domenica 20 giugno 2010

La gestione delle 'vocazioni' nel Cammino neocatecumenale

Prima di inserire il nuovo articolo, sintetizzo qui le riflessioni e conclusioni del precedente, per il risalto che meritano. Infatti, i post sono stati tanti e altrettanto numerose le puntualizzazioni rese necessarie. Prima di passare alla prossima riflessione, estraggo questi, particolarmente significativi, per coglierne insieme l'impatto forte e la testimonianza 'sulla pelle', che viene dal cuore e dalla fede rimasta viva nella Chiesa. E rivolgo un pensiero orante alle migliaia di persone, uscite dal Cammino (molte di più dei 'camminanti'), che purtroppo hanno abbandonato al Chiesa identificando il Cammino con essa. Di fatto si ricordano i "numeri" delle conversioni, che in realtà sono conversioni al Cammino (paradossalmente anche nel caso di "religiosi" che hanno già fatto la loro scelta vocazionale), ma non quelli delle defezioni, molto più numerose....
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Strl - Ad un certo punto AleCT dice "quando senti la vocazione la prima cosa che fai è parlarne IN PRIVATO con il tuo padre spirituale, ma vabbè forse sono solo fisime mie."...
Ma in realtà il neocatecumeno sta parlando con il suo padre spirituale...: il padre spirituale del NC è il catechista! E di fatto non ve ne possono essere altri. Ho assistito personalmente ad una discussione tra l'equipe dei catechisti e un catecumeno che, parlando di che cosa gli aveva suggerito di fare il proprio padre spirituale, riceveva questa tranciante risposta dall'equipe: "a che cosa ti serve un padre spirituale quando hai i catechisti??".
Per quanto riguarda la libertà di scelta di quale seminario seguire, anche li ho seri dubbi... Ho assistito personalmente un sacerdote NC dire ad un altro sacerdote ex NC di "tornare alla sua vera vocazione" intendendo quella delle comunità neocatecumenali. Per quanto riguarda il vaglio della vocazione, lasciamo perdere! Potrei offendere qualcuno e non è mia intenzione.
Mi viene solo da ridere pensando che, per mia esperienza diretta, tutta la guida spirituale di un sacerdote NC con cui mi confidavo si esplicava nel dire "rimani fedele ... AL CAMMINO!" Cioè rimani fedele ai tuoi catechisti...
Per quanto poi riguarda il discorso, accennato, secondo cui nei pellegrinaggi si va per ascoltare Kiko... ebbene sostanzialmente è quello che avviene! Qualunque NC sincero ti direbbe che il clou del pellegrinaggio si ha il giorno successivo con l'incontro con Kiko. E la giustificazione classica di questo comportamento è che il giorno prima il Papa ha dato le "linee guida", Kiko il giorno dopo inizia ad attuarle...
Per quanto riguarda l'altro discorso, appena accennato, del fare comunione insieme in Parrocchia... da quando sono un ex NC non vedo più nessuno perché, a parte la domenica delle Palme e il periodo delle catechesi in cui fanno gli annunci in chiesa, hanno una vita totalmente scollegata dal resto della Parrocchia. Per finire ringrazio tutti i blogger (anche i NC, che ho veramente piacere a leggere).
Jonathan - Alle domande precise e sacrosante di Alessandra, domande peraltro varie volte affiorate in questo blog, aggiungo questa: perché mai una persona che ha scelto la vita consacrata dovrebbe sentire il bisogno o anche solo il desiderio di continuare il cammino, di partecipare a convivenze, passaggi e scrutinii vari? Se la sua è una autentica vocazione, la perfezione della sua vita è lì. Che bisogno ha di ‘un itinerario di formazione’ o di riscoprire il suo Battesimo, ecc.? E’ una anomalia questa, insieme alle altre, che non può essere spacciata per una cosa normale, tipo ‘che c’è di strano, che c’è di male’. Se il Cnc fosse quello che dice di essere, dovrebbe fermarsi alla soglia del convento o del seminario, e prima ancora alla soglia della coscienza di chi incontra il Volto del suo Signore. Perché il Signore non ha bisogno di imbonitori, ma di umili servitori che vogliano andare laddove Egli vorrà.
Mic - Perché il Signore non ha bisogno di imbonitori, ma di umili servitori che vogliano andare laddove Egli vorrà.
