mercoledì 24 ottobre 2018

Nel Cammino Neocatecumenale non c'è più traccia di amore né di unità

Riportiamo due contributi, non collegati l'uno all'altro direttamente ma postati a commento del medesimo articolo.

Il nocciolo di ambedue i brani, il primo di un neocatecumenale "con un piede dentro ed uno fuori" il secondo di Dorothea D., che il cammino lo conosce dall'esterno avendo avuto in parrocchia degli educatori di estrazione neocatecumenale, è la constatazione della difficoltà, o meglio, l'impossibilità del cammino di fare su di sé una qualsiasi analisi né tantomeno di emendarsi.

Dalle loro analisi parallele, una, quella del lettore nc, molto sofferta, perchê vissuta ancora dal di dentro, l'altra, come sempre acuta e graffiante, quella di Dorothea, emerge la descrizione di una associazione completamente auto-referenziale, nella quale le promesse di crescita spirituale degli inizi sono state ampiamente tradite e all'interno della quale si rimane per "appartenere a qualcosa più che a Qualcuno".
L'immagine che ci viene in mente è quella della casa non fondata sulla roccia, che presto collasserà, con grande danno di coloro che non sono stati capaci di uscirne in tempo.


Buongiorno,
io sono un camminante con un piede dentro e uno fuori da ormai molti anni. Il cammino all'inizio è stato uno strumento attraverso il quale ho imparato a conoscere la parola di Dio e di conseguenza anche me stesso. Scoprire come la parola di Dio potesse svelare una luce sulla mia vita era sorprendente. Ero molto giovane e non sapevo nulla di liturgia, tradizione ecc. All’inizio venivo aiutato a chiedermi “chi era Dio per me” e “che senso avesse la mia vita”. Oggi mi viene chiesto se “do la decima” e se “frequento le celebrazioni”.

Dell’amore e dell’unità non se ne vede traccia, di cristiani adulti anche meno.
Mi si potrebbe obbiettare che ho la mia immagine di cammino. In sincerità ormai non penso più.
Ma la fede non è forse credere anche quando le cose non sono chiare, anche quando non le dominiamo del tutto con la ragione e l’intelligenza .

Dall’altra parte la fede non nega l’intelligenza. L’intelligenza mi fa guardare il senso di appagamento nei fratelli che partecipano al CN, appagamento che viene dal senso di appartenenza a qualcosa più che a Qualcuno. 

La gerarchia dovrebbe aiutare il discernimento su questo. L’approvazione degli statuti e dei direttori corretti, sebbene con tutte le ombre che avete più volte evidenziato, vanno innegabilmente nel senso di appoggiare l’esperienza del CN, dall’altra parte le sofferenze di molte persone causate dal cammino sono altrettanto innegabili. 

Queste solo alcune delle considerazioni che in molti anni ho maturato.

Rimango profondamente confuso.

(Lettore neocatecumenale)

_._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._._

Nel sentimento di appagamento dell'esperienza nel Cammino quale conferma della sua bontà, io ci vedo invece dei grossi pericoli: non in tutti i casi, certamente, ma spesso i camminanti trovano appagati, invece che sanati, dei desideri insalubri che sono la conseguenza di una via di Fede deviata, o il sintomo di una situazione malata precedente, magari la stessa che li ha portati in Cammino e che non si è mai sanata bensì trasformata in un'altra ugualmente malata.

Mi riferisco, per esempio, al desiderio smodato di controllare e comandare o a quello di obbedire e di essere irresponsabili, al desiderio di essere "qualcuno" o "qualcun altro", così come alla voracità insana di confidenze intime esagerate e di provare sentimenti forti, là dove la Fede e le sue opere sono invece possibili anche senza "sentire" assolutamente niente. Si tratta sempre di cose né buone né cattive in sé, se giustamente inquadrate, il problema è che nel CNC sono mal dirette.

Quel che loro chiamano "appagante esperienza di Dio", in uno scrutinio condotto come si deve, risulterebbe essere ebbrezza da appagamento di desideri "stolti", specialmente per quelli che non riescono a vivere la Fede se non in comunità! Dio è anche fuori dalla comunità, ma loro non Lo riconoscono perché non è veramente Lui che cercano.

