venerdì 19 settembre 2008

La Chiesa Romana e quante altre Chiese?

Mi riprometto di fare una sintesi della meravigliosa esperienza del recente convegno di Roma Il Motu Proprio “ Summorum Pontificum” di S.S. Benedetto XVI, una ricchezza spirituale per tutta la Chiesa: un anno dopo. Lo farò entrando nei vari ambiti, suggestioni e input degli insegnamenti e delle riflessioni che si sono succedute... vorrei però intanto aprire un ambito di discussione partendo da questa dichiarazione di Mons. Nicola Bux:

L’intervento recente del Santo Padre in Francia, dicendo che nessuno è di troppo nella Chiesa, in un certo senso dovrebbe indurre tutti, a cominciare dai vescovi e dai sacerdoti, ad una riflessione sul concetto di comunione. La comunione non è una realtà che facciamo noi, che costruiamo noi, è una realtà che riceviamo dal Signore, che riceviamo dalla storia, dalla tradizione. Quindi, in questa comunione tutti noi ci ritroviamo. Non siamo noi i padroni. E la liturgia non è nient’altro che un’espressione di questa comunione con i secoli passati, con le generazioni che ci hanno preceduto, e trasmettiamo questa medesima comunione a coloro che verranno. Credo che questo sia il punto anche a fondamento del Motu Proprio di Papa Benedetto XVI. Lui l’ha scritto più volte, già quando era teologo e cardinale. Tutti noi parliamo di pluralismo, questa è una delle parole “magiche”. Certo, noi non professiamo nel Credo la Chiesa pluralista, noi professiamo la Chiesa una, però professiamo la Chiesa cattolica e la parola “cattolica” significa una inclusione globale delle diverse forme, anche, in questo caso, di espressione della fede. Sappiamo che la fede non si esprime in un solo modo. Tutti noi abbiamo imparato che c’è l’Oriente e che esprime la sua fede in una sua peculiare maniera. Quindi, perché stupirci? Fra l’altro, è proprio nella tradizione che in Occidente ci siano liturgie diverse. Ci sono sempre state: l’Ambrosiana, la Gallicana, la Mozarabica, la Romana. Quindi, credo che aprirsi a questo senza pregiudizi sia anche segno culturale, segno di cultura.

Non è certo questa l'intenzione di Mons. Bux - che portava l'acqua al mulino del riconoscimento del Vetus Ordo - ma il suo richiamo al "pluralismo" delle forme rituali non può certo farci correre il rischio di includere nelle cosiddette 'liturgie diverse' - che comunque hanno tutte una tradizione di secoli -una 'ritualità' arbitrariamente costruita a tavolino come quella neocatecumenale. Quello che di essa conosciamo, peraltro confermato dalle dichiarazioni pubbliche del suo iniziatore, né liturgo né tantomento teologo ed oltretutto laico, non la qualifica come 'cattolica'.
Concordo con Caterina circa il 'modo' di esprimere le cose per chi non comprende e va guidato a farlo con la pazienza e in termini propositivi, ovviamente... tuttavia non possiamo evitare di chiamare le cose con il loro nome.
E' proprio la mancanza di reponsabilità - e forse di consapevolezza - in chi doveva vigilare che ci ha indotti a subìre le derive moderniste et caetera che hanno portato la Chiesa al punto irto di diffcioltà e pieno di confusione in cui siamo

16 commenti:

  1. Mic dice in apertura thread:

    Concordo con Caterina circa il 'modo' di esprimere le cose per chi non comprende e va guidato a farlo con la pazienza e in termini propositivi, ovviamente... tuttavia non possiamo evitare di chiamare le cose con il loro nome.
    E' proprio la mancanza di reponsabilità - e forse di consapevolezza - in chi doveva vigilare che ci ha indotti a subìre le derive moderniste et caetera che hanno portato la Chiesa al punto irto di diffcioltà e pieno di confusione in cui siamo

    ************

    Caro mic....intanto il primo , la prima a soffrire di tutto ciò è LA CHIESA....nel momento in cui noi "moriamo a noi stessi" io, diceva santa Caterina da Siena "NON SONO NULLA TUTTO CIò CHE PATISCO LO PATISCO PERCHè LO PATISCE LA CHIESA...." in sostanza sparisce l'io e si mette "Dio", nel nostro caso IL MAGISTERO DELLA CHIESA certamente arricchito dalle nostre esperienze personali....
    ^___^

    è questo che intendo quando parlo dei MODI nè ho chiesto di sacrificare la Verità o di non chiamare il male con il suo nome, anzi, ho proprio sottolineato: niente compromessi sulla Liturgia....