andare e lasciar andare... anzi aiutare a trovare il proprio posto nel Corpo Mistico di Cristo che è l'INTERA Chiesa e non un Cammino inventato da un laico, che è riuscito a imporre a tutti la sua personale esperienza, frutto di una sintesi spuria tra cristianesimo protestante, gnosticismo ed ebraismo, con la prevalenza di quest'ultimo; tanto da oscurare sia nell'annuncio che nella pratica, perfino rituale, la Persona di Cristo Signore, di cui certamente si parla, ma in maniera che risulta funzionale al cammino e che sulle persone agisce a suon di slogan e non di concreta esperienza di Lui...
A. Rita - Dice NC: “Chiariamo una cosa : non è che una ragazza si alza ad una convivenza ed il mese dopo entra in convento.C'è un tempo di discernimento vocazionale, lungo o breve in cui viene valutata la cosa da dei preti e da delle suore. Per il resto non ci vedo niente di strano - il catechista si è incaricato di suggerire un'ordine etc.. etc.. -- non c'è nessun tipo di plagio o cose del genere.”
Questo è falso. In otto anni di “alzata”, cioè di manifestazione da parte mia del sentirmi chiamata alla vita contemplativa, non ho MAI ricevuto l’aiuto “da dei preti e da delle suore.”
Neanche dal cosiddetto Presbitero dell’equipe dei catechsti, ma solo sentenze dai catechisti laici, che prima mi hanno dirottato verso l’itineranza, nella speranza di non lasciarsi “scappare” un elemento fuori dal Cammino,poi…col fallimento dell’itineranza, in cui ho visto commettere di tutto di più…, sono semplicemente stata abbandonata a me stessa, senza più ricevere né aiuti, né consigli, salvo le sentenze durante gli scrutini del tipo: “devi abbandonare l’incontro che hai fatto con Dio (prima di entrare in Cammino), perché quello è il tuo idolo, quello è IL TUO ISACCO DA SACRIFICARE” !!!!!!!!!!!!!!!!!
dice sempre NC: "per il resto non ci vedo niente di strano - il catechista si è incaricato di suggerire un'ordine etc.. etc.. -- non c'è nessun tipo di plagio o cose del genere."
Quando un catechista si prende il disturbo di segnalare un ordine anziché un altro è perché in quel monastero ci sono buoni contatti col Cammino, come accade per le Benedettine di Offida(Ascoli Piceno), dove quasi tutte le monache provengono dal Cammino. E non è che in questo non ci sia nulla di strano, c’è molto di strano…
e consiste in questo: poiché la dottrina neocatecumenale è essenzialmente protestante, e non avvezza a sottomettersi all’austerità ascetica delle regole di un ordine cattolico, accade sovente che moltissime delle cosiddette vocazioni nate nel Cammino non reggano l’impatto di un programma serio di santificazione cattolico, segnato con l’accettazione della sottomissione ad una mentalità cattolica, l’accettazione anche di salutari umiliazioni, atte ad abbassare l’orgoglio presente in tutti, l’accettazione incondizionata al superiore dell’Ordine (quando questi non sia Kiko….) e perciò succede che queste vocazioni”, confrontandosi con gli Ordini veramente cattolici, falliscono, non reggono il livello di abnegazione, ed i candidati escono.
Infatti nella mia città, tutte le ragazze che in vent’anni sono entrate in monastero, provenendo dal Cammino, prima o poi sono uscite TUTTE. Perfino quelle che da molti anni avevano fatto i Voti Solenni, che avevano vent’anni di monastero alle spalle.
Per questo sorrido ripensando agli slogan pubblicitari di Kiko sulle alzate delle ragazze, quando dice che nei monasteri le ragazze provenienti dal Cammino sono 4000. Sono quindici anni che queste ragazze sono 4000!!! Allora, visto che ogni anno se ne alzano circa 3000, o tante ne entrano ed altrettante continuamente ne escono, oppure in tutti questi anni non è entrato quasi nessuno, altrimenti oggi dovrebbero essere decine di migliaia! Ma la verità è appunto che di quelle provenienti dal Cammino pochissime reggono quel tipo di vita di santificazione, non adatto ad un protestante… a meno che…
…a meno che… e qui c’è l’altra trovata del Cammino: a meno di non traviare dall’interno l’intero monastero. Per questo sempre più monasteri, ingannati dalla proposta di nuove “vocazioni” cedono a far entrare la predicazione neocatecumenale, stravolgendo la Regola originale del Fondatore e la sua SPIRITUALITA’, emblematico è lo scandaloso caso di Leira in Spagna, per cui “neocatecumenizzando” il monastero si risolve il problema del probabile insuccesso delle vocazioni luterano-kikiane.
