemmeno conosco, mi scuso per l'indelicatezza.

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    4. Se vieni percepito come troll (ma il mio intervento di ieri sera non riguardava te, ma coloro che credono di tapparci la bocca copiaincollando paroloni altisonanti da libroni di teologia) è perché nei tuoi interventi recenti e passati hai trovato argomenti per criticare i collaboratori di questo blog ma non hai trovato argomenti riguardo la veridicità di ciò che testimoniano.

      Uno onesto, anche se non cattolico, non può fare a meno di ammettere che questo blog ne ha fin troppe, di ragioni. Può non piacerti il gioco degli scacchi, e però se vedi uno che pretende di vincere il torneo internazionale di scacchi muovendo la torre in diagonale, capisci che è lui dalla parte del torto, non gli altri giocatori del torneo giustamente infuriati.

      Allo stesso modo, se uno si proclama cattolico, non può giocare a fare il politicante applicando le leggi divine ed ecclesiastiche quando gli fa comodo e interpretandole quando non gli fa comodo. Non è che in nome di presunti "antichi scacchisti delle prime comunità scacchistiche delle origini degli scacchi" uno decide di muovere il cavallo e i pedoni in orizzontale: fanno bene a deriderlo, a insultarlo, a scacciarlo via a pedate. E se il presidente del club dei giocatori di scacchi decide di non espellere il furbetto del quartierino, non importa per quali motivi, non è che improvvisamente le regole degli scacchi possono considerarsi superate o largamente interpretabili.

      Detto questo, possiamo anche precisare che lo scempio della "comunione sulle mani" va criticato anche se commesso negli altri movimenti ecclesiali, anche se commesso nelle parrocchie, anche se papa Bergoglio amministra personalmente la "comunione sulle mani" a mani non sacerdotali. Anche Simon Pietro, principe degli Apostoli e primo Papa della Chiesa, commise qualche vaccata - e fu sgridato dall'apostolo Paolo, che era praticamente l'ultimo arrivato (non era dei Dodici, anzi, per un po' era stato anche persecutore dei cristiani). La faccenda era piuttosto spinosa, e abbiamo la certezza che i primi cristiani ne parlarono, e ne parlarono anche parecchio e non ci trovarono nulla da nascondere, tant'è che ne è rimasta abbondante traccia nel Nuovo Testamento. Per cui noi cattolici sappiamo che il Papa non è una specie di capocannoniere da applaudire anche quando segna un autogoal; sappiamo che il Papa non è il segretario del Partito che va seguito anche quando detta una linea diversa da quella per cui ci si era iscritti; sappiamo che il Papa non è padrone della Chiesa; sappiamo che il Papa è custode (e non proprietario) di quello che chiamiamo "il deposito della fede" e pertanto è indifendibile qualora promuova sue idee anziché quel "deposito".

      In altre parole, quando qui "critichiamo il Cammino", in realtà stiamo ripresentando la dottrina cattolica. Chiunque può verificare personalmente se ciò che diciamo vale anche altrove. Qui critichiamo l'idolatria dei kikos verso i due eretici spagnoli. Ma un cattolico loderebbe mai l'idolatria? Un cattolico applaudirebbe mai all'eresia? Un cattolico si rallegrerebbe mai davanti all'ipocrisia di chi si spaccia per cattolico ma non lo è?

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  10. Rebel mi hai emozionata ancora una volta. Grazie ♡

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    1. Scusate la pedanteria, ma il termine esatto dovrebbe essere "commozione". L'emozione è qualcosa di intenso sì ma di passeggero, di fatuo, di provocabile da fattori che c'entrano poco; la commozione è invece un moto del cuore di fronte a una risposta alle attese del cuore stesso - quella sete del cuore che solo Dio può saziare. E perciò, di fronte ad una testimonianza come quella di Rebel, si resta colpiti anche se si vuole considerare soltanto la possibilità di un desiderio genuino di ricevere l'Eucarestia e di riceverla nel modo che maggiormente può onorare il Signore (la disposizione del cuore a riceverLo è fondamentale, e la disposizione del corpo aiuta quella disposizione del cuore; uno può essere mite e umile di cuore anche stando in piedi, ma ci riuscirà meglio se si inginocchia - e specialmente se non si inginocchia mai davanti a nessuno, fuorché al Santissimo Sacramento).

