domenica 25 agosto 2019

Celebrazioni neocatecumenali: inutili intermezzi fra un annuncio e l'altro?

Io ultimamente soffro della fobia, e non saprei dagli un nome, degli annunci post celebrazioni. 
Comincio a pensare che le celebrazioni neocatecumenali siano un inutile intermezzo tra un annuncio e l'altro. 

Neocatecumenali:
giochi di ruolo 1
Perché è negli annunci post celebrazioni varie che il cammino dispensa gli ordini, reccoglie soldi, organizza, …. 
Quindi che sia dopo una messa o una celebrazione infrasettimanale, gli annunci prendono un posto sempre più ampio ed importante. 

A volte durano delle mezz'ore: e fai questo, raccogli quello, cucina per tizio, vai a prendere caio all'aeroporto, ospita sempronio di qualche comunità estera a casa tua, poi organizza celebrazioni in hotel, .... 

Appena finisce una celebrazione ormai ho la tentazione di fuggire a gambe levate, ma vieni immediatamente ripreso, e comincia la lista del da fare, interminabile, insostenibile. Si torna a casa distrutti, sempre di più.

(da: M.A.)


Neocatecumenali:
giochi di ruolo 2

@M.A.:

Ricordo bene quello che dici sulle comunicazioni del dopo "celebrazione".
Ricordo che le persone all'inizio del cammino si dividevano in due categorie :
I "volontari" e i "fuggitivi".

Con il tempo la categoria dei volontari era sempre più esigua mentre quella dei fuggitivi era sempre più corposa.

Ad un certo punto il responsabile, sicuramente imbeccato dai catechisti (non muoveva un passo senza il loro beneplacito) ha trovato un modo di contrastare l'avanzata dei fuggitivi. 
Affidava i compiti alle persone segnandosi i nomi e in caso di problemi imponeva ai depositari del compito assegnato di trovarsi un sostituto. 
Neocatecumenali:
giochi di ruolo 3

Qualche volta il sistema funzionava, altre volte i fuggitivi si inventavano le scuse dell'ultimo minuto più inverosimili per giustificare l'impossibilità di trovare un sostituto, mettendo nella peste il responsabile.

In una comunità con molti anni di cammino ci sono persone che si sono specializzate nell'arte di evitare i compiti gravosi, esiste una lotta infinita tra catecumeni per evitare le rogne. 

E una lotta inversa e contraria per accaparrarsi i compiti più stimolanti o semplicemente che garantiscono più potere o maggiore visibilità.
Una guerra tra poveri in cui sono permessi tutti i tipi di colpi specialmente quelli bassi. 

(da: LUCA) 

18 commenti:

  1. Conosco un prete che in passato è stato molto coinvolto dal Cammino (che non ha mai ripudiato) che dice che non bisogna ricorrere alla giustizia ordinaria dello Stato.
    Non lo ha detto per dei casi particolari, ma come REGOLA GENERALE.
    Eppure la DOTTRINA della Chiesa NON dice questo! Il Catechismo della Chiesa non riporta nessuna proibizione generale in tal senso. E tanti manuali di morale, forse un po' datati, ma CHIARISSIMI, che trattano di casistica, ammettono che, per giusti motivi, ci si possa servire delle strutture della giustizia statale.

    Dico questo perché il Cammino è tutto un susseguirsi di regole non necessarie e a volte anche contrarie alla Dottrina della Chiesa che comportano, quasi di conseguenza, il dare poca o nessuna importanza a norme ecclesiali anche di notevole importanza.
    E questo è un ostacolo alla fede, che deve liberare e non opprimere.

    La fede è un bene prezioso, che non è scontata se non facciamo la nostra parte per mantenerla. Anzitutto con la preghiera, certo, ma anche evitando tutto ciò che la ostacola. Allora sì che si può dire che Dio non ci farà mancare il suo straordinario aiuto.