Il CNC, chiuso com'è, kikocentrico, riottoso allo scrutinio esterno, come può giudicare se stesso? Con quali parametri? Io credo che non ne abbia i mezzi. Già il fatto di sapere che i sommi capi proteggono dei violentatori di bambini dovrebbe produrre, in una associazione cristiana sana, una rivolta, una richiesta di giustizia, un'emorragia di iscritti. Non succede niente? Sono contenti così? Ma di cosa, mi chiedo? Per non parlare delle disubbidienze alla Chiesa, delle violazioni dei Sacramenti, eccetera eccetera. ...il CNC è privo (strutturalmente) degli strumenti per decidere se il CNC porta veramente a Dio, piuttosto che a se stesso.

Per questi motivi ogni volta che qualche camminante giustifica la bellezza del Cammino con aria infatuata e voce profetica piena di soddisfazione, mi assale il sacro terrore davanti ad un automa, le cui parole cozzano contro tutta una serie di evidenze contrarie, sia della persona stessa che di tutto il movimento a cui essa appartiene. I camminanti dubbiosi da questo punto di vista sono secondo me molto molto più fortunati di una buona parte di quelli che frequentano contenti e senza dubbi.

(Dorothea D.)

25 commenti:

  1. Molto bello leggere questi due commenti che si esplicitano l'uno con l'altro.

    Fa bene collezionare conferme.
    Kiko, quando si definisce da solo, cosa non opportuna, quando si autoconferma, sciorina sempre i cd. "frutti" del cammino, i fantomatici "fatti concreti" che lo legittimano.

    Quanto scritto nei due commenti - esperienze di persone concrete - solleva più di un dubbio. Se lo si affianca, poi, a quanto - ed è tantissimo! - di "esperienze concrete" si è collezionato solo in questo Blog, il cammino di Kiko e Carmen ne esce molto malconcio, devastato.

    Riprendo dal primo commento per avallare con la mia esperienza una dinamica ben nota, che si attiva ogni volta che qualcuno dà a vedere i primi deboli accenni di un pensiero personale, partorito con la propria testa.

    La citazione è questa:
    _______________________

    Mi si potrebbe obbiettare che ho la mia immagine di cammino. In sincerità ormai non penso più.
    Ma la fede non è forse credere anche quando le cose non sono chiare, anche quando non le dominiamo del tutto con la ragione e l’intelligenza .
    _______________________

    Grande punto di domanda che si pone il nostro Anonimo in cui ci identifichiamo e che si definisce "confuso".

    Due aspetti che ho vissuto anche io:

    "Tu hai la tua idea (immagine) di cammino".

    Così ti apostrofano. Tentano di chiuderti la bocca sul nascere, insinuano in te un dubbio, più di uno in verità, con questa frase solo apparentemente innocua:

    1° dubbio: Sei un superbo, presuntuoso

    2° dubbio: Che è correlato al primo: tu hai la tua idea del cammino, ossia, pretendi di sostituirti a me che sono ispirato e ti dico che il cammino è così e basta. Che sollevi a fare questioni, se io ti dico che problemi non ce ne sono?

    3° dubbio: Che con sé sotterra in un sol colpo i due precedenti. Il più devastante:

    LA FEDE E' CREDERE NELLE COSE CHE NON HANNO EVIDENZA, CHE SUPERANO RAGIONE E INTELLIGENZA.

    Qui c'è l'uso strumentale che Kiko fa della catechesi sul Padre della Fede Abramo, per chiudere il cervello di chi gli si pone davanti con domande.
    Perché lui, Kiko, alle domande NON è in condizione di rispondere.

    Ora, chi può contestare la valenza del "modello" di Fede che è il Patriarca Abramo?

    Un solo problema: Abramo aveva Dio di fronte a sé; tu ti ritrovi Kiko che ti richiama a una fede cieca nelle SUE parole, nella SUA. ispirazione. AD ESSA tu non devi opporre alcun ragionamento. Se ti risulta impossibile NON pensare ti dice: "Il tuo cervello è il tuo Isacco. Portalo sul Monte Moria e sacrificalo a ME".