      Quando uso l'aggettivo dispregiativo "professorale" intendo ricordare eventi come quello citato sopra, del seminarista che supera brillantemente un esame di spiritualità ma che la spiritualità l'ha capita più leggendo Storia di un'anima di santa Teresa di Lisieux che non leggendo un arguto e perspicace librone di spiegazioni sulla spiritualità cristiana. Nel primo caso infatti è un continuo dirsi: "ma santa Teresa ha proprio ragione!", nel secondo caso è un dirsi ogni tanto "ah, bene, preciso".

      Lo studio della teologia dovrebbe almeno teoricamente essere un approfondimento della fede, una riflessione sulla fede a partire dalla fede stessa, dovrebbe mettere in moto il cervello per tentare di sondare un pochino in più quei misteri al cui solo sentirli nominare provi commozione e gratitudine. (san Tommaso d'Aquino, il più grande teologo della Chiesa, complimentato personalmente da Nostro Signore stesso, considerò tutta la propria opera "paglia", spazzatura, se confrontata con la comunione col Signore)

      E invece, specialmente in epoca postconciliare, lo studio della teologia è diventato nel migliore dei casi una roba professorale. Al punto che nelle facoltà teologiche e negli istituti di scienze religiose dicono: beh, queste conoscenze ti serviranno per dialogare col laicato, per esempio non si può parlare di argomenti filosofici se prima non si studia filosofia. Cioè praticamente le facoltà teologiche hanno perso del tutto la parte sull'approfondire la fede a partire dalla fede, e hanno guadagnato invece sull'aspetto banalmente culturale, addirittura professorale (e infatti si dice che le facoltà teologiche sono professori di una materia fine a sé stessa che insegnano a diventare professori della stessa materia i quali a loro volta faranno altrettanto).

      Nostro Signore, peraltro, non è venuto a fare il "professore". Quando interrogato su questioni anche molto spinose, rispondeva in maniera telegrafica e comprensibile anche ai bambini (tipo: «rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»), non faceva la megaconferenza dialogante tutta sorrisi, applausi e photo opportunity (anzi, "dialogava" coi farisei sommergendoli di insulti particolarmente corrosivi: si vede che certi soggetti, per salvarsi, hanno bisogno di essere insultati in maniera molto offensiva).

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    2. E dunque, con tutto il rispetto che si può avere della teologia e dei Famosi Autori di Grossi Volumi, mi sembrano scarseggiare parecchio i casi in cui qualcuno ha letto un librone di facoltà teologica o istituto di scienze religiose e si è convertito, ravveduto, o almeno commosso, almeno acceso un po' in più quella fiamma in cuore. Al contrario, succede spesso che diventano boriosi e saccenti, vanno blaterando di primicristiani primicristiani e di altri argomentoni complicatoni, pretendendo di spiegare a noialtri povera plebe di semplici discepoli del Signore quello che il Signore avrebbe voluto dire e che noi "cristiani della domenica del salotto" non avremmo ancora capito perché non avremmo letto ancora una Grossa Lista di Ponderosi Tomi... Figurarsi quando lo fanno qui sul blog, al solo scopo di dare tutti i meriti a Don Kikolone e Sora Carmen, falsi "santi" e veri eretici e fondatori di una setta dove gli altri li adorassero e pagassero.

      Aggiungo fra parentesi che i presbikikos studiano poco e male la teologia (dunque restano ignoranti anche sul piano teorico), anche perché i loro direttori spirituali laici (i cosiddetti "catechisti" del Cammino) sanno bene che a studiare la teologia rischiano comunque di capire gli errori del Cammino.
      E dunque, con tutto il rispetto che si può avere della teologia e dei Famosi Autori di Grossi Volumi, mi sembrano scarseggiare parecchio i casi in cui qualcuno ha letto un librone di facoltà teologica o istituto di scienze religiose e si è convertito, ravveduto, o almeno commosso, almeno acceso un po' in più quella fiamma in cuore. Al contrario, succede spesso che diventano boriosi e saccenti, vanno blaterando di primicristiani primicristiani e di altri argomentoni complicatoni, pretendendo di spiegare a noialtri povera plebe di semplici discepoli del Signore quello che il Signore avrebbe voluto dire e che noi "cristiani della domenica del salotto" non avremmo ancora capito perché non avremmo letto ancora una Grossa Lista di Ponderosi Tomi... Figurarsi quando lo fanno qui sul blog, al solo scopo di dare tutti i meriti a Don Kikolone e Sora Carmen, falsi "santi" e veri eretici e fondatori di una setta dove gli altri li adorassero e pagassero.

