mercoledì 25 novembre 2020

Scalea: decesso per COVID a causa degli "irresponsabili" organizzatori laici del Cammino Neocatecumenale

Premessa importante: nelle cosiddette "liturgie" del Cammino Neocatecumenale (lugubre parodia di quelle cattoliche), vigono diversi gesti piuttosto discutibili anche sul piano dell'igiene, come ad esempio l'uso del "coppone-insalatiera" a cui ci si abbevera tutti a turno. 

È statisticamente plausibile che in tante comunità del Cammino, secondo la mentalità neocatecumenale, i responsabili abbiano indotto i membri a "forzare la mano al Signore", cioè a mettere da parte anche il semplice buonsenso. Prima del Covid-19, l'abbeverarsi tutti allo stesso coppone aveva spesso comportato infezioni di herpes e altri problemi sanitari. Avevamo già riportato a marzo qualche notizia di focolai neocatecumenali di Covid. Nel commentare la notizia qui sotto ribadiamo che ancor prima del rispetto delle norme sanitarie, occorre il semplice buon senso - quello che trovate nella Chiesa Cattolica ma non nel Cammino. Nel Cammino c'è infatti la convinzione di essere "più cristiani dei cristiani della domenica", e pertanto i kikos devono sempre strafare.


Notizia di cronaca del 31 ottobre 2020: donna calabrese positiva al COVID dopo una convivenza neocatecumenale a Scalea. Dai giornali locali:
«...Una donna in età avanzata positiva al SarsCov-2 (positività emersa dopo una prima analisi) sembra sia stata presente ad un ritrovo dei neocatecumeni che si è svolto a Scalea il 18 ottobre scorso. E proprio in quella occasione sembra abbia contratto il virus del Covid. Ritrovo, è opportuno sottolineare, vietato dalle ordinanze locali e nazionali. Se la notizia della presenza della donna trovasse conferma si potrebbe ipotizzare un altro numero elevato di positivi. Informati della difficile situazione i vari sindaci interessati...»
E ti pareva che
non si affrettavano
a pararsi il sedere...?

«...È una donna di 77 anni, deceduta nell’ospedale di Cosenza. [...] «La situazione della signora – ha detto il sindaco di Diamante – in questi giorni si era aggravata, eravamo in contatto con i familiari. Solidarietà, amore, il pensiero della comunità di Diamante che si stringe attorno a questa famiglia. È il primo lutto grave che tocca la nostra città per il Covid. Dobbiamo unire tutta la nostra comunità che deve abbracciare la famiglia, la comunità neocatecumenale di cui faceva parte...».


Due brevi trafiletti e nulla più.
Abbiamo atteso alcuni giorni invano qualche altra conferma o, magari, qualche ulteriore dettaglio.
Ecco che siamo alle solite! Vero è che il contagio si diffonde in tanti contesti, ma i neocatecumenali sono sempre speciali.

Si sottolinea, infatti, anche questa volta, come già avvenuto nella Diocesi di Vallo della Lucania, la loro disobbedienza (sai che novità!) ai divieti ecclesiastici, ma anche alle ordinanze emanate a tutela della salute pubblica dalle autorità civili locali e nazionali.

No, questo vizio non lo perdono proprio mai e neanche imparano dalle esperienze passate.
Eppure hanno rischiato talmente tanto che Kiko stesso ha messo in moto da Roma i suoi generali (don Ezechiele e Adelchi) che hanno diramato, con un tempismo impressionante, l’ormai famoso Comunicato Stampa a tutela del BUON NOME DEL CAMMINO
Scritto e riscritto nell’arco di meno di 48 ore perché, nella foga, hanno inopinatamente minacciato ricorso all'autorità giudiziaria. Patetici e ridicoli, quando loro negli scrutini impongono il divieto assoluto a coloro che fanno il cammino di sporgere denuncia perchè anti-cristiano. (cliccare qui sotto per ingrandire e fare un agevole confronto). 
All'apparire del primo comunicato, diffuso anche dagli organi di stampa, si è scatenato sul web un coro si proteste di neocatecumeni scandalizzati dalla mancanza di coerenza dei più alti vertici del Cammino; mentre loro sono costretti da una vita a reprimere ogni più legittma istanza di giustizia. (Kiko e i suoi sono talmente scandalosi che ci ripugna anche commentarli ulteriormente).