    Il PAPA, nell'esortazione apostolica GAUDETE ED EXSULTATE (n. 59) scrive:
    "San Tommaso d’Aquino ci ricordava che i precetti aggiunti al Vangelo da parte della Chiesa devono esigersi con MODERAZIONE «per non rendere gravosa la vita ai fedeli», perché così si muterebbe la nostra religione in una SCHIAVITU'"

    NB: San Tommaso, e il Papa che lo cita in un documento di Magistero, dicono che le norme ecclesiastiche, quelle della Chiesa, non devono essere troppe.
    Ma le regole INVENTATE di sana pianta da Kiko e Carmen non sono certo regole ecclesiatiche! Sono numerosissime e vanno ad aggiungersi alle regole ecclesiastiche.
    Come le regole dei farisei.
    A chi gli sta bene, vuol dire che essi sono importanti come la norme della Chiesa e forse più.
    Con la FEDE non c'entrano nulla e, anzi, la ostacolano, ma evidentemente danno una sicurezza tutta UMANA, simile alla sicurezza che danno le sbarre di una gabbia a un canarino che non ha mai conosciuto la libertà

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    1. Un paio di precisazioni.

      Ho parlato de regole, mentre il post parla di COMPITI. Ma anche i compiti, quando sono tanti e complessi, cioè che richiedono del tempo anche per organizzarne lo svolgimento, sono una forma di attivismo che si oppone alla spiritualità. Oltre a essere spesso espressione di REGOLE inutili e dannose.

      Di regole più specifiche, come quelle che un direttore spirituale può CONSIGLIARE all'anima che guida, ci possono stare, ma non devono essere a discapito di quelle della Chiesa, devono liberare e non opprimere, non devono INQUINARE la fede...

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    2. Come al solito la spiegazione sta nel fatto che i kikos pretendono di sembrare "più cristiani dei cristiani".

      Al di là del fatto che i capicosca del Cammino (e i loro pasqualonici emuli raglianti) sono facili a minacciare azioni legali contro chi svela qualche segreto della setta (specialmente i kikos dotati di un titolo di studio in legge), resta il fatto che l'unico motivo per non rivolgersi ai tribunali laici è quando la questione da dirimere è ecclesiastica o addirittura teologica (piccola parentesi: su questo blog siamo stati spesso minacciati di azioni legali per aver fatto notare che sono eretici il Cammino e i suoi fautori - ovviamente senza alcun sèguito).

      Il paradosso è che nel Vangelo la figura del giudice è quella più severamente trattata, e che non ci vuole chissà che fede per capire che il sistema giudiziario laico - specialmente oggi in Italia - non è esattamente il massimo dell'affidabilità e della celerità (che è anche il motivo per cui anche l'innocente teme la minaccia di un'azione legale).

      Sì, il Cammino è un susseguirsi di regole non necessarie (che Nostro Signore chiamò sprezzantemente «precetti di uomini»: cfr. Mt 15,7-9), attutite solo dall'ipocrisia (pilastro fondamentale del Cammino: dopotutto i farisei ti impongono sempre i pesi che loro non vogliono toccare neppure con un dito).

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  2. LE CELEBRAZIONI PREFERITE DA KIKO & COMPANY SONO LE OPERAZIONI FINANZIARIE E LE SPECULAZIONI EDILIZIE