      Aggiungo fra parentesi che i presbikikos studiano poco e male la teologia (dunque restano ignoranti anche sul piano teorico), anche perché i loro direttori spirituali laici (i cosiddetti "catechisti" del Cammino) sanno bene che a studiare la teologia rischiano comunque di capire gli errori del Cammino.

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    3. Hai reso perfettamente l'idea come riesce a fare solo chi per primo ha le idee chiare. Oltre ad avere le idee, c'è un altro elemento che per me è imprescindibile: aver vissuto per esperienza quanto si esprime in astratto. Questo il quid che fa la differenza.

      Mi riporto ad un precedente commento di Tripudio (delle 00:03) dove si pone la differenza tra lo studio della Teologia su un libro di testo e la lettura di "Storia di un'anima" della piccola Suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, detta di Lisieux, morta ad appena 24 anni, senza iniziazioni, catechisti laici, tappe e scrutini. La Chiesa l'ha proclamata Santa e costituita Dottore della Chiesa. A riprova che la vera scienza non risiede nel cervello, ma nel cuore e nella carne, poichè il nostro Dio in Gesù si è fatto Uomo. Per questo per i Santi a fondamento di tutto la "Santa Umanità di Cristo"!

      Chi resta indifferente ad un libro come l'autobiografia di Santa Teresina "Storia di un'anima" o ad un'esperienza spirituale come quella raccontata da Rebel, trovandola incomprensibile o provandone proprio disgusto, beh, dovrebbe farsi qualche domanda sullo spessore della sua spiritualità.
      O vogliamo affermare che tutto si gioca a livello intellettivo e speculativo? Questo giova a ben poco.

      Il Signore dice che il Regno di Dio è dei piccoli, non dei dotti. Nel Cantico di Maria, che conosce il Suo Figlio meglio di chiunque altro, è detto che il Signore "confonde i superbi nei pensieri del loro cuore".
      La predicazione kiko/carmeniana alla fine è gnostica, non spirituale, non ti lascia dentro un sigillo di Amore del tuo Dio, in quel "Chi sei tu dolcissimo mio Signore? Chi son io disutile servo tuo (o vermine in profonda umiltà, cfr. San Francesco d'Assisi)".
      Molto possiamo confutare confrontando la falsa dottrina neocatecumenale con la dottrina cattolica.
      Ma testimonianze come quella di Rebel hanno un valore inestimabile. Unico. Mettono spalle al muro la triade falsa Kiko/Carmen/Cammino e tutte le loro farneticazioni.

      Chi pretende con studi e scienza di smascherare il Cammino, senza una base di spiritualità vissuta nel solco della Fede Cattolica e sul retto sentiero indicato e percorso dai Santi (quelli veri), rischia di essere come un "timpano che suona e un cembalo che tintinna".