Ci poniamo la consueta domanda:
Ma perché a mezzo stampa non si viene a sapere mai più di tanto delle malefatte neocatecumenali? Com’è che ogni volta riescono a montare un casino tale per cui alle notizie a loro scomode seguono sempre repentine smentite? Mentre se sono loro a calunniare qualcuno la smentita non arriva mai? Puoi pure morire nel frattempo? E, insomma, in quelle rarissime volte che finiscono inopinatamente sui giornali, come mai tutto viene messo a tacere in tempi record?

In verità, siamo rimasti anche molto stupiti che la notizia sia uscita! Già dobbiamo considerarci fortunati che la povera notiziola così, quasi alla chetichella, abbia fatto capolino su due organi di stampa locali per poi scivolare subito nell’oblio.
Per la scarna o nulla descrizione dell’accaduto, era plausibile aspettarsi un approfondimento nei giorni successivi. Ma nessuno ne ha più dato conto, neanche alla luce della molto probabile diffusione dei contagi, a quanto si legge, in vari Comuni limitrofi.

Anche quest'ultimo paventato evento è fotocopia perfetta della triste vicenda dei quattro Comuni coinvolti dai contagi, partiti dalla sconsiderata “convivenza” neocatecumenale tenuta ad Atena Lucana dal 27 al 29 febbraio 2020 e dal successivo incontro del 4 marzo a Sala Consilina
 
Tutti quelli che sono gli “Incontri del cammino” vengono programmati, dovunque sui sia insediato il Cammino in tutto il mondo, da quelli che sono chiamati “Responsabili di zona”. Essi sono tutti designati da Kiko stesso o dagli Itineranti. Di per ciò stesso questi grandi Capi di tutto si assumono la responsabilità finale di ogni decisione si prenda nel Cammino.

Questi Responsabili, come è ben noto, sono sempre dei laici. Essi di prassi sono “accompagnati” da un presbitero dei loro che, appunto, quando c’è accompagna solo e basta.
Nessun presbitero cd. “del” cammino ha, da solo, alcun potere decisionale. Questa è la super-collaudata tradizione kiko/carmeniana, che si tramanda fedelmente, secondo le “linee degli iniziatori”

E qui apro una piccola parentesi [Ma scusate! Se neanche i Parroci nelle loro stesse Parrocchie, una volta che siano neocatecumenalizzate, riescono più a prendere autonomamente le decisioni e, meno ancora, a imporle a quelli delle comunità… ma di cosa parliamo?] Chiusa parentesi.
 
Tutti i fratelli che fanno il Cammino sanno molto bene e prima di chiunque altro come funziona l’intero ambaradan. Altrettanto bene lo sanno, dispiace dirlo, anche i Vescovi e i Parroci (ma noi aggiungiamo: chi davvero comanda nel Cammino lo sanno pure le pietre!!).


Domandina finale:
Perché i Vescovi non possono discolparsi facendo gli gnorri?


Risposta semplice semplice, anzi banale:
Ma perché queste fantomatiche Equipe di "irresponsabili” (questo l’epiteto più benigno tributato loro dal Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca) Responsabili delle varie zone (una sorta di Pretoriani di fede kikocarmeniana) hanno al primo posto delle “priorità” imposte loro dagli Iniziatori la cura dei rapporti coi Vescovi delle loro Diocesi.
(NB: in tutte le Convivenze di Itineranti c’è una domanda ad hoc: Siete andati dal Vescovo? Lo avete informato dell’evangelizzazione? L’avete invitato con voi? A presiedere all'Eucaristia nelle varie Convivenze; a presiedere i Riti delle tappe e dei passaggi…??
...e a questo punto interveniva la Carmen: "E avete portato le regaline?" che dopo 40 anni ancora non sapeva parlare italiano)
Senza ombra di dubbio tutti i Vescovi conoscono fin troppo bene il rigido schema organizzativo del Cammino Neocatecumenale. Ed essendo anche i collettori di tutte le lamentele dei Parroci a proposito di disobbedienza neocatecumenale e della loro proverbiale prepotenza e arroganza, sono ben a conoscenza dello stato dell'arte.