    Il Papa ha parlato appunto anche di tolleranza e questo non è piaciuto a qualcuno, tuttavia il Papa ha detto anche questo...^__^

    Il punto è sempre quello: la Liturgia NON si tocca... se si tocca questo dono inventandosi....si avrà un effetto domino....

    Ed è sbagliato parlare di RITO...il CN non ha alcun rito riconosciuto...usano il NOM con troppa creatività ^____^
    e certamente molti vescovi glielo hanno consentito, il perchè però, SPETTERA' AL PAPA CHIARIRLO E CORREGGERLO non a noi ^___^

    E così non ho neppure invitato a tacere...è solo un problema di PROPORSI....non imporsi e non continuando a delegittimare i vescovi seppur COLPEVOLI E RESPONSABILI DELLA DEVASTAZIONE DI MOLTE CHIESE....altrimenti si rischia di passare dalla ragione al torto... e di vanificare gli sforzi atti ad aiutare coloro che vivendo nel CN non hanno capito nulla di quanto avviene...^___^

    Come è sbagliato presentare il CN come un altra chiesa... lo spiega l'allora card. Ratzinger nella Dominus Jesus e in altri documenti dove si specifica il corretto uso del termine CHIESA...;-)

    Io lo so che tu queste cose le sai, ma se poi le scrivi vanno spiegate perchè non tutti che leggono sanno queste cose, ecco allora che alla confusione se ne aggiunge altra finendo per rinchiudersi esclusivamente IN UNA BATTAGLIA PERSONALE vanificando invece le migliori intenzioni....^__^

    Ed è ovvio che quando mons. Bux dice:

    Certo, noi non professiamo nel Credo la Chiesa pluralista, noi professiamo la Chiesa una, però professiamo la Chiesa cattolica e la parola “cattolica” significa una inclusione globale delle diverse forme, anche, in questo caso, di espressione della fede. Sappiamo che la fede non si esprime in un solo modo.

    *****

    è ovvio che NON si sta riferendo a riti NON ESISTENTI...^___^
    non esiste un rito NC ESISTONO INVECE DEGLI ABUSI NEL RITO NOVUS detto Paolo VI perchè il senso della CREATIVITA' MALAMENTE INTERPRETATO ha dato origine a diverse forme di CELEBRARE QUELL'UNICA MESSA....ma questi sono appunto classificabili quali ABUSI e non altro...come specifica il Papa nel MP...

    Ciò che intendo sottolineare è che si dovrebbe insistere di più nel dire appunto le cose come stanno anche e soprattutto nella corretta gestione della Liturgia della Chiesa attraverso le sue Norme in modo che chi legge...possa appunto capire LA DIFFERENZA, quella differenza che da origine appunto all'abuso....
    Da qui poi è più facile passare a chiedersi: MA PERCHE' E' SUCCESSO QUESTO?
    A QUALE MESSA STO PARTECIPANDO?
    PERCHE' E' COSì DIVERSA? IL PAPA LO AMMETTE?

    E' dalle domande proproste e non imposte che può scaturire l'apertura.......altrimenti si continuerà un muro contro muro come sta avvenendo appunto anche nel versante opposto all'apertura del Papa, la FSSPX che sta rischiando di chiudersi a riccio...
    ^___^

    La parola è una spada a doppio taglio e può uccidere o sanare, dipende da come viene usata...

    Spero di aver chiarito le mie parole ulteriormente.....

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Trovo che parlare di pluralismo liturgico, anche se corrisponde alla realtà storica, è pericoloso e offre l`occasione inesperata di giustificare l`esistenza di altre forme liturgiche e, dicendo questo, penso evidentemente al rituale neocatecumenale.
    Troverei totalmente anomalo che esisti o si formi una sorta di alleanza fra i fedeli al rito antico e alla Tradizione e i nc, dei quali conosciamo l`avversione per il rito antico, il latino e la Tradizione!
    Una vera alleanza contro natura mi vien da dire!
    Mi sembra della più grande importanza che si spieghi in maniera corretta in checosa consiste il pluralismo liturgico, come si manifesta , quali sono i riti esistenti nella nostra Chiesa, mi sembra indispensabile al fine di evitare ogni confusione.

