lunedì 23 novembre 2020

La piccola Carmen

 

Gesù io ti amo e mi offro a te per sempre”, queste le parole proferite con profonda fede dalla piccola Mari del Carmen Gonzales Valerio, che sulle orme di Santa Teresa di Gesù Bambino prepara l'altare della sua vita per l'offerta della stessa all'Altissimo, non temendo alcun male nonostante la sua tenera e docile età. 
Un'anima giusta che grazie alla sua fedeltà ha salvato molteplici vite dalla dannazione eterna, incluso l'uccisore di suo padre.

Questa prima introduzione mira a chiarire l'identità della Carmen alla quale si riferisce la nomea di questo thread, avviandoci ad una riflessione necessaria per comprendere in termini semplici, come quelli dei bambini, cosa sia la santità.

Incominciamo da una nota curiosa, la stessa che mi ha sospinto a proporre un confronto tra la pequeña Carmen de Jesús e la terrible Carmen de Kiko. Le due sono nate lo stesso giorno: il 24 novembre del 1930. Da qui partiamo.


"Io pongo di fronte a te due strade".
Le due Carmen, nate lo stesso giorno ed anno, eppure tanto diverse.


Mari Carmen Gonzales-Valerio, fanciulla spagnola di nove anni, è nata e vissuta in un periodo infelice della storia della Spagna, il tempo della Guerra Civile. Appena venuta alla luce la bambina venne consacrata alla Vergine del Carmelo, da qui il suo nome ed una condotta di vita basata sull'esempio della Madre Santissima. Con lei le tappe dei sacramenti furono repentini, infatti venne battezzata poco dopo la nascita ed eccezionalmente, a soli due anni, venne cresimata.La bimba era dedita al buon Dio e grata per i sacramenti ricevuti. Dopo aver assistito con intenso fervore alla Prima Comunione del fratello, avvenuta alla Grotta di Lourdes, nacque in lei un desiderio sempre più elevato di ricevere Gesù. 

La riverenza applicata da quest'anima innocente verso Nostro Signore è un tesoro da prelevare e praticare. 
Una situazione anomala per chi invece crede che la santità appartenga alla neoc. Hernández che mai praticò, né spontaneamente né per semplice criterio, alcuna tipologia di rispetto nei riguardi del sacro e d'ogni persona. 
A questo proposito va espresso un confronto con urgenza:

La piccola Mari Carmen ha vissuto costantemente nel clima divino, nel fuoco del santo Spirito d'amore. Ella ha offerto la propria esistenza per Gesù. 

Nella casa della sua famiglia viveva come ospite provvisoria una monaca del Carmelo di Lisieux, fu proprio questa suora che, utilizzando un librettino di santa Teresina, la preparò per l' incontro tanto bramato dalla fanciulla, quello con Gesù. Quando arrivò il giorno tanto desiderato la piccola mantenne stretto a sé il librettino "Mi Jésus", in esso si trovava la formula da recitare dopo la Comunione: “Oh mio Gesù, io sono tutta tua. Ti sei donato a me e io mi dono interamente a te”. E così avvenne.

"Alle anime semplici non occorrono mezzi complicati" (S.Teresa di Lisieux)

Un amore per Gesù che ha trovato esposizione in parole d' elevata bellezza, che rendono l' idea della luce corrispondente al cuore di questa bimba santa. Eppure, non ci crederete, le frasi edificanti cui si ispirava Carmen de Jesús, vale a dire quelle di santa Teresa di Lisieux, sono state comparate dai neoc. ai lugubri e deprimenti versi di Carmen de Kiko, un affronto essendo questi ultimi un condensato di disperazione, e a tratti di ovvietà farsesche che scoraggiano l' animo. 

Carmen H. : Sfilata di visite. Signore, il mistero dell'uomo. Gesù mio ho timori, turbamento, spavento. Mi giro e rigiro nel mio lamento. Dormo, temo. Caccerei via tutti. E poi? Niente. Gesù, abbi pietà.

Queste parole tratte dal Diario della Hernández ingenerano terrore, esse si fondano sull'angoscia, l' abbattimento, lo sconforto. Carmen si gira e rigira nel suo lamento, lasciando intravedere nella mente un contorcimento tra le fiamme dell'eterna condanna. Sensazioni infernali che lei stessa ha trascritto e trasmesso. 
Questo passo delle sue memorie oscure mi riporta alla mente le svariate volte in cui, presa da crisi di nervi, ha per davvero cacciato tutti a pedate. Ella ha umiliato, mortificato e devastato tante anime, dalle più potenti nella classifica neoc. alle più miti e piccole. Specialmente queste ultime, che proprio perché innocenti e senza colpa, dedite alla vera devozione mariana che in qualche maniera pensavano inutilmente di poter far  coincidere con il cammino, le suscitavano disagio causandole un violento disappunto. 