"semplice no. conosco tanti che hanno fatto un periodo e dopo si sono sposati."
Caro Nc, non c'è niente di semplice! Ha ragione Alessandra: dietro ad ogni vocazione c'è un incontro personale con Dio, il Quale non può essere allegramente sostituito con un comune rapporto umano, perchè ti ricordo che il rapporto che scaturisce da una chiamata è di tipo sponsale. E per cortesia non venirmi a dire che tutti i battezzati, anche i coniugati, sono sposati con Cristo, perchè questa è una baggianata. Chi sposa una creatura si lega a quella e resta nel mondo a vivere la vita che lo stato matrimoniale richiede. Chi sposa Cristo - su questo San Paolo non da adito a fraintendimenti!- abbandona il mondo, "muore al mondo" e vive la sua vita ormai "nascosto con Cristo in Dio"! Certo, il rapporto 'sponsale' con Cristo è e resta la Vita di ogni anima credente; ma la chiamata alla "consacrazione religiosa" richiede un 'distacco' dal mondo maggiore.
Quindi, quando alle spalle c'è un incontro sponsale con Cristo, non si può tanto alla leggera cominciare una vita in Lui e poi cambiare idea, andarsene e sposarsi nel mondo, non sono due strade intercambiabili! Non è normale passare tranquillamente da una stato di vita all'altro. Lo capisci che è disumano?? E se si fa tranquillamente così questo vuol dire che "quell'incontro" con Dio NON C'E' MAI STATO. Allora ha ragione chi sostiene che le vocazioni del Cammino sono per lo più frutto di esaltazione emotiva ed elaborazione di una immaginazione fantasiosa ed autogratificante.
...e soprattutto non sono dei laici, che di "donazione a Dio con il cuore indiviso" non capiscono nulla, perchè non lo hanno mai vissuto, che possono fare discernimento sulla esistenza o no nella vita di un'anima, della Presenza sponsale di Dio!.. Lascino il compito ai Consacrati, che non saranno tanto superficiali da dire che una vocazione vale l'altra, basta sceglierne una... (!!!)
dice jeff: "Ale, se può confortarti ti posso assicurare che ogni vocazione all'interno del Cammino viene prima attentamente vagliata e viene fatto del discernimento come è ovvio e giusto che sia. Nessun catechista potrà mai dire ad una persona "tu hai questa specifica vocazione", ma si aiuta la persona che si è alzata affinchè faccia discernimento." A tal proposito esistono appositi "centri vocazionali".
E' ancora falso che nel Cammino la vocazione alla vita religiosa sia "attentamente vagliata" e che venga fatto un discernimento. A meno che questo non torni ad interesse del Cammino, come nel caso delle cosiddette vocazioni maschili, che sono tutti potenziali servitori liturgici della grande macchina neocatecumenale... ricordo infatti che all'ultimo scrutinio della mia comunità, ad un mio fratello che era seminarista nel RM di Pola, venne concessa la parola per tre quarti d'ora, tempo in cui ebbe modo di raccontare tutte le sue crisi compresa la telecronaca delle tentazioni e tutto quello che gli era passato per la testa, e quando toccò a me, dopo dieci minuti mi venne detto di tagliare corto, perchè stavo solo "cercando di attirare l'attenzione di tutti".
Poi è chiaro che un catechista cerchi di non sbilanciarsi nel tentenziare quale sia la vocazione di una persona (e questo già la dice lunga sul loro falso carisma profetico, altrimenti invece parlerebbero, ma non possono perchè non hanno nessuna luce), ma poichè comunque un parere se lo sono fatto, se il desiderio che il catecumeno manifesta non collima col loro pensiero, trovano comunque il modo di contrastarti, ignorandoti o impedendoti - per obbedienza - di fare quello che vorresti.
Come dice Jeff? I Centri vocazionali? In Umbria finchè fu vivo Giorgio Filippucci il Centro andò avanti (poi se ne possono discutere i metodi...), ma quando lui morì e venne a sostituirlo il grande Pino Manzari, il Centro fu subito chiuso, poichè lo scienziato-supercatechista sosteneva che il Centro vocazionale non serviva a nulla poichè - reggetevi forte - "E' LA COMUNITA' CHE FA DISCERNIMENTO SULLA VOCAZIONE".
