lunedì 19 agosto 2019

Napoli: "molti parroci non ne possono più del Cammino"

Mi ritrovo a gestire con enormi difficoltà una grande parrocchia di Napoli nella quale sono presenti 11 gruppi neocatecumenali.

Sono parroco di questa parrocchia da 4 anni, i neocatecumenali sono in essa presenti da 22 anni.

Il cuculo-cammino 
Il sabato sera, nelle nostre sale parrocchiali, si svolge la celebrazione di relative 11 Messe. Nessuno dei celebranti usa altra preghiera se non unicamente la II preghiera eucaristica.

Sono d’accordo, io che pure sono il parroco?
No.

Costituiscono i neocatecumenali un problema per me e per la parrocchia?
Si, enorme.

Si, posso solo chiedere di essere sollevato dall’incarico di parroco, cosa che feci un anno dopo la nomina, ma fui in pratica supplicato di … offrire la sofferenza di questa croce a Cristo.

Ci sono altri parroci, a Napoli, non neocatecumenali in situazioni analoghe alle mie?
Numerosi.

Possono confermare, tutti loro, abusi liturgici di ogni genere e uso esclusivo della II preghiera eucaristica?
Si, tutti.

Ergo: o siamo bugiardi noi, o è bugiardo il Sig. Massimiliano, oppure, il Sig. Massimiliano, appartiene a una di quelle comunità neocatecumenali ideali che io, e molti altri miei confratelli, non abbiamo avuto modo di conoscere.






Nell’Arcidiocesi di Napoli il Cammino Neocatecumenale è molto presente e radicato.
Molti, tra noi parroci, vivono delle situazioni veramente terribili.

O nella parrocchia dove sono presenti gruppi neocatecumenali c’è un prete neocatecumenale, oppure, come giustamente dice padre Ariel, un prete “neocatecumenalizzato”, oppure, la vita di noi parroci, si trasforma in un inferno, ma veramente in un inferno.

Kiko a Napoli con il mega-poster
del Giudizio Finale
Nessuno ci appoggia e ci sostiene, a noi parroci non-neocatecumenali, non perché il Cammino gode di tutte le “dogmatiche” approvazioni della Chiesa, ma perché le situazioni ecclesiali e diocesane sono talmente complesse e spesso gravissime e ingestibili che, andare a toccare un simile calderone, creerebbe problemi enormi e, forse, anche inutili ma soprattutto, poi, davvero difficili da gestire.

Quindi che cosa accade?
I parroci non-neocatecumenali, che i neocatecumenali se li sono ritrovati e che li devono subire, cercano di condurre la vita parrocchiale nel modo migliore possibile e lasciano poi, questi gruppi, fare ciò che vogliono nelle sale parrocchiali, purché non interferiscano sulla vita della parrocchia e le scelte dei consigli parrocchiali.
non sarà una bella cosa, ma altro non si può fare, per adesso.

La mancanza di rispetto del neocatecumenale medio verso il sacerdote è proprio eclatante, non parliamo, poi, dei catechisti.
Gli abusi liturgici seguitano come prima e, dalle nostre parti, peggio di prima. Chi lo nega, temo proprio che dica il falso.

Vorrei poi far notare una cosa non secondaria: all’abuso bisogna aggiungere l’elemento passional-emotivo. Noi napoletani siamo noti, per la nostra passionalità, ma anche per la nostra teatralità, non a caso siamo anche famosi per un genere teatrale e letterario conosciuto proprio come “sceneggiata napoletana”. Conseguenza?

Ah, la conseguenza è gravissima assai: persone che di per sé giocano sulle emozioni, nella nostra terra, hanno avuto gioco facile, quindi la emotività, e con essa l’abuso liturgico veramente più impensabile e fantasioso, nel nostro contesto socioculturale ed ecclesiale finisce con l’essere elevato alla massima potenza.

Per quanto mi riguarda, sono uno tra i diversi parroci napoletani che, a padre Ariel, ha fornito testimonianze e prove gravi e dolorose in tal senso, tutte e rigorosamente dimostrate.

Ai posteri darci poi, a tutti quanti, dei bugiardi e degli odiatori.
Dite una preghiera per noi parroci, lasciati soli in ostaggio di queste persone.