Quindi proponiamo le note melodiche di Santa Teresa di Lisieux : "Quante anime arriverebbero alla santità se fossero ben dirette! Lo so bene, il Signore non ha bisogno di nessuno per far l'opera sua, ma, come permette a un giardiniere abile di coltivare piante rare e delicate e gli dà le cognizioni necessarie per far ciò, riservando a sé la cura di fecondarle, così Gesù vuole essere aiutato nella sua divina cultura delle anime".

Una poetica delle espressioni molto fine che contrasta con i pensieri sgraziati  di Carmen. 

Si nota qualche lieve differenza con la supponenza dei fondatori che hanno raccontato di aver ricevuto la missione di salvare la Chiesa del terzo millennio, di convertire il popolo ebraico al cristianesimo, di "gestare il cristiano", di salvare famiglia, matrimoni, di rinnovare dottrina, liturgia e arte sacra, eccetera eccetera eccetera. - 

La piccola Mari Carmen, dotata di una santità sfavillante, quindi rilevabile da tutti coloro che per grazia di Dio facevano la sua conoscenza, anteponeva Gesù alla sua persona. Infatti, di sua iniziativa, si recava in strada per distribuire dei volantini contenenti la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Amare Cristo e farLo conoscere, ecco la santità. 

Carmen H. ha invece ideato un contesto deleterio ove il grande escluso è proprio Cristo. Ricordiamo il suo famoso intento di avvilire il Tabernacolo, il luogo della chiesa che custodisce la pisside contenente l'Eucarestia; Esso è il cuore ed il fulcro pulsante di ogni chiesa, il riferimento di coloro che si recano a pregare e adorare Cristo anche al di fuori delle celebrazioni. Pensare di reciderlo dal cammino del fedele è un proponimento mefistofelico che ha come obiettivo il decentramento di Gesù dalla fede. Non più fede in Cristo bensì fede in Kiko. 
Se la piccola santa Mari Carmen è colei che divulga i volantini devozionistici sul sacro Cuore di Gesù, la Carmen neoc. è colei che tenta di farle lo sgambetto. Ostacolare la Buona Novella, quella vera, è il suo intento primario. 
 

 
 Il 15 agosto del 1936, giorno dell'Assunta, una ronda di miliziani si presentò alla porta della famiglia della piccola santa per prelevare, imprigionare ed in seguito uccidere il capofamiglia. Mari Carmen ebbe l’intuizione che il padre fosse stato ucciso e cominciò a pregare intensamente con il Rosario Gesù e la Vergine Santissima. Non soltanto per il padre, ma anche e soprattutto per il suo assassino, affinché la sua anima non perisse.

Un amore così grande da determinare un'infinita ammirazione. Una bimba, un dramma, il santo Rosario, la Vita, parole d' ordine che riportano alla santità ma che al contempo comportano anche una riflessione sulla personalità dell'altra Carmen, quella dall'indole intollerante al bello, che ha sempre nutrito disagio e disapprovazione nei riguardi dei Bambini, del santo Rosario e della Vita! 

Torniamo alla leggerezza e all' armonia della bambina santa che ha perdonato e si è offerta vittima per colui che gli ha ucciso il padre, facendo un appunto sui criteri utilizzati da Carmen H. per localizzare un'ingiustizia, che sono sempre stati interamente errati e adattati all'esigenza del Cammino. 
Ma Carmen ha mai perdonato? Personalmente ricordo la sua ira e la sua tendenza a legarsi al dito le questioni senza mai ritirare il suo furore, ma incentivandolo in sé ed anche in altri, scagliando tutti sulla vittima del momento. Non credo abbia mai pregato realmente per i suoi "nemici" (molte volte derivanti dalle sue fantasie), ma ho certezza dei dispetti da lei organizzati contro chi riteneva indegno per la sua persona. Un susseguirsi costante di lamentele e borbottii isterici.


Nel 1930 nacque anche Nennolina. Scrisse dei 'Diari' molto diversi da quelli di Carmen H.

La vita di M. Carmen in quel periodo fu intessuta di piccole e grandi delicatezze verso i suoi familiari, la servitù, e verso i poveri. Un sacerdote che frequentava l’Istituto in cui la bimba studiava, indicandola usò questa espressione: “Quella bambina è piena di Spirito Santo”. 