    RispondiElimina
  4. Giusta la domanda di Mic: quante Chiese?

    Una domanda che, se associata alle riflessioni di Cardini postate ieri, ci induce ancora una volta a domandarci:

    Come mai solo nella Chiesa Cattolica proliferano tanti riti, tante peculiarità creative, tante libertà liturgiche, tante chiese insomma, mente nelle altre grandik religioni, prima tra tutte quella islamica, è impensabile e assurdo mettere a repentaglio la tradizione, che è e rimane una in senso assoluto e in qualsiasi dimensione spaziale e temporale?

    RispondiElimina
  5. Un amico mi faceva riflettere su questo:

    Benedetto XVI ha specificato in diverse occasioni che la Chiesa e così i cristiani SUBISCONO delle mode dei tempi e che occorre discernimento e forza di volontà per tentare di OPPORSI a ciò che si oppone alla nostra fede....

    Questo vale anche per la Liturgia.... da diversi anni è entrata nella cultura moderna la PRIVATIZZAZIONE.... ^___^ e così si è passati ad assorbire anche la privatizzazione della FEDE e di conseguenza della LITURGIA....SI STANNO PRIVATIZZANDO LE CHIESE....

    Sono anni che assistiamo alla PRIVATIZZAZIONE dello stesso Culto Liturgico a seconda dei gruppi che animano la Parrocchia e così abbiamo perso, o stiamo perdendo L'UNIVERSALITA' DELLA LITURGIA STESSA...è in atto una DISGREGAZIONE LITURGICA e mentre la diversità che arricchiva (ed arricchisce) LA Chiesa nella Liturgia SI TROVAVA UNITA, unita nelle sue diversità... al contrario oggi LE DIVERSITA' alimentano una divisione anche LITURGICA....e questo è maggiormente sottolineato nel CN....

    Siamo alla PRIVATIZZAZIONE DELLE PARROCCHIE...e non è questo ciò che ci sta insegnando il Santo Padre....
    Nè possiamo parlare di UNIONE QUANDO SI VA IN SAN PIETRO CON CENTOMILA STRISCIONI DI CENTINAIA DI GRUPPI se poi questa UNITA' MANCA PROPRIO NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA.....

    Faccio altresì notare che una vera VISIONE DI UNITA' l'abbiamo infatti quando è il Santo Padre a celebrare l'Eucarestia ^__^ allora si che si vedono gruppi provenienti da ogni dove e di ogni Carisma, TUTTI UNITI IN UN SOLO OVILE E SOTTO UN SOLO PASTORE..

    ..ergo....PERCHè QUESTA REALTA' SI PERDE INVECE QUANDO SIAMO ALL'INTERNO DELLE NOSTRE PARROCCHIE?

    ^__^

    si apprezza così la differenza che c'è quando celebra la Messa il Papa (ma anche il Vescovo nel Duomo) testimoniando DAVVERO la diversità che NELL'EUCARESTIA CELEBRATA SI TROVA UNITA, dalle Messe PRIVATIZZATE NELLE PARROCCHIE dove si perde quella comunione e si procede con tante FORME E MODI diversi nella celebrazione eucaristica SPEZZANDO in questo modo l'unità DELLE COMUNITA'....

    Ecco perchè la Messa, sia essa in Rito Nom che in Rito Vom o Rito Ambrosiano...devono essere gli unici a determinare l'Eucarestia in ogni parrocchia...
    Nel Rito NOM (detto Paolo VI) NON ESISTONO AFFATTO ALTRE "FORME" autorizzate....LA CONCESSIONE che la Chiesa ha donato al CN NON E' ESTENDIBILE ALLE PARROCCHIE, non è un "rito" nel Rito....è la CONCESSIONE AD UNA FORMA CON ELEMENTI DIVERSI TUTTA ANCORA DA UFFICIALIZZARE E CONFERMARE....^___^

    Non basta infatti lo Statuto e la sua approvazione, occorre una UFFICIALIZZAZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO il quale, al momento, è fermo alla famosa Lettera del dicembre 2005....il Decreto di approvazione dello Statuto, firmato dalla Congregazione per i LAICI, non dice nulla in proposito e non potrebbe dal momento che NON è di sua competenza prendere decisioni che spettano alla Congregazione per il Culto Divino....come dice infatti l'art. 134 della Pastor Bonus alla voce Pontificio Consiglio per i Laici:

    Articolo 134.