    Pax

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    1. Cara Pax permettimi di dissentire quanto da te riportato, pe lo meno solo in parte.
      Dio “passa” a volte nella colonna di fuoco, a volte nella nube, a volte nel vento leggero. Può apparire nelle parole di Kiko? Sicuramente e, personalmente, penso che ciò sia successo molte volte. Il problema è che Dio “passa”, la sua parola mette in movimento. Nel cammino ho incontrato questa parola che ha messo in movimento la mia vita ma oggi mi sembra di assistere ad un omologazione non solo di parole, le quali di per sé sono un veicolo che permette di esprimere un pensiero, alcune lo fanno meglio di altre, chi non ha mai usato una citazione di un poeta che riusciva ad esprimere al meglio ciò che veniva provato in un certo momento. Nel cammino invece assisto ad un’omologazione di pensiero espressione di un “bastare” e un “bastarsi”, chissà se è dovuta all’età avanzata dei catechisti itineranti responsabili, vedi i continui richiami a quella che sembra stata l’età aurea del cammino, o magari alla paura ad uscire e paradossalmente a “camminare” e all’allontanarsi da quanto conosciuto. Il cammino alla fine, a mio modestissimo parere, si è trasformato nella tanto vituperata pastorale di conservazione delle catechesi iniziali. La mia domanda è se saprà rinnovarsi, quello sarà sicuramente un passaggio del Signore.
      Lettore confuso

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    2. Ma alla fine Dio, che è il padre della Carità e della Misericordia, non permette il sacrificio di Isacco.
      Nel cammino, delle "origini" del cristianesimo, nessuno blocca nessuno e nessuno dice una parola, quando un esaltato di catechista-laico-talebano chiede, anzi ordina senza appello a quel poveraccio che gli capita tra le mani di circoncidere la ragione e l'intelligenza, se vuole rimanere nella nuova Chiesa perfetta del cammino neocatecumenale.
      LUCA

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    3. Lettore confuso: come ho scritto sotto, nel momento in cui ci si accorge che qualcosa, che magari all'inizio ci ha avvicinato a Dio, ora ci sta frenando, è il momento di cominciare a ritirare l'ancora e di salpare verso altri lidi.
      In fondo è l'esperienza che abbiamo fatto quasi tutti, e non tutti in modo drammatico. Tengo a precisare che ciò che diciamo oggi del Cammino equivale a ciò che abbiamo concluso dopo più o meno lunga riflessione: non avremmo certo potuto pensarlo quando, pur nella confusione interiore, lo frequentavamo. Come spesso succede, certe esperienze vanno valutate a mente fredda e mettendo un po' di distanza, temporale ed emotiva, fra noi e loro.

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    4. Cara Valentina,
      quanto riporti è probabilmente corretto in teoria, ma nella pratica è molto più complesso perché il semplice fatto che qualcosa “non torni” non può essere un elemento discriminante visto che il giudice ultimo di questo “qualcosa” saremmo noi e negli anni ho imparato a diffidare delle mie sensazioni. D’altronde lo dimostrano le tue parole “che magari all'inizio ci ha avvicinato a Dio, ora ci sta frenando, è il momento di cominciare a ritirare l'ancora e di salpare verso altri lidi”. Il vostro permanere su questo blog, magari a distanza di molti anni dimostra che certi lidi non sono stati ancora lasciati, malgrado una certa nettezza nell’affermare quanto apparentemente ormai sia per voi tutto chiaro (solo spirito di servizio alla chiesa?).
      Lettore confuso

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    5. "Spirito di servizio" a se stessi, Lettore ..
      alla propria persona di cui siamo chiamati a prenderci cura nella completezza delle sue componenti, soprattutto quella spirituale.

      Se non GIUDICHIAMO le nostre esperienze è come non le avessimo fatte, non ci insegneranno mai niente.

      Forse delle "sensazioni" è bene diffidare, ma non del cuore, cioè della coscienza, una coscienza retta però, in cui si lascia parlare Dio e lo si ascolta. Diceva don Benzi che se si vive un rapporto quotidiano e personale con Gesù finisce che "la tua coscienza è Cristo".

      Non è stato il "Cammino" che all'inizio ci ha "avvicinato" a Dio, è stato Dio ad attirarci a sé e il nostro cuore a rispondere, perché desideroso e assetato .. bisognoso, fiducioso e, per alcuni, anche ingenuo .. Di ciò ha approfittato il sistema "cammino", si è INTROMESSO nel VERO cammino di avvicinamento tra noi e Dio.

      Non è il cammino che all'inizio era "buono", diverso .. e poi è cambiato .. siamo noi, che all'inizio eravamo diversi, fiduciosi appunto, ben disposti .. e forse senza accorgerci, a poco a poco siamo cambiati, adattandoci (forse anche facendoci violenza), a quel sistema che appariva come ancora di salvezza nei problemi della vita, garanzia per il futuro.
      La via "facile" dell' "obbedienza" .. ché ci toglieva la responsabilità di decisioni secondo coscienza, appunto.