I Vescovi sanno molto bene che mai e poi mai responsabile dell'organizzazione dei raduni sconsiderati e azzardati di neocatecumenali in tempo di pandemia, come anche in tempi normali, può essere un suo Sacerdote diocesano che aiuta il cammino (abbiamo specificato che un simile arbitrio non lo ha neanche il presbitero itinerante inserito nell'equipe responsabile, figuriamoci!) e, tanto meno, un Parroco che ha accolto (ahilui) il Cammino nella sua Parrocchia. 

Rimane un mistero irrisolto chi mai sia stato a far circolare nella Diocesi di Salerno e di Teggiano la falsa notizia che responsabile organizzativo degli incontri sciagurati di Atena Lucana e di Sala Consilina sia stato un Sacerdote diocesano, il quale ha avuto una sola colpa: quella di aver accolto le catechesi nella sua Parrocchia appena otto mesi prima, lo stesso che ha pagato con la vita l'aver partecipato al solo incontro del 4 marzo. 
 
Ma questa notizia Kiko non ha dato ordine che venisse smentita come era suo preciso dovere fare, davanti a Dio e agli uomini. Ma di queste schifezze negli anni ne hanno fatte a bizzeffe, figuriamoci. Questi non hanno nessuna coscienza.
 
Solo in 5 con la mascherina
Ecco come rispettano
tutte le norme imposte!
E qualcuno piange che non sta lì!!!

P.S. Guardando alla data della Convivenza tenuta a Scalea l'8 ottobre scorso è presumibile che si tratti dello sfortunato "Inizio Corso 2020/2021", destinato a restare quest'anno “lettera morta”, sui testi scritti dei mamotreti, nella maggiore parte del mondo, lì dove il Cammino Neocatecumenale si è diffuso.

Ma c’è sempre qualcuno che vuol dimostrare di essere il primo della classe e si lancia nella gloriosa impresa! Qualche eroe di stramacchia è riuscito a replicare la Convivenza prima del lockdown ormai diffuso ovunque.
Crediamo che questo sia successo in Calabria.

Invogliati anche dalla parola data per la pandemia: «Dio [sic!] vuole vedere QUANTA fede hai dentro!!! Se tanta o poca. Se temi di più morire di COVID che restare senza la “parola del cammino” [che poi è quella di Kiko Argüello] e senza comunità

Visto che la fede adulta - Kiko dixit - si dà in una comunità… bla…bla…bla.
In sostanza, stringi stringi, i fratelli devono capire che il Cammino si deve continuare a fare a tutti i costi… Tanto, se non muori di COVID, morirai di un’altra cosa”.

Quindi l’ipotesi più plausibile è che il contagio della signora calabrese deceduta sia avvenuto nella Convivenza neocatecumenale di "Inizio Corso 2020/2021" tenuto nella Calabria.
Ma allora, forse, visto il "reinsediamento" dell’ormai tristemente famoso "itinerante" storico della zona, mandato a svernare “per un tempo” in un paese tropicale per sfuggire alle conseguenze delle sue malazioni – e il suo ritorno in sella, ci troviamo qui di fronte a un "serial-killer" o, quantomeno, a uno specialista in cavolate, gran collezionista. E una cavolata è peggio dell’altra!
Vedremo, se ci saranno sviluppi. Ma della loro pubblicazione dubitiamo fortemente.

12 commenti:

  1. Uomo Liberooooooo!!!!!!!!!!!!!!25 novembre 2020 alle ore 08:05

    KIKO HA CONVERTITO IL COVID

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    1. Promemoria per chi non ha capito:

      - a marzo, quando è scoppiato il caso Covid in Italia, Kiko è scappato in fretta e furia a Madrid ed è letteralmente scomparso dalle scene per mesi interi. Lui con i suoi autodefiniti "viaggi apostolici", lui che era sempre al centro dell'attenzione, lui che era sempre presente a decidere i destini altrui...