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  3. Nell'epoca dei social e degli smartphone, quando gli accordi per le questioni logistiche tipo "chi va a prendere tizio all'aeroporto" possono essere presi comodamente in qualsiasi momento senza appesantire il post-celebrazione, l'allungarsi degli annunci non può che essere un modo per far rientrare nell'alveo del "culto dovuto a Dio" l'adempimento dei crescenti obblighi che vengono addossati alla comunità.
    Per assurdo, dopo aver predicato con convinzione che basta la fede, che nessuno deve fare il primo della classe per sentirsi più buono, che chi fa il caritatevole ha già ricevuto la sua ricompensa, ci si accorge che il "sola fede" valeva solo per ciò che non concerne gli obblighi legati al cammino, questi ultimi sì, necessari, che sono andati comodamente a sostituire ciò che nella dottrina cattolica si intende per "opere".
    In questo modo peculiare in cammino viene a ricostruirsi il binomio cattolico "fede e opere": fede nel cammino ed opere per il cammino; con il piccolo particolare che, mentre prima, per il cattolico della domenica, sia la fede sia le opere erano un aspetto privato della propria vita spirituale, che solo Dio avrebbe infine pesato e rimeritato, ora queste sono diventate un obbligo comunitario, decise da catechisti o altri fratelli e, sempre da costoro, pesate e valutate.
    Da ciò nasce il senso di soffocamento, la fobia e il desiderio di fuga di coloro che si sentono ormai intrappolati.
    Ah, prevengo i commenti dei soliti pasqualoni: in cammino si è liberissimi di praticare la carità personale.
    E come no? Liberissimi: nel tempo che avanza, con i soldi e le forze che avanzano, sempre che un catechista non decida che lo stai facendo per lustro personale o altro di non ammissibile, perché allora può comunque esserti proibito.


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  4. Ricordiamo ai gentili troll che questo spazio commenti non è il muro da imbrattare a disposizione dei vandali di passaggio - e che anche qualora i kikos riuscissero a silenziarci, "parlerebbero le pietre". La verità non si cancella mettendo a tacere chi la dice.

    La fede è accessibile anche ai semplici, e non c'è bisogno di un "itinerario" ultratrentennale di preparazione per diventare cristiani e finalmente (si fa per dire) accedere alla parrocchia. Il Cammino è zeppo di errori e va corretto drasticamente. Non è che uno guarisce dalle malattie fingendo di non sapere di essere ammalato.

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    1. PPPOPHHHHUUUUUAAAAAAAAAA

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    2. Ecco la grande soddisfazione per uno dei gentili troll sopracitati: svegliarsi al mattino e correre su questo blog a scaricarvi tutta la propèria capacità di ragionamento. Debitamente "circonciso nella ragione", non sa cos'altro scrivere.

      Nel Cammino gli hanno insegnato a svicolare, a estenuare gli interlocutori con mille sofismi preconfezionati, a scappare quando le cose si mettono male, e soprattutto a non ragionare: la ragione - così come la fede - è sufficiente a "distruggere il Cammino", cioè a distruggere tutto il castello di menzogne propugnato senza sosta da Kiko e Carmen a danno delle anime.

      Un normale fedele cattolico, di fronte a questioni che riguardano la sua fede e io suo stesso percorso spirituale personale, tenterebbe quantomeno di capirci di più.

      Per capirci: se uno mi dice che la fede cattolica è sbagliata, gli rispondo con uno sbadiglio poiché non sta argomentando. Ma se uno mi dice che la mia spiritualità è inquinata perché do troppo spazio (o troppo poco) ad un determinato aspetto, cerco di capire cosa intende dirmi, perché in qualità di cattolico mi interessa credere di più (gli stessi Apostoli chiesero al Signore: «aumenta la nostra fede» - cfr. Lc 17,5-6), mi interessa capire il motivo per cui qualcuno ritiene di aver scovato un problema o un limite nella mia spiritualità.

      Esattamente per questo motivo i kikos vengono addestrati alla superbia di considerarsi (e talvolta addirittura proclamarsi) i migliori, cioè di non aver nulla da capire, nulla da correggere, nulla da imparare. Non devono farsi domande, perché capirebbero che il Cammino contiene numerosi e gravi errori. Non devono desiderare di crescere nella vera fede, altrimenti capirebbero che quella propugnata dai «nuovi falsi profeti» Kiko e Carmen è falsa oltre che eretica. Perciò nelle eventuali discussioni devono sempre partire dal presupposto che solo i loro cosiddetti "catechisti" (e il loro supremo super-catechistone Kiko) possono insegnare o correggere: nessun altro - neppure il Papa e i vescovi, nemmeno i santi, men che meno un qualsiasi fedele cattolico - può mai far notare loro un errore o svarione.