      Non è il cammino che all'inizio era "diverso", eravamo noi a essere diversi e ora, grazie a Dio, non siamo più disposti a soffocare la Sua voce in noi e vogliamo tornare a essere come eravamo, per ripartire (dopo tutto il tempo perso col CN), perché solo essendo AUTENTICI possiamo avere la gioia di un vero incontro (che non è mai 1 volta per tutte ma riaccade .. solo in qsto senso posso intendere che il Signore "passa" ..), col vero Signore (sto parlando al plurale ma parlo per me) .

      Liberarsi da 1 condizionamento però richiede tempo e non basta dire NO al male 1 volta sola, perché il male non si stanca mai, torna sempre all'attacco, agendo sulla memoria e sulle ferite subite e perciò è importante ribadire sempre la verità che si è scoperta, fare sempre maggior ordine e chiarezza dentro di sé. Se poi ciò può essere utile ad altri (come infatti a me è utile ciò che qui si scrive) è una gioia condivisa.

      Un augurio a te.

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    6. Grazie Roberta per la tua testimoniaza... ho da riflettere
      Lettore confuso

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    7. Lettore confuso, per me è la seconda che hai detto. Non dovrebbe essere difficile a credere che qualcuno possa spendere qualche minuto del suo tempo per collaborare ad un blog cattolico, in fin dei conti le opere di misericordia spirituale sono:
      1 - Consigliare i dubbiosi 2 - Insegnare agli ignoranti 3 - Ammonire i peccatori 4 - Consolare gli afflitti 5 - Perdonare le offese 6 - Sopportare pazientemente le persone moleste 7 - Pregare Dio per i vivi e per i morti
      e in questo blog abbiamo l'opportunità di compierle tutte.

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    8. Sono contento per te che scrivere su questo blog per te sia la via per la tua santificazione.
      Lettore confuso

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    9. Non l'unica via...non è mica il Cammino! 😂😂😂

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    10. Per quanto a certi soggetti ossessionati dall'idolo Kiko potrà sembrare pazzesco, chi ha contribuito a questo blog - o anche solo riflettuto sulle verità di fede della Chiesa che qui nel nostro piccolo ci siamo tutti ostinati a ripresentare - acquisisce merito davanti a Dio.

      Lo dico senza nessun timore di poter essere realmente smentito. Lo dico soprattutto perché non è limitato alla mia opinione personale, visto che nel corso degli anni abbiamo avuto diverse testimonianze di anime che hanno aperto gli occhi grazie a questo guazzabuglio di pagine, e che anche soltanto una sola di quelle testimonianze avrebbe dato merito a questa minuscola opera.

      Se a spingerti è la sincera sete di verità, allora persino lo sfogliare un blog come questo giova alla tua anima. Se il tuo testimoniare contro il Cammino è dettato dal voler gettar luce sul quell'opera del demonio (contribuendo così ad impedire che il Cammino mieta altre innocenti vittime), allora le sofferenze che il Cammino ti ha procurato acquisteranno ulteriore valore davanti a Dio. Chi disprezza le eresie e le mette a nudo, sta con ciò stesso affermando la verità. Chi ripudia le malvage opere del Cammino, sta implicitamente curando la Chiesa da quel cancro.

      Il fatto è che questo blog non ha niente di veramente "nuovo" da dire. La forza di chi scrive su queste pagine è la propria diretta esperienza, il Magistero della Chiesa, la santa liturgia, e soprattutto l'indiscutibile realtà del Cammino, fatta di ipocrisie, inganni, menzogne, idolatria. Sono il Cammino e i suoi capicosca a creare le condizioni per cui questo blog esiste, e per cui è scorso un fiume di inchiostro per descrivere le eresie e le ingiustizie perpetrate in nome degli infernali Kiko e Carmen a danno di tanti semplici fratelli.

      Se ne accorgeranno un giorno tutti i poveracci che credevano di aver ottemperato ai comandamenti «divini»: "io sono Kiko, non avrai altro dio al di fuori di me", "ricordati che stasera c'è la decima", "non dire falsa testimonianza a meno che sia necessaria a difendere il prestigio del Cammino..."

      p.s.: come già detto un milione di volte, questo blog diventerà completamente inutile nel momento in cui il Cammino e i suoi fautori vengono scomunicati, oppure escono formalmente e volontariamente dalla Chiesa (di fatto sono già fuori), oppure si convertono alla vera fede e rinnegano tutte le eresie e le carnevalate liturgiche. In tutta sincerità, non vedo l'ora che venga tale giorno. Nel frattempo, semplicemente non posso tacere.