      Pax

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  11. I neocatecumenali, per ragioni di convenienza facilmente intuibili, sono passati dal sostenere la necessità di una riforma della Chiesa da svecchiare dai cascami del Concilio di Trento, ad allinearsi con le forze conservatrici della Chiesa odierna. Li troviamo così addirittura nella redazione di Tempi e de La Nuova Bussola Quotidiana, a scrivere lacrimevoli articoli sull'ostia consacrata (di cui Carmen, la loro fondatrice ed ispiratrice teologica, diceva che fosse come un pezzo di carta e che non dovesse essere conservata) miracolosamente salvata nell'esplosione del Catecumenium di Madrid nel suo ostensorio.
    Questa grave contraddizione si riflette pure sull'ultimo dei neocatecumenali che commenta qui nel nostro blog, obbligato a giustificare gli abusi liturgici, la pagnotta sbriciolata, con la cui rimanenza nei loro seminari fanno la pizza, le violazioni al messale e le ginocchia anchilosate, con pretese di fedeltà ad una tradizione secolare, per sostenere l'idea di un Cammino tradizionalista ed avverso al modernismo.
    Queste contraddizioni insanabili li perderanno. Kiko mezzo secolo fa, quando faceva passare il calice con il Sangue di Cristo tra i fratelli seduti come nelle gite fuori porta, faceva eternare nei suoi mamotreti 'abbiamo passato la vita lottando con i preti: che se si tocca il calice, se non si tocca' per poi affermare che non era una questione di obbedienza al Vescovo o alla Chiesa ma 'era una questione affettiva che non sopportava che un altro lo comandasse'. Ora i suoi adepti che vengono a citare il Messale o i Concilii per giustificare gli abusi sostanziali e ancora insanati, fanno sorridere. Il fatto è che sono obbedienti ad un guru che, approfittando della confusione postconciliare, ha cercato, purtroppo con successo, di abbassare Gesù Cristo al livello di un rito brasiliano del Santo Daime, in cui la bevanda inebriante serve a provare emozioni e a 'fare comunità'.
    Fanno pena perciò ed anche rabbia, tutte le giustificazioni a posteriori.

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    1. Valentina, questo tuo intervento è di straordinaria importanza, perché mette il Cammino con le spalle al muro di fronte all'evidenza.

      1) Ci sono stati casi in cui i frammenti della pagnotta CONSACRATA sono stati recuperati e sono stati mischiati con l'impasto della pizza e cotti. Un sacrilegio avvenuto, per di più, nei SEMINARI!

      2) Kiko distribuiva lui stesso il Calice consacrato!

      3) Kiko ha detto ai camminanti che lui toccava il Calice consacrato anche se gli era stato detto che non poteva farlo perché non sopportava che qualcuno lo comandasse. Per cui colui che fonda il Cammino sull'UBBIDIENZA a dei laici, non solo non sopporta ubbidire, ma soprattutto NON UBBIDISCE di fatto. E non a "qualcuno" ma alla CHIESA!

      Questi sono fatti documentati e riportati sui mamotreti che nessun camminante, per quanto si faccia vedere devoto e rispettoso dell'Eucaristia e, anche, per quanto in buona fede, può annullare.
      Il fondatore del Cammino, il santone e superprofeta Kiko si manifesta come irrispettoso dell'Eucaristia e disubbidiente alla Chiesa.
      E dopo 50 anni non ha fatto la minima autocritica!
      L'inverso di Padre Pio.
      Se fosse andato a confessarsi da Padre pio probabilmente sarebbe stato cacciato in malo modo

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    2. Fermo restando che le tue conclusioni sono ineccepibili, devo chiarire quanto ho scritto perché sono stata troppo involuta.
      Con la pasta avanzata fanno le pizze: mi riferivo ad un recente ricordo di un sacerdote purtroppo mancato da poco, che nel Seminario RM con la pasta avanzata dal confezionamento della focaccia liturgica faceva la pizza. Non credo che si diano cura di tirare su da terra le briciole del pane consacrato, ognuna delle quali è Gesù Cristo, se non per fare pulizia nelle salette e buttarle nella spazzatura.
      Per quanto riguarda la citazione del mamotreto, io ho interpretato che i preti di allora si lamentassero del fatto che il coppone veniva passato di mano in mano tra i fratelli, lamentela che Kiko, da vero psico-praticone, definiva essere un 'problema affettivo' dei preti che temevano di essere ripresi dal Vescovo o non in armonia con le direttive della Chiesa.

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    3. Il Cammino si comporta come la massoneria: si INFILTRA. Nella Nuova Bussola, come in Radio Maria, ecc.
      Ciò non basta per dire che certe realtà sono negative, altrimenti si vedrebbe tutto come negativo.
      Forse anche nella DC di De Gasperi c'era qualche massone, ma non per questo si può dire che il partito era espressione della Massoneria, come invece lo sono altri partiti. Anzi, è vero il contrario.
      Del resto perfino nella Chiesa si è infiltrata la massoneria.