Carissimo confratello napoletano,

preghiere garantite, veramente e sinceramente.
Forse mi hai fatto comprendere come mai in molte zone del nostro freddo nord, i neocatecumenali non hanno attecchito come in zone del centro e del sud Italia.
Effettivamente, da quello che so a Napoli e dintorni (ma anche nelle Calabrie e in Sicilia), sono molto presenti.

Mire espansionistiche del fondatore del CNC
Anche da noi sono presenti, però in proporzioni e numeri molto minori.
Quando un loro gruppetto si affacciò anni fa nella mia parrocchia, io dissi che non li volevo.
Qui devo proprio dire … padre Ariel docet! Infatti iniziarono … “noi siamo approvati … siamo stimati dalla Chiesa … siamo chiamati dalla Chiesa …” Poi alla fine, quasi come minaccia: “San Giovanni Paolo II ci ha approvati, e Giovanni Paolo II è santo, e lei sicuramente non si metterà contro la Chiesa e contro un santo, vero?”(...)

Caro confratello napoletano, la situazione nostra è molto diversa. La mia diocesi conta circa 200.000 fedeli ed ha, tra clero secolare e regolare, circa 90 preti , voi siete una tra le più grandi arcidiocesi d’Italia, avete più di 1000 preti per un paio di milioni di abitanti.

Però mi rendo conto, capisco e sinceramente compiango te e gli altri nelle tue stesse situazioni.
Se difatti questi soggetti si radicano sul serio in contesti grandi, poi la situazione diviene ingestibile proprio come descrivi tu, e se riescono a piazzare preti propri, o a tirare dalla loro alcuni dei nostri preti diocesani, poi a quel punto scoppiano rotture, problemi e vere faide dentro i presbiteri, proprio come se questi soggetti fossero fatti per dividere e per disintegrare le parrocchie dall’interno, di seguito le diocesi stesse.

Ti auguro un felice e proficuo ministero.


Lettere firmate di Parroci pubblicate su Isola di Patmos)











19 commenti:

  1. Dal punto di vista di normali fedeli cattolici vorremmo precisare meglio l'espressione "non ne possono più del Cammino" prima che qualche kikos venga a sciorinare i soliti sofismi.

    Quell'espressione dei parroci, infatti, dà per scontato che sappiate diverse cose:

    1) che il Cammino, nelle parrocchie in cui è incistato, è "tollerato, ma non gradito";

    2) che il Cammino è sgradito perché ostacola la normale attività pastorale dei parroci - attività rivolta a tutto il popolo di Dio;

    3) che il Cammino, quando viene scacciato via, tende a vendicarsi contro la Chiesa e la gerarchia della Chiesa (basterebbe già questo a capire che i kikos non sono cristiani poiché non vogliono essere veramente parte di quel variegato "popolo di Dio" che si affida ai legittimi pastori)

    4) che il Cammino ha già ampiamente dato prova di essere un tumore delle parrocchie (e della Chiesa tutta), tant'è che i parroci - di qualsiasi estrazione, tranne neocatecumenale - semplicemente "non ne possono più".

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    1. Ci segnalano un paio di articoli sul cardinal Sarah e sul cardinale Arinze, entrambi africani, entrambi visti dal Cammino come fumo negli occhi.

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  2. Ringrazio per la segnalazione. Delle parole del Cardinal Sarah riporto l'incipit:
    _____________________________
    Senza esitare anche solo un momento, vi dico: volete rinnovare la Chiesa? Allora dobbiamo inginocchiarci!

    Volete ricostruire questa meravigliosa cattedrale che è la Chiesa? Inginocchiatevi! Una cattedrale è anzitutto un luogo dove la gente si inginocchia. Una cattedrale è il luogo dove Dio è presente nel Santissimo Sacramento. Il compito più importante è riscoprire il senso dell’adorazione! La perdita del senso dell’adorazione di Dio è all’origine di tutti gli incendi e le crisi che fanno barcollare questo mondo e la Chiesa.
    (Estratto dalla conferenza tenuta il 25 maggio 2019 all’Église Saint François-Xavier a Parigi)._______________________________

    Ecco. Un pugno in un occhio se hanno occhi in fronte ma dritto in faccia comunque, da stendere KO tutti i neocat/popolo-in-piedi di professione ammazza parroci.