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  2. «All’inizio venivo aiutato a chiedermi “chi era Dio per me” e “che senso avesse la mia vita”. Oggi mi viene chiesto se “do la decima” e se “frequento le celebrazioni”».

    In altre parole: all'inizio ti illudono e successivamente ti salassano.

    Altre notizie: su Jungle Watch continuano a far notare che i kikos sostengono una candidata abortista e bugiarda, perché evidentemente c'è qualche convenienza politica per i cosiddetti "catechisti" del Cammino. Ma Kiko dice che l'ubbidienza ai catechisti è tutto, e quindi...

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  3. " Quel che loro chiamano "appagante esperienza di Dio", in uno scrutinio condotto come si deve, risulterebbe essere ebbrezza da appagamento di desideri "stolti", specialmente per quelli che non riescono a vivere la Fede se non in comunità! Dio è anche fuori dalla comunità, ma loro non Lo riconoscono perché non è veramente Lui che cercano.

    Beh sicuramente è difficile avere un'appagante esperienza al di fuori di una situazione che la favorisca (set e setting), del resto la mistica vive tutta in solitudine e di solito sdegnata del mondo , come si può vedere nel brano sottostante

    "...Il parallelo può sembrare in effetti un pochino crudo. A compensazione vengono richiamati tutti quegli episodi della mistica più estrema, come quella di Caterina da Siena che narra il suo “giubilo per la visione di se stessa nuda e affogata nel sangue, o del capo del Cristo sul suo corpo ugualmente coperto di sangue”.

    Immagino lo avese narrato Carmen senza riferimento alcuno cosa si sarebbe scatenato!

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    1. Nelle epoche di diffusione della fede cattolica, i santi meditavano la vita di Nostro Signore per approfondire di più il Mistero di Dio che si è fatto uomo. Risultato: devozione al Sacro Cuore, devozione a Gesù Bambino, e le Piaghe, la Passione, ecc.

      Nell'epoca in cui si spettacolarizza tutto, alcune di quelle cose vengono spettacolarmente banalizzate, altre vengono spettacolarmente esagerate. Un esempio: a partire dalla metà del ventesimo secolo, l'influsso della televisione ha scatenato i superbi a pensare che la fede, per essere intensa, deve essere qualcosa di spettacolaristico; ugualmente per altri contesti, come la nudità , improvvisamente trasformata in qualcosa di osceno, pruriginoso, scabroso.

      In questo genere di equivoci sono caduti tantissimi chierici conciliari e postconciliari, e non potevano non cadervi anche Don Kikolone e Donna Carmencita, con le loro patetiche (ed eretiche) elucubrazioni, specialmente in fatto di liturgia: sforzarsi di dare a vedere che è un banchetto, sforzarsi di sembrare allegri, sforzarsi di mettere in scena il girotondo infantile e idiota al termine della liturgia...

      L'errore madornale espresso nel commento delle 10:37 sta nel disperato tentativo di interpretare i contesti di ieri con le volgari e ingenue categorie mentali di oggi, errore tipico dei sedicenti atei che ce l'hanno a morte con la fede cattolica.

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    2. La spettacolarizzazione della scienza che ci viene diluviata addosso dai media ci rende difficile capire certe categorie di pensiero comunissime fino a non troppi secoli fa.

      Per esempio, quando si parla di sangue, automaticamente pensiamo ad un liquido con globuli rossi e bianchi, al gruppo sanguigno per le trasfusioni, alle iniezioni di antibiotici, e altre robette mediche in generale. Una volta, invece, si pensava anzitutto ai suoi significati simbolici - come la vita - e si cercava di interpretare l'immagine nel suo contesto generale (poteva esser gente povera di linguaggio,. ma non certo povera riguardo all'astrazione e ai simboli): non è che appena nomini il sangue devi visualizzare la scena centrale di Shining o la faccia del medico che dice che non devi mancare di prendere la Cardioaspirina e di idratarti bene, o il supereroe ferito e insanguinato (ma stranamente nel pieno delle sue forze) che spara al super-cattivone della settimana.

      E quindi non sembrerà strano che Kiko e Carmen, i «nuovi falsi profeti» (così li definì padre Pio ancor prima che si incistassero in Italia), abbiano ossessivamente fatto leva sulla spettacolarizzazione delle cose della fede («io sono Giovanni Battista in mezzo a voi», disse spesso il falso profeta Kiko) per accalappiare adepti e legarli a sé.