    Nell'ambito della propria competenza il Consiglio tratta tutto quanto concerne le associazioni laicali dei fedeli; erige poi quelle che hanno un carattere internazionale e ne approva o riconosce gli statuti, salva la competenza della Segreteria di Stato....

    Articolo 133.

    § 1. Spetta ad esso di animare e sostenere i laici affinché partecipino alla vita e alla missione della Chiesa nel modo loro proprio, sia come singoli che come membri appartenenti ad associazioni, soprattutto perché adempiano il loro peculiare ufficio di permeare di spirito evangelico l'ordinamento delle realtà temporali.

    § 2. Favorisce la cooperazione dei laici nell'istruzione catechetica, nella vita liturgica e sacramentale e nelle opere di misericordia, di carità e di promozione sociale.

    ********************************

    Compito infatti della Congregazione per la Dottrina della Fede è, art. 49:

    1· ha il dovere di esigere che i libri ed altri scritti, pubblicati dai fedeli e riguardanti la fede e i costumi, siano sottoposti al previo esame dell'autorità competente;

    2· esamina gli scritti e le opinioni che appaiono contrari alla retta fede e pericolosi, e, qualora risultino opposti alla dottrina della Chiesa, data al loro fautore la possibilità di spiegare compiutamente il suo pensiero, li riprova tempestivamente, dopo aver preavvertito l'Ordinario interessato, ed usando, se sarà opportuno, i rimedi adeguati;

    3· si adopera, infine, affinché non manchi un'adeguata confutazione degli errori e dottrine pericolose, che vengano diffusi nel popolo cristiano.

    *************************
    e compito della
    Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti

    Articolo 62

    La Congregazione si occupa di tutto ciò che, salva la competenza della Congregazione della Dottrina della Fede, spetta alla Sede apostolica circa la regolamentazione e la promozione della sacra liturgia, in primo luogo dei sacramenti.

    Articolo 63

    Essa favorisce e tutela la disciplina dei sacramenti, specialmente per quanto attiene alla loro valida e lecita celebrazione; concede, inoltre, gli indulti e dispense che in tale materia oltrepassano le facoltà dei Vescovi diocesani.

    ********
    http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_constitutions/documents/hf_jp-ii_apc_19880628_pastor-bonus-index_it.html


    ********

    Come abbiamo visto OGNI CONGREGAZIONE HA LA SUA MANSIONE....^___^ e come stanno arrivando chiarimenti e dibattiti atti a chiarire la questione del MP del Papa sul Rito san Pio V così ci attendiamo al più presto CHIARIMENTI SU QUALE MESSA DOVREMO CELEBRARE NELLE NOSTRE PARROCCHIE...IL RITO PAOLO VI O LA FORMA INVALSA AD USO NEL CN ?
    ^__^

    il Rito NOM detto Paolo VI che sta celebrando Benedetto XVI e che celebrano i nostri vescovi e che celebrano le nostre parrocchie seppur quest'ultime arricchite con tanta creatività ECCESSIVA (come scrive il Papa nel MP), è certamente il NOM che celebra il CN...ma arricchito anch'esso da ECCESIVA CREATIVITA' E CATECHESI DIVERSA.... ed anche se qualche vescovo e cardinale ha presenziato a quelle liturgie..VALE ANCHE PER LORO LA LETTERA DEL CARD. ARINZE DEL 2005 dove appunto si invita il CN a TORNARE A CELEBRARE NEL MODO COMUNE A TUTTA LA CHIESA.. ^__^

    Diversamente noi attualmente abbiamo LA PRIVATIZZAZIONE DELLE PARROCCHIE....e questo rischio, si faccia ben attenzione, lo si corre da un estremo all'altro, anche con i "tradizionalisti".... ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  6. Udienza del Papa al Pontificio Consiglio per i Laici, Castelgandolfo 22.9.2006

    Dopo aver esaminato nella precedente Assemblea plenaria la natura teologica e pastorale della comunità parrocchiale, state ora affrontando la questione da un punto di vista operativo, ricercando elementi utili per favorire un autentico rinnovamento parrocchiale.

    Tema infatti del vostro incontro è: “La parrocchia ritrovata. Percorsi di rinnovamento”. In effetti, l’aspetto teologico pastorale e quello operativo non possono essere dissociati, se si vuole accedere al mistero di comunione di cui la parrocchia è chiamata ad essere sempre di più segno e strumento di attuazione.