    Compatisco quel parroco che volesse seguire, per rinnovare la sua Parrocchia, quanto il Cardinale suggerisce e avesse il cammino come asse portante della Parrocchia.

    Pax

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  3. NEMMENO KIKO SOPPORTA PIÙ IL KAMMINO. VORREBBE RITIRARSI A VITA CONTEMPLATIVA IN UN PARADISO FISCALE.

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  5. Leggendo i vari interventi dei sacerdoti napoletani sul blog di Padre Ariel, da napoletano, mi sono posto un bel pò di domande che non hanno pretesa di trovare risposta a tutti i costi. Sono un napoletano, ho vissuto gli anni d'oro dell'espansionismo neokatecumenalistika, facendone parte dagli inizio degli anni '90, oltrepassando poi, la soglia del 3° millennio. Un pò ne ho visti e conosciuti di sacerdoti non di provenienza RM ma cmq neocatecumenalizzati per scelta?!?! pastorale (il problema è situato proprio nel termine SCELTA). Sono molti, infatti, come faceva notare uno di quelli per i quali la sua testimonianza è stata anche riportata in questo post, che per un motivo o per un altro, ha dovuto sottostare alla volontà del suo vescovo, accettando di "buongrado" ben 14 comunità nella sua parrocchia(nell'esempio di cui sopra) per evitare anzitutto l'accusa di essere un faraone, di non volersi convertire, e di ricevere i signori bellimbusti catechisti per "aggiustare" le cose: ereditandoli. Ed è giusto su questo punto che riflettevo, l'eredità (scomoda) di chi, subentrando, "deve", in un certo senso, adeguarsi (pur non convinto) ai dittatori della parrocchia. Di questi sacerdoti, almeno io, ne ho conosciuti a decine. Nella mia stessa ex comunità parrocchiale, dopo ben 26 anni, colui che li volle dovette lasciarli al suo successore nel momento in cui chiese e ottenne di essere trasferito, il subentrante, in via del tutto confidenziale, più e più volte mi confidò che non era per nulla disposto ma......(e qui è il paradosso), sue testuali parole: "per me una cosa vale l'altra". Sì, in fondo lui affermava di averli ereditati e quindi, per paura che potesse perdere una trentina di neocatecumenali dalla parrocchia, ha preferito tenerli li, per un bel decennio (da quanto appunto è subentrato) a bagnomaria (dopo 10 anni sono sempre gli stessi, come numero).
    Quando i parroci fondatori del cammino nelle proprie parrocchie lasciano, chi per un motivo, chi per l'altro (spostamenti canonici, morte, o altro), il nuovo non sempre è disposto a proseguire nella linea del precedente e, spesso, tra le fila nc cominciano pianti e stridori di denti: "il cammino si fa secondo le direttive degli iniziatori, senza aggiungere ne omettere nulla": ecco il fondamentalismo nc che come un'incudine cade dritta sulla testa del povero sventurato di turno. Quindi, non è il cammino che si adegua alla pastorale globale della parrocchia (parroco) e a più ampio raggio, quella di una diocesi, che decide di accoglierlo, piuttosto è la Chiesa locale che, una volta dato il placet, deve poi vedersi imporre le regole intransigenti dallo stesso. Domanda: come potrebbe mai, un sacerdote convenire con chi intende imporre il "suo" credo e pretende che sia il centro di tutta l'esperienza pastorale di una parrocchia, magari subentrando ed ereditando questo "cavallo di troia"?

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    1. Molto spesso l'unica ragione è che certi preti non credono nel Dio Uno e Trino ma solo nel Quattrino.

      Proprio a Napoli operava un pretino di origini liguri che il sabato sera celebrava la liturgia tridentina alle 17 e la "liturgia" neocatecumenale alle 20. Quando una persona fidata gli chiese conto del motivo, rispose che i kikos «dopotutto danno una buona busta» [di soldi]. Certo, anche Giuda Iscariota accettò con piacere i trenta denari (dopo essersi lamentato che i trecento denari potevano essere "dati ai poveri").