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    3. Per esempio, quando si parla di sangue, automaticamente pensiamo ad un liquido con globuli rossi e bianchi, al gruppo sanguigno per le trasfusioni, alle iniezioni di antibiotici, e altre robette mediche in generale. Una volta, invece, si pensava anzitutto ai suoi significati simbolici - come la vita - e si cercava di interpretare l'immagine nel suo contesto generale (poteva esser gente povera di linguaggio,. ma non certo povera riguardo all'astrazione e ai simboli): non è che appena nomini il sangue devi visualizzare la scena centrale di Shining o la faccia del medico che dice che non devi mancare di prendere la Cardioaspirina e di idratarti bene, o il supereroe ferito e insanguinato (ma stranamente nel pieno delle sue forze) che spara al super-cattivone della settimana.

      Pienamente d'accordo
      Anonimo 10.37

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  4. Il problema, per chi ragiona con categorie di pensiero cristiano-cattolico, è abbastanza semplice: l'obbiettivo è vivere in grazia di Dio, serenamente, confessando ciò che ci allontana da Lui e facendoci sollevare su ali d'aquila con l'Eucaristia e i Sacramenti.
    Senza entrare nella querelle "cammino buono/cattivo, giusto/sbagliato, cattolico/acattolico", semplicemente dovremmo concludere che se esso risulta essere d'intralcio o non funzionale ad una serena vita di fede, va accantonato.
    Se lo avevamo scelto per avvicinarci a Dio, avendo di esso una certa immagine, e ci accorgiamo lungo il percorso che certe promesse non vengono rispettate o che siamo cambiati noi, ed esso non ci è d'aiuto per la nostra crescita spirituale, va rimosso il più possibile dal nostro orizzonte.
    Per questo, è allucinante ciò che Kiko ha ripetuto anche in questa convivenza di inizio corso, che cioè il non sentirsi più convinto della sua proposta di vita, non esserne più entusiasta, "essere un pezzo di legno in mezzo a noi, che né sente né patisce", equivarrebbe al non volersi convertire, a non avere fede, a rifiutare Dio. Mai una volta che, come gli chiedeva accoratamente Daniel Lifschitz, Kiko abbia aperto la gabbia del cammino rendendo di propria iniziativa a tutti la loro libertà.

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  5. Anzi, il pesce prete ha tenuto a specificare che chi non ha fatto "bene" il Cammino, lo dovrà ripetere nel Purgatorio. Il che vuol dire che essere entrato in Cammino è una scelta che vale per la vita attuale ed anche ultraterrena... ma di questo, chi ci aveva avvertito?
    Vuol dire anche che al Cammino non ci sarebbe alternativa, quindi non sarebbe più uno dei tramiti verso Dio ma, una volta cominciato, diverrebbe l'unica strada percorribile.
    Questo come minimo. Il Neocatecumenale che ha fatto bene il cammino, chiude gli occhi e Gesù stesso viene a raccogliere la sua anima e a portarla in paradiso; il Neocatecumenale che esce dal Cammino o lo "fa male", secondo i loro criteri, va invece in Purgatorio a rifare tutti i passaggi.
    Un sacerdote, ai massimi vertici del Cammino, dopo aver fatto delle ipocrite catechesi sui Novissimi, ha svelato la propria convinzione, che sinceramente mi ha fatto inorridire...ma dovrebbe far inorridire tutti.

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  6. Riguardo al mamotreto della convivenza, non so se avete notato che non è stato fatto alcun accenno alla telefonata del Papa durante la convivenza con i rettori dei seminari RM. Cosa che si sarebbe data per sicura, soprattutto in una convivenza come questa di auto-incensazione. Invece niente; gli unici accenni ai telefoni sono stati per stigmatizzare l'uso dei telefonini per la pornografia ...

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  7. Kiko ha detto:

    A meno che non voglia essere cacciato via di qua, perché sei qui come un pezzo di legno in mezzo a noi, che né sente né patisce. Ma no, penso di no, il Signore ancora non ti ha scartato. Se ti ha scartato, entro poche convivenze non sarai più qua, farai la tua vita, le tue cose. Ma no, speriamo di no!

    Gesù ha detto:

    Matteo 21,42
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
    La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?

    Matteo 23,37
    Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!