    L'evangelista Luca negli Atti degli Apostoli indica i criteri essenziali per una retta comprensione della natura della comunità cristiana, e quindi anche di ogni parrocchia, laddove descrive la prima comunità di Gerusalemme perseverante nell’ascolto dell'insegnamento degli Apostoli, nell'unione fraterna, nella “frazione del pane e nelle preghiere”, una comunità accogliente e solidale sino al punto di mettere tutto in comune (cfr 2,42; 4,32-35).

    La parrocchia può rivivere questa esperienza e crescere nell’intesa e nella fraterna coesione se prega incessantemente e resta in ascolto della Parola di Dio, soprattutto se partecipa con fede alla celebrazione dell'Eucaristia presieduta dal sacerdote.

    Scriveva in proposito l’amato Giovanni Paolo II nella sua ultima Enciclica Ecclesia de Eucharistia: “La parrocchia è una comunità di battezzati che esprimono e affermano la loro identità soprattutto attraverso la celebrazione del Sacrificio eucaristico” (n. 32).

    L’auspicato rinnovamento della parrocchia, dunque, non può scaturire solo da pur utili ed opportune iniziative pastorali, né tanto meno da programmi elaborati a tavolino.

    Ispirandosi al modello apostolico, così come appare negli Atti degli Apostoli, la parrocchia “ritrova” se stessa nell’incontro con Cristo, specialmente nell’Eucaristia. Nutrita del pane eucaristico, essa cresce nella comunione cattolica, cammina in piena fedeltà al Magistero ed è sempre attenta ad accogliere e discernere i diversi carismi che il Signore suscita nel Popolo di Dio.

    Dall’unione costante con Cristo la parrocchia trae vigore per impegnarsi poi senza sosta nel servizio ai fratelli, particolarmente verso i poveri, per i quali rappresenta di fatto il primo referente.

    http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060922_plenaria-laici_it.html

    RispondiElimina
  7. Se come dice Benedetto XVI, nel testo sopra riportando, citando il suo Predecessore dice:

    CHE LA NOSTRA IDENTITA' E' NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA.....

    la frase esatta è:
    Scriveva in proposito l’amato Giovanni Paolo II nella sua ultima Enciclica Ecclesia de Eucharistia: “La parrocchia è una comunità di battezzati che esprimono e affermano la loro identità soprattutto attraverso la celebrazione del Sacrificio eucaristico” (n. 32).

    ****************

    come sarà possibile AFFERMARE LA NOSTRA IDENTITA' CATTOLICA SE NON SIAMO DEL CN IL QUALE CELEBRA UNA LITURGIA CON FORMA DIVERSA E CON CATECHESI DIVERSE?

    Misteri della fede....
    di quale fede non sappiamo....
    qualche Vescovo ci illumini....
    ^___^

    RispondiElimina
  8. una comunità accogliente e solidale sino al punto di mettere tutto in comune

    così giustamente ricorda il Papa;

    ma si dà il caso che col Cammino non è in comune (e tutte le Parrocchie in cui esso è installato, non inserito, ne sanno qualcosa) soprattutto l'Eucaristia che è la fonte e il culmine della vera comunione ecclesiale...
    e, come l'Eucaristia - e conseguenzialmente - non è in comune neppure il resto...

    soprattutto la catechesi ma anche le attività operative nonché le opere di misericordia, che nel cammino si esuriscono anch'esse nell'ambito della comunità neocat.

    Quanto alla catechesi, ci sono casi in cui i parroci affidano ai catechisti neocat la catechesi ordinaria dei sacramenti (comunione e cresime); è un'anomalia, e i genitori che affidano i loro figli alla Parrocchia non hanno garanzia di quello che viene loro insegnato, perché i catechisti NC sono formati solo dalle catechesi kikiane, non hanno una formazione ecclesiale... e abbiamno documentato ampiamente di come questo renda gli insegnamenti difformi dalle Tradizione Apostolica!

    RispondiElimina
  9. Il Santo Padre ha anche detto che "la Liturgia è la scuola privilegiata della nostra fede".
    A quale fede prepara un cammino il cui iniziatore ha detto che se il suo cammino dovesse adottare la Liturgia della Chiesa cattolica sarebbe una catastrofe e la fine del cammino?