      Non dobbiamo sottovalutare la capacità neocatecumenale di scavare nel passato delle persone e trovare appigli - fondati o infondati che siano - per tenere sotto scacco un sacerdote.

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  6. Come è possibile che in una SETTA come il Cammino ci possano essere dei buoni cristiani (buoni sì, ma che fanno alcune cose sbagliate, anche se in buona fede)?
    E come può essere che una SETTA come il Cammino possa esserersi introdotta nel tessuto stesso della Chiesa (ma, evidentemente, come un corpo estraneo anche se mimetizzato)? E che tanti Pastori non si siano accorti dell'inganno?

    E' un mistero, il mistero dell'iniquità, direbbe San Paolo.
    A volte mi sono chiesto se sbaglio nel mio giudizio sul Cammino, perché non voglio lottare contro Dio, ma alla luce del CATECHISMO e della RAGIONE, non ho dubbi e il giudizio che il Cammino è una SETTA ne esce sempre rafforzato.
    Testimonianze di nefandezze a raffica, pratiche proibite come la confessione pubblica estorta con pressioni psicologiche ripugnanti, norme liturgiche disprezzate e cambiate, e tante eresie nei mamotreti (oltre che tante stupidaggini a cui mi pare che nenche un idiota, col cervello libero da condizionamenti, crederebbe).

    E mi torna in mente il caso di una falsa mistica spagnola del '500 (non è l'unioca), tal Maria de Olivares, che per anni ingannò esimi e devoti teologi di sicura dottrina, che rimanevano affscinati dalle sue "ispirate" esegesi bibliche.
    Esegesi in cui l'errore, evidentemente, non era evidente (altro che gli errori pacchiani di Kiko!) e che forse in buona parte delle sue esegesi non c'era affatto, ma l'inganno e la menzogna si propagava in qualche modo nel "tessuto" ecclesiale.
    Non che i teologi che la seguivano con entusiasmo avessero perso fede e devozione, ma sicuramente sono stati ingannati e qualcosa di negativo è accaduto.

    Le uniche a non essere dei tutto convinte dell'autenticità dei doni mistici di suor Maria, erano le sue consorelle, cioè chi le stava vicino, come accade nelle parrocchie in cui c'è anche il Cammino.
    E se ne accorse anche San Giovanni della Croce, che si impegnò in uno dei più famosi esorcismi della storia.

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  7. Mi sono accorto di aver fatto dei "piccoli" errori di battitura.
    Ne approfitto per dire che anche degli errori apparentemente insignificanti, se non si ha ben chiara in mente tutta la storia (nel nostro caso gli articoli di fede del Catechismo), potrebbero cambiare il senso di una parola e, con essa, di un'espressione e, di conseguenza, distorcere la VERITA'.

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    1. Attenzione alle bidonate moderniste e alle semi-celate marchette pro-Kiko.

      L'errore fondamentale del modernismo è dare all'errore gli stessi diritti della verità, generalmente attingendo da testi come quello del "Granellino" (autore il vocazionista p.Montecalvo, incidentalmente neocatecumenale), tentando di "sdoganare il Cammino".

      Vediamo dunque le bidonate per i neocatekikos:

      1) «il predicatore ha un solo potere». No, non è un "potere", ma un "dovere" («guai a me se non predicassi il Vangelo!»: cfr. 1Cor 9,16), un dovere che dipende dal proprio stato di vita (il "predicare il Vangelo" assume forme molto diverse se uno è vescovo, o uomo sposato, o cos'altro; ricordiamo in particolare che i laici non sono tenuti a scimmiottare i sacerdoti; ricordiamo inoltre che "annunciare il Vangelo" non equivale a fare prediche, perché il Vangelo si può annunciare anche nel silenzio e compiendo bene i propri doveri di stato: e questo è vero specialmente oggi, in un mondo che crede di "saper già tutto" di Cristo);

      2) il predicatore «dopo aver compiuto la sua missione, si deve nascondere»: mica come un certo Kiko, bramoso di applausi ed elogi, che ha trasformato il "kerygma" in uno show personale, e che gradisce farsi riprendere mentre i suoi fan fanno la grattugiata di chitarrelle e l'accoglienza alla superstar...