      - nella mentalità neocatecumenale, mentire è un'azione giusta e santa se serve per difendere il prestigio e i soldi del Cammino, pertanto capita tipicamente che i cosiddetti "catechisti" si ritrovino a giocare allo scaricabarile: "vi ordiniamo di fare le cosiddette convivenze, ma noi non abbiamo colpa dei contagi che avverranno nelle convivenze, tanto scaricheremo la colpa sul parroco o presbitero che avrebbe dovuto impedirle (pur sapendo che non le impedirebbe mai perché anch'egli ligio al Cammino e timoroso di contraddire i cosiddetti catechisti".

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    2. Magari avessero scaricato la colpa "sul parroco o presbitero che avrebbe dovuto impedirle", almeno avrebbero detto una mezza verità riconoscendo che l'avevano in ogni caso organizzata loro!
      Hanno fatto molto, molto peggio!
      La voce circolata in giro e che ha consentito a loro di pararsi alla grande il deretano è che GLI INCONTRI LI AVESSE ORGANIZZATI PROPRIO IL SACERDOTE.
      Ognuno vede bene che bufala pazzesca sia.
      Un Parroco che organizza le convivenze del cammino e gli annunci di Kiko che si riportano nelle varie zone.

      Un quesito rimane. Ma una simile panzana chi mai l'ha messa in giro?

      Pax

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  2. L'anziana camminante defunta avrà fatto testamento per tempo in favore del Cammino?

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    1. Promemoria per chi non ha capito:

      - nel cosiddetto "annuncio di Quaresima 2017" Kiko lamentò che i kikos italiani, a differenza di quelli spagnoli, erano restii a lasciare i propri beni in eredità alle oscure fondazioni del Cammino;

      - le principali "forze" del Cammino sono sempre state la segretezza e i soldi ("mammona").

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  3. Per chi non riuscisse a ingrandire il comunicato dei Chinaglia-Pasotti dello scorso 17 marzo, emesso in fretta e furia da due pezzi grossi del Cammino (nel Cammino ti dicono sempre di "non denunciare", eppure questi minacciavano "ricorso giudiziario" a firma di un "Avv. Dott."):

    - nel primo comunicato, al di là della data sbagliata ("16 marzo 2010"), proclamano imperiosamente che la notizia riguardante i focolai covid provocati dal Cammino "va corretta, pena ricorso giudiziario";

    - nella versione 2.0 del comunicato emessa lo stesso giorno, correggono la data ("16 marzo 2020") e proclamano imperiosamente che la notizia "va corretta, con obbligo di rettifica secondo le leggi vigenti".

    Ebbene sì, i campioni del "non denunciare" minacciano denunce e ricorsi giudiziari e poi, correggendo il tiro (mentre le redazioni TG1 e TG2 ridevano a crepapelle), hanno scritto "obbligo di rettifica".

    In entrambi i comunicati viene furbescamente omesso che il vescovo di Teggiano-Policastro non era a conoscenza dei raduni kikiani. Hanno invece scritto che il vescovo ha "dichiarato" che in quei raduni le norme erano rispettate. In realtà il vescovo aveva successivamente dichiarato ai giornali che un suo presbikiko (non presente ai raduni) gli ha dichiarato che le norme sarebbero state rispettate. Chissà con quali bizzarri mezzi avranno "convinto" il vescovo a farsi utilizzare come involontario sponsor del comunicato del Cammino.

    Il Cammino è sempre stato amico della menzogna.
    Nel caso sopra indicato, i giornali locali hanno subito parlato di "ritrovo dei catecumeni" (sic! in realtà il catecumeno, nella Chiesa cattolica, è colui che non ha ancora ricevuto il battesimo ma si sta preparano a riceverlo; è un'evidente storpiatura dell'espressione "fedeli neocatecumenali", "appartenenti al Cammino Neocatecumenale").

    Se dei giornali locali subito menzionano la convivenza è perché nonostante i roboanti proclami chinagliani-pasottiani, lo sanno tutti che nel Cammino non solo se ne infischiano delle norme vigenti, ma se ne infischiano altamente anche del buonsenso. Chissà, magari i giornali calabri citati sopra, la notizia la stavano dando ai kikos calabresi: "vedete che succede ad abbeverarsi tutti allo stesso coppone? vedete che succede a «forzare la mano al Signore» arbitrariamente e solo perché lo vogliono gli scriteriati catechistoni del Cammino?"