Pensieri delicati suscitati da un' anima buona. Una piccola creatura ispirata dall' Altissimo che con le sue azioni ha attratto e ancora attrae tante anime a Cristo, un comportamento che certamente non riguarda la dura Carmen, che mascolina e volgare non ha mai suscitato dei buoni pensieri. La sua voce, le sue movenze, i suoi discorsi alterati...tutto ciò che la riguarda non procura edificazione ma l' inverso. 
Non valgono nulla le descrizioni degli idolatri che vorrebbero che il Cammino trovasse valorizzazione dalla santificazione, a prescindere dai meriti, di Carmen. Essi sono scorretti e disonesti. 
Il Giovedì Santo la piccola Mari Carmen chiese di offrirsi al Signore e l' 8 maggio del 1939 la piccola cadde malata. iniziò così la fase finale della sua vita, la malattia si complicherà sempre più, portandole atroci sofferenze che sopportò senza un lamento, fra la meraviglia dei familiari, medici, infermieri, finché morì il 17 luglio 1939. 

Anche Carmen H. si ammalò, ma degenerando nella sua isterìa. Ciò la indusse a proferire offese e deliri ancor più sgradevoli, tanto da far ritenere che fosse più sicuro rinchiuderla in un posto distante dalla comunità. Lì degradò sino a morire nel più completo silenzio. Imbavagliata affinché la sua mancata santità non risultasse ancora più palese. Segregata per impedirle di procurare ulteriori guai al contesto. In effetti non deve essere facile sostenere una personalità così inquieta che crea e disfa in un sol attimo. 
Poi morì il 19 luglio, mentre la piccola M.Carmen il 17 del medesimo mese:

Mentre la santa bambina era in procinto d' essere accolta nella Dimora Celeste, chi le era più vicino affermava: “La nostra piccola santa se ne va. Ormai è tutta assorta in Dio".

Invece, mentre Carmen H. peggiorava nella sua malattia, chi le era più vicino - l' Argüello - si dedicava ai santini e alla preparazione dei diari oscuri da poter vendere e diffondere, per ricevere denaro ed un titolo ambito: la santità.

Un anno dopo la morte della piccola Carmen morì anche l' assassino del suo amato papà, che si seppe aver ricevuto in punto di morte i sacramenti necessari. Esso è spirato dolcemente nell’amore di Dio, senza sapere però che furono le preghiere di una bambina di nove anni ad ottenere la sua conversione.

Non abbiamo nessuna buona notizia da riferire su Carmen Hernández, nessuna conversione da annunciare. Tantomeno quella di Kiko. Una cosa le si può però imputare, la dispersione di molte anime, poiché una volta scostato Cristo e dissolta la riverenza appropriata, lo spirito non può che degradarsi sino a spegnersi. 

22 commenti:

  1. @ Rebel
    Molto commovente l'afflato con cui Rebel ha saputo descrivere la grandezza della piccola santa Carmen. Straordinaria risulta la descrizione della presunta santità della Carmen fondatrice del cammino assieme a kiko, che ha saputo distruggere con il suo carattere dissociato tutto il bene che incontrava lungo il suo percorso di vita.
    Non può essere santa una persona che ribalta la Verità rivelata, non può possedere lo Spirito chi non ama la Sua Sposa, Maria. Chi ha visto mai Carmen recitare il Santo Rosario? S.R.

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  2. Scusate l'off topic, ma il murale dedicato a Mennea è stato inaugurato e lo sgorbio neocatecumenale cancellato
    https://barletta.news24.city/2020/11/22/inaugurato-il-murale-dedicato-a-pietro-mennea-borgiac-e-un-messaggio-per-barletta-con-limpegno-possiamo-ripartire/

    https://www.raisport.rai.it/video/2020/11/inaugurato-a-barletta-il-murale-in-omaggio-a-pietro-mennea-7bb3cd81-3f61-4bee-af7b-5b023c0467e4.html

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    1. Grazie Carmine per l'aggiornamento.
      Il murale mi sembra molto ben riuscito: oltre ad essere un ottimo riconoscimento della grandezza di questo campione sportivo, è un incitamento a sopportare la sofferenza del momento presente per proiettarci nel futuro con rinnovata energia.
      Per chi si chiedesse cosa c'entri Pietro Mennea con il Cammino neocatecumenale, metto il link all' articolo che, in proposito, fece Tommaso Francavilla.

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  3. Mi telegrafano proprio adesso: «per far infuriare un cattolico basta mentirgli; per far infuriare un neocatecumenale basta dirgli la verità».