      3) «dopo il Concilio Vaticano II, lo Spirito Santo si è fidato più di alcuni fedeli che...»: bisognerebbe metterci il nome e il cognome, di questi "alcuni fedeli". Certamente il nome di Kiko e Carmen, propalatori di eresie e di una liturgia inquinata, non è nella lista, poiché lo Spirito non dona eresie e non induce a celebrare carnevalate dissacranti e blasfeme;

      4) «la gente ha fame e sete della Parola di Dio»: certo, ma non di prediche o di una sterile ripetizione di versetti biblici. A questa fame e sete hanno sempre risposto i santi con la loro vita, non perché avessero intenzione di rispondere, ma perché avevano preso sul serio il Vangelo (e dunque anche l'ubbidienza ai legittimi pastori della Chiesa, anche il seguire senza eccezione le norme liturgiche, anche il condannare fieramente ogni cosa incompatibile col Magistero e la Tradizione...)

      5) «non pregare solo in chiesa»: sottinteso "noi ce ne stiamo nelle salette".

      6) «molti laici alla guida di gruppi di preghiera e di ascolto della Parola di Dio. Si raccomanda ai preti di vegliare su di loro perché non diventino dei guru...»: ci chiediamo cosa ha fatto p.Montecalvo affinché i laici Kiko e Carmen, alla guida del Cammino, non diventassero dei guru.

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  9. @ Arpas

    Bene hai fatto a citare, nel Vangelo di Giovanni, San Giovanni Battista, che Kiko evoca spesso ma al quale non assomiglia neanche un poco, Egli disse quando indicò Gesù ai suoi discepoli : "Ecco l'Agnello di Dio" invitandoli a seguire Lui e disse: "Egli deve crescere ed io diminuire".
    Dunque il vero annunciatore dopo aver compiuto la sua missione "deve nascondersi" fuggire la folla e la gloria umana. Tu stesso lo dici. Un controsenso, Kiko ripete "Io sono Giovanni Battista in mezzo a voi" ma poi non lo prende a modello.
    Mi spiace ma mi pare che tenti di conciliare gli opposti: un colpo alla botte e una al cerchio.
    Ma Gesù dice: "Sia il vostro parlare sì, sì, no,no, il di più viene della diavolo"
    Se Kiko non ha chiaro che lui è solo uno strumento inutile, se non addirittura di inciampo (Madre Teresa si definiva una matita, anche spuntata, nelle mani di Dio) come fai a dire con convinzione che lo Spirito Santo, tra gli altri fedeli laici prescelti al posto dei consacrati indegni, si sarete fidato di uno come Kiko Arguello? Conclamato megalomane?
    Ma tanto nel cammino si parla dello Spirito Santo sempre a sproposito, al posto loro tremerei per tanto gratuito ardire.
    Non elenco le innumerevoli prove di quanto affermo su Kiko nel suo modo di porsi, di predicare, di imporsi, ne parliamo ogni giorno, basta seguire il suo percorso di iniziatore. Una frase per tutte: "Ringraziate Dio che io sono il vostro catechista, io l'iniziatore del Potente Cammino Neocatecumenale nel mondo intero? Vi rendete conto?"
    Carmen lo accusava sempre per il suo insopportabile mostruoso IO-IO-IO.
    Non è forma, questa è sostanza.
    Anche il demonio si esprime con la parola di Dio. Poiché sua mira ultima è sedere lui stesso sul trono e indicare se stesso come Dio, all'adorazione dei popoli.
    Come puoi con tanta leggerezza mettere insieme Cristo e Belial?

    Pax

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  11. ARPAS: ti ripeto dei concetti SEMPLICISSIMI già espressi.

    Non nego che i carismi possano averli anche i laici e che anche i laici possano parlare di Cristo, ma l'INTERPRETAZIONE della Parola di Dio spetta alla CHIESA. E se la Chiesa dice, ad esempio, che i metodi naturali sono leciti se non usati per chiudersi alla vita, KIKO non può dire una cosa diversa. KIKO non può inventarsi nulla.
    Se la Chiesa dice che il peccato è, sì, adoperato da Dio come strumento di conversione, così come la Passione di Cristo, ma NON è necessario, se Kiko dice che è necessario, è un ERETICO.
    Nella Passione di Cristo ciò che salva NON è il peccato dei suoi torturatori e uccisori, ma è l'offerta di Cristo.