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    3. p.s.: a giudicare dalla cartella "spam" dove finiscono (quasi sempre automaticamente senza neppure intervento dei moderatori, visto che provengono sempre dagli stessi indirizzi I.P.) i commenti come quello delle 8:08, ci chiediamo come mai certi kikos siano così ossessionati da questo blog da averlo consultato a tutte le ore del giorno (e della notte) anche nel mese di agosto. Stanno tutto il giorno su questo blog cercando uno spiraglio per vomitare odio (e poi chiamano "odiatori" noialtri, sia qui che su Facebook e altrove).

      In fondo in fondo, in cuor loro, lo sanno di aver torto, e nello sputare fuoco e fiamme qui e su Facebook e altrove, tentano di convincere sé stessi di aver ragione, ma il "tarlo" del dubbio su Kiko e sul Cammino dentro di loro continua a lavorare senza sosta. Più sbraitano, più si accaniscono, e più significa che sentono vicino il momento in cui inevitabilmente e liberamente riconosceranno che il Cammino è una truffa imbottita di eresie e i suoi più alti propugnatori sono eretici e in malafede.

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    4. Alcune persone sono contente di essere truffate.
      Anzi, non si può neanche chiamare truffa quando c'è accondiscendenza, ma COMPLICITÀ,
      un accordo tacito, come di quelli commerciali illegali o immorali:
      tu, piccolo essere per noi insignificante (che noi "capi NC" disprezziamo più o meno apertamente a seconda del tuo conto in banca) ci CONSEGNI tutta la tua vita (nell'OBBEDIENZA a NOI), decisioni, affetti e COSCIENZA e in cambio noi PROVVEDIAMO (ecco perché si parla tanto di "provvidenza" nel CN) a sollevarti da qualunque sforzo di discernere 1 situazione, obbligo morale verso le persone che dipendono da te, problemi economici, rischio di solitudine, scrupoli di coscienza.

      "Stai nella comunità , obbedisci ai catechisti " e non avrai più nessun problema .. la FATICA di VIVERE lasciala a quelli "fuori"!

      Anonimo 08:08,
      qndo alla fine della tua vita ti sarà chiesto come mai tu, Battezzato, hai gettato alle ortiche questo Dono e questa Dignità .. risponderai in modo così succinto?

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    5. Riguardo ai problemi economici, non sarei così sicuro. A mio parere i responsabili aiutano solo certi fratelli, quelli che gli stanno più simpatici, e il loro giudizio è insindacabile e inappellabile.

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  5. Piccolo off-topic: ho trovato un interessante articolo sul curato d'Ars mentre cercavo una fonte sulla notizia che in Italia i sacerdoti sono meno dei commercialisti (e dei dentisti, degli psicologi, dei maghi...).

    Le cose che dice contro il clero moderno valgono tutte specialmente per i presbikikos. Se dei presbikikos accidentalmente parlassero bene del curato d'Ars, sarebbero immediatamente smentiti dai fatti e dimostrati come perfetti ipocriti. Se un presbitero R.M. comincia a prendere sul serio la propria missione sacerdotale, esce dal Cammino.

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    1. Ricordiamo anche che in qualità di cattolici, noi desideriamo la fede della Chiesa. Per questo i tipici kikos pensano che il santo curato d'Ars non abbia nulla di concreto da dire alla loro fede (e ancor meno alla loro liturgia...).

      Chi insegna ambiguità o addirittura eresie, come Kiko, non può essere considerato né profeta né maestro, ma solo uno che persevera nell'errore. Chi lo segue diventa eretico di fatto, perché tra la fede della Chiesa (garantita dalla successione apostolica e dall'esempio dei santi) e quella del santone autoproclamatosi "iniziatore", preferisce quest'ultimo.

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    3. Confermo la devozione (a parole) verso il curato d'Ars.
      Ho potuto vedere anche un girotondo danzato davanti alla sua salma, più di così...

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    4. Perché qualcuno dei NC che seguono qsto blog e hanno qsta devozione, non condivide i motivi per cui ammira qsto Santo?
      A me interesserebbe conoscerli.

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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