    RispondiElimina
  10. NOSTRE INFORMAZIONI

    El senor Kirikus ha ultimato e firmato stamani il suo motupropriokirikiano, dopo il lunghissimo e faticoso lavoro di numerazione delle tre pagine di cui consta ad opera del fedelissimo Mister Presbyterus.

    Il motuproprio kirikiano è già stato inoltrato alle regali tipografie dello "SchiavodiJhavè" nell'Urbe, dove sarà riprodotto in circa 500.000 copie, una per ogni camminante nel mundo.Il fascicolo sarà distribuito in confezione regalo cellophanata contenette anche un pelo della barba del senor Kirikus e uno di quella di Dona Carmenita.Il prezzo è ancora da definire,ma sicuramente basterà appena a coprire le grandissime spese e fatiche per la realizzazione del motuproprio.

    Stamane inoltre el senor Kirikus nella residenza di castelmarcolfo dirimpettaia a quella di castelgandolfo ha ricevuto in visita ad limina:

    - 200 catequisti itineranti dell'America latina, seco recanti i rispettivi seguiti familiari, per complessive 15.800 persone,ricevute nel cortile interno;

    - il catequista siculo, cav. grand'uff. avv.Giovanni Pipìa, venuto a chiede il permesso per dar vita a una cordata neocat per l'acquisto e la gestione della Commissione Ecllesia Dei, ormai in disarmo;

    -12 catequisti del Burkina Faso con le loro numerose mogli;

    - l'infanta di Catalogna, Dona carolina Y Hernan, cugina di I grado di Dona Carmenita, e seguito;

    -Stefano Piscicedda di paparazym org, cui ha rilasciato in esclusiva altre 26 interviste.

    RispondiElimina
  11. Ho letto e riletto il post precedente di Caterina, che giustamente dà i criteri del nostro dialogo fraterno. Senza derogare alla Verità. Con la ovvia volontà di chiamare le cose con il loro nome.

    Sicuramente i miei limiti mi fanno essere indignato e sconvolto. Questo si rispecchia nella mia "comunicazione" con gli altri, sprattutto coloro che sono stati causa spesso indiretta della mia indignazione.

    Riconosco i miei limiti, e chiedo scusa per quando sono risultato sgradevole.

    Ma c'è da dire che dovremmo tendere sempre all'equilibrio. Così come il gareggiare nello stimarci non comprende certo il tacere la Verità (che lo ricordo, va oltre i nostri singoli comportamenti!), altrettanto vero è che proprio in forza di quella Libertà di cui parla Caterina, e del rispetto degli altri, ad un certo momento non si può certo IMPORRE la speranza che tutti condividiamo una sola Fede! Non si può IMPORRE la "condiscendenza" per cercare IN OGNI MODO di far "vedere".

    Ad un certo punto, davanti alle evidenze, secondo me si arriva ad una presa di posizione netta. Ognuno rimane nella sua posizione, non potendo noi, appunto, imporre. Da un lato e dall'altro.

    Inoltre, il dialogo nella Carità (per cui nella VERITA'), non può prescindere dal rispetto umano. Sia nei nostri confronti che in quelli degli altri. E far notare quando questo manca, è sicuramente un atto di Carità! Le offese alle nostre intelligenze e a noi stessi sono certo un Sacrificio da Offrire al Signore, ma allo stesso tempo sono anche da far notare. Da parte nostra e da parte degli altri! San Paolo ha dimostrato il comportamento che si tiene in questi casi, durante il suo Processo! Il Signore Gesù stesso, in più casi e durante l'Ingiustizia che stava subendo, dopo aver ricevuto un riprovero con uno schiaffo chiese di Indicare dove era il suo Errore, se stava parlando male, altrimenti perchè lo stavano colpendo?

    E questa domanda dovrebbe essere la base stessa dei nostri discorsi.

    Ovvero: se parliamo male, DITECI DOVE E' L'ERRORE (nel merito del nostro dialogo!)! Altrimenti, PERCHE' CI CONTESTATE?

    Stabilito questo, dobbiamo tutti Calmarci. Tutti. E pensare che se tutti vogliamo Seguire la Verità, quella dovrebbe essere il nostro scopo. Comprendendoci a vicenda, per quanto i nostri Limiti possano essere fastidiosi!