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  4. Non sono uso al commento in questo blog ma sono un abitudinario e costante lettore dello stesso. Oggi, però, non posso fare a meno di complimentarmi con Rebel per l'egregio lavoro testuale e stilistico che ha realizzato.
    Ottima la scelta della lettura "sinottica" servita, da un lato, per fare emergere quali siano i veri tratti distintivi e caratteristici della Santità che non certamente guarda la Carta d'Identità nella sua sezione anagrafica, ponendo in risalto quale sia il vero Amore che una bambina, nella sua fragile esistenza segnata dalla drammaticità delle esperienze negativa cui è chiamata a portarne il peso, riesca addirittura a pregare per l'assassino di suo padre fino a consegnarlo, con la sua fede (adulta), "pronto" al cospetto di Dio; e dall'altro, la figura di una donna (cit. santa di categoria superiore) che, in tutta la sua vita, ha semplicemente cercato nel suo egoismo radicale, semplicemente di affermare se stessa o, tutt'al più, quella macchina infernale chiamato "cammino" e che, invece, di vite, ne ha distrutte a migliaia.
    Se dopo ciò che abbiamo letto anche richiamiamo il passo di Mt 18 in cui Gesù stesso dice che chi non si fa come bambini non entrerà nel Regno dei Cieli, il confronto (sinottico) tra le due figure neppure può essere lontanamente contemplato (e non certamente per l'anagrafe)!
    Brava Rebel!

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  5. Se potessi offrire la vita per salvare l'anima di tanti e prendere su di me gli eventuali peccati dei miei cari per farli salire direttamente in paradiso lo farei subito. Ma sono sicuro che dio non accetta perché per me vivere è uno strazio, quindi il morire sarebbe una liberazione,quindi non mi farebbe sto regalo, anche se pagherò i miei tanti peccati, ma meglio che vivere una vita che non ho chiesto e che odio. E più sarò qui più odierò Dio. Beata questa santa, vita breve e piena di grazia.
    Libero dal cammino e dalla chiesa.

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  6. La piccola Carmen aveva perso il papà, trascinato via da un miliziano. L'altra Carmen aveva invece un padre che con il governo franchista ha fatto la sua fortuna.
    La piccola Carmen ha perdonato e pregato per l'anima dell'assassino; l'altra Carmen, pur avendo avuto tutto dalla vita, persino un padre che per assecondarla le avrebbe comprato un intero monastero, a distanza di cinquant'anni ancora elucubrava sulle suore Missionarie che avevano avuto il coraggio di cacciarla dall'ordine.
    (Un piccolo inciso: sicuramente le suore hanno agito secondo coscienza e per il bene dell'ordine. Ma quanto sarebbe stato meglio per noi, a ragion veduta, se l'avessero accontentata mandandola in India come lei voleva? L'ordine avrebbe avuto una suora ingestibile e continua fonte di scandalo, ma noi ci saremmo risparmiati di veder nascere e crescere il Cammino neocatecumenale. Da qui mi viene da riflettere su quante volte Dio permette un male -che una come Carmen divenisse suora- per evitare un male enormemente più grande: che una come Carmen imponesse il suo esempio negativo a molte donne e uomini cattolici dentro e fuori la sua creatura, il Cammino neocatecumenale).
    Un abisso separa le due Carmen, e rende la prima una piccola santa, anche se la Chiesa non dovesse mai arrivare al termine del processo di canonizzazione, e l'altra una persona cattiva, acida, prepotente, tanto più chiusa in sé stessa quanto incapace di un semplice sorriso.
    Rebel ce la descrive così anche nella quotidianità, mentre nelle sue apparizioni pubbliche gli unici sorrisi che riusciva a scatenare derivavano dalle sue battute acide e manifestamente rancorose.
    Questa persona detestabile molto probabilmente, a forza di danaro, di menzogne e di 'grazie' ricevute nella fantasia pilotata dei suoi seguaci, potrebbe pure essere riconosciuta serva di Dio o venerabile...pure beata, chissà. Lo vedremo. Questa deprecabile possibilità rende ancor più evidente il fallimento umano di questa persona, che nessuna medaglia post mortem potrà far diventare ciò che non è e non è mai stata, davanti agli uomini ma soprattutto davanti a Dio.

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  7. L'articolo scritto da Rebel mi ha colpito e sono andato a vedere chi fosse la santa bambina e colui che, grazie a lei, ha ha salvato l'anima.