    Meditate da voi stessi dove sta la verità.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  8. Lettore confuso:

    io sono convinto che tra i camminanti c'è chi ha fede ed è in buona fede. Sbagliano perché ingannati, ma sono in grazia di Dio, che guarda prima di tutto al cuore.
    Chi è in grazia di Dio può essere assistito dalla grazia soprannaturale, perciò non mi meraviglio che anche nel Cammino Dio possa operare. Ma sia chiaro: se Dio opera, non è grazie agli errori del Cammino, ma nonostante questi.
    Di conseguenza, se alcune le esperienze di Dio nel Cammino sono autentiche, lo sono in virtù a ciò che ancora lega certi camminanti alla Chiesa. Sono esperienze di fede della Chiesa, proprio come quelle che fanno i cristiani della domenica. Ma di fatto gli errori del Cammino sono un ostacolo ad esse.

    Il Cammino può essere causa di conversione? In un certo senso, in modo indiretto, sì.
    Con un esempio non preciso ma che comunque ha un certo grado di analogia, possiamo paragonare i camminanti a chi cerca Dio nelle religioni non cristiane, che sono piene di errori che allontanano da Dio e in cui si intromette il demonio, ma che contengono anche semi di verità che, per chi cerca davvero Dio, possono rappresentare una preparazione all'annuncio del Vangelo. Quello vero, non quello dei mamotreti.

    C'è poi una seconda considerazione da fare: confrontandosi col Vangelo, nonostante tante stupide interpretazioni di Kiko e dei catechisti, si possono trarre delle conclusioni umanamente buone. Conclusioni umane, che non sono per se stesse elevate all'ordine soprannaturale, ma pur sempre buone. Del resto il Vangelo non può sbagliare.
    Esistono degli psicologi che si ispirano al Vangelo dando consigli umanamente buoni e saggi. Se, seguendo questi, un iracondo decide di prendere la vita con più filosofia e si sente meglio, non è un miracolo, ma è una cosa buona.
    Il Vangelo trasforma perfino le culture umane con risultati meravigliosi.

    Forse ho semplificato troppo, ma spero di contribuire a renderti un po' meno confuso.
    Soprattutto ti consiglio di andare all'essenziale: al Catechismo della Chiesa e alla verità della liturgia. Tutto ciò che contrasta con questo, non viene da Dio. Capire questo è più importante di capire perché Dio possa aver permesso certe cose che sembrano in contraddizione.
    Poi, probabilmente, col tempo comincerai a mettere in fila tante cose...

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  9. In onore a Gesù che è dentro al tabernacolo. Ascoltate tutti voi che parlate di terremoti, mentre si votano i vostri 12 Cefa:

    https://www.avvenire.it/attualita/pagine/tabernacolo-ritrovato-arquata-terremoto

    C'è un qualcosa che non torna, si votano i Cefa, e arriva il terremoto ( così hanno detto?), poi, in altre zone, avvengono fatti strani durante altri terremoti e altri fatti, molto più strani, dopo questi sismi. Che vorrà dirci il Signore?

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  10. Per quanto riguarda i tabernacoli dovremmo dare un'occhiata a quanto ha detto Gesù a Luisa Piccareta. E' importante seguire il discorso, perchè ci da non poca luce sul perchè Gesù è dentro al tabernacolo.

    Dalla Divina Volontà.

    Ottobre 7, 1928

    Apertura della casa della Divina Volontà in Corato. Similitudine della nascita
    di Gesù in Betlemme. Mia entrata in essa. La lampada eucaristica e la lampada
    viva di chi fa la Divina Volontà. La prigioniera vicino al Prigioniero. Gradimenti
    di Gesù per tale compagnia.