Sic! anzi...sigh!
dice ancora Jeff: "Ale, sinceramente questo non mi sembra un problema così "sconvolgente". Per dire, è cosa nota che i seminaristi del Cammino vengano mandati tutti nei Seminari Redemptoris Mater[...] Comunque questo non deve sconvolgere: deriva semplicemente dal fatto che per i neocatecumenali è fondamentale continuare il Cammino anche nel seguire percorsi come il seminario o il monastero quindi immagino che le Suore Sacramentine offrano questa possibilità. Tutto qui."
Per quale motivo nel Cammino si propenda ad arruolare i ragazzi nei seminari neocat lo abbiamo già detto e non è certo per un principio di "continuità" (parola molto di moda...) fra l'atmosfera della comunità e l'impostazione presbiterale da dare ai seminaristi, ma perchè ad un movimento che abbia dottrina e liturgia diverse da quelle della Chiesa, occorrono operai specializzati per la creazione di quel prodotto specifico... E già questo è grave...
Diventa gravissimo quando si finge di non sapere che chi sceglie di entrare in un Ordine religioso e per di più contemplativo, ha fatto la scelta di morire al mondo, perciò è sufficentemente avanti nella crescita spirituale da non aver certo più bisogno dell'ABC di una "iniziazione cristiana" (sempre ammesso che il Cn sia davvero una iniziazione cristiana, e non gnostico-cabalistica). Perciò chi entra in un monastero, avente una sua specifica spiritualità, con relativa regola monastica, ha già tutto quel che serve per un completo cammino di santificazione, e non ha alcun bisogno di ricominciare da zero in celebrazioni con risonanze, indottrinamenti storti e riti sincretisti che fanno male a chiunque, figurarsi a chi ha tagliato i ponti col mondo e dovrebbe ritrovarsi a seguire metodi e prassi in cui lo spirito del mondo regna sovrano, visto che il Cammino è un movimento laicale.
mardunolbo - Ho assistito in silenzio alle tante risposte senza intervenire poichè digiuno di esperienza diretta di avenimenti ecclesiali, di cui spesso si è parlato, ma mi colpiscono molte frasi neocatecumenali"... più precisamente il CNC è un itinerario di formazione cattolica, quindi pensato per chi sente il bisogno di riscoprire l'essenza del suo essere cristiano e cattolico. E' un percorso per la riscoperta del battesimo, nient'altro che un aiuto per le parrocchie e per i vescovi..."
-PENSATO PER CHI sente il bisogno di riscoprire l'essenza del suo essere cristiano...- Qui sta uno dei passaggi che il neocat. NON avverte come possa completamente fuorviare! Infatti una cosa è questo bisogno e renderlo attuale con un percorso formativo... che male c'è ? Anzi tutto di bene! Il problema è come fare e dove fare questo percorso formativo. Se uno si dedicasse ad accertare quanti monasteri vi siano in Italia, ancora attivi, potrebbe fare un percorso formativo, ma quale sia l'influenza indiretta sul suo spirito non è dato di saperlo ed è molto difficile da scoprire. Perchè non seguire un "itinerario di formazione" già assodato, secolare e dottrinalmente congruo ? perchè cercare e "trovare" una nuova strada o "cammino"? Sta proprio qui il problema. Non si dubita che, come si disse già altre volte, Dio non pone limiti ad una scoperta di Lui e molte strade possono essere intraprese... già, ma alla fine tutte le strade devono convergere verso quella UNICA dottrina e liturgia altrimenti è APOSTASIA. C'è poco da filosofare !
Quel che vogliono negare ostinatamente i neocatecumenali, ripeto, con ebraica ostinazione, proprio seguendo le ritualità antiche, è la discrasia tra la "loro" ritualità e la ritualità secolare accompagnata da una dottrina e liturgia ben precisa. L'innovazione può essere positiva se esprime gli stessi concetti, la stessa dottrina, pur con espressioni nuove: questo è stato lo spirito del Concilio Vat.II. Ma questo è stato proprio malinterpretato, e con malizia, intendendosi "creare" e poi giustificare nuove forme anche di dottrina e di concezioni liturgiche. Questo fu l'errore ed è stato detto più volte dal Papa. Chi non segue e continua a non volersi adattare a questi ammonimenti E' FUORI dalla Chiesa. E, ripeto ancora una volta, tra non molto potrà trovarsi senza saperlo, scomunicato "ipso facto" (se non lo sono già, ma non voglio approfondire per carità, poichè se lo scoprissi, lo direi senza più alcuna remora). Insisto che queste giustificazioni dei neocatecumenali e queste riflessioni evadono sempre i punti centrali e si disperdono in mille questioni marginali senza affrontare mai i nodi dottrinali (che evidentemente non conoscono bene o non vogliono modificare rispetto a quel che hanno recepito nel cammino-setta).