      Con questo non voglio dire che il Cammino sia necessariamente un'espressione della massoneria, anche se ci sono indizzi per cui potrebbe, quanto meno, esserne stato influenzato in modo determinante.
      Dico però che ha certe dinamiche simili a quelle della massoneria.

      Credo che sia Radio Maria che la Nuova Bussola facciano del bene, ma se vogliono essere libere espressioni della verità fino in fondo, devono fare come Gesù che, come dice il Vangelo, diceva la verità senza timore di nessuno.

      Mi rendo conto che se hai estimatori in buona fede del Cammino non puoi essere brutale ma trovare il modo più adatto, che è anche quello che da i migliori frutti spirituali, ma nello stesso tempo non si può limitare la testimonianza della verità per rispetto umano.

      Che la Comunione NON va fatta come è regola si fa nel Cammino DEVE essere chiaro anche per Radio Maria e la Nuova Bussola che non possono rinunciare a dirlo unicamente per mero tornaconto materiale

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    4. Sono stato io ad aver letto superficialmente.

      Rimane comunque il Fatto che Kiko ha dichiarato che lui NON ubbidisce alla Chiesa perché non né ha voglia, e questo la dice lunga sulle sue convinzioni di fede e/o sulla sua santità.

      E rimane il fatto che le briciole consacrate cadute a terra e calpestate sono un sacrilegio.

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  12. KIKO & CARMEN POGGIAVANO SOLO SIGARETTE SULLE LORO LABBRA

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  13. Promemoria: nel 1989, quando con un colpo di mano l'assemblea della CEI decretò furtivamente l'introduzione dell'indulto della "comunione sulle mani" (grazie anche al fatto che i vescovi principali oppositori erano assenti per malattia o altro) e con una maggioranza risicatissima, un gruppo di laici aveva pubblicato un agevole libretto: «Comunione sulla mano? NO!» che purtroppo ancor oggi è attualissimo e di cui consigliamo sempre la lettura, perché non vogliamo riscrivere su ogni pagina del blog sempre le stesse cose.

    Ispirati e guidati dal demonio, i facinorosi kikos tentano di banalizzare la questione della ricezione come se fosse un "gesto" qualsiasi che si può fare "in un modo" o "nell'altro modo", e che la prassi invalsa nel Cammino sarebbe di farla "con l'aspetto del banchetto" e tutto il resto.

    Fermo restando che l'aspetto di banchetto è secondario rispetto all'aspetto di sacrificio, e che nel Sacrificio Eucaristico è assurdo veder gente che fa il self-service col sacro snack sequestrando la particola con la musichetta kikiana di sottofondo aspettando che scatti il segnale manducatorio, dovremmo per onestà anche dire a chiare lettere che la questione del banchetto fa sempre problema. Kiko va blaterando che "il Signore passerà a servirli", riducendo il Signore a una specie di cameriere del ristorantino. Ma non si accorge dell'incongruenza, perché il suo "servirli" implica il self-service, laddove il "servirli" della Chiesa comporta che il sacerdote - unico intermediario tra l'uomo e Dio - amministra il sacramento direttamente al fedele, personalmente, senza nessuna attesa di "scatta il segnale", senza nessun impegno "delle mani del fedele".

    Ogni volta che ricordiamo queste cose, qualche fegato neocatecumenale va in travaso di bile.

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  14. Chiarimenti sulla struttura del Cammino Neocatecumenale

    Iniziamo dall'equipe internazionale, parlando dei fondatori

    Fondatore è l'acronimo di :

    Facilmente Ora Non Dobbiamo Ancora Tradire O Radiare Escludendo

    Kiko Arguello è l'acronimo di :

    Kiko Ieri Kiko Oggi Ancora Raggiante Gagliardo Uomo Eccelso Lo Lodiamo Ognora

    Don Mario Pezzi è l'acronimo di :

    Diciamo Ora Non Morire Ancora Raccogli Idee Originali Per Evitare Zizzania Zizzaniosa Immonda

    Maria Ascension Romero è l'acronimo di :

    Mai Avere Ragione In Assoluto A Saper Cogliere Eventi Non Simpatici In Ogni Non Richiesta Omertà e Richiesta Omissione

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