    (8) “Figlia mia, non temere, che la lampada non si spegne, e se si spegnesse tengo
    te, lampada viva, lampada che col tuo tremolio, più che col tremolio della lampada
    eucaristica mi dice ti amo, ti amo, ti amo. Oh! come è bello il tremolio del tuo ti amo, il
    tuo tremolio mi dice amore, e unendosi con la mia Volontà, di due volontà ne formiamo
    una sola. Oh! com’è bella la tua lampada ed il tremolio del tuo ti amo, non c’è da
    paragonarsi con la lampada che arde innanzi al mio tabernacolo d’amore. Molto più che
    stante in te la mia Divina Volontà, formi il tremolio del tuo ti amo nel centro del Sole del
    mio Fiat, ed Io veggo e sento che non una lampada, ma un sole mi brucia davanti. Sia la
    ben venuta la mia prigioniera, sei venuta a far compagnia al tuo Prigioniero, siamo tutti e
    due in prigione, tu nel letto ed Io nel tabernacolo, è giusto che siamo vicini, molto più che
    uno è lo scopo che ci tiene in prigione, la Volontà Divina, l’amore, le anime. Come mi
    sarà gradita la compagnia della mia prigioniera, ce la sentiremo insieme, per preparare il
    regno del mio Fiat Supremo. Ma sappi figlia mia, che il mio amore ti ha prevenuto, Io mi
    sono messo primo in questa custodia prigioniero, per aspettare la mia prigioniera e la
    tua dolce compagnia. Vedi dunque come il mio amore è stato il primo a correre verso di
    te, come ti ho amato e ti amo, ché dopo tanti secoli di prigionia in questo tabernacolo
    non ho avuto mai una prigioniera che mi facessi compagnia, che mi stesse vicina, vicina,
    sono stato sempre solo, o al più in compagnia di anime non prigioniere, in cui non
    vedevo in loro le mie stesse catene, ora finalmente è giunto il tempo d’aver una
    prigioniera, per tenerla continuamente vicina sotto dei miei sguardi sacramentali, che
    solo le catene della mia Volontà Divina la tengono prigioniera. Compagnia più dolce e
    più gradita non mi poteva venire, quindi, mentre saremo insieme in prigione, ci
    occuperemo del regno del Fiat Divino e lavoreremo insieme e ci sacrificheremo per farlo
    conoscere alle creature”.

    Pace ai figli della Pace. Dio è la Pace.

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  11. Piccolo promemoria catechetico.

    Il comandamento dell'amore - amare Dio con tutta la propria forza ecc., e amare il prossimo come sé stessi ecc. - non dice niente di diverso da ciò che Dio ha comandato fin dalla creazione dell'uomo.

    Dio proibisce. Aveva proibito ad Adamo ed Eva di cibarsi di quel frutto che era lì nell'Eden. Ha proibito agli uomini certe azioni e persino certe cose che albergano nel segreto del cuore («non desiderare la roba d'altri...»). Queste proibizioni non sono affatto cancellate dal comandamento dell'amore, che semplicemente le perfeziona, poiché amare il prossimo implica - fra le altre cose - anche il «non desiderare la donna d'altri».

    Quando in lingua italiana diciamo che Dio "permette" qualcosa di male - che si tratti di guerre, malattie, ingiustizie, sofferenze degli innocenti... - non stiamo dicendo che Dio "vuole" quel male. Sarebbe una contraddizione. Dio è verità: può mica contraddire sé stesso? Dio è amore: può mica inviare agli uomini qualche male? (cfr. l'eresia neocatecumenale del «Dio ti manda le disgrazie per convertirti»: insinuano che Dio sarebbe un sadico cattivone, cioè parlano di un "dio" falso, un "dio" che non è il Signore Dio).

    L'uomo è responsabile di aver usato male la propria libertà. Di averla usata - già tra Adamo ed Eva - per peccare. Nella sua infinita giustizia Dio non ha condannato definitivamente l'uomo (sebbene lo abbia scacciato dall'Eden, con tutte le conseguenze: «partorirai con dolore», ecc.), poiché l'uomo non è perfetto come un angelo (infatti gli angeli che si sono ribellati a Dio non hanno alcuna possibilità di redimersi).

    Quando parliamo di "peccato", intendiamo qualcosa che è contro Dio (sempre), contro il prossimo, contro il creato e contro sé stessi. Sebbene a seguito del peccato si può conoscere qualcosa di più di sé stessi, per conoscere bene sé stessi occorre permanere nella grazia di Dio. Certi idioti parlano come se occorresse peccare per conoscere sé stessi - come a dire che per imparare a guidare la macchina occorre provocare incidenti. Riflettere su un incidente può farti capire la dinamica e darti modo di evitare incidenti in futuro, ma per guidare in sicurezza non è affatto necessario "sperimentare incidenti".

    Un'altra logica conseguenza delle colossali eresie dei signori Kiko Argüello e Carmen Hernández, è che la Beatissima Vergine, preservata dal peccato fin dal concepimento (e assunta in cielo senza macchia di peccato), non avrebbe conosciuto sé stessa... Che assurdità.

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    Risposte
    1. per conoscere bene sé stessi occorre permanere nella grazia di Dio

      Con questa semplice affermazione hai messo la parola fine alle assurde argomentazioni del pasqualone di turno che ci sommerge con le sue provocazioni.

      Chiaro l'esempio della guida.
      Magistrale la conclusione sulla Vergine Maria.

      Proprio se non vogliono capire.

      Pax

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