Il non voler affrontare i nodi dottrinali e l'evadere la riflessione è tipico del superbo che non intende dialogare con discernimento. Del resto si sa che, più una persona nella sua vita, ha maturato decisioni, più queste diventano col passare degli anni delle convinzioni su cui basare le proprie sicurezze. Se si dovessero minare queste sicurezze, tutto crollerebbe. Per questo motivo introdursi in una setta come quella neocat. induce sensazioni di sicurezza che non DEVONO essere scalzate da alcunchè, pena il crollo di tutto quel che si è costruito e dei pensieri che sono stati evocati.
Cosa potranno fare coloro che avranno avuto 7 od 8 figli quando si renderanno conto di aver sbagliato: coniuge, cammino religioso, numero di figli, scelte di amici, tipologia di lavoro, tipo di missione cristiana, ecc. ? la cosa migliore per la mente è auto-convincersi di non aver sbagliato alcunchè e proseguire con ostinazione nella strada intrapresa. Per queste ragioni che conosco molto bene, trattandosi di percorsi mentali, ripetute volte analizzati nella mia vita, ammiro moltissimo quelli che scrivendo qui sono usciti dal "cammino" con un atto eroico e si sono ricostruiti di sana pianta seguendo il filone secolare della Chiesa...e gettando nella spazzatura il loro umano orgoglio !!
Con le considerazioni/esperienze vissute di Annarita, come si può avere il coraggio di replicare o di giustificare il "cammino" ? Quale mostruosa superbia spinge il neocatecumenale a proseguire ? Quale identificazione religiosa può avere chi non si sente smuovere ed indignare da quel che A.rita racconta ? Grazie A.rita delle tue parole. Non lasciarti intristire, stiamo vivendo un periodo così ! Nella storia della Chiesa molte volte dei credenti si sono trovati in tempi tristi come i nostri. Stringiamoci a quello che conosciamo di secolare nella tradizione incorrotta senza lasciarci deflettere da nessuno che sia corrotto od inerte della gerarchia odierna. La certezza del catechismo che ha sempre confortato con le parole più giuste ricordando che nei tempi incerti la sicurezza ci viene dalla tradizione e null'altro, ci conforta e sprona a proseguire a smascherare le ambiguità e falsità di un cammino apostata. Specialmente per voi che avete provato sulla vostra pelle con sofferenza, certe impronte.

3 commenti:

  1. ....Ho assistito personalmente ad una discussione tra l'equipe dei catechisti e un catecumeno che, parlando di che cosa gli aveva suggerito di fare il proprio padre spirituale, riceveva questa tranciante risposta dall'equipe: "a che cosa ti serve un padre spirituale quando hai i catechisti??". ....

    E' la netta verità.
    Risposte come questa nel Cammino se ne registrano momento per momento sui temi e sui problemi, anche di coscienza, più disparati.

    Una risposta che, se ci pensiamo, è l'emblema chiarissimo di una mentalità e di una conseguente organizzazione settaria.

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  2. la risposta giusta sarebbe: a che mi servono i catechisti quando ho un padre spirituale?

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  3. Più leggevo e più sentivo vicine a me questa esperienza. Sono in una fase di discernimento e sono in cammino neocatecumenale.
    Mi è stato detto di andare al centro vocazionale, di aspettare anni ( più o meno il secondo passaggio, io sono in una giovanissima comunità), di parlare con i catechisti che saranno loro a decidere su di me. Devo obbedire a loro così imparerò l'obbedienza in monastero.

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