    Lo zelo nel predicare non è sintomo di ortodossia. E' ciò che si predica che conta.
    Anche i Testimoni di Geova sono dei super predicatori, solo che sparano boiate, un po' come Kiko.

    I frutti? Se tu mi porti esempi (tutti da verificare) di famiglie "salvate" dal Cammino, tanti ex camminanti ti possono portare esempi CERTI di famiglie SFASCIATE a causa del Cammino.
    Se tu mi porti un camminante pieno di gioia, io te ne porto due disintegrati dal Cammino. I dati vanno INTEGRATI per avere una visione soddisfacente.

    I frutti, inoltre possono essere buoni e cattivi. E i frutti buoni possono essere naturali o soprannaturali.
    Dice san Paolo che i frutti dello Spirito, cioè i frutti buoni soprannaturali, sono: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Cio amore di Cristo, gioia di Cristo, ecc.
    Sono un tutt'uno: se uno millanta amore ma mancasse di PAZIENZA, BENEVOLENZA, MITEZZA, ma fosse un collerico, non possiede il frutto dello Spirito.
    Adesso io non pretendo la perfezione, ma i famosi scatti di collera da indemoniato di Kiko non depongono a suo favore. Così come la sua sgarberia, la sua supponenza, il suo egocentrismo.

    Certamente il frutto dello Spirito come conseguenza avrà le opere e lo zelo, ma allora sarà uno zelo per Dio e non per sé, per la CHIESA e NON per il CAMMINO.
    Il Cammino, in tal caso, rappresenterebbe solo uno strumento niente affatto necessario.

    Dici che è bello e commovente vedere laici impegnati. Giusto. E dici che i sacerdoti dovrebbero vegliare su di loro perché non diventino guru.
    Ma chi è la guida spirituale che veglia su Kiko? Don Pezzi? Non farmi ridere!
    Se don Pezzi fosse la guida spirituale di Kiko sarebbe aberrante. Praticamente Kiko si farebbe guidare in modo simile a come un ventriloquo si fa guidare dal suo pupazzo! Quasi da scomunica!

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  12. Risposte
    1. È il solito neocatekiko - sempre lo stesso - che ogni settimana cambia nickname e profilo e crede di convertirci a Kiko a suon di lenzuolate di copia-incolla prese da Facebook.

      Ora il ragliante Arpas ha scoperto non solo che il citato p.Montecalvo aveva pubblicato il suo testo anche fuori da Facebook, ma che può anche cancellare i propri commenti... illudendosi così di aver eliminato per sempre la fonte delle sue figuracce, e senza sapere che restano comunque nell'archivio di questo blog.

      Vedi, il problema fondamentale di coloro che vengono addestrati al kikismo-carmenismo è che si illudono che la verità e l'errore abbiano gli stessi diritti, cioè che in una discussione avrebbe ragione non chi dice il vero ma chi grida più forte, che sarebbe vero non ciò che è vero ma solo ciò che viene esibito più elegantemente.

      Per questo nella "spiritualità neocatecumenale" la menzogna e l'inganno sono considerate azioni sante, qualora servano a difendere il prestigio del Cammino e della sua gerarchia - pur sapendo chi è il Padre della Menzogna - e chi osa pensare al di fuori degli schemi preconfezionati subito si vede aggredire con: «tu giudichi!»

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  13. Non ci avevo fatto caso Arpas. Hai eliminato il tuo commento. Non dirmi che ti abbiamo messo in crisi e non sei più tanto sicuro che "il cammino mi ha fatto tanto bene...mi ha dato zelo per evangelizzare e di amare la Chiesa..."
    Oppure qualcuno ti ha tirato l'orecchio e ti ha detto: "ma perchè non ti stai zitto...cancella...cancella"
    Sei proprio un monello incorregibile!

    Pax

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  14. Kethuba? Cos'è? Ho fatto una brevissima ricerca in internet e ho capito di cosa si tratta. Rubare a mani basse come fa il cammino di simboli e usanze ebraiche è una grandissima mancanza di rispetto per gli ebrei ortodossi. Grazie al cielo ne sono uscita
    Alice de'

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