    La piccola santa era certa, perché forse lo ha sentito da qualche suo famigliare, che a volere la morte del padre fosse lo stesso capo del governo repubblicano, tal Manuel Azaña Días, massone e noto per le sue leggi anti clericali.
    Un tipo apprentemente difficile da convertire... Eppure alla fine si salvò l'anima.
    Sperando che, almeno all'ultimo istante, anche la diabolica vecchia, omonima della santa bambina, si sia aperta alla grazia.

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    1. Sulla scorta di quanto precisi, correggo il mio commento: fu un repubblicano e non un nazionalista a uccidere il padre della piccola Carmen.

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  8. Il merito di questo post è tutto nell’aver messo sapientemente a confronto la Santità, quella vera, con una santità solo presunta e millantata, senza fondamento alcuno.

    Poiché nei Santi, quelli veri, per la Chiesa Cattolica si ritrovano ricorrenti i medesimi tratti molto riconoscibili, pur considerando le diversità di età, di censo, di livello culturale, di sesso, di stato sociale e di tutto ciò che volete. Infatti nella Chiesa c’è un infinito florilegio di Santi diversissimi gli uni dagli altri; poiché il Signore ci ha creati ognuno diverso dall’altro e ha elargito i suoi doni abbondantemente, senza fare differenze di persona.

    La Chiesa, dunque, è ricca di infinite figure di Santi presenti ad ogni livello e in ogni epoca storica.

    Il tratto distintivo è quello che tutti portano in sé, nelle sue varie sfaccettature, l’immagine stessa di Cristo. La santità è Cristo che prende dimora nell’uomo che gli fa spazio quando Egli bussa alla porta del cuore.
    Lo dice per tutti San Paolo “Non sono io che vivo, ma Cristo vive in me”.

    Questo particolare dato di fatto dà la coscienza di “Chi sono io” e “Chi sei tu, dolcissimo mio Signore”, come diceva Santa Caterina da Siena e in modo molto simile Santa Teresa d’Avila. Che è una sorta di coscienza illuminata su ciò che in noi è frutto della Grazia che opera nella nostra grande povertà, nel nostro essere “nulla più il peccato” (non certo nel senso che intende Kiko con la sua falsa predicazione blasfema).
    Ma il “vivere” tutto questo in piena coscienza e perfetta conoscenza (intesa, per l’appunto, come dono dello Spirito Santo, che non ha nulla a che fare con la gnosi kikiana del fango del cieco nato) porta al dono dei doni per ogni Santo Vero:

    la perfetta Umiltà, quella che si impara dal Maestro, la Santa Umiltà di Cristo.

    Una conoscenza che fa scendere l’anima superba dal suo piedistallo e la situa ai piedi di Cristo che adora e ama più di se stessa.

    Mentre la gnosi, o conoscenza dello “schifo che sei” del tuo essere ineluttabilmente peccatore porta nella perversa dinamica del cammino, alla più grande superbia: io mi conosco - tu non ti conosci e mi giudichi… con tutto quello che sappiamo.
    ......... continua

    Pax

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  9. Sulla scia di tutte queste semplici considerazioni si spiega l’inganno e i pessimi frutti sparsi dalla iniziatrice spagnola: la supponenza di Carmen, la sua incontrollabile violenza e congenita arroganza nei modi con cui sempre si rivolgeva al prossimo.

    Altro che scendere… il suo piedistallo era situato ogni volta più in alto (tutti guardava, se li guardava, dall’alto in basso) e la sua distanza dall’umano consorzio sempre più marcata ed incolmabile. I Santi, quelli veri, si sono fatti sempre tutto a tutti, come Cristo. E mai, anche quando correggevano i costumi corrotti degli uomini, dico mai, mancavano di rispetto alle persone, fatte a immagine di Dio..
    A prescindere dal fatto che Carmen mai ha corretto i costumi. Al massimo derideva gli sventurati dopo le loro reiterate cadute e li esponeva al pubblico ludibrio in assemblea. Uno dei suoi sport preferiti.
    Chi l’ha conosciuta e frequentata nei continui raduni neocatecumenali, che lei presuntuosamente chiamava “di governo”, può confermare che dico il vero. E lei che amava brandire lo scettro e la frusta o il bastone si divertiva un mondo a farla da padrona, anche se piagnucolava per la sua sorte e si lamentava sempre e di tutto; specie di Kiko che definiva insopportabile idolatra megalomane.

    Certo lei non voleva morir kika, intanto kika è morta
    E se vogliamo dedicare giusto un pensiero a Kiko, che ci appare quasi doveroso a questo punto, noi ci chiediamo:
    Come si concilia ancora tutto questo con il continuo IO – IO – IO in bocca a Kiko stesso?