    Ma questi Limiti ci rendono Uomini, fallibili, piccoli e bisognosi sempre del Nostro Signore Misericordioso!
    Certamente non dovrebbero essere materia di polemiche, perchè in questo modo si devia dalla nostra Ricerca della Verità...

    Dio ci aiuti e ci sostenga. E abbia pietà dei nostri limiti! Pietà che chiediamo anche ai nostri fratelli Nc.

    RispondiElimina
  12. riguardo il tema dell'articolo, i criteri che stanno usando coloro che sono fedeli alla Tradizione Viva, sono inevitabilmente "al primo grado" della "riforma".

    Ovvero: nel clima che si è creato dopo il concilio, si dogmatizzava il famoso "pluralismo". Cosa assurda, perchè ciò NON E' relativo alle diverse forme! La multiformità non è PLURALISMO! Invece ciò è stato volutamente confuso.

    Ad oggi siamo costretti a sopportare addirittura l' Appello al "pluralismo" (!!) per poter concedere alla Fede di Sempre di essere proclamata! Incredibile che si sia nel "io lascio parlare te, tu lasci parlare me"!
    Ma tanto è! E purtroppo non credo si possa cominciare in altro modo a rinascere.

    Far ricircolare la Fede di sempre, per poter essere di nuovo in COmunione con questa stessa Fede. Che è l'unica base della Vera COmunione.

    Il problema però si pone allo stesso modo: chi non vorrà, per scelta, aderirvi? Siano tanti o pochi, che facciamo? COntinuiamo nel papocchio? Facciamo il calderone?

    RispondiElimina
  13. Far ricircolare la Fede di sempre, per poter essere di nuovo in COmunione con questa stessa Fede. Che è l'unica base della Vera COmunione.

    è questo che il Signore ci chiede, è questo che faremo, pregando gli uni per gli altri e per la Chiesa

    Un saluto con affetto a tutti e uno particolare a Steph

    RispondiElimina
  14. Varrebbe a dire : Rito tridentino e rituale nc sullo stesso piano?

    Varrebbe a dire: via libera al rito tridentino, ma allora bisogna anche dare il via libera al rituale nc?

    La sola idea che si possa paragonare il Rito tridentino con il rituale della comunità neocatecumenali, che si possa anche solo metterli in relazione mi irrita profondamente.

    Certo che ci troviamo in una situazione che al minimo lascia perplessi e che in ogno caso solleva domande : luglio 2007 Summorum Pontificum, giugno 2008 statuto nc con il suo art.13.
    Nello spazio di un anno la Chiesa ha ritrovato, o meglio avrebbe dovuto ritrovare la sua Liturgia di sempre, con tutta la sua sacralità e bellezza, e nel contempo si introduce nella Chiesa un rituale sui generis creato da un laico.

    Pluralismo liturgico? È questo il nuovo slogan che autorizza e giustifica la privatizzazione della liturgia?
    È tollerabile che ogni comunità si inventi una "liturgia" ?
    È tollerabile che si metta sullo stesso piano Rito tridentino e queste diverse creazioni private?

    Che coloro che nellaChiesa sono chiamati ad espriemrsi sul soggetto, spieghino bene e con la massima chiarezza che cosa intendono per pluralismo liturgico.
    La confusione che regna oggi nella Chiesa non ha bisogno di ulteriori contributi.

    RispondiElimina
  15. Dicevo nell'articolo:
    ma il suo richiamo al "pluralismo" delle forme rituali non può certo farci correre il rischio di includere nelle cosiddette 'liturgie diverse' - che comunque hanno tutte una tradizione di secoli -una 'ritualità' arbitrariamente costruita a tavolino come quella neocatecumenale.

    Dice Emma:
    Pluralismo liturgico? È questo il nuovo slogan che autorizza e giustifica la privatizzazione della liturgia?

    quando si parla di pluralismo liturgico non si può che parlare dei Riti, oltre a quello Romano, che hanno una Tradizione di secoli nella Chiesa (Ambrosiamo Copto, Siriaco, ecc,).

    Solo l'ignoranza e la sfrontatezza di alcuni NC può avere l'ardire e la superficialità di fare un'ipotesi di accostare il loro RITUALE sincretistico ai sacri Riti cattolici: tant'è che esso è riuscito a stravolgere e peggiorare persino il N.O., che già di per sé fatica a trovare la dignità di rito e forse ci può riuscire grazie agli sforzi di Papa Benedetto!!!

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.