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Nei suoi autoritratti, Kiko si autorappresenta come il Redentore: non vi "risulta"? |
Quante volte abbiamo sentito questa frase, che denota ipocrisia, ingenuità, arroganza.
Ingenuità: credere che se XYZ è una "prassi invalsa", allora è giustificata "sicuramente" da qualcosa. Ma questo è un errore madornale. Equivale a dire, alla vittima di un furto, che dopotutto oggidì i ladri vanno rapinando qua e là, "è una prassi invalsa", cioè che quel furto è "sicuramente" giustificabile, "non mi risulta che sia proibito". Che quindi, se nel Cammino è "prassi invalsa" l'obbligo di versare la Decima, allora la Decima sarebbe ben fondata, accettabile, giustificata, anche se la Chiesa Cattolica non la chiede, non la impone, non la consiglia, non la raccomanda, non la nomina neppure come possibilità per i cattolici di oggi (ed infatti la Decima non è prevista nemmeno dallo Statuto del Cammino: ve la fanno pagare e basta!). La Chiesa si limita a dire che tutti siamo chiamati alla carità, ciascuno secondo la propria libertà, e a raccomandare alcune prassi minime (come ad esempio l'offerta per le intenzioni di Messa) solo allo scopo di evitare abusi.
Invece nel Cammino hanno dovuto esasperare la rappresentazione di un problema dell'animo umano (l'attaccamento ai soldi) per giustificare l'esazione fiscale della Decima (come se quell'attaccamento svanisse solo se paghi il "pizzo" al Cammino).
Ingenuità: credere che se XYZ ha un nome elegante, allora è qualcosa di elegante, bello, desiderabile. È un errore madornale in cui ci cascano solo i bambini. Ed equivale a dire, alla vittima di un furto, che non è stata una rapina ma solo un "esproprio proletario". Immaginate la voce fantozziana della vittima: "ah, ma allora cambia!" Così come le Decime vengono estratte dalle tasche dei fratelli a suon di ricatti morali ("fa' un'elemosina che ti faccia sanguinare il cuore!", "un tesoro in cielo!", "sei troppo attaccato a Mammona!", "vi dovete provare sui beni!"...), allo stesso modo i neocatecumenali definiscono pomposamente "liturgia" quella che invece è solo una carnevalata autogestita, chiamando pomposamente "Decima" l'esazione di una tangente del dieci per cento del tuo reddito mensile, qualificando pomposamente "evangelizzazione" il tentativo di impiantare nuove comunità kikolatriche di Paganti Decima: sono tutte menzogne, sono tutti paroloni altisonanti che non rendono né giuste, né serie, né valide, né legittime, né eleganti tali iniziative.
Ipocrisia: se non so o se fingo di non sapere ("non mi risulta! mai sentito!"), allora non esiste. L'ipocrisia è un requisito essenziale per poter far bene il Cammino. È come fingere di non vedere che la spia della riserva è accesa: "bof, questo benzinaio non mi piace, proseguiamo il viaggio". Ma la spia della riserva - o, se volete, le critiche al Cammino - getta luce sul problema, ti avverte proprio per consentirti di risolverlo prima che sia troppo tardi. Il far finta di non sapere, il fare i finti tonti, dimostra che c'è una forte volontà di non risolvere i problemi, pur sapendo che esistono quei problemi. L'ipocrisia è uno dei pilastri fondamentali del Cammino: se stai soffrendo a causa del Cammino, è perché ti rifiuti di essere ipocrita, ti rifiuti di mentire a te stesso o agli altri, ti rifiuti di fingere.
Coppone-insalatiera
"designed by Kiko":
nella liturgia onorano KIko,
non Nostro Signore
Ipocrisia: sto facendo / ho fatto il Cammino, dunque ne so più di te. Questa è un mix di ipocrisia e arroganza. C'è l'ipocrisia del credersi più informati solo perché si è membri di... di una setta che sugli "arcani" e sui "segreti" ci ha costruito un intero sistema. "Non chiedere cosa verrà dopo!" (Non sia mai che tu scopra le bidonate che riceverai, non sia mai che tu venga a conoscenza delle porcherie che ti aspettano). E poi c'è l'arroganza del pretendere che tu, che non hai fatto le mie stesse "tappe" nella mia stessa "comunità", non possa essere al corrente di cosa c'è nel Cammino. È lo stesso che dire: "per maturare un giudizio sulla droga occorre drogarsi".
Arroganza: anche se so che dici la verità sul Cammino, mi rifiuto di ascoltare, e uso il "non mi risulta" come alibi. Se un fratello del Cammino avesse a cuore la verità, prenderebbe in considerazione anche le critiche al Cammino per capire quanto c'è di vero, per capire cosa bisogna correggere del Cammino.
Noi cattolici difendiamo la nostra fede ricorrendo alla verità. I neocatecumenali, per difendere la loro fede in Kiko, ricorrendo alla menzogna, all'arroganza, al fintotontismo del "non mi risulta", "non puoi capire", "non hai fatto esperienza del Cammino"...
Innanzitutto, ben tornati! E poi post meraviglioso, grazie Tripudio. Comunque gli eretici neocatecumenali stanno portando avanti il loro blog
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