    Una nota per i non cattolici: il fatto che i cosiddetti "catechisti" del Cammino sono per grandissima parte laici (e comunque adoratori di Kiko Argüello) rimarca che non temono la gerarchia cattolica. Un prete normale verrebbe rimproverato dal suo vescovo, gli verrebbe proibito dal vescovo di tenere ulteriori "raduni". Un cosiddetto "catechista" no: se Kiko vuole che si facciano i raduni (e potete star certi che Kiko vuole!) i cosiddetti "catechisti" non temono né il vescovo, né la polizia, né le figuracce, né il virus: the show must go on!

    Ricordiamo sempre che la liturgia non è uno spettacolino. Per il fedele cattolico non c'è differenza fra una Messa solenne ed una Messa "normale" senza canti. Invece i kikos considerano le loro celebrazioni uno spettacolino autogestito che deve "riuscire" ad ogni costo, dev'essere imbottito il più possibile (canzonette di Kiko, gadget di Kiko, interventi parolai e logorroici dei presenti, eccetera), nella ridicola illusione che il Signore premierebbe in proporzione alla caciara effettuata.

    p.s.: a suo tempo De Luca prometteva fuoco e fiamme contro i kikos ma o non sa mantenere la parola data oppure i kikos hanno trovato modo di "convincerlo".

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    1. Questo di De Luca, non a caso definito lo Sceriffo, ha lasciato perplessa anche me. E' uno che se parla poi normalmente fa anche quello che dice.

      Ma le sue minacce contro gli "irresponsabili organizzatori" - che si era fatto un punto di onore di andare velocemente a scovare - che già si stavano trasformando in azioni concrete, come egli stesso aveva pubblicamente dichiarato, si sono spente, nei giorni successivi, come per incanto.

      Ma noi conoscendo molto bene i loro sistemi prevedibilissimi perchè sempre identici dappertutto, ci siamo fatti una nostra idea.

      Si espone di seguito il modo di procedere che tante volte hanno messo in campo in simili frangenti, applicandolo a questa precisa contingenza.

      Ecco quanto immaginiamo sia accaduto:

      Immaginiamo che Kiko, oltre ad aver intimato al suo Ufficio Stampa di provvedere immediatamente a far vedere al mondo intero "chi sono IO", si sia anche "di pronto" attivato per arrivare a De Luca nel modo più efficace per farlo desistere.

      Beh, magari non l'azzecco, ma penso altamente probabile che si sia rivolto al Cardinal Sepe (come il figlio discolo che si è messo nei guai si rivolge a babbo suo) e che lo abbia fatto o direttamente lui stesso, via telefono (poichè con Sepe ha un ottimo rapporto) o tramite i suoi figli itineranti in Campania dei Martiri Canadesi, tal Nazzareno e Cuca Cometto, o infine tramite lo stesso duo Adelchi/Ezechiele, sempre pronti alla bisogna.
      Si era in quei giorni anche prossimi alle elezioni, Il Cardinale aveva tanti argomenti coi quali ridurre il focoso Presidente De Luca a più miti consigli.
      Aspetto denunce per diffamazione. Tanto non è vero che voi non resistete al male e vi gloriate delle persecuzioni e calunnie per assomigliare a Cristo.

      Pax

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  4. A 77 anni non è poi così 'normale' morire causa Covid. L'età media dei catecumeni delle prime comunità è proprio quella. E vengono tartassati con continue richieste di partecipare ai raduni promossi dai catechisti per dimostrare di avere la resurrezione dentro.
    Costoro hanno la responsabilità morale di quelle morti! E poi magari hanno il coraggio di dire che morire è meglio, tanto il catecumeno viene accolto in Cielo con la banda. Invece a loro non succederà così, perché verrà chiesto conto loro di ogni morte prematura, di ogni dolore e di ogni lacrima versata ed anche di quelle non versate a causa del loro addestramento all'anaffettività.