    Uno che parla sempre e solo di se stesso e non sa porgere ai suoi altro valido motivo per benedire Dio ogni giorno se non per il fatto che “Il Signore vi ha donato noi come catechisti per tutta la vita e voi dovete per questo ringraziare il Signore ogni giorno”!!!

    Sì bello il confronto e fruttuoso, e Carmen ne resta annientata.
    Perfetta dimenticanza di sé, desiderio struggente di Dio solo; abnegazione, offerta di sé, amore per il prossimo, unzione interiore, serenità gioia e pace per sé e per gli altri intorno che ne restano edificati.

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  10. Complimenti Blog Osservatorio per l' ottimo articolo.
    Per stabilire chi è santo la Chiesa utilizza sempre un accertamento canonico: se una volta si poteva diventare santi semplicemente per acclamazione popolare, ormai da vari secoli la Chiesa ha incominciato a dotarsi di norme specifiche, per evitare proprio confusioni e abusi. Sarà impossibile per la santa superiore arrivare all' ufficialità.

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    2. L'acclamazione popolare non era di per sé sufficiente: occorrevano miracoli. E quando la società era cristiana, l'acclamazione era il risultato di miracoli conclamati, non l'interessata e speranzosa premessa. E comunque non era automatico: in tantissimi casi l'autorità della Chiesa ha impiegato interi secoli per convincersi che miracoli e santità c'erano davvero. Del resto un cattolico vero non ha mai fretta di canonizzare: se in cuor tuo sei convinto che XYZ è una figura di santità, ti sentirai già beneficiato dal fatto di riconoscerlo prima degli altri, non tenterai di imporre agli altri la tua convinzione.

      Oggi invece avviene assurdamente il contrario: ci si sforza di far andare avanti improbabili processi di canonizzazione tentando di "spremere" i fedeli per cavarne qualche "miracolo" e l'autorità ecclesiastica affinché si senta invincibilmente indotta a riconoscerlo (un caso piuttosto patetico è quello del beato Bartolo Longo, "fondatore" del santuario di Pompei: per anni, alla fine della Messa, prima della benedizione, veniva obbligatoriamente fatta recitare la preghiera "a Dio" affinché convinca le autorità della Chiesa a far canonizzare Bartolo Longo. Obbligatoriamente, anche a chi non era né devoto di Longo - dubito che a parte le suore del santuario esistano altri devoti - e anche a chi non lo conosceva. Una sorta di spot pubblicitario prima della sigla finale. Una vergogna, tipica del ciarpame modernista-progressista, allergico ai santi tranne quando servono come "sponsor" e per far soldi). Si racconta che nei corridoi vaticani due superiore di ordini religiosi femminili, chiacchierando del più e del meno, si siano dette: e il tuo fondatore, a che punto sta con la canonizzazione? E l'altra: ci stiamo lavorando. "Lavorare" su una canonizzazione, cioè tentare di forzare la mano alla congregazione per i santi.

      Tanto per cambiare, il massimo esempio di tale scempio non poteva che venire dal Cammino. Infatti nel Cammino l'aggettivo "santo" equivale al titolo nobiliare di "VIP col privilegio di essere al di sopra di ogni critica". Pertanto i capicosca neocatecumenali hanno una fretta del diavolo di fabbricare la canonizzazione della perfida eretica Carmen Hernández. Come sempre, hanno bisogno di autoapprovarsi e autoglorificarsi. Ne hanno bisogno urgente perché il Cammino fa acqua da tutte le parti e i suoi osceni segreti vengono svelati sui giornali e su internet. Hanno bisogno di una timbrata ufficiale della Chiesa per poter dire: "se critichi i nostri VIP non sei cattolico" (che è la scusa che hanno sempre usato, ma ormai non inganna più nessuno). Perfino Kiko va blaterando davanti a giornalisti della propria canonizzazione. Kiko l'autoglorificato. Il demonio - quello vero - ne è molto soddisfatto e ha un posto per lui tra le fiamme eterne accanto a quello di Carmen.

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  11. Grazie per il conforto. Mi auguro proprio che tu abbia ragione. Ho tanto timore e paura che questi riescano a raggiungere il loro assurdo obiettivo. Ma Carmen non può proprio essere fatta santa.

    Ci vorrebbe solo... un miracolo!

    Ahahahah
    Ridiamo per non piangere!!!

    Pax

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  12. Oggi era il compleanno di Carmen Hernàndez Barrerà, mancano meno di 8 mesi al compimento del quinto anno dalla sua morte, il 19 luglio 2016.
    Sappiamo bene che stanno caricando tutte le armi a loro disposizione per aprire il fuoco incrociato, spendere tutte le cartucce che hanno (noi sempre speriamo che facciano cilecca), per conseguire la tanto agognata canonizzazione di una santa davvero più unica che rara. Santa neocatecumenale senza dubbio alcuno, tutta kika, anche se lei diceva che mai e poi mai avrebbe voluto morire kika, ma intanto mai si è sottratta dal collaborare con un megalomane, come lei stessa definiva Kiko, che la portava solo fuori strada. (Come se non fosse andata per la tangente abbastanza già per conto suo!)
    Insomma, lo ripetiamo sempre, un connubio davvero micidiale questo tra i due spagnoli calati su Roma per infestarla. E ci sono riusciti! Certe alchimie a volte, si sa, fanno davvero la differenza.

    Purtroppo per lei la sua indefessa opera sarà ricordata in futuro solo per aver contribuito fortemente a portare e mantenere in auge uno dei personaggi più ambigui e inquietanti mai apparsi sulla scena della Chiesa per devastarla.
    Questo il nostro convincimento, avallato e condiviso da autorevoli menti che hanno studiato il fenomeno e da non pochi tra i più autorevoli Pastori della Chiesa, alcuni dei quali si sono anche espressi, inascoltati, in questi anni con molta chiarezza.
    ................

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  13. Qui uno stralcio significativo a dimostrazione dei loro sistemi mistificatori collaudati.
    Della serie “come girare le frittate” o come fare per spacciare il male per bene. Dei veri maestri!!

    https://www.shema.it/2018/11/24/un-ricordo-di-carmen-hernandez-nel-giorno-della-nascita/
    Dal sito Shema.it
    di Giovanni Nocera24 Novembre 2018

    " Ciò che cercava Carmen era il bene delle persone, e questo implicava anche un modo schietto di dire la verità così com’era, nuda e cruda. A cominciare da Kiko. Non si dimenticano infatti i suoi rimbrotti divenuti una scena imperdibile degli incontri vocazionali, quando dopo catechesi appassionate di Arguello, di fronte a folle oceaniche, si alzava in piedi e con l’inconfondibile accento madrileno diceva: “Io dico sempre a Kiko che l’inferno è pieno di predicatori come lui!”. O quando, durante le celebrazioni nel 2009 per i 40 anni del Cammino Neocatecumenale nella Basilica di San Pietro, durante un discorso interminabile, a Kiko che cercava di farla abbreviare urlò in spagnolo: “Fai silenzio, parlo al Papa!”, strappando un sorriso anche a Benedetto XVI."

    .................

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  14. Ho ritrovato sotto gli occhi questo sopra copiato che è solo uno dei numerosi panegirici a Carmen stilati in questi anni dopo la sua morte e pubblicati sui vari siti filo-cammino.
    Stile : la quercia caduta. Sono tutti di un falso assurdo!

    Anche questo li sminuisce molto nella loro già bassissima credibilità. Se non fosse che i camminanti hanno le fette di prosciutto sugli occhi. (Tanta fatica per guarire dalla cecità, tra fango e tutto il resto, per poi farsi mettere il prosciutto sugli occhi!!) No, non sono da compatire, ma da prendere a schiaffi.

    Questo stralcio è significativo a dimostrazione dei loro sistemi mistificatori collaudati.
    Della serie “come girare le frittate” o come fare per spacciare il male per bene. Dei veri maestri!!

    Eh sì, con Carmen era sempre così.
    Viste le sue intemperanze, le si facevano passare per “libertà” grande.
    Viste le sue ricorrenti maniere brusche e violente verso il prossimo, le si faceva passare per opere di misericordia volta alla correzione dei fratelli.
    Quel suo manifestarsi senza pudore irrispettosa, scostumata e prevalentemente acida e sprucida con tutti... per umiltà somma…
    Dal momento che alla gran Carmen del giudizio degli altri non importava un fico secco. Perchè…

    LEI NON VOLEVA ESSERE AMATA DA NESSUNO e NON VOLEVA CHE NESSUNO SI LEGASSE A SE’… come invece quell’affettivo di Kiko faceva (tutti giudizi anche questi made in Carmen nei riguardi del suo co-fondatore che lei accusava spesso di avere gli amichetti o amiconi del cuore, coi quali amava condividere tempi di meritato riposo e rigenerante svago. Tipo il single Gennarini Stefano con cui Kiko condivideva l’amore per la pesca e la montagna.. e non solo).

    Lei no, lei mai! Carmen era ondivaga anche nelle relazioni. Un momento prediligeva uno o una un momento un altro/a.
    Ma solitamente chi aveva per un tempo goduto delle sue attenzioni, quando poi cadeva in disgrazia diventava bersaglio degli attacchi sistematici di Carmen che si protraevano anche per un lungo tempo, attacchi anomali e senza logica. A quel punto la povera vittima doveva armarsi di santa pazienza perché, non solo non sapevi quanto sarebbe durato, ma neppure come sarebbe andata a finire.
    Voglio dire che non c’era alcuna ratio in queste intemperanze relazionali, chiamiamole così, di Carmen. Come in nulla di tutto ciò che la riguardava, del resto.

    Bisognerebbe chiedere ad uno psicologo o forse ad uno psichiatra una interpretazione scientifica che non è alla mia portata.
    Io riporto solo i fatti e ciò che ho visto io e che erano sotto gli occhi di tutti.

    Questo è il mio omaggio a Carmen nel giorno che ricorda la sua venuta al mondo, il 24 Novembre 1930. Anche noi ci prepariamo alla sua prossima causa di canonizzazione che, oramai si è capito, sarà intentata senza ombra di dubbio. Ma anche noi ci saremo.

    Pax

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  15. Se fanno Carmen Santa, io divento mussulmana

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    1. Sul caso Carmen le autorità della Chiesa se la prenderanno comoda perché è notoriamente un caso scottante (cioè molto probabilmente verrà rinviato ogni volta con una nuova scusa, per molto, molto tempo, speriamo all'infinito), e notoriamente i pavidi monsignorini dei sacri corridoi hanno sempre urgentissimo bisogno di scuse per potersi lavare pilatescamente le mani in caso di rogne e scandali (che nel caso di Carmen e Kiko non mancano). Lo sanno bene che una canonizzazione "sbagliata" creerebbe grande confusione e scandalo tra i fedeli.

      Ricordiamo in particolare che dal Vaticano II in poi, e specialmente dal pontificato di Giovanni Paolo II, le procedure per beatificazione e canonizzazione sono state drammaticamente semplificate. Questo significa che sono meno affidabili di come erano prima. Questo significa che certi soggetti di pur buona vita cristiana non possono essere messi sullo stesso piano di giganti come padre Pio (canonizzato nel 2002). Uno può benissimo restare indifferente a determinati "santi" ufficiali postconciliari e non per questo essere meno cattolico dei cattolici.

      Ammetto che tutta la cagnara autocelebrativa neocatecumenale per "beatificare Carmen" mi ha un pochino sorpreso: mi aspettavo che tenessero un più basso profilo. So per certo che i capicosca della setta sono dei gran volponi e ottimi pianificatori, per cui suppongo che abbiano tentato di giostrare la situazione con il tira e molla tipico di chi non può ammettere la verità. Lo sanno bene che non basteranno tutti i soldi del Cammino a comprare la canonizzazione, e sono addirittura fortunati che la beatificazione è stata ridotta a un gesto di un vescovo (un vescovo si può comprare per trenta denari; è molto più difficile comprare il consenso dei sacri corridoi di cui sopra). Pertanto fanno il tira e molla cercando di entusiasmare il popolino dei kikos che ignora (o conosce e mentendo la chiama santa) lo stato della situazione, affinché «mollino il malloppo» al Cammino, come prima e più di prima; e nel frattempo sanno di non poter permettersi mosse avventate che pregiudicherebbero i loro malefici piani della falsa canonizzazione.

      Infatti i capicosca della setta sono praticanti in Kiko ma non credenti in Kiko. Quando la nave kikiana affonderà, saranno come i topi, cioè i primi a scappare (col malloppo). A loro non interessa la gloria di Kiko ma solo il proprio status di soldi e potere. Fingono di essere kikiani solo per convenienza. Saranno loro stessi ad abbandonare le presunte "canonizzazioni" dei VIP neocat al loro (infernale) destino.

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    2. Io ho smesso di credere perché la chiesa tiene aperto ancora il cammino. Questo è la ciliegina sulla torta sulla incapacità della chiesa e sulla inesistenza di dio. Le religione sono l'oppio dell'essere umano per dare senso alla vita che non ha senso.
      Libero dal cammino e dalla chiesa

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  16. Ma se uno non è in Cristo non potrà operare miracoli, e senza miracoli niente beatitudine ne santità.
    il Signore Gesù certamente conferma chi vuole, è vero, ma Carmen Hernández ha amato più se stessa che Gesù Cristo, "le sue opere" stanno lì a testimoniare quella che è stata, niente a che vedere con le beatitudini.
    PIÙFUORICHEDENTRO

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