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  5. Come al solito non si smentiscono mai. Sono petulante lo so, e chiedo perdono, ma la colpa è della chiesa che continua a tacere. Il Papa aveva detto ultimamente, che non basta non fare il male, ma bisogna fare il bene. Allora cominciasse a dare l'esempio scomunicando la setta catecumena.Facile fare i sermoni, ma sono i fatti che contano. Noi aspettiamo sempre che la Chiesa prenda la decisione e faccia il bene.
    Libero dal cammino e dalla chiesa

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  6. I Vescovi che non intervengono in difesa della fede sono un segno dei tempi, in cui il mistero dell'iniquità si sta manifestando come mai prima in 2000 anni.

    Prima la verità poteva essere attaccata e chi la difendeva poteva essere perseguitato, oggi la verità subisce un tentativo di "trasformazione" dall'interno.
    Ovviamente la verità non si trasforma ed è quella che è, ma si vuole cambiare la percezione di bene e di male e, perciò, la percezione della verità.
    I Vescovi, perciò, più di altri ne dovranno rispondere davanti a Dio (non tutti, ovviamente, ce ne sono di ammirevoli, veri esempi di Pastori).

    Che il Cammino non sia in sintonia con la Chiesa, è evidente anche in questo post: le disposizioni della Chiesa è come non esistessero.
    Ma i Vescovi (molti di loro) tacciono. Sembra che della Chiesa non gli importi nulla.

    Questa del mistero dell'iniquità che si manifesta perfino dentro la Chiesa, è una prova che mi sono sempre augurato di non dover mai sopportare ma, invece, forse mi tocca. E mi tocca combattere.

    Questo blog è come una trincea... da qui il nemico non passa.
    Ogni volta che qualche camminante ha provato a forzare il confine è stato respinto ignominiosamente.
    Per passare la parola d'ordine è "Concilio di Trento".
    Dico questo non perché sono contrario al Vaticano II, ma perché non sono contrario a Trento, anzi, lo considero uno dei più grandi Concili della storia. Ma Kiko sembra detestarlo e più di lui Carmen.

    Forse ho divagato, ma è talmente evidente, anche nella gestione del covid, che il Cammino ha i suoi "pastori", il suo "codice di diritto canonico", la sua "pastorale", ... che chi non capisce che sono una SETTA, che a differenza dei TdG si è incistata nella Chiesa come una tenia, mi fa cadere le braccia.

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  7. So per certo che nella mia città, zona gialla, anche se l'arcivescovo ha permesso, con una lettera pastorale rivolta a tutta la diocesi, solo gli incontri in presenza per i bambini del catechismo, i neocatecumenali si riuniscono nelle salette come sempre. C'è da dire, causa paura contagio,il numero dei presenti è più che dimezzato. Questo non toglie che anche fossero rimasti in tre non possono incontrarsi e continuano a fare come vogliono.

    Frilù

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  8. Non hanno coscienza, dici bene Pax, non posseggono giudizio, discernimento, comprendono soltanto - come già detto - il richiamo di mammona che nello specifico è il guadagno disonesto, la ricchezza terrena divinizzata; il demone tentatore della prosperità, il diavolo stesso, il padre prescelto dal Cammino di cui gli affiliati affermano d' esser prole. Date queste priorità dalle connotazioni fortemente luciferine, non possiamo di certo pensare che il contesto kikiano ponga la vita umana, quindi la salute spirituale e fisica dell'uomo, all' apice dei suoi interessi.

    Ciò che sta accadendo butta una luce di verità sulla setta, che così rischiarata mostra tutta la sua pessima intenzione e il suo subdolo procedere. Un luogo dove le anime a volte imprudenti e altre volte inconsapevoli e credulone vengono sacrificate senza pietà dai superbi.
    Atroce la questione del sacerdote che mai seguì il movimento se non nell'ultimo periodo della sua vita, che senza aderire al sistema kikiano si ritrovò suo malgrado a quel dannato incontro ncn, l'unico della sua vita, dove trovò la morte. Straziante anche la scomparsa della settantenne calabrese, che immagino si sia diretta all'incontro perché persuasa e sopraffatta dal tipico timore superstizioso che le guide ncn inculcano negli animi dei camminanti; la paura di subire delle ritorsioni divine se non ubbidienti in toto alle richieste dei catechisti. Un panico che aleggia insistente sul